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La Pubblica amministrazione digitale: contesto normativo e autonomie territoriali Giulio M. Salerno Università di Macerata Dipartimento di Economia e diritto CORSO DI FORMAZIONE ANAI - FERMO 21/11/2012 1

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La Pubblica amministrazione digitale:

contesto normativo e autonomie territoriali

Giulio M. Salerno

Università di Macerata

Dipartimento di Economia e diritto

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Sommario

• Premessa: la riforma costituzionale del 2001 e la nuova ripartizione delle competenze Stato, Regioni, enti locali

• Il CAD nei confronti delle Regioni e degli enti locali (alla luce delle modifiche apportate con il decreto legislativo 235/2010, d.l. 83/2012 e d.l. 95/2012)

• Conclusioni: lo stato dell’arte e prospettive delle competenze regionali e locali in materia di digitalizzazione della P.A.

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Premessa: la riforma costituzionale del 2001 e la nuova ripartizione delle competenze • La riforma costituzionale del 2001 (legge cost. n.

3) ha modificato il rapporto tra autorità centrali e territoriali: ribaltamento della ripartizione delle competenze legislative e nuova articolazione delle funzioni amministrative.

• Sono state poste le premesse per il rafforzamento dei poteri delle Regioni e degli enti locali.

• E’ prevista la sussidiarietà verticale (leale collaborazione) e orizzontale.

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Principi generali e deroghe

• Salvo le competenze espressamente attribuite allo Stato, le competenze legislative e regolamentari spettano alle Regioni

• Le competenze amministrative possono essere ripartite secondo le competenze legislative

• Solo mediante il meccanismo della sussidiarietà (ascensionale) e nel rispetto del principio di legalità, lo Stato può riappropriarsi di competenze regionali

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La competenza statale “esclusiva” di coordinamento informatico e le altre competenze statali • Art. 117, comma 2, lett. r: competenza sul

«coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale»

• Art. 117, comma 2, lett. e: competenza sulla «tutela della concorrenza»

• Art. 41, comma 2: competenza sui limiti di «utilità sociale» apponibili all’iniziativa economica

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La competenza statale esclusiva sui LEP

• Art. 117, comma 2, lett. m

• Competenza sulla “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”

• Dunque anche quando è in giuoco l’eguale rispetto dei cosiddetti «diritti digitali» garantiti dalla legge al cittadino verso le pubbliche amministrazioni

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Il ruolo interpretativo della Corte costituzionale

• La difficoltà di ricostruire le competenze “intrecciate” fra Stato, Regioni e enti locali

• Interpretazione flessibile (e tendenzialmente continuista) delle competenze statali

• Previsione di garanzie per lo più procedimentali a favore delle Regioni (principio di leale collaborazione)

• Giurisprudenza pragmatica nel nome della tutela degli «interessi unitari»

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Sent. n. 17 del 2004: legittimità del coordinamento tecnico da parte dello Stato

• Certamente attengono al predetto coordinamento anche i profili della qualità dei servizi e della razionalizzazione della spesa in materia informatica, in quanto necessari al fine di garantire la omogeneità nella elaborazione e trasmissione dei dati.

• Possibile il potere ministeriale per il coordinamento meramente tecnico delle Regioni, per assicurare una comunanza di linguaggi, di procedure e di standard omogenei, in modo da permettere la comunicabilità tra i sistemi informatici della P.A.

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Sent. 31 del 2005: legittima incidenza sull’organizzazione regionale e locale, solo previa garanzia di procedure collaborative • Ammesse le norme statali relative a progetti che

possono riguardare «l'organizzazione e la dotazione tecnologica delle Regioni e degli enti territoriali»

• In tal caso, è necessario sentire la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

• Le norme statali possono avere una diretta incidenza sulla «organizzazione amministrativa regionale e degli enti locali», senza violazione delle competenze della ricorrente perché ci sono adeguate procedure collaborative

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Sent. 133 del 2008: legittime le regole statali necessarie per la “comunicabilità tra i sistemi informatici della p.a.” • L'attribuzione a livello centrale della suddetta materia,

corrisponde alla necessità di «assicurare una comunanza di linguaggi, di procedure e di standard omogenei, in modo da permettere la comunicabilità tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione» (sentenze n. 31 del 2005 e n. 17 del 2004).

• Infatti, il comma 895 indica come priorità, per il finanziamento dei progetti, l'utilizzo o lo sviluppo di «applicazioni software a codice aperto» e prevede, ai fini della comunicabilità, che i «codici sorgente, gli eseguibili e la documentazione dei software sviluppati» vengano mantenuti «in un ambiente di sviluppo cooperativo, situato in un web individuato dal Ministero per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione al fine di poter essere visibili e riutilizzabili».

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Sentenza n. 369 del 2010 (Regione Sicilia): legittimi i protocolli di funzionamento uniformi dello Stato • In altri termini, spetta allo Stato e non alla Regione

siciliana stabilire le modalità operative del sistema e i protocolli di funzionamento, cui tutti gli utenti senza distinzioni devono adeguarsi, così evitando anche ricadute negative in sede di concreta applicazione da parte delle competenti autorità amministrative.

• Ne consegue l’illegittimità dei provvedimenti impugnati, perché, secondo l’evocata norma di attuazione statutaria, la Regione siciliana non può creare un proprio sistema informatico e propri tagliandi di revisione diversi da quelli statali, né può pretendere che lo Stato modifichi i protocolli di accesso al proprio sistema per consentire un’integrazione con il sistema informatico della Regione C

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Sent. n. 15 del 2010: legittimo il procedimento amministrativo uniforme per lo sportello unico delle imprese • E’ palese la funzione di coordinamento perseguita dalla

normativa che disciplina compiti e funzionamento dello “sportello unico per le imprese”, attraverso la istituzione di un procedimento amministrativo uniforme volto a consentire ai soggetti in possesso dei requisiti di legge la intrapresa della attività economica.

• Ciò per garantire, attraverso la uniformità e la ragionevole snellezza del procedimento, la maggiore trasparenza ed accessibilità del mercato, sì da assicurare le migliori condizioni di concorrenza, e per dare contenuto al precetto di cui all’art. 41 della Costituzione, il quale assegna, fra l’altro, alla legge dello Stato il compito di determinare i controlli opportuni affinché la iniziativa economica, anche privata, sia coordinata a fini sociali.

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L’ambito di applicazione del CAD rispetto alle Regioni e agli enti locali

• L’efficacia del CAD nei confronti delle Regioni (e degli enti locali) è stata progressivamente ridisciplinata soprattutto con le modifiche apportate con il decreto legislativo 235/2010, (da ultimo il decreto-legge 83/2012, e il decreto-legge 95/2012)

• Efficacia sempre più diretta e vincolante

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La finalità generale del CAD coinvolge anche le Regioni e le autonomie locali

• Art. 1, comma 1.

• «Lo Stato, le Regioni e le autonomie locali assicurano la disponibilità, la gestione, l'accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell'informazione in modalità digitale e si organizzano ed agiscono a tale fine utilizzando con le modalità più appropriate le tecnologie dell'informazione e della comunicazione». C

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A chi si rivolge il CAD? Il vecchio art. 2, comma 2, prevedeva una pluralità di limiti (e la riserva espressa)

2. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, salvo che non sia diversamente stabilito, nel rispetto delle loro autonomia organizzativa e comunque nel rispetto del riparto di competenza di cui all’articolo 117 della Costituzione (vecchio testo) C

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Il nuovo art. 2, comma 2: l’ambito soggettivo nel solo limite dell’art. 117 Cost.

• 2. Le disposizioni del presente codice si applicano alle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel rispetto del riparto di competenza di cui all’articolo 117 della Costituzione, nonché alle società, interamente partecipate da enti pubblici o con prevalente capitale pubblico inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell’articolo 1, comma 5, della legge 30 dicembre 2004, n. 311.

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Abrogata la condizione relativa agli oneri finanziari

• (( 2-bis. Tutte le disposizioni previste dal presente codice per le pubbliche amministrazioni si applicano, ove possibile tecnicamente e a condizione che non si producano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica ovvero, direttamente o indirettamente, aumenti di costi a carico degli utenti, anche ai soggetti privati preposti all'esercizio di attivita' ammnistrative. )) abrogato

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Il diritto all’uso delle tecnologie informatiche vale anche nei confronti delle Regioni e degli enti locali • Art. 3, comma 1.

• «I cittadini e le imprese hanno diritto a richiedere ed ottenere l'uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni, con i soggetti di cui all’art. 2, comma 2, e con i gestori di pubblici servizi statali ai sensi di quanto previsto nel presente codice».

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E’ abrogato per le Regioni e enti locali il limite delle risorse in ordine al rispetto del diritto all’uso delle tecnologie (art. 3)

• ((“1-bis. Il principio di cui al comma 1 si applica alle amministrazioni regionali e locali nei limiti delle risorse tecnologiche ed organizzative disponibili e nel rispetto della loro autonomia normativa.” )) (abrogato)

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Il pagamento con modalità informatiche anche per le Regioni e enti locali: novità

• Articolo 5. 1.

• I soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, sono tenuti ad accettare i pagamenti ad esse spettanti anche con l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. A tal fine:

• a) devono pubblicare nei propri siti istituzionali e specificare nelle richieste di pagamento:

• 1) i codici IBAN identificativi del conto di pagamento

• 2) i codici identificativi del pagamento da indicare obbligatoriamente per il versamento;

• b) devono consentire l'utilizzo di carte di debito, di credito, prepagate ovvero di altri strumenti di pagamento elettronico disponibili, che consentano anche l'addebito in conto corrente, indicando sempre le condizioni, anche economiche, per il loro utilizzo.

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Comunicazioni tra imprese e amministrazioni: nuovo principio generale valido anche per Regioni e enti locali

• Art. 5 bis, comma 1

• La presentazione di istanze, dichiarazioni, dati e lo scambio di informazioni e documenti, anche a fini statistici, tra le imprese e le amministrazioni pubbliche avviene esclusivamente utilizzando le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Con le medesime modalità le amministrazioni pubbliche adottano e comunicano atti e provvedimenti amministrativi nei confronti delle imprese. C

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Necessità dell’intesa con Regioni e enti locali per realizzare questa finalità

• Art. 5, bis, comma 4.

• Il Governo promuove l’intesa con regioni ed enti locali in sede di Conferenza unificata per l’adozione degli indirizzi utili alla realizzazione delle finalità di cui al comma 1.

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Posta elettronica certificata: prima una mera facoltà per le Regioni e gli enti locali

• Art. 6. (versione previgente) • 1. Le pubbliche amministrazioni centrali utilizzano la

posta elettronica certificata, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n. 68, per ogni scambio di documenti e informazioni con i soggetti interessati che ne fanno richiesta e che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo di posta elettronica certificata.

• 2. Le disposizioni di cui al gomma 1 si applicano anche alle pubbliche amministrazioni regionali e locali salvo che non sia diversamente stabilito.

• (( 2-bis. Le pubbliche amministrazioni regionali e locali hanno facoltà di assegnare ai cittadini residenti caselle di posta elettronica certificata atte alla trasmissione di documentazione ufficiale. ))

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Adesso è un obbligo generalizzato (nuovo art. 6)

1. Per le comunicazioni di cui all’articolo 48, comma 1, con i soggetti che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo ai sensi della vigente normativa tecnica, le pubbliche amministrazioni utilizzano la posta elettronica certificata. La dichiarazione dell’indirizzo vincola solo il dichiarante e rappresenta espressa accettazione dell’invio, tramite posta elettronica certificata, da parte delle pubbliche amministrazioni, degli atti e dei provvedimenti che lo riguardano. 1-bis La consultazione degli indirizzi di posta elettronica certificata, e l’estrazione di elenchi dei suddetti indirizzi, da parte delle pubbliche amministrazioni è effettuata sulla base delle regole tecniche emanate da DigitPA, sentito il Garante per la protezione dei dati personali 2. Abrogato. 2-bis. Abrogato.

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Accesso all’indice nazionale degli indirizzi PEC

• Articolo 6-bis.Indice nazionale degli indirizzi PEC delle imprese e dei professionisti.

• 1. Istituito il pubblico elenco denominato Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC) delle imprese e dei professionisti, presso il Ministero per lo sviluppo economico.

• 2. L'Indice nazionale di cui al comma 1 è realizzato a partire dagli elenchi di indirizzi PEC costituiti presso il registro delle imprese e gli ordini o collegi professionali,

• 3. L'accesso all'INI-PEC è consentito alle pubbliche amministrazioni, nonché ai professionisti e alle imprese in esso presenti.

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Riorganizzazione digitale e qualità dei servizi: obbligo generalizzato • Articolo 7. • 1. Le pubbliche amministrazioni provvedono alla

riorganizzazione ed aggiornamento dei servizi resi; a tale fine sviluppano l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, sulla base di una preventiva analisi delle reali esigenze dei cittadini e delle imprese, anche utilizzando strumenti per la valutazione del grado di soddisfazione degli utenti .

• 2. Entro il 31 maggio di ciascun anno le pubbliche amministrazioni centrali trasmettono al Ministro delegato per la funzione pubblica e al Ministro delegato per l'innovazione e le tecnologie una relazione sulla qualità dei servizi resi e sulla soddisfazione dell'utenza.

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Alfabetizzazione informatica dei cittadini: un compito dello Stato

• Articolo 8.

• 1. Lo Stato promuove iniziative volte a favorire l'alfabetizzazione informatica dei cittadini con particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione, anche al fine di favorire l'utilizzo dei servizi telematici delle pubbliche amministrazioni. C

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La partecipazione democratica: prima limitata allo Stato, adesso estesa a tutte le P.A.

• Art. 9, comma 1.

• Vecchia versione: Lo Stato favorisce….

• Adesso:

• Le pubbliche amministrazioni favoriscono ogni forma di uso delle nuove tecnologie per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini, anche residenti all'estero, al processo democratico e per facilitare l'esercizio dei diritti politici e civili sia individuali che collettivi. C

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Lo sportello unico: abrogato il compito statale limitato al modello di riferimento

• ((Art. 10 comma 3. Al fine di promuovere la massima efficacia ed efficienza dello sportello unico, anche attraverso l'adozione di modalita' omogenee di relazione con gli utenti nell'intero territorio nazionale, lo Stato, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, individua uno o piu' modelli tecnico-organizzativi di riferimento, tenendo presenti le migliori esperienze realizzate che garantiscano l'interoperabilita' delle soluzioni individuate)) (abrogato)

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Lo sportello eroga i servizi, lo Stato realizza il sistema informatizzato per le sue competenze, alle Regioni cosa resta?

• Art. 10 • 1. Lo sportello unico per le attività produttive di cui

all’articolo 38, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n.112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n.133, eroga i propri servizi verso l’utenza in via telematica.

• 2. Abrogato. • 3. Abrogato. • 4. Lo Stato realizza, nell'àmbito di quanto previsto dal

sistema pubblico di connettività di cui al presente decreto, un sistema informatizzato per le imprese relativo ai procedimenti di competenza delle amministrazioni centrali anche ai fini di quanto previsto all'articolo 11.

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Il Registro informatico degli adempimenti amministrativi per le imprese: art. 10

• Presso il Ministero delle attività produttive

• Contiene l'elenco completo degli adempimenti amministrativi previsti dalle pubbliche amministrazioni per l'avvio e l'esercizio delle attività di impresa, nonché i dati raccolti dalle amministrazioni comunali negli archivi informatici ex d.lg. 112/1998 (comma 1).

• Il Registro, che si articola su base regionale con apposite sezioni del sito informatico, fornisce, ove possibile, il supporto necessario a compilare in via elettronica la relativa modulistica (comma 1)

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Ancora sul Registro

• È fatto obbligo alle amministrazioni pubbliche, nonché ai concessionari di lavori e ai concessionari e gestori di servizi pubblici, di trasmettere in via informatica al Ministero delle attività produttive l'elenco degli adempimenti amministrativi necessari per l'avvio e l'esercizio dell'attività di impresa (comma 2)

• Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sono stabilite le modalità di coordinamento, di attuazione e di accesso al Registro, nonché di connessione informatica tra le diverse sezioni del sito (comma 3)

• Del Registro possono avvalersi le autonomie locali, qualora non provvedano in proprio, per i servizi pubblici da loro gestiti (comma 5)

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Disciplina autonoma delle funzioni amministrative e diritti digitali: necessità di riorganizzazione per tutte le P.A.

• Art. 12. Norme generali per l'uso delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni nell'azione amministrativa.

• 1. Le pubbliche amministrazioni nell'organizzare autonomamente la propria attività utilizzano le tecnologie dell'informazione e della comunicazione per la realizzazione degli obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione, nonché per la garanzia dei diritti dei cittadini e delle imprese di cui al Capo I, sezione II, del presente decreto.

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Il piano delle perfomance e attuazione del CAD: vale anche per le Regioni e gli enti locali

• Art. 12

• 1-bis. Gli organi di governo nell'esercizio delle funzioni di indirizzo politico ed in particolare nell'emanazione delle direttive generali per l'attività amministrativa e per la gestione ai sensi del comma 1 dell'articolo 14 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e le amministrazioni pubbliche nella redazione del piano di performance di cui all’articolo 10 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n.150, dettano disposizioni per l'attuazione delle disposizioni del presente decreto.

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Le responsabilità dei dirigenti: le novità riguardano anche le Regioni e gli enti locali

• Art. 12

• 1-ter. I dirigenti rispondono dell'osservanza ed attuazione delle disposizioni di cui al presente decreto ai sensi e nei limiti degli articoli 21 e 55 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ferme restando le eventuali responsabilità penali, civili e contabili previste dalle norme vigenti.

• L’attuazione delle disposizioni del presente decreto è comunque rilevante ai fini della misurazione e valutazione della performance organizzativa ed individuale dei dirigenti.

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Le regole tecniche: competenza esclusiva dello Stato all’interno della funzione di indirizzo e coordinamento • Articolo 14 sui «Rapporti tra Stato, regioni e

autonomie locali»

• 1. In attuazione del disposto dell'articolo 117, secondo comma, lettera r), della Costituzione , lo Stato disciplina il coordinamento informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale, dettando anche le regole tecniche necessarie per garantire la sicurezza e l'interoperabilità dei sistemi informatici e dei flussi informativi per la circolazione e lo scambio dei dati e per l'accesso ai servizi erogati in rete dalle amministrazioni medesime.

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Obbligo generale di rispetto delle regole tecniche da parte delle Regioni e degli enti locali • Art. 12 • 2. Le pubbliche amministrazioni adottano le tecnologie

dell'informazione e della comunicazione nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni e tra queste e i privati, con misure informatiche, tecnologiche, e procedurali di sicurezza, secondo le regole tecniche di cui all‘articolo 71.

• 5. Le pubbliche amministrazioni utilizzano le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, garantendo, nel rispetto delle vigenti normative, l'accesso alla consultazione, la circolazione e lo scambio di dati e informazioni, nonché l'interoperabilità dei sistemi e l'integrazione dei processi di servizio fra le diverse amministrazioni nel rispetto delle regole tecniche stabilite ai sensi dell’articolo 71.

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Obbligo di promuovere la realizzazione delle reti e il relativo utilizzo: solo dello Stato

• Art. 12

• 4. Lo Stato promuove la realizzazione e l'utilizzo di reti telematiche come strumento di interazione tra le pubbliche amministrazioni ed i privati.

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L’intervento dei privati: possibile anche per Regioni e enti locali

• Art. 12

• 5-bis. Le pubbliche amministrazioni implementano e consolidano i processi di informatizzazione in atto, ivi compresi quelli riguardanti l'erogazione attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione in via telematica di servizi a cittadini ed imprese anche con l'intervento di privati.

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Interazione degli utenti con le reti e tutela dell’autonomia privata

• Art. 12

• 3. Le pubbliche amministrazioni operano per assicurare l'uniformità e la graduale integrazione delle modalità di interazione degli utenti con i servizi informatici, ivi comprese le reti di telefonia fissa e mobile in tutte le loro articolazioni, da esse erogati, qualunque sia il canale di erogazione, nel rispetto della autonomia e della specificità di ciascun erogatore di servizi

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I procedimenti condivisi: intese, accordi, e Conferenza unificata (già previsti)

- Art. 14, comma 2.

- Lo Stato, le Regioni e le autonomie locali promuovono le intese e gli accordi e adottano, attraverso la Conferenza unificata, gli indirizzi utili per realizzare un processo di digitalizzazione dell'azione amministrativa coordinato e condiviso e per l'individuazione delle regole tecniche di cui all'articolo 71.

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I nuovi poteri promozionali delle Regioni verso gli enti locali

• Art. 14, comma 2-bis.

• Le Regioni promuovono sul territorio azioni tese a realizzare un processo di digitalizzazione dell’azione amministrativa coordinato e condiviso tra le autonomie locali.

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I nuovi obblighi (generali) delle Regioni e degli enti locali nell’attuazione della digitalizzazione

• Art. 14

• 2-ter. Le Regioni e gli enti locali digitalizzano la loro azione amministrativa e implementano l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per garantire servizi migliori ai cittadini e alle imprese.

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Conclusioni

Il CAD esprime principi e regole vincolanti per le Regioni e gli enti locali “nel rispetto del riparto delle competenze”, ma nell’ambito di una vincolante funzione di indirizzo e coordinamento da parte dello Stato, anche mediante le regole tecniche

• Spetta alle Regioni e agli enti locali provvedere alla disciplina dell’organizzazione interna in conformità al CAD e alle regole tecniche (v. art. 44)

• L’esercizio delle competenze regionali in materia di digitalizzazione: stato dell’arte ancora parziale e prospettive

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Stato dell’arte

• Dopo l’approvazione del CAD (2005) soltanto Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria, e Veneto hanno approvate leggi “di sistema” in materia di digitalizzazione dell’amministrazione regionale

• Sono presenti discipline primarie, secondarie, o atti di provenienza amministrativa (talora precedenti) anche in altre realtà (ad esempio, Provincia di Trento, Emilia Romagna, Marche, Sardegna) C

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Prospettive

• E’ necessario un forte impegno delle Regioni e degli enti locali nel recepimento dei principi del CAD (così come modificato recentemente)

• L’attuazione regionale e locale richiede approfondite conoscenze ed elevate competenze professionali, e risorse dedicate e aggiuntive

• E’ necessario il coordinamento regionale nei riguardi degli enti locali per una riforma di sistema così rilevante

• L’implementazione dei principi del CAD richiede la riorganizzazione amministrativa regionale e locale (v. art. 15 CAD)

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