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LA PASSIONE DEL SIGNORE RIVELATA A SUOR JOSEFA MENENDEZ « Josefa, sposa e vittima del mio Cuore, ti parlerò della mia Passione, perché sia oggetto costante del tuo pensiero e perché essa apporti alle anime le confidenze del mio Cuore ». Nella Quaresima del 1923, Nostro Signore rivelò a Sorella Josefa Menèndez i sentimenti provati dal suo Cuore divino durante la sua Passione. Josefa riceveva in ginocchio le confidenze del Maestro, e mentre Egli parlava, scriveva. Con approvazione del Card. Pacelli, futuro Pio XII Lavanda dei piedi 22 febbraio 1923 « Comincerò a scoprirti i sentimenti che inondavano il mio Cuore, mentre lavavo i piedi ai miei Apostoli. « Li convocai tutti e dodici. Non volli escludere nessuno. Vi si trovava Giovanni, il discepolo prediletto, e Giuda, che di lì a poco m'avrebbe consegnato ai miei nemici. « Ti dirò perché volli riunirli tutti e perché incominciai a lavar loro i piedi: « Li riunii tutti, perché era quello il momento in cui la mia Chiesa doveva presentarsi al mondo; e presto non vi sarebbe stato che un solo Pastore per tutte le greggi. « Volevo anche insegnare alle anime che quantunque cariche di peccati atroci; non le escludo dalle mie grazie, né le separo dalle anime più amate; vale a dire che riunisco le une alle altre nel mio Cuore, e che do loro le grazie di cui abbisognano. « Ma qual dolore provai in quell'ora sapendo che l'infelice Giuda rappresentava tutte le anime che pur tante volte raccolte ai miei piedi, tante volte lavate nel mio Sangue, si sarebbero egualmente perdute per sempre. « Sì, in quel momento volli insegnare ai peccatori che non devono allontanarsi da me, neppure quando sono in peccato, pensando che non vi è più un rimedio e che mai più saranno amati come prima di aver peccato. No, povere anime! Non sono questi i sentimenti di un Dio, che ha sparso tutto il suo Sangue per voi!...

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LA PASSIONE DEL SIGNORE RIVELATA A SUOR JOSEFA

MENENDEZ

« Josefa, sposa e vittima del mio Cuore, ti parlerò della mia Passione, perché sia

oggetto costante del tuo pensiero e perché essa apporti alle anime le confidenze del mio

Cuore ».

Nella Quaresima del 1923, Nostro Signore rivelò a Sorella Josefa Menèndez i sentimenti

provati dal suo Cuore divino durante la sua Passione. Josefa riceveva in ginocchio le

confidenze del Maestro, e mentre Egli parlava, scriveva.

Con approvazione del Card. Pacelli, futuro Pio XII

Lavanda dei piedi

22 febbraio 1923

« Comincerò a scoprirti i sentimenti che inondavano il mio Cuore, mentre lavavo i piedi

ai miei Apostoli.

« Li convocai tutti e dodici. Non volli escludere nessuno. Vi si trovava Giovanni, il

discepolo prediletto, e Giuda, che di lì a poco m'avrebbe consegnato ai miei nemici.

« Ti dirò perché volli riunirli tutti e perché incominciai a lavar loro i piedi:

« Li riunii tutti, perché era quello il momento in cui la mia Chiesa doveva presentarsi al

mondo; e presto non vi sarebbe stato che un solo Pastore per tutte le greggi.

« Volevo anche insegnare alle anime che quantunque cariche di peccati atroci; non le

escludo dalle mie grazie, né le separo dalle anime più amate; vale a dire che riunisco le

une alle altre nel mio Cuore, e che do loro le grazie di cui abbisognano.

« Ma qual dolore provai in quell'ora sapendo che l'infelice Giuda rappresentava tutte le

anime che pur tante volte raccolte ai miei piedi, tante volte lavate nel mio Sangue, si

sarebbero egualmente perdute per sempre.

« Sì, in quel momento volli insegnare ai peccatori che non devono allontanarsi da me,

neppure quando sono in peccato, pensando che non vi è più un rimedio e che mai più

saranno amati come prima di aver peccato. No, povere anime! Non sono questi i

sentimenti di un Dio, che ha sparso tutto il suo Sangue per voi!...

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« Venite tutti a Me e col mio Sangue tornerete candidi come la neve. Immergete i vostri

peccati nell'acqua della mia Misericordia; nessuno sarà capace di strappare dal mio

Cuore l'Amore che vi porto!... ».

Il cenacolo

25 febbraio

« Continuerò a dirti i miei segreti d'amore...

« Volli lavare i piedi dei miei apostoli per mostrare alle anime quanto desidero che siano

candide e pure quando mi ricevono nel Sacramento dell'amore.

« Fu anche per rappresentare il Sacramento della Penitenza nel quale le anime, che

hanno avuto la disgrazia di cadere in peccato, possono lavarsi e ricuperare il primitivo

candore ».

« In quell'ora tanto prossima alla Redenzione del genere umano, il mio Cuore non poteva

contenere l'ardore che lo divorava; e perché era infinito l'amor mio per gli uomini, non

volli lasciarli orfani.

« Per vivere quindi con essi fino alla consumazione dei secoli e dimostrare tutta la mia

tenerezza volli diventare loro alimento, loro sostegno, loro vita, loro tutto...

« Ah! quanto vorrei far conoscere a tutte le anime i sentimenti del mio Cuore! Quanto

bramo che tutte siano penetrate dell'amore che m'infiammava quando nel cenacolo

istituii il Sacramento dell'Eucaristia.

« In quel momento vidi tutte le anime, che nel corso dei secoli si sarebbero cibate del

mio Corpo e del mio Sangue; e anche tutti gli effetti divini prodotti in moltissime di loro

da tale Cibo.

« In quante anime questo Sangue immacolato avrebbe generato purezza e verginità! In

quante avrebbe acceso la fiamma dell'amore e dello zelo! Quante anime, anche dopo

aver commesso molti e gravi peccati, indebolite dalle passioni, sarebbero ritornate a Me

e avrebbero ritrovato vigore nutrendosi del Pane dei forti!

« Ah, chi potrà penetrare i sentimenti del mio Cuore in quei momenti... sentimenti

d'amore, di gioia, di tenerezza... Ma quanta fu pure l'amarezza che inondò il mio Cuore!

».

L'Eucaristia e i peccatori

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2 marzo

« Voglio palesare alle mie anime la tristezza che inondò il mio Cuore durante la Cena;

poiché se fu grande la mia gioia nel farmi compagno degli uomini fino alla fine dei

secoli e divino alimento delle anime loro. e se vedevo il gran numero di essi che mi

avrebbe reso omaggio d'adorazione, di riparazione e d'amore... non fu però minore la

tristezza causatami dalla vista di quanti m'avrebbero lasciato nella solitudine del

Tabernacolo, e di quelli che non avrebbero creduto alla presenza reale...

« In quanti cuori macchiati di peccato avrei dovuto entrare... e quante volte la mia Carne

e il mio Sangue così profanati sarebbero diventati motivo di condanna per quelle anime!

« Ah, come vidi in quel momento tutti gli oltraggi, i sacrilegi e le abbominazioni orribili

che si sarebbero commesse contro di Me! Quante ore avrei dovuto passare nella

solitudine del Tabernacolo! Quante notti! E quante anime avrebbero rifiutato gli amorosi

inviti che dal Tabernacolo avrei fatto loro udire!

« Per amore delle anime, rimango prigioniero nell'Eucaristia, affinché in tutte le loro

pene e nei loro dolori possano venire a consolarsi col più tenero dei Cuori, col migliore

dei Padri, col più fedele degli amici. Ma quest'amore che si consuma per il bene delle

anime non è corrisposto!... Abito fra i peccatori per diventare la loro salvezza e la loro

vita, medico e medicina di tutte le malattie causate dalla natura corrotta... e in cambio

essi si allontanano da Me, mi oltraggiano, mi disprezzano!...

« Poveri peccatori! Non allontanatevi! Vi aspetto nel Tabernacolo!... Non vi

rimprovererò i vostri delitti... non vi rinfaccerò il vostro passato... ma lo laverò nel

Sangue delle mie Piaghe... Non temete dunque... Venite a Me... Non sapete quanto vi

amo?... ».

L'Eucaristia e le anime consacrate

6 marzo

« Nel momento d'istituire l'Eucaristia vidi presenti tutte le anime privilegiate che

dovevano cibarsi del mio Corpo e del mio Sangue, e i differenti effetti prodotti in esse.

Per alcune il mio Corpo sarebbe rimedio alla loro debolezza, per altre fuoco divoratore

che consumerebbe la loro miseria e le accenderebbe d'amore.

« Ah, perché tante anime diventano per il mio Cuore causa di tristezza, dopo che Io le ho

ricolmate di carezze e d'ogni bene? Non sono lo sempre lo stesso? Sono forse cambiato

con voi? No, Io non cambierò mai; e fino alla fine dei secoli vi amerò con tenerezza e

predilezione.

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« So che siete piene di miserie, ma per questo non ritrarrò da voi il mio più tenero

sguardo; ansiosamente vi aspetto, non solo per alleviare. le vostre pene, ma per

ricolmarvi di nuovi benefici.

« Se vi chiedo amore, non me lo negate; è molto facile amare Colui che è lo stesso

Amore.

« Se chiedo qualche cosa che costa alla vostra natura, vi do anche la grazia e la forza

necessaria. « Vi ho scelto perché siate il mio conforto. Lasciatemi entrare nell'anima

vostra, e se non vi è nulla che sia degno di Me, ditemi con umiltà e fiducia: "Signore,

vedete quali frutti e quali fiori produce il mio giardino. Venite ad insegnarmi ciò che

debbo fare affinché oggi possa cominciare a sbocciare in me il fiore che Voi desiderate ".

« Credi tu che fra le anime scelte non ve ne siano alcune che mi danno pena?...

Persevereranno tutte? Questo è il grido di dolore che esce dal mio Cuore; questo il

gemito che voglio far udire alle anime ».

L'Eucaristia meraviglia dell'amore sconosciuto

7 marzo

« Scrivi quello che soffrì il mio Cuore in quell'ora quando cioè non potendo contenere il

fuoco d'amore che mi consumava, inventai la meraviglia dell'Amore nell'Eucaristia.

« Avendo presenti tutte le anime che si ciberebbero di questo Pane divino, vidi pure e

sentii tutta la freddezza di tante fra quelle predilette... di tante anime consacrate, che

avrebbero ferito il mio Cuore. Vidi quelle, che lasciandosi vincere dall'abitudine, dalla

stanchezza, dal disgusto, cadrebbero a poco a poco nella tiepidezza.

« Io sto nel Tabernacolo, e aspetto... Desidero che quell'anima venga a ricevermi, che mi

parli con la confidenza di una sposa, che mi chieda consiglio, e solleciti le mie grazie...

« Vieni, le dico, dimmi tutto; dimmi tutto con intera confidenza... chiedi dei peccatori...

offriti per riparare... promettimi che oggi non mi lascerai solo... guarda se il mio Cuore

desidera da te qualche cosa che mi possa dar conforto.

« Questo m'aspettavo da quell'anima, e da tante altre... Ma quando si avvicinano e mi

ricevono sotto le Specie Eucaristiche, appena appena mi dicono una parola... Hanno

sempre fretta: sono preoccupate, stanche, contrariate.

« Sono inquiete per la propria salute, angustiate per i loro affari... in ansietà per la

famiglia... non so che dire... sono fredda, desidero uscir di chiesa, non mi occorre nulla...

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« Ahimé, così mi consoli, anima da me eletta, e che tutta la notte ho atteso con tanta

impazienza? « Celebrando il Santo Sacrificio, ricevendomi ogni mattina nel suo cuore, il

Sacerdote mi parla

forse delle anime di cui è responsabile? Ripara le offese che ricevo da quel peccatore?

Mi chiede la forza per disimpegnare bene il suo ministero, lo zelo per lavorare per la

salvezza del suo gregge? Mi darà egli tutto il suo amore? Potrò riposarmi in lui come nel

mio discepolo tanto amato? ».

« L'Eucaristia è invenzione d'amore, è vita e forza delle anime, è rimedio a tutte le

malattie dello spirito, è viatico per chi passa dal tempo all'eternità.

« I peccatori ritrovano in essa la vita dell'anima; le anime tiepide, il calore che le rinforza;

le anime pure, soave, dolcissimo alimento; le fervorose, riposo e soddisfazione a tutti i

loro ardenti desideri; le perfette, ali per librarsi e tendere a maggiore perfezione.

« Infine le anime religiose trovano nell'Eucaristia il loro nido, il loro amore, ed inoltre il

simbolo dei benedetti e sacri vincoli, che le uniscono intimamente e inseparabilmente

allo Sposo Divino ».

Getsemani

12 marzo

« Josefa, vieni con Me nel Getsemani; lascia che l'anima tua si riempia di quei medesimi

sentimenti, di quell'amara tristezza che inondarono la mia in quell'ora.

« Dopo aver predicato alle turbe, curato gli infermi, dato la vista ai ciechi, risuscitato i

morti... dopo aver vissuto tre anni in mezzo agli Apostoli per istruirli e affidar loro la

mia dottrina, avevo infine insegnato coll'esempio a sopportarsi vicendevolmente,

lavando loro i piedi e facendomi loro cibo.

« Si avvicina l'ora per la quale il Figlio di Dio s'era incarnato... Redentore del genere

umano, Egli avrebbe sparso il suo Sangue e dato la sua vita per il mondo.

« In quell'ora, volli pormi in orazione e offrirmi a compiere la volontà del Padre mio.

« Anime care! Imparate dal vostro modello, che l'unica cosa necessaria, quantunque alla

natura ripugni, è il sottomettersi umilmente e l'offrirsi a fare la volontà di Dio.

« Volli anche insegnare alle anime, che ogni azione importante dev'essere preceduta,

preparata e vivificata dalla preghiera, perché nell'orazione l'anima si rinvigorisce per

affrontare le difficoltà e Dio le si comunica, consigliandola, inspirandola; ancorché essa

non se ne accorga.

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« Mi ritirai nell'Orto degli Ulivi con tre miei discepoli per insegnare a voi, anime care al

mio Cuore, che le tre potenze dell'anima debbono accompagnarvi ed aiutarvi

nell'orazione.

« Ricordate con la memoria i benefici divini, le perfezioni di Dio, la sua bontà, il suo

potere, la sua misericordia, l'amore che vi porta. Cercate poi con

l'intelletto in qual modo potete corrispondere alle meraviglie che ha fatto per voi...

Lasciate che la volontà si scuota, desiderando fare per Dio più e meglio; consacratevi

alla salvezza delle anime, sia con le opere apostoliche, sia con la vita umile e nascosta,

sia ritirandovi silenziose nella preghiera. Prostratevi umilmente come creature alla

presenza del Creatore, e adoratene i disegni sopra di voi qualunque essi siano,

sottomettendo la vostra alla divina sua volontà.

« Così m'offersi, per attuare l'opera della Redenzione del mondo.

« Ah, che momento fu quello in cui sentii piombare su di Me tutti i tormenti che avrei

dovuto soffrire durante la passione: le calunnie, gli insulti, gli schiaffi, i flagelli, la

corona di spine, la sete, la croce!... Tutto si affollò dinanzi ai miei occhi e dentro il mio

Cuore, e nel medesimo istante vidi le offese, i peccati, le abbominazioni che si

commetterebbero nel corso dei secoli, e non solamente li vidi, ma mi sentii ricoperto

di tutti quegli orrori... e così rivestito d'ignominia, mi presentai al Padre celeste per

implorare misericordia.

« Mi offersi come garante per calmare la sua collera e placare l'ira sua. Ma sotto il peso

di tanti peccati e di tanti delitti la mia natura umana provò tale terribile angoscia, tale

agonia mortale da sudarne sangue..

« Oh, anime che mi fate soffrire in tal modo! Sarà questo Sangue salute, vita per voi?

Sarà possibile che tale angoscia, tale agonia e tal Sangue restino inutili, per tante anime?

».

Il sonno degli Apostoli

13 marzo

« Continuiamo la nostra meditazione: vieni accanto a Me, e quando mi vedrai immerso

in un oceano di tristezza, seguimi mentre cercherò i tre discepoli rimasti ad una certa

distanza.

« Li avevo presi con Me perché mi aiutassero partecipando alla mia angoscia... perché

pregassero con Me; per riposarmi in essi... Ma... come esprimere ciò che provò il mio

Cuore quando, cercandoli, li trovai addormentati?... Come è triste trovarsi soli, senza

potersi confidare con coloro che ci circondano!

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« Quante volte soffre il mio Cuore, e volendo trovar sollievo presso le anime che più

amo, vado loro incontro, e le trovo addormentate!...

« Anime care! desidero insegnarvi quant'è inutile e vano cercar sollievo nelle creature!

Quante volte esse sono addormentate e invece di trovar in loro il conforto che andiamo

cercando, ce ne torniamo tristi, perché non comprendono, né corrispondono al nostro

desiderio, al nostro amore! ».

« Tornando quindi alla preghiera, mi prostrai nuovamente, adorando il Padre, e gli chiesi

aiuto: « Padre mio! ». Non dissi: « Dio mio ». Quando soffrite maggiormente, voi pure

dovete chiamare Iddio, col dolce nome di « Padre », invocarlo, domandargli conforto,

esponendogli le vostre pene, i vostri timori, e ricordargli, gemendo, che siete suoi figli.

Ditegli che l'anima vostra non ne può più... che suda sangue.. che il vostro cuore è tanto

oppresso da sembrare che gli venga meno la vita... che il vostro corpo soffre e più non

resiste.

« Chiedete con confidenza di figli e siate certi che il Padre vostro vi consolerà, e darà la

forza necessaria per superare la tribolazione vostra o delle anime a voi affidate ».

« L'anima mia triste e desolata, pativa angoscie mortali... Mi sentii oppresso dal peso

della più nera ingratitudine...

« Il sangue, che usciva da tutti i pori del mio corpo, e che fra poco avrei versato da tutte

le mie ferite, sarebbe riuscito inutile ad un gran numero d'anime che si sarebbero

perdute... Moltissime mi avrebbero offeso, e molte non mi avrebbero conosciuto!

« Spargerò il mio Sangue per tutte, e i miei meriti saranno applicati ad ognuna... Sangue

divino... Meriti infiniti... e pur tuttavia inutili per tante e tante anime!...

« Questo fu il calice che accettai e bevvi fino alla feccia!

« Tutto per insegnarvi, anime care, a non indietreggiare di fronte ai patimenti e a non

crederli inutili, anche se non ne vedete il frutto, che però sempre otterrete. Sottomettete il

giudizio e lasciate che in voi si compia la volontà divina ».

Tradimento di Giuda

14 marzo

« Dopo essere stato confortato dall'Angelo inviatomi dal Padre mio, vidi avvicinarsi

Giuda, uno dei miei dodici Apostoli, e dietro a lui tutti quelli che dovevano catturarmi.

Avevano in mano corde, bastoni, pietre, e ogni genere di strumenti, per impossessarsi di

Me...

« M'alzai e avvicinandomi a loro dissi: " Chi cercate? ".

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« Frattanto Giuda, posandomi le mani sulle spalle, mi baciò!... Ah! che fai Giuda, che

significa questo bacio?

« E qui potrei dire a tante anime: Che fate?... perché mi tradite con un bacio?

« Anima ch'Io amo... dimmi, tu che vieni a Me, che mi ricevi nel tuo petto... mentre più

di una volta mi dirai che mi ami, non mi consegnerai poi ai miei nemici quando uscirai

di qui? Ben sai che mi feriscono fortemente... voglio dire conversazioni che mi

offendono!...

« E tu che mi hai ricevuto oggi, che mi riceverai domani, perderai il candore prezioso

della mia grazia?

« Continuerai tu in quell'impresa che ti insozza le mani? Non sai che non è lecito il

mezzo col quale acquisti quel denaro, o raggiungi quella posizione, o ti procuri quel

benessere?

« Guarda... fai come Giuda... adesso mi ricevi e mi baci; fra qualche minuto o fra

qualche ora mi

prenderanno i miei nemici e tu stesso darai loro il segno di riconoscimento...

« Con quell'amicizia non solo mi leghi e mi lapidi: ma sei anche causa che un'altra

persona mi maltratti e mi lapidi come te!

« Perché mi tradisci così, anima che mi conosci e che in varie occasioni ti glorii di essere

pia e di esercitare la carità?

« Anima tanto amata! perché ti lasci trasportare da quella passione? Non ti chiedo che tu

ti senta libera, perché ciò non è in tuo potere, ma che tu lotti... Bada che il godimento di

pochi istanti, sarà poi oggetto della tua perdizione come i trenta denari coi quali Giuda

mi vendette.

« Quante anime mi hanno venduto e mi venderanno a prezzo vilissimo d'un piacere

illecito, momentaneo, passeggero... Ah, povere anime!... Chi cercate? Me? Quel Gesù

che conoscete, che avete amato e col quale avete pattuito alleanza eterna?

« Lasciate che vi dica una parola: "Vegliate e pregate "... Lottate senza tregua e non

lasciate che le vostre inclinazioni ed i vostri difetti diventino abituali ».

« Le anime che peccano" gravemente, mi consegnano al nemico, e l'arma con la quale

mi feriscono è il peccato...

« Però non sempre si tratta di peccati gravi, specialmente fra le mie anime elette. Molte

di esse coi loro difetti abituali, con le cattive inclinazioni non combattute, con le

concessioni alla natura immortificata, con le mancanze di carità, mi consegnano

ugualmente ai miei nemici, se non perché mi uccidano, perché mi maltrattino. E se è

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cosa tanto triste ricevere un'offesa d'ingratitudine da un'anima qualsiasi, assai più

dolorosa è l'offesa che proviene da chi è particolarmente amato...

« Sì, anime che ho scelto per farne il mio luogo di riposo, il giardino delle mie delizie;

da voi aspetto maggior tenerezza, maggior delicatezza, più grande amore...

« Da voi attendo il balsamo che mi chiuda le ferite; voi mi asciugherete il volto divino

deturpato e sfigurato; mi aiuterete a illuminare tante anime cieche, che nell'oscurità della

notte m'afferrano e mi legano per darmi la morte.

« Non lasciatemi solo... Destatevi e venite, perché già sono arrivati i miei nemici... ».

15 marzo

« Quando i soldati si avvicinavano per prendermi, dissi loro: " Sono Io ". Questa

medesima parola ripeto all'anima prossima a cadere nella tentazione: Sono Io... Sì, sono

lo... Sei ancora in tempo a ritirarti e se vuoi, io ti perdonerò; così invece di legarmi tu

con le corde del peccato, ti stringerò Io coi legami d'amore.

« Vieni, Io sono Colui che ti ama, ed ha tanta compassione della tua debolezza, Colui

che aspetta ansiosamente per riceverti fra le sue braccia.

« Ah! che tristezza per Me, quando, dopo aver detto tutto questo alle anime, pur tuttavia

alcune mi legano e mi trascinano egualmente alla morte! ».

« Ma era giunta l'ora mia, quella in cui dovevo consumare il sacrificio. Lasciando ogni

libertà ai soldati, a loro mi consegnai con la mitezza di un agnello... Mi condussero a

casa di Caifa, dove fui ricevuto con insulti e beffe e dove uno dei servi mi diede il primo

schiaffo!

« Ah, Josefa!... Comprendi questo... il primo schiaffo!... Mi fece forse più male dei colpi

della flagellazione?... No, ma in quel primo schiaffo, vidi il primo peccato mortale di

tante anime! Di quelle anime che dopo essere vissute nella mia grazia avrebbero

commesso il primo peccato grave... e dopo il primo, quanti e quanti ancora... e quante

anime trascinate con l'esempio alla medesima sventura... ».

La negazione di Pietro

16 marzo

« Gli Apostoli mi avevano abbandonato!... Pietro, mosso da curiosità, rimase nascosto

tra i servi. Intorno a Me si trovavano solo accusatori che cercavano di accumulare accuse

di delitti inesistenti, per accendere contro di Me la collera di quei giudici tanto iniqui. Mi

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chiamarono perturbatore dell'ordine pubblico, profanatore del sabato, falso profeta.La

soldatesca eccitata dalle calunnie, procedeva contro di Me con grida e minacce.

« Dove eravate voi, Apostoli e Discepoli, testimoni della mia vita, della mia dottrina, dei

miei miracoli?

« Ah, di tutti coloro dai quali aspettavo una prova d'amore, nessuno rimase per

difendermi. Mi trovai solo e circondato da soldati, che a guisa di lupi affamati mi

cercavano per divorarmi.

« Vedete come mi maltrattano; uno mi schiaffeggia e chi mi ricopre di sputi immondi; e

chi ride, e mi schernisce.

« Mentre il mio Cuore si offre a soffrire questi supplizi, Pietro, che avevo costituito

Capo della mia Chiesa e che poche ore prima aveva promesso di seguirmi fino alla

morte... Pietro ad una semplice domanda, mi rinnega; la paura s'impossessa di lui, e al

ripetersi della domanda, giura che non mi conobbe mai, che mai fu mio discepolo.

« Ah, Pietro, tu giuri che non conosci il tuo Maestro!... ed interrogato una terza volta,

rispondi imprecando orribilmente! ».

« Anime care!... non sapete quant'è grande l'amore e la tristezza del mio Cuore, nei

momenti in cui mi vedo abbandonato e rinnegato dalle mie anime elette.

« Vi dirò come a Pietro: Anima che tanto ho amato, non ricordi più le prove d'amore che

t'ho dato?... Dimentichi i vincoli che a Me ti stringono?

Dimentichi quante volte hai promesso di essermi fedele e di difendermi?

« Non confidare in te stessa... perché ti perderai: ma se ricorri a Me con umiltà e fiducia,

non temere, sarai ben sorretta...

« Anime che vivete circondate da tanti pericoli... non mettetevi, per vana curiosità,

nell'occasione di peccare, perché come Pietro cadrete!... ».

« Quando dai soldati fui condotto nella prigione, attraversando uno degli atri, vidi Pietro

tra la folla... lo guardai... i nostri occhi s'incontrano... Quante volte io fisso un'anima ed

essa volge lo sguardo altrove... non mi vede... è cieca... la chiamo per nome e non mi

risponde; le mando qualche tribolazione, perché si desti dal sonno, ed essa non vuole

scuotersi...

« Anime care, se non guardate il cielo, vivrete come gli esseri privi di ragione... Alzate la

testa e guardate la patria che vi aspetta. Cercate il vostro Dio e lo vedrete sempre con lo

sguardo fisso su di voi; in quel suo sguardo troverete pace e vita ».

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La prigione

17 marzo

« Contemplami nella prigione dove passai gran parte della notte. I soldati m'insultavano

con parole e con atti; dandomi chi uno spintone, chi una percossa...

« Al termine della notte, stanchi di Me, mi lasciarono solo chiuso in un ambiente oscuro,

umido e fetido, dove, seduto su di una pietra, il mio corpo indolenzito, rimase presto

intirizzito dal freddo...

« Confrontiamo ora la prigione col Tabernacolo... e soprattutto col cuore degli uomini...

« Nella prigione passai parte di una notte... Quante notti passo Io nel Tabernacolo?...

« Nella prigione mi oltraggiarono i soldati che erano miei nemici... Nel Tabernacolo mi

maltrattano e mi insultano anime, che mi chiamano " Padre "... Nella prigione soffrii

freddo, sonno, fame, vergogna, dolore, tristezza, solitudine, desolazione...

« Vedevo nel corso dei secoli tanti Tabernacoli nei quali mi sarebbe mancato il rifugio

dell'amore... Quanti cuori gelidi sarebbero stati per Me come la dura pietra della

prigione!...

« Quante volte avrei avuto sete d'amore, sete di anime!

« Quanti giorni aspetto nel Tabernacolo che un'anima venga a visitarmi... a ricevermi nel

suo cuore! Quante volte ho fame delle mie anime... della loro fedeltà, della loro

generosità!...

« Sapranno calmare queste ansie? Sapranno dirmi nei loro momenti dolorosi: questo

servirà per confortare la tua tristezza, per tenerti compagnia nella tua solitudine?

« Nella prigione provai grande vergogna udendo parole orribili pronunciate contro di

Me... e tale vergogna si accrebbe al pensiero che simili parole uscirebbero un giorno da

labbra amatissime...

« Quando le mani sudice e ripugnanti dei soldati scaricavano su di me schiaffi e percosse,

vidi come molte volte sarei stato poi schiaffeggiato e colpito da tante anime che senza

purificarsi dai peccati mi avrebbero ricevuto nel loro cuore, e mi avrebbero inflitto, coi

loro peccati abituali, ripetuti colpi.

« Se volete darmi prova del vostro amore, apritemi il vostro cuore, perchè possa farne la

mia prigione.

« Legatemi con le catene del vostro amore...

« Ricopritemi con le vostre attenzioni più delicate...

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« Cibatemi con la vostra generosità... dissetatemi col vostro zelo.

« Consolate la mia tristezza e la mia desolazione con la vostra purezza e rettitudine

d'intenzione.

« Se volete ch'io riposi in voi, evitate il tumulto delle passioni; udirete la mia voce che

dirà al vostro cuore: " Io sarò il tuo riposo per tutta l'eternità; per te che con tanta

vigilanza e amore mi procuri la dimora nel tuo cuore, la mia ricompensa non avrà limiti...

Non rimpiangerai i sacrifici che avrai fatti per Me durante la vita.... " ».

L'imitazione del Divino Prigioniero

20 marzo

« Ascolta dunque i desideri del mio Cuore!

« Il pensiero di tante anime alle quali avrei più tardi ispirato il desiderio di seguire le mie

orme, mi consumava d'amore!...

« Durante quelle ore di prigione lo le vedevo mie fedeli imitatrici, imparare da Me la

mansuetudine, la pazienza, la serenità; non solo accettando il patimento e il disprezzo,

ma perfino amando chi le perseguita; ed anche sacrificarsi per i loro nemici come lo

stesso mi sacrificai.

« Oh, come si accendeva ognor più il desiderio di compiere perfettamente la volontà del

Padre mio! E in quelle ore di solitudine, in mezzo a tanto dolore, come mi offrivo per

riparare la sua gloria oltraggiata!... ».

« Così voi anime religiose, che di trovate nella prigione scelta dall'amore, voi che più

d'una volta passate agli occhi degli uomini come esseri inutili e forse nocivi: non temete!

Lasciate che gridino contro di voi e nelle ore di solitudine e di dolore, fate che il vostro

cuore si unisca intimamente a Dio, unico oggetto del vostro amore. Riparatene la gloria

oltraggiata da tanti peccati!... ».

Il mio Regno non è di questo mondo

« All'alba del giorno seguente, Caifa ordinò che mi conducessero da Pilato, perché

pronunciasse la sentenza di morte.

« Questi mi interrogò con grande sagacia, desiderando trovar materia di condanna, ma

nello stesso tempo la coscienza gli rimordeva e gli faceva temere l'ingiustizia che stava

per commettere contro di Me.

« Infine trovò modo di liberarsi di Me e comandò che mi conducessero da Erode.

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In Pilato sono fedelmente rappresentate le anime che sentono il pungolo della grazia e

quello delle passioni, e dominate dal rispetto umano e accecate dall'amor proprio,

temendo di sembrare ridicole, lasciano passare il momento della grazia... ».

« A tutte le domande di Pilato, Io nulla risposi; ma quando mi disse: "Sei tu il Re dei

Giudei? " allora seriamente e gravemente replicai: " Tu lo hai detto: Io sono Re, però il

mio Regno non è di questo mondo ".

« Con queste parole volli insegnare a molte anime che, presentandosi un'occasione di

dolore, di sofferenza o d'umiliazione che forse potrebbero evitare, debbono rispondere

generosamente: " Il mio Regno non è di questo mondo"; ossia: non cerco lodi umane; la

mia Patria non è qui; io riposerò in quella che è veramente Patria, ora compirò

coraggiosamente il mio dovere senza tener conto dell'opinione del mondo ».

In casa di Erode

« Pilato comandò che mi portassero alla presenza di Erode, uomo corrotto che solo

cercava il piacere, lasciandosi trasportare da passioni disordinate. Si compiacque di

vedermi comparire al suo tribunale, poiché sperava divertirsi alle mie spalle, coi miei

miracoli.

« Considerate, anime care, il ribrezzo ch'Io provai alla presenza del più ripugnante fra gli

uomini... mentre le sue parole, le sue domande, i suoi gesti e le sue mosse mi coprivano

di confusione.

« Anime pure e verginali! venite, circondate e difendete lo Sposo vostro! Erode

s'aspettava ch'Io rispondessi alle sue domande sarcastiche e derisorie, ma Io non aprii

bocca; mi chiusi, in sua presenza, nel più profondo silenzio.

« Il silenzio fu allora la maggior prova che potessi dargli della mia dignità. Le sue parole

oscene non meritavano d'incontrarsi con le mie purissime.

« Intanto il mio Cuore stava intimamente unito al Padre celeste. Mi struggevo dal

desiderio di dare alle anime il mio Sangue fino all'ultima goccia.

« Il pensiero di tutte quelle che più tardi dovevano seguirmi conquistate dal mio esempio

e dalla mia liberalità, m'infiammava di amore, e non solo gioivo in quell'interrogatorio,

ma desideravo correre al supplizio.

« Lasciai che mi trattassero da pazzo e mi coprissero di una veste bianca in segno di

burla e di derisione... dopo di ciò, tra furiose grida, venni ricondotto a Pilato ».

La flagellazione

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« Osserva come quest'uomo timoroso e codardo, non sappia che cosa fare di Me; per

sedare il tumulto della folla, ordina che Io sia flagellato.

« Guardate come sono rappresentate in Pilato le anime che mancano di coraggio e di

generosità per romperla energicamente con le esigenze del mondo

e della natura. Invece di seguire ciò che la coscienza suggerisce, cedono ad un capriccio,

si concedono una leggera soddisfazione, capitolano in parte alle esigenze della passione...

indi, per far tacere i rimorsi, dicono a se stesse: " Già mi sono privato di questa cosa e di

quest'altra ".

« Io non dirò che una sola parola a qualcuna di queste anime: " Come Pilato mi fai

flagellare... già hai fatto un passo; domani ne farai un altro. Credi di calmare così la tua

passione! No... presto essa ti chiederà di più e siccome non avesti coraggio di lottare

contro la natura in cosa lieve, avrai assai minor forza, quando l'occasione sarà più forte ".

« Contemplatemi, anime tanto care al mio Cuore, mentre mansueto come un agnello mi

lascio condurre al terribile e ignominioso supplizio della flagellazione.

« Sopra il corpo, già coperto di piaghe e sfinito dalla stanchezza i carnefici scaricano

colpi crudeli .dalla corde e con verghe. Ed è tanta la violenza con cui mi feriscono che le

mie ossa ne rimangono scosse con terribile dolore... La forza delle battiture mi produsse

ferite innumerevoli...

« Il sangue schizzava da tutto il mio corpo, ridotto ormai in tale stato da somigliare più a

un mostro che ad un essere umano.

« Ah, come potete contemplarmi in questo mare di dolori e di amarezza, senza che il

vostro cuore si muova a compassione?

« Contemplate le mie ferite e vedete se c'è altri che tanto abbia sofferto per dimostrarvi il

suo amore!... ».

La coronazione di spine

22 marzo

« Quando le braccia di quei crudeli furono stanche a forza di menar colpi sul mio corpo,

mi posero sulla testa una corona di rami spinosi poi sfilarono davanti a Me dicendo: "Re,

noi ti salutiamo!".

« Alcuni mi sputavano addosso, altri m'insultavano... altri ancora menavano nuovi colpi

sul capo; ognuno aggiungeva nuovo dolore a quelli che già sfinivano il mio corpo.

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« Considerate come con quella corona Io abbia voluto espiare i peccati di superbia di

tante anime, che si lasciano soggiogare dalle false opinioni del mondo, desiderandone

eccessivamente la stima. Permisi che mi coronassero di spine e che in tal modo la mia

testa soffrisse terribilmente per riparare con volontaria umiltà, la ripugnanza e le

orgogliose pretese con le quali tante anime ricusano di seguire il cammino tracciato dalla

Provvidenza.

« Invano tenterete d'ingannare voi stesse, pensando di seguire la volontà di Dio, e

facendo invece la vostra... non troverete la vera pace, né la contentezza che solo

s'incontra nell'adempimento della volontà divina e nella piena sottomissione a quanto ci

chiede.

« Vi sono persone che al momento di decidere l'inizio di un nuovo genere di vita,

riflettono ed esaminano i desideri del loro cuore. A volte trovano in colei o in colui al

quale pensano di unirsi solide basi per una vita cristiana e pia; osservano che adempie i

suoi doveri di famiglia, che possiede il necessario per soddisfare i desideri di felicità...

Ma la vanità e l'orgoglio sopravvengono ad oscurare lo spirito... Si lasciano allora

trasportare dalla smania di figurare, di arricchire... Si affannano quindi nella ricerca di

chi, essendo più ricco e più elevato, possa soddisfare maggiormente le loro ambizioni!...

Ah, quanto si comportano stoltamente!... No, dirò loro, non troverete la vera felicità in

questo mondo; e voglia Dio che la troviate nell'altro! ... State attenti, perché vi mettete in

gran pericolo!... ».

« Parlerò a quelle anime che chiamo alla vita perfetta. Quante illusioni in coloro che mi

dicono di essere disposti a fare la mia volontà e invece affondano sul mio capo le spine

della corona!...

« Vi sono anime che veramente voglio per Me: e conoscendole e amandole desidero

collocarle dove, nella mia sapienza infinita, vedo che troveranno

quant'è necessario per giungere alla santità. Là mi farò da loro conoscere, là esse mi

daranno più conforto, più amore e più anime!...

« Ma anche qui, quante delusioni! Alcune accecate dall'orgoglio, da superbia o meschina

ambizione, piena la testa di pensieri vani e inutili, rifiutano di seguire la via tracciata dal

mio Amore...

« Coronato di spine e coperto di un manto di porpora, i soldati mi presentarono di nuovo

a Pilato.

« Ma questi, non trovando in Me nessun delitto che meritasse condanna, mi rivolse varie

domande chiedendomi per qual motivo non rispondevo, pur sapendo che egli aveva su di

Me ogni potere... Ruppi allora il silenzio e gli dissi:

- Non avresti potere alcuno su di Me se non ti fosse stato dato dall'alto; ma è necessario

che si compiano le Scritture.

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« Chiusi di nuovo le labbra abbandonandomi al mio Padre celeste!

« Pilato, turbato per l'avvertimento ricevuto dalla moglie, e perplesso fra i rimorsi della

coscienza e il timore che il popolo si ammutinasse contro di lui, cercava un mezzo per

liberarmi... Mi espose perciò alla vista della plebe nel pietoso stato in cui mi trovavo

dopo la flagellazione, proponendo di darmi la libertà e condannare al mio posto un mal-

fattore: Barabba... Ma ad una voce la plebe rispose:

- Che Gesù muoia e che Barabba sia messo in libertà.

« Anime che mi amate, osservate come venni posto in paragone con un malfattore,

guardate come

mi abbassarono al livello del più perverso fra gli uomini... Udite le urla furiose contro di

Me! Vedete con quale rabbia chiedono la mia morte. Non crediate che la mia natura

umana non provasse ripugnanza e dolore... Al contrario, volli sentire in Me tutte le

vostre ripugnanze, dandovi così un esempio che vi fortifichi in ogni circostanza della

vita.

« Anime elette, la vostra felicità e la vostra perfezione non consistono nel seguire i gusti

e le inclinazioni della natura, nell'essere conosciute o sconosciute dalle creature,

nell'impiegare o nell'occultare il talento che Dio v'ha dato... ma nell'unirvi e conformarvi

per amore e con piena adesione alla volontà di Lui, a ciò che Egli vi chiede per la sua

gloria e per la vostra santificazione ».

Gesù condannato

24 marzo

« Medita per un momento l'indicibile martirio del mio Cuore, tanto tenero e delicato,

quando si vide posposto a Barabba...

« Rammentai in quel momento tutta la tenerezza della Madre mia... quando Essa mi

stringeva al suo Cuore! Ricordai tutti gli sforzi e la fatica sopportata dal mio padre

adottivo per dimostrarmi il suo amore. Si presentarono alla mia memoria i benefici da

Me liberalmente sparsi su quel popolo ingrato... concedendo la vista ai ciechi, ridonando

la salute agli infermi e l'uso delle membra a quelli che l'avevano perduto! Rifocillando le

turbe e risuscitando i morti!...

« Ed ora, eccomi da loro ridotto nello stato più spregevole! Sono il più odiato fra gli

uomini... condannato a morte come un infame assassino!... Pilato ha pronunciato la

sentenza! Anime care, meditate intensamente quanto ebbe a soffrire il mio Cuore ». La

disperazione di Giuda

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« Dal momento in cui mi consegnò nell'Orto degli Ulivi, Giuda errò fuggiasco, non

potendo far tacere il grido della coscienza che l'accusava del più orribile sacrilegio.

Quando poi gli giunse la notizia della mia condanna a morte, si lasciò prendere da tre-

menda disperazione e si impiccò.

« Chi potrà comprendere l'acuto dolore del mio Cuore vedendo gettarsi alla perdizione

eterna, quell'anima che aveva passato tre anni alla mia scuola d'amore, ascoltando la mia

dottrina, ricevendo il mio insegnamento, udendo tante volte dalle mie labbra parole di

perdono per i più grandi peccatori?

« Ah, Giuda! perché non vieni a gettarti ai miei piedi, affinché Io ti perdoni? Se non osi

avvicinarti a Me, per paura di coloro che mi circondano e mi maltrattano con tanto

furore, almeno guardami... vedresti come subito il mio sguardo si poserebbe su di te!».

« Anime che vi trovate irretite nei più grandi peccati... se per più o meno tempo siete

vissute errabonde e fuggiasche a causa dei vostri delitti, se i falli di cui siete colpevoli vi

hanno accecato e indurito il cuore: se per seguire qualche passione siete cadute nei più

gravi disordini, ah, non lasciate che la disperazione s'impossessi di voi, quando i com-

plici del vostro peccato vi abbandoneranno, o quando la vostra anima si renderà conto

della sua colpa! Fin che all'uomo resta un soffio di vita può sempre ricorrere alla

Misericordia e implorare il perdono.

« Se siete ancor giovane e gli scandali della vita passata vi hanno lasciato in uno stato di

degradazione di fronte agli uomini, non temete! Quantunque il mondo vi disprezzi, vi

tratti da scellerati, v'insulti e vi abbandoni, siate sicuri che il vostro Dio non vuole che

diventiate preda delle fiamme dell'inferno. Egli desidera che vi avviciniate a Lui, per

perdonarvi. Se non osate parlargli, rivolgetegli almeno uno sguardo, un sospiro del cuore

e subito vedrete che la sua mano benefica e paterna vi condurrà alla fonte del perdono e

della vita.

« Se per malizia avete passato la maggior parte della vita nel disordine e

nell'indifferenza, e già prossimi all'eternità sentite che la disperazione cerca di tenervi

chiusi gli occhi, non vi lasciate ingannare; c'è ancor tempo per il perdono, ascoltate bene:

se vi restasse anche un secondo solo di vita, approfittatene, perché anche con quello

soltanto, potete guadagnare la vita eterna!

« Se la vostra esistenza trascorse nell'ignoranza e nell'errore, se siete stati causa di gravi

danni agli uomini, alla società, alla religione, e se per una circostanza qualunque,

riconoscete il vostro errore, non lasciatevi accasciare dal peso delle colpe, né

dal male di cui siete stati strumento; al contrario, lasciando che la vostra anima si

compenetri nel più vivo pentimento, inabissatevi nella fiducia, ricorrete a Colui che

sempre attende e perdona ».

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« Lo stesso accade se si tratta di un'anima che, passati i primi anni della vita nella fedele

osservanza dei miei comandamenti, perduto poi il primitivo fervore, si è lasciata

trascinare a vita comoda e tiepida...

« Può darsi che un giorno una forte scossa la ridesti; allora la vita le apparirà inutile,

vuota, senza meriti per l'eternità.

« Il demonio, con infernale invidia, l'assedia in mille modi, ispirandole scoraggiamento,

tristezza ed esagerando la gravità delle colpe, finirà coll'immergerla nella paura e nella

disperazione.

« Anima che mi appartieni, non far caso di questo nemico crudele... quando senti la

mozione della grazia, prima che incominci la lotta, ricorri al mio Cuore, chiedigli che

versi una goccia del suo sangue sull'anima tua... Vieni a Me! Tu sai dove lo mi trovo,

celato sotto il velo della fede. Solleva questo velo e dimmi con tutta confidenza le tue

pene, le tue miserie, le tue cadute... e non temere per il passato. Il mio Cuore lo ha

sommerso nell'abisso della misericordia. La tua vita trascorsa ti renderà umile e ti sarà

occasione di meriti; se vuoi darmi la maggior prova d'amore, abbi fiducia e conta sul mio

perdono. Credi che i tuoi peccati non sorpasseranno mai la mia misericordia... essa è

infinita... ».

La via del Calvario

26 marzo, lunedì santo

« Josefa, seguimi per la via del Calvario, ove salgo esausto sotto il peso della croce.

« Mentre il mio Cuore era in un abisso di tristezza per l'eterna perdizione di Giuda, i

carnefici crudeli, insensibili al mio dolore, mi caricarono sopra le spalle una croce, dura

e pesante, sopra la quale doveva consumarsi il Mistero della Redenzione del mondo.

« Contemplatemi Angeli del Cielo! Guardate il Creatore di tutte le meraviglie, quel Dio

che gli spiriti celesti adorano, salire il Calvario portando sulle spalle il legno santo e

benedetto, che presto riceverà il suo ultimo respiro!

« Guardatemi pure voi, anime che desiderate essere mie imitatrici fedeli. Il mio corpo

martoriato dagli atroci supplizi, cammina senza forza, bagnato

di sudore e di sangue... Soffro... senza che nessuno compatisca al mio dolore... La folla

mi accompagna, ma nessuno ha pietà di me!... Tutti mi circondano come lupi affamati,

desiderosi soltanto di divorare la preda.

La mia stanchezza è così grande e la croce così pesante, che cado esausto!... Guarda

come mi rialzano quegli inumani e brutali; uno mi afferra per il braccio, l'altro mi tira

per le vesti, ch'erano aderenti alle ferite, altri m'afferrano pel collo, altri pei capelli...

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alcuni mi sferrano addosso terribili colpi, con pugni e calci. La croce cade sopra di me e

sotto il suo peso si aprono sul mio corpo nuove ferite.

« Il mio volto batte sulle pietre... e il sangue scorre annebbiandomi gli occhi; così con

tutta la faccia imbrattata di polvere e di sangue sono divenuto l'oggetto più ripugnante

del mondo! ».

Incontro con la Santa Vergine

« Seguitemi per alcuni momenti ancora e fra poco mi vedrete alla presenza della Madre

mia Santissima. Essa, col Cuore trafitto dal dolore, viene ad incontrarmi per due motivi:

per trovare maggior forza nel dolore alla vista del suo Dio... e per infondere, con l'eroico

suo atteggiamento, coraggio al Figlio suo per continuare l'opera della Redenzione.

« Meditate il martirio di questi due Cuori: ciò che mia Madre più ama al mondo è il

Figlio suo... Lungi dal poterlo sollevare, sa tutto quello che la sua presenza aggiunge alle

mie sofferenze.

« Per me nulla vi è di più caro che mia Madre: e non soltanto non posso consolarla, ma

anzi so benissimo che il pietoso stato in cui mi trovo, procura al suo Cuore una pena

simile alla mia: la morte che io soffro nel corpo, mia Madre la soffre nell'anima!...

« Ah, come si fissano su di me i suoi sguardi e come gli occhi miei si fissano su di Lei.

Non pronunciammo una parola: ma quante cose si dissero i nostri Cuori con quel

doloroso sguardo.

« Sì, mia Madre assistette a tutti i tormenti della mia Passione, perché per rivelazione

divina tutti le

furono presenti allo spirito! Inoltre, alcuni miei discepoli, quantunque da lontano per

paura dei Giudei, cercavano di informarsi di tutto, e ne informavano la Madre mia.

Quando ella seppe che era già stata pronunciata la sentenza di morte, uscì subito ad

incontrarmi e più non mi abbandonò fino alla sepoltura! ».

Il Cireneo

27 marzo

« La folla si avanza verso il Calvario...

« Quegli uomini iniqui, temendo di vedermi morire prima di giungere al termine del

supplizio, si mettono d'accordo per cercare qualcuno che m'aiuti a portare la croce!

Requisiscono perciò, nelle vicinanze, un uomo chiamato Simone.

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« Guardalo dietro a Me mentre m'aiuta a portare la croce, e considera anzitutto due cose.

« Quell'uomo, quantunque di buona volontà, è un mercenario, perché pur

accompagnandomi e prendendo parte al peso della croce, lo fa perchè "costretto ". Infatti

quando prova stanchezza soverchia, lascia che il peso gravi sopra di Me, ed lo per questo

cado due volte ancora.

« Egli m'aiuta dunque a portare la croce, ma solo in parte, ossia non tutta la croce.

« Vediamo il senso simbolico di queste due circostanze ».

« Vi sono molte anime che camminano così dietro a Me. Come il Cireneo accettano di

aiutarmi a portare la croce, ma pensano anche al loro conforto.

« Molte cioè accettano di seguirmi, e a tale scopo abbracciano la vita religiosa, ma non

abbandonano per questo il loro interesse, vacillano e lasciano cadere la mia croce,

quando questa pesa troppo. Cercano il modo di soffrire il meno possibile, patteggiano la

loro abnegazione, evitano quanto possono l'umiliazione e la stanchezza... e ricordano

forse con rimpianto quel che lasciarono, si procurano certe comodità, certi sollievi. In

una parola vi sono anime tanto interessate e tanto egoiste, le quali Mi seguono ma per il

loro vantaggio più che per il mio... rassegnandosi a sopportare solo ciò che non possono

evitare... Esse così mi aiutano a portare solo una piccola parte della mia croce e lo fanno

in tal modo che appena acquistano i meriti necessari alla loro salvezza... Nell'eternità

esse vedranno quanto rimasero lontano dalla via che dovevano percorrere...

« Vi sono al contrario anime, e non sono poche, le quali mosse dal desiderio della loro

salvezza e soprattutto dall'amore che loro ispira la vista di quanto ho sofferto, si

risolvono a seguirmi generosamente sulla via del Calvario, abbracciano la vita perfetta,

si consacrano al mio servizio, e non per portare soltanto una parte della mia croce, ma

tutta intera. Il loro unico desiderio è darmi riposo... consolarmi... e si offrono a tale

scopo, per tutto ciò che la mia volontà possa loro chiedere, e cercano solo quanto a Me

può far piacere. Non pensano né ai meriti, né alla stanchezza, né ai patimenti, che ver-

ranno per esse. La sola cosa che esse tengono presente è l'amore che vogliono

dimostrarmi e la consolazione che mi procurano.

« Se la mia croce si presenta sotto la forma della malattia, se si nasconde sotto

un'occupazione contraria ai loro gusti, o poco conforme alle loro attitudini, se è

accompagnata dall'indifferenza delle persone che la circondano, esse l'accettano

interamente sottomesse.

« Supponete ora che piene di buoni desideri, mosse soltanto dal grande amore al mio

Cuore e da zelo per le anime, esse facciano tutto quello che più ritengono opportuno in

tale o tal'altra circostanza, ma che invece dell'esito che aspettavano, raccolgano

umiliazioni, dispiaceri, delusioni... Ebbene, queste anime accettano tutto, e in ogni cosa

vedendo la mia croce, l'adorano e di essa si servono per procurare la mia maggior gloria.

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« Ah, queste anime sono quelle che veramente mi aiutano a portare la croce senz'altro

interesse, né altro compenso che il mio amore... Sono quelle che veramente mi

consolano e mi glorificano.

« Siate dunque certi che se voi non vedrete il risultato dei vostri patimenti e della vostra

abnegazione, non per questo i vostri atti saranno vani e sterili: essi daranno al contrario

frutti abbondanti. « L'anima che veramente ama non tiene conto di ciò che ha sofferto, né

di quanto ha lavorato; né aspetta quella o questa ricompensa; cerca solo quanto riesce di

maggior gloria al suo Dio... Per Lui non ricusa pene o fatica. Non si agita, non s'inquieta,

né perde la pace se si vede contrariata ed umiliata, perché l'unico motivo delle sue azioni

è l'amore ».

La crocifissione

28 marzo

« Siamo giunti alla vetta del Calvario! La folla si agita, perché si avvicina il terribile

momento... Estenuato dalla fatica, posso appena appena camminare!...

« Tre volte sono caduto nel tragitto.

« Una per dare ai peccatori abituati al peccato la forza di convertirsi, l'altra per

incoraggiare le anime che cadono per la debolezza e rianimare quelle accecate dalla

tiepidezza e dall'ingratitudine, invitandole a riprendere serenamente la via della virtù; la

terza per aiutare le anime ad uscire dal peccato nell'ora della morte.

« Vedi di quali crudeltà mi fanno oggetto quei carnefici dal cuore indurito! Prendendo la

croce, la stendono al suolo; mi strappano le vesti che col sangue si erano rapprese alle

ferite, e queste si riaprono.

« Guardate, anime care! quale vergogna e confusione nel vedermi in quello stato dinanzi

a quella folla immensa! Qual dolore per l'anima mia...

« I carnefici mi strappano la tunica che con tanta cura la Madre mi aveva tessuto... la

sorteggiano... Quale dolore per mia Madre presente alla scena!...

Quanto avrebbe desiderato di avere quella tunica tinta e imbevuta del mio sangue!...

« L'ora è giunta... I carnefici mi stendono sulla croce, mi afferrano le braccia, le tirano

per farle giungere ai fori, già preparati per i chiodi.

« Tutto il mio corpo è violentemente stiracchiato, la mia testa è scossa da un lato all'altro

e le spine della corona penetrano sempre più profondamente.

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« Udite il primo colpo di martello, che mi inchioda la mano destra... Risuona fino alle

profondità della terra!... Ascoltate ancora... già mi inchiodano la mano sinistra... dinanzi

a tale spettacolo il Cielo si commuove, gli angeli si prostrano! Io mantengo un profondo

silenzio... né un lamento, né un gemito sfugge dalle mie labbra!...

« Dopo aver inchiodato le mani, i carnefici stirano crudelmente i piedi... le piaghe si

aprono... i nervi si strappano... le ossa si slogano... Il dolore è intenso... I miei piedi sono

trapassati... e il mio sangue bagna la terra!... ».

« Contemplate un istante quelle mani e quei piedi insanguinati... quel corpo ignudo

coperto di ferite e di sangue... Quel capo trafitto d'acute spine, bagnato di sudore,

ricoperto di polvere e intriso di sangue!...

« Ammirate il silenzio, la pazienza e la piena rassegnazione con cui accetto tali patimenti.

« Chi è Colui che soffre così, vittima di tali ignominie?... E' il Figlio di Dio!... Colui che

ha fatto il

cielo e la terra, il mare e tutto ciò che esiste... Colui che ha creato l'uomo... che tutto

sostiene con il suo potere infinito. Ora è qui immobile... disprezzato... spogliato di tutto...

Ma presto una moltitudine di anime lo seguirà; per imitarlo tutto abbandoneranno:

fortuna, benessere, onore, famiglia, patria, paghe solo di provargli l'amore a cui ha diritto.

« I soldati rivoltano la croce per ribattere i chiodi; per impedire che col peso del mio

corpo si stacchino e mi lascino cadere. Il mio corpo dà così alla terra il bacio della pace!

Mentre i colpi di martello risuonano nello spazio, sulla vetta del Calvario si compie il

più ammirabile spettacolo! A richiesta della Madre mia che, osservando quanto succede,

né potendomi aiutare, implora la misericordia del Padre, legioni d'Angeli scendono a

sostenere il mio corpo adorabile, impedendo che strisci sulla terra e venga schiacciato

dal peso della croce!... ».

« Contempla il tuo Gesù steso sulla croce... immobile, nudo, infamato, disonorato, privo

di libertà... tutto gli è stato tolto...

« Nessuno s'impietosisce al suo dolore... anzi Egli è oggetto di nuovi scherni, tormenti e

beffe.

« Se mi ami veramente, a che cosa non sarai disposta per somigliare a Me? Che cosa

potrai ricusare per obbedirmi... compiacermi.. e consolarmi? Prostrati a terra e lascia che

ti dica una parola: " Che la mia volontà trionfi in te!

Che il mio amore ti consumi! Che la tua miseria mi glorifichi! " ».

Le sette parole

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29 marzo, venerdì santo

« Accompagnami sino alla fine e partecipa al mio dolore.

« Già hanno inalberata la croce!... Ecco l'ora della Redenzione del mondo!

« Sono oggetto di burla per la folla... ma sono pure oggetto d'ammirazione e d'amore per

molte anime!... Questa croce, finora strumento di supplizio, sul quale finivano i

malfattori, d'oggi in poi, sarà luce e pace per il mondo!

« Nelle mie piaghe sacratissime troveranno i peccatori perdono e vita!... Il mio Sangue

laverà e cancellerà le macchie dei loro peccati ».

« Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!... ».

« Non hanno veramente conosciuto Colui che è la vita loro. Ed hanno scaricato su di Lui

tutto il furore delle loro iniquità!... Ma lo ti prego, o Padre mio!... scarica su di loro tutta

la forza della tua Misericordia ».

« Oggi sarai meco in Paradiso ».

« La tua fede nella misericordia del tuo Salvatore ha cancellato i tuoi delitti, essa ti

conduce alla vita eterna... ».

« Donna, ecco tuo Figlio ».

« Madre mia! ecco i miei fratelli!... proteggili, amali ».

« Non siete soli, voi, per cui ho dato la vita.

« Ora avrete una Madre alla quale potete ricorrere in tutte le vostre necessità... Vi ho

unito tutti

a me con vincolo strettissimo nel dare a voi la mia propria Madre!... ».

« Dio mio! Dio mio! Perché mi hai abbandonato? ».

« Sì, l'anima ha già il diritto di dire al suo Dio: - Perché mi hai abbandonato? Infatti,

compiuto il mistero della Redenzione, l'uomo torna ad essere figlio di Dio, fratello di

Gesù Cristo, erede della vita eterna.. ».

« Ho sete ».

« Oh! Padre mio!... ho sete della tua gloria!... ed ecco ormai giunta l'ora... d'oggi in poi

vedendo avverate le mie parole, il mondo conoscerà che Tu mi hai mandato e ne sarai

glorificato...

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« Ho sete della tua gloria! Sete d'anime!... e per trovare refrigerio a questa sete, ho

sparso fino all'ultima goccia il mio sangue.

« Perciò posso dire: Tutto è consumato ».

« E' compiuto il grande Mistero d'Amore, per il quale Dio diede in balìa della morte il

proprio Figlio, per ridonare la vita all'uomo... Son venuto al mondo per fare la tua

volontà. Padre mio! essa è compiuta!... ».

« Nelle tue mani affido lo spirito mio ».

“A Te offro l'anima mia! Così le anime che adempiono la mia volontà possono dire

veramente: tutto è consumato! Signore mio, Dio mio! Ricevi l'anima mia; la rimetto

nelle mani tue ».