La preparazione del margine cavitario in restauri diretti di denti anteriori: aspetti teorici

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CONSERVATIVA La preparazione del margine cavitario in restauri diretti di denti anteriori: aspetti teorici The cavity margin preparation in the anterior teeth direct composites: theoretic approach E. Pelino, S. Jabali, C. Genovesi, O. Falivene, S. Eramo* Universit a degli Studi di Perugia, Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Insegnamento di Odontoiatria Conservativa Ricevuto il 13 febbraio 2012 Accettato il 26 luglio 2012 Disponibile online *Autore di riferimento: Stefano Eramo [email protected] Riassunto Obiettivi. Nella preparazione cavitaria per un restauro estetico diretto di Classe IV, il bordo smalteo pu o essere lasciato a taglio netto (butt-joint) oppure modificato con un bisello o con un chamfer per aumentare l’area di adesione. Poich e tale aumento non e mai stato dimostrato n e quantificato, scopo del presente contributo e quello di calcolare teoricamente le diffe- renze nell’area smaltea destinata all’adesione ottenuta con la preparazione a butt-joint, a bisello a 45 e a chamfer di 1 / 4 di sfera dello stesso margine cavitario; ci o al fine di permettere all’operatore di comparare il vantaggio conseguibile nell’adesione utilizzando l’una o l’altra preparazione. Viene inoltre esaminata la difficolt a nell’utilizzo dei valori dell’angolo cavo super- ficiale (Cavosurfacial Angle, CSA) a tale riguardo. Materiali e metodi. Essendo noti lo spessore dello smalto e l’estensione lineare del margine cavitario, vengono calcolate e confrontate percentual- mente le aree di smalto disponibili per l’adesione a seguito dei tre tipi di preparazione. Successivamente si calcola quanto la variazione dei suddetti dati influisca percentualmente sulle aree disponibili. Risultati e discussione. Ponendo lo spessore smalteo a 1 mm e l’esten- sione lineare del margine cavitario a 10 mm, risulta che l’area di smalto disponibile aumenta del 41% con il bisello a 45 e del 57% con il chamfer di 1 / 4 di sfera rispetto al butt-joint. La trasformazione del bisello a 45 in chamfer di 1 / 4 di sfera porta a un aumento relativo dell’11,03%. N e la variazione dell’estensione lineare del margine n e la variazione (con impor- tanti limitazioni cliniche) dello spessore dello smalto, mantenendo il taglio del bisello a 45 , influenzano i suddetti risultati percentuali. Conclusioni. L’angolo smalteo di una cavit a non appare correttamente definito dal CSA, che si riferisce anche alle pareti dentinali: si propone, quindi, di considerare il solo angolo di smalto residuo (Enamels Residual Angle, ERA), che sar a di 90 nel butt-joint e di pendenze minori nei biselli con interessamenti progressivamente maggiori della superficie smaltea. Abstract Objectives. In the cavity preparation for direct aesthetic restoration of Class IV, the edge of enamel may be left to butt-joint or modified with a bevel or a chamfer to increase the adhesion area. Since this increase has never been demonstrated and quantified, the purpose of this paper is to theoretically calculate the differences in the enamel area intended for adhesion obtained by preparing a butt-joint, a 45 bevel and a 1/4 ball chamfer of the same cavity margin, in order to enable the operator to compare the advantage obtainable in the adhesion by using one or the other of the preparations. The difficulty of using the values of the Cavosurfacial Angle (CSA) in this respect is also identified. Materials and methods. Being known the thickness of the enamel and the linear extension of the cavity margin, we calculate and compare percentage areas of enamel available for adhesion as a result of the three types of preparation. Then we calculate as the variation of the above data influence the percentage of available areas. Results and discussion. By setting the thickness of enamel to 1 mm and the linear extension of 10 mm we obtain that the bevel at 45 increases the area of enamel available by 41% and the chamfer of 1/4 of a sphere of 57% compared to butt-joint. The transformation of the bevel at 45 in a chamfer of 1/4 of a sphere leads to a relative increase of 11.03%. Both the change in linear extension of the margin, and the variation (with important clinical limitations) of the thickness of the enamel while maintaining the cutting of the bevel at 45 not involve influences on the above percentages results. Conclusions. The angle of enamel cavity is not properly defined by the CSA, which also refers to the dentinal walls: we propose to refer only to the angle of residual enamel (Enamels Residual Angle, ERA) which will be 90 in butt-joint and lower inclination in the bevels with progressively higher cut of the enamel surface. The increase of the enamel area available for the adhesion with the use of bevel or chamfer with respect to the butt-joint can 0011-8524/5 - see front matter Ó 201 Elsevier Srl. Tutti i dir tti riservati. http://dx.doi.org/10.1016/j.cadmos.2012.07.004 articolo originale 5 novembre 2012 i 3 | DENTAL CADMOS | 1/2013 36

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CONSERVATIVA

La preparazione del margine cavitarioin restauri diretti di denti anteriori:aspetti teoriciThe cavity margin preparation in the anterior teethdirect composites: theoretic approach

E. Pelino, S. Jabali, C. Genovesi, O. Falivene, S. Eramo*

Universit�a degli Studi di Perugia, Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria,Insegnamento di Odontoiatria Conservativa

Ricevuto il13 febbraio 2012

Accettato il26 luglio 2012

Disponibile online

*Autore di riferimento:Stefano Eramo

[email protected]

Riassunto

Obiettivi. Nella preparazione cavitaria per un restauro estetico diretto di

Classe IV, il bordo smalteo pu�o essere lasciato a taglio netto (butt-joint)

oppure modificato con un bisello o con un chamfer per aumentare l’area di

adesione. Poich�e tale aumento non �e mai stato dimostrato n�e quantificato,

scopo del presente contributo �e quello di calcolare teoricamente le diffe-

renze nell’area smaltea destinata all’adesione ottenuta con la preparazione

a butt-joint, a bisello a 45� e a chamfer di 1/4 di sfera dello stesso marginecavitario; ci�o al fine di permettere all’operatore di comparare il vantaggio

conseguibile nell’adesione utilizzando l’una o l’altra preparazione. Viene

inoltre esaminata la difficolt�a nell’utilizzo dei valori dell’angolo cavo super-

ficiale (Cavosurfacial Angle, CSA) a tale riguardo.

Materiali e metodi. Essendo noti lo spessore dello smalto e l’estensione

lineare del margine cavitario, vengono calcolate e confrontate percentual-

mente le aree di smalto disponibili per l’adesione a seguito dei tre tipi di

preparazione. Successivamente si calcola quanto la variazione dei suddetti

dati influisca percentualmente sulle aree disponibili.

Risultati e discussione. Ponendo lo spessore smalteo a 1 mm e l’esten-

sione lineare del margine cavitario a 10 mm, risulta che l’area di smalto

disponibile aumenta del 41% con il bisello a 45� e del 57% con il chamfer

di 1/4 di sfera rispetto al butt-joint. La trasformazione del bisello a 45� in

chamfer di 1/4 di sfera porta a un aumento relativo dell’11,03%. N�e la

variazione dell’estensione lineare del margine n�e la variazione (con impor-

tanti limitazioni cliniche) dello spessore dello smalto, mantenendo il taglio

del bisello a 45�, influenzano i suddetti risultati percentuali.Conclusioni. L’angolo smalteo di una cavit�a non appare correttamente

definito dal CSA, che si riferisce anche alle pareti dentinali: si propone,

quindi, di considerare il solo angolo di smalto residuo (Enamel’s Residual

Angle, ERA), che sar�a di 90� nel butt-joint e di pendenze minori nei bisellicon interessamenti progressivamente maggiori della superficie smaltea.

Abstract

Objectives. In the cavity preparation for direct aesthetic restoration of Class

IV, the edge of enamel may be left to butt-joint or modified with a bevel or a

chamfer to increase the adhesion area. Since this increase has never been

demonstrated and quantified, the purpose of this paper is to theoretically

calculate the differences in the enamel area intended for adhesion obtained

by preparing a butt-joint, a 45� bevel and a 1/4 ball chamfer of the samecavity margin, in order to enable the operator to compare the advantage

obtainable in the adhesion by using one or the other of the preparations.

The difficulty of using the values of the Cavosurfacial Angle (CSA) in this

respect is also identified.

Materials and methods. Being known the thickness of the enamel and the

linear extension of the cavity margin, we calculate and compare percentage

areas of enamel available for adhesion as a result of the three types of

preparation. Then we calculate as the variation of the above data influence

the percentage of available areas.

Results and discussion. By setting the thickness of enamel to 1 mm and

the linear extension of 10 mm we obtain that the bevel at 45� increases thearea of enamel available by 41% and the chamfer of 1/4 of a sphere of 57%

compared to butt-joint. The transformation of the bevel at 45� in a chamferof 1/4 of a sphere leads to a relative increase of 11.03%. Both the change

in linear extension of the margin, and the variation (with important clinical

limitations) of the thickness of the enamel while maintaining the cutting of

the bevel at 45� not involve influences on the above percentages results.Conclusions. The angle of enamel cavity is not properly defined by the

CSA, which also refers to the dentinal walls: we propose to refer only to the

angle of residual enamel (Enamel’s Residual Angle, ERA) which will be 90�

in butt-joint and lower inclination in the bevels with progressively higher cut

of the enamel surface. The increase of the enamel area available for the

adhesion with the use of bevel or chamfer with respect to the butt-joint can

0011-8524/5 - see front matter � 201 Elsevier Srl. Tutti i dir tti riservati.

http://dx.doi.org/10.1016/j.cadmos.2012.07.004

articolo originale

5 novembre 2012

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L’aumento di area smaltea disponibile per l’adesione con l’uso di bisello o

chamfer rispetto al butt-joint �e accertabile con semplici calcoli geometrici.

Viene dimostrato che, in teoria, la trasformazione di un bisello smalteo a

45� dell’estensione di 1 mm in un chamfer con gli stessi lati e il disegno di1/4 di sfera comporta un aumento percentuale di superficie disponibile pari

all’11,03%. In letteratura non sono riportate medie universalmente accet-

tate per lo spessore smalteo degli elementi anteriori, il che richiede nuovi

studi e/o l’ideazione di apparecchiature utilizzabili sperimentalmente e

clinicamente per tale scopo.

Parole chiave: * Area di adesione * Bisello * Butt-joint * Chamfer* Margine smalteo

be demonstrated with simple geometric calculations. We show that, in

theory, the transformation of a bevel at 45� with enamel extension of 1 mmin a chamfer with the same sides and the design of 1/4 of a sphere

increases the percentage of available surface area of 11.03%. Since are

not reported in the literature universally accepted media by the thickness of

the enamel of the front teeth, this requires new studies and/or the design of

equipment available experimentally and clinically for this purpose.

Key words: * Adhesion area * Bevel * Butt-joint * Chamfer * Enamel

margin

1. Introduzione

Il restauro estetico diretto della frattura di

un incisivo, ove non sia possibile il recu-

pero del frammento fratturato [1,2], come

quello di una Classe IV prevedono, nella

delineazione della cavit�a, le certezze della

rimozione del tessuto cariato e del man-

tenimento della forma del tessuto sano,

ma anche il dubbio relativo alla prepara-

zione del bordo smalteo. A partire dagli

anni Novanta del secolo scorso, sono

state proposte tre soluzioni principali a

tale problema [3].

* Lasciare il bordo smalteo con un

angolo di 90�, a taglio netto o butt-

joint.

* Effettuare la smussatura dell’angolo

smalteo mediante un taglio obliquo,

o bisello, che pu�o avere varie

pendenze, interessando estensioni

diverse dello smalto superficiale: 45�

nel bisello “classico”, ma �e possibile

variare l’inclinazione da un massimo

di 65-70� nel bisello corto a un

minimo di 25-30� nel bisello lungo;

da essi risulta, comunque, una super-

ficie piana. Quanto minore sar�a la

pendenza del taglio, tanto maggiore

sar�a l’area della superficie a disposi-

zione. Talora, per�o, si fa erronea-

mente riferimento a pendenze di

65-70� nei biselli lunghi per indicare

angolature “maggiori” di 45�: ci�o non

�e corretto con riferimento all’angolo

formato dal solo smalto residuo (che

proponiamo di definire Enamel’s

Residual Angle, ERA), poich�e quanto

pi�u l’angolo tende a 90�, tanto minore

�e l’estensione superficiale (fig. 1).

Sarebbe corretto, invece, indicare

angoli superiori a 135�, usando l’angolo

cavo superficiale (Cavosurfacial Angle,

CSA) se fosse interessato solo lo

smalto, ma tale angolo, di solito, si rife-

risce alle pareti sia smaltee sia dentinali

della cavit�a [4] (fig. 2).

* Effettuare un chamfer, ossia una

smussatura dell’angolo smalteo

mediante una punta a palla o a football

da cui risulti una superficie concava.

Alcuni autori preferiscono definire que-

sto tipo di preparazione come

“microchamfer” o “minichamfer” per

distinguerne le dimensioni da quelle

della protesi fissa e sottolinearne la

realizzazione nel solo tessuto smalteo.

Vari autori hanno sostenuto l’utilizzazione

dell’una o dell’altra tecnica, anche con-

temporaneamente, in porzioni differenti

dello stesso margine cavitario [5] sottoli-

neandone i principali aspetti positivi.

* Il butt-joint costituisce la tecnica pi�u

semplice e genera una preparazione

pi�u conservativa, un’area di superficie

restaurata minore, un risparmio di tes-

suto se il restauro dovesse essere

cambiato [6]. Esso, inoltre, sarebbe

pi�u adeguato alle caratteristiche fisiche

[(Fig._1)TD$FIG]Fig. 1

Fig. 1 In un bisello, considerando il solo

angolo residuo dello smalto, l’inclinazione

varierebbe da un massimo di 65� (bisellocorto) a un minimo di 25� (bisello lungo).Quanto minore sar�a la pendenza del taglio,

tanto maggiore sar�a l’area della superficie

a disposizione

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La preparazione del margine cavitario in restauri diretti di denti anteriori: aspetti teorici

dei compositi microibridi, assieme al

chamfer [5].

* Il bisello aumenta l’area di smalto

disponibile all’adesione rispetto al

butt-joint. Rimuove lo smalto apri-

smatico superficiale ed espone i cri-

stalliti dei prismi nell’asse pi�u favore-

vole, favorendo la mordenzatura

[7,8]. Aumenta l’energia libera della

superficie e, quindi, la bagnabilit�a

[9]. Aumenta il sigillo marginale,

diminuendo il pericolo di infiltrazione

[10–12]. Aumenta la resistenza alla

frattura sia del bordo smalteo sia

del composito [13–15]. Potrebbe

favorire un migliore risultato estetico

permettendo di sfumare il passaggio

restauro-smalto.

* Il chamfer, pur essendo il pi�u difficile da

realizzare, pu�o aumentare ulterior-

mente la superficie a disposizione,

mantenendo i vantaggi del bisello [16].

La principale ragione dell’uso di bisello e

chamfer �e costituita dall’aumento della

superficie smaltea destinata all’adesione

che essi generano, ma tale aumento,

forse perch�e intuitivamente evidente,

non �emai stato dimostrato e quantificato.

Scopo del presente contributo �e calco-

lare teoricamente le differenze nell’area

smaltea destinata all’adesione ottenuta

con la preparazione a butt-joint, a bisello

a 45� e a chamfer di 1/4 di sfera dello

stesso margine cavitario; ci�o al fine di

permettere all’operatore di comparare

anche percentualmente il vantaggio con-

seguibile nell’adesione utilizzando l’una o

l’altra preparazione.

2. Materiali e metodi

�E noto che nella preparazione del mar-

gine cavitario delle Classi IV il solo tessuto

interessato �e lo smalto. La dentina sar�a

sempre in posizione intracavitaria, ma

anche lo smalto avr�a una parte intracavi-

taria destinata all’adesione. Quest’ultima

sar�a data:

* nel butt-joint, dall’area formata dallo

spessore dello smalto nel settore con-

siderato moltiplicato per l’estensione

lineare del margine;

* nel bisello, dall’area obliqua creata a

spese della superficie libera e dello

spessore dello smalto, calcolabile

conoscendo l’angolazione del taglio

e/o la sua estensione sulla superficie,

lo spessore dello smalto e l’estensione

lineare del margine;

* nel chamfer, dall’area concava creata

a spese della superficie e dello spes-

sore dello smalto, calcolabile cono-

scendo lo spessore dello smalto,

l’estensione lineare del margine e

i caratteri della forma geometrica

ottenuta.

Per confrontare teoricamente la superfi-

cie offerta all’adesione da parte di un

margine smalteo trattato con i tre tipi di

preparazione, nel seguito si considerano

dapprima un caso ideale semplificato,

per calcolare poi le eventuali differenze

ottenute variando i parametri.

3. Risultati e discussione

3.1. Caso ideale

Si consideri una sezione rettilinea del

margine cavo superficiale avente esten-

sione di 10 mm, con uno spessore smal-

teo di 1 mm, delineando un prisma a base

quadrata.

* Nel butt-joint si avr�a un angolo cavit�a-

superficie di 90�, per cui la superficie

smaltea a disposizione per l’adesione

sar�a calcolabile come l’area di un ret-

tangolo avente base c di 10 mm e

altezza (lato a = spessore dello smalto)

di 1 mm (fig. 3):

area rettangolo ¼ base c� altezza a¼ 10 mm�1mm

¼ 10 mm2

* Nel bisello in cui si effettua il taglio a 45�

per l’estensione di 1 mm (fig. 4) la

superficie smaltea a disposizione sar�a

calcolabile definendo il lato dmediante

l’applicazione del teorema di Pitagora,

con la formula:

lato d ¼ffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffiffilato að Þ2 þ lato bð Þ2

q

� base c ¼ffiffiffi2

p� 10

¼ 14; 14 mm2

* Nel chamfer in cui vengonomantenuti i

bordi del precedente bisello e in cui la

preparazione con una punta a palla va

a costituire una concavit�a rappresen-

tata da un arco pari a 1/4 di sfera (fig. 5),

[(Fig._2)TD$FIG]Fig. 2

Fig. 2 Nella bisellatura �e certamente

corretto indicare angoli superiori a 135�

(90� + 45�) riferendosi al CSA quando�e interessato il solo smalto; tuttavia il CSA,

di solito, si riferisce sia alle pareti smaltee

sia alle pareti dentinali della cavit�a

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E. Pelino et al.

la superficie disponibile sar�a calcola-

bile come pari a 1/4 dell’area di un cilin-

dro avente raggio r di 1 mm (uguale al

lato a del caso precedente) e altezza h

di 10 mm (uguale alla base c del caso

precedente). Poich�e l’area del cilindro

�e data da 2p� h� r, l’area del chamfer

sar�a:

1/4 2p� h� r ¼ p=2� 10� 1

¼ 3; 14=2� 10 ¼ 15; 7 mm2

In questo caso semplificato, ponendo

la superficie del butt-joint pari al 100%,

quindi si avr�a:

* butt-joint = 100%;

* bisello a 45� = 141,4%, con incre-

mento assoluto del 41,4% rispetto al

butt-joint;

* chamfer = 157%, con incremento

assoluto del 57% rispetto al butt-joint.

Considerando il solo incremento relativo

del chamfer rispetto al bisello, ponendo

pari al 100% la superficie del bisello,

quella del chamfer sar�a data da:

14; 14 : 100 ¼ 15; 7 : x da cui

x ¼ 111; 03%

Il chamfer pertanto otterr�a, rispetto al

bisello, un incremento percentuale della

superficie disponibile pari all’11,03%.

3.2. Variazioni nell’estensione

della base

I suddetti rapporti rimangono stabili se, a

parit�a delle altre condizioni, viene variata

in pi�u o in meno l’estensione della base

che, dunque, risulta ininfluente dal punto

di vista percentuale.

3.3. Variazioni uguali per i lati a e b

I suddetti rapporti percentuali rimangono

stabili, sempre in condizioni teoriche,

anche se viene variata in maniera uguale

l’ampiezza dei lati a e b, mantenendo

quindi costante il taglio a 45� ma modifi-

cando l’interessamento della superficie

smaltea.

Cos�ı, per lati a e b di 0,25 mm, 0,50 mm,

0,75 mm, 1 mm, 1,5 mm e 2 mm si

avranno i valori riportati in tabella 1.

Tuttavia, inserendo una notazione clinica,

mentre valori dello spessore di smalto da

0,25 a 1 mm sono compatibili con quelli

offerti dall’istologia e dall’odontometria

degli incisivi, valori superiori possono

essere presenti solo nei molari e vanno

scartati nelle presenti considerazioni.

Tornando all’esposizione teorica, in base

a quanto detto �e possibile affermare che:

* per effettuare una bisellatura effettiva a

45� non �e corretto estendersi generi-

camente per 1 o 2 mm nello smalto

superficiale, ma sarebbe necessario

conoscere lo spessore dello smalto

nella zona considerata ed estendersi

nello smalto superficiale per lo stesso

valore dello spessore;

* estendendosi genericamente per

1 mm nello smalto superficiale di una

zona che abbia uno spessore smalteo

inferiore a 1 mm si effettuer�a, in realt�a,

un bisello “lungo” relativamente a

quella zona.

3.4. Lato a costante e variazioni

del lato b

Se si lascia invariato a 1 mm il valore del

lato a (che rappresenta lo spessore dello

[(Fig._3)TD$FIG]Fig. 3

[(Fig._4)TD$FIG]Fig. 4

Fig. 3 Nel butt-joint si avr�a un angolocavit�a-superficie di 90�, per cui lasuperficie smaltea a disposizione sar�a

calcolabile come l’area di un rettangolo

avente base c di 10 mm, altezza

(lato a = spessore dello smalto) di 1 mm e,

conseguentemente trattandosi di un prisma

a base quadrata, lato b = 1 mm

Fig. 4 Nel bisello in cui si effettua il

classico taglio a 45� per l’estensione di1 mm, la superficie smaltea a disposizione

sar�a calcolabile definendo il lato dmediante

l’applicazione del teorema di Pitagora con

la formula riportata in figura

Fig. 5 Nel chamfer in cui vengono

mantenuti i bordi del precedente bisello

e in cui la preparazione va a costituire una

concavit�a rappresentata da un arco pari a1/4 di sfera, la superficie disponibile sar�acalcolabile come pari a 1/4 dell’area di un

cilindro avente raggio r uguale al lato a e

altezza h uguale alla base c. Poich�e l’area

del cilindro �e data da 2p� h� r, l’area del

chamfer sar�a calcolata con la formula

riportata in figura

[(Fig._5)TD$FIG]Fig. 5

DENTAL CADMOS | 2013;81(1):36-42 | 39

La preparazione del margine cavitario in restauri diretti di denti anteriori: aspetti teorici

smalto) e si aumenta o si diminuisce il

lato b – il che in pratica corrisponde,

rispettivamente, a diminuire o aumentare

l’inclinazione del taglio rispetto a 45� – a

seguito della bisellatura si avr�a una varia-

zione della superficie disponibile facil-

mente calcolabile. I valori lineari del lato

b pari 0,25 mm, 0,50 mm, 1,5 mm, 2 mm

e 2,5 mm corrispondono ad angolazioni

di 76�, 63�, 34�, 27� e 22�.

Attenzione, per�o: con bisellature inferiori

a 45� i chamfer ottenibili saranno archi

maggiori di 1/4 di sfera che tenderanno a

sottominare lo smalto superficiale se

effettuati con una punta a palla oppure,

utilizzando una punta a football, si com-

porteranno come nel caso delle bisella-

ture superiori a 45� e non sar�a pi�u

possibile ottenere un chamfer pari a un

arco corrispondente a 1/4 di sfera, ma

solo archi progressivamente meno pro-

fondi e, quindi, con aree sempre meno

accentuate.

Lasciando ai matematici il compito di

svolgere calcoli pi�u accurati sui vari

tipi di chamfer ottenibili a partire da

biselli con angolature diverse da 45�, in

tabella 2 si riportano i rapporti tra

il bisello “classico” (1 mm) e i biselli “corti”

(0,25 mm e 0,50 mm) e “lunghi” (1,5 mm,

2 mm e 2,5 mm).

Si noter�a che:

* riducendo l’estensione del bisello

(0,25 mm e 0,50 mm), il rapporto con

l’area del butt-joint evidenzia un van-

taggio relativo (+3,1%; +11,8%),

mentre il rapporto con l’area offerta dal

bisello a 1 mm offre, come ci si deve

aspettare, un saldo negativo (–27,1%;

–20,9%);

* estendendo il bisello oltre 1 mm, il rap-

porto con il butt-joint evidenzia un

aumento vertiginoso dell’area disponi-

bile (bisello 1 mm = 41,4% di area

in pi�u; 1,5 mm = 83,1%; 2 mm =

123,6%; 2,5 mm = 169,3%). �E inoltre

possibile riscontrare come i biselli

“lunghi” (1,5 mm, 2 mm e 2,5 mm)

portino a incrementi percentuali della

superficie rispettivamente del 27,5%,

58% e 90,4% in confronto al bisello

“classico”. Un’ultima notazione: si

osservi che il chamfer effettuato sul

bisello “classico” genera all’incirca lo

Tabella 2 Rapporti percentuali tra le aree offerte dal butt-joint, dal bisello “classico” (1 mm) e dai biselli “corti” (0,25 mm e 0,50 mm)

e “lunghi” (1,5 mm, 2 mm e 2,5 mm)

Angolatura Lato a

(mm)

Lato b

(mm)

Area del butt-joint

(mm2) = X

Area del bisello

(mm2) = Y

Rapporto YX

(%)

Rapporto tra bisello “classico”

e altri tipi di bisello (%)

76� 1 0,25 10 10,31 103,1 72,9

63� 1 0,50 10 11,18 111,8 79,1

45� 1 1 10 14,14 141,4% 100,0

34� 1 1,5 10 18,31 183,1% 127,5

27� 1 2 10 22,36 223,6% 158,0

22� 1 2,5 10 26,93 269,3% 190,4

Tabella 1 I rapporti percentuali tra le aree offerte dai tre tipi di preparazione rimangono stabili, sempre in condizioni teoriche, anche se viene

variata in maniera uguale l’ampiezza dei lati a e b, mantenendo quindi costante il taglio a 45� mamodificando l’interessamento della superficie

smaltea

Lati a e b

(mm)

Area del butt-joint

(mm2) = X

Area del bisello

(mm2) = Y

Area del chamfer

(mm2) = Z

Rapporto YX

(%)

Rapporto ZX

(%)

Rapporto ZY

(%)

0,25 2,5 3,535 3,925 141,4 157 111,03

0,50 5 7,071 7,851 141,4 157 111,03

0,75 7,5 10,605 11,775 141,4 157 111,03

1 10 14,14 15,7 141,4 157 111,03

1,5 15 21,21 23,55 141,4 157 111,03

2 20 28,28 31,40 141,4 157 111,03

| | 1/2013DENTAL CADMOS40

E. Pelino et al.

stesso incremento percentuale di

superficie di un bisello “lungo” (2 mm).

3.5. Variazioni del lato a

�E l’incognita clinica dell’intero problema.

Il lato a, che per definizione �e qui identifi-

cato con lo spessore dello smalto, �e un

parametro che non pu�o essere, come gli

altri, determinato dall’operatore, ma varia

nei diversi punti degli incisivi.

Esistono due possibilit�a per conoscere lo

spessore dello smalto:

* misurarlo direttamente, cosa attual-

mente irrealizzabile nella situazione

clinica, anche se sono allo studio

macchinari da impiegare a tale scopo

[16];

* utilizzare i valori medi acquisiti dalla

scarsa letteratura, di cui nel seguito si

presenta una breve rassegna.

Gillings et al. [17] hanno sezionato 27

incisivi mandibolari e descritto le varia-

zioni nello spessore dello smalto a livello

vestibolare, linguale, mesiale e distale

dalla giunzione cemento-smalto alla

superficie incisale. Dopo aver presentato

in istogrammi le medie di tali spessori gli

autori hanno concluso che: lo smalto

della superficie mesiale �e di poco pi�u

spesso di quello della superficie distale;

lo spessore dello smalto varia in relazione

alla sua distanza dalla giunzione smalto-

cemento; le differenze nello spessore

smalteo tra un incisivo e l’altro non sono

correlate alla dimensione delle corone.

Peck et al. [18] hanno misurato lo spes-

sore dello smalto sulle superfici mesiale e

distale di 116 incisivi mandibolari estratti,

usurando la superficie incisale fino allo

scoprimento della dentina, e hanno

riscontrato una correlazione significativa

tra taglia dell’elemento e spessore com-

binato dello smalto mesiale e distale.

Shillingburg et al. [19] hanno riportato gli

spessori medi dello smalto del loro cam-

pione di 23 incisivi, senza differenziare tra

centrali e laterali. Hanno effettuato le

misurazioni a intervalli di 1 mm inciso-

gengivalmente usurando ogni dente in

parallelo alla linea che connetteva la giun-

zione amelocementizia alle superfici lin-

guale e facciale. Lo spessore medio dello

smalto variava in dipendenza della

distanza dalla giunzione amelocementi-

zia. Gli autori hanno concluso che le

misure effettuate usando la tecnica di

usura sono pi�u ampie dell’effettivo spes-

sore smalteo in relazione alla geometria

del taglio.

Harris et al. [20] hanno indagato radio-

graficamente le variazioni nello spessore

smalteo dei margini mesiali e distali in 40

incisivi permanenti mascellari. Lo smalto

risultava significativamente pi�u spesso

nel margine distale sia dei centrali sua

dei laterali con una differenza media di

0,1 mm.

D’altronde, “nessuno degli studi citati

permette di raggiungere una sufficiente

certezza nel definire lo spessore effettivo

dello smalto in ciascun punto di ogni

dente” [20]. A tale proposito, occorre-

rebbe elaborare un’apparecchiatura

che consenta di misurare lo spessore

smalteo in ogni punto di ogni dente, e

ci�o non solo riguardo a bisello e cham-

fer, ma anche ad altri fini quali la valuta-

zione dello spessore smalteo da aspor-

tare nelle faccette estetiche [21], negli

stripping ortodontici [18], nelle prepara-

zioni in protesi fissa.

4. Conclusioni

I dati ottenuti sembrano permettere

le conclusioni esposte qui di seguito.

* Vi �e la necessit�a di adottare denomina-

zioni universalmente accettate per

definire l’angolo nel butt-joint e nel

bisello smaltei. Non appare corretto

utilizzare l’angolo cavo superficiale

(CSA), che si riferisce anche alle pareti

dentinali della cavit�a, e si propone di

considerare il solo angolo di smalto

residuo (ERA), che sar�a di 90� nel

butt-joint e via via minore nei biselli

con estensioni progressivamente

maggiori nella superficie smaltea.

* L’assunto aneddotico per il quale

l’area di smalto disponibile all’ade-

sione varia secondo la progressione

butt-joint < bisello < chamfer �e stato

dimostrato e valutato con semplici cal-

coli geometrici.

* �E stato dimostrato che, in teoria, la

trasformazione di un bisello smalteo a

45� dell’estensione di 1 mm in un

chamfer avente gli stessi lati e l’anda-

mento di 1/4 di sfera comporta un

aumento percentuale della superficie

disponibile pari all’11,03%.

* Sono necessari nuovi studi per otte-

nere medie universalmente accettate

dello spessore smalteo degli elementi

anteriori e/o l’ideazione di apparec-

chiature utilizzabili sperimentalmente

e clinicamente per tale scopo.

Conflitto di interessi

Gli autori dichiarano di non avere alcun

conflitto di interessi.

Finanziamenti allo studio

Gli autori dichiarano di non aver ricevuto

finanziamenti istituzionali per il presente

studio.

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