La pittura alla moda di Tissot · 2016. 6. 22. · La pittura alla moda di Tissot O n debutto...

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La pittura alla moda di Tissot O n debutto assoluto per l'Ita- lia quello che il Chiostro del Bramante offre al ro- mani portando in scena fi- no al 21 febbraio, e consen- tendoci di scoprire con una ricca mostra a una secolo e passa dalla morte, un autore sin- golare come James Tissot (1836-1902) che attraversa come una meteora l'universo abba- gliante della Belle Époque, ri- scuotendo in vita uno straordina- rio successo per poi precipitare nell'oblio. Una iniziativa fuori copione per il museo dietro Piaz- za Navona (che ha consacrato il suo cartellone a passerelle di grandi firme) chiamare alla ri- balta un pittore dimenticato, pre- cipitato in seconda fila. Ma pro- prio per questo particolarmente intrigante, perché ribalta l'abitu- dine dominante nei circuiti espo- sitivi del nostro paese di rilegge- re la storia dell'arte moderna so- lo per linee di discontinuità e punte d'eccellenza, ignorando quella fitta e ininterrotta trama di esperienze parallele che si in- trecciano con gli scarti di gusto e le trasgressioni formali delle avanguardie e danno loro linfa, metri di misura più esatti. IL RIPESCAGGIO Se la mostra riesce a vincere la sua inedita scommessa gran par- te del merito va comunque attri- buito al personaggio che il Chio- stro del Bramante elegge a prota- gonista e alla qualità delle opere scovate e utilizzate per questo ri- pescaggio. James Tissot è un pit- tore approdato a Parigi dalla pro- vincia che si fa le ossa prenden- do lezioni di Flandrin, uno degli allievi preferiti di Ingres, mago indiscusso del disegno e dell'om- breggiatura. Ed esordisce cimen- tandosi su quei temi storici che dettavano il gusto dell'Accade- mia e del pubblico, con indiscus- sa abilità, come dimostra il qua- dro che apre il percorso: una ca- maleontesca rivisitazione del mi- to di Faust che esalta la sua capa- cità di distribuire i personaggi in scena, il suo dominio dello spa- zio, la sua precisione nel rendere i dettagli. Tissot è un bell'uomo, elegante, attento alla moda: eccolo, sguar- do ammaliante chioma bruna, baffetti, in un autoritratto del 1865 in cui indossa un soprabito allora in gran voga. E anche un artista furbo e ambizioso, che ca- pisce subito che far il portafiac- cole dell'Accademia non paga. Bisogna immergersi nel flusso di una Parigi in pieno fermento, co- gliere da lì nuovi spunti, descri- vere l'incanto e i fruscii dei salot- ti, le suggestioni dell'alta moda, come stanno facendo grandi ta- lenti in ascesa come Degas e Ma- net, primi pionieri dell'impres- sionismo con cui stringe amici- zia, senza però mai adottare il lo- ro stile, la velocità delle pennella- te, l'uso emozionale dei colori che cominciano a fare scandalo. Li imita a distanza, senza scanto- nare dall'ortodossia. Preparan- do quel balzo di carriera che coincide con il suo trasloco a Londra, dove ripara dopo la tra- gica avventura della Comune, re- pressa nel sangue. IL REPERTORIO In Inghilterra, nella società vitto- rïana molto più puritana di quella di Parigi, cui guarda comunque come una capitale di tendenza, un pittore abile e mondano come lui sa subito farsi strada, adottando quello sguardo malizioso e fuori convenzione che gli impressioni- sti gli hanno trasmesso, ma depu- randone le licenze. Vi rimarrà un- dici anni, osannato e coccolato co- me un maestro dai collezionisti per i quali sforna un repertorio di figure femminili, interni di salotti, e scene en plein air di corteggia- mento, cariche di contenuta mali- zia, di annotazioni di cronaca mi- nuta e di abbigliamento, rese con la precisione allettante di un cata- logo di moda. Cappellini, fazzoletti da collo, gon- ne di seta che mettono in rilievo il fascino appena accennato ma am- maliante delle forme sinuose: alle tele che si trascinano appresso un vago ma insinuante sapore di scor- ci e inquadrature alla Renoir o alla Degas, e alle stesse sequenze repli- care a stampa con titoli moraleg- gianti o ammiccanti, gli allestitori della mostra hanno giustamente accompagnato un campionario di modellini da catalogo di sartoria. Il ritorno a Parigi segna una battu- ta d'arresto. Quelle donnine dalle schiene nude e gli splendidi decol- letè che avevano ammaliato gli in- glesi, quelle schiere di gentiluomi- ni in marsina e cilindro, riproposti in patria sanno di già visto, desta- no meno stupore. Una crisi misti- ca lo spinge verso altri soggetti. Singolare la serie in cui rilegge il mito del figliol prodigo rivestendo i protagonisti con abiti borghesi. E ancora ricco, ma sempre meno corteggiato. Come un abito passa- to di moda. Danilo Maestosi © RIPRODUZIONE RISERVATA James Tissot Pagina 9

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La pitturaalla modadi Tissot

On debutto assoluto per l'Ita-lia quello che il Chiostrodel Bramante offre al ro-mani portando in scena fi-no al 21 febbraio, e consen-tendoci di scoprire con

una ricca mostra a una secolo epassa dalla morte, un autore sin-golare come James Tissot(1836-1902) che attraversa comeuna meteora l'universo abba-gliante della Belle Époque, ri-scuotendo in vita uno straordina-rio successo per poi precipitarenell'oblio. Una iniziativa fuoricopione per il museo dietro Piaz-za Navona (che ha consacrato ilsuo cartellone a passerelle digrandi firme) chiamare alla ri-balta un pittore dimenticato, pre-cipitato in seconda fila. Ma pro-prio per questo particolarmenteintrigante, perché ribalta l'abitu-dine dominante nei circuiti espo-sitivi del nostro paese di rilegge-re la storia dell'arte moderna so-lo per linee di discontinuità epunte d'eccellenza, ignorandoquella fitta e ininterrotta tramadi esperienze parallele che si in-trecciano con gli scarti di gusto ele trasgressioni formali delleavanguardie e danno loro linfa,metri di misura più esatti.

IL RIPESCAGGIOSe la mostra riesce a vincere lasua inedita scommessa gran par-te del merito va comunque attri-buito al personaggio che il Chio-stro del Bramante elegge a prota-gonista e alla qualità delle operescovate e utilizzate per questo ri-

pescaggio. James Tissot è un pit-tore approdato a Parigi dalla pro-vincia che si fa le ossa prenden-do lezioni di Flandrin, uno degliallievi preferiti di Ingres, magoindiscusso del disegno e dell'om-breggiatura. Ed esordisce cimen-tandosi su quei temi storici chedettavano il gusto dell'Accade-mia e del pubblico, con indiscus-sa abilità, come dimostra il qua-dro che apre il percorso: una ca-maleontesca rivisitazione del mi-to di Faust che esalta la sua capa-cità di distribuire i personaggi inscena, il suo dominio dello spa-zio, la sua precisione nel renderei dettagli.Tissot è un bell'uomo, elegante,attento alla moda: eccolo, sguar-do ammaliante chioma bruna,baffetti, in un autoritratto del1865 in cui indossa un soprabitoallora in gran voga. E anche unartista furbo e ambizioso, che ca-pisce subito che far il portafiac-cole dell'Accademia non paga.Bisogna immergersi nel flusso diuna Parigi in pieno fermento, co-gliere da lì nuovi spunti, descri-vere l'incanto e i fruscii dei salot-ti, le suggestioni dell'alta moda,come stanno facendo grandi ta-lenti in ascesa come Degas e Ma-net, primi pionieri dell'impres-sionismo con cui stringe amici-zia, senza però mai adottare il lo-ro stile, la velocità delle pennella-te, l'uso emozionale dei coloriche cominciano a fare scandalo.Li imita a distanza, senza scanto-nare dall'ortodossia. Preparan-do quel balzo di carriera checoincide con il suo trasloco aLondra, dove ripara dopo la tra-gica avventura della Comune, re-pressa nel sangue.

IL REPERTORIOIn Inghilterra, nella società vitto-rïana molto più puritana di quelladi Parigi, cui guarda comunquecome una capitale di tendenza, unpittore abile e mondano come luisa subito farsi strada, adottandoquello sguardo malizioso e fuoriconvenzione che gli impressioni-sti gli hanno trasmesso, ma depu-randone le licenze. Vi rimarrà un-dici anni, osannato e coccolato co-me un maestro dai collezionistiper i quali sforna un repertorio difigure femminili, interni di salotti,e scene en plein air di corteggia-mento, cariche di contenuta mali-zia, di annotazioni di cronaca mi-nuta e di abbigliamento, rese conla precisione allettante di un cata-logo di moda.Cappellini, fazzoletti da collo, gon-ne di seta che mettono in rilievo ilfascino appena accennato ma am-maliante delle forme sinuose: alletele che si trascinano appresso unvago ma insinuante sapore di scor-ci e inquadrature alla Renoir o allaDegas, e alle stesse sequenze repli-

care a stampa con titoli moraleg-gianti o ammiccanti, gli allestitoridella mostra hanno giustamenteaccompagnato un campionario dimodellini da catalogo di sartoria.Il ritorno a Parigi segna una battu-ta d'arresto. Quelle donnine dalleschiene nude e gli splendidi decol-letè che avevano ammaliato gli in-glesi, quelle schiere di gentiluomi-ni in marsina e cilindro, ripropostiin patria sanno di già visto, desta-no meno stupore. Una crisi misti-ca lo spinge verso altri soggetti.Singolare la serie in cui rilegge ilmito del figliol prodigo rivestendoi protagonisti con abiti borghesi. Eancora ricco, ma sempre menocorteggiato. Come un abito passa-to di moda.

Danilo Maestosi© RIPRODUZIONE RISERVATA

James Tissot Pagina 9

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GALLERIAA sinistra "La Dame à l'ombrelle(Mrs Newton)", a destra "Portrait"Sotto "Ces dames de char" e in basso"Portsmouth Dockyard"

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