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LA PLASTICA problemi e soluzioni Liceo scientifico Donatelli-Pascal 2^I Milano

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LA PLASTICAproblemi e soluzioni

Liceo scientifico Donatelli-Pascal 2^I

Milano

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I principali tipi di plastica

PE, PVC, PET, PS e le microplastiche

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PE: PolietileneÈ il più semplice tra i polimeri sintetici ed è il più diffuso nelle plastiche.

Viene indicato con la sigla "PE" e le sue catene possono essere di lunghezza variabile e più o meno ramificate.

È una resina termoplastica isolante, stabilmente chimica di bassa densità.

Il cloruro di polivinile è il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo.

Puro, è un materiale rigido; se trattato con degli acidi diventa flessibile e malleabile.

È estremamente pericoloso se bruciato o scaldato; la sua sigla è “PVC”.

PVC: Polivinilcloruro

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PET: polietilentereftalatoFa parte della famiglia dei poliesteri; è una resina termoplastica adatta al contatto alimentare, infatti, è quella utilizzata per gli imballaggi di questi.

Viene utilizzato anche per le sue proprietà elettriche, resistenza chimica, prestazioni alle alte temperature, autoestinguenza, rapidità di stampaggio.

Il polistirene (chiamato anche polistirolo) è un polimero aromatico termoplastico dalla struttura lineare.

Viene usato in molti settori per le sue proprietà meccaniche ed elettriche: nell'industria alimentare viene usato per produrre posate e piatti di plastica, involucri per le uova, barattoli per yogurt.

PS: Polistirene

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Le microplastiche sono delle piccole particelle di meno di un millimetro.Ogni chilometro quadrato di oceano contiene circa 46.000 microparticelle di plastica in sospensione.

Sono il risultato della frammentazione di plastiche più grandi e spesso sono prodotte direttamente dall’uomo.

Le microplastiche

I danni più gravi si registrano soprattutto negli habitat marini ed acquatici. Ciò avviene perché la plastica si scioglie impiegando diversi anni e, mentre è in acqua, viene ingerita e accumulata nel corpo di molti organismi. Sono state trovate microplastiche nelle feci umane ed è stato constatato che le più piccole possono raggiungere i vasi sanguigni, il fegato e addirittura l’intestino.

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Il riciclaggio della plastica

Dalla raccolta differenziata al riutilizzo come materia prima-seconda

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Perchè riciclare è importante?

➔ Per minimizzare la quantità dei rifiuti, per permettere un recupero di materie prime di conseguenza un risparmio di energia.

➔ Perché la riciclabilità dei prodotti e la presenza di uno specifico circuito di raccolta e riuso costituiscono generalmente requisiti previsti dalla gran parte dei marchi ambientali.

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Le fasi del riciclaggio

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LA RACCOLTATutte le attività di recupero dei materiali prendono inizio con la fase di raccolta. Questa avviene secondo una differenziazione del sistema in atto:

● raccolta differenziata per tipologia di prodotto;

● raccolta multi-materiale per due o più tipologie di prodotto;

● raccolta indifferenziata di tutte le frazioni di rifiuti.

Sulla base del tipo di raccolta perseguita è già possibile ottenere una buona qualità del prodotto recuperato da avviare al riciclo

La selezione degli imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta urbana può essere eseguita meccanicamente o manualmente in base alla tipologia dell’impianto. L’attività di selezione permette di eliminare eventuali frazioni estranee, ovvero vetro, carta, alluminio, dagli imballaggi in plastica e di suddividere quest’ultimi secondo la tipologia del polimero.

● Separazione magnetica● Separazione per flottazione● Separazione per densità● Galleggiamento● Separazione per proprietà aerodinamiche● Setaccio tramite soffio d’aria● Separazione elettrostatica

LA SELEZIONE

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IL RICICLO

Il riciclo meccanico consiste nella lavorazione meccanica di oggetti in plastica che diventano così materia prima-seconda per la produzione di nuovi oggetti. A seconda della tipologia di rifiuto plastico recuperato, e avviato al processo di riciclo meccanico, si possono ottenere: granuli o scaglie da utilizzare nella produzione di nuovi manufatti; delle frazioni di materiale utilizzabili come cariche inerti nella lavorazione di polimeri termoindurenti/termoplastici vergini, o riempitivi per altri prodotti poiché non possono essere rilavorati essendo infusibili.

Il riciclo eterogeneo viene effettuato attraverso la lavorazione di un materiale misto contenente PE , PP, PS, PVC. In questo processo vi è una prima separazione Successivamente il riciclo procede secondo tre fasi:

- triturazione, frantumazione

- densificazione

- estrusione.

In base alla lavorazione e al prodotto che si vuole ottenere, si potranno eseguire tutte le fasi o solamente in parte.

EterogeneoMeccanico

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LA TRITURAZIONEE’ la prima operazione prevista nel riciclaggio. L’operazione della triturazione produce la frantumazione grossolana del materiale, portando lo stesso ad assumere dimensioni di pezzatura omogenea anche se irregolare. A seguito della frantumazione il materiale subisce una considerevole riduzione del volume iniziale.

Il lavaggio del prodotto ottenuto a seguito della triturazione viene eseguito nel caso in cui sia necessario separare quelle parti che potrebbero essere dannose alla successiva fase di trasformazione. In base alle caratteristiche del polimero riciclato e al settore di provenienza sono stati sviluppati diversi sistemi di lavaggio.

IL LAVAGGIO

LA MACINAZIONE Il prodotto proveniente dall’operazione di lavaggio viene convogliato in un mulino macinatore che ha lo scopo di ridurre ulteriormente la pezzatura del materiale

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L’ESSICCAMENTO

LA GRANULAZIONEE’ questa la parte finale dell’impianto nel corso della quale si ottiene il granulo che verrà utilizzato per le successive applicazioni.

Il macinato, dopo essere stato sottoposto ad un eventuale lavaggio, viene inviato a un sistema di presse a vite o centrifugato per essere separato da tutta l’acqua libera.

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Lo smaltimento della plastica

In Italia, in Europa e nel Mondo

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Lo smaltimento della plastica in ItaliaIl nostro paese è un'eccellenza nel riciclo

della plastica, ma si porta dietro tanti

problemi, primo tra tutti quello delle

discariche.

Suggerimento

Per migliorare la situazione è necessario introdurre sempre di più sul territorio la raccolta dei rifiuti porta a porta.

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I problemi in Italia: città intasate, prezzi alti, discariche

Il sistema italiano si sta bloccando perché alcune città paralizzano il sistema, in quanto non mettono correttamente in pratica le norme di riciclaggio.

I prezzi sul mercato dello smaltimento sono sempre più alti e insostenibili, gli impianti si fermano intasati di rifiuti, basta un incidente da nulla per scatenare un incendio colossale di spazzatura accumulata, si dà spazio ad associazioni criminose che guadagnano sfruttando una mancanza delle amministrazioni.

Siamo di fronte ad un sistema di organizzazione in cui le capacità di raccolta e smaltimento sono insufficienti a risolvere questo problema.

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In Italia si occupano del riciclo della plastica il COREPLA, Consorzio Nazionale Raccolta, Recupero e Riciclo di Rifiuti in Plastica, e il Assorimap, Associazione Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche.

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I dati negli ultimi anni

Su circa 1 MILIONE DI TONNELLATE di plastica buttata dai cittadini,

agli inceneritori vanno quasi 400 MILA TONNELLATE

Il riciclo muove un business

di 700 MILIONI DI EURO

con 2000 LAVORATORI

oltre 300 IMPRESE

Ogni anno in Italia si raccolgono e riutilizzano 750 MILA TONNELLATE di plastica,

circa il 61% del materiale

con una crescita del 11,7% rispetto al 2016

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Lo smaltimento in Europa

il 93% ancora provenienti da materia vergine, ricavata da combustibili di origine fossile

Vengono prodotte 50 MILIONI DI TONNELLATE ogni anno

solo il 30% viene riciclato

La produzione di plastica in Europa è 50 VOLTE superiore rispetto a 50 anni fa

le previsioni parlano di un’ulteriore crescita nel prossimo futuro

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Lo smaltimento della plastica nel Mondo

Sono numeri sconvolgenti, quelli del riciclo della plastica a livello globale. Le percentuali variano da nazione a nazione, ma si va dal 30% del riciclato in Europa al 10% negli Stati Uniti.

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Secondo un nuovo rapporto redatto dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) della plastica mondiale il

● 15% viene raccolta e riciclata ● 25% viene avviato a recupero energetico ● 60% finisce in discarica, abbandonato o

bruciato all’aperto

Questo avviene a causa della scarsa qualità della plastica riciclata, della mancanza di politiche che ne incentivano il riciclo.

L’Europa avanza nell’economia circolare e nella lotta alle microplastiche. Il resto del mondo arranca e sembra non riuscire (o non volere) liberarsi dal problema della plastica. Il 90% di questa che si trova negli oceani non proviene dall’Unione europea, ma dai Paesi in via di sviluppo.

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Le multinazionali sotto accusa

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Le isole di plastica

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Cosa sono?Le isole di plastica sono agglomerati di rifiuti leggeri che ormai hanno occupato molte zone di tutti gli oceani.

Sono formate da vortici di spazzatura presenti nel Pacifico e nell’Atlantico, che seguendo la corrente, si accumulano in un solo punto.

All'interno di queste isole si trovano sia microplastiche che oggetti di grandi dimensioni.

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Da cosa sono composte?

Il 96% dei rifiuti trovati nelle nostre acque è costituito da plastica, dalle buste, (16%), e dai teli (10%). Reti e lenze, (4%), ma si trovano anche frammenti di polistirolo, (3%), bottiglie (3%), tappi e coperchi (3%), stoviglie (2%), assorbenti igienici (2%) e cassette di polistirolo intere o in frammenti (2%).

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Le cause

● Civile: spesso gli scarichi delle città riversano l’acqua sporca nel mare, senza trattarla o depurarla

● Industriale: diverse sostanze industriali vengono gettate nel mare.

● Agricolo: l'uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi, che essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere.

● Inquinamento da idrocarburi: le petroliere molte volte riversano grandi quantità di petrolio nelle acque

● Inquinamento da reti: molte reti dei pescatori rimangono nell’oceano, provocando la morte di molti animali e l’intrappolamento di rifiuti.

scarichi civili

scarichi agricoli

scarichi industriali

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Entità del problemaE’ ancora poco noto quale sia la reale portata di questo problema, ma negli ultimi anni sono state condotte molte ricerche per far luce su questa questione.

Sappiamo che la produzione di materie plastiche è in preoccupante crescita: nel 1950 si producevano globalmente 2 milioni di tonnellate, nel solo 2015 abbiamo raggiunto la cifra record di 380 milioni di tonnellate.

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Le più grandi isole di plastica sono sparse in tutto il globo terrestre.

Le più conosciute per la loro grandezza sono● Due nell’Atlantico● Una nell’Oceano Indiano● Due nell’Oceano Pacifico

Sono presenti alcune isole di plastica anche nel Mediterraneo, notevolmente più piccole di quelle nel Pacifico, ma che comunque stanno distruggendo la flora e la fauna marina.

Ognuna di queste isole sta diventando sempre più grande e più densa di rifiuti.

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È situata in corrispondenza del vortice oceanico subtropicale del Pacifico del Nord, in una regione in cui si accumulano detriti che rimangono intrappolati nel vortice per decenni.

Garbage Patch si estende per 1,6 milioni di km², ossia 5 volte l'Italia.

Stime dicono che ci sarebbero 1,8 triliardi di pezzi plastica intrappolati nel vortice del Pacifico del Nord.

Garbage Patch

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L’isola di Henderson

L’isola di Henderson è una questione più particolare, perché si tratta di una normale isola disabitata situata nella parte meridionale del Pacifico, invasa per gran parte dai rifiuti. Questo fenomeno è causato da un forte vortice che negli ultimi anni ha fatto da nastro trasportatore per i rifiuti. Oggi giornalmente arrivano sulla costa circa 3500 detriti di plastica.

Isole di plastica asiatiche

Due isole di plastica asiatiche rappresentative sono quella presso Manila, nelle filippine, e quella presso le Maldive.

Nel primo caso ogni giorno il mare trasporta 1500 tonnellate di rifiuti da una vecchia discarica. La parte più pesante di spazzatura affonda, quella più leggera naviga.

Nel secondo caso i rifiuti gettati dai turisti vanno a finire in mezzo all'oceano, poi vengono ripescati dai proprietari dei luoghi turistici che li fanno trasportare ancora più a largo.

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OCEAN CLEANUP

Il progetto si basa su una nave che tira un gigantesco dispositivo di galleggiamento innovativo, destinato a pulire gli oceani dai rifiuti di plastica.

Questo lavoro, guidato da Ocean Cleanup, mira a liberare metà di alcune delle zone di accumulo di rifiuti più grandi entro cinque anni.

La nave trascina un equipaggiamento di 600 metri chiamato System 001, progettato per raccogliere la plastica che galleggia sulla superficie

dell'oceano in modo che possa essere raccolta e riciclata.

La tecnologia consiste in un galleggiante lungo 600 metri sulla superficie dell'acqua e una "gonna" profonda 3 metri più in basso. Il galleggiante

impedisce alla plastica di fuoriuscire dall'alto, mentre la gonna fa in modo di non perdere i rifiuti raccolti.

La barca si dirigerà verso il Great Pacific Garbage Patch.

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NASA : ISOLE DI PLASTICA FORMAZIONE

Il Science Visualization Studio della NASA ha di recente realizzato un video in cui si mostra come si formano le isole di spazzatura. Il video è stato ottenuto dalla sovrapposizione di due modelli. Il primo, simula il movimento di particelle mosse dalle correnti negli ultimi secoli e il secondo ne prevede il movimento sino a 20 anni nel futuro: le particelle rappresentano i rifiuti, e svaniscono se colpiscono una linea costiera, simulando in tal modo la spazzatura che finisce sulle spiagge. La combinazione dei due modelli ha permesso di simulare con accuratezza la formazione delle isole di spazzatura, evidenziando i cinque maggiori ammassi di rifiuti.

https://youtu.be/xKRIE_Oiu94

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Alcuni consigli per una migliore tutela dell’ambiente e per recuperare tanta plastica in più.

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La plastica inquina e rilascia sostanze nocive, e inoltre, quando è abbandonata nell'ambiente è decisamente brutta.

Se la trovi in mare, sulla spiaggia o nelle pinete, vuol dire che qualche maleducato l'ha lasciata.

Raccoglila e collabora anche tu a preservare la bellezza e la pulizia del paesaggio.

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anche in spiaggia o nell’area pic-nic. Se non li trovi, basta un piccolo sforzo: portali in paese, il 95% dei Comuni italiani ha attivato il servizio di RD. Ricorda che gestire rifiuti in alta montagna,

nelle aree protette o nelle spiagge libere più sperdute è sempre complesso e costoso.

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Leonia (da I.Calvino, Le Città Invisibili)La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si

lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo

modello di apparecchio. Sul marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose

che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. (…) Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli

immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l’arte di Leonia eccelle nel

fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. E’ una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne. (…) Più ne cresce l’altezza, più aumenta il pericolo delle frane:

basta un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che

invano tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo.