LA PAZIENZA DEL SASSO - IO Donna

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CARMELA SCOTTI

LA PAZIENZA DEL SASSO

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«Che invenzioni sono le madri. Spaventapasseri, bambole di cera su cui poter conficcare le nostre spille, rozzi diagrammi. Neghiamo loro un’esistenza propria, le costruiamo in modo che si adattino a noi, alle nostre bramosie, ai nostri desideri, ai nostri difetti.»

MARGARET ATWOOD, L’assassino cieco

«Ogni partenza, dunque, è definitiva. Solo i figli tornano, solo il futuro ritorna al passato.»

OCEAN VUONG, Brevemente risplendiamo sulla terra

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1. ARGIA

«A chi posso chiederlo, se non a te?» Ho il tono imploran-

te delle mendicanti mentre stringo al petto la scatola di le-gno con un fiore stilizzato in cima. Contiene le ceneri di Dervia, un mucchietto di fosfati di calcio, zolfo e carbonio, l’unica cosa che mi rimane di mia sorella.

Io e Nicola siamo seduti nel suo ufficio di pompe funebri a Seveso, in Brianza, le nostre posture sono quelle di due cospiratori alle prese con un colpo di stato. L’ufficio è pic-colo, già bollente alle otto del mattino, stipato di una mobi-lia cupa studiata apposta per mostrarsi solidale col dolore di chi varca la soglia.

«Ho bisogno che parli con il custode del cimitero, che lo avvisi del nostro arrivo e ti occupi dei dettagli burocratici, perché io non ne ho le forze. Poi, è o non è il tuo lavoro?» Non so neanche perché ora, alla supplica, si sia aggiunta la stizza, visto che Nicola non mi è sembrato contrario all’idea di questo viaggio per riportare in Sicilia le ceneri di Dervia. Posso addirittura azzardare che sia stato felice della mia proposta, eppure ho paura che cambi idea all’ultimo mo-mento e mi lasci sola ad affrontare rimorsi che potrebbero farmi a pezzi, se non ci fosse qualcuno accanto a me ad ar-ginarli, a fare da scudo ai miei sensi di colpa per tutto il ma-le che ho fatto a mia sorella.

«Dervia non voleva essere cremata, me l’ha detto più di una volta, ma che altro dovevo fare?» Abbasso lo sguardo sul pavimento quando lo dico perché, sebbene non avessi alternative, questo mio scegliere per lei è l’ennesimo torto che le infliggo, l’ennesimo rifiuto ad ascoltare le sue ragio-

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