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La Progettazione dei Ponti
Ferroviari:
Azioni e criteri di progettazione
Pisa Settembre 2018
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
Luigi Evangelista
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
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Indice degli argomenti
Cable Stayed Bridge (S. Calatrava)
La progettazione dei ponti ferroviari:
Il contesto normativo
Azioni caratteristiche
Criteri di Verifica (cenni);
Prescrizioni progettuali.
Un esempio applicativo
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European standards for structural design:
• EN 1990 Eurocode: Basis of Structural Design
• EN 1991 Eurocode 1: Actions on structures
• EN 1992 Eurocode 2: Design of concrete structures
• EN 1993 Eurocode 3: Design of steel structures
• EN 1994 Eurocode 4: Design of composite steel and concrete
structures
• EN 1995 Eurocode 5: Design of timber structures
• EN 1996 Eurocode 6: Design of masonry structures
• EN 1997 Eurocode 7: Geotechnical design
• EN 1998 Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance
• EN 1999 Eurocode 9: Design of aluminium structures
NORMATIVA TECNICA EUROPEA
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QUADRO NORMATIVO SETTORE PONTI
CAPITOLATO GENERALE TECNICO DI APPALTO DELLE
OPERE CIVILI
PARTE II - SEZIONE 12
PONTI, VIADOTTI, SOTTOVIA E CAVALCAVIA
MANUALE DI PROGETTAZIONE DELLE
OPERE CIVILI
PARTE II - SEZIONE 2
PONTI E STRUTTURE
Normativa in vigore
Ultime edizioni dicembre 2017
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NORMATIVA TECNICA- Manuale di Progettazione 2017
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Il Manuale di Progettazione costituisce il riferimento per la progettazione
delle opere civili da realizzare per la Rete Ferroviaria Italiana, sia per le
nuove realizzazioni sia per gli interventi di manutenzione, rinnovo o
ristrutturazione di opere esistenti, fatto salvo, per queste ultime, quanto
indicato nelle singole sezioni.
Per le costruzioni iniziate nonché per quelle per le quali sono stati
affidati i lavori o avviate le progettazioni definitive o esecutive prima
dell’entrata in vigore del presente Manuale, si possono continuare ad
applicare le specifiche ferroviarie già utilizzate per la redazione dei
progetti, fino all’ultimazione dei lavori e al collaudo.
NORMATIVA TECNICA- Manuale di Progettazione 2017
Parte Generale
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La progettazione si dovrà articolare in modo da assicurare:
la qualità dell’opera e la rispondenza alle relative finalità;
il soddisfacimento dei requisiti essenziali, definiti dal quado
normativo nazionale e comunitario;
la conformità alle norme ambientali e urbanistiche in modo che il
progetto possa essere approvato dagli soggetti preposti;
le valutazione dei costi di investimento e dei tempi di
realizzazione, nonché le eventuali interferenze con l’esercizio
ferroviario.
NORMATIVA TECNICA- Manuale di Progettazione 2017
Parte Generale
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NORMATIVA TECNICA- Manuale di Progettazione 2017
Parte Generale
La progettazione delle opere dovrà rispondere a criteri di:
sicurezza;
qualità;
affidabilità;
economicità;
manutenibilità;
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NORMATIVA TECNICA- Manuale di Progettazione 2017
Parte Generale
La progettazione dovrà essere conforme alle Specifiche Tecniche
d’Interoperabilità (STI). Al verificarsi di alcune condizioni specificate
nelle stesse STI e nella Direttiva CE/57/2008 e s.m.i., è possibile non
applicare uno o più requisiti delle STI; in questi casi:
è necessario chiedere deroga nei modi stabiliti dal D.Lgs. n.191/2010,
dandone tempestiva comunicazione alla S.O. di RFI competente sull’emissione
del Manuale, al fine di acquisirne la preventiva condivisione;
le disposizioni alternative a cui fare riferimento sono in primis le STI previgenti
e, qualora si ricada in una delle condizioni per le quali sia possibile non
applicare neanche queste, le disposizioni alternative a cui fare riferimento
coincidono con la normativa nazionale.
Le soluzioni progettuali dovranno essere conformi alle prescrizioni e
agli indirizzi forniti nel contesto del procedimento autorizzativo.
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NORMATIVA TECNICA- Le Specifiche TecnicheEmesse a seguito del DM 2008
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NORMATIVA TECNICA- “Ponti e Strutture”
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NORME DI NUOVA EMISSIONE Tutte in data 21.12.2011
CODIFICA NORMA TITOLONORMA
SOSTITUITA
RFI DTC-INC-PO SP IFS 001 A
Specifica per la progettazione e l'esecuzione dei ponti ferroviari e di altre opere
minori sottobinario (annulla e sostituisce l'Istruzione FS "Sovraccarichi per il calcolo
dei ponti ferroviari. Istruzione per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo" del
13.01.1997).
Istruzione Ponti e
ISTRUZIONE 44 B
RFI DTC-INC-PO SP IFS 002 A
Specifica per la progettazione e l'esecuzione di cavalcavia e passerelle pedonali sulla
sede ferroviaria. (Annulla e sostituisce l'Istruzione Tecnica FS 44/A del settembre
1971 e successive modifiche/integrazioni non raccolte in una specifica istruzione).
Istruzione 44 A
RFI DTC-INC-PO SP IFS 003 A Specifica per la verifica a fatica dei ponti ferroviari (Annulla e sostituisce l'Istruzione
Tecnica FS 44/F - verifiche a fatica dei ponti ferroviari metallici del 30.01.1992).Istruzione 44 F
RFI DTC-INC-PO SP IFS 004 A
Specifica per la progettazione e l'esecuzione di Impalcati ferroviari a travi in ferro a
doppio T incorporate nel calcestruzzo (Annulla e sostituisce l'Istruzione Tecnica FS
44/D - Istruzione Tecnica per la progettazione e l'esecuzione di impalcati ferroviari
a travi in ferro a doppio T incorporate nel calcestruzzo del 25.07.2000).
Istruzione 44 D
RFI DTC-INC-PO SP IFS 005 A
Specifica per il calcolo, l'esecuzione, il collaudo e la posa in opera dei dispositivi di
vincolo e dei coprigiunti negli impalcati ferroviari e nei cavalcavia (Annulla e
sostituisce l'istruzione FS 44/E - Istruzioni tecniche per il calcolo, l'esecuzione, il
collaudo e la posa in opera dei dispositivi di vincolo e dei coprigiunti negli impalcati
ferroviari e nei cavalcavia per il calcolo, l’esecuzione, il collaudo e la posa in opera dei
dispositivi di vincolo e dei coprigiunti degli impalcati ferroviari e dei cavalcavia del
14.03.2002).
Istruzione 44 E
RFI DTC-INC-CS SP IFS 001 A Specifica per la progettazione geotecnica delle opere civili ferroviarie. (documento di
prima emissione)
(documento di
prima emissione).
RFI DTC-INC-CS LG IFS 001 A Linee Guida per il collaudo statico delle opere in terra(documento di
prima emissione).
NORMATIVA TECNICA- Le istruzioni TecnicheEmesse a seguito del DM 2008 (Emissione per applicazione)
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Le precedenti norme ponti
• Norma tecniche riguardanti le opere metalliche che
interessano le ferrovie pubbliche, emanate dalle Ferrovie dello
Stato e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del regno n.128 del
31/5/1916.
• Nuovi sovraccarichi per il calcolo dei ponti in ferro, emessa
con circolare del 30/6/1925;
• Ponti in muratura Norme-disegni schematici-esempi del 1924
• Nuovi sovraccarichi per il calcolo dei ponti metallici, emessi
con circolare n.54 del 15/7/1945;
• Sovraccarichi per il calcolo dei ponti ferroviari. Istruzioni per la
progettazione, esecuzione e collaudo, emanati con Circolare
N.I/SC/PS/-OM/2298 del 2 giugno 1995 e aggiornamento
del 13 gennaio 1997.
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La specifica è in linea con il D.M. 2008 «Nuove Norme Tecniche per
la costruzioni». Si stanno verificando gli effetti del D.M. 2018 ma
dovrebbero essere poco impattanti.
Le prescrizioni definite in questo documento non sono applicabili per
ferrovie a scartamento ridotto, tramvie o ferrovie leggere, ferrovie con
cremagliera, funicolari.
Le azioni relative al traffico ferroviario e le modalità di combinazione di
queste con le altre azioni sono in linea gli Eurocodici (EC) che sono
norme europee per la progettazione strutturale. In particolare: UNI EN
1990:2006 - Criteri generali di progettazione strutturale e UNI EN
1991-2:2005 Parte 2: Carichi da traffico sui ponti. Gli Eurocodici
sono norme coerenti con i principi del D.M. e sono riferimenti di
comprovata validità.
La sezione II “Ponti e strutture”
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La norma italiana è in linea anche con le Specifiche Tecniche per
l’Interoperabilità (S.T.I.) per la rete ferroviaria Europea emanate in
applicazione della Direttiva 57/CE/2008 “Interoperabilità”.
A causa della complessità del settore ferroviario, per ciascun sottosistema(*)
si è reso necessario fissare nelle STI le specifiche funzionali e tecniche
che garantiscono il soddisfacimento dei requisiti essenziali.
Le STI specificano quindi le «condizioni da soddisfare per realizzare [...]l’interoperabilità» e devono essere considerate come una definizione del
«livello ottimale di armonizzazione tecnica» (articolo 1 della direttiva
Interoperabilità).
NORMATIVA TECNICA- Generalità
(*) Il sistema ferroviario si ritiene composto da sottosistemi di tipo strutturale –
Infrastruttura, Energia, CCS, Materiale Rotabile – e da sottosistemi di tipo
funzionale – Esercizio, Manutenzione - .
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NORMATIVA TECNICA- Generalità
Con la Direttiva 57/CE/2008 “Interoperabilità” definisce:
Sicurezza
Affidabilità e disponibilità
• I requisiti essenziali per il sistema ferroviario: Salute
Protezione dell’ambiente
Compatibilità tecnica
• Le modalità per la messa in servizio di sottosistemi strutturali: “i sottosistemi
possono essere messi in servizio soltanto se progettati, costruiti e installati in
modo tale da soddisfare i pertinenti requisiti essenziali nel momento in cui sono
integrati nel sistema ferroviario”. Tali indicazioni si concretizzano nella
Procedura di Messa in Servizio (AMIS) che prevede sia la verifica di conformità
del sottosistema alle STI applicabili - effettuata da un Organismo Notificato -
sia la valutazione dell’integrazione in sicurezza della modifica apportata (intesa
come l’attivazione del sottosistema) ai sensi del Regolamento (UE) 402/2013.
• I sottosistemi e i veicoli a cui applicare le procedure di AMIS;
• Gli Organismi Notificati e Organismi Designati.
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Nel seguito, ripercorreremo i punti salienti del quadro
normativo in termini di azioni elementari, di criteri di verifica
e ci soffermeremo sugli aspetti maggiormente significativi
sotto il profilo progettuale.
NORMATIVA TECNICA- Generalità
Elenco completo delle Specifiche Tecniche d’Interoperabilità
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NORMATIVA TECNICA- La Vita Nominale VN
La vita nominale di una costruzione, così come definita al punto
2.4.1 del DM 14.1.2008, è intesa come il numero di anni nel
quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria,
deve essere usata per lo scopo al quale è destinata.
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NORMATIVA TECNICA- La Classe d’uso Cu
Il DM 14.1.2008 attribuisce alle costruzioni, in funzione della loro
destinazione d’uso e quindi delle conseguenze di una interruzione di
operatività o di un eventuale collasso a causa di un evento sismico,
diverse classi d’uso. A ciascuna classe corrisponde un coefficiente
d’uso CU.
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NORMATIVA TECNICA- La Classe d’uso Cu
La Circolare esplicativa del D.M. 14.1.2008 del 2.2.2009. Punto C2.4.2
CLASSI D’USO che recita:
Per le classi d’uso III e IV, definizioni più dettagliate sono contenute nel
Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 3685 del 21
ottobre 2003 con il quale sono stati definiti:
• gli edifici di interesse strategico e le opere infrastrutturali la cui
funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le
finalità di protezione civile (ELENCO A: Edifici ospitanti attività di
supervisione e controllo, sale operative,…… usate da RFI; Impianti
classificati com Grandi Stazioni) e (quindi compresi nella classe IV……): ,
• gli edifici e le opere che possono assumere rilevanza in relazione alle
conseguenze di un eventuale collasso (ELENCO B: Opere d’arte
appartenenti al sistema di grande viabilità stradale e ferroviaira…..) (e,
quindi, comprese nella classe III …….).
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ALLEGATO 5 – ELENCO DELLE LINEE E DELLE TRATTE FERROVIARIE FACENTI PARTE DEL “SISTEMA DI GRANDE VIABILITÀ FERROVIARIA”
AI SENSI DELL’OPCM N.3274 DEL 2003
In base a quanto comunicato dall’AD di RFI al Capo del Dipartimento dellaProtezione Civile con nota prot. RFI-AD/A0011/P/2010/0001374 del 30/12/2010,costituiscono il sistema di grande viabilità ferroviaria, l’insieme delle linee e tratteindicate nelle tabelle seguenti e la rete ferroviaria AV/AC formata dalle seguentitratte: asse Torino-Milano-Venezia, tratta AV/AC Torino Milano, tratta Milano–Treviglio, tratta Padova–Venezia Mestre, asse Milano-Roma–Salerno, tratta AV/ACMilano Bologna, tratta AV/AC Bologna-Firenze, tratta AV/AC Roma Napoli, trattaAV/AC Napoli Salerno (Linea a Monte del Vesuvio). A tali tratte sono daaggiungere le 24 interconnessioni con la rete esistente che formano parteintegrante del sistema AV/AC.
NORMATIVA TECNICA- La grande viabilità ferroviaria
Per la definizione delle infrastrutture ferroviarie “strategiche” ai sensi
dell’Ordinanza OPCM n°3274 del 20/03/2003 si dovrà fare
riferimento all’elenco delle linee e delle tratte ferroviarie riportato
nell’allegato n.5 alla specifica tecnica Ponti.
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Per la definizione
delle infrastrutture
ferroviarie
“strategiche” ai sensi
dell’Ordinanza OPCM
n°3274 del 20/03/2003
si dovrà fare
riferimento all’elenco
delle linee e delle
tratte ferroviarie
riportato nell’allegato
n.5 alla presente
specifica.
22
NORMATIVA TECNICA- La grande viabilità ferroviaria
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NORMATIVA TECNICA- La grande viabilità ferroviaria
l’allegato 5 alle specifiche tecniche
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Alcune precisazioni preliminari:
NORMATIVA TECNICA – Azioni da traffico
(1) Superficie di rotolamento
(2) Le forze longitudinali agiscono lungo la linea d’asse del binario
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25
Qvk=250 kN 250 kN 250 kN 250 kN
qvk=80 kN qvk=80 kN
0.8illimitato illimitato1.6 1.6 1.6 0.8
Load Model 71 (LM 71)
LM 71 rappresenta il carico statico verticale
dei convogli ferroviari “normali”.
NORMATIVA TECNICA – Azioni da traffico
I valori delle azioni devono essere moltiplicati per un
coefficiente di adattamento a = 1.1
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Valori del Coefficiente di adattamento a
NORMATIVA TECNICA – Azioni da traffico
MODELLO DI CARICO COEFFICIENTE
"a"
LM71 1.1
SW/0 1.1
SW/2 1.0
"a“ è variabile in ragione del modello di carico
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a
qvk
b
qvk
a
qvk a b
[kN/m] [m] [m]
SW/0 133 15 5,3
SW/2 150 25 7
Modello
di carico
Load Model SW/0 e SW/2
Il Modello di carico SW/0 rappresenta il carico statico
dei convogli ferroviari “normali” per travi continue.
Il Modello di carico SW/2 rappresenta il carico statico
dei convogli ferroviari “pesanti”.
NORMATIVA TECNICA – Azioni da traffico
I valori delle azioni di SW/0 devono moltiplicarsi per a = 1.1
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CONFRONTO FRA I DIVERSI MODELLI DI CARICO TEORICI
NORMATIVA TECNICA – Azioni da traffico
EQUIVALENTI FLETTENTI STATICI
0
100
200
300
400
500
600
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
L [m]
Eq
uiv
ale
nti
Fle
tten
ti [
kN
/m]
LM71·1.1
SW2·1.0
SW0·1.1
Treno A
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Eccentricità dei carichi verticali
L’effetto dello spostamento laterale dei carichi verticali in cassa si
rappresenta considerando uno sbilanciamento fra gli scarichi delle
singole ruote di un asse, considerando un rapporto relativo di 1,25.
Nella figura:
(1) Carico distribuito e carico assiale su
ciascuna ruota o rotaia
(2) LM 71 (ovvero SW/0 quando richiesto)
(3) distanza trasversale fra le ruote
NORMATIVA TECNICA – Azioni: Distribuzione traversale
L’eccentricità risultante “e” è indicata in figura:
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30
Distribuzione longitudinale attraverso rotaia e traverse
Un carico assiale appartenente al modello di carico teorico (LM71) o
a un convoglio reale, può considerarsi distribuito su tre traverse
successive nel modo indicato nella figura sottostante:
Nella figura:
Qvi
= Carico assiale dell’LM71 o del treno reale
“a” = distanza fra i punti di attacco della rotaia
NORMATIVA TECNICA – Azioni: distribuzione longitudinale
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31
Distribuzione trasversale attraverso traversa e ballast
Su strutture con armamento su ballast e sopraelevazione “u”, le
azioni da traffico devono essere distribuite trasversalmente
dall’intradosso della traversa al piano di regolamento nel modo
indicato in figura
NORMATIVA TECNICA – Azioni: distribuzione trasversale
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Le sollecitazioni e le deformazioni “statiche” indotte in un ponte
dall’azione dei carichi ferroviari sono incrementate e decrementate
sotto l’effetto dei carichi mobili a causa di :
– rapida variazione di carico dovuta alla velocità dei convogli ferroviari che
attraversano il ponte e alla conseguente risposta inerziale (impatto) della
struttura,
– Il passaggio sequenziale di carichi con interasse approssimativamente
uniforme rappresenta una sollecitazione dinamica che eccita la struttura e,
in particolari circostanze può ingenerare fenomeni di risonanza (quando la
frequenza di eccitazione (o un multiplo di essa) è prossima alla frequenza
propria della struttura (o a un multiplo di essa)), c’è la possibilità che le
vibrazioni causate dalla successione di assi viaggianti eccessive),
– variazioni di carico assiale determinato da imperfezioni della rotaia o del
veicolo (incluse le irregolarità del rodiggio)).
EFFETTI DINAMICI
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33
Effetti Dinamici:
EFFETTI DINAMICI
Il “processo” per determinare se sia necessario o
meno effettuare una analisi dinamica a carichi
viaggianti è illustrato nel flow-chart qui a fianco:
Le sollecitazioni e le deformazioni
“statiche” prodotte in un ponte, sono
incrementate e decrementate dall’effetto
dei carichi viaggianti. Parallelamente
assumono rilevanza le associate
accelerazioni verticali indotte negli
impalcati dei ponti ferroviari)
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34
Effetti Dinamici
:
EFFETTI DINAMICI (flow-chart 1/2)
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35
Parameri dinamici per travi semplicemente appoggiate:
EFFETTI DINAMICI puntualizzazioni
2
p
m
GJ2
LnTT
TorsioneFlessione
GJp
= la rigidezza torsionale della
sezione trasversale,
m = la massa per unità di lunghezza
media del ponte
r = il raggio giratorio d’inerzia
0
17.75
On
Dove:
0
è la freccia statica [mm] a metà
campata dovuta a p = (peso proprio
e carichi permanenti portati )
Dove:
EJO
384
L p 5 4
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36
EFFETTI DINAMICI (flow-chart 2/2)
Effetti Dinamici :
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NORMATIVA TECNICA – Incrementi Dinamici
I coefficienti 2
e 3
tengono in conto delle amplificazioni dinamiche
delle tensioni e degli effetti di vibrazione nelle strutture associate al
transito dei modelli di carico ferroviari, mentre non tengono conto degli
effetti di risonanza. Gli incrementi dinamici che amplificano i carichi
statici dei modelli LM71 e SW0 e SW2 sono i seguenti:
Per ballast con elevato standard manutentivo:
82020
441
Φ
2 ,,L
,Φ
con 1,00
2 1,67
Per ballast con standard manutentivo ordinario (ipotesi di default):
73020
162
Φ
3 ,,L
,Φ
con 1,00
3 2,00
L= lunghezza caratteristica [m]
Coeff. di amplificazione dinamica per modelli LM71 e SW: (2, 3)
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NORMATIVA TECNICA – Incrementi Dinamici
I coefficienti 2 e 3 tengono in conto delle amplificazioni dinamiche
delle tensioni e degli effetti di vibrazione nelle strutture associate al
transito dei modelli di carico ferroviari, mentre non tengono conto degli
effetti di risonanza. Gli incrementi dinamici che amplificano i carichi
statici dei modelli LM71 e SW0 e SW2 sono i seguenti:
Per ballast con elevato standard manutentivo:
82020
441
Φ
2 ,,L
,Φ
con 1,00 2 1,67
Per ballast con standard manutentivo ordinario (ipotesi di default):
73020
162
Φ
3 ,,L
,Φ
con 1,00 3 2,00L= lunghezza caratteristica [m]
Coeff. di amplificazione dinamica per modelli LM71 e SW: (2,
3)
Coefficiente di incremento dinamico per i treni teorici (LM71-SW0/2)
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
2,20
0 10 20 30 40 50 60 70 80
Lf [m]
2
3
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NORMATIVA TECNICA – Carichi dinamizzati
Coeff. di amplificazione dinamica per modelli LM71 e SW: (2,
3)
EQUIVALENTI FLETTENTI DINAMIZZATI
0
200
400
600
800
1000
1200
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
L [m]
Eq
uiv
aln
eti
fle
tten
ti d
ina
miz
za
ti [
kN
/m]
f3·MAX(M.L.S)
Tren.A · j
3*Max(LM71/
SW)
3* TR.-A
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40
NORMATIVA TECNICA – Azioni da traffico
Modelli di “treni reali”
Ci sono diversi modelli di “ treni reali”, differenziati per le
diverse analisi previste: (per analisi dinamiche – all. 1.1; per
analisi a fatica – all. 1.2; per linee ad A.V./A.C. – all. 1.3).
Tutti questi modelli sono rappresentati da una sequenza di
assi viaggianti come quello qui rappresentato.
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Per tener conto dell’amplificazione dinamica dei treni reali in funzione
della velocità v [km/h] si moltiplicano le azioni statiche per:
(1 + ) = (1 + ' + '') per binari con standard manutentivo ordinario
Dove:41
'KK
K
Dipende dalle caratteristiche dinamiche
del ponte (massa, smorzamento, frequenza propria) e
del veicolo (numero di assi, interasse, carico assiale)
22
20010 180
50e56100
LL
enLfa
Dipende dalla irregolarità del
binario e delle imperfezioni del
veicolo (rodiggi, sospensioni, etc.)
(1 + ) =(1 + ' + 0,5 '') per binari con elevato standard
manutentivo
NORMATIVA TECNICA – Incrementi Dinamici
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42
02 nL
vK
Nelle quali : v = velocità del veicolo [m/s]
no = 1° frequenza propria flessionale [Hz]
a coefficiente legato alla velocità
41'
KK
K
Nelle formule precedenti:
22
20010 180
50e56100
LL
enLfa
Le grandezze espresse hanno le seguenti formulazioni:
Lf = lunghezza caratteristica [m]
22
va se smv /22
1a se smv /22
NORMATIVA TECNICA – Incrementi Dinamici (per treni reali)
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43
1
2
3
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Lunghezza caratteristca [m]
Coefficienti incremento dinamico per treni reali V=300 km/h
1+'+''
1+'+1/2'')
NORMATIVA TECNICA – Incrementi Dinamici (per treni reali)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
44
VERIFICHE DINAMICHE:
Si effettuano analisi dinamiche a carichi viaggianti (per ciascun modello di
“treno reale”) – secondo l’ALL. 2 della norma (ex ALL. B) - considerando
velocità variabili dalla minima V 20 Km/h (velocità quasi statica) alla
massima prevedibile per il ponte Vmax
=1,2*Vo
(ove Vo
è la massima velocità
di progetto della linea).
Si calcolano e graficizzano le seguenti grandezze:
1) Il rapporto così definito:
ove: din
(V) e stat
rappresentano, rispettivamente la freccia massima del ponte alla
generica velocità V di transito e la freccia massima in condizioni quasi statiche.
2) L’accelerazione verticale massima AVmax
dell’impalcato alla generica
velocità V.
stat
dinfale
VV
)(' ,Re
NORMATIVA TECNICA – Verifiche Dinamiche
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
45
VERIFICHE DINAMICHE:
Il valore di incremento dinamico
Viene utilizzato per amplificare l’effetto prodotto dal modello di treno
reale (HSLM, o RT) e dovrà risultare che:
Il valore massimo dell’accelerazione verticale AVmax di tale parametro
dovrà rispettare i seguenti limiti:
Avmax 3,5 m/sec2 nel campo di frequenze tra 0 e 30 Hz
''');'1(' max,ReRe alealeMax
2/
0/""71)'''( *
,ReSW
SWLM
RT
or
HSLM
fale
aa
NORMATIVA TECNICA – Verifiche Dinamiche
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
46
INTERAZIONE DINAMICA - Treno-Binario-Struttura (T-B-S)
In base alle S.T.I. per linee “Interoperabili” devono effettuarsi verifiche
dinamiche per valutare il rischio di risonanza o di eccessive vibrazioni con
riferimento ai T.D.U. (H.S.L.M.) così indicati:
Treno Dinamico
Universale (TDU)
Numero di carrozze
intermedie N
Lunghezza
Carrozza D [m]
Interasse ruote
d [m]
Forza assiale
P [kN]
A1 18 18 2,0 170
A2 17 19 3,5 200
A3 16 20 2,0 180
A4 15 21 3,0 190
A5 14 22 2,0 170
A6 13 23 2,0 180
A7 13 24 2,0 190
A8 12 25 2,5 190
A9 11 26 2,0 210
A10 11 27 2,0 210
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
47
Nelle verifiche dinamiche per valutare il rischio di risonanza o di eccessive vibrazioni
con riferimento ai T.D.U. (H.S.L.M.) devono individuarsi le seguenti grandezze:
INTERAZIONE DINAMICA - Treno-Binario-Struttura (T-B-S)
ACCELERAZIONE IN MEZZERIA [m/s2]
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
1
0 50 100 150 200 250 300 350
Velocità (km/h)
Accele
razio
ne in
mezzeria
(m
/s2)
A1
A3
A2
A4
A5
A6
A7
A8
A9
A10
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
48
COEFFICIENTE DI AMPLIFICAZIONE DINAMICA T.D.U.
0,95
1,05
1,15
1,25
1,35
1,45
1,55
1,65
1,75
1,85
0 50 100 150 200 250 300 350
Velocità (km/h)
Co
eff
. a
mp
l. d
ina
mic
a
A1
A3
A2
A4
A5
A6
A7
A8
A9
A10
INTERAZIONE DINAMICA - Treno-Binario-Struttura (T-B-S)
Nelle verifiche dinamiche per valutare il rischio di risonanza o di eccessive vibrazioni
con riferimento ai T.D.U. (H.S.L.M.) devono individuarsi le seguenti grandezze:
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
49
Nelle verifiche dinamiche per valutare il rischio di risonanza o di eccessivevibrazioni con riferimento ai T.D.U. (H.S.L.M.) devono individuarsi le seguentigrandezze:
INTERAZIONE DINAMICA - Treno-Binario-Struttura (T-B-S)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
50
Le limitazioni indicate per gli effetti dinamici nel punto 1.4.2.6 sono valide
per velocità dei treni reali non superiori a 350 Km/h (punto 1.4.2.3. della
norma).
Per tipologie non convenzionali (difformi da quelle in uso in ambito Rete
Ferroviaria Italiana, etc.), il Gestore dell’Infrastruttura potrà richiedere una
analisi completa di percorribilità ferroviaria per verificare la sicurezza di
marcia dei treni e il comfort dei passeggeri.
Questa è una analisi dinamica non lineare che
considera tutte le caratteristiche dinamiche del
ponte, dell’armamento e del treno (masse,
rigidezze e smorzamenti dei sistemi di
sospensione primaria e secondaria). I parametri
da controllare sono sempre Avmax
; Reale
.
INTERAZIONE DINAMICA - Treno-Binario-Struttura (T-B-S)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
51
Le azioni di frenatura e avviamento agiscono sulla sommità della
rotaia nella direzione longitudinale del binario. Esse devono essere
considerate uniformemente distribuite sulla lunghezza di influenza La,b
dell’elemento strutturale considerato. La direzione delle azioni deve
tenere conto delle possibili direzioni di marcia dei convogli.
NORMATIVA TECNICA – Azioni Frenatura - Avviamento
I valori caratteristici delle forze di avviamento Ql,ak
e frenatura Ql,bk
è pari a:
Le azioni di frenatura e avviamento non devono essere moltiplicati per il
coefficiente di amplificazione dinamica, mentre devono essere
moltiplicati per il coefficiente a (novità introdotta 2009).
Forza di avviamento: Ql,ak = 33 [kN/m] x La [m] 1000 [kN] (per LM71, SW0, SW2)
Forza di frenatura: Ql,bk = 20 [kN/m] x Lb [m] 6000 [kN] (per LM71, SW0)
Ql,bk = 35 x Lb [kN] (per SW2)
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
52
INTERAZIONE STATICA Treno – Binario – Struttura
Fenomeno di interazione fra sottosistemi dovuto a:
- DT (variazioni termiche rotaia e nella struttura).
– Azioni longitudinali (frenatura ed avviamento).
– Spostamenti longitudinali dovuti ai carichi verticali.
• Per viadotti con travi semplicemente appoggiate che rispettano alcuni
limiti dimensionali delle campate e di rigidezza del sottosistema
strutturale, può essere adottato un metodo semplificato (Allegato B
della norma).
– Il metodo semplificato fornisce direttamente i valori degli effetti
prodotti dall’interazione statica sugli elementi strutturali interessati,
avendo «implicitamente» la sicurezza e l’affidabilità del sistema.
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
Per tutti gli altri casi in cui non è applicabile l’analisi semplificata è
necessario effettuare delle specifiche analisi strutturali (analisi non lineari per
la presenza del ballast) per verificare la sicurezza del sistema e valutare gli
effetti di interazione.
53
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
54
Interazione fra i due sottosistemi dovuta a:
Azioni dirette :
– Azioni longitudinali (frenatura e avviamento).
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
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(*)±15°C c.a./c.a.p.; ±20°C Mix Acc/Cls; ± 25°C Acc
55
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
Interazione fra i due sottosistemi dovuta a:
Azioni indirette :
- DT (variazioni termiche nella rotaia) [-10°C ÷ + 60°C];
- DT (variazioni termiche nella struttura) (*);
- Ritiro e viscosità nelle strutture in c.a. e c.a.p.
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
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Interazione fra i due sottosistemi dovuta a:
Azioni dirette :
– Spostamenti longitudinali dovuti ai carichi verticali.
56
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
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57
Interazione fra i due sottosistemi dovuta a:
Azioni dirette :
– Spostamenti longitudinali dovuti ai carichi verticali.
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
58
Le analisi di interazione devono verificare i seguenti limiti :
Tensione nella rotaia Dsmax 60 Mpa (compressione)
Dsmax 70 Mpa (trazione)
Spostamento relativo rel tra l’impalcato del ponte e la superficie
superiore del rilevato di approccio e la rotaia
rel 5 mm
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
59
Se necessario, si dovranno introdurre
Apparecchi di dilatazione della rotaia
NORMATIVA TECNICA – Interazione Statica (T-B-S)
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60
FORZA CENTRIFUGA
Nei ponti ferroviari al di sopra dei quali il binario presenta un tracciato in
curva deve essere considerata la forza centrifuga agente su tutta
l’estensione del tratto in curva.
NORMATIVA TECNICA – Forza Centrifuga
La forza centrifuga siconsidera agente versol’esterno della curva, indirezione orizzontale edapplicata alla quota di 1,80m al di sopra del P.F..
h =1.80 m
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61
FORZA CENTRIFUGA
Il valore caratteristico dell’azione è definito in accordo con la
seguente equazione:
)(127
)(22
vkvktk Qfr
VQf
rg
vQ
NORMATIVA TECNICA – Forza Centrifuga
dove:
Qtk- qtk = valore caratteristico della forza centrifuga [kN - kN/m];
Qvk- qvk = valore caratteristico dei carichi verticali [kN - kN/m];
v = velocità di progetto espressa in m/s;
f = fattore di riduzione (definito in seguito);
g = accelerazione di gravità in m/s2;
r = raggio di curvatura del binario in m.
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
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62
Coefficiente “f”
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
0 20 40 60 80 100 120 140
f
Lf
V=120
V=160
V=200
V=250
V=300
NORMATIVA TECNICA – Forza Centrifuga
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
63
NORMATIVA TECNICA – Forza Centrifuga
Per i modelli di carico LM71 e SW/0 l’azione centrifuga si dovrà determinare
partendo dall’espressione generale Qtk
= V2
(f x α x Qvk
) / (127 x r) i valori
di V,α, e f in base alla tabella:
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
64
NORMATIVA TECNICA – Serpeggio
La forza laterale indotta dal serpeggio si considera come una forza
concentrata agente orizzontalmente, applicata alla sommità della rotaia
più alta, perpendicolarmente all’asse del binario. Tale azione si
applicherà sia in rettifilo che in curva.
Il valore caratteristico di tale forza sarà assunto pari a Qsk=100 kN.
Tale valore deve essere moltiplicato per a (se a>1), ma non per il
coefficiente f.
Questa forza laterale deve essere sempre combinata con i carichi
verticali.
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
65
Le azioni aerodinamiche indotte dal
passaggio dei convogli ferroviari devono
essere considerate nel progetto delle
strutture adiacenti i binari.
Il passaggio dei convogli ferroviari
induce sulle strutture adiacenti il binario
un’onda di pressione e depressione che
viaggia alla stessa velocità del
convoglio. L’entità di questa azione
dipende principalmente da:
L’aerodinamca del convoglio;
La forma della struttura;
La posizione della struttura, in
particolare la distanza ag;
Il quadrato della velocità del treno.
NORMATIVA TECNICA – Effetti Aerodinamici
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
66
Aggiornamento Normativo per B.A.R.
La somma delle pressioni delle azioni precedenti non potrà
essere assunta di valore inferiore ai seguenti valori:
1. Per linee con velocità massima V 160 km/h;
sia per le verifiche statiche che per quelle di deformabilità si
dovrà assumere una azione il cui valore minimo deve essere:
ptot=pvento+paerod.= 1,5 kN/m2
2. Per linee con velocità massima 160 < V < 200 km/h;
per le verifiche statiche si dovrà assumere il valore minimo
ptot-sta=pvento+paerod.= 1,5 kN/m2
per quelle di deformabilità si dovrà assumere il valore minimo
ptot-def=pvento+paerod.= 2,5 kN/m2
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
67
3. Per linee con velocità massima V 200 km/h;
sia per le verifiche statiche che per quelle di deformabilità si
dovrà assumere il valore minimo:
ptot= pvento+paerod.= 2,5 kN/m2
Aggiornamento Normativo per B.A.R.
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
68
INTERAZIONE DINAMICA
Per le sole linee A.V.\A.C. con velocità V 200 km/h occorre
verificare che non si instaurino condizioni di risonanza delle
barriere A.R., sottoposte ad una azione dinamica rappresentata
dalla T.H. indicata nel successivo grafico.
Il diagramma è normalizzato; il valore di picco deve essere
determinato in base al punto 1.4.6. dell’istruzione I/SC/PS-
OM/2298 del 2.6.95, aggiornata il 13/01/97.
Le ascisse devono essere calibrate in funzione della
velocità di transito del treno.
Aggiornamento Normativo per B.A.R.
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
69
T.H. (PRESSIONE AERODINAMICA NORMALIZZATA) per V = 300 km/h
-1,0
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
0 1 2 3
tempo [sec]
Pre
ssio
ne [
kN
/mq
]
14.2
0135.019.6*
Vtctt
Per velocità diverse da 300 km/h si deve
modificare la scala dei tempi con la
formula:
con V [km/h]
Aggiornamento Normativo per B.A.R.
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
70
Dall’esame delle risposte dinamiche delle barriere occorrerà effettuare le verifiche
a fatica (verificando sempre il restare sotto il limite di fatica).
-8
-6
-4
-2
0
2
4
6
8
0 1 2 3 4 5 6 7 8
Sp
osta
men
ti [m
m]
Tempo [s]
T.H. freccia in sommità [V=300 km/h; h=5.0 m]
Le analisi dinamiche dovranno essere eseguite con velocità variabile da 200
km/h a V=Vmax (con incrementi di 10 km/h).
Aggiornamento Normativo per B.A.R.
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71
Per tutte le tipologie di barriere occorrerà effettuare le verifiche a
fatica dei montanti, dei pannelli e dei relativi collegamenti
(bullonature, saldature e rivettature) considerando le azioni
derivanti dalle pressioni aerodinamiche associate al transito dei
convogli ferroviari di cui al punto 1.4.6. dell’istruzione I/SC/PS-
OM/2298 del 2.6.95, aggiornata il 13/01/97, verificando che i Ds
siano inferiori al DsD di riferimento diviso per il coefficiente di
sicurezza m=1.25. Analogo discorso per le sollecitazioni di taglio.
Per le linee A.V.\A.C. il controllo verrà eseguito con i valori di Ds
risultanti dall’analisi dinamica se superiori a quelli della citata
istruzione, verificando che gli stessi siano inferiori al DsD di
riferimento diviso per il coefficiente di sicurezza m
Aggiornamento Normativo per B.A.R.
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
72
tNm cosDs
25.1
DsD= Valore
ammissibile a fatica
PARTICOLARI PER LE VERIFICHE A FATICA
FINE COSTOLA
ATTACCO DEL MONTANTE
ALLA PIASTRA DI BASE
CNR UNI 10011
EC3 (se la saldatura è rastremata e raccordata)
CNR UNI 10011
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
73
VERIFICHE DEI PANNELLI
Non sempre è possibile ricorrere a schemi
semplificati di calcolo
E’ possibile ricorrere a modellazioni agli E.F.
L’elemento di pannello fonoassorbente deve essere verificato
a resistenza e a fatica, sottoposto ad una azione flessionale
(la stessa ricavata precedentemente) e ad una azione
torsionale dovuta alla controfase fra i montanti consecutivi
sottoposti alla deformazione massima indotta dall’azione
aerodinamica dinamizzata.
In mancanza di curve SN specifiche del pannello ed i
suoi attacchi, la verifica potrà essere sostituita da una
doppia prova a fatica.
Prova flessionale: 2.000.000 di cicli con carico 0250 kg/m2
Prova torsionale: 2.000.000 di cicli controfase ±1/150H
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
74
Le strutture ferroviarie devono essere
progettate in modo che in caso di
deragliamento, il danno risultante
sul ponte (in particolare in termini di
collasso o di perdita di stabilità) sia
limitato al minimo.
Le azioni da considerare per
simulare l’evento «accidentale» del
deragliamento sono rappresentato
nelle seguenti due figure:
NORMATIVA TECNICA – Azioni Accidentale: Deragliamento
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
75
All’occorrenza di un deragliamento per la collisione con un veicolo, in mancanza di
specifiche analisi di rischio, possono assumersi le seguenti azioni statiche equivalenti,
in funzione della distanza d degli elementi esposti dall’asse del binario:
per d ≤ 5 m:
- 4000 kN in direzione parallela alla direzione di marcia dei convogli ferroviari;
- 1500 kN in direzione perpendicolare alla direzione di marcia dei convogli ferroviari;
NORMATIVA TECNICA – Azioni Accidentale: Urto da treno
per 5 m < d ≤ 15 m:
- 2000 kN in direzione parallela alla direzione di
marcia dei convogli ferroviari;
- 750 kN in direzione perpendicolare alla direzione di
marcia dei convogli ferroviari;
per d > 15 m pari a zero.
Queste forze dovranno essere applicate a 1,80 m dal
piano del ferro e non dovranno essere considerate
agenti simultaneamente
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
76
L’ITALIA E’ UNA REGIONE SISMICA
C’era una normativa nazionale D.M. 16.1.1996
aggiornato dal D.M. 14.1.2008 con l’introduzione
degli Eurocodici
NORMATIVA TECNICA – Azioni Sismiche
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
77
CLASSIFICAZIONE 2003 CLASSIFICAZIONE 2008La storia
77
NORMATIVA TECNICA – Azioni sismiche
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
78
In internet c’è un sito (http://esse1.mi.ingv.it/)
Con tutti I parametri per
la definizione delle azioni
sismiche secondo
normativa su un reticolo
di maglia (5 km x 5 km).
Nuove azioni sismiche
NORMATIVA TECNICA – Azioni sismiche
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
79
Per ciascun punto della maglia è definita
l’accelerazione di picco al suolo (ag) e/o
lo spettro di risposta elastico in
accelerazione,
L’azione sismica di riferimento per I
diversi stati limite di progetto è associata
ad una predeterminata probabilità di
superamento Pc, in un determinato
periodo di ritorno Tr
Nuove azioni sismiche
NORMATIVA TECNICA – Azioni sismiche
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
80
n
j
jkoikQkPkiGid QQPGF2
1 )(
STATI LIMITE
STATI LIMITE DI SERVIZIO (SLE):
- Stato tensionale;
- Deformazioni e vibrazioni;
- Fessurazione (per opere in c.a., c.a.p. e a struttura mista);
- Scorrimento dei giunti (per opere in acciaio con unioni bullonate e chiodate).
STATI LIMITE ULTIMI (SLU) F d R
ddove:
NORMATIVA TECNICA – Criteri di verifica
n
j
jkoikkd QQPGGF2
121
N.B. (Le T.A. Sono state abolite)
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
81
COMBINAZIONE AZIONI
I GRUPPI DI CARICO DA TRAFFICO FERROVIARIO
NORMATIVA TECNICA – Criteri di verifica
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
82
STATI LIMITE PER OPERE FERROVIARIE
STATI LIMITE DI SERVIZIO (SLE):
Stati limite relativi alla sicurezza di marcia:
Accelerazione verticale dell’impalcato;
Controllo dello sghembo
Rotazioni verticali alle estremità dell’impalcato
Inflessione dell’impalcato sul piano orizzontale
Stati limite relativi al comfort del passeggero:
Controllo del rapporto freccia/luce in funzione del tipo di struttura e della
velocità della linea.
NORMATIVA TECNICA – Criteri di verifica S.L.E.
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
83
STATO LIMITE PER LA SICUREZZA DELLA
CIRCOLAZIONE FERROVIARIA
1) Rotazione dell’impalcato
q1; q3 ≤ 6.510-3 [rad] all’estremità campata
q2 ≤ 1010-3 [rad] relativa appoggio intermedio
Spostamento orizzontale sul P.d.R.
H q ≤ 8 mm
(H = distanza fra P.R. e assi di rotazione appoggi)
2) Deformazioni torsionali dell’impalcato
Sghembo “t” ≤ 3mm /3m per 120 < V ≤ 220
km/h
Rotazioni travi impalcato
NORMATIVA TECNICA – Criteri di verifica S.L.E.requisiti concernenti deformazioni e vibrazioni
Sghembo
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
84
STATO LIMITE PER LA SICUREZZA DELLA CIRCOLAZIONE FERROVIARIA
3) Accelerazioni verticale dell’impalcato: Avmax ≤ 3.5 m/s2
Questa verifica è necessaria soltanto per velocità di esercizio superiore a 200 km/h o quando la
frequenza propria dell’impalcato non ricade nel “fuso” indicato dalla norma.
4) Deformazione dell’impalcato sul piano orizzontale
Considerando la presenza del treno di carico LM71 e SW/0, incrementato con il corrispondente
coefficiente dinamico e con il coefficiente a, l’azione del vento, la forza laterale (serpeggio), la forza
centrifuga e gli effetti della variazione di temperatura lineare fra i due lati dell’impalcato, l’inflessione
nel piano orizzontale dell’impalcato non deve produrre deformazioni compatibili con questi limiti:
NORMATIVA TECNICA – Criteri di verifica S.L.E.requisiti concernenti deformazioni e vibrazioni
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
85
STATO LIMITE PER IL CONFORT DEL PASSEGGERO
NORMATIVA TECNICA – Criteri di verifica S.L.E.requisiti concernenti deformazioni e vibrazioni
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
86
REQUISITI CONCERNENTI I CEDIMENTI DI FONDAZIONE
NORMATIVA TECNICA – Criteri di verifica S.L.E.requisiti concernenti le fondazioni
Nell’analisi di deformabilità verticale delle fondazioni, i cedimenti differenziali ““
fra fondazioni adiacenti, calcolati considerando agenti tutte le azioni permanenti
con il loro valore caratteristico, dovranno rispettare i seguenti limiti:
per travi appoggiate;
per travi continue;
1000
Lmed
3000
Lmed
Dove:
Lmed = luce media delle campate afferenti
sulla fondazione in esame.
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
87
Per trattare i principali aspetti progettuali faremo riferimento ad alcune
immagini di un’altra opera della tratta A.V.-A.C. Mi-Bo: il viadotto Modena
767 campate isostatiche da 31.5 m
9 impalcati continui 136 m ciascuno, tre luci 40 - 56 - 40 m.
ASPETTI PROGETTUALI: REQUISITI GENERALI
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CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
88
1
32
ANALISI STRUTTURALI – Modellazione
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
89
ANALISI STRUTTURALI – ANALISI PARTICOLARI : 1
COMPORTAMENTO GLOBALE DEL CASSONE
Bmin
INSTABILITA’ della SEZIONE APERTA
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
90
sx
sysz
z: Longitudinale
x: Trasversale
y: Verticale
ANALISI STRUTTURALI : ANALISI PARTICOLARI : 2
EFFETTI DELLA PRECOMPRESSIONE IN
TESTATA
1.0÷1.6 m
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
91
Azione di
SVIO
Fase costruttiva :Varo Concio
ANALISI STRUTTURALI – Azioni Acc.li e Fasi costruttive
U.O. AREA GESTIONE COMMESSE
CENTRO - SUD GRANDI APPALTI
92
PULVINO IPER
FUSTI PILE CAVE
+15°C
-15°C
0°C
- 5°C
100 cm
0°C
PULVINO ISO
ANALISI STRUTTURALI – Modellazione Pile e Pulvini
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ASPETTI PROGETTUALI: ULTERIORI REQUISITI TECNICI
In tutte le zone d’Italia, ad eccezione della Sardegna, i ponti e
viadotti ferroviari devono essere progettati considerando le
condizioni sismiche (almeno la III categoria sismica). Tale
richiesta è formulata per l’attenzione ai dettagli costruttivi
richiesti nella normativa sismica.
In generale, l’organizzazione strutturale dei ponti e viadotti deve
essere tale da consentire l’adozione della L.R.S.; ciò implica
l’adozione generale di viadotti a travi isostatiche di luce
ottimale. In tutta la rete A.V. solo nell’attraversamento del PO a
Piacenza si è resa necessaria l’introduzione di apparecchi di
dilatazione della rotaia.
In caso di terreni di fondazione compressibili o in prossimità dei
fiumi è generalmente richiesta l’adozione di uno schema statico
di travi semplicemente appoggiate per minimizzare gli effetti
sull’esercizio ferroviario dovuti ad eventuali cedimenti fondali.
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ASPETTI PROGETTUALI: REQUISITI DI DURABILITA’
Tutte le infrastrutture ferroviarie sulle linee esistenti sono fatte
oggetto di ispezioni periodiche in base alle quali sono stati
individuati i più comuni difetti di ponti e viadotti ferroviari. Tali
studi hanno condotto all’introduzione di nuove e più dettagliate
prescizioni progettuali nelle normative ferroviarie, al fine di
massimizzare la garanzia di un adeguato comportamento nel
tempo.
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• ACCESSIBILITA’ E ISPEZIONABILITA’Nella concezione strutturale dell’opera d’arte deve essere assicurato un agevole
e frequente accesso dagli impalcati alle pile per la manutenzione degli appoggi,
coprigiunti e ritegni sismici elementi con vita utile minore di quella
dell’infrastruttura.
min 160-180 cm Altezza minima delle travi a cassone
Distanza minima fra intradosso
impalcato e piano del pulvinomin 40 cm
La sostituzione degli apparecchi d’appoggio deve essere garantita con la
minore interferenza possibile con l’esercizio ferroviario.
ASPETTI PROGETTUALI: REQUISITI DI DURABILITA’
Distanza minima fra le estremità
delle travi
min 60 cm
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• DRENAGGIO E IMPERMEABILIZZAZIONE
VIADOTTI MODENA E PIACENZA: SISTEMA DI DRENAGGIO
- IDONEO SPESSORE DI STRATO
IMPERMEABILE
- DISPOSITIVI DEL SISTEM DI
DRENAGGIO
Le solette d’impalcato devono essere provviste di idonei sistemi di
impermeabilizzazione, raccolta e smaltimento delle acque; l’affidabilità del
sistema di drenaggio deve essere attentamente verificata sia in fase
progettuale che durante la realizzazione:
ASPETTI PROGETTUALI: REQUISITI DI DURABILITA’
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- Impiego di cavi isolati
elettricamente
DURABILITA’ DEL SISTEMA DI PRECOMPRESSIONE INIEZIONE
DELLE GUAINE:
- Guaine in HDPE (FIB 2000)
- L’iniezione delle guaine degli impalcati n c.a.p. è sempre prevista con la
tecnologia del sottovuoto (pressione durante l’iniezione 0.2 bar).
Per l’introduzione delle guaine in HDPE nell’ambito degli impalcati ferroviari è stata
condotta una prova in situ per la di qualifica del sistema di precompressione.
ASPETTI PROGETTUALI: REQUISITI DI DURABILITA’
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ASPETTI NOMATIVI E PROGETTUALI: CONCLUSIONI
In questo intervento sono stati evidenziati i principali aspetti normativi
che regolamentano la progettazione strutturale dei ponti e viadotti
ferroviari, illustrando le azioni elementari, le relative combinazioni ed i
criteri di verifica, con particolare riferimento a specifiche tematiche
ferroviarie (Interazione statica e dinamica T–B–S).
Successivamente sono stati richiamati i più importanti requisiti tecnici
richiesti a livello progettuale e realizzativo, tutti finalizzati a
massimizzare l’affidabilità dell’infrastruttura ferroviaria nel tempo e che,
in casi particolari prevedono attività di sperimentazione preventiva in
situ per la qualifica di sistemi e/o processi costruttivi. I requisiti tecnici
richiesti discendono dall’esperienza ferroviaria sviluppatasi in più di
cento anni di gestione dell’infrastruttura e ne rappresentano il
patrimonio conoscitivo maturato.
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE