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INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected] Contiene I.R. Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale PERIODICO DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI ATTORE DELLA CAUSA DI CANONIZZAZIONE DELLA SERVA DI DIO MARIA BOLOGNESI ANNO XIII N. 2 APRILE - MAGGIO - GIUGNO 2004 Editoriale Seduti ai piedi di Gesù ............................pag. 2 Il primo incontro con la Serva di Dio ...... » 3 Gli amici di Maria .................................... » 4 In pellegrinaggio per le vocazioni Omelia di Padre Tito Sartori............................ » 5 I bambini di Bosaro incontrano Maria Bolognesi ......................................pag. 9 Continua l’opera d’amore della Serva di Dio .................................... » 10 La posta di Maria .................................... » 11 Preghiera alla Madonna .......................... » 12 “Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta” (Lc 10,42) SOMMARIO Cristo nella casa di Marta e Maria, 1628, Pieter Paul Rubens e Jan Bruegel

Transcript of la parte migliore che non le sarà tolta” · Camillo Magarotto e un articolo che testimonia come...

INTERNET: www.mariabolognesi.it E-mail: [email protected]

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PERIODICODEL CENTRO MARIA BOLOGNESIATTORE DELLA CAUSADI CANONIZZAZIONEDELLA SERVA DI DIOMARIA BOLOGNESI

ANNO XIII N. 2APRILE - MAGGIO - GIUGNO 2004

EditorialeSeduti ai piedi di Gesù ............................pag. 2

Il primo incontro con la Serva di Dio...... » 3

Gli amici di Maria.................................... » 4

In pellegrinaggio per le vocazioniOmelia di Padre Tito Sartori............................ » 5

I bambini di Bosaro incontranoMaria Bolognesi ......................................pag. 9

Continua l’opera d’amore della Serva di Dio .................................... » 10

La posta di Maria .................................... » 11

Preghiera alla Madonna .......................... » 12

“Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta”(Lc 10,42)

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2 FINESTRE APERTE

In questo numero estivo di Fine-stre Aperte ci è sembrato opportunoproporre una riflessione ispirata dadue figure amiche di Gesù: Marta eMaria di Betania, sorelle di Lazzaro.

Chissà quante volte vi capiterà inquesti mesi di passare le vostre sera-te, gracidanti di rane, in compagniadei vostri amici, ecco, cogliete l’at-mosfera di quei momenti e trasferite-la in questo brano del Vangelo diLuca.

Mentre erano in cammino, entròin un villaggio e una donna, di nomeMarta, lo accolse nella sua casa.

Essa aveva una sorella, di nomeMaria, la quale, sedutasi ai piedi diGesù, ascoltava la sua parola; Martainvece era tutta presa dai molti servi-zi. Pertanto, fattasi avanti, disse:“Signore, non ti curi che mia sorellami ha lasciata sola a servire? Dilledunque che mi aiuti”. Ma Gesù lerispose: “Marta, Marta, tu ti preoccu-pi e ti agiti per molte cose, ma unasola è la cosa di cui c’è bisogno.Maria si è scelta la parte migliore, chenon le sarà tolta” (Lc 10,38 - 42).

Non vi sembra strano che, Gesù,invece di dare ragione a Marta indaf-faratissima a preparargli una buonacena, appoggi il comportamento“passivo” di Maria? Eppure comesempre Gesù ci dona un preziosoinsegnamento: il significato di con-templazione!

Forse ci è più chiaro nel passo diGiovanni (Gv 12,1-8). Mancano seigiorni alla Pasqua e Gesù si reca inBetania, proprio a casa di Lazzaro,che aveva resuscitato dopo essersi

commosso con immensa umanità difronte alla sua morte. Mentre Marta,ancora una volta serve in tavola,Maria prende una libbra di oliocostoso e profumato, cosparge ipiedi di Gesù e glieli asciuga con isuoi capelli. Maria questa volta com-pie un gesto concreto, ma Giuda e idiscepoli non mancano di farle nota-re che è uno spreco. Anche in questocaso Gesù la difende e la esaltafacendo intravedere nel gesto delladonna un omaggio anticipato allasua salma.

Qual’è il segreto di Maria persoddisfare così prontamente tutte leaspettative del Signore?

Per ogni cosa c’è il suo tempo eGesù pretende che ogni suo discepo-lo sappia interpretare il tempo pre-sente con la stessa sollecitudine dellasua amica Maria: mettersi in relazio-ne con Dio e con la sua volontà!Sembra un’impresa impossibile pernoi che viviamo sempre di corsa, tro-vare il momento giusto per “sederciai piedi di Gesù” ad ascoltare la suaParola. Eppure se non ci prendiamoil tempo per ascoltarLo rischiamo dinon mettere in pratica ciò che Lui cichiede, proprio come traspare dalcommento di S. Agostino del passodel figliol prodigo: “Dov’è andato afinire lui, chiamato ad essere simile asuo padre?”.

Il filo d’oro del Vangelo finiscesempre per condurci alla figura diMaria Bolognesi: un perfetto equili-brio tra i due atteggiamenti dellesorelle di Betania. Un po’ Marta nel-l’esempio di vita attiva al servizio

del Gesù incarnato negli altri e unpo’ Maria nei momenti di intensacontemplazione per ascoltare ciò cheDio le chiedeva. Così la Serva di Dioha vissuto un rapporto permanentecon “l’amato del suo cuore”.

Proprio in questo numero avremoancora una volta, l’immenso dono diconoscere meglio Maria Bolognesiattraverso l’esperienza diretta diGiuseppina Giacomini e l’omelia diPadre Tito in occasione della S.Messa celebrata durante il Pellegri-naggio alla B.V. del Soccorso.

Dalle parole di Leano Lancierirespireremo il sentimento dell’essereamici della Serva di Dio, con la pia-cevole conseguenza di ritrovarcianche più amici di Gesù.

Vi segnaliamo il frutto di una pre-ziosa collaborazione con DonCamillo Magarotto e un articolo chetestimonia come l’attenzione parti-colare che Maria nutriva per i bam-bini continui ad operare attraverso ilCentro.

Non manca lo spazio dedicatoalle vostre lettere, poesie e preghiere,che sono un prezioso dono per noiche le riceviamo, per Maria che leaccoglie tra le sue mani e per chi lelegge. Infine affidiamo alla vostrasensibilità una preghiera allaMadonna, completata da un dipintodella Serva di Dio, con l’augurio checi aiuti tutti a coltivare di più lanostra AMICIZIA con Gesù!

Ludovica Mazzuccato

Foto: Jan Vermeer, Cristo in casa di Marta eMaria.

Amici di Gesù come Marta e Maria di Betania?

SEDUTIAI PIEDI DI GESÙ

AD ASCOLTARELA SUA PAROLA

Una scelta da fare

FINESTRE APERTE 3

IL PRIMO INCONTROCON LA SERVA DI DIO

Nel quaderno-diario di Maria Bolo-gnesi n. 6, alla data 1 maggio 1954 sonoriportate queste poche, semplici, ma perla sottoscritta pregnanti, parole: "Andai atrovare i miei ammalati a Oderzo pr. Tre-viso. Alla sera circa alle ore 10 Gesù midice: Maria ti do ancora la ferita apertanella mano destra. Gesù mi parlò molto alungo…".

Essendo nata ad Oderzo, posso direcon certezza che Maria Bolognesi, in quellontano giorno di maggio, di 50 anni fa,ha fatto visita anche ai miei famigliari.Non credo di sbagliarmi se affermo che inquesto modo ha avuto inizio il "suo rap-porto d'amore" con la città di Oderzo ed isuoi abitanti; infatti Maria si sarebbe por-tata costì anche negli anni successivi: sen-tiva l'impellente impegno e bisogno diessere vicina anche fisicamente a quantila cercavano per avere da lei una parola diconforto, un consiglio, ma in modo parti-colare la certezza della sua preghieraforte, che arrivava dritta al cuore di Gesùper strappare tante "grazie".

Vorrei poter dire tante cose di questoprimo incontro di Maria con la mia fami-glia, ma poiché i ricordi sono molto sfu-mati, preferisco soffermarmi sul mio per-sonale incontro con colei che ho da subi-to considerato come un "essere privilegia-to dall'amore divino".

Questo ricordo è per me ancora limpi-do, chiaro, reale, quasi concreto perché lamia mente e il mio cuore hanno volutofotografarlo con amore.

Mi rivedo bambina di nove anni, timi-da, forse un po' curiosa, ma anche timoro-sa nel far domande agli adulti di casa mia,che a bassa voce stavano parlando diMaria come di una persona "diversa" per-ché "stigmatizzata". In quel giorno, men-tre Maria stava riposando nella stanza daletto delle zie perché stanca e provata dalviaggio e dalle diverse visite, capii subitotante cose, anche perché i miei famigliarierano tutti ferventi "devoti" dello stigma-tizzato del Gargano: Padre Pio da Pietrel-cina. In breve, "qualcuno" - o meglio - lamia anima volle che io mi convincessisubito di aver incontrato una "Santa".

Non mi si fraintenda. Nessun adultomi aveva fatto il lavaggio del cervello,nessuno di casa mia - pur nella sua fede -era allora pronto a credere senza avervisto. In tutti comunque rispetto e devo-zione per quest'anima che dimostrava diaver voluto consacrare la sua vita alSignore, con un voto lontano nel tempo econsacrare poi tutta se stessa nell'aiutaretanti fratelli ammalati e sofferenti sia nel-l'anima che nel corpo.

Sorretta da quanto avevo sentito dallavoce del sacerdote che mi aveva prepara-to alla Prima Comunione, mi dissi subito:"Se Gesù l'ha scelta a portare la Croce,donandole le stimmate, Gesù l'ama e devestare con lei! Se Gesù l'assiste, lei - Maria- non può sbagliare". Deduzioni e ragio-namenti semplicissimi e naturali - almenoper me - per me che non capivo la diffi-coltà degli adulti di accettare lo stessoprincipio per valido. Mai dubitai delleparole di Maria sapendo - per dono difede - che Gesù le faceva dire solo laverità. Se, nel tempo, qualche volta nonascoltai i consigli di Maria, fu per una miapersonale forma di egoismo, sapendo diferirla, di farle del male. Più di una voltapenso di aver calpestato in qualche modo,anche se non volontariamente, quelmondo interiore che lei voleva coltivareper farmene dono.

Ebbene, per tornare a quel giorno,quello del mio primo incontro con Maria,desidero ricordare che io volli vederla nonappena capii - dalle parole uscite a bassavoce dalla bocca degli adulti, ma subitopercepite e raccolte con prontezza dal mio

cuore - che Maria, dopo il breve riposo,sarebbe ripartita subito per Rovigo.

Pur se timorosa, per un impulso stra-no, mi feci coraggio: di corsa salii le scaleper andare al 2° piano, dove si trovava lastanza delle zie. Dovevo vederla! Fortunavolle che la porta della camera da lettofosse aperta. Potevo entrare, ma mi fermaisul pianerottolo, avendo comunque scortola sua figura. Non ricordo se ci scambiam-mo delle parole: l'emozione e l'ansia diquell'incontro offuscarono la mia memo-ria uditiva. Ricordo però il suo vestitonero, la sua figura semplice e maestosa, ilsuo sguardo, che ora, posso anche defini-re, senza paura di sbagliare: fiero e dolce,perché Maria poteva scrutare l'anima. Erain piedi, vicino al comò sul quale posavaincorniciata la foto di noi fratelli: Vincen-zo, Maria Vittoria, Rita, Giuseppina: lascrivente. Maria la prese, la guardò, dissequalcosa e mi guardò. Forse voleva farmiuna carezza, ma io scappai via di corsa.

Il primo incontro: brevissimo, per glialtri insignificante, forse, ma non certoper me. Il mio piccolo cuore di bambina silasciò baciare, forse per questo si è lascia-to e sempre si sarebbe lasciato plasmaresotto le immagini potentissime che Mariami avrebbe regalato nel corso degli anni,continuando a farlo anche dopo la suamorte.

La sua amorosa presenza non è maivenuta meno, è sempre percepibile a livel-lo di mente e di cuore, che riconoscono diaver in Maria una potente alleata, semprepronta ad aiutare, ad indicare una stradada percorrere, a favorire un incontro, aprendere una decisione.

Questa sua presenza, per quanto sem-plice e discreta sia stata e continui adesserlo, mi ha fatto assaporare il dono diquella "gioia piena" e di quella "pace" cheil Risorto ha introdotto nel mondo rinno-vato attraverso la sua crocifissione emorte.

In breve, posso concludere che Maria,con delicatezza e senza alcuna fretta, havoluto che la mia anima scoprisse chequella "gioia" deve essere vissuta nellapresenza e sotto lo sguardo del Signore.

Ed il Signore, quanto più un'anima simanifesta nella sua piccolezza e umiltà, lefa vedere ed assaporare le meraviglie delsuo infinito amore.

Giuseppina Giacomini

1 Maggio 1954 - 1 Maggio 2004

Un anniversario tutto d’oro

Veduta di Oderzo

4 FINESTRE APERTE

Ho già detto come ho conosciutoMaria Bolognesi recentemente,quasi per caso. Prima, pur frequen-tando abitualmente Rovigo, di leinon sapevo nulla. Da quando misono interessato a Maria però hoscoperto, con stupore e meraviglia,che la sua voce arriva attraversomolte vie: basta sapere e volereascoltare. Ho fruito di amicizie,testimonianze, fatti, sensazioni, con-sigli che da lei partono ed a lei por-tano e tutto è sempre apparso natura-le, semplice e quasi nascosto.

Ciò che mi dà più gioia e ricchez-za interiore però è lo stare con gli

amici di questa Serva di Dio. Sonosempre più numerosi ormai gliincontri-testimonianza che mi hannopermesso di conoscere personemeravigliose con cui trascorro tantimomenti di vero godimento spiritua-le. Non saprei neanche dire con esat-tezza come siano nate queste cono-scenze, quasi sempre pressochécasuali (ma è proprio sempre operasolo del caso?), divenute poi spessoamicizie vere e proficue. Per ognipersona si potrebbe dire che si trattadi un evento a sé: il percorso che ciha portato a conoscerci ha caratteri-stiche tutte sue proprie, uniche, lega-te a situazioni e segni particolari,individuali. Del resto il Signore nonha forse voluto ciascuno di noi in

edizione unica ed irrepetibile? Perognuno non c’è un progetto meravi-glioso ed esclusivo voluto da Coluiche ci ha creati? Il modo di trovarsi eriunirsi degli amici di Maria è per lopiù modesto, semplice, dimesso.Spesso si resta stupiti e ci si chiedecome mai questi devoti siano diven-tati tanti pur rifuggendo dal clamoree dalla vistosità, in un’epoca chesembra sempre più affidarsi al fra-stuono, alla pubblicità e all’esterio-rità.

Chi sono questi amici che ora mifanno conoscere e amare sempre dipiù questa Serva di Dio? Si tratta di

persone per lo più estremamenteumili, semplici, diverse per cultura,attività e interessi. Alcuni hannoconosciuto da vicino Maria e con leihanno condiviso esperienze di vita edi fede, altri hanno conosciuto Mariaper via indiretta, attraverso testimo-nianze altrui. Alcuni sono beneficia-ri di carismi e doni eccezionali, sem-pre nascosti però dall’umiltà. Piùvolte mi sono chiesto, senza sapermidare una risposta, se sempre Mariacolmi i suoi fedeli di grazie specialio se abbia voluto privilegiarmifacendomi conoscere coloro a cui hariservato i suoi doni più belli. Unacosa è certa, Maria ha sempre aiuta-to ed aiuta tuttora a percorrere lastrada accanto a Gesù con serenità e

con naturalezza. Con lei i momentidi gioia sono più intensi e più puri, lecroci più leggere e più sopportabili.Maria, che portava in sé i segni delCrocifisso, di cui ha condiviso lesofferenze, vuole addolcire le pene,spesso dure e gravose, di chi si rivol-ge a lei.

Sono ormai tanti gli episodi chegli amici di Maria mi hanno raccon-tato. A volte si tratta di fatti accadutiquando Maria era ancora vivente,riferiti da coloro che le erano accan-to, a volte invece si tratta di eventiattuali, riportati da persone che nonhanno conosciuto direttamenteMaria.

Spesso sono casi estremamenteinteressanti, esperienze di vita singo-lari e coinvolgenti. Ascoltando l’ani-ma ne gioisce e acquista ricchezzainteriore, serenità e forza. Forsesarebbe opportuno, in futuro, soffer-marsi su qualche esperienza partico-lare e dettagliata, se gli interessati loconsentiranno.

Le storie che mi avvincono di piùsono quelle apparentemente piùordinarie, semplici, rese straordina-rie dalla fede fresca e generosa dianime innamorate di Dio. Questostupisce: accanto a Maria lo straordi-nario appare ordinario e l’ordinariodiventa straordinario. Non mancanogli eventi singolari e difficilmentespiegabili senza la fede: malattiescomparse all’improvviso per inter-cessione di Maria, rivelazione dieventi che non potevano essere per-cepiti per vie normali, successionerapida e apparentemente casuale enormale di fatti la cui concatenazio-ne sembra difficile spiegare solo conla logica.

Quasi sempre, più che di miraco-li veri e propri, sarebbe forse piùappropriato parlare di eventi fuoridel comune, che lasciano stupore e,per chi crede, certezza su Chi li havoluti. I testimoni però, quando neparlano, pur ritenendosi personal-mente sicuri della santità di Maria,sono sempre estremamente umili escrupolosi nella sottomissione alMagistero della Chiesa, a cui riten-gono doveroso ubbidire e da cuiattendono un giudizio definitivo,voluto da Cristo e illuminato dalloSpirito.

Leano Lancieri

Nella gioia con gli amici di Maria

Maria con

parenti e amici:

una sola famiglia

FINESTRE APERTE 5

Ci troviamo di fronte a tre capola-vori divini: il capolavoro della Vergi-ne Madre, il capolavoro del vergineFiglio, consegnati alla tutela e prote-zione del vergine Giuseppe. Oggi èpertanto la festa delle verginità consa-crate a Dio: dell’umanità del Cristo,dell’umanità della Vergine, dell’uma-nità di Giuseppe, le più alte figuremorali che siano apparse sulla terra.

* * *

Prima di accingermi a parlare delsacerdozio così come lo consideròMaria Bolognesi, desidero inquadrarele figure sacerdotali dalle quali nelladiocesi di Adria-Rovigo lei venne aiu-tata. Il primo fu Don Bassiano Paiato,

1 Maggio 2004

IN PELLEGRINAGGIOPER LE VOCAZIONI

Un impegno coinvolgente

IL SACERDOZIONEL PENSIERO DI MARIA BOLOGNESI

Omelia di Padre Tito Sartori

Quale modo migliore di iniziare il mese della Madonna se nonquello di partecipare ad un Pellegrinaggio! Con questo spirito gli amici della Serva di Dio hanno orga-nizzato, sabato 1 maggio c.a., un pellegrinaggio alla B.V. delsoccorso nel Tempio “La Rotonda” di Rovigo, luogo in cuianche Maria Bolognesi ha affidato le sue suppliche.Incoraggiati dall’atmosfera artistico-religiosa del Tempio, chenell’abbraccio avvolgente della sua architettura incarna losplendore della Vergine, è stato più facile calarsi nell’inten-sità del momento di preghiera. Un momento volutamenteorientato alla preghiera per le vocazione, in fraterna sintoniacon la Chiesa, che domenica 2 maggio ha glorificato la 41°Giornata Mondiale di Preghiera sulle vocazioni e in pienacomunione con l’incisivo cammino diocesano.Alle 10.30 Padre Tito Sartori, Postulatore della Causa dicanonizzazione, ha presieduto la S. Messa, regalando ainumerosi presenti un ritratto sempre più luminoso dellaServa di Dio, oltre che un momento di intensa riflessione spi-rituale.L’accoglienza, affidata a Giuseppina Giacomini presidente delCentro Maria Bolognesi, ha anticipato la disponibilità totale,della Serva di Dio per le vocazioni, in particolar modo quellaal sacerdozio e quella alla famiglia.La celebrazione, dopo le letture, ha visto il suo prosegui-mento con l’omelia di Padre Tito, che per la sua profondità di

concetti riteniamo doveroso pubblicare interamente, in modoche nelle vostre case arrivi, come ai partecipanti al pellegri-naggio, il coinvolgente invito ad una riflessione di fede, sullascia luminosa della Serva di Dio.Dopo la consegna fatta dal celebrante delle cose meraviglio-se sulla passione di fede e di amore per le vocazioni di MariaBolognesi, il silenzio meditativo riempiva l’animo dei presen-ti; continuava la celebrazione con ricchezza di attenta parte-cipazione.Dopo l’Eucaristia e la recita della preghiera per la glorifica-zione della Serva di Dio, doverosi i ringraziamenti a Don Sil-vio Baccaro, guida spirituale del Gruppo Genitori in Cammi-no, e a Don Camillo Magarotto che hanno concelebrato. Ungrazie caloroso anche a Padre Tito, a Mons. Daniele Perettoe a quanti hanno presenziato, con l’augurio che questo pel-legrinaggio ci abbia reso un po’ più capaci di seguire l’esem-pio di Maria Bolognesi, che seguendo le orme di Cristo Cro-cifisso volle realizzare la vocazione battesimale, offrendo lapropria vita in riparazione ed espiazione delle proprie e dellealtrui debolezze.

Tempio B.V. del Soccorso

“La Rotonda”di Rovigo

PREMESSA

La data odierna è preziosa, perchériunisce vari elementi importanti perla nostra fede: il mese di maggio,consacrato alla Vergine; la memorialiturgica di San Giuseppe lavoratore;e poi la grande presenza di Gesùsommo ed eterno Sacerdote. Contem-plare insieme queste tre Persone, creanell’anima una grande gioia, perchéla Vergine Santa è una creatura che ilPadre da tutta l’eternità ha pensato eha creato per Sé, è il capolavoro diDio: dal grembo verginale di Mariatrarrà l’umanità assunta dal Verbo perrealizzare la Redenzione nostra algiungere della pienezza dei tempi.

Padre Tito Sartori

6 FINESTRE APERTE

il vecchio prete comportatosi con leicome un padre, e che fino al 1949 ledette un indirizzo preciso, una dire-zione perfetta; dopo il ‘49, probabil-mente abbagliato dagli immensi pro-digi che Dio compiva nella vita dellaBolognesi, e forse anche a causa del-l’età (è morto ultranovantenne), deviòdall’indirizzo di riservatezza che luistesso le aveva dato, motivo per cui ilVescovo diocesano di Adria-Rovi-go, Mons. Mazzocco, lo sostituìcon Mons. Rodolfo Barbieri, altrafigura splendida di sacerdote, cheebbe per lei attenzioni quali solo ungenitore può avere per una figlia.

Malatosi Mons. Barbieri, suben-trerà Mons. Adelino Marega, figuradi prete fulgida, ricco di tutto ciòche si poteva esigere da un sacerdo-te, ricco di cultura teologica, di cul-tura scientifica, di umanità, disapienza nelle cose mistiche. Aquesto prete straordinario verràconsegnata la vita della Bolognesi.Sarà lui a diagnosticare con rigore econ severità la presenza di Dio, diCristo, nel personaggio delle appa-rizioni mistiche. Per quasi un annointero, dal settembre ‘57 al 27 giu-gno ‘58, impose alla Bolognesi di“cacciare via quel personaggio”, elei ubbidì sempre. E quel “perso-naggio” non soltanto non rimpro-verò la Bolognesi, ma le disse: “Tu faibene a cacciarmi via, perché cosìubbidisci al tuo direttore spirituale,però il tuo direttore sa che io sono Dioe faccio quello che voglio”. Il 27 giu-gno del ‘58 Mons. Marega le dirà:“Adesso fai quello che ti dice”. Maper tutti quei mesi, dal settembre ‘57al giugno ‘58, egli mantenne un atteg-giamento di severità, perché volevaessere sicuro che non fosse Satana ouna immaginazione della mente diMaria a creare il “personaggio” dellecosiddette visioni mistiche.

Non posso omettere di nominarePadre Romualdo Soave, cappuccino,figura bellissima, che ebbe trattimeravigliosi con la Bolognesi, con laquale svolse colloqui incantevoli,possibili tra due anime stupende,immolatesi ambedue al Signore e aLui consacrate in spirito di sacrificioe di riparazione a favore della Chiesa.

Ricordo l’ultima figura, Mons.Aldo Balduin. Mio fratello, quand’eraVescovo a Rovigo (ancora viventeMons. Balduin), mi raccontò un epi-sodio attinente a quest’ultimo e poiaggiunse: “Tra i miei sacerdoti Mons.Balduin è l’anima più santa”.

“Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre1978, ad appena due settimane dall’e-lezione alla Sede di Pietro, quasiaprendo il mio animo, così mi espri-mevo: “«Il Rosario è la mia preghieraprediletta, preghiera meravigliosa,meravigliosa nella sua semplicità, sipuò dire che il Rosario è in certomodo un commento-preghiera del-l’ultimo capitolo della costituzione

Lumen Gentium del Vaticano II,capitolo che tratta della mirabilepresenza del Regno di Dio nelmistero di Cristo e della Chiesa;difatti, sullo sfondo delle parole AveMaria passano davanti agli occhidell’anima i principali episodi dellavita di Gesù Cristo»”.

Così asserì il Papa a propositodel Rosario, e questa preghieraGesù la raccomandò a Maria perchéla elevi a Dio per riparare i peccaticommessi dai sacerdoti e per la san-tificazione loro.

Quando scrissi la biografiadocumentata della vita della Bolo-gnesi (opera tutt’oggi ancora inedi-ta), alla fine compilai l’indice anali-tico. Le due voci più citate di tuttal’opera furono le voci “Sacerdoti” e“Rosario”. Dovetti con meravigliaconstatare che erano più citate addi-rittura della città di Rovigo, dellacittà di Adria, dei nomi dei genitori,

dei fratelli, tanto ebbero importanzanella vita della Bolognesi queste duerealtà soprannaturali. Notate che SanPio da Pietrelcina diceva 34 Rosari algiorno; e al padre Guardiano che glifaceva osservare: “Padre, ciò è impos-sibile, come fa lei a recitare 34 Rosa-ri in un giorno se è sempre impegnatonell’ascoltare le confessioni?”. Luirispose: “Tu credi che l’uomo abbiauna sola dimensione? Ma l’uomo hadue dimensioni, io con una lavoro econ l’altra prego”. Tutto ciò è docu-mentato, è cronaca.

Perché viene raccomandato aMaria di pregare per i sacerdoti? Ilmotivo lo troviamo scritto nel diariodel 15 aprile 1960: “Quanto e quantoavrà sofferto la Madre di tutti per lapassione e morte del suo figlioloGesù! Quel cuore anche oggi è comequel giorno, perché i suoi figli sonotrucidati dai vizi e dalle passioni car-nali. Oh Gesù, oh Madonnina, anco-ra una goccia del vostro sanguebasterebbe per mondare le nostrecolpe, le nostre miserie”.

Ecco il motivo della preghiera peri sacerdoti, soprattutto della recita delRosario; in essa è presente la Vergine

A queste anime sacerdotali, figurebellissime, Dio consegnò la Bologne-si. Notate: Dio affidò Gesù e Maria aGiuseppe, Dio consegnerà la Bolo-gnesi a queste figure meravigliose,perché Egli i suoi doni non li spreca,sono perle preziose che custodisceseveramente e le tutela contro il mali-gno. Questo ha fatto Dio anche con laBolognesi.

Questa era la premessa. Adessoaffronterò tre temi: 1) La Vergine e iSacerdoti nel pensiero di Gesù; 2)Cristo sommo, unico ed eterno sacer-dote; 3) Come aiutare i sacerdoti. Itemi indicati saranno svolti seguendole indicazioni di Maria Bolognesi.

* * *

1. LA VERGINE E I SACERDOTI

Che cosa dice Gesù a Maria Bolo-gnesi? Il 14 febbraio ‘58 le rivolsequeste parole: “Ti raccomando ilsanto Rosario, e prega, prega tantoper i sacerdoti, perché si faccianosanti e il mio cuore non resiste più perle tante miserie ed ingratitudini, anchela Madre di tutti piange e non ci reggepiù il Cuore per tanti figli ingrati”.

Il Rosario è la preghiera qui racco-mandata per impetrare il dono dellasantità sacerdotale. Un particolareimportante: questa raccomandazionela ritroviamo tale e quale nel pensierodel Santo Padre, Giovanni Paolo II. Il29 ottobre 2002 egli pubblicò la Let-tera Apostolica “Rosarium VirginisMariae” con le seguenti annotazioni:

Celebranti

FINESTRE APERTE 7

Madre. C’è nella frase della Bologne-si un modo di dire che se non è bencapito, potrebbe ritenersi una eresia,ma se ben compreso, è perfettamenteortodosso. Notate: nelle visioni laBolognesi dice spessissimo: “Gesù,basta una goccia del tuo sangue perriparare tutti i mali degli uomini, per-ché vuoi infliggere questi castighi?”.Tale osservazione risponde a verità:sarebbe certamente bastata una goc-cia del sangue di Cristo per ottenere laRedenzione, come d’altronde asseri-sce la stessa Liturgia. Tuttavia, neltesto citato lo stesso effetto è riferitoanche ad una goccia del sangue dellaMadre di Gesù: “Oh Gesù, ohMadonnina, ancora una goccia delvostro sangue basterebbe per monda-re le nostre colpe”. Tutto ciò avvennesulla cima del Calvario. Sotto la croceera presente la Madre del Salvatore: ilsecondo Adamo e la seconda Eva,infatti, costituiscono la seconda cop-pia che rigenera l’umanità. Pertanto lagoccia di sangue della Vergine Madrepuò realizzare l’effetto salvificoenunziato dalla Bolognesi non inquanto “goccia staccata”, ma in quan-to goccia di sangue “unita” a quelladel proprio Figlio. Ciò rientranella volontà di Lui, chevolle la Madre accanto a sésotto la croce nell’identicaofferta al Padre. Quindi, que-sta espressione della Bolo-gnesi, se ben capita, è piena-mente ortodossa.

Mi sono chiesto più volte:perché il dolore innocente?Si può capire che l’autore digravi crimini debba soffrireper riparare il male compiu-to; ma come si può giustifica-re il dolore di un bimbo?Come lo si può ammettere?Risposta: “La Vergine sottola croce, non era forse inno-cente? Perché ha sofferto? Che maleaveva fatto? Lei, senza colpa, preser-vata perfino dalla colpa d’origine,perché stava sotto la croce? Perché hasofferto con suo figlio?”.

Ce lo spiega San Paolo: “Sonolieto delle sofferenze che sopporto pervoi e completo nella mia carne quelloche manca ai patimenti di Cristo, afavore del suo corpo che è la Chiesa”(Col 1,24).

C’è una parte di sofferenza che èlasciata alla collaborazione dell’uo-mo, e questa è la parte che vienesoprattutto riparata dal dolore inno-cente della Vergine Madre e da tutti

gli innocenti che lungo la storia Diochiama a questa immolazione, sull’e-sempio della Vergine sotto la croce.

2. CRISTO UNICO E SOMMO SACERDOTE

Vi dicevo poc’anzi che c’è un solosacerdote: Cristo. Infatti noi sacerdotinella consacrazione diciamo: “Questoè il mio corpo, questo è il mio san-gue”. Diciamo altresì: “Io ti assolvo”.Ma non è la creatura umana che tran-sustanzia il pane e il vino nel corpo esangue, anima e divinità di Cristo; èCristo che agisce attraverso la stru-mentalità sacerdotale. Il sacerdote èuno strumento che Lui ha scelto, e alquale attribuisce questo potereimmenso.

C’è una profonda analogia fra lapossessione demoniaca e la posses-sione divina. La possessione demo-niaca è di due tipi, quella volontaria dichi si consacra a Satana e quella inve-ce che Dio permette per sottoporre aprova le persone. È successo a MariaBolognesi, che fu preda di Satana,indemoniata, dal 21 giugno 1940 finoalla fine di gennaio 1942.

La possessione demoniaca Dio lapermette quando un’anima è chiama-ta ad altissime vette di santità, la puri-fica mediante tale possessione, nonsempre, comunque, in questo modo,ma sempre la purifica perché non siinsuperbisca, perché rimanga umile epossa constatare che da sé può faresoltanto il male. Dio permette questeprove tremende perché l’anima siradichi nell’umiltà.

C’è una possessione divina, vidicevo, che è analoga alla possessionedemoniaca, permessa anche per leanime sante. Dove sta l’analogia?Quando un’anima è posseduta da

Satana per divina permissione, nonper scelta, ciò che in lei avviene non èda attribuirsi alla intelligenza e allavolontà del posseduto, ma è un attosubito per azione di Satana, il qualeesprime il suo odio verso Dio median-te la corporeità di quella persona.

Nella possessione divina (cheavviene, notate, ogni giorno nel mini-stero della liturgia eucaristica e nelministero della confessione) l’uomo,in questo caso il sacerdote, prestaliberamente la sua intelligenza, la suavolontà all’azione di Gesù e attraver-so le parole assolutorie del ministerodella Riconciliazione o quelle consa-cratorie dell’Eucarestia, produceeffetti che risalgono, per così dire, alcuore di Dio e si realizzano nellanostra umanità. Quindi, è Dio che agi-sce attraverso il sacerdote. Questo facapire che cosa Egli richieda dalsacerdote, quale santità di vita esigada lui. Che cosa succede quando unapersona si accosta al sacramento dellaconfessione per avere rimessa lacolpa? Lo troviamo nelle parole dellaBolognesi (siamo nel 1958, il periodoin cui Mons. Marega le diceva di cac-ciare via il “personaggio” della visio-

ne): “Ai piedi del confessoresi riceve la pace e quelladolce tranquillità che soloGesù ha potuto dare attraver-so i suoi ministri, i sacerdo-ti”.

La confessione come sor-gente di pace dell’anima. LaBolognesi dirà ancora chequando ci si va a confessaresi acquisisce la tranquillitàdello spirito: “Sono stata aconfessarmi, quando faccioqualche meditazione, penso acome fanno tante anime chestanno anni ed anni senza ilsacramento della confessio-ne. Come è bella la confes-

sione, si trova proprio quel sollievosoprannaturale che solo Gesù hapotuto dare per mezzo dei suoi mini-stri, i sacerdoti; quanti doni, quantimezzi per poterci salvare (27-10-1957)”.

Lei parla per esperienza, non parlacome uno che scrive un trattato sullaconfessione. Scriverà ancora: “Nellaconfessione si trova proprio quelconforto spirituale che gli uomini, perquanta scienza abbiano, non possonodare; solo i ministri di Dio sonoall’altezza: fortunati i sacerdotisanti!” (8-3-1959). Notate il partico-lare: “fortunati i sacerdoti santi!”,

8 FINESTRE APERTE

perché i sacerdoti santi sono lo stru-mento che lascia passare più limpida-mente, più chiaramente la parola, l’a-zione divina.

Consideriamo ora la liturgia euca-ristica. Parlo innanzitutto dell’effettoche le sacre specie creano nell’anima.La Bolognesi scrive: “A che vale lanostra vita se non per servire Gesù?Rifletto, se avessimo più fede, specienella santa comunione, quanta feli-cità avremmo! Immagino di essere nelGethsemani, nell’oscurità della notte,nel silenzio e nella solitudine, vicina,vicina a Gesù, a Lui, proprio a Lui,dall’ostensorio ci guarda, è proprioLui che prega per noi, è proprio Luiche non cessa di offrirsi per la nostrasalvezza. Offrirò a Gesù, insieme allapreghiera, ogni mio dolore, ognicolpa ed amarezza; più volte al gior-no il mio pensiero vola a Gesù, la pre-ghiera è la forza dell’anima, vogliovivere nell’amore del prossimo e perservire solo Gesù” (25-28 giugno1957).

Si rimane allibiti, perché ci sitrova di fronte a una persona che hafatto la prima elementare, e che diceuna grande verità, una immensaverità: che in Dio non esiste, come fragli uomini, passato, presente e futuro,in Dio tutto è eterno. Il Cristo chepiange dal dolore, il Cristo flagellato,il Cristo che sale l’erta del Golgota, ilCristo che si spegne sulla croce, sonofatti eterni. Per questi fatti eterni, laVergine Santa fu preservata dal con-trarre la colpa d’origine, perché nel-l’eternità tutto già esisteva, primaancora che accadesse nel tempo.Quindi, oggi Gesù continua ad immo-larsi per l’umanità a noi contempora-nea. E questo l’ha capito la Bologne-si.

Quale santità si richiede al sacer-dote per celebrare simili misteri! Neabbiamo come un riflesso nelle paro-le che il Signore rivolge alla Bologne-si: “Maria, tanti cristiani di nome, mapochi sono fedeli, il mio cuore è spez-zato, tanti secolari non si ravvedono,tanti e tanti sacerdoti mi offendononel modo più crudo, gli altari sonoornati di bellissime tovaglie bianche,ma non sono bianche le anime che licircondano. Oh, se tanti sacerdotinon offendessero il mio cuore, e leloro mani fossero pure! Bisogna farepenitenza, penitenza” (22-5-1959).Quanto è vero questo! Gesù assicurala Bolognesi che i sacerdoti sonogemme preziose (3-10-1958), sono ilsale della terra (19-11-1958), un

sacerdote santo diventa una fucina disanti: un prete non va in paradiso dasolo, un prete non va all’inferno dasolo. Motivo per cui la santità sacer-dotale è veramente il sale della terra,è la gemma preziosa che deve brillarenella notte del mondo.

Vi ho parlato dei sacerdoti che nonsi comportano bene, ma Gesù haanche ammonito sui pericoli che isacerdoti corrono, e si rimane un po’meravigliati di questa attenzione amo-rosa di Lui che in un certo senso nealleggerisce perfino la responsabilità:“Tanti e tanti sono i peccati di tuttal’umanità, e poche sono le anime checercano di riparare; Maria, Maria,prega, prega tanto, molto per il mini-stero sacerdotale, perché tanti sono ipericoli e molti sono in preda del malecompiuto. Quanto grande il mio dolo-re! Questo è un lamento maggiore equi verranno dei castighi se non si fala penitenza” (8 gennaio 1960).

Gesù sottolinea i tanti pericoli cuiva incontro un ministro di Cristo: per-ché lo fa? A parte la natura umana cheè debole e fragile, il pericolo maggio-re viene da Satana, che in questomondo è presente anche se molti nonne sono convinti, è presente ed agisce.Gli orrori che troviamo sulla terra -pensate all’Iraq, alla Palestina, all’Af-ghanistan, alla Cecenia; pensate aidisastri che avvengono nell’Africa, inAmerica, in Oceania, nelle Filippine -sono azioni di una tale malvagità chesoltanto con la presenza di Satanapossono talvolta spiegarsi. Satana fadi tutto per distruggere moralmente inparticolar modo colui che Cristo hascelto come suo strumento, perchédistruggendo lo strumento, distrugge,

almeno in parte, l’azione divina nelmondo.

Mi accorgo di avere oltrepassato iltempo che posso ragionevolmente uti-lizzare in questa circostanza. Trala-scio perciò la trattazione del terzopunto attinente alle modalità da osser-vare per essere di aiuto ai sacerdoti.

Chiudo con un esempio di straor-dinario amore al sacerdozio da partedi lei, un esempio che si allinea fra letante prove della presenza divinanella vita della Bolognesi. Essoriguarda il Cardinale Mindszenty, dicui è parola nella visione mistica del15 aprile 1949.

Il Primate ungherese, JosephMindszenty, verrà arrestato il 26dicembre 1948; sarà processato econdannato all’ergastolo nel marzodel ‘49. Il 15 aprile di quell’annoavviene il seguente colloquio fraGesù e Maria Bolognesi: “Gesù, tupuoi farmi un regalo?”. “Maria cosavuoi?”. “Gesù, tu puoi tutto, per ilbene delle anime hai dato tutto il tuosangue, io così piccola e incapace,per il bene del buon Cardinale Mind-szenty, ti dono tutto il mio corpo, per-ché tu lo abbia a flagellare come vuoi,usalo pure come un cencio, ma salvail Cardinale”. Il Signore risponde:“Maria, prega tanto”. Allora la Bolo-gnesi insiste: “Tu, Gesù, non mi puoinegare questo, mi hai sempre dettoche la vittoria è dei forti”. “Maria, sì,è vero, don Mindszenty ha la forzadella fede cristiana, verrà la vittoria,ma c’è tempo ancora”.

Quanto tempo? 22 anni! Gesùdisse alla Bolognesi, nel ‘49, ciò chesarebbe accaduto nel 1971. Ben 22anni separano la vittoria preannuncia-ta dal Signore - ossia la liberazionedel Cardinale - dal fatto della sua rea-lizzazione. In effetti nel 1956 avverràuna breve e momentanea liberazionedel Primate nei giorni della Rivolu-zione ungherese; poi seguirà la pri-gionia volontaria nell’ambasciataamericana, onde evitare di cadere inmano ai comunisti ungheresi. Soltan-to nel 1971 il card. Joseph Mind-szenty verrà liberato per l’interventodi Paolo VI. Egli potrà allora lasciarel’Ungheria e risiedere a Vienna. AllaBolognesi Gesù predisse che sarebbegiunta la vittoria, ma, soggiunse nel1949, che tale vittoria non era ancoravicina. Avverrà, infatti, 22 anni dopo!

Signore, ti ringraziamo, perché haivoluto mostrarci, nella Bolognesi,quanto sei buono, quanto sei vero,quanto esisti nella nostra vita.

Campanile de“La Rotonda”

FINESTRE APERTE 9

Grazie, Don Camillo

In Cristo fratello buono don Camillo,non si meravigli di questa iniziativa

- un ringraziamento aperto, che pubbli-chiamo sul nostro periodico - perchéquesto è il desiderio del ConsiglioDirettivo del Centro: testimoniarle tuttala nostra gratitudine e riconoscenzaper la sua particolare attenzione versola fulgida figura della nostra amataServa di Dio Maria Bolognesi.

Siamo compiaciuti e interiormentegioiosi perché lei, di sua iniziativa,senza alcuna pressione da parte nostra,ci ha chiamato, nel corso di pochi mesi,a fare memoria di alcuni momentiimportanti della vita di Maria, che havisto i natali proprio lì, a Bosaro. Dicerto, per questo, lei ci ha regalato duemomenti toccanti: il 27 dicembre 2003,un incontro di preghiera con i suoi par-rocchiani con la celebrazione di una S.Messa nel giorno anniversario del Bat-tesimo della Serva di Dio; il 30 gennaio2004 un secondo momento, la S. Messaper fare memoria del 24° anniversariodella nascita al cielo di Maria.

Poiché queste celebrazioni hanno

coinvolto soprattutto gli adulti, Ella, dapersona saggia e illuminata, ha volutoregalare anche ai bambini e ai ragazzidella sua parrocchia l’opportunità diconoscere più da vicino questa figura,che ha un fascino particolare su grandie piccini. È il fascino della bontà, dellasemplicità, dell’umiltà, sui quali sovra-sta, come luce che tutto illumina e tra-sforma, l’ardente carità di un cuoreaperto prima di tutto su Dio e poi suifratelli.

Ecco perché - ma lo dico soprattut-to per i lettori di Finestre Aperte - Lei ciha proposto di stare insieme ai suoibambini del catechismo nel pomeriggiodi sabato 15 maggio. Un programmasemplice, senza alcunapretesa, se non quella dipresentare qualche aspet-to della vita di Maria, ser-vendosi di una video cas-setta preparata dal Cen-tro fin dal 2000 in occa-sione del 20° anniversa-rio della morte dellaServa di Dio.

(continua a pag. 12)

Seguendo la preziosa iniziativa didon Camillo Magarotto, parroco diBosaro (RO), ci siamo ritrovatisabato 15 maggio con una “catego-ria” di persone molto cara allaServa di Dio: i bambini.Dalla lettera sotto riportata, che ilPresidente del Centro ha sentito ilbisogno di rivolgere a don Camillo,si potrà respirare l’atmosfera diquest’incontro indimenticabile.

IL GIOCO DEL“SE MARIA FOSSE...”

Ai bambini è stato proposto ungioco sulla figura della Serva di Dio.Se Maria fosse un FIORE, chefiore sarebbe? Ebbene oltre alparagone con la rosa, i bambini sonoriusciti a stupirci con altre similitudi-ni che ci hanno “arricchito” di spun-ti:la margherita, perché è bellissimanella sua semplicità,la violetta, perché cresce nelnascondimento,le scarpette della Madonna, per-ché Maria ha sempre “camminato”con Gesù e sua Madre,il girasole, perché come questofiore segue il sole, Maria ha seguitoGesù,la stella alpina, perché la si trovaad alta quota, più vicina al cielo.

❁ ❁ ❁

Questo “gioco” lo riproponia-mo a voi, bambini e ragazzi, cheavrete occasione di leggerci attraver-so le vostre famiglie.Se Maria fosse un CIBO, checibo sarebbe e perché?Spediteci i vostri pensieri, nel prossi-mo numero di “Finestre Aperte” lipubblicheremo.

15 Maggio 2004

I BAMBINI DI BOSARO (RO)INCONTRANO

MARIA BOLOGNESI

10 FINESTRE APERTE

Probabilmente molti lettori si sta-ranno chiedendo perché abbiamodeciso di pubblicare la foto di unbambino di pochi mesi, coccolato evezzeggiato dalle mani amorose dialcune Suore. Chi è quel bambino?Chi sono quelle Suore? A questedomande vogliamo dare pronta rispo-sta, raccontando i fatti in sequenzacronologica, così come li abbiamovissuti, indirettamente.

Nel corso dell’autunno del 2003,la Madre Superiora delle Ancelledella SS.ma Trinità di Rovigo, MadreAloisia, ci coinvolgeva in un’opera diassistenza umanitaria, che ci portavaancora una volta in Brasile, a Maceiò,nella stessa località in cui sorge unaloro Casa e dove opera il novellosacerdote Don Cicero LenisvaldoMiranda, che il Centro, attraverso deibenefattori, ha assistito in vari modinel corso degli ultimi anni della suaformazione sacerdotale in Italia.

Fedeli interpreti dell’evangelico“Lo avete fatto a Me”, appena abbia-mo conosciuto il dramma che stavavivendo il piccolo “Jonas Gabriel”,abbiamo dato il nostro assenso: con-tribuire alle spese economiche di unamamma di tre o quattro figli, che siera fatta carico di far crescere anchequel bambino, abbandonato sul sedileposteriore della sua macchina.

Da parte nostra, abbiamo cercatodi coinvolgere in questa storia di“mani tese” anche due ragazze bre-sciane: Marcella e Raffaella, perché,sulla scia dei loro genitori, sappianonon solo “donarsi” a chi è nel biso-gno, ma anche “privarsi” ogni mese diun qualche cosa, così che il contribu-to erogato dal Centro Maria Bologne-si di Oderzo, sia più sostanzioso econsono per risolvere i problemi disalute di questo bambino.

Ecco ciò che la mamma adottiva

del piccolo Jonas scrive al riguardo:“Gli inizi furono tristi: malato, pienodi piaghe, con l’incertezza che i suoiocchi fossero in grado di vedere. Nonmuoveva né braccia né gambe, nonpiangeva, ma io ugualmente l’hoamato.

Come l’ho visto, non ho avuto ilcoraggio di disprezzare questo CristoAbbandonato”.

In data 17 marzo 2004, la mammadice: “Oggi ha compiuto 9 mesi;come avete visto nelle fotografie, egligià sorride e piange anche. Hacominciato amuovere il brac-cio destro e an-che la gamba,solo non riesceancora a cam-minare a “gat-toni” perchénon ha la forzasufficiente perfarlo, ma stiamoesercitandolo lamattina, quandosi sveglia. Perprima cosa esercitiamo gli occhi e lagamba, così diventa ogni giorno piùforte.

Questa mattina è raffreddato acausa dei primi dentini che stannospuntando, in tutto quattro: due supe-riori e due inferiori; quanto prima fare-mo una foto dei suoi primi dentini”.

Mamma Cicera così prosegue nelsuo racconto:

“Mi sono pentita di non aver scat-tato alcuna foto al tempo del suo arri-vo in casa nostra, ma a dire il vero,pensando al futuro di Jonas, mi chie-devo: “… se vedesse quelle foto… ?”.

Prima di presentare la secondaparte di questo scritto, desideriamosottolineare il comportamento corret-to di mamma Cicera, persona dotata

di grande sensibilità, di saggezza ediscernimento:

“Sono felice dei suoi progressi;continua a migliorare ogni giorno.Chi ha conosciuto il bambino quandoè arrivato, stenta a credere che eglisia la stessa persona. È una graziatutta speciale di Dio! Il segreto ditutto fu ed è l’Amore che ha ricevutoda tutta la comunità, incluse leMonache del Monastero della SS.maTrinità”.

Tralasciando il racconto dettaglia-to che mamma Cicera fa per illustrare

una giornata tipodi Jonas, voglia-mo chiudere que-sto nostro artico-lo con l’appelloche viene rivoltoa Marcella, ra-gazza universita-ria con handicapnella deambula-zione.

All’inizio del-la lettera, così di-ce a Marcella:

“siamo rimasti colpiti dalla sua sen-sibilità, dalla sua dolcezza e grandez-za di cuore e di anima” … alla fine,come incoraggiamento alla stessa:“Nel mio cammino ho potuto vedereil concretizzarsi di grandi grazie rice-vute. Creda, il miracolo esiste.

Aspettiamo un giorno la vostravenuta (con Raffaella) in Brasile,aspetto una risposta, programmi, lottie si lanci, la stiamo aspettando...”.

Da queste pagine giunga a tuttianche da parte della Redazione nonsolo un pressante invito alla solida-rietà universale, ma anche la certezzache il cuore della Serva di Dio MariaBolognesi continua a battere all’uni-sono con quanti soffrono.

Centro Maria Bolognesi

CONTINUA L’OPERA D’AMOREDELLA SERVA DI DIO

“Lasciate che i bambinivengano a meperché di essi è il regno di Dio”e prendendoli tra le bracciali benediceva

(Mc 10,13)

FINESTRE APERTE 11

LA POSTADI MARIA

A Maria Bolognesi

c/o Centro Maria Bolognesi

Via G. Tasso, 49

45100 ROVIGO

Venerdì 28 maggio, all’età di 87 anni, siè serenamente spento Ettore Baccaro, papàdi don Silvio, guida spirituale del GruppoGenitori in Cammino. Le esequie si sonosvolte il giorno dopo nella chiesa di Villano-va del Ghebbo, paese natale di Ettore.

La chiesa di San Michele Arcangelo amalapena ha potuto contenere i parenti, gliamici e le tante persone che dalla città diRovigo e dai paesi di Gaiba e Borsea hannovoluto tributargli l’ultimo saluto e manifesta-re l’affetto per don Silvio Baccaro che, doposei anni dall’andata in cielo della mammaIda, ha officiato, insieme a tanti sacerdoti, lacelebrazione per il suo caro papà.

La preghiera dei fedeli ha visto succe-dersi, oltre alle nuore e ai nipoti, gli amicidi Gaiba, Borsea e i rappresentanti deiGenitori in Cammino, che hanno volutotracciare ai presenti il profilo di questo

uomo semplice e sereno, innamorato delsuo lavoro, che ha saputo essere vicino adon Silvio e seguirlo con serenità neglispostamenti che il suo apostolato harichiesto, facendosi amare dai parrocchianiper la cordialità che lo ha sempre contrad-distinto.

Nelle parole pronunciate alla fine dellacelebrazione, don Silvio ha fatto presentecome l’ultimo anno di vita di Ettore siastato segnato dalla difficoltà di una malat-tia che lo ha portato piano piano ad averebisogno sempre più di essere assistito. Inquesto frangente don Silvio ha ringraziatole tante persone che giornalmente eranopresenti in canonica per accudire papàEttore e permettere a lui di svolgere i tanticompiti di sacerdote che durante il giornolo vedevano costantemente impegnato; hapotuto godersi il suo papà alla notte, accu-

dendolo con lo stesso amore di unamamma che assiste il proprio figlio amma-lato.

Alla fine della celebrazione, un lungocorteo in preghiera ha accompagnato allocale camposanto le spoglie di Ettore.

I Genitori in Cammino ringraziano ladisponibilità concessa da Don Giovanni,parroco di Villanova del Ghebbo, a portarela propria testimonianza alla famiglia, e perle parole toccanti pronunciate durante l’o-melia

Anche il Centro Maria Bolognesi vuolemanifestare a don Silvio le condoglianzeper la scomparsa del suo carissimo papà,rivolgendo a Dio una preghiera per le per-sone anziane e ammalate, affinché, comeEttore, conoscano la consolazione dellavicinanza amorevole e devota dei propricari.

Maggio, 2004Sono Marcella da Ferrara,ho avuto modo di conoscere Maria Bolognesi attraverso Suor Pia, avendo peranni frequentato il Monastero agostiniano di Ferrara e assistito M. Pia nelle suemalattie. Sono sicura che vi ricordate di me, anche perché Graziella mi ha por-tato da voi, a Rovigo, alcune volte. Ho sempre pregato Maria, sicura della suapresenza nella mia vita.Ora sto attraversando un momento molto difficile e oltre alla preghiera per labeatificazione di Maria, ho aggiunto questa mia supplica, che ripeto tutti i gior-ni, certa che da lei sarò ascoltata:

O Maria Bolognesi, che nella vita terrena ti sei uniformata al Tuo Gesù por-tando i segni e vivendo la sofferenza della Passione per la salvezza di tutti gliuomini e ora vivi nella Gloria del cielo e continui ad ascoltare le nostre neces-sità, ti prego, intercedi presso Gesù e attraverso di te ci doni l’aiuto per viverecristianamente ogni dolore, fatica, avversità che la vita ogni giorno ci propone.Affido a te questa grande pena che porto nel cuore, copri tutto, con le tue virtùche brillarono anche qui sulla terra, e come un tempo tutto presentavi al TuoMistico Sposo, anche ora, con la certezza di essere ascoltata, depongo nel tuocuore ogni cosa.Proteggi, ti prego i bimbi che sempre trovarono tenerezza al tuo cuore, aiutali acrescere coraggiosi, forti e retti.Prego il Padre, perché tu, o Maria Bolognesi, venga conosciuta e glorificataanche su questa terra, così per tua intercessione tu possa aiutare tanti fratelliche con fiducia in te confideranno.

Se il Signore lo vorrà, spero di venire presto a trovarvi.Su di voi e sul costante lavoro che portate avanti in memoria di Maria Bolognesie per ottenere, dopo aver seguito tutto l’iter necessario, la beatificazione diMaria, chiedo la benedizione di Gesù, estesa su tutti quelli che l’amano e la pre-gano.Con profondo affetto.

Marcella

Domenica 16 maggio 2004, sulla tombadella Serva di Dio si è posata come unfiore la preghiera di questa sua piccolaamica; l’affidiamo nella sua integrainnocenza anche a voi, perché diventipiù forte la supplica d’aiuto per Alberto,il fratellino gravemente malato:

“Sarebbe molto più bello se Alberto nonfosse così. Vorrei che fosse guarito cosìpotremmo giocare, ma io gliene faccioimparare tante di cose: battere le mani,mettere la mano sulla testa, fare ilbaciamano, tirare le palline.Una preghiera: Padre nostro che sei neicieli sia santificato il tuo nome.

Alessia (Bergamo)

Papà Ettore con noi dal cielo

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Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00 (se festivo ore 10.30), viene celebrata una S. Messaper la Serva di Dio Maria Bolognesi presso il Tempio cittadino “La Rotonda” di Rovigo

In ossequio al decreto di UrbanoVIII, si dichiara di non voler attribuirea quanto di straordinario è narrato inquesto giornale altra fede se nonumana e di non voler prevenire ilgiudizio definitivo della Chiesa, alquale la Redazione intende sot-tomettere in tutto il suo.

Il Consiglio Direttivodel Centro ringrazia per le offerte

pervenute per la Causae le opere di Maria.

Per offerte:Conto Corrente Postale 26145458

FINESTRE [email protected]

Direttore Responsabile:Mons. Daniele Peretto

Direttore:Giuseppe Tesi

Sede e Redazione:Centro Maria Bolognesi

Via G. Tasso, 49 - 45100 RovigoTelefono: 0425.27931

Fax 0425.463964Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92

del 30/07/1992

Stampa:Think Adv - Conselve (Pd)

(continua da pag. 9)

Felice intuizione la sua: gli esempidi anime buone trascinano al bene.Chissà, dopo questo primo incontro contanti piccoli delle elementari, quanti diquesti sentiranno, nel tempo, il richia-mo di quella vocina che dice: anche tu,anche tu puoi essere come Maria!

Non è difficile per un piccolo inna-morarsi di Maria perché il vissuto diquesta creatura è talmente toccante,che si sente il bisogno di averla vicino,certi del suo aiuto. Il bambino è ingrado di cogliere i moti generosi delcuore di Maria, non solo, ma di scopri-re come Maria sia sempre pronta a ten-dere una mano (vedi l’atto eroico com-piuto da Maria che salva il piccoloEnzo caduto in un fossato profondo).

Maria, ne sono certa, si colloca

come persona ricca di umanità, cheeduca all’amore, alla condivisione,all’altruismo; non solo, Maria è creatu-ra gioiosa che profuma di sole, perchéinnamorata di Gesù e dell’Eucaristia.

Grazie, don Camillo, per averlofatto notare ai suoi ragazzi e mi creda,non demorda: ricordi sempre che Gesùci attende per entrare nel nostro cuore estare con noi. Maria Bolognesi, questaverità, l’ha capita, fatta sua e vissutagiorno dopo giorno. È proprio l’Euca-ristia il segreto della sua costante sere-nità, della sua pace!

Mi sia ora consentito dirle, reveren-do Don Camillo, che i suoi ragazzi mihanno e ci hanno colpito in modo posi-tivo per il loro modo di essere e di rap-portarsi con noi che volevamo dialoga-re con loro.

Da ex insegnante di ragazzi della

Scuola Media, posso dire che mi ha sor-preso l’entrata ordinata nella sala dellariunione di queste 70-80 personcine,ancor di più il loro parlare sommesso,educato, durante quel breve contrat-tempo che ha ritardato la proiezionedella pellicola.

Inoltre, ancor di più la silenziosaattenzione durante la proiezione del fil-mato e la compostezza dei successiviinterventi per rispondere alla domandadel gioco: SE MARIA FOSSE…

Un’esperienza veramente unica,che spero possa ripetersi perché starevicino ai bambini aiuta ad essere dei“grandi” migliori. Ci aiuta a farci“piccoli” per capire meglio la grandez-za del Signore, proprio come facevaMaria Bolognesi. Ancora grazie donCamillo!

Giuseppina Giacomini

Dipinto della Serva di Dio Maria Bolognesi, 1977

Vergine santa fra tutte,

dolce regina del cielo,

rendi innocenti i tuoi figli,

umili e puri di cuore.

Donaci giorni di pace,

veglia sul nostro cammino

fa’ che vediamo il tuo Figlio,

pieni di gioia nel cielo.

(dal Comune della B.V. Maria)

La Redazione

di Finestre Aperte

e il Centro

Maria Bolognesi,

mentre vi consegnano

nella preghiera

alla Madonna

vi augurano

una buona estate

“dissetata”

dalla Parola di Dio!

Tante persone ci scrivono o ci telefonano per diversimotivi, ma soprattutto per avere una parola di confortoda chi sta vivendo, da anni, il dramma della morte pre-matura di un figlio.

In questo modo si sentono meno sole: condividendoqualche minuto della loro solitudine, escono da quell’iso-lamento quotidiano che a volte ci prende, perché immer-si in una società dai ritmi impossibili, dove la vita è piùsimile ad una corsa senza fine, i cui protagonisti corronoil rischio di diventare oggetti pronti per l’uso.

Fra le tante lettere pervenuteci, ne presentiamo una,che riportiamo appresso, in cui lo scrivente, rivolgendosialla Redazione di Finestre Aperte, chiede come fare adaiutare genitori provati dallo stesso nostro dolore.

21 marzo 2004Carissimi Genitori in Cammino,

vi sarei molto grato se mi faceste avere notizie riguardo la vostraassociazione.

Nel nostro paese e nella nostra parrocchia, abbiamo molte fami-glie in pena, per cui ho bisogno di andare incontro a tante persone;vorrei aiutare specialmente le famiglie in cui è morto uno o più figli,ma farlo nella maniera dovuta, portando loro Gesù.

Oggi abbiamo celebrato la S. Messa per Marco, un ragazzo dece-duto per un incidente stradale la notte del 2 marzo scorso: avrebbecompiuto 24 anni.

Anche in casa mia abbiamo bisogno di tanta forza e coraggio…per superare le varie difficoltà, i dolori e le sofferenze della vita...

In comunione di preghiera, sempre affettuosamente.

Renato Gabrieli

PREGHIERAASCOLTO

UMILTÀ

Nel rispondere, dalle pagine diquesto trimestrale, al sig. RenatoGabrieli di Calmiera (LE), mentreoffriamo la nostra esperienza, matura-ta in questi cinque anni di vita delgruppo, presentiamo pure alcuni pen-sieri scritti da sacerdoti, che hannol’importante ruolo di guide spirituali.

Premettiamo subito nella nostrarisposta all’amico Renato che non cisono metodi, scuole, esempi da porta-re; ciò che offriamo nasce dall’ascol-to della parola di un MAESTROstraordinario, che ha vinto la morte,per donarci la vita eterna.

Possiamo comunque indicargli, anostro avviso, tre regole importanti,che Gesù stesso ci ha insegnato:1) preghiera personale e comunitaria; 2) ascolto e silenzio;3) umiltà.

Preghiera

La preghiera personale è fonda-mentale per avvicinare chiunque portiuna croce, perché senza l’aiuto delloSpirito Santo, le nostre parole sonovuote, fiato che esce dalla nostrabocca.

Un sacco vuoto non sta in piedi enoi, senza la preghiera, siamo dei sac-chi vuoti.

Se prima di visitare persone ofamiglie che sono nella sofferenza,non ci rivolgiamo a Colui che dellaCroce ha fatto la nostra salvezza,faremmo solo danni a coloro cheincontriamo.

Se poi la nostra preghiera persona-le è sorretta da altre persone o gruppi,diventa ancora più forte.

Ascolto e silenzio

Non è cosa facile saper ascoltarechi è nella prova, perché la tentazio-ne di offrire “subito” una parola diconforto è umanamente dentro di noi.

Occorre pertanto prepararci con lapreghiera, chiedendo a Dio di darci laforza dell’ascolto.

Infatti, le persone che incontriamodesiderano essere loro a parlare, aporci delle domande, soprattutto apresentare dei perché, ai quali nonhanno ancora trovato una risposta.

Noi dobbiamo stare in silenzio,ma il nostro non deve essere un“silenzio muto”, sarà piuttosto ilsilenzio dell’ascolto, anche di quellointeriore.

A noi compete il compito di ascol-tare e di ascoltarci interiormente

Gruppo Genitori in cammino

Speciale insertoI.R.

affinché le parole che usciranno dallanostra bocca non siano nostre, ma leSue; noi dobbiamo offrire la nostrabocca per far parlare il Maestro divita.

Nei primi incontri, evitiamo dicadere nella tentazione di portare comeesempio il nostro caso; evitiamo purefrasi simili a questa “il tempo ti sarà diaiuto”, poiché qualsiasi sofferenza èvissuta nel presente.

Per noi genitori “IL TEMPO CHEPASSA NON ATTENUA LA SOF-FERENZA”, si ferma a quel giorno.

Umiltà

Quando si decide di incontrare otelefonare a persone nella prova, ci sideve preparare con umiltà ad acco-gliere e condividere la sofferenza, bensapendo che coloro che hanno il cuorespezzato possono essere arrabbiaticon tutto il mondo.

Poiché ognuno di noi davanti aldolore della morte di un figlio rispon-de in modo diverso, è bene ricordarequeste tre regole, non solo, ma ancheviverle “unite insieme” con la graziadi Dio: potremo essere testimoni cre-dibili, pur nella grande prova, di spe-ranza di vita eterna.

Per arrivare a capire in qualchemodo non solo la funzione del dolorenella vita dell’uomo, ma anche il pro-getto di Dio su ciascuno di noi, è benepercorrere, con una certa gradualità,anche un cammino di fede, le cuitappe essenziali sono tre.

Queste tappe sono state individua-te e proposte da Padre Amedeo Cen-cini, canossiano della comunità diVerona, durante un’intervista riporta-ta nel settimanale “Verona Fedele”del 18 marzo 2001 per aiutare, nellasua veste di guida spirituale, i genito-ri nella prova per la perdita di unfiglio.

Ecco le tre tappe: l’accettazione,la riconciliazione, la trasformazione.

Accettando la morte di un figlio, siriconosce ciò che è avvenuto, anchese non lo si comprende. Molti genito-ri non l’accettano, fanno finta che nonsia mai accaduto, nascondendosi die-tro mille illusioni, o tormentandosi didomande.

Dopo l’accettazione della morte, sideve arrivare alla riconciliazione conl’evento o con la stessa immagine delfiglio: così facendo si arriva a com-prendere che quella morte fa parte delmistero della redenzione, acquisita allaluce della croce di Cristo.

Infine la terza tappa, quella che

riguarda la trasformazione: il dolorediventa qualcosa di nuovo, perché siscopre che dal male si trae un bene;così facendo si acquista maggioreconsapevolezza della propria respon-sabilità verso la società, si scopre unnuovo modo di essere padre e madre,dedicandosi non solo agli affetti fami-liari.

Il percorso indicato implica lafede.

E chi non ha questo dono? Nonpossa andare al di là dell’accettazione.

A queste persone noi chiediamo,però, di essere aperte alla saggezza elo facciamo servendoci di quantoAugusto Curry afferma:

“Ci sono due tipi di saggezza:quella superiore e quella inferiore: lasaggezza inferiore si riferisce a quan-to una persona sa; quella superiore aquanto essa è cosciente di non sapere.

Abbi la saggezza superiore. Sii unapprendista eterno nella scuola dellavita. La saggezza superiore tollera,quella inferiore giudica; la primaassolve, la seconda colpevolizza;l’una perdona, l’altra condanna”.(Tu sei insostituibile, Italia Nuova)

Ecco perché ora desideriamo dedi-care a tutti i lettori, ma in particolareai genitori questa poesia.

Questa scelta, voluta da noi “geni-tori in cammino” potrebbe sembrareuna forzatura davanti alla nostra sof-ferenza, quasi incomprensibile alnostro modo di percepire la vita.

Quante volte siamo stati e si è ten-tati di “mollare tutto”, di “chiudere gliocchi”! Leggiamo e rileggiamo allorala terza strofa per poter accettare sem-pre il dono della vita.

Dobbiamo vivere per i nostri cari,ma soprattutto perché la vita non ènostra, ci é stata donata da un atto diamore.

…E LA VITA CONTINUA

Anche quando il buio ti avvolgee la paura ti attanaglia la gola…la vita continua!

Quando pensi di non farcela più,quando credi che nessuno ti ami più,quando temi di non saper più amare…la vita continua!

Anche quando la “non vita”appare ai tuoi occhi… la vita continua!

Coraggio, quindi,riapri gli occhi, tendi la mano;ti accorgerai quante manisono tese verso di te.Saprai allora, che ancora una volta…la vita continua!

Ed è anche per te!

E concludiamo questo nostrointervento ricordando l’insegnamentodella nostra guida spirituale Don Sil-vio Baccaro, che ci invita sempre, apiù riprese e in tutte le circostanze, adiventare missionari a 360° gradi: ilnostro servizio di testimonianza,come l’incontrare altre famiglie percondividere la loro sofferenza nonsarà più soltanto un dare!

Questi piccoli atti di attenzioneverso il nostro prossimo possonodiventare vera carità.

E questa carità resterà indelebile,anche se il bene fatto può essere rapi-damente dimenticato.

Non dobbiamo aspettarci nulla incambio, proprio per questo vogliamoproporre l’atteggiamento cristiano eumanitario di Madre Teresa di Calcut-ta, che così si esprime:

“Se fai il bene, ti attribuisconosecondi fini egoistici.NON IMPORTA,FAI IL BENE.

Da’ al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci. NON IMPORTA,DAI IL MEGLIO DI TE”.

Concludendo questa mia testimo-nianza di coordinatore di un gruppo,intendo offrire un consiglio a tutticoloro che sono nelle varie prove, perquesto dico: combattete l’isolamento,bussate alle porte di amici, anche dipersone che non conoscete, troveretequalcuno che vi ascolterà.

Se l’isolamento ha il sopravvento,vi sembrerà che tutto il mondo siacontro di voi.

Chiedete se vicino a voi ci sonogruppi o parroci che vi possano dareuna parola, un aiuto, ma non cercatemai di avere risposte sul mistero deimisteri: la morte. Nessuno può népotrà mai darvi tale risposta.

L’unica vera risposta ci viene daCristo: LUI IL RISORTO È LANOSTRA VITA!