LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E I LUOGHI DELLA COMUNITÀ · La riflessione con cui voglio...

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Verso una rinnovata responsabilità civile capace di soddisfare domande e bisogni LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E I LUOGHI DELLA COMUNITÀ Regionale Lombardia Boario, 11 marzo 2013 Relazione di Sergio Veneziani

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Verso una rinnovata responsabilità civilecapace di soddisfare domande e bisogni

L A PARTECIPAZIONE DEI CITTADINIE I LUOGHI DELLA COMUNITÀ

Regionale Lombardia

Boario, 11 marzo 2013Relazione di Sergio Veneziani

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Le immagini utilizzate sono rilasciate sotto licenza Creative Commons Attribuzione Non Commerciale.Gli autori: pag. 3 Jesse Kruger; pag. 9 Mitch98000; pag. 13 Jamesongravity; pag. 41 esc861; pag. 49 pennstatenews.

Gli ho chiesto di quei tempi,quando ancora eravamo così giovani,ingenui, impetuosi, sciocchi, sprovveduti.

È rimasto qualcosa, tranne la giovinezza- mi ha risposto.

da “Il vecchio professore” di Wislawa Szymborska

Inseguendo l’ombra,il tempo invecchia in fretta.

Crizia, filosofo presocratico

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OuverturePersone, relazione, comunità:

la forza del volontariato

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Il congresso è un momento importante, un’occasione diconfronto ma anche un momento di riflessione per tuttinoi. La riflessione con cui voglio iniziare la mia relazione diapertura è sui volontari, cuore e grande ricchezza dellanostra associazione.Per noi di Auser, infatti, l’attività di volontariato è un eserciziodi democrazia e non un semplice appagamento dellacoscienza. Il volontario non è solo socialmente utile ma èanche un soggetto eticamente necessario che crea valorie legami sociali, beni relazionali e capitale sociale.

Questo volontariato è la grande ricchezza, il cuore e ilmotore di Auser.

La natura propria del volontariato non è solo servizio marapporto d’incontro: conta, quindi, non solo la quantità deiservizi erogati, ma la loro qualità. Volontariato è ricercadella relazione con l’altro, riconosciuto come soggettotitolare di diritti. Volontariato, per Auser, è una scelta eticae di giustizia sociale, esercizio di cittadinanza attiva,responsabile e solidale.

Nei giorni scorsi ho letto una definizione di volontario chemi ha particolarmente colpito: I volontari rappresentanoquella sorta di pionieri che spesso riescono a unire al lorosenso ideale anche una progettualità realizzativa nonindifferente.

Mi è sembrata perfetta per descrivere i nostri volontariperché…… il volontario Auser sperimenta, innova, personalizza equindi rende flessibili i suoi interventi… il volontario Auser non offre solo un servizio ma creauna relazione con la persona… il volontario Auser mette liberamente a disposizione ilproprio tempo per l'attività di aiuto alla persona, riconosciutacome soggetto titolare di diritti, e di aiuto alla comunitàper rafforzarne la coesione e il capitale sociale.

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Cosciente del proprio ruolo, costruttore di benessere epatrimonio umano e sociale di Auser, informato sui valorifondamentali dell’associazione, i principi su cui essa si fondae gli scopi che si prefigge, il volontario Auser è una personaparticolare.

È una persona che vuole conoscere altre persone, curiosadella vita e delle sue infinite possibilità, ha voglia di fare,di partecipare, di sapere e di aiutare.È una persona libera, che scopre nel proprio impegno unmodo nuovo di essere protagonista e mettere a frutto lecompetenze e le esperienze che nella vita si è costruito.A volte è un giovane che ha voglia di stare con altri giovanio che ha scoperto come il rapporto con persone di un’altragenerazione possa essere un’occasione per conoscere megliose stesso e gli altri.O anche è semplicemente una persona che trova piacerenel donare una parte del suo tempo agli altri.In ogni caso, il volontario Auser è una persona che traesoddisfazione dalla propria voglia di esserci, dalle attivitàben fatte per migliorare la propria visione del mondo.Affronta i propri impegni con la stessa responsabilità eserietà con cui affronterebbe un lavoro ben pagato o i suoiruoli familiari.

È anche grazie a questo atteggiamento dei suoi volontariche Auser può assicurare alle persone e agli enti con cuicollabora una risposta sicura, continua, certa e affidabile.Per il volontario Auser, dono e gratuità rappresentano unvalore morale, di solidarietà e di grande valenza sociale.Il volontariato è un’azione che aiuta le persone che nebeneficiano ma serve altrettanto al volontario poiché glipermette di sentirsi parte attiva della comunità e di esprimerele sue qualità per una cittadinanza consapevole.Tuttavia, fare il volontario in una struttura organizzata comeAuser significa qualcosa in più.Richiede che tra volontario e associazione si stabilisca unrapporto di mutua partecipazione, interesse e contenuto,che si esprime attraverso la condivisione dei principi, deivalori, degli scopi e del proprio operato.

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Auser stabilisce con i volontari un Patto Etico, Morale eSolidale del Volontariato attraverso il quale la personacondivide la Carta dei Valori e lo Statuto, mette a disposizionela propria esperienza e disponibilità per favorire lo sviluppodelle attività svolte, affinché sia possibile, nel limite dellerispettive competenze, non dire mai di no alle diversefragilità e bisogni di aiuto.

La nostra azione volontaria parte innanzitutto da una letturadei bisogni e delle condizioni sociali in cui vivono le personenelle diverse comunità territoriali e da uno sguardo a ciòche avviene nel mondo in un rapporto con le organizzazioniimpegnate nella solidarietà internazionale.

Al centro della nostra iniziativa ci sono la persona, la sualibertà, i suoi diritti. Dalla lettura delle condizioni socialidelle persone ci proponiamo, attraverso le nostre azioni eattività, di dare voce e sostegno a chi si trova nelle condizionidi povertà, di negazione del diritto all’istruzione e alla salute,di discriminazione di genere, di età, di etnia, di culto etc.

Su questi temi la nostra azione è innanzitutto di denunciapubblica di queste condizioni al fine di contribuire a farprendere coscienza di queste disuguaglianze, promuoverepercorsi di giustizia e azioni di sostegno per migliorare lecondizioni di vita delle persone, valorizzando le loro capacitàdi base, intervenendo in particolare nelle aree più poveredel mondo e, dove è necessario, nei paesi europei.

Ai volontari di Auser Lombardia va quindi il mioringraziamento.Grazie a loro nel 2012 abbiamo potuto realizzare oltre800.000 interventi e assistere 140.000 persone.Grazie a loro, che hanno percorso complessivamente8.000.000 di chilometri e messo a disposizione 2.200.000ore di volontariato, abbiamo potuto aiutare le comunità,oltre che le persone, a vivere meglio.Grazie a loro sono state gestite iniziative di volontariatocivico che in Lombardia hanno coinvolto 700.000 persone.

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Come diciamo spesso, se potessimo valorizzare dal puntodi vista finanziario il risultato dell’attività dei nostri volontariemergerebbero numeri così significativi da far impallidireanche alcune grandi imprese!

Ma voglio fare un’altra riflessione pensando al valore chequesta attività ha per il volontario e non solo per ilbeneficiario.I nostri volontari escono migliori dalla relazione con lepersone che aiutano: il dono del proprio tempo agli altrirende infatti più ricchi.I nostri volontari vengono riconosciuti per strada, vengonochiamati anche quando il problema non va segnalato adAuser ma all’amministrazione comunale, vengono coinvoltiin tante iniziative diverse. Potremmo dire che, in particolarenei piccoli comuni, il volontario Auser ha uno stigma positivo.

Lo stigma di chi offre la propria attività di volontariato inmodo personale, spontaneo e gratuito, esclusivamente perfini di solidarietà.

Dobbiamo compiere una scelta sempre più convinta di unvolontariato svolto prevalentemente da anziani ma apertoall’impegno di persone di tutte le età. La ricerca di nuovivolontari, la formazione, il loro riconoscimento sociale deveessere per noi una costante nella quale impegnare risorsee iniziative. Questo aspetto è ancora più importante se siconsidera il valore della gratuità del servizio offerto daivolontari.

Dopo questa doverosa riflessione sui nostri volontari, la miarelazione toccherà diversi punti: vi chiedo di seguirmi in unpercorso che cerca di dare ordine a quello che abbiamofatto insieme in questi ultimi 15 anni di vita della nostraassociazione. E, dato che non ci sono segreti da scoprirema concetti da sistematizzare, vi anticipo quello che saràil risultato di questo percorso: dimostrare che in Lombardiaesiste un modello Auser, che questo modello funziona e,soprattutto, che potrà funzionare ancora meglio in futuro.

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Come molti di voi amo la lirica: anche per questo ho pensatodi articolare il mio discorso prendendo a prestito alcunitermini dell’opera. Dopo questa - che possiamo chiamarel’ouverture - la relazione prevede tre atti e, naturalmente,un epilogo.

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Atto primo: la visionePrincipi, valori, partecipazione:

un punto di partenza

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sviluppare il volontariato, le attività di promozione sociale,l'educazione degli adulti, la solidarietà internazionale,con particolare riferimento alle persone anziane e airapporti intergenerazionalisostenere le persone, migliorarne la qualità della vita edelle relazioni, orientarle all'esercizio della solidarietàdifendere e sviluppare le capacità conoscitive e attive,anche residue, delle personepromuovere sul territorio reti associative e strutture diservizio a sostegno delle responsabilità familiari e diprossimità (buon vicinato) in sinergia con le istituzionipubblichepromuovere la cittadinanza attiva favorendo lapartecipazione responsabile delle persone alla vita e aiservizi della comunità locale, alla tutela, valorizzazioneed estensione dei beni comuni culturali e ambientali, alladifesa e all’ulteriore sviluppo dei diritti di tuttirinsaldare e rinnovare le comunità locali come realtàsolidali aperte, plurali, inclusive.

sviluppare il volontariato, le attività di promozione sociale,l'educazione degli adulti, la solidarietà internazionale,con particolare riferimento alle persone anziane e airapporti intergenerazionalisostenere le persone, migliorarne la qualità della vita edelle relazioni, orientarle all'esercizio della solidarietàdifendere e sviluppare le capacità conoscitive e attive,anche residue, delle personepromuovere sul territorio reti associative e strutture diservizio a sostegno delle responsabilità familiari e diprossimità (buon vicinato) in sinergia con le istituzionipubblichepromuovere la cittadinanza attiva favorendo lapartecipazione responsabile delle persone alla vita e aiservizi della comunità locale, alla tutela, valorizzazioneed estensione dei beni comuni culturali e ambientali, alladifesa e all’ulteriore sviluppo dei diritti di tuttirinsaldare e rinnovare le comunità locali come realtàsolidali aperte, plurali, inclusive.

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Oggi siamo arrivati a questo punto perché 15 anni faabbiamo avuto una visione, costruita partendo da principie valori in cui credevamo che sono riportati nella nostraCarta dei Valori.I nostri obiettivi erano, già allora:

Oggi siamo arrivati a questo punto perché 15 anni faabbiamo avuto una visione, costruita partendo da principie valori in cui credevamo che sono riportati nella nostraCarta dei Valori.I nostri obiettivi erano, già allora:

Va anche riconosciuta la nostra tradizione che ci ha semprevisto dalla parte dei lavoratori, dei pensionati e dei soggettipiù deboli della società. Infatti, moltissimi volontari che sisono avvicinati alla nostra associazione avevano avutodurante la loro vita lavorativa esperienza di delegato sindacaleo membro di consiglio di fabbrica. A loro veniva naturaletrasferire le proprie esperienze e le proprie competenzeorganizzative all’interno di Auser.La vecchiaia, la cittadinanza attiva, la presa in carico, lasussidiarietà e il mutualismo declinati poi nella telefoniasociale, nel volontariato civico, nell’educazione degli adulti,nelle attività di socializzazione, sono gli elementi su cuiabbiamo costruito la visione della nostra associazione edello sviluppo del welfare nella nostra società.

Va anche riconosciuta la nostra tradizione che ci ha semprevisto dalla parte dei lavoratori, dei pensionati e dei soggettipiù deboli della società. Infatti, moltissimi volontari che sisono avvicinati alla nostra associazione avevano avutodurante la loro vita lavorativa esperienza di delegato sindacaleo membro di consiglio di fabbrica. A loro veniva naturaletrasferire le proprie esperienze e le proprie competenzeorganizzative all’interno di Auser.La vecchiaia, la cittadinanza attiva, la presa in carico, lasussidiarietà e il mutualismo declinati poi nella telefoniasociale, nel volontariato civico, nell’educazione degli adulti,nelle attività di socializzazione, sono gli elementi su cuiabbiamo costruito la visione della nostra associazione edello sviluppo del welfare nella nostra società.

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La visione viene teoricamente definita come la proiezionedi uno scenario che un’organizzazione vuole vedere nelfuturo e che rispecchia i suoi valori, i suoi ideali e le sueaspirazioni. Non è un concetto astratto ma molto concreto:è proprio grazie alla capacità di visione di tante organizzazionise oggi il mondo è ricco di innovazione, tecnologia e nuoviservizi sempre più avanzati.

Cosa sognano le organizzazioni per il loro futuro? Per i loroservizi? Per i soggetti che ne fanno parte e per i beneficiari?E soprattutto, cosa fanno per fare sì che i loro sognisi trasformino in realtà? Cosa significa progettareun'organizzazione in funzione di una visione?La nostra organizzazione è diventata grande - così comemolte altre - perché ha avuto una visione che ha guidatole singole azioni e la sua strategia generale.

Ribadisco che senza visione non c’è futuro.Auser oggi è il frutto della visione di alcuni di noi che hannocapito l’importanza di costruire un rapporto profondo tral’associazione e il territorio. Una visione che si è tradottanella capacità di leggere i bisogni, dichiarati ma anchenascosti, delle persone e delle comunità e di immaginarequali potevano essere le possibili soluzioni.

Sono convito che senza visione non c’è rinnovamento.Avere una visione è una condizione indispensabile, inparticolare nei momenti di transizione o di difficoltà.E certamente quello che stiamo attraversando è un periododi grande cambiamento che richiede un ripensamentogenerale del sistema economico, del welfare, della politica.

Ma sono convinto che la visione da sola non sia sufficiente.È importante che sia accompagnata dalla capacità diprogettare, dalla volontà di fare rete, dall’impegno costante,dalla competenza, dalla credibilità, dalla volontà di tessererelazioni positive con le istituzioni… e da tante altre coseancora.

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Oggi siamo presenti in un comune su tre della Lombardiae la nostra rete è una grande rete. Se la nostra associazioneè cresciuta e può contare su 80.000 soci e oltre 10.000volontari è perché abbiamo avuto una visione ma anche lacapacità di dare concretezza al nostro pensiero.

Ma mi pare importante ricordare che la Lombardia è partedi una rete ancora più grande: come spesso diciamo troviuna sede Auser nel comune di Bormio in Valtellina maanche a Mazara del Vallo in Sicilia.

Oggi siamo presenti in un comune su tre della Lombardiae la nostra rete è una grande rete. Se la nostra associazioneè cresciuta e può contare su 80.000 soci e oltre 10.000volontari è perché abbiamo avuto una visione ma anche lacapacità di dare concretezza al nostro pensiero.

Ma mi pare importante ricordare che la Lombardia è partedi una rete ancora più grande: come spesso diciamo troviuna sede Auser nel comune di Bormio in Valtellina maanche a Mazara del Vallo in Sicilia.

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Atto secondo: il percorsoPassione, dialogo, confronto:

un impegno in crescendo

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In questi ultimi mesi ho riflettuto molto sul perché siamoarrivati fin qui: oggi credo di poter affermare che è perchénon abbiamo mai messo in secondo piano i nostri valori.Anche se, in un momento storico come quello che stiamoattraversando, alcuni valori che sembravano solidi eimmutabili vengono messi in dubbio e sono sottoposti aun’opera di smantellamento più che di revisione, noi siamoconvinti che la nostra Carta dei Valori sia più che mai attuale.Per qualcuno può sembrare quasi un obbligo assumerevalori nuovi e più moderni per non correre il rischio di essereritenuto ancorato al passato. Per noi no: il rinnovamentopuò (anzi deve) riguardare la governance della nostraassociazione, i servizi, l’approccio ai problemi, le modalitàdi intervento, ma non i valori.Noi non abbiamo mai rinunciato a dichiarare che libertà,uguaglianza e solidarietà sono valori che ci caratterizzanoe dai quali non possiamo né vogliamo prescindere.

Ma tornando al nostro percorso, credo di poter dire chesiamo a questo punto per diversi motivi. Ecco quelli chepenso possiamo considerare più importanti.

In questi ultimi mesi ho riflettuto molto sul perché siamoarrivati fin qui: oggi credo di poter affermare che è perchénon abbiamo mai messo in secondo piano i nostri valori.Anche se, in un momento storico come quello che stiamoattraversando, alcuni valori che sembravano solidi eimmutabili vengono messi in dubbio e sono sottoposti aun’opera di smantellamento più che di revisione, noi siamoconvinti che la nostra Carta dei Valori sia più che mai attuale.Per qualcuno può sembrare quasi un obbligo assumerevalori nuovi e più moderni per non correre il rischio di essereritenuto ancorato al passato. Per noi no: il rinnovamentopuò (anzi deve) riguardare la governance della nostraassociazione, i servizi, l’approccio ai problemi, le modalitàdi intervento, ma non i valori.Noi non abbiamo mai rinunciato a dichiarare che libertà,uguaglianza e solidarietà sono valori che ci caratterizzanoe dai quali non possiamo né vogliamo prescindere.

Ma tornando al nostro percorso, credo di poter dire chesiamo a questo punto per diversi motivi. Ecco quelli chepenso possiamo considerare più importanti.

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Siamo stati capaci di leggere l’evoluzione sociale in attoin LombardiaAbbiamo compreso l’importanza di lavorare per progettiAbbiamo introdotto il monitoraggio delle nostre attivitàAbbiamo creduto alla strategia dei dirittiAbbiamo scelto un modello organizzativo basatosull’autonomiaAbbiamo mantenuto rapporti positivi con CGIL e SPIAbbiamo voluto essere sempre aperti e inclusiviSiamo stati capaci di dialogare con le altre organizzazioniAbbiamo collaborato attivamente con le istituzioniAbbiamo dato valore alla cultura e all’educazionepermanenteSiamo stati capaci di pensare in modo diverso lasussidiarietàAbbiamo sempre lavorato con grande passioneAbbiamo avuto la fortuna di incontrare alcune personegiusteAbbiamo guardato il mondo con occhiali di genere.

Siamo stati capaci di leggere l’evoluzione sociale in attoin LombardiaAbbiamo compreso l’importanza di lavorare per progettiAbbiamo introdotto il monitoraggio delle nostre attivitàAbbiamo creduto alla strategia dei dirittiAbbiamo scelto un modello organizzativo basatosull’autonomiaAbbiamo mantenuto rapporti positivi con CGIL e SPIAbbiamo voluto essere sempre aperti e inclusiviSiamo stati capaci di dialogare con le altre organizzazioniAbbiamo collaborato attivamente con le istituzioniAbbiamo dato valore alla cultura e all’educazionepermanenteSiamo stati capaci di pensare in modo diverso lasussidiarietàAbbiamo sempre lavorato con grande passioneAbbiamo avuto la fortuna di incontrare alcune personegiusteAbbiamo guardato il mondo con occhiali di genere.

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Siamo stati capaci di leggere l’evoluzione sociale inatto in LombardiaIn questi anni abbiamo saputo far tesoro della nostracapacità di leggere le esigenze delle persone e dei territorie di vedere, forse prima di altri, la reale dimensione deicambiamenti demografici.Ma abbiamo saputo cogliere anche i mutamenti che stavanoavvenendo nella società (per esempio, con la crescita dimigranti nelle nostre città), i cambiamenti negli enti localie nei diversi attori che operano nel territorio.

Abbiamo capito che le condizioni di malessere sociale, diinesigibilità dei diritti, di progressivo impoverimento di vastistrati di popolazione erano accompagnati da condizioni disolitudine e di emarginazione in modo particolare per lepersone anziane e sole, per i soggetti fragili della societàlombarda.

Abbiamo capito che questi fenomeni avrebbero messo indiscussione la coesione sociale, la fiducia nelle persone enelle istituzioni, abbiamo indagato a lungo e profondamentequesti fenomeni, ci siamo resi conto che le manifestazionidi intolleranza sociale e razziale erano il prodotto di unrancore sociale generato dalla paura, dalla mancanza difiducia nelle persone e nel loro futuro.La comprensione del senso di abbandono che colpisce lepersone, sia nelle grandi periferie urbane sia nelle piccolecomunità lombarde, è stato il punto di partenza dell’iniziativadella nostra associazione.

Abbiamo capito che nonostante esistessero grandi e storicheassociazioni di volontariato e di promozione sociale, ladomanda d’aiuto, in relazione all’invecchiamento dellapopolazione, sarebbe esplosa e le forze in campo nonsarebbero state (come non lo sono tuttora) in grado di daretutte le risposte necessarie.

Abbiamo capito che si stava modificando la domanda distato sociale e si presentavano sul mercato disponibilitànuove (i nuovi pensionati, gli anziani autosufficienti,

Siamo stati capaci di leggere l’evoluzione sociale inatto in LombardiaIn questi anni abbiamo saputo far tesoro della nostracapacità di leggere le esigenze delle persone e dei territorie di vedere, forse prima di altri, la reale dimensione deicambiamenti demografici.Ma abbiamo saputo cogliere anche i mutamenti che stavanoavvenendo nella società (per esempio, con la crescita dimigranti nelle nostre città), i cambiamenti negli enti localie nei diversi attori che operano nel territorio.

Abbiamo capito che le condizioni di malessere sociale, diinesigibilità dei diritti, di progressivo impoverimento di vastistrati di popolazione erano accompagnati da condizioni disolitudine e di emarginazione in modo particolare per lepersone anziane e sole, per i soggetti fragili della societàlombarda.

Abbiamo capito che questi fenomeni avrebbero messo indiscussione la coesione sociale, la fiducia nelle persone enelle istituzioni, abbiamo indagato a lungo e profondamentequesti fenomeni, ci siamo resi conto che le manifestazionidi intolleranza sociale e razziale erano il prodotto di unrancore sociale generato dalla paura, dalla mancanza difiducia nelle persone e nel loro futuro.La comprensione del senso di abbandono che colpisce lepersone, sia nelle grandi periferie urbane sia nelle piccolecomunità lombarde, è stato il punto di partenza dell’iniziativadella nostra associazione.

Abbiamo capito che nonostante esistessero grandi e storicheassociazioni di volontariato e di promozione sociale, ladomanda d’aiuto, in relazione all’invecchiamento dellapopolazione, sarebbe esplosa e le forze in campo nonsarebbero state (come non lo sono tuttora) in grado di daretutte le risposte necessarie.

Abbiamo capito che si stava modificando la domanda distato sociale e si presentavano sul mercato disponibilitànuove (i nuovi pensionati, gli anziani autosufficienti,

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pensionati giovani e ancora integri fisicamente ementalmente).

Abbiamo capito che, soprattutto in Lombardia, si dovevacercare di mettere in relazione i due fenomeni.

Noi ci abbiamo provato e oggi il protagonismo delle personeanziane, tramite la cittadinanza attiva, è un pezzo, piccoloma importante, di un nuovo welfare territoriale e dicomunità.

I cambiamenti epocali derivanti dall’allungamento dellavita, dai processi di denatalità e di immigrazione apronoscenari sociali nuovi che trovano la società, le forze sociali,politiche, istituzionali impreparate a gestire e accompagnarel’evoluzione attraverso una nuova considerazione dellavecchiaia e nuovi rapporti intergenerazionali ed interculturalisostenuti da politiche, progetti culturali, sociali, assistenziali,sanitari innovativi.

L’inedita situazione demografica che caratterizza l’epocaattuale come il secolo degli anziani, mette a fuoco le sfideche vi sono da affrontare e che riguardano l’integrazionedelle persone anziane nella società, l’organizzazione socialee la messa in opera di politiche delle età che assicurino, atutte le generazioni, condizioni di esistenza degne e ruoliriconosciuti e compatibili con le loro capacità, che vannocontinuamente alimentate e sostenute, e i loro bisognisenza discriminazioni né esclusioni.

L’invecchiamento chiama in causa altresì la riprogettazionedelle città, dei suoi spazi urbani della sua vivibilità ambientalee sociale, della costruzione delle abitazioni, del superamentodelle barriere architettoniche e dell’innovazione delle diverseinfrastrutture a partire dai trasporti. In sostanza progettareuna città per tutte le età.

In questo senso l’invecchiamento non deve essereconsiderato come un periodo residuo bensì come un’epocadella vita nella sua interezza: da qui il concetto di arco della

pensionati giovani e ancora integri fisicamente ementalmente).

Abbiamo capito che, soprattutto in Lombardia, si dovevacercare di mettere in relazione i due fenomeni.

Noi ci abbiamo provato e oggi il protagonismo delle personeanziane, tramite la cittadinanza attiva, è un pezzo, piccoloma importante, di un nuovo welfare territoriale e dicomunità.

I cambiamenti epocali derivanti dall’allungamento dellavita, dai processi di denatalità e di immigrazione apronoscenari sociali nuovi che trovano la società, le forze sociali,politiche, istituzionali impreparate a gestire e accompagnarel’evoluzione attraverso una nuova considerazione dellavecchiaia e nuovi rapporti intergenerazionali ed interculturalisostenuti da politiche, progetti culturali, sociali, assistenziali,sanitari innovativi.

L’inedita situazione demografica che caratterizza l’epocaattuale come il secolo degli anziani, mette a fuoco le sfideche vi sono da affrontare e che riguardano l’integrazionedelle persone anziane nella società, l’organizzazione socialee la messa in opera di politiche delle età che assicurino, atutte le generazioni, condizioni di esistenza degne e ruoliriconosciuti e compatibili con le loro capacità, che vannocontinuamente alimentate e sostenute, e i loro bisognisenza discriminazioni né esclusioni.

L’invecchiamento chiama in causa altresì la riprogettazionedelle città, dei suoi spazi urbani della sua vivibilità ambientalee sociale, della costruzione delle abitazioni, del superamentodelle barriere architettoniche e dell’innovazione delle diverseinfrastrutture a partire dai trasporti. In sostanza progettareuna città per tutte le età.

In questo senso l’invecchiamento non deve essereconsiderato come un periodo residuo bensì come un’epocadella vita nella sua interezza: da qui il concetto di arco della

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vita e di ricostruzione di una forte solidarietà tra generazionie culture.

Tutto questo è potuto accadere grazie all’esperienza maanche alla sensibilità di molti nostri dirigenti che hannocercato le soluzioni prima che i problemi diventassero troppograndi e ingestibili.Molti anni fa ci siamo resi conto che l’invecchiamento dellapopolazione era un processo inarrestabile che poneva sfideenormi in termini di finanza pubblica, di qualità della vita,di sviluppo sociale.

Nel 2030 in Italia la popolazione tra i 55 e i 75 anniaumenterà di circa quattro milioni di unità, la metà deibambini nati oggi supererà probabilmente i 100 anni,l’aspettativa di vita sarà di 90 anni per le donne e di 85 pergli uomini.

Una ricerca realizzata dall’Università Bocconi per la RegioneLombardia ci dice che l’indice di vecchiaia - vale a dire ilrapporto tra la popolazione che supera i 65 anni e quellasino ai 14 anni - è cresciuto di 24 punti dal 1995 al 2010,passando da 121,5 a 141,9. E oggi nel 33% delle famiglielombarde vive almeno una persona che supera i 65 anni.

Sono dati positivi che possono essere letti come un successodella medicina e del mutato stile di vita. Ma sono dati chepreoccupano in quanto non sembrano esserci strategieadeguate per rispondere a quello che viene definito daalcuni come un allarme sociale.

Se pensiamo alla Lombardia (ma il problema riguarda tuttoil Paese), la situazione è particolarmente complessa perchéle trasformazioni demografiche e sociali si intrecciano aquelle economiche e politiche e ci mettono di fronte anecessità crescenti e all’urgenza di definire nuovi obiettividi sviluppo sia per la collettività sia per il singolo cittadino.

I tagli al bilancio pubblico stanno mettendo a rischio i servizialle persone, della sanità, della scuola, dell'ambiente,

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limitando di fatto il grado di tutela dei diritti sociali. L'analisidella spesa pubblica, che si colloca agli stessi livelli dei PaesiEuropei, indica che le risorse sono spese male e che nonesistono metodi efficienti di controllo, rendendo evidente,nel nostro Paese, la mancanza di una cultura del risultato.

Purtroppo, in questa particolare fase storica, stiamoassistendo allo smantellamento di quei diritti che credevamoacquisiti per sempre, diritti che, sotto la spinta della crisi edi una politica miope che non considera lo sviluppo sociale,rischiano di essere subordinati alle condizioni esterne,variabili a loro volta del mercato e della finanza.

Infatti, rispetto alle politiche socio-assistenziali, si assiste alfatto che questi stessi diritti stanno diventando marginalie residuali sia in riferimento agli altri comparti del welfaresia rispetto ai soggetti destinatari. Siamo in presenza diuna riduzione generalizzata delle prestazioni socialiofferte a livello locale e regionale e a un aumento dellacompartecipazione ai costi da parte degli utenti.

In ambito sanitario da anni sono stati definiti e utilizzati iLEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre in campoassistenziale non si registra analoga classificazione per idiritti essenziali sociali. C’è quindi un vuoto importante intema di diritti a prestazioni sociali ancora tutto da colmare.

Auser Lombardia e le associazione del Forum del TerzoSettore, da tempo impegnate al tavolo regionale suitemi del welfare, ribadiscono la disponibilità e l’impegnoa concorrere a un processo condiviso di riforma eammodernamento dell’intero sistema di welfare regionale.

È necessario un confronto ampio, approfondito, competentee partecipato in grado di definire una cornice, l’orizzontee i contenuti organizzativi di un’azione di riforma per unwelfare effettivo, efficace e sostenibile; un welfareuniversalistico in cui le istituzioni e il pubblico siano la cabinadi regia capace di valorizzare il protagonismo del territoriocon il concorso del privato sociale.

limitando di fatto il grado di tutela dei diritti sociali. L'analisidella spesa pubblica, che si colloca agli stessi livelli dei PaesiEuropei, indica che le risorse sono spese male e che nonesistono metodi efficienti di controllo, rendendo evidente,nel nostro Paese, la mancanza di una cultura del risultato.

Purtroppo, in questa particolare fase storica, stiamoassistendo allo smantellamento di quei diritti che credevamoacquisiti per sempre, diritti che, sotto la spinta della crisi edi una politica miope che non considera lo sviluppo sociale,rischiano di essere subordinati alle condizioni esterne,variabili a loro volta del mercato e della finanza.

Infatti, rispetto alle politiche socio-assistenziali, si assiste alfatto che questi stessi diritti stanno diventando marginalie residuali sia in riferimento agli altri comparti del welfaresia rispetto ai soggetti destinatari. Siamo in presenza diuna riduzione generalizzata delle prestazioni socialiofferte a livello locale e regionale e a un aumento dellacompartecipazione ai costi da parte degli utenti.

In ambito sanitario da anni sono stati definiti e utilizzati iLEA (Livelli Essenziali di Assistenza), mentre in campoassistenziale non si registra analoga classificazione per idiritti essenziali sociali. C’è quindi un vuoto importante intema di diritti a prestazioni sociali ancora tutto da colmare.

Auser Lombardia e le associazione del Forum del TerzoSettore, da tempo impegnate al tavolo regionale suitemi del welfare, ribadiscono la disponibilità e l’impegnoa concorrere a un processo condiviso di riforma eammodernamento dell’intero sistema di welfare regionale.

È necessario un confronto ampio, approfondito, competentee partecipato in grado di definire una cornice, l’orizzontee i contenuti organizzativi di un’azione di riforma per unwelfare effettivo, efficace e sostenibile; un welfareuniversalistico in cui le istituzioni e il pubblico siano la cabinadi regia capace di valorizzare il protagonismo del territoriocon il concorso del privato sociale.

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Riteniamo quindi indispensabile una sede di confronto conla nuova Giunta per rappresentare le nostre proposte eribadire la centralità dei processi di programmazionepartecipata a livello di ambito territoriale.

Solo così sarà più facile dare risposte efficaci ed efficientialle fragilità sociali e assicurare certezza alle energie, su cuicomunque fino ad oggi hanno potuto contare le personeper non essere lasciate sole con i loro bisogni, erogateattraverso il Filo d’Argento con la telefonia sociale e lenumerose attività svolte nelle nostre ALA.

In questi anni Comprensori e ALA sono diventati vere eproprie antenne: la nostra capillarità ci ha permesso infattidi intercettare le richieste e i segnali che arrivano da quelladomanda debole che ci sta tanto a cuore: migliaia di personeche vivono situazioni di difficoltà e di solitudine alle qualicerchiamo, tutti i giorni, di dare aiuto.

Voglio concludere questo primo punto ricordando la nostraidea di invecchiamento attivo: troppo spesso infatti si parladi anziani solo in termini di costi economici e sociali. Unavolta uscito dal mondo del lavoro, il cittadino perde valoree rischia di diventare invisibile: noi vogliamo cambiare questaprospettiva.

Non solo, per la grande maggioranza degli economistil’anziano diventa un costo, un peso per la società, ildestinatario improduttivo di grandi risorse pubbliche.

Viviamo nel secolo degli anziani e dell’allungamento dellavita media. Un fenomeno che troppo spesso trova le società,le forze sociali e politiche, le istituzioni, impreparate a gestiree accompagnare questo processo. Bisogna aprirsiculturalmente ad una nuova idea della vecchiaia e a nuovirapporti intergenerazionali e interculturali, sostenuti dapolitiche adeguate e progetti sociali, assistenziali e sanitariinnovativi. L’invecchiamento non deve essere consideratocome un periodo residuo, bensì come un’epoca della vitanella sua interezza: da qui il concetto di arco della vita e

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di ricostruzione di una forte solidarietà tra generazioni eculture. L’invecchiamento chiama in causa la riprogettazionedella città, dei suoi spazi urbani, della sua vivibilità ambientalee sociale, della costruzione delle abitazioni, del superamentodelle barriere architettoniche e dell’innovazione delle diverseinfrastrutture a partire dai trasporti.

Noi siamo stati tra i primi a proporre un concetto diinvecchiamento attivo che non si riduce alla sola ideadell'allungamento dell'età lavorativa. Abbiamo cercato didimostrare che le persone anziane sono una fonte di energia,di cittadinanza attiva, sono produttori di nuova cultura, dinuova solidarietà, di nuove opportunità e di dialogo tra legenerazioni.

Abbiamo compreso l’importanza di lavorare perprogettiMa avere un’idea non basta: bisogna imparare a progettaree a fare rete perché questa idea possa svilupparsi e crescere.La capacità progettuale per noi è stata quindi fondamentalee va continuamente alimentata.Oggi possiamo dire che Auser Lombardia è una associazionedi progetto, cosa non del tutto vera anni fa quando cilimitavamo a rispondere ai bisogni delle persone e dellacomunità attraverso i servizi e le iniziative che organizzavamo.

Siamo diventati capaci di presidiare in maniera più organicalo spazio riferito ai bandi di finanziamento, considerandoalcuni aspetti.La stesura di un progetto costringe a esaminare ilfunzionamento dell’associazione e vedere gli aspetti riferitialle attività che possono contenere nuove proposte o chemeglio possono corrispondere ai differenti contesti locali.Bisogna avere la capacità di considerare le attività svolte,saper valutare quali tra le attività sono rilevanti e qual è ilcriterio di definizione del piano economico. Attraversoquesti progetti si è voluto concorrere ad allargare la sferadell’intervento sociale di Auser.Un aspetto è relativo al finanziamento delle attività svoltedalle Associazioni Auser, considerando che in parte le risorse

di ricostruzione di una forte solidarietà tra generazioni eculture. L’invecchiamento chiama in causa la riprogettazionedella città, dei suoi spazi urbani, della sua vivibilità ambientalee sociale, della costruzione delle abitazioni, del superamentodelle barriere architettoniche e dell’innovazione delle diverseinfrastrutture a partire dai trasporti.

Noi siamo stati tra i primi a proporre un concetto diinvecchiamento attivo che non si riduce alla sola ideadell'allungamento dell'età lavorativa. Abbiamo cercato didimostrare che le persone anziane sono una fonte di energia,di cittadinanza attiva, sono produttori di nuova cultura, dinuova solidarietà, di nuove opportunità e di dialogo tra legenerazioni.

Abbiamo compreso l’importanza di lavorare perprogettiMa avere un’idea non basta: bisogna imparare a progettaree a fare rete perché questa idea possa svilupparsi e crescere.La capacità progettuale per noi è stata quindi fondamentalee va continuamente alimentata.Oggi possiamo dire che Auser Lombardia è una associazionedi progetto, cosa non del tutto vera anni fa quando cilimitavamo a rispondere ai bisogni delle persone e dellacomunità attraverso i servizi e le iniziative che organizzavamo.

Siamo diventati capaci di presidiare in maniera più organicalo spazio riferito ai bandi di finanziamento, considerandoalcuni aspetti.La stesura di un progetto costringe a esaminare ilfunzionamento dell’associazione e vedere gli aspetti riferitialle attività che possono contenere nuove proposte o chemeglio possono corrispondere ai differenti contesti locali.Bisogna avere la capacità di considerare le attività svolte,saper valutare quali tra le attività sono rilevanti e qual è ilcriterio di definizione del piano economico. Attraversoquesti progetti si è voluto concorrere ad allargare la sferadell’intervento sociale di Auser.Un aspetto è relativo al finanziamento delle attività svoltedalle Associazioni Auser, considerando che in parte le risorse

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umane utilizzate per realizzare i progetti sono quelle inforza ad Auser.Un ulteriore aspetto è riferito alla capacità di Auser difare rete nel ruolo di proponente o di essere in grado dicollaborare nel ruolo di partner. L’associazionismo non soloproduce beni e servizi ma genera capitale sociale di cui ilterritorio ha bisogno sia per creare solidarietà e inclusionesia per risparmiare risorse. Gli stessi Piani di Zona si stannoindirizzando, relativamente alla programmazione sociale alivello locale, verso la connessione delle conoscenze deidiversi attori del territorio e l’integrazione degli ambiti diintervento sociale e socio-sanitario.

Ormai i bandi hanno un livello di complessità elevato erichiedono gruppi di progettazione con differenti capacitàe diverse conoscenze.La stessa pubblicazione dei bandi avviene in alcuni momentidell’anno e conseguentemente l’organizzazione Auser deveessere in grado di attivarsi con rapidità e in modo strutturato.L’obiettivo che ci proponiamo è quello di cercare diricomporre le conoscenze a livello nazionale e regionalecon l’individuazione di azioni che possano:

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Come Auser Lombardia abbiamo verificato la possibilità dicreare uno spazio di condivisione dei progetti sviluppati epresentati all’interno del sito regionale. A questa areariservata potranno accedere solamente le strutture territoriali.

presidiare la pubblicazione dei bandi nazionali (Stato,Regioni, Fondazioni)presidiare la pubblicazione dei bandi a livello europeo esviluppare reti e rapporti nei diversi Paesi della Comunitàsollecitare e supportare i Comprensori nella definizionedi ipotesi di partecipazione ai differenti bandifar crescere competenze diffuse e individuare capacitàda utilizzare nella stesura dei progetti, risorse umane chedevono presentare f less ibi l i tà e aff idabi l i tàdefinire una strategia di alleanze nei diversi territoripreparare ipotesi progettuali che partano da un’analisidei bisogni, delle risposte, dei soggetti e delle reti attivesul territorio.

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L’intendimento è quello, attraverso la condivisione, di meglioimpiegare il frutto degli investimenti professionali che lediverse organizzazioni hanno sostenuto nel presentareproposte progettuali.Un ulteriore proposito è quello di creare una rete nazionalesul tema della progettazione, iniziativa questa che possapermettere sia di scambiare buone pratiche sia di collaborarein particolare su bandi nazionali ed europei.

Questa capacità di progettazione si è sviluppata grazie alconfronto con alcuni esperti ma anche allo scambio tra inostri dirigenti e volontari. Mi piace ricordare che in questianni abbiamo più volte organizzato momenti moltoproduttivi come le giornate di Vico Marino e gli incontriche abbiamo chiamato Il Tempo di Auser.

Un esempio importante è stato l’incontro organizzato aVarenna sui temi della crisi economica e delle prospettivesociali con gli interventi di Daniele Checchi, allora Presidedella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studidi Milano e di Aldo Bonomi, Presidente del Consorzio Aaster.Ricordo anche la costituzione del Comitato tecnico-scientificoche interagiva con noi sul progetto dei “luoghi dellacomunità”.Molti sono stati i temi che abbiamo affrontato nel corsodegli anni a partire dalla sofferenza con Salvatore Natoli eAldo Possenti, per finire con l’impresa sociale e lo sviluppolocale con Jean Louis Laville.

A dimostrazione di quanto siano stati importanti questimomenti, va ricordato che spesso, dopo le riunioni a livelloregionale, sono stati organizzati incontri promossi dai singoliComprensori. Abbiamo potuto costatare di persona - o ciè stato riferito dai presidenti - come la partecipazione siasempre stata più che attiva. Chi partecipava chiedeva dipoter essere coinvolto anche in nuovi momenti di scambioe di confronto.Grazie a questi incontri, spesso residenziali, si sono rafforzateanche le relazioni, si è consolidato il senso di appartenenza,si è creata una forte identità.

L’intendimento è quello, attraverso la condivisione, di meglioimpiegare il frutto degli investimenti professionali che lediverse organizzazioni hanno sostenuto nel presentareproposte progettuali.Un ulteriore proposito è quello di creare una rete nazionalesul tema della progettazione, iniziativa questa che possapermettere sia di scambiare buone pratiche sia di collaborarein particolare su bandi nazionali ed europei.

Questa capacità di progettazione si è sviluppata grazie alconfronto con alcuni esperti ma anche allo scambio tra inostri dirigenti e volontari. Mi piace ricordare che in questianni abbiamo più volte organizzato momenti moltoproduttivi come le giornate di Vico Marino e gli incontriche abbiamo chiamato Il Tempo di Auser.

Un esempio importante è stato l’incontro organizzato aVarenna sui temi della crisi economica e delle prospettivesociali con gli interventi di Daniele Checchi, allora Presidedella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studidi Milano e di Aldo Bonomi, Presidente del Consorzio Aaster.Ricordo anche la costituzione del Comitato tecnico-scientificoche interagiva con noi sul progetto dei “luoghi dellacomunità”.Molti sono stati i temi che abbiamo affrontato nel corsodegli anni a partire dalla sofferenza con Salvatore Natoli eAldo Possenti, per finire con l’impresa sociale e lo sviluppolocale con Jean Louis Laville.

A dimostrazione di quanto siano stati importanti questimomenti, va ricordato che spesso, dopo le riunioni a livelloregionale, sono stati organizzati incontri promossi dai singoliComprensori. Abbiamo potuto costatare di persona - o ciè stato riferito dai presidenti - come la partecipazione siasempre stata più che attiva. Chi partecipava chiedeva dipoter essere coinvolto anche in nuovi momenti di scambioe di confronto.Grazie a questi incontri, spesso residenziali, si sono rafforzateanche le relazioni, si è consolidato il senso di appartenenza,si è creata una forte identità.

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Un progetto chiave, strategico per la nostra associazione,è il Filo d’Argento attorno al quale abbiamo speso passioneed energie e che ha coinvolto centinaia di persone. È graziea tutto ciò che il sistema di telefonia sociale è stato diffusoin maniera capillare sul territorio ed è stato - e continua adessere - un segno distintivo di Auser. Come sapete, il Filoconsiste in un complesso impianto telefonico e telematico,con un numero verde gratuito nazionale (800 995 988)che risponde 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. InLombardia sono stati attivati 20 punti di ascolto, in retepermanente con l’intero sistema, che coprono tutti i prefissitelefonici della Lombardia. E così oggi il sistema permettedi rispondere alla domanda d’aiuto nel luogo più prossimoa chi chiama e dove è più facile organizzare la presa incarico, con risorse interne o pubbliche o del privato socialedel contesto territoriale di riferimento. Il Filo è sistema eluogo di ascolto, accoglienza, relazione, orientamento,prevenzione, ma è anche diventato “antenna” importantee utile per rilevare i bisogni (anche nascosti) delle personee delle famiglie.

Nel corso degli anni la telefonia sociale di Auser Lombardiaè diventata un prodotto di riferimento per tutta l’Auser eoggi possiamo dire che il Filo d’Argento è ramificato sututto il territorio nazionale. Mi riferisco non solo all’aspettotecnico-organizzativo, peraltro molto importante, ma inmodo particolare ai contenuti che siamo riusciti a trasmettererispetto alla presa in carico, al rapporto con le istituzioni ealla visione dell’intervento a favore degli anziani e deisoggetti più deboli della nostra regione. Noi oggi partiamodalla considerazione che non si debba parlare di nonautosufficienza delle persone, ma di autonomia possibile,impegnandoci per quanto di nostra competenza, a favorirela loro domiciliarità.

In alcuni casi, per la crescita della capacità progettuale, èstato importante fare rete e associarsi a realtà internazionali:con queste organizzazioni ci siamo aperti a diverse propostee abbiamo conosciuto altre modalità di lavoro. Unacollaborazione che ci ha permesso di partecipare a progetti

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europei, convegni, forum tra operatori del terzo settore.

A titolo di esempio, voglio ricordare l’importanza che haavuto il progetto STOP VI.E.W (Stop alla violenza nei confrontidelle donne anziane), finanziato dal Programma europeoDaphne. Questa iniziativa a sviluppo triennale, che si èappena conclusa, ha affrontato con un gruppo di partnereuropei (Regione Lombardia, ANJAF in Portogallo, UNAFin Spagna, ZDUS in Slovenia, CNIDFF in Francia, BGRF inBulgaria) il fenomeno della violenza contro le donne over65. Un tema di grande complessità e delicatezza: gli abusicontro le donne anziane costituiscono ancora un tabùsociale e culturale all’interno di un colpevole silenzio cheavvolge la violenza contro le donne, ancor di più se anziane.

Per concludere questo secondo punto relativo allaprogettualità, voglio sottolineare che, anche se in alcunicasi abbiamo dovuto accontentarci di soluzioni tattiche, ilnostro obiettivo è sempre stato impostare e realizzareprogetti di largo respiro e iniziative di valore strategico.

Abbiamo introdotto il monitoraggio delle nostreattivitàDa anni realizziamo il Rapporto Attività che comprendeinformazioni e numeri sul quadro associativo (numeroassociazioni, numero soci e volontari, caratteristiche delgruppo dirigente etc.), risorse strumentali (mezzi di trasportoetc.) e finanziarie (convenzioni con enti pubblici), raccoltafondi da privati, attività (tipologia e numero).

Su questo argomento vorrei spendere due parole in piùperché voglio essere sicuro che l’importanza strategica diquesta iniziativa, seppur complessa e faticosa, sia bencompresa ma soprattutto condivisa a tutti i livelli.

Cosa significa monitoraggio? Una definizione che condividodice che è la sistematica sorveglianza di un processo o diun fenomeno attraverso la misurazione di uno o piùindicatori. Viene attuato per valutare l'evoluzione, peridentificare potenziali problemi e opportunità di

europei, convegni, forum tra operatori del terzo settore.

A titolo di esempio, voglio ricordare l’importanza che haavuto il progetto STOP VI.E.W (Stop alla violenza nei confrontidelle donne anziane), finanziato dal Programma europeoDaphne. Questa iniziativa a sviluppo triennale, che si èappena conclusa, ha affrontato con un gruppo di partnereuropei (Regione Lombardia, ANJAF in Portogallo, UNAFin Spagna, ZDUS in Slovenia, CNIDFF in Francia, BGRF inBulgaria) il fenomeno della violenza contro le donne over65. Un tema di grande complessità e delicatezza: gli abusicontro le donne anziane costituiscono ancora un tabùsociale e culturale all’interno di un colpevole silenzio cheavvolge la violenza contro le donne, ancor di più se anziane.

Per concludere questo secondo punto relativo allaprogettualità, voglio sottolineare che, anche se in alcunicasi abbiamo dovuto accontentarci di soluzioni tattiche, ilnostro obiettivo è sempre stato impostare e realizzareprogetti di largo respiro e iniziative di valore strategico.

Abbiamo introdotto il monitoraggio delle nostreattivitàDa anni realizziamo il Rapporto Attività che comprendeinformazioni e numeri sul quadro associativo (numeroassociazioni, numero soci e volontari, caratteristiche delgruppo dirigente etc.), risorse strumentali (mezzi di trasportoetc.) e finanziarie (convenzioni con enti pubblici), raccoltafondi da privati, attività (tipologia e numero).

Su questo argomento vorrei spendere due parole in piùperché voglio essere sicuro che l’importanza strategica diquesta iniziativa, seppur complessa e faticosa, sia bencompresa ma soprattutto condivisa a tutti i livelli.

Cosa significa monitoraggio? Una definizione che condividodice che è la sistematica sorveglianza di un processo o diun fenomeno attraverso la misurazione di uno o piùindicatori. Viene attuato per valutare l'evoluzione, peridentificare potenziali problemi e opportunità di

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miglioramento e per misurare i risultati.

È lo stesso concetto espresso dal nostro Presidente MicheleMangano quando, nel 2005, per responsabilizzare tuttaAuser sulla necessità di dar luogo ad un monitoraggio didimensione e natura nazionale diceva: “[…] la rilevazionedelle attività mette a disposizione di tutta l’associazioneuno strumento, il Rapporto delle attività, che aiutal’associazione a lavorare meglio, sia sul piano organizzativosia sul versante della comunicazione, […] offre l’opportunitàa chi partecipa alla gestione della vita associativa di agiree partecipare il proprio lavoro in modo semplice etrasparente, rendendolo leggibile all’interno e all’esternodell’associazione […]”.

Sono le stesse direttrici che hanno spinto, già dal 2000,Auser Lombardia a impegnarsi nel processo di valutazionedelle strategie, dei processi interni ed esterni e dei percorsirivolti al territorio.

Ma il Rapporto Attività ha sempre di più assunto anche ilruolo di strumento di comunicazione e momento ditrasparenza verso l’esterno perché ha rendicontato le attivitàdell’associazione con un approccio professionale. Questoha contribuito a veicolare un’immagine positiva di Auser:attraverso i numeri, abbiamo dato conto dell’efficienza edell’efficacia del nostro operato e fornito una visionecomplessiva della nostra mission incrociando, quandopossibile, i dati degli interventi del volontariato con le attivitàdi promozione sociale.

E tra le specificità di questa nostra iniziativa, non si puònon citare l’apporto che la sua realizzazione ha fornito alconsolidamento della rete tra tutte le strutture regionali diAuser, perché l’impegno dei presidenti e dei soci a livellodi partecipazione alla realizzazione del Rapporto di attivitàè risultato un percorso non solo di conoscenza ma ancheformativo quando ha approfondito l’interazione e la relazionetra le persone e i soci dell’associazione; perché si è rinnovataun’esperienza comune molto impegnativa e, quindi,

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unificante; perché si è consolidata la consapevolezza cheil "guardarsi dentro" e "attorno", con concretezza e rigore,è un momento di crescita complessiva dell’associazione.

Questa attività di monitoraggio ci permette di affermareche oggi la diffusione sul territorio regionale delle nostreassociazioni è ampia: Auser è presente, mediamente, con1 ALA ogni 3,5 comuni lombardi. E ciò a misura del fattoche, dalla fase pionieristica registrata nei primi anni 2000,si è passati ad una significativa e consolidata crescitastrutturale in particolare nel periodo 2007/2011. Al 31dicembre 2012 le ALA son diventate 454.

Insieme alle ALA è aumentato anche il numero dei soci conlivelli di crescita particolarmente importanti in particolarenegli anni 2000/2005 e 2009/2011. Al 31 dicembre 2012il totale dei soci sfiora gli 80.000.

Il trend delle ore di volontariato effettuate dall’intero sistemaAuser mostra come in soli 10 anni le ore d’impegno deivolontari si sono quasi raddoppiate passando da 1,2 milioninel 2000 a 2,2 milioni nel 2011.

Le ultime considerazioni devono necessariamente fareriferimento alle attività di aiuto alla persona che hannotrovato ideale collocazione nella telefonia sociale del Filod’Argento.

Per quanto riguarda questo settore d’attività si può notarecome il 2003 (per la sola provincia di Milano) e poi il 2005(per l’intera Lombardia) rappresentino due momenti disvolta laddove si realizza pienamente, in partnership conRegione Lombardia, il progetto Pronto Servizio Anziani.

Un progetto che ha impegnato al massimo le capacitàoperative e strutturali di Auser ma che è anche stato fontedi grandi soddisfazioni: per la consapevolezza di averesvolto bene l’impegno preso, per autorevoli conferme (ancheistituzionali) sulla qualità del nostro lavoro, per averrappresentato un punto di riferimento certo per molte

unificante; perché si è consolidata la consapevolezza cheil "guardarsi dentro" e "attorno", con concretezza e rigore,è un momento di crescita complessiva dell’associazione.

Questa attività di monitoraggio ci permette di affermareche oggi la diffusione sul territorio regionale delle nostreassociazioni è ampia: Auser è presente, mediamente, con1 ALA ogni 3,5 comuni lombardi. E ciò a misura del fattoche, dalla fase pionieristica registrata nei primi anni 2000,si è passati ad una significativa e consolidata crescitastrutturale in particolare nel periodo 2007/2011. Al 31dicembre 2012 le ALA son diventate 454.

Insieme alle ALA è aumentato anche il numero dei soci conlivelli di crescita particolarmente importanti in particolarenegli anni 2000/2005 e 2009/2011. Al 31 dicembre 2012il totale dei soci sfiora gli 80.000.

Il trend delle ore di volontariato effettuate dall’intero sistemaAuser mostra come in soli 10 anni le ore d’impegno deivolontari si sono quasi raddoppiate passando da 1,2 milioninel 2000 a 2,2 milioni nel 2011.

Le ultime considerazioni devono necessariamente fareriferimento alle attività di aiuto alla persona che hannotrovato ideale collocazione nella telefonia sociale del Filod’Argento.

Per quanto riguarda questo settore d’attività si può notarecome il 2003 (per la sola provincia di Milano) e poi il 2005(per l’intera Lombardia) rappresentino due momenti disvolta laddove si realizza pienamente, in partnership conRegione Lombardia, il progetto Pronto Servizio Anziani.

Un progetto che ha impegnato al massimo le capacitàoperative e strutturali di Auser ma che è anche stato fontedi grandi soddisfazioni: per la consapevolezza di averesvolto bene l’impegno preso, per autorevoli conferme (ancheistituzionali) sulla qualità del nostro lavoro, per averrappresentato un punto di riferimento certo per molte

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comunità, per aver saputo adeguare il nostro modellod’intervento a una domanda d’aiuto sempre più complessae in aumento.

Un breve inciso solo per dire, con orgoglio ma anche conuna certa preoccupazione, che Auser nel 2011 ha rispostocon oltre 756.000 servizi alle richieste di oltre 137.000anziani fragili che denunciavano situazioni di disagio; cosìcome i chilometri percorsi sono passati da 1 milione e193.000 nel 2000 a 8 milioni e 511.000 nel 2011.

Con l’area della promozione sociale si prende inconsiderazione, anziché la comunità nel suo insieme, soloil singolo in quanto socio, il socius a cui Auser dedica tuttoil suo impegno per incidere positivamente sulla vitaquotidiana.

Anche qui i numeri ci dicono quanto sia stato apprezzatol’impegno forte (oltre 550.000 ore di volontariato nel 2011contro poco più di 181.000 nel 2000) di Auser nel metterea disposizione energie a favore dell’anziano o della personafragile. I quasi 700.000 partecipanti alle attività 2011 diquest’area (peraltro in aumento nel periodo in esame conincrementi rilevanti) ci dicono della qualità della propostaAuser ma anche della necessità/carenza di propostealternative sia nel pubblico sia nel privato.

In conclusione, mi sembra di poter assegnare alla letturadi questi dati un’importante valenza interpretativa.Nel decennio considerato Auser Lombardia ha raggiuntodiversi traguardi pur tra molte fatiche: ha realizzato unaforma di volontariato organizzato e strutturato che nonsempre era considerata come modello da imitare e daseguire; ha dato vita a reti solide e solidali, con le istituzionio coi privati, per poter confermare l’affidabilità di Auser;ha rivolto ai volontari, l’unico vero patrimoniodell’associazione, tutte le attenzioni di cui è stata capace;ha guardato al di fuori dei confini regionali e nazionali perdare un aiuto a chi aveva perso tutto.

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A questo punto io devo aggiungere il mio particolareringraziamento, ancora una volta, a chi, e lo dico senzafalsa modestia, ha reso possibili questi risultati lusinghieri:tutti i volontari e tutti i dirigenti che hanno fatto di Auserquesta grande associazione.

Abbiamo creduto alla strategia dei dirittiSin dalla nostra nascita ci siamo agganciati alla “strategiadei diritti” lanciata nel 1989 da Bruno Trentin. La sua ideaera che la società avrebbe dovuto fare i conti con ilvolontariato della terza età e diventare una forza positivaper la comunità.

Un’associazione come la nostra poteva aprire la strada allasolidarietà non solo occupandosi dei problemi - come ladebolezza, l’abbandono, la solitudine - della persona anzianama anche facendo leva sulla volontà creativa della persona,sulla sua voglia di esprimersi e di essere ancora protagonistadella società: di essere un cittadino attivo.

Non a caso la nostra associazione ha iniziato a pensarsicome organizzazione capace di una autogestione dei servizie a puntare sulla partecipazione attiva dei cittadini.

Abbiamo scelto un modello organizzativo fondatosull’autonomiaIn Lombardia, come sapete, abbiamo voluto un modelloorganizzativo che si fondava sull’autonomia e lasciavagrande spazio alle scelte delle associazioni locali: per creareuna ALA è sempre stato sufficiente condividere la Cartadei Valori, accettare l’idea di un unico tesseramento econdividere l’impianto generale dello Statuto (anche sesappiamo bene che, fino a poco tempo fa, molti Statutinon erano ancora del tutto allineati).

Per noi essere un’associazione autonoma ha significato avolte dare risposte diverse che però hanno poggiato sempresu una base comune. Senza questa “unitarietà” di intentie di gesti non saremmo stati in grado di rafforzare l’identitàdell’associazione.

A questo punto io devo aggiungere il mio particolareringraziamento, ancora una volta, a chi, e lo dico senzafalsa modestia, ha reso possibili questi risultati lusinghieri:tutti i volontari e tutti i dirigenti che hanno fatto di Auserquesta grande associazione.

Abbiamo creduto alla strategia dei dirittiSin dalla nostra nascita ci siamo agganciati alla “strategiadei diritti” lanciata nel 1989 da Bruno Trentin. La sua ideaera che la società avrebbe dovuto fare i conti con ilvolontariato della terza età e diventare una forza positivaper la comunità.

Un’associazione come la nostra poteva aprire la strada allasolidarietà non solo occupandosi dei problemi - come ladebolezza, l’abbandono, la solitudine - della persona anzianama anche facendo leva sulla volontà creativa della persona,sulla sua voglia di esprimersi e di essere ancora protagonistadella società: di essere un cittadino attivo.

Non a caso la nostra associazione ha iniziato a pensarsicome organizzazione capace di una autogestione dei servizie a puntare sulla partecipazione attiva dei cittadini.

Abbiamo scelto un modello organizzativo fondatosull’autonomiaIn Lombardia, come sapete, abbiamo voluto un modelloorganizzativo che si fondava sull’autonomia e lasciavagrande spazio alle scelte delle associazioni locali: per creareuna ALA è sempre stato sufficiente condividere la Cartadei Valori, accettare l’idea di un unico tesseramento econdividere l’impianto generale dello Statuto (anche sesappiamo bene che, fino a poco tempo fa, molti Statutinon erano ancora del tutto allineati).

Per noi essere un’associazione autonoma ha significato avolte dare risposte diverse che però hanno poggiato sempresu una base comune. Senza questa “unitarietà” di intentie di gesti non saremmo stati in grado di rafforzare l’identitàdell’associazione.

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Il rischio che potevamo correre era connesso a unatteggiamento di subalternità culturale e operativa neiconfronti dei soci fondatori di Auser (CGIL e SPI). Nel corsodegli anni abbiamo sentito il bisogno, in alcune occasioni,di rappresentare in modo fermo i mandati e i ruoli che ilnostro statuto ci affidava, ma grazie a confronti, fatti semprenella trasparenza delle posizioni, siamo riusciti a svolgerei compiti che ci eravamo prefissi.Il rischio più grande, però, era verso le istituzioni: nellastipula delle convenzioni, piuttosto che negli accordi sullanostra attività, avremmo potuto smarrire il nostro ruolo ediventare di fatto articolazioni delle autonomie locali.

Questo pericolo è stato in gran parte evitato con l’affermarsidella strategia progettuale, ossia lavorare per progetti inmodo da affermare la nostra capacità di leggere i bisognie di organizzare la risposta.Il percorso fatto in questi anni ha reso Auser Lombardiauna realtà autonoma, che ha fatto le sue scelte in baseall’analisi dei bisogni delle persone e delle risorse disponibili(economiche ma anche umane). Anche grazie a questaimpostazione, che possiamo definire come la difesa dellanostra autonomia, Auser è stata capace di crescere.Per noi essere autonomi ha significato anche poter progettarein modo indipendente il nostro presente e il nostro futuro.

Abbiamo mantenuto rapporti positivi con CGILe SPIIl rapporto tra Auser e i soggetti che l’hanno fondata, CGILe SPI, è sempre stato intenso. Questo non significa che nonci siano stati momenti di discussione anche accesi con vivaciscambi di vedute. Ma tutto è avvenuto con rispetto reciprocoe grande trasparenza.

Nel ribadire il valore della relazione e del rapporto con laCGIL e lo SPI, Auser è stata sempre impegnata a dareattuazione a tutti i livelli ai contenuti dei protocolli direlazione a suo tempo siglati. Una piena attuazione cheparte dalla consapevolezza della distinzione delle rispettivefunzioni, dal riconoscimento della dignità e della reciproche

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autonomie senza che ciò significhi separazione ma, alcontrario, valorizzazione condivisa delle proprie diversità eruoli che, in nessun caso, vanno contrapposti ma resifunzionali a una strategia e a obiettivi comuni.

Questa garanzia ci è data dalle radici comuni, dalle storie,da principi e valori che sono alla base del lavoro svolto inquesti anni e dalla condivisione delle politiche generali dellaCGIL e dello SPI portate avanti a difesa dei lavoratori, deipensionati, per l’affermazione dei loro diritti, nell’interessegenerale dei cittadini e del mondo del lavoro.

Auser si colloca in questa strategia generale in quantosoggetto della società civile organizzata che opera con lapropria autonomia, identità e progetto.

Auser ha sempre saputo di poter contare sul sindacatoanche se ha difeso una certa autonomia nelle scelte:riconosciamo l’importanza delle nostre origini, cherivendichiamo con orgoglio, ma ricordiamo che essere statiautonomi ci ha permesso di crescere e di rafforzarci.Pensiamo infatti che proprio grazie alla nostra autonomiaabbiamo potuto portare un contributo maggiore alleorganizzazioni dalle quali siamo nati e alle quali ci sentiamoancora oggi legati.

Abbiamo voluto essere un’associazione aperta einclusivaAbbiamo sempre voluto aprirci a tutti i cittadini,indipendentemente dalla loro appartenenza politica, dalgenere, dalla fede religiosa, dall’età.

Siamo sempre stati consapevoli dei nostri limiti così comedelle nostre capacità: abbiamo fatto tesoro delle esperienzedelle altre associazioni, non siamo mai entrati in competizionecon altri soggetti del Terzo Settore e con il tempo abbiamoimparato che la collaborazione fra tutti era un fattore dicrescita complessiva e di affermazione della propria mission.

autonomie senza che ciò significhi separazione ma, alcontrario, valorizzazione condivisa delle proprie diversità eruoli che, in nessun caso, vanno contrapposti ma resifunzionali a una strategia e a obiettivi comuni.

Questa garanzia ci è data dalle radici comuni, dalle storie,da principi e valori che sono alla base del lavoro svolto inquesti anni e dalla condivisione delle politiche generali dellaCGIL e dello SPI portate avanti a difesa dei lavoratori, deipensionati, per l’affermazione dei loro diritti, nell’interessegenerale dei cittadini e del mondo del lavoro.

Auser si colloca in questa strategia generale in quantosoggetto della società civile organizzata che opera con lapropria autonomia, identità e progetto.

Auser ha sempre saputo di poter contare sul sindacatoanche se ha difeso una certa autonomia nelle scelte:riconosciamo l’importanza delle nostre origini, cherivendichiamo con orgoglio, ma ricordiamo che essere statiautonomi ci ha permesso di crescere e di rafforzarci.Pensiamo infatti che proprio grazie alla nostra autonomiaabbiamo potuto portare un contributo maggiore alleorganizzazioni dalle quali siamo nati e alle quali ci sentiamoancora oggi legati.

Abbiamo voluto essere un’associazione aperta einclusivaAbbiamo sempre voluto aprirci a tutti i cittadini,indipendentemente dalla loro appartenenza politica, dalgenere, dalla fede religiosa, dall’età.

Siamo sempre stati consapevoli dei nostri limiti così comedelle nostre capacità: abbiamo fatto tesoro delle esperienzedelle altre associazioni, non siamo mai entrati in competizionecon altri soggetti del Terzo Settore e con il tempo abbiamoimparato che la collaborazione fra tutti era un fattore dicrescita complessiva e di affermazione della propria mission.

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Abbiamo dato vita ad un’associazione complessa e articolata,abbiamo consentito a tutti - senza distinzione alcuna -d’impegnarsi; nulla abbiamo chiesto, se non la condivisionedella Carta dei Valori e la disponibilità di un po’ del propriotempo.

Non abbiamo mai cercato di appiattire le identità e le culturedifferenti ma piuttosto di valorizzarle: una logica che fa diAuser un’associazione libera e inclusiva senza che questosignifichi abdicare ai propri valori e principi.Oggi possiamo dire che le nostre ALA stanno diventandosempre più accoglienti: questo favorisce la possibilità di unmaggior scambio tra generazioni e consente di sperimentareforme di collaborazione, ad esempio, anche con i migrantie le loro associazioni.

Un percorso lungo, non sempre facile, ma che ha portatoe porterà in futuro grandi soddisfazioni.Una modalità di intendere la vita (oltre che l’associazione)che costituisce, secondo me, il sale della nostra visione edel nostro stare insieme.

Siamo stati capaci di dialogare con le altreorganizzazioniLa disponibilità e la propensione a fare rete è sempre stataper noi importante oltre che necessaria. In particolare suiterritori, dove mettersi al servizio delle persone significaanche fare alleanze con altre organizzazioni che si occupanodi problemi sociali.L’apertura alle altre associazioni non ha mai significatorinunciare alla nostra identità: al contrario, dal confrontocon gli altri siamo usciti più forti e consapevoli.Un confronto che ci ha visto agire sempre con lealtà etrasparenza, valori estremamente importanti su cui si fondala nostra associazione.

Sempre in tema di dialogo e collaborazione con le altreorganizzazioni mi fa piacere ricordare il ruolo che abbiamoavuto - e ancora abbiamo - nel rapporto con le strutturedi servizio (come il Ciessevi) e di rappresentanza

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dell’associazionismo e del volontariato (come il Forum delTerzo Settore).

Abbiamo collaborato attivamente con le istituzioniLa collaborazione tra soggetti pubblici e privati vive momentinon facili. La cooperazione degli enti locali con le associazionidel Terzo Settore diventa sempre più importante ma necessitadi idee chiare e di un coordinamento delle politiche che ildecentramento porta con sé.

In questi anni abbiamo creato e mantenuto un buonrapporto con le istituzioni locali, in particolare con la RegioneLombardia. Un rapporto che non ci ha mai visto in posizionesubalterna: la capacità di relazionarsi con le istituzioni èper noi strategica e la collaborazione che abbiamo costruitocon gli enti locali lo dimostra.

La nostra autonomia rispetto alle convenzioni è cresciutae oggi siamo chiamati dalle istituzioni a partecipare allescelte strategiche nei territori. In alcuni casi Auser è diventatainfatti un punto di riferimento per le amministrazioni localiche interpellano i nostri dirigenti nella fase di progettazione.

Fra i molti modi in cui una amministrazione comunale vieneincontro ai cittadini in stato di disagio ci sono anche progettimirati e affidati ad associazioni senza fini di lucro cheoperano attivamente sul territorio con scopi di utilità sociale,di cooperazione e di promozione sociale, fornendo unvalido aiuto all'amministrazione comunale e svolgendo unruolo qualificato nelle politiche sociali del territorio.

Le amministrazioni comunali hanno instaurato un rapportodi collaborazione, inclusa la stipula di convenzioni, conorganizzazioni del Terzo Settore, al fine di integrare taliinterventi con quelli assicurati direttamente dal Comune,dando vita di fatto a una rete di attività e servizi fornitiattraverso il mondo dell'associazionismo e del volontariato.

307 associazioni Auser in Lombardia hanno stipulato loscorso anno 520 convenzioni con enti pubblici, in particolare

dell’associazionismo e del volontariato (come il Forum delTerzo Settore).

Abbiamo collaborato attivamente con le istituzioniLa collaborazione tra soggetti pubblici e privati vive momentinon facili. La cooperazione degli enti locali con le associazionidel Terzo Settore diventa sempre più importante ma necessitadi idee chiare e di un coordinamento delle politiche che ildecentramento porta con sé.

In questi anni abbiamo creato e mantenuto un buonrapporto con le istituzioni locali, in particolare con la RegioneLombardia. Un rapporto che non ci ha mai visto in posizionesubalterna: la capacità di relazionarsi con le istituzioni èper noi strategica e la collaborazione che abbiamo costruitocon gli enti locali lo dimostra.

La nostra autonomia rispetto alle convenzioni è cresciutae oggi siamo chiamati dalle istituzioni a partecipare allescelte strategiche nei territori. In alcuni casi Auser è diventatainfatti un punto di riferimento per le amministrazioni localiche interpellano i nostri dirigenti nella fase di progettazione.

Fra i molti modi in cui una amministrazione comunale vieneincontro ai cittadini in stato di disagio ci sono anche progettimirati e affidati ad associazioni senza fini di lucro cheoperano attivamente sul territorio con scopi di utilità sociale,di cooperazione e di promozione sociale, fornendo unvalido aiuto all'amministrazione comunale e svolgendo unruolo qualificato nelle politiche sociali del territorio.

Le amministrazioni comunali hanno instaurato un rapportodi collaborazione, inclusa la stipula di convenzioni, conorganizzazioni del Terzo Settore, al fine di integrare taliinterventi con quelli assicurati direttamente dal Comune,dando vita di fatto a una rete di attività e servizi fornitiattraverso il mondo dell'associazionismo e del volontariato.

307 associazioni Auser in Lombardia hanno stipulato loscorso anno 520 convenzioni con enti pubblici, in particolare

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con amministrazioni comunali. Il valore medio della singolaconvenzione è stato pari a euro 10.500.

Da comunicazioni che ci sono pervenute dalle nostreassociazioni si evidenzia che in alcuni Comuni l’assegnazionediretta delle attività di aiuto alla persona attraversoconvenzioni viene messa in discussione ritenendo necessariala forma del bando.A questo fine abbiamo chiesto verifica delle seguentiinformazioni:

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se nello specifico esisteva qualche norma che obbligavagli enti pubblici a utilizzare strumenti come il bandoevitando l’assegnazione diretta di servizi ad associazionidi volontariato presenti nei diversi territorise il ridotto valore medio della singola convenzionerichiedeva in ogni caso il percorso del bandose la decisione del percorso di assegnazione attraverso lasottoscrizione di una convenzione ricadeva sotto l’ambitodiscrezionale del Segretario Comunale o degli ufficicomunali.

Ci è stato risposto che il ricorso al bando si basa su alcuniprincipi, quali trasparenza e parità di trattamento, richiamatidalla normativa in materia di contratti pubblici. In sostanza,tali principi sono richiamati a garanzia di trasparenza sucome la Pubblica Amministrazione intende muoversi nonchédella parità di trattamento nei confronti di tutti i soggettipotenzialmente interessati all'affidamento del servizio.

Va in ogni caso considerato che intervengono spesso levalutazioni dell’Assessorato ai Servizi Sociali del singoloente pubblico in merito al potenziale interesse per il servizio.

Nello specifico la normativa che prevede il ricorso allaconvenzione con associazioni di volontariato o con lecooperative sociali ha avuto differenti applicazioni: da unlato, deroga assoluta alla normativa in materia di appalti,dall'altro, deroga solo quando in convenzione si prevedeun effettivo mero rimborso spese. In tal caso non si rientranell'area della contrattazione pubblica aperta al mercato

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(rilevanza economica quindi tutela della concorrenza) bensìnell'area riservata al Terzo Settore da remunerarsi unicamentecon il rimborso delle spese sostenute.

Abbiamo dato valore alla cultura e all’educazionepermanentePer noi l’Educazione degli Adulti è molto importante perchéfavorisce la socializzazione, lo scambio culturale, i rapportifra generazioni.Crediamo infatti sia fondamentale aiutare le personea scoprire cose nuove, conoscere, imparare grazie allapartecipazione alle attività realizzate dalle nostre Università,dai circoli e dai centri culturali.

Sono attività che rispondono a questi bisogni, che favorisconol'integrazione, che consentono l'affermazione intellettualedell'individuo e la sua autonomia, che incentivano la crescitaculturale e civile delle persone.L'offerta formativa di Auser è molto vasta e cerca dirispondere al più ampio ventaglio di interessi: dall'informaticaalle lingue, dalla psicologia alla storia, senza trascurareattività pratiche come cucina, pittura, danza e recitazione.

In tema di Educazione degli Adulti possiamo dire che lestrutture Auser, ai vari livelli, hanno messo insieme neglianni un prezioso patrimonio di metodologie e di esperienze.Le occasioni per creare questo patrimonio sono state molte:dalla realizzazione di progetti locali e nazionali, agli incontridella Città che apprende, dalle forme più semplici a quellepiù suggestive e innovative.

Per esempio, la tematica degli stili di vita fa parte di unavisione che comprende l’impiego razionale e solidale dellerisorse naturali. Questo cambiamento non ha solo unacomponente tecnologica ma riguarda soprattutto unmutamento profondo degli atteggiamenti sociali da partedei cittadini.Agire in maniera sostenibile diventa uno stimolo per rivederele nostre scelte, partendo proprio da quelle che per moltinel tempo sono diventate insignificanti semplicemente

(rilevanza economica quindi tutela della concorrenza) bensìnell'area riservata al Terzo Settore da remunerarsi unicamentecon il rimborso delle spese sostenute.

Abbiamo dato valore alla cultura e all’educazionepermanentePer noi l’Educazione degli Adulti è molto importante perchéfavorisce la socializzazione, lo scambio culturale, i rapportifra generazioni.Crediamo infatti sia fondamentale aiutare le personea scoprire cose nuove, conoscere, imparare grazie allapartecipazione alle attività realizzate dalle nostre Università,dai circoli e dai centri culturali.

Sono attività che rispondono a questi bisogni, che favorisconol'integrazione, che consentono l'affermazione intellettualedell'individuo e la sua autonomia, che incentivano la crescitaculturale e civile delle persone.L'offerta formativa di Auser è molto vasta e cerca dirispondere al più ampio ventaglio di interessi: dall'informaticaalle lingue, dalla psicologia alla storia, senza trascurareattività pratiche come cucina, pittura, danza e recitazione.

In tema di Educazione degli Adulti possiamo dire che lestrutture Auser, ai vari livelli, hanno messo insieme neglianni un prezioso patrimonio di metodologie e di esperienze.Le occasioni per creare questo patrimonio sono state molte:dalla realizzazione di progetti locali e nazionali, agli incontridella Città che apprende, dalle forme più semplici a quellepiù suggestive e innovative.

Per esempio, la tematica degli stili di vita fa parte di unavisione che comprende l’impiego razionale e solidale dellerisorse naturali. Questo cambiamento non ha solo unacomponente tecnologica ma riguarda soprattutto unmutamento profondo degli atteggiamenti sociali da partedei cittadini.Agire in maniera sostenibile diventa uno stimolo per rivederele nostre scelte, partendo proprio da quelle che per moltinel tempo sono diventate insignificanti semplicemente

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perché quotidiane.Sostenibilità è un concetto che ci parla di “quanto a lungopuò reggere” qualcosa. La consapevolezza che le nostreazioni debbono essere sostenibili è senz’altro uno deglielementi chiave per il futuro delle attività umane. Oggi, intempi d’incertezza, al futuro forse ci si pensa un po’ di piùanche perché a ben vedere il futuro non è roba nostra cosìcome non lo sono le risorse naturali. Sono patrimoni condivisiche tocca alle generazioni in vita preservare per quelle cheverranno.La sobrietà deve diventare un criterio guida per orientarei nostri stili di vita e i nostri consumi attraverso delle azioniben definite, quali ridurre, riutilizzare, riparare, riciclare,rallentare.

Un raccordo tra i temi dell’energia e quelli riguardanti cibo,suolo e acqua come beni comuni, ha permesso di accrescerela comprensione della fase che si sta aprendo per unosviluppo sostenibile.L’ambito della sperimentazione che esponiamo per lineequi sotto riguarda Auser Lombardia come capofila di unprogetto che viene coordinato e promosso anche in altreRegioni.Gruppi di acquisto di energia. Un gruppo di lavoro ad hoccostituito da esperti ha prodotto per Auser un “protocollodi accesso collettivo alla fonte solare”. Si tratta dellapossibilità per gruppi di anziani (e di famiglie) di acquistarepannelli solari o termici che vengono installati su spazicomuni affittati e che consentono attraverso certificati allasingola persona in consorzio di usufruire della fonte solareanche a distanza, o in condominio e non necessariamentesulla propria abitazione.Mobilità sostenibile. Si è messo in cantiere un progetto dimobilità sostenibile, che riguarda la trasformazione conminimo inquinamento (elettrico, ibrido etc.) del parco dimezzi per trasporto anziani e la dotazione di colonnine dirifornimento presso le sedi. Naturalmente è decisivo l’accessoa fondi pubblici per la realizzazione (UE, Regione etc.).Energia per le sedi Auser. Viene coordinato un piano diintervento per la coibentazione e la “solarizzazione”

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esemplare di alcune sedi ricreative di circoli Auser. Anchein questo caso è determinante il ricorso a bandi pubblici.Auser- Energia. Si costituisce a livello regionale un gruppodi esperti iscritti all’Auser-ALA energia che mette adisposizione le proprie conoscenze professionali nel settoreenergetico e funziona da consulente ai progetti, oltre adare sostegno all’attività di formazione e ad attivare sportellidi consulenza presso le associazioni Auser di territorio.Materiale formativo e informativo. A sostegno dell’attivitàprevista, in particolare per l’attività di informazione internae per la formazione (materiali in rete, download di dispensee volantini, appuntamenti comuni etc.) viene attivato unospazio informatico col legato al s ito di AuserLombardia e attivata una mailing list apposita.Convegno. È stato svolto un convegno a consuntivo delleesperienze realizzate nel 2012 che ha permesso di fare ilpunto sull’affinamento e la continuazione dell’iniziativarelativa agli stili di vita.

Come risultati attesi ci si aspetta di incrementare la qualitàdel territorio valorizzando l’importanza dei rapporti personalie favorendoli con un disegno del territorio attento apromuoverli.

Siamo stati capaci di pensare in modo diverso allasussidiarietàLa nostra posizione su welfare e sussidiarietà è sempre statachiara. Ci siamo resi conto che in una fase di profonda crisieconomica come quella che stiamo vivendo diventaimportante sostenere una valorizzazione di tutte le risorsepresenti nella comunità territoriale comprese quelle espressedalla società civile organizzata, considerando questi soggettiprotagonisti attivi che si prendono cura delle persone e deibeni pubblici nell’interesse generale. Formazioni sociali dasostenere e da considerare parte costitutiva di un nuovowelfare.

Ferma restando la garanzia pubblica dei diritti e la regolazioneistituzionale dei sistemi di protezione sociale, compete aisoggetti pubblici, attraverso la contrattazione sociale

esemplare di alcune sedi ricreative di circoli Auser. Anchein questo caso è determinante il ricorso a bandi pubblici.Auser- Energia. Si costituisce a livello regionale un gruppodi esperti iscritti all’Auser-ALA energia che mette adisposizione le proprie conoscenze professionali nel settoreenergetico e funziona da consulente ai progetti, oltre adare sostegno all’attività di formazione e ad attivare sportellidi consulenza presso le associazioni Auser di territorio.Materiale formativo e informativo. A sostegno dell’attivitàprevista, in particolare per l’attività di informazione internae per la formazione (materiali in rete, download di dispensee volantini, appuntamenti comuni etc.) viene attivato unospazio informatico col legato al s ito di AuserLombardia e attivata una mailing list apposita.Convegno. È stato svolto un convegno a consuntivo delleesperienze realizzate nel 2012 che ha permesso di fare ilpunto sull’affinamento e la continuazione dell’iniziativarelativa agli stili di vita.

Come risultati attesi ci si aspetta di incrementare la qualitàdel territorio valorizzando l’importanza dei rapporti personalie favorendoli con un disegno del territorio attento apromuoverli.

Siamo stati capaci di pensare in modo diverso allasussidiarietàLa nostra posizione su welfare e sussidiarietà è sempre statachiara. Ci siamo resi conto che in una fase di profonda crisieconomica come quella che stiamo vivendo diventaimportante sostenere una valorizzazione di tutte le risorsepresenti nella comunità territoriale comprese quelle espressedalla società civile organizzata, considerando questi soggettiprotagonisti attivi che si prendono cura delle persone e deibeni pubblici nell’interesse generale. Formazioni sociali dasostenere e da considerare parte costitutiva di un nuovowelfare.

Ferma restando la garanzia pubblica dei diritti e la regolazioneistituzionale dei sistemi di protezione sociale, compete aisoggetti pubblici, attraverso la contrattazione sociale

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territoriale e la programmazione partecipata, di scegliereciò che, per l’interesse generale, per adeguatezza, pergaranzia di equità e sostenibilità, per l’intrinseca capacitàgenerativa di valori sociali quali coesione, responsabilità esolidarietà, può essere utile che venga gestito in via direttae ciò che può essere gestito dai soggetti del Terzo settore.Una gestione che passa attraverso la coprogettazione emodalità di assegnazione per la gestione di servizi e attivitàche vadano oltre la gara d’appalto, valorizzando forme diaccreditamento, di concessione, di patti di sussidiarietà.

Abbiamo sempre lavorato con passioneLa passione è un ingrediente fondamentale per gestirequalsiasi tipo di organizzazione, in particolare quando siopera nel sociale.Nella vita quotidiana, sappiamo quanto siano importanti icomportamenti… Sono i nostri comportamenti che “fannola differenza”.La passione dei nostri volontari continua a essere uningrediente fondamentale che aggiunge valore a tuttoquello che facciamo.Quando un nostro volontario mette a disposizione il suotempo per accompagnare una persona anziana o un disabile,non pensa solo all’utilità di questa azione ma anche alsignificato che questa azione assume. Un significato chesi arricchisce grazie alla capacità di creare una relazionecon la persona.Il suo gesto - all’apparenza semplice e spontaneo - ha unvalore più grande perché arricchito dalla passione per glialtri e perché si inserisce in un contesto più ampio: l’impegnodi tutta la nostra organizzazione.

Abbiamo avuto la fortuna di incontrare alcune personegiusteIn questi anni alcuni incontri sono stati per me veramenteimportanti. Ci sono state persone che mi hanno consentitodi crescere in un rapporto di reciproco scambio e, a volte,il confronto con loro mi ha aiutato a prendere le decisionigiuste.

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Abbiamo raggiunto alcuni traguardi anche grazie a “incontri”con persone che hanno dato un contributo, offerto “visioni”diverse, riflessioni utili che hanno arricchito e integrato lanostra.Oltre a queste persone “importanti”, mi piace ricordareanche il contributo che mi hanno dato molti dirigenti localie tanti volontari che ho incontrato in questi anni.

Abbiamo guardato il mondo con occhiali di genereIn questi anni sono stati compiuti notevoli progressi perfare di Auser un’associazione realmente paritaria anche semolto resta da fare.Uno degli strumenti fondamentali per raggiungere questoobiettivo è l’Osservatorio delle pari opportunità che,rafforzato a livello nazionale con responsabilità dicoordinamento, potrà in futuro essere istituito anche alivello regionale.Nella Conferenza d’organizzazione di maggio 2011 AuserNazionale ha ribadito l’importanza dell’applicazione dellanorma antidiscriminatoria nell’ambito delle politiche digenere che è e rimane un obiettivo irrinunciabile dellestrutture a tutti i livelli dell’associazione, fissandonel’attuazione durante questo percorso congressuale, comedefinito nel regolamento.Per quanto riguarda le competenze, l’Osservatorio dellepari opportunità si conferma essere uno strumento diproposta, di monitoraggio, di sostegno e di coordinamentodelle varie attività, sia nazionali che territoriali.In linea con Auser Nazionale abbiamo aperto un confrontoe un approfondimento su alcuni aspetti relativi alle politichedi genere, soprattutto in relazione alle diverse sensibilitàmesse in campo dalle donne, siano esse volontarie obeneficiarie dei nostri servizi. Lo testimoniano sia il focusgroup sia il ciclo di incontri di autoformazione, rivolto adun gruppo di donne volontarie di Auser.Il ciclo di incontri, concepito come un vero e proprioworkshop di coprogettazione, ha prodotto una serie diriflessioni che si articolano lungo tre filoni tematici chesono: la femminilizzazione della domanda sociale; percorsidi leadership femminile; cura, welfare, tempi e orari.

Abbiamo raggiunto alcuni traguardi anche grazie a “incontri”con persone che hanno dato un contributo, offerto “visioni”diverse, riflessioni utili che hanno arricchito e integrato lanostra.Oltre a queste persone “importanti”, mi piace ricordareanche il contributo che mi hanno dato molti dirigenti localie tanti volontari che ho incontrato in questi anni.

Abbiamo guardato il mondo con occhiali di genereIn questi anni sono stati compiuti notevoli progressi perfare di Auser un’associazione realmente paritaria anche semolto resta da fare.Uno degli strumenti fondamentali per raggiungere questoobiettivo è l’Osservatorio delle pari opportunità che,rafforzato a livello nazionale con responsabilità dicoordinamento, potrà in futuro essere istituito anche alivello regionale.Nella Conferenza d’organizzazione di maggio 2011 AuserNazionale ha ribadito l’importanza dell’applicazione dellanorma antidiscriminatoria nell’ambito delle politiche digenere che è e rimane un obiettivo irrinunciabile dellestrutture a tutti i livelli dell’associazione, fissandonel’attuazione durante questo percorso congressuale, comedefinito nel regolamento.Per quanto riguarda le competenze, l’Osservatorio dellepari opportunità si conferma essere uno strumento diproposta, di monitoraggio, di sostegno e di coordinamentodelle varie attività, sia nazionali che territoriali.In linea con Auser Nazionale abbiamo aperto un confrontoe un approfondimento su alcuni aspetti relativi alle politichedi genere, soprattutto in relazione alle diverse sensibilitàmesse in campo dalle donne, siano esse volontarie obeneficiarie dei nostri servizi. Lo testimoniano sia il focusgroup sia il ciclo di incontri di autoformazione, rivolto adun gruppo di donne volontarie di Auser.Il ciclo di incontri, concepito come un vero e proprioworkshop di coprogettazione, ha prodotto una serie diriflessioni che si articolano lungo tre filoni tematici chesono: la femminilizzazione della domanda sociale; percorsidi leadership femminile; cura, welfare, tempi e orari.

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I risultati hanno evidenziato la necessità di mantenere vival’attenzione e la sensibilizzazione su tali temi soprattuttoda parte della nostra classe dirigente maschile.Infatti non possiamo e non dobbiamo dimenticare che il59% della nostra associazione è fatto da donne: donnesocie, donne volontarie, donne dirigenti.Sono proprio le donne, con la loro presenza quotidiana,con l’intelligenza concreta di chi sa prendersi davvero curadell’altro, che hanno contribuito a far grande e importanteAuser.Anche se spesso sono stati gli uomini a salire sul podio perla rappresentazione finale, le donne sono state sempre alloro fianco nelle scelte e nelle azioni.

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Atto terzo: il modello AuserIdentità, fiducia, responsabilità:

un grande disegno

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Ma quindi può esserci un modello Auser? Se sì, come penso,come è strutturato? Da cosa è caratterizzato?Certamente da tutto ciò che ho ricordato in questa relazionee da una serie di ingredienti che opportunamente “mixati”ci hanno portato al risultato che tutti noi conosciamo.

Se devo definirlo in modo sintetico dico che il nostro modelloè garantire insieme protezione e promozione. Quindi, offrireservizi finalizzati alla protezione, in particolare delle personeanziane, e occasioni e strumenti di socialità grazie alleattività di promozione.

Un modello che deve necessariamente prevedere una solidarete territoriale e servizi molto diversificati. E anche perquesto dobbiamo rafforzare sempre di più la collaborazionecon diversi soggetti, pubblici e privati, per integrare le nostreattività con quelle offerte dagli altri operatori del territorio.

Anche per questo stiamo sperimentando la trasformazionedei nostri centri di aggregazione sociale in luoghi dellacomunità dove tutti, non solo le persone anziane, possanotrovare un punto di riferimento. Perché crediamo urgenterivedere i servizi alla persona introducendo proposte chefavoriscono l’invecchiamento attivo e idee innovative persviluppare la collaborazione tra generazioni e tra nativi emigranti.Ma tutto questo non è sufficiente a definire il nostromodello: credo di poter dire che questo modello - coniugareprotezione e promozione - si realizza anche attraverso ilgiusto rapporto tra alcuni ingredienti che provo a sintetizzare:• l’innovazione sociale• l’agire responsabile• la fiducia• l’essere rete per fare rete• la partecipazione• il monitoraggio• l’identità• la comunicazione.

Ma quindi può esserci un modello Auser? Se sì, come penso,come è strutturato? Da cosa è caratterizzato?Certamente da tutto ciò che ho ricordato in questa relazionee da una serie di ingredienti che opportunamente “mixati”ci hanno portato al risultato che tutti noi conosciamo.

Se devo definirlo in modo sintetico dico che il nostro modelloè garantire insieme protezione e promozione. Quindi, offrireservizi finalizzati alla protezione, in particolare delle personeanziane, e occasioni e strumenti di socialità grazie alleattività di promozione.

Un modello che deve necessariamente prevedere una solidarete territoriale e servizi molto diversificati. E anche perquesto dobbiamo rafforzare sempre di più la collaborazionecon diversi soggetti, pubblici e privati, per integrare le nostreattività con quelle offerte dagli altri operatori del territorio.

Anche per questo stiamo sperimentando la trasformazionedei nostri centri di aggregazione sociale in luoghi dellacomunità dove tutti, non solo le persone anziane, possanotrovare un punto di riferimento. Perché crediamo urgenterivedere i servizi alla persona introducendo proposte chefavoriscono l’invecchiamento attivo e idee innovative persviluppare la collaborazione tra generazioni e tra nativi emigranti.Ma tutto questo non è sufficiente a definire il nostromodello: credo di poter dire che questo modello - coniugareprotezione e promozione - si realizza anche attraverso ilgiusto rapporto tra alcuni ingredienti che provo a sintetizzare:• l’innovazione sociale• l’agire responsabile• la fiducia• l’essere rete per fare rete• la partecipazione• il monitoraggio• l’identità• la comunicazione.

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L’innovazione socialeSi sente parlare molto in questo periodo di innovazionesociale. Con questa locuzione intendiamo una soluzioneinnovativa a un problema sociale che sia più efficace,efficiente, sostenibile ed equa di tutte le soluzioni esistenti,e che generi valore diffuso per tutta la società e non tantoper singoli individui.

La nostra capacità - insieme alla “autonomia progettuale”- ci ha permesso finora di trovare soluzioni innovative aiproblemi sociali delle persone e dei territori. Vanno in questadirezione la trasformazione dei centri anziani in luoghi dellacomunità e la nuova fase della telefonia sociale.

Nei luoghi della comunità saranno le persone le vereprotagoniste. I dirigenti e i volontari Auser, innanzitutto,che sapranno arricchire il proprio spazio aprendolo ad altri.Ma anche i cittadini, che potranno disporre di luoghi doveincontrarsi, scambiare idee, trasformare la loro solitudinein partecipazione alla vita della comunità. Protagonistesaranno anche le amministrazioni pubbliche e le impreseche vorranno partecipare e sostenere questa sfida.

Anche grazie ai luoghi della comunità, Auser continuerà aconsiderare il territorio l’ambito privilegiato nel quale sicostituiscono le relazioni e si sviluppa la partecipazione, lacollaborazione, la disponibilità a sostenersi reciprocamentecon la logica del “vicino che aiuta il vicino”.

Per quanto riguarda la telefonia sociale, il cambiamento incorso è molto importante. Il Filo d’Argento non è più, omeglio non è solo, uno strumento per ricevere le richiestedel cittadino ma un’antenna che rileva i bisogni dellepersone.Un servizio che, messo anche a disposizione delle istituzioniche si occupano delle fasce deboli della popolazione, saràstrategico per due motivi: per ottenere in tempo reale lamappatura dei bisogni e per definire di conseguenza lestrategie di intervento e i servizi da attivare o potenziare.

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Da una telefonia passiva, che risponde a tutti, a una telefoniaanche attiva che interviene in modo verticale coinvolgendoin particolare alcune categorie e fasce della popolazione.

L’agire responsabileLa responsabilità che mettiamo in tutte le nostre scelte, mipermette di dire che in Auser diamo a questo termine ilvalore che deve avere: essere responsabili significainnanzitutto essere consapevoli che quanto facciamo haricadute importanti sulla vita degli altri. La nostraresponsabilità riguarda le persone che hanno bisogno delnostro aiuto, la collettività, il nostro territorio ma anche lacapacità di agire al meglio per la nostra associazione.L’ingrediente responsabilità è quindi fondamentale nellarelazione con le persone che aiutiamo ed emerge anchecome valore aggiunto della nostra identità.

La fiduciaNel nostro modello l’ingrediente fiducia è importante.Secondo la ricerca Eurispes 2012 gli italiani danno fiduciaal volontariato, che viene considerato un riferimento positivoper il 77,4% delle persone. Una percentuale altissima, serapportata al 6,8% del livello di fiducia nella politica e al17% della fiducia nelle istituzioni.Siamo consapevoli di avere la fiducia dei cittadini checredono nelle nostre capacità di leggere la realtà con tuttii suoi problemi e nelle nostre capacità - per la vicinanzache abbiamo con questi problemi reali - di rappresentarli,di individuare soluzioni condivise, efficaci e responsabili.Anche per questo da anni aderiamo all’Istituto Italiano dellaDonazione e possiamo inserire nei nostri messaggio ilmarchio “Donare con fiducia”.

L’essere rete per fare reteUn altro fattore del nostro modello è la capacità di farerete, strumento vincente per diventare protagonisti dellosviluppo dell’economia sociale.Essere rete significa raccogliersi attorno a un obiettivocomune (sintetizzato nella Carta dei Valori) con unatteggiamento di disponibilità e di condivisione per

Da una telefonia passiva, che risponde a tutti, a una telefoniaanche attiva che interviene in modo verticale coinvolgendoin particolare alcune categorie e fasce della popolazione.

L’agire responsabileLa responsabilità che mettiamo in tutte le nostre scelte, mipermette di dire che in Auser diamo a questo termine ilvalore che deve avere: essere responsabili significainnanzitutto essere consapevoli che quanto facciamo haricadute importanti sulla vita degli altri. La nostraresponsabilità riguarda le persone che hanno bisogno delnostro aiuto, la collettività, il nostro territorio ma anche lacapacità di agire al meglio per la nostra associazione.L’ingrediente responsabilità è quindi fondamentale nellarelazione con le persone che aiutiamo ed emerge anchecome valore aggiunto della nostra identità.

La fiduciaNel nostro modello l’ingrediente fiducia è importante.Secondo la ricerca Eurispes 2012 gli italiani danno fiduciaal volontariato, che viene considerato un riferimento positivoper il 77,4% delle persone. Una percentuale altissima, serapportata al 6,8% del livello di fiducia nella politica e al17% della fiducia nelle istituzioni.Siamo consapevoli di avere la fiducia dei cittadini checredono nelle nostre capacità di leggere la realtà con tuttii suoi problemi e nelle nostre capacità - per la vicinanzache abbiamo con questi problemi reali - di rappresentarli,di individuare soluzioni condivise, efficaci e responsabili.Anche per questo da anni aderiamo all’Istituto Italiano dellaDonazione e possiamo inserire nei nostri messaggio ilmarchio “Donare con fiducia”.

L’essere rete per fare reteUn altro fattore del nostro modello è la capacità di farerete, strumento vincente per diventare protagonisti dellosviluppo dell’economia sociale.Essere rete significa raccogliersi attorno a un obiettivocomune (sintetizzato nella Carta dei Valori) con unatteggiamento di disponibilità e di condivisione per

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promuovere la conoscenza tra tutti i soci e i volontari.Fare rete significa aprire un dialogo e stringere alleanzecon i vari interlocutori interni ed esterni al sistema Auserper trasformare questa idea in azioni concrete.La nostra conoscenza del territorio ci consente di promuoveresviluppo e aiutare le comunità a crescere nel modo migliore.I volontari Auser, per esempio, hanno gli strumenti pertrasformare la loro esperienza in conoscenza diffusa: questacapacità consente la condivisione dei saperi e dellecompetenze acquisite nel lavoro sul campo e la trasformain capacità di agire.

La partecipazioneAnche se possiamo contare su tanti volontari, il nostroimpegno è sviluppare sempre di più la partecipazione dellepersone.La ricerca volontari è per noi uno strumento importante:per questo la nostra campagna Ti stiamo cercando èun’iniziativa sempre in moto che, potremmo dire, nonpossiamo mai considerare conclusa.Cercare volontari è una tecnica ma è anche un’arte: civogliono doti quali l’immaginazione, la capacità di entrarein relazione con le persone, la perseveranza, la convinzioneche la nostra è una proposta di valore. Ma sono necessarianche strumenti adeguati che facilitano il lavoro di chi siimpegna in questo campo.Per questa ragione Auser Lombardia ha preparato unprogramma di lavoro coordinato e realizzato alcuni supportiche possono essere utilizzati dai Comprensori e dalle ALAimpegnati nell’attività di ricerca volontari.

Il monitoraggioIl monitoraggio delle attività e dei risultati ottenuti è unacaratteristica del nostro operare e quindi diventa uno deifattori che inseriamo nel nostro modello.Il monitoraggio, infatti, è per Auser un momento di analisiinterna e non un semplice aggiornamento di numeri. Perla nostra associazione è uno strumento finalizzato allaverifica costante della capacità di Auser di muoversi daprotagonista sul territorio per interloquire sui temi della

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vita della persona anziana, per dare risposte concrete aibisogni dei cittadini più fragili e supporti all’intera comunità.

L’identitàSono tutti questi fattori che contribuiscono a costruire lanostra identità, l’identità di Auser che, vale la penasottolinearlo, nasce anche come somma della molteplicitàdelle identità di coloro che ne fanno parte. Ognuno di noiè portatore di una diversa identità, spesso “forte”, perchécostruita in anni di esperienza, di militanza sociale e politica.L’identità è una cosa seria per le persone ed è ancor piùseria per un’associazione.La nostra identità in questi anni si è rafforzata e siamo staticapaci di crescere proprio perché abbiamo riconosciutoche, pur con le nostre diversità, avevamo valori e principicomuni.Rafforzare la nostra identità è un ingrediente importanteperché il modello Auser possa funzionare.

La comunicazioneL’attenzione alla comunicazione interna ed esterna è statouno degli elementi che hanno maggiormente caratterizzatoil nostro operato in questi ultimi anni: entra quindi a pienotitolo nel nostro modello e ne rappresenta, in un certo qualmodo, lo sbocco naturale, perché senza comunicazione (intutte le sue forme, ed è comunicazione anche quella chesvolgono i volontari nella loro relazione con le persone)non c’è capacità di crescita.Ricordiamo il nostro sito internet www.auser.lombardia.itrecentemente rinnovato per migliorare il flusso diinformazioni interne ed esterne, per dare maggiore spazioalle buone pratiche con l’istituzione di finestre dedicate,per realizzare un archivio digitale che comprende tutta ladocumentazione amministrativa interna (statuti, regolamenti,assicurazioni, manuali, etc.).Siamo presenti su Facebook e stiamo lavorando per agevolarela rete e la connessione tra le ALA e i Comprensori presenticosì da poter condividere messaggi comuni a sostegno dellenostre attività.

vita della persona anziana, per dare risposte concrete aibisogni dei cittadini più fragili e supporti all’intera comunità.

L’identitàSono tutti questi fattori che contribuiscono a costruire lanostra identità, l’identità di Auser che, vale la penasottolinearlo, nasce anche come somma della molteplicitàdelle identità di coloro che ne fanno parte. Ognuno di noiè portatore di una diversa identità, spesso “forte”, perchécostruita in anni di esperienza, di militanza sociale e politica.L’identità è una cosa seria per le persone ed è ancor piùseria per un’associazione.La nostra identità in questi anni si è rafforzata e siamo staticapaci di crescere proprio perché abbiamo riconosciutoche, pur con le nostre diversità, avevamo valori e principicomuni.Rafforzare la nostra identità è un ingrediente importanteperché il modello Auser possa funzionare.

La comunicazioneL’attenzione alla comunicazione interna ed esterna è statouno degli elementi che hanno maggiormente caratterizzatoil nostro operato in questi ultimi anni: entra quindi a pienotitolo nel nostro modello e ne rappresenta, in un certo qualmodo, lo sbocco naturale, perché senza comunicazione (intutte le sue forme, ed è comunicazione anche quella chesvolgono i volontari nella loro relazione con le persone)non c’è capacità di crescita.Ricordiamo il nostro sito internet www.auser.lombardia.itrecentemente rinnovato per migliorare il flusso diinformazioni interne ed esterne, per dare maggiore spazioalle buone pratiche con l’istituzione di finestre dedicate,per realizzare un archivio digitale che comprende tutta ladocumentazione amministrativa interna (statuti, regolamenti,assicurazioni, manuali, etc.).Siamo presenti su Facebook e stiamo lavorando per agevolarela rete e la connessione tra le ALA e i Comprensori presenticosì da poter condividere messaggi comuni a sostegno dellenostre attività.

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Condividiamo la proposta di Auser Nazionale di promuovereun tavolo permanente nazionale che sia una base diconfronto tra le strutture per costruire messaggi comuni,per la ricerca volontari, per la raccolta fondi. È necessariopromuovere linee guida da utilizzare nella costruzione disiti, blog, profili sui social network.Questi impegni non vogliono provocare una maggiorerigidità del nostro sistema di comunicazione che deve restareflessibile in funzione delle esigenze delle singole strutturee rispettive autonomie. L’obiettivo è quello di rendere piùincisivo il messaggio che per essere tale non può esserediverso e quindi disomogeneo nei diversi livellidell’associazione.

Non dobbiamo poi dimenticare la nostra newsletter, vetrinaattraverso la quale Auser Regionale, Comprensori e ALApossono far conoscere le iniziative e le notizie significativerelative alle attività quotidiane.

Se parliamo di comunicazione istituzionale, non posso noncitare la campagna Ti stiamo cercando, un’iniziativacontinuativa per cercare nuovi volontari, accoglierli, formarli,fidelizzarli. Il progetto Ti stiamo cercando non è solo unacampagna di comunicazione: è una proposta articolatapreparata per offrire suggerimenti pratici e strumenti tecnici.La pianificazione delle azioni è divisa in più fasi: l’Analisi,la Ricerca, la Raccolta, la Formazione e il Tirocinio, laValutazione.

Credo di poter dire che siamo l’unica organizzazione a reteche si è dotata di un Vademecum che ha l’obiettivo dimettere a disposizione di tutta la rete di associazioni localiun insieme di informazioni e strumenti che consentano disviluppare iniziative di comunicazione coordinata a livelloregionale.In particolare il Vademecum contiene alcune riflessionisull’importanza della pianificazione e della programmazionedelle attività di comunicazione e suggerimenti e strumentiper tradurre in pratica quanto appreso sulla ricerca volontarie sulla raccolta fondi. Da pochi mesi è stata anche realizzata

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la campagna lasciti testamentari che ha ottenuto il patrociniodel Consiglio Notarile di Milano.

Sempre sul fronte della ricerca volontari, abbiamo un altroobiettivo importante: intervenire perché molti dei nostrisoci, che spesso rimangono un potenziale inespresso,diventino volontari, trasformandosi da utilizzatori di serviziin una risorsa sulla quale contare per il bene della collettività.

Per questo nel modello Auser consideriamo prioritaria lacapacità di coinvolgere in modo attivo più persone, cittadini,comunità locali. La dimensione locale rappresenta infattil’ambito più fertile per lo sviluppo della cittadinanza attivae il luogo che meglio consente lo sviluppo di dinamicherelazionali in grado di rigenerare il tessuto sociale.Nell’Anno Europeo della cittadinanza attiva ci impegneremosempre di più su questo fronte.

la campagna lasciti testamentari che ha ottenuto il patrociniodel Consiglio Notarile di Milano.

Sempre sul fronte della ricerca volontari, abbiamo un altroobiettivo importante: intervenire perché molti dei nostrisoci, che spesso rimangono un potenziale inespresso,diventino volontari, trasformandosi da utilizzatori di serviziin una risorsa sulla quale contare per il bene della collettività.

Per questo nel modello Auser consideriamo prioritaria lacapacità di coinvolgere in modo attivo più persone, cittadini,comunità locali. La dimensione locale rappresenta infattil’ambito più fertile per lo sviluppo della cittadinanza attivae il luogo che meglio consente lo sviluppo di dinamicherelazionali in grado di rigenerare il tessuto sociale.Nell’Anno Europeo della cittadinanza attiva ci impegneremosempre di più su questo fronte.

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EpilogoInnovazione, condivisione, speranza:

un futuro in armonia

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Come sarà Auser Lombardia in futuro? Sarà capace diaffrontare le nuove sfide che l’attendono?Come abbiamo visto, alcune sfide le abbiamo già vinte.Altre le stiamo vincendo: per esempio quella di una nuovaconcezione di telefonia o quella di luoghi della comunitàcome punti di riferimento per le persone che abitano ilterritorio.

Un’altra sfida - e snodo importante - è il passaggio daltrasporto all’accompagnamento protetto: anche se pococambia nel servizio di mobilità sociale, mutano alcune parolee quindi anche il nostro atteggiamento e il nostro modo diinserirci nelle diverse realtà. Non parlare di trasporto ma diaccompagnamento protetto è un cambiamento di terminiche sottolinea la differenza tra chi si occupa solo dellamobilità delle persone e chi, come i volontari Auser, stabilisceuna relazione con le persone. Perché anche le parole possonofacilitare il cambiamento e sostenere la trasformazione inatto.

Il discorso della telefonia è collegato anche al nostro ruolonei Piani di Zona: stiamo diventando parte integrante epropulsiva di un nuovo sistema di welfare. Anche grazieall’accordo siglato con la Regione Lombardia per la gestionedel Filo d’Argento, il peso della nostra associazione neiterritori sta crescendo: abbiamo definito accordi con 15ASL e siamo attivi in 83 Piani di Zona, luoghi dove sidecidono le politiche sociali del territorio.

Per rispondere meglio al cambiamento stiamo investendomolto nella formazione dei dirigenti e dei volontari. Negliscorsi mesi è stata realizzata una importante attività diaggiornamento destinata a coloro che hanno (o avranno)un ruolo attivo negli Uffici di Piano e nei Piani di Zona.

All’inizio di aprile avvieremo un ciclo di 9 seminari utilizzandoil web. In questo percorso - per noi assolutamente innovativo- ci avvarremo delle competenze e della collaborazionedell’Università Bocconi. Il percorso prevede tre ambiti diapprofondimento: Conoscere il territorio e gestire le relazioni

Come sarà Auser Lombardia in futuro? Sarà capace diaffrontare le nuove sfide che l’attendono?Come abbiamo visto, alcune sfide le abbiamo già vinte.Altre le stiamo vincendo: per esempio quella di una nuovaconcezione di telefonia o quella di luoghi della comunitàcome punti di riferimento per le persone che abitano ilterritorio.

Un’altra sfida - e snodo importante - è il passaggio daltrasporto all’accompagnamento protetto: anche se pococambia nel servizio di mobilità sociale, mutano alcune parolee quindi anche il nostro atteggiamento e il nostro modo diinserirci nelle diverse realtà. Non parlare di trasporto ma diaccompagnamento protetto è un cambiamento di terminiche sottolinea la differenza tra chi si occupa solo dellamobilità delle persone e chi, come i volontari Auser, stabilisceuna relazione con le persone. Perché anche le parole possonofacilitare il cambiamento e sostenere la trasformazione inatto.

Il discorso della telefonia è collegato anche al nostro ruolonei Piani di Zona: stiamo diventando parte integrante epropulsiva di un nuovo sistema di welfare. Anche grazieall’accordo siglato con la Regione Lombardia per la gestionedel Filo d’Argento, il peso della nostra associazione neiterritori sta crescendo: abbiamo definito accordi con 15ASL e siamo attivi in 83 Piani di Zona, luoghi dove sidecidono le politiche sociali del territorio.

Per rispondere meglio al cambiamento stiamo investendomolto nella formazione dei dirigenti e dei volontari. Negliscorsi mesi è stata realizzata una importante attività diaggiornamento destinata a coloro che hanno (o avranno)un ruolo attivo negli Uffici di Piano e nei Piani di Zona.

All’inizio di aprile avvieremo un ciclo di 9 seminari utilizzandoil web. In questo percorso - per noi assolutamente innovativo- ci avvarremo delle competenze e della collaborazionedell’Università Bocconi. Il percorso prevede tre ambiti diapprofondimento: Conoscere il territorio e gestire le relazioni

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con i diversi stakeholder esterni; Come gestirel’organizzazione; Come progettare comunicazione efundraising.

Come sapete tutti i referenti delle ALA potranno accedereai workshop, che avranno una durata di 30 minuti,semplicemente collegandosi dalla propria sede o da casasecondo modalità e orari che verranno comunicati.L’interazione tra il docente e i partecipanti sarà moltosemplice: a tutti coloro che si saranno iscritti verràinviato via mail un link, cliccando sarà possibile aprire ilcollegamento. I partecipanti potranno intervenire conrichieste di chiarimento o approfondimento: le domandeverranno inviate via mail e saranno gestite dal docente chevaluterà quando rispondere (subito in video o in seguitovia mail).

Si tratta di un progetto particolarmente innovativo e inlinea con le necessità della nostra associazione in questoparticolare momento storico.

Per concludere…In questi anni i cambiamenti sono stati tanti e tanti altri ciaspettano: una società che sta rapidamente invecchiando,un governo che a livello centrale e locale riduce i contributiper il welfare, la mancanza di punti di riferimento certi nellacomunità… Se saremo capaci di interpretare il cambiamentoutilizzando anche il nostro modello potremo rispondere nelmodo migliore alla domanda di aiuto che ci arriva dallepersone e dai territori.

Alla descrizione del nostro modello vorrei aggiungere treaffermazioni che, sono certo, condividete:

Auser si occupa con cuore e professionalità degli anzianie risponde alle loro richieste in ogni realtà del territoriolombardo

Auser offre alle persone la possibilità di diventare volontaricombattendo la solitudine e lo scoraggiamento che spesso

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favoriscono l’invecchiamento, la malattia e la nonautosufficienza

Auser non si limita a fornire risposte adeguate alle necessitàdi oggi, ma pensa anche alle esigenze di domani, non solodegli anziani ma della società

Dove il modello Auser funziona cresce la qualità della vitadelle persone e della comunità, cresce la sicurezza, crescela creatività, cresce la partecipazione.

La crisi non ci deve spaventare, ma deve essere vissutacome un’opportunità per migliorare quello che facciamo.Dobbiamo affrontare i problemi di tutti i giorni senzadimenticare la strategia più ampia di cui siamo parte.Dobbiamo continuare a essere un ingranaggio che permettealla macchina di funzionare senza perdere di vista il fattoche siamo parte essenziale di questa macchina.Dobbiamo raccogliere le nuove sfide con coraggio eottimismo, anche se sappiamo che i problemi sono tanti.

Dopo tanti anni di cammino insieme di una cosa sono certo:il nostro impegno, la nostra passione, la nostra capacità divisione sono e saranno sempre la nostra forza.

favoriscono l’invecchiamento, la malattia e la nonautosufficienza

Auser non si limita a fornire risposte adeguate alle necessitàdi oggi, ma pensa anche alle esigenze di domani, non solodegli anziani ma della società

Dove il modello Auser funziona cresce la qualità della vitadelle persone e della comunità, cresce la sicurezza, crescela creatività, cresce la partecipazione.

La crisi non ci deve spaventare, ma deve essere vissutacome un’opportunità per migliorare quello che facciamo.Dobbiamo affrontare i problemi di tutti i giorni senzadimenticare la strategia più ampia di cui siamo parte.Dobbiamo continuare a essere un ingranaggio che permettealla macchina di funzionare senza perdere di vista il fattoche siamo parte essenziale di questa macchina.Dobbiamo raccogliere le nuove sfide con coraggio eottimismo, anche se sappiamo che i problemi sono tanti.

Dopo tanti anni di cammino insieme di una cosa sono certo:il nostro impegno, la nostra passione, la nostra capacità divisione sono e saranno sempre la nostra forza.

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Regionale Lombardia

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