La Pala di Pesaro di Giovanni Bellini Vicende storiche e … · 2017-06-05 · a grande Pala...

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a grande Pala raffigurante L’Incorona- zione della Vergine, conservata nei Musei Civici di Pesaro, è stata esposta a Roma alle Scuderie del Quirinale dal 28 set- tembre 2008 all’11 gennaio 2009, in occasione della mostra dedicata a Giovanni Bellini. Il prestito della Pala ha posto in primo piano, ancora una volta, i vari e complessi aspetti legati alla movimentazione e all’espo- sizione temporanea di opere di eccezionali dimensioni, in particolare delle opere su tavo- la le quali, come è noto, presentano particola- ri problematiche conservative. In realtà la Pala di Pesaro si collocava entro le coordinate di una situazione assai specifica, la cui valutazione ha per- messo, in primo luogo, di esaminare senza schemi preordinati la possibilità del trasferimento e, successivamente, di met- tere in atto l’operazio- ne, di straordinaria complessità, del trasferi- mento stesso e dell’e- sposizione in mostra. Operazione alla quale, in condizioni di “normalità”, sarebbe stato ben difficile accedere. L’opzione della possibi- le adesione alla richiesta del prestito è stata pro- spettata primieramente in relazione a due fatti di assoluta contingenza: l’uno, consistente nella necessità improrogabile di procedere alla revisio- ne del restauro com- piuto nel 1988, a causa di “anomalie” rilevate e monitorate già dal 2003; l’altro, consistente nella presenza di lavori per l’ampliamento e l’adeguamento della sede museale (i lavori sono ultimati per la Sala Bellini e tutt’ora in corso nelle altre Sale). Per quanto concerne l’intervento di manu- tenzione – si è preferito il termine di manuten- zione a quello di restauro, non soltanto per la natura dell’intervento, ma anche per la logica connessa all’osservazione periodica e “pro- grammata” che esso presuppone –, si rimanda a quanto presentato nello scritto di Carla Ber- torello e Roberto Saccuman 1 . Per quanto concerne invece i lavori in corso ai Musei Civici di Pesaro, essi comprendono l’apertura di nuove sale nell’ala nord, soltanto recentemente ricostruita dopo le devastazioni belliche, e la climatiz- zazione della Sala Bellini. La neces- sità di giungere ad una corretta “calibra- tura” dei valori microclimatici si era nettamente presen- tata già dal 2003, quando il mutamen- to repentino di una situazione che nel tempo aveva rag- giunto un punto di equilibrio aveva cau- sato una serie di alterazioni nell’ade- sione degli strati pit- torici in numerose tavole, tra cui erano da collocar- si anche alcune parti della “mac- kermes DOSSIER L M Ma ar ri ia a R Ro os sa ar ri ia a V Va al la az zz zi i Storico dell’Arte, Direttore Coordinatore presso la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche, Urbino. La Pala di Pesaro di Giovanni Bellini Vicende storiche e conservative Maria Rosaria Valazzi Fig. 1 - Pesaro, Musei Civici, L’incoronazione della Vergine di Giovanni Bellini, la Pala ricomposta nel 1988.

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a grande Pala raffigurante L’Incorona-zione della Vergine, conservata neiMusei Civici di Pesaro, è stata esposta

a Roma alle Scuderie del Quirinale dal 28 set-tembre 2008 all’11 gennaio 2009, in occasionedella mostra dedicata a Giovanni Bellini.

Il prestito della Pala ha posto in primopiano, ancora una volta, i vari e complessiaspetti legati alla movimentazione e all’espo-sizione temporanea di opere di eccezionalidimensioni, in particolare delle opere su tavo-la le quali, come è noto, presentano particola-ri problematiche conservative.

In realtà la Pala di Pesaro si collocavaentro le coordinate di una situazioneassai specifica, la cui valutazione ha per-messo, in primo luogo, di esaminaresenza schemi preordinati la possibilità deltrasferimento e, successivamente, di met-tere in atto l’operazio-ne, di straordinariacomplessità, del trasferi-mento stesso e dell’e-sposizione in mostra.Operazione alla quale, incondizioni di “normalità”,sarebbe stato ben difficileaccedere.

L’opzione della possibi-le adesione alla richiestadel prestito è stata pro-spettata primieramente inrelazione a due fatti diassoluta contingenza:l’uno, consistente nellanecessità improrogabiledi procedere alla revisio-ne del restauro com-piuto nel 1988, a causadi “anomalie” rilevate emonitorate già dal

2003; l’altro, consistente nella presenza dilavori per l’ampliamento e l’adeguamentodella sede museale (i lavori sono ultimati perla Sala Bellini e tutt’ora in corso nelle altreSale).

Per quanto concerne l’intervento di manu-tenzione – si è preferito il termine di manuten-zione a quello di restauro, non soltanto per lanatura dell’intervento, ma anche per la logicaconnessa all’osservazione periodica e “pro-grammata” che esso presuppone –, si rimandaa quanto presentato nello scritto di Carla Ber-

torello e Roberto Saccuman1.Per quanto concerne invece i lavori

in corso ai Musei Civici di Pesaro,essi comprendono l’apertura dinuove sale nell’ala nord, soltantorecentemente ricostruita dopo ledevastazioni belliche, e la climatiz-

zazione della SalaBellini. La neces-

sità di giungere aduna corretta “calibra-

tura” dei valorimicroclimatici si eranettamente presen-tata già dal 2003,quando il mutamen-to repentino di unasituazione che neltempo aveva rag-giunto un punto diequilibrio aveva cau-sato una serie dialterazioni nell’ade-sione degli strati pit-torici in numerose

tavole, tra cuierano da collocar-si anche alcuneparti della “mac-

kermes

DOSSIER

LMMaarriiaa RRoossaarriiaa VVaallaazzzziiStorico dell’Arte, DirettoreCoordinatore presso la Soprintendenza per il Patrimonio Storico,Artistico edEtnoantropologico delle Marche, Urbino.

La Pala di Pesaro di Giovanni Bellini

Vicende storiche e conservative

Maria Rosaria Valazzi

Fig. 1 - Pesaro, MuseiCivici, L’incoronazionedella Vergine di GiovanniBellini, la Pala ricompostanel 1988.

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china” belliniana: ma per l’analisi dei fenome-ni di degrado e del monitoraggio ambientalesi rimanda al saggio di E. Giani, L. Gordini, A.Giovagnoli, M.P. Nugari2.

Ambedue le operazioni – manutenzione elavori – implicavano lo smontaggio dell’opera.

A questo punto è dunque necessario intro-durre il dato essenziale che ha reso possibilel’avviarsi dell’intera operazione, permettendodi procedere, sulla base di una non usuale,ricchissima, “banca-dati”, alle diverse fasi diattuazione.

Mi riferisco al restauro che era stato esegui-to nel 1988, condotto con estremo rigorecome atto conservativo, ma anche come gran-de atto di conoscenza: esso era stato formula-to secondo il metodo canonico brandiano – lalogica del “gruppo creativo”3 dell’Istituto Cen-trale del Restauro – entro i poli convergentidella ricerca scientifica e della ricerca storica4.

La Pala era stata oggetto di indagini estre-mamente accurate che avevano portato all’ac-quisizione di informazioni assai precise suimateriali costitutivi e sulle tecniche esecutive,sia delle superfici figurate che delle partidecorative, ma anche sulla storia conservativapregressa.

A quest’ultimo riguardo per esempio puòessere interessante ricordare che la ricostruzio-ne del “percorso” degli spostamenti dell’operaaveva portato all’identificazione di alcuni nodicruciali e delle ragioni del differente stato diconservazione delle sue parti (con conseguen-te trattamento conservativo differenziato).

Né si può dimenticare che alcuni dati anali-tici venivano a confrontarsi con testi e acquisi-zioni di ordine metodologico emblematici perla storia del restauro. I gradini nella tavolettadel San Terenzio (nella predella), o meglio lelinee divisorie tra i conci dei gradini stessi,avevano costituito uno dei punti di riferimentopiù forti nell’elaborazione della teoria brandia-na della “patina”. La riflessione compiuta daMichele Cordaro, con la distinzione da lui ope-rata tra “patina” – “la sordina che il tempopone alla materia” – e “patinatura” – materialisovrammessi con atto volontaristico –, costi-tuisce a tutt’oggi un passo fondamentale,anche nella definizione di quel “lessico” delrestauro che era tema assai importante nellaricerca di Michele Cordaro5.

Ma, tornando verso ambiti più operativi, ènecessario infine sottolineare l’estrema com-

plessità della macchina in sé. Menzionando unultimo contributo legato al restauro del 1988,Eugenio Battisti volle intitolare il suo testoRicostruendo la complessità, per mettere inluce la varietà e la diversità delle “intersezio-ni” possibili tra i vari piani di lettura, a comin-ciare da quelle fisiche6. Battisti suggeriva che,dopo il restauro, che egli considerava unnuovo capitolo importante nella storia dell’o-pera, questa rimanesse disaggregata, proprioper mostrare la complessità dei nessi e deimeccanismi, visuali e tecnici, intendendo latecnica stessa quale ganglio linguistico vitaledi conoscenza.

E la mappatura puntuale dei nessi e deimeccanismi di incastro, la conoscenza analiti-ca dei sistemi di montaggio e di ancoraggiodelle parti hanno costituito la chiave di voltadalla quale si è sviluppata l’intera operazio-ne7, che ha permesso di vedere, in tutta la suatrionfante bellezza, la Pala di Pesaro espostaalle Scuderie del Quirinale.

Occorre infine sottolineare che l’operazioneè stata possibile per l’instaurarsi ancora unavolta di una proficua collaborazione tra laSoprintendenza per i Beni Storici Artistici edEtnoantropologici delle Marche, il Comune diPesaro e l’Istituto Superiore per la Conserva-zione e il Restauro di Roma, in uno sforzomultidisciplinare, sostenuto con generosa con-vinzione dalle Scuderie del Quirinale.

DOSSIER KERMES 74

Note1 C. Bertorello, R. Saccuman, L’intervento di manutenzione

straordinaria, sulle superfici dipinte e sulla carpenteria, in questostesso Dossier.

2 E. Giani, L. Gordini, A. Giovagnoli, M.P. Nugari, I controlliambientali, in questo stesso Dossier.

3 La citazione è ripresa da C. Bon Valsassina, Restauro Madein Italy, Milano 2006, pag. 39.

4 La Pala ricostituita. L’Incoronazione della Vergine e la cima-sa vaticana di Giovanni Bellini. Indagini e restauri, a cura di M.R.Valazzi, catalogo della mostra (Pesaro 1988), Venezia 1988. Inoccasione della mostra era stata riunita alla Pala pesarese la cima-sa con Il compianto sul Cristo morto, conservata dal 1815 pressola Pinacoteca Vaticana.

5 M. Cordaro, La patinatura perduta e alcuni problemi di pen-timenti e di varianti, in La Pala ricostituita, cit., pp. 77-84.

6 E. Battisti, Ricostruendo la complessità, in La Pala ricostitui-ta, cit., pp. 6-14.

7 Anche la fase del trasporto ha costituito l’occasione perimportanti studi preliminari, in un campo ancora poco frequenta-to: A. Andresen, M. Corsetti, E. Giani, Il monitoraggio della movi-mentazione e del trasporto, in questo stesso Dossier.

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Premessaa necessità di un controllo delle condi-zioni espositive e conservative dellaPala era stata avvertita già nel 2003

dalla direzione dei Musei Civici di Pesaro edalla Soprintendenza PSAE delle Marche,quando venne chiesto all’Istituto Superioreper la Conservazione ed il Restauro di effet-tuare la Scheda Ambientale del museo1. Aseguito di quello studio vennero messi afuoco gli interventi necessari, sia sugli impian-ti che sulle strutture, per migliorare le condi-zioni ambientali delle sale, che vennero attua-ti solo in parte. È stato poi nel 2008 che,approfittando dell’assenza dell’opera, conces-sa in prestito per la mostra alle Scuderie delQuirinale, è stato possibile rimettere in agen-da gli interventi non ancora realizzati per unadefinitiva climatizzazione della sala.

Naturalmente la prospettiva di un trasferi-mento della Pala da Pesaro a Roma, data lacomplessità dell’operazione dovuta sia alladimensione che alla natura dell’opera, ha resonecessario attivare nuovi controlli ambientaliche consentissero di svolgere tutte le diverseoperazioni in condizioni di sicurezza. Sullabase di un progetto di monitoraggio dell’am-biente, movimentazione e trasporto della Palaproposto dall’ISCR, sostenuto e condivisodalle Scuderie del Quirinale, si è dato avvioallo svolgimento di una serie di controlliambientali seguendo la metodologia messa apunto nella Scheda Ambientale2. Questa preve-de il controllo del microclima e di alcuni fattoridi rischio legati all’inquinamento chimico ebiologico dell’aria e alla diffusione di insetti.Con questo protocollo di monitoraggi condottipresso la pinacoteca dei Musei Civici di Pesaro

(aprile-settembre 2008) e, successivamente,presso le Scuderie del Quirinale (settembre2008-gennaio 2009), si sono potute controlla-re le condizioni ambientali nelle diverse fasi diattività: durante gli interventi di risanamento,manutenzione straordinaria, disinfestazione,trasporto e esposizione in mostra.

Il controllo microclimatico

METODOLOGIA

Sia a Pesaro che a Roma le misure dellegrandezze microclimatiche sono state eseguitecon strumenti Tinytag Plus3, in continuo, conuna frequenza di 30 minuti per tutte le 24 ore.Sono state monitorate la temperatura dell’aria(T), l’umidità relativa (UR) e la temperatura acontatto dell’opera (Tc) (tab. 1).

Presso i Musei Civici di Pesaro sono statimonitorati la sala 2, dove è normalmente

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kermes

DOSSIER

La Pala di Pesaro di Giovanni Bellini

I controlli ambientali

Elisabetta Giani, Annamaria Giovagnoli, Livia Gordini, Maria Pia Nugari

LEElliissaabbeettttaa GGiiaannii???????.

AAnnnnaammaarriiaa GGiioovvaaggnnoollii???????.

LLiivviiaa GGoorrddiinnii???????.

MMaarriiaa PPiiaa NNuuggaarrii???????.

Fig. 1 - Pianta dei Musei Civici di Pesarocon evidenziate le collocazioni dei datalogger.

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esposta la Pala, e lo scalone di accesso,ambiente che si trova in diretta comunicazionecon l’esterno (fig. 1).

Presso le Scuderie del Quirinale a Roma glistrumenti sono stati posizionati nella sala 1sulla destra della Pala; i dati relativi all’am-biente esterno sono stati, invece, gentilmenteforniti dall’UCEA4.

In entrambe le sedi il controllo microclima-tico ha avuto una durata maggiore rispetto aquella prevista nella Scheda Ambientale. Inparticolare a Pesaro il monitoraggio è statoprolungato poiché si è determinata la neces-sità di effettuare la disinfestazione dell’opera,compiuta nei mesi di luglio-agosto 2008. Ilprolungamento del monitoraggio ha quindiconsentito di individuare i valori di UR damantenere all’interno dei sacchi per la disinfe-stazione, sulla base del valore medio dell’URmisurata nel periodo precedente al trattamen-to. L’estensione del monitoraggio fino al

momento del trasferimento della Pala a Romaha permesso anche di stabilire il valore di URper il precondizionamento del materiale tam-pone da inserire nelle casse per il trasporto.

IL MICROCLIMA NEI MUSEI CIVICI DI PESARO

Il controllo microclimatico ha, in primoluogo, evidenziato l’influenza dell’ambienteesterno sul microclima del museo, sia nellastagione primaverile, sia in quella estiva. L’e-dificio, che dovrebbe costituire una prima bar-riera rispetto alle variazioni meteo-climaticheesterne, non in tutte le condizioni riesce adassolvere tale compito. La struttura risulta effi-cace nell’attenuare variazioni giornaliere diUR, anche ampie, che si verificano all’esterno:un esempio è fornito dalla situazione rilevatanei mesi di maggio e giugno durante i quali lefluttuazioni giornaliere dell’UR esterna si riper-cuotono su quella interna con ampiezza moltoinferiore. La struttura non riesce, invece, adattenuare le variazioni che permangono perpiù giorni, quando il microclima all’interno,progressivamente, si allinea con l’andamentodell’esterno: un esempio è fornito dalla situa-zione che si verifica tra il 25 maggio e il 4 giu-gno o dal 12 al 22 giugno (fig. 2).

L’analisi dei valori igrometrici e delle lorovariazioni mostra che durante il mese di aprilei valori di UR si mantengono quasi sempreentro l’intervallo consigliato per la conserva-zione di dipinti su tavola5, mentre a partire damaggio e per tutto giugno l’UR della sala 2aumenta, dando luogo sovente a situazionicritiche6 (fig. 3).

Tab. 1 - Posizioni degli strumenti e periodidi monitoraggio.

Fig. 2 - Musei Civici.Valori di UR tra l’1 maggioe il 30 giugno in sala 2 (DL1 e DL4) e nello scalone diaccesso al museo (DL5). Nei riquadri rossi iperiodi in cui le variazionidi UR dell’esternosi mantengono per più giornideterminando fluttuazioni ampieall’interno del museo.

Fig. 3 - Musei Civici.Percentuale dei valori diUR rilevati in sala 2 (DL4)che ricadono all’internodi specifici intervalli.

Fig. 4 - Musei Civici.Medie mensili delleescursioni termiche eigrometriche giornalieredi aprile, maggio, giugnoe luglio 2008, relativealla postazione prossimaalla Pala (DL1).

Fig. 5 - Musei Civici.Percentuale dei valori diT rilevati in sala 2 (DL4)che ricadono all’internodi specifici intervalli.

Fig. 6 - Musei Civici.Differenza tra la Tdell’aria misurata in prossimità del frontedella Pala (DL1) e la Tmisurata sul retro (DL2)tra l’1 e il 7 maggio 2008.

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MMUUSSEEII CCIIVVIICCII DDII PPEESSAARROO

DDaattaallooggggeerr PPoossiizziioonnee hh ((mm)) PPeerriiooddoo

DL1(T, UR) sala 2, cornice Pala 1,50 1/4-14/7/2008

DL2 (T, UR) sala 2, retro pilastro destro 2,70 1/4-14/7/2008

DL3 (T, UR) sala 2, retro pilastro destro 3,80 7/6-14/7/2008

DL4 (T, UR) sala 2 2,00 1/4-15/9/2008

DL5 (T, UR) scalone accesso 2,00 1/4-15/9/2008

DL6 (Tc) sala 2, pannello laterale pilastro destro 2,70 1/4-14/7/2008

DL7 (T, UR) sala 2, interno sacco disinfestazione della tavola centrale 15/7-19/8/2008

DL8 (T, UR) sala 2, interno sacco disinfestazione della predella 15/7-19/8/2008

SSCCUUDDEERRIIEE DDEELL QQUUIIRRIINNAALLEE

DDaattaallooggggeerr PPoossiizziioonnee hh ((mm)) PPeerriiooddoo

DL1 (T, UR) sala 1, lato destro Pala 1,00 1/10/2008-11/1/2009

DL2 (T, UR) sala 1, lato destro Pala 2,50 1/10/2008-11/1/2009

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Tab. 1

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Le escursioni igrometriche giornaliere nellasala 2 superano di rado il 5%7, mentre lemedie mensili delle fluttuazioni giornaliererisultano inferiori al 3% (fig. 4). Tale instabilitàè da mettere in relazione alle variazioni delparametro in esterno ed alla non buona tenu-ta degli infissi.

L’analisi dei valori termici e delle variazioni insala 2 mostra che, a partire dalla metà del mesedi giugno, i valori di temperatura diventanodecisamente elevati, raggiungendo i 30 °C negliultimi giorni di giugno e nei primi di luglio8 (fig.5). Le variazioni giornaliere sono abbastanzacontenute: le escursioni giornaliere medie9 nonsuperano, infatti, 1,2 °C e gli episodi in cui latemperatura presenta una maggiore variabilitàgiornaliera sono rari (fig. 4).

Lo studio del microclima nelle immediatevicinanze della Pala ha evidenziato che latemperatura misurata sul retro risulta di qual-che decimo di grado inferiore rispetto a quel-la misurata sul fronte; corrispondentemente,l’UR dell’aria in prossimità del lato dipinto èdi circa il 5% più bassa rispetto a quella misu-rata in prossimità del retro (fig. 6). Questasituazione, determinata dalla posizione ango-lare di esposizione dell’opera in sala, hamesso in evidenza che per i mesi di aprile,maggio e parte di giugno, le pareti perimetra-li della sala si comportano come sorgentifredde.

IL CONTROLLO MICROCLIMATICO NELLE CASSE DURANTE IL

TRASPORTO DA PESARO A ROMA

Il monitoraggio di T e UR nella sala 2 èstato protratto fino al trasferimento dellaPala, avvenuto il 15 settembre 2008, per per-mettere il corretto precondizionamento delmateriale tampone (Art-Sorb) da inserire incassa. I valori di UR misurati in sala, durantela settimana che ha preceduto il trasferimen-to, sono risultati compresi tra il 45% ed il55%. Durante il trasporto i valori di UR sisono attestati fra il 48-50%. L’opera è stata,quindi, fatta viaggiare in condizioni moltosimili rispetto a quelle in cui si trovava nellasua sede espositiva. In figura 7 si presentanoi dati del trasporto, della permanenza dellaPala nella cassa presso le Scuderie del Quiri-nale, del momento dell’apertura della cassa ecollocazione della Pala in mostra. Dal graficosi vede che dal momento dell’apertura dellacassa all’istallazione dell’opera in sala si ha

DOSSIERLA PALA DI PESARO DI GIOVANNI BELLINI – I CONTROLLI AMBIENTALI

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una variazione di UR di circa il 4% nel corsodi 8 ore; queste piccole variazioni legate all’a-pertura degli imballaggi sono un problemaricorrente, nonostante gli accorgimenti10.

IL MICROCLIMA PRESSO LE SCUDERIE DEL QUIRINALE

DURANTE LA MOSTRA

Il controllo delle condizioni microclimatichedi esposizione della Pala è continuato anchenel corso della mostra. I valori di T si sonomantenuti nell’intervallo 21-23 °C per tutta ladurata dell’esposizione11, con escursioni gior-naliere12 sempre inferiori a 1,5 °C (fig. 8).

Per quanto concerne i valori di UR, il con-fronto tra le medie giornaliere rilevate in sala 1e le medie giornaliere rilevate nell’ambienteesterno mostra l’influenza di quest’ultimo suquello interno (fig. 9).

Il sistema di trattamento e ventilazione for-zata dell’aria garantisce nella sala omogeneitàdi T e UR alle diverse altezze. La differenza diT tra le due postazioni di rilevamento (DL1-1,00 m e DL2-2,50 m) è in media inferiore a0,2 °C, mentre la differenza di UR si mantieneintorno all’1,5% (figg. 10 e 11).

Il controllo degli aspetti biologici

METODOLOGIA

Presso i Musei Civici è stato effettuato uncontrollo della Pala per valutare se fossero inatto attacchi entomologici e per definire,prima del trasporto, l’opportunità e le moda-lità di un trattamento di disinfestazione. Taleoperazione è stata considerata anche al fine dievitare un possibile rischio di diffusione diinfestazioni dalla Pala ad altre opere. La Pala èstata quindi attentamente ispezionata perindividuare eventuali segni di infestazioni dainsetti xilofagi; sono state esaminate tutte lesuperfici del fronte e del retro della tavoladurante il periodo considerato a massima fre-quenza di sfarfallamento degli individui adultidi coleotteri Anobidi e, di conseguenza, quelloin cui si sarebbero potuti riscontrare nuovi foridi sfarfallamento. Parallelamente è stato con-dotto un monitoraggio entomologico secondola metodologia definita dalla Scheda Ambien-tale ISCR13 (tab. 2). Sono state utilizzate trap-pole adesive di tipo passivo BIO-TRAP–BioControl s.r.l. Per la cattura degli insetti stri-scianti fotofobici le trappole sono state collo-

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Fig. 7 - Andamentodell’UR e della T nellacassa: trasporto Pesaro-Roma, deposito presso le Scuderie del Quirinale,fase dell’apertura.

Fig. 8 - Scuderie del Quirinale.Percentuale dei valori diT rilevati in sala 1 (DL1) che ricadono in specificiintervalli.

Fig. 9 - Scuderie del Quirinale. Valori medi giornalieri di UR misurati in sala 1(DL1) e in ambienteesterno durante il mesedi ottobre 2008.

Fig. 10 - Scuderie del Quirinale. Sala 1 con evidenziate leposizioni dei datalogger(DL1 e DL2).

Fig. 11 - Scuderie delQuirinale. Differenza tra valori termici eigrometrici misurati dal DL1 e quelli misuratidal DL2 in sala 1 nelmese di ottobre 2008.

Tab. 2 - Indaginibiologiche condotte eperiodi di monitoraggio

cate in luoghi riparati dalla luce, lungo il peri-metro della sala, in prossimità di possibili viedi accesso alla sala stessa e sul retro dellaPala, mentre, per la cattura degli insetti volan-ti, sono state collocate in prossimità delle lucidelle finestre (fig. 12). Gli insetti catturati sonostati identificati a livello di Famiglia14.

Presso le Scuderie del Quirinale sono staticontrollati, invece, i livelli di contaminazionemicrobica a cui l’opera è stata esposta; gliandamenti della carica microbica dell’aria sonostati analizzati nell’arco di una giornata tipomediante analisi aerobiologiche15. È statoadottato il metodo di campionamento attivo diAndersen che permette di riferire il numero dicellule vitali campionate ad un volume notod’aria: i dati sono espressi in unità formanticolonia per metro cubo d’aria (UFC/m3). I terre-ni colturali adoperati sono stati quelli general-mente utilizzati per l’isolamento di microrgani-smi biodeteriogeni: Mycological Agar (DIFCO-DID) per i funghi e Nutriente Agar (DIFCO-DID)per i batteri eterotrofi.

Le indagini sono state condotte in sala 1 e,

per confronto, nell’ambiente immediatamenteadiacente che costituisce l’ingresso alle saleespositive (fig. 13). Per verificare l’effetto deivisitatori sui livelli di contaminazione microbi-ca sono stati considerati tre momenti nell’arcodella giornata: prima dell’apertura al pubblico(9.30), durante l’apertura nell’orario di massi-mo affollamento (12.30), e subito dopo lachiusura della mostra (19.00) (tab. 2).

RISULTATI DELLE INDAGINI ENTOMOLOGICHE NEI MUSEI

CIVICI DI PESARO

Durante l’ispezione del fronte e del retrodella Pala sono stati ritrovati alcuni corpi diinsetti appartenenti all’ordine dei Coleotteri, inparticolare alla famiglia degli Anobidi16 (fig. 14).

È stata inoltre rinvenuta, in diversi punti, dellapolvere di rosume17 di colorazione chiara e, quin-di, di recente produzione; sulla cornice il rosumeè stato individuato anche dopo una spolveraturadelle superfici ispezionate, ciò a conferma che losfarfallamento di insetti era in corso durante ilperiodo di monitoraggio (fig. 15).

Durante il monitoraggio entomologico contrappole passive sono stati catturati prevalen-temente Coleotteri Anobidi come quelli giàindividuati nel corso dell’ispezione visiva, con-fermando la presenza di un’infestazione attiva.

DOSSIERLA PALA DI PESARO DI GIOVANNI BELLINI – I CONTROLLI AMBIENTALI

MMUUSSEEII CCIIVVIICCII DDII PPEESSAARROO

AAttttiivviittàà PPoossiizziioonnee PPeerriiooddoo

ispezione visiva Pala 31/5 e 7/6/2008

monitoraggio entomologico sala 1 e sala 2 31/5-19/8/2008

SSCCUUDDEERRIIEE DDEELL QQUUIIRRIINNAALLEE

AAttttiivviittàà PPoossiizziioonnee PPeerriiooddoo

indagine aerobiologica sala 1 e scalone ingresso 2/10/2008 alle ore 9.30, 12.30 e 19.00

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Tab. 2

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LA DISINFESTAZIONE

Sulla base dei risultati delle indagini ento-mologiche si è ritenuto necessario un inter-vento di disinfestazione prima del trasferimen-to dell’opera in mostra. In relazione alledimensioni, complessità e delicatezza delmanufatto si è scelto di effettuare il trattamen-to di disinfestazione in anossia medianteatmosfere modificate con immissione di azotoin involucri stagni. Tale trattamento garanti-sce, oltre all’efficacia, la piena sicurezza per glioperatori, l’opera e l’ambiente.

In considerazione del necessario smontag-gio della Pala nei suoi diversi elementi costitu-tivi per il trasporto in mostra, la disinfestazio-ne è stata eseguita presso i locali dei MuseiCivici operando separatamente sui diversi ele-menti: tavolato centrale, cornice della tavolacentrale, pilastri laterali, predella, architrave,cornice della cimasa. Questo ha reso più facilel’operazione di realizzazione delle buste infilm plastico trasparente a barriera di gas peril trattamento.

Le condizioni di anossia (concentrazione di

ossigeno inferiore allo 0,3%) sono state man-tenute per un tempo superiore a 28 giorni, dal15 luglio al 19 agosto. Per l’intero periodoall’interno delle buste sono stati monitorati laconcentrazione dell’ossigeno, l’UR e la T del-l’aria (fig. 16): l’UR si è mantenuta stabile tra il50-55% mentre la temperatura ha seguitol’andamento di quella della sala nella quale èstata eseguita la disinfestazione (fig. 17).

Dopo la disinfestazione, a scopo precauzio-nale, il supporto è stato trattato a pennellocon una soluzione pronta all’uso di Permetarconcentrato in petrolio (Phase), un prodotto abase di permetrina al 20%, insetticida e repel-lente per gli insetti18.

IL CONTROLLO DELLA CARICA MICROBICA DELL’ARIA ALLE

SCUDERIE DEL QUIRINALE

I risultati delle indagini aerobiologiche con-dotte hanno messo in evidenza una caricamicrobica totale generalmente inferiore alle300 UFC/m3, da considerasi molto bassa secomparata con quanto riportato in altri studicondotti in ambienti museali e definito sicuro

Fig. 12 - Pianta dei MuseiCivici con evidenziate inverde le postazioni delle17 trappole per gli insettistriscianti e in rossoquelle delle 12 trappoleper gli insetti volanti.

Fig. 13 - Immagine dello strumento Andersen durante ilcampionamento dell’aria.

Fig. 14 - Corpi di Coleotteri Anobidirinvenuti alla base delpilastro destro della Pala(Foto Laboratori diBiologia, Opificio dellePietre Dure, Firenze).

Fig. 15 - Polvere di rosume sulla cornice della tavolafuoriuscita da un foro di sfarfallamento.

Fig. 16 - Dataloggerall’interno della busta di disinfestazione della predella.

Fig. 17 - Musei Civici.Confronto tra i valori di UR misurati nelle buste anossiche equelli misurati in sala 2(DL4).

Fig. 18 - Scuderie del Quirinale. Carica microbica totaleaerodispersa rilevata in tre momentidella giornata del 2 ottobre 2008.

Fig. 19 - Scuderie del Quirinale. Andamenti percentualidella carica batterica e di quella fungina il giorno 2 ottobre 2008.

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per la salute umana19 (fig. 18).Nell’ambito di questo dato rassicurante, si

è osservato che la massima concentrazione dimicrorganismi aerodiffusi è stata registrataall’inizio della giornata, prima dell’apertura alpubblico. Tale risultato è da porre in relazionecon le attività di pulizie mattutine che compor-tano un sollevamento di polveri e la loro diffu-sione nell’aria. Nella sala d’ingresso è statamisurata, in tutti i campionamenti, una caricamicrobica più elevata rispetto alla sala 1, pro-babilmente per i maggiori scambi d’aria conl’esterno e/o per una minore efficienza deisistemi di filtrazione dell’aria in questa zona.

A livello qualitativo, confrontando gli anda-menti percentuali della carica batterica e diquella fungina, si è osservato che, nella mag-gior parte dei casi, i batteri prevalgono suifunghi con una concentrazione massimadurante l’orario di visita (fig. 19). La fonte pre-valente dei contaminanti batterici sono quin-di, come previsto, i visitatori.

Prima dell’orario di apertura si registranella sala d’ingresso un’inversione di tenden-za con una maggiore percentuale di funghi;ciò rafforza l’ipotesi dei maggiori scambi d’ariadi questo ambiente con l’esterno durante leoperazioni di pulizia; i contaminanti funginiaerodiffusi sono infatti normalmente prevalen-ti nell’ambiente esterno e la principale fontedelle spore è il suolo20. Nell’orario di chiusura,infine, la riduzione degli scambi con l’esternoporta l’ambiente d’ingresso in una condizionedi parità nella percentuale di funghi e batteri,mentre nella sala 1 la percentuale battericadecresce fino a raggiungere valori simili aquelli dell’orario di apertura.

Ai fini conservativi, poiché in genere, nellecondizioni microclimatiche di un museo, i fun-

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ghi posseggono potenzialità biodeteriogenemaggiori rispetto ai batteri, la percentuale per-manentemente bassa di questi microrganismiin prossimità della Pala rappresenta un ulte-riore elemento confortante.

Il monitoraggio della qualità dell’aria

METODOLOGIA

La metodologia messa a punto dall’ISCR, eoggi prevista dalla Scheda Ambientale, è arti-colata in misure della concentrazione di CO2(ppm)21 e del particolato sospeso (µg/m3)22.

All’interno dei locali dei Musei Civici e delleScuderie del Quirinale, la concentrazione diCO2 è stata rilevata con strumentazione porta-tile Indoor Air Quality Meter (AirflowTM model-lo IAQ910), tramite misure a spot, realizzatedurante alcune giornate campione, tre voltenell’arco della giornata, in più punti delle duesedi espositive, a due altezze. Una misura èstata eseguita anche all’esterno (tab. 3 e figg.20 e 21).

Le misure della concentrazione del partico-lato sospeso (frazione PM10) sono state ese-guite con lo strumento Microdust ProTM-Aero-sol Photometer. Nei Musei Civici lo strumentoè stato collocato in sala 2, in prossimità dellaPala, dove sono state eseguite le misure incontinuo con frequenza di rilevamento di 10minuti (fig. 22).

Nella sede delle Scuderie del Quirinalesono state invece realizzate misure a spotsecondo le postazioni di misura e gli orari giàindividuati per le misure di concentrazione dibiossido di carbonio (tab. 3).

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MMUUSSEEII CCIIVVIICCII DDII PPEESSAARROO

AAttttiivviittàà PPoossiizziioonnee hh ((mm)) PPeerriiooddoo

monitoraggio Co2esterno, scala, ingresso, sala 2-sala 2 prossimità, Pala

0 e 2,00 26/3/2008 alle ore 9.00, 10.30, 13.00

monitoraggio PM10 sala 2 in prossimità Pala 2,00 26/3-11/4/2008

SSCCUUDDEERRIIEE DDEELL QQUUIIRRIINNAALLEE

AAttttiivviittàà PPoossiizziioonnee hh ((mm)) PPeerriiooddoo

monitoraggio Co2 esterno, sala, ingresso, Pala 0 e 2,00 1, 2 e 3/10/2008 alle ore 9.00, 12.30, 19.00

monitoraggio PM10 esterno, sala, ingresso, Pala 2,00 1, 2 e 3/10/2008 alle ore 9.00, 12.30, 19.00

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 11 EESSTTEERRNNOO

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 22 SSCCAALLAA

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 33 IINNGGRREESSSSOO

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 44 SSAALLAA 22

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 55 PPAALLAA

OORRAA aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii

99..0000 469 450 482 515 496 505 485 495 461 552

1100..3300 438 436 472 506 495 568 484 493 480 502

1133..0000 439 438 484 464 562 565 547 561 552 558

SSEEDDEE EESSPPOOSSIITTIIVVAA GGIIOORRNNII NN.. VVIISSIITTAATTOORRII

Musei Civici di Pesaro 26/3/2008 26

Scuderia del Quirinale

1/10/2008 940

2/10/2008 937

3/10/2008 1250

Tab. 3 - Monitoraggiqualità dell’aria.

Tab. 4 - Musei Civici.Concentrazione di CO2(ppm), rilevata il 26 marzo 2008.

Tab. 5 - Numero di visitatori giornalieri dei Musei Civici e delleScuderie del Quirinale.

Fig. 20 - Pianta dei Musei Civici con indicazione dellepostazioni per misure aspot della concentrazionedi CO2.

Tab. 3

Tab. 4

Tab. 5 20

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CONCENTRAZIONE DI BIOSSIDO DI CARBONIO

Negli ambienti dei Musei Civici la concen-trazione di CO2 nell’aria si mantiene intorno alvalore di 500 ppm; questo valore è di pocosuperiore alla concentrazione naturale del gasche è di circa 460 ppm (tab. 4). Non è statarilevata una particolare differenza tra le tremisure eseguite nell’arco della giornata (fig.23). In generale si osserva che la concentra-zione di CO2 alla quota di 2 metri è lievementemaggiore rispetto a quelle registrate al suolo.

In sala 1 delle Scuderie del Quirinale è statorilevato, invece, un effetto di arricchimento delgas nell’arco della giornata, dovuto all’affluen-za dei visitatori. Prima dell’apertura dellamostra la concentrazione di CO2 non supera500 ppm, durante la giornata cresce, fino araggiungere il valore massimo a fine giorna-ta23 (fig. 23). Durante la notte i valori scendo-no e ritornano a valori confrontabili con quellinaturali, a causa della diluizione dovuta airicambi d’aria previsti dal sistema di tratta-mento dell’aria e, chiaramente, alla diminuzio-ne dell’apporto del gas da parte dei molti visi-tatori (tab. 5).

Come già osservato per i Musei Civici diPesaro, anche presso le sale espositive delleScuderie del Quirinale si registra una tendenzadel gas a stratificarsi nel volume d’aria dellastanza. In particolare la CO2 tende a presenta-re valori di concentrazione maggiori alla quotadi 2 metri a sottolineare la stretta relazione trail gas e la presenza di pubblico (tab. 6).

DOSSIERLA PALA DI PESARO DI GIOVANNI BELLINI – I CONTROLLI AMBIENTALI

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 11EESSTTEERRNNOO

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 22SSCCAALLAA

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 33IINNGGRREESSSSOO

PPOOSSTTAAZZIIOONNEE 44 PPAALLAA

OORRAA aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii aall ssuuoolloo 22 mmeettrrii

99..0000 426 459 505 477 469 456 461

1122..3300 424 608 626 772 810 801 803

1199..0000 483 722 764 935 1022 902 929

Fig. 21 - Pianta del primo piano delleScuderie del Quirinale. Il punto di misura P1 si trova al livello dellastrada, il punto P2 si trova al piano terra,alla base dello scalone di accesso alle saleespositive del primopiano.

Fig. 22 - Immagine dello strumentoMicrodust ProTM-AerosolPhotometer durante il campionamentodell’aria.

Tab. 6 - Scuderie del Quirinale.Concentrazione di CO2(ppm), rilevata il 3 ottobre 2008.

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22 Tab. 6

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CONCENTRAZIONE DEL PARTICOLATO SOSPESO

Negli ambienti dei Musei Civici la misuradella concentrazione del particolato sospeso,rilevato in modalità in continuo, ha fatto regi-strare valori sempre superiori a 30 µg/m3,livello che viene individuato nell’Atto di Indi-rizzo, come valore di riferimento24.

Alle Scuderie del Quirinale è stato possibilemettere in luce che le maggiori concentrazionidi particolato sospeso si rilevano a fine gior-nata, nella postazione più prossima all’ingres-

so, mentre la concentrazione media nell’arcodella giornata si mantiene sempre intorno alvalore suggerito. Risulta evidente comunqueche, in considerazione delle dimensioni moltoridotte del particolato monitorato, la sua per-manenza in aria, così come la sua concentra-zione, sono strettamente legate ai movimentid’aria che possono essere determinati dallepersone che transitano negli ambienti.

Nonostante la difficoltà di comparare i datiraccolti con diversa modalità (in continuo aPesaro, a spot a Roma), dal monitoraggioemerge che nei due ambienti i valori medi diPM10 risultano simili. Questo dato, se rappor-tato al numero giornaliero di persone che inmedia hanno visitato la mostra alle Scuderiedel Quirinale (circa 1000) e quelli che visitano iMusei Civici (circa 30), evidenzia come il siste-ma di filtraggio e trattamento dell’aria abbiauna forte incidenza sulle concentrazioni diparticolato di natura chimica, ma anche dinatura biologica, come messo in luce dalleindagini aerobiologiche.

Conclusioni

Lo studio condotto presso i Musei Civici diPesaro e presso le Scuderie del Quirinale, hapermesso di valutare gli aspetti più criticilegati all’esposizione ed alla movimentazionedi un’opera tanto complessa e vulnerabile e,in virtù di una pianificazione tempestiva, dimettere in atto misure di conservazione pre-ventiva per limitare i rischi.

Sulla base dei dati raccolti tramite la Sche-da Ambientale è stato possibile constatare unattacco entomologico in corso e realizzare unintervento di disinfestazione della Pala primadell’esposizione in mostra. Grazie al monito-raggio microclimatico, è stato possibile defini-re i valori di UR da mantenere durante l’inter-vento di disinfestazione ponendo la Pala incondizioni di stabilità, compatibili con quelledi esposizione; successivamente il monitorag-gio ha permesso di pianificare le condizionimicroclimatiche di trasporto dell’opera.

Inoltre, il controllo effettuato presso i MuseiCivici ha consentito di riesaminare le condizio-ni ambientali di esposizione della Pala confer-mando il perdurare di situazioni di rischiomicroclimatico, già emerse a seguito del moni-toraggio condotto nel 2003. Sulla base di que-

Fig. 23 - Confronto tra leconcentrazioni di CO2misurate nei Musei Civici(postazione 5 a 2 m diquota) e quelle misuratealle Scuderie (postazione4 a 2 m di quota) in tremomenti della giornata.

Fig. 24 - La pala espostanel Museo Civico diPesaro

DOSSIER KERMES 74

23

AUTORE. VERIFICARE BENE CAPO-VERSO FINALE

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DOSSIERLA PALA DI PESARO DI GIOVANNI BELLINI – I CONTROLLI AMBIENTALI

Note1 E. Giani, A. Giovagnoli, L. Gordini, M.P. Nugari,

E. Ruschioni, The use of an environmental datasheet: the case of Musei Civici of Pesaro (Italy),proceedings del convegno internazionale “Heritage,Weathering and Conservation, HWC-2006” (Madrid21-24 giugno 2006), Londra 2006, pp. 463-467.

2 E. Giani, A. Giovagnoli, L. Gordini, M.P. Nugari,La Scheda Ambientale - uno strumento propedeuti-co al trasporto delle opere d’arte, “Kermes”, 67-68(2007), pp. 72-76.

3 Gemini Data Loggers; Campo di misura: -30°C/+50 °C (+/- 0.1) e 0-100% (+/-3%).

4 L’UCEA (Ufficio Centrale di Ecologia Agraria) hauna centralina di rilevamento poco distante in linead’aria rispetto alle Scuderie del Quirinale.

5 Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici esugli standard di funzionamento e sviluppo deimusei (D.lgs.n.112/98 art.150 comma 6), Ministeroper i beni e le attività culturali, 2001, pp. 148-149.Valori igrometrici consigliati per assicurare le condi-zioni ottimali di conservazione chimico-fisica dellegno dipinto: 45-65%; per la prevenzione di attac-chi microbiologici: 50-60%.

6 In particolare le postazioni di monitoraggiosul retro della Pala (DL2 e DL3) superano frequen-temente il valore del 70%.

7 UNI 10829, Beni di interesse storico e artisti-co. Condizioni ambientali di conservazione. Misura-zioni ed analisi, a cura del Comitato TermotecnicoItaliano, Milano, 1999, p. 10. Escursione igrometricagiornaliera massima idonea alla conservazione didipinti su tavola: 4 punti percentuali.

8 Atto di indirizzo … (D.lgs. n.112/98 art. 150comma 6), cit., pp. 148-149. Valori termici consiglia-ti per assicurare le condizioni ottimali di conserva-zione chimico-fisica del legno dipinto e per la pre-venzione di attacchi microbiologici: 19-24 °C.

9 UNI 10829, cit. Escursione termica giornalieramassima idonea alla conservazione di dipinti sutavola: 1,5 °C.

10 M. Corsetti, E. Giani, Il controllo delle condi-zioni espositive e di trasporto dell’icona San Nicolae scene agiografiche appartenente al Museo Bizan-tino della Fondazione Arcivescovo Makario di Nico-

sia, preprint del congresso annuale IGIIC “Stato del-l’Arte 5” (Cremona, 11-13 ottobre 2007), Firenze2007, pp. 25-31; D. Cauzzi, P.P. Monfardini, Diario diviaggio di due tavole di Lorenzo Veneziano, “Ker-mes”, 67/68 (2007), pp. 65-71.

11 Cfr. nota 9.12 Cfr. nota 10.13 Cfr. note 1 e 2.14 Il riconoscimento dell’ordine e della famiglia

di appartenenza degli insetti catturati è stato com-piuto grazie alla collaborazione con la dottoressaElena Ruschioni dell’Istituto Centrale per il Restauroe la Conservazione del Patrimonio Archivistico eLibrario di Roma.

15 In questa sede non si è ritenuto significativoeseguire il monitoraggio entomologico perché que-sto aspetto non è stato valutato un problema con-creto; infatti gli spazi delle Scuderie del Quirinalesono molto controllati in termini di apertura infissi,frequenza delle pulizie, ecc.

16 Le larve di questi insetti si nutrono di mate-riale ligneo all’interno del quale vivono scavandogallerie. Dopo uno stadio pupale l’insetto si trasfor-ma in adulto che lascia il materiale attraverso pic-coli fori (fori di sfarfallamento). Si tratta di insettimolto pericolosi per il materiale ligneo.

17 Il rosume è il materiale di scarto prodottodalla larva durante l’attività di scavo all’interno dellegno; questa polvere esce dal legno attraverso ilforo di sfarfallamento.

18 Cfr. Interventi di manutenzione straordinaria,in questo stesso Dossier.

19 G. Caneva, M.P. Nugari, G. Pasquariello, L’ae-robiologia applicata alla conservazione dei beniculturali, “Bollettino ICR”, n.s., 14 (2007), pp. 4-89;Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e suglistandard di funzionamento e sviluppo dei musei,Suppl. G.U., n. 244 del 19 ottobre 2001.

20 P. Mandrioli, G. Caneva, C. Sabbioni, CulturalHeritage and Aerobiology, Dordrecht 2003.

21 L’aumento della concentrazione del biossidodi carbonio, che normalmente si registra all’internodelle sale espositive, è strettamente legato, inassenza di specifiche sorgenti emissive, al numerodi visitatori; nella respirazione normale, a riposo, lapercentuale di biossido di carbonio espirata è circacento volte quella dell’aria atmosferica. Il gas, per-

ciò, sebbene non possa considerarsi un inquinantedell’aria, può rappresentare un buon indicatorelegato alla presenza di pubblico.

22 Le polveri presenti nell’aria sono una misceladi particelle sia solide che liquide. Le loro dimen-sioni e la loro composizione chimica dipendonodalle fonti e dalle principali caratteristiche fisico-chimiche dell’ambiente in cui si formano, come adesempio la temperatura, l’umidità, la pressione. Lepolveri, soprattutto quelle di dimensioni minori,possono rimanere sospese nell’aria per un lungoperiodo di tempo e, negli ambienti chiusi, possonoanche raggiungere concentrazioni superiori a quelleesterne in assenza di sufficienti ricambi d’aria o inparticolari condizioni termoigrometriche. La loropericolosità dipende dalla dimensione delle parti-celle di cui esse sono composte. Fino a pochi annifa non si dava importanza a questo aspetto e siusava la sigla PTS per definire le polveri totalisospese. Attualmente molti studi scientifici hannomesso in evidenza che in effetti la pericolosità perla salute delle persone e delle opere d’arte dipendedalla dimensione dei granuli di cui esse sono costi-tuite. Infatti quanto più le particelle sono piccole,tanto più stazionano in aria e, quali nuclei di con-densazione, possono giocare il ruolo di substratoper numerose reazioni chimiche dannose. È perquesta ragione che oggi i monitoraggi delle polveriaerodisperse riguardano sia il PTS che due grandigruppi di polveri molto piccole: il PM10 e il PM2,5(PM10 - diametro uguale o inferiore a 10 millesimidi millimetro e PM2,5 - diametro uguale o inferiorea 2,5 millesimi di millimetro). Le particelle più finisono solitamente formate da metalli pesanti, idro-carburi policiclici aromatici, radicali liberi e moltemolecole a carattere acido, fortemente aggressiveper le superfici dei materiali.

23 Il valore massimo misurato nella sala 1 (p 4,quota 2 m) è stato 929 ppm; il valore massimo rile-vato alle Scuderie del Quirinale, durante il periododel monitoraggio, è stato 1022 ppm presso lo Sca-lone di accesso alle sale (p 3, quota 2 m).

24 Atto di indirizzo … (D.lgs.n.112/98 art.150comma 6), cit., p. 127. Valori per il PM10: 20-30µ/m3.

sto risultato sono stati pianificati gli interventidi adeguamento ambientale consistenti in unaclimatizzazione della sala, necessari per laricollocazione della Pala nella sua sede origi-nale a fine mostra.

Il controllo ambientale effettuato ha costi-tuito anche un’occasione per fare un bilanciodei rischi a cui la Pala è stata esposta nelcorso della mostra su Giovanni Bellini. I risul-tati ottenuti hanno rivelato che, nonostante ilgrande afflusso di pubblico che la mostra haottenuto, i provvedimenti adottati hanno con-tenuto le diverse situazioni di pericolosità.

La realizzazione del Progetto per il monito-raggio dell’ambiente, della movimentazione edel trasporto della Pala dimostra che grazie adiverse istituzioni preposte alla tutela e aduna pianificazione concordata fra l’ISCR, laSoprintendenza PSAE delle Marche e il Comu-ne di Pesaro e all’attenzione che l’AziendaSpeciale Palaexpo rivolge agli aspetti conser-vativi, anche operazioni di grande complessitàe delicatezza possano essere condotte consuccesso se affrontate con tempestività e sullabase di un corretto coordinamento delle diver-se competenze coinvolte.

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esposizione a Roma del complessodella Pala di Pesaro si è rivelata unaoccasione eccezionale per rivisitare il

restauro realizzato circa vent’anni fa1 (fig. 1).Solo lo smontaggio dei sette elementi checompongono l’ancona (cornice della cimasa,architrave, pilastri, cornice e tavola dell’Inco-ronazione della Vergine, predella) ha infatticonsentito una ricognizione puntuale dellecondizioni con-servative e lamessa a puntodi interventimirati al miglio-ramento dell’as-setto statico,nonché alla pre-venzione di pos-sibili incidentinel corso dellemovimentazionipreviste.

Il restaurodel 1988 avevaaffrontato tuttigli aspetti con-servativi deidiversi elementi,con un’attenzio-ne particolarealla pulituradelle tavolefigurate, datoche l’interventodiretto da Cesa-re Brandi nel1946-47, per l’I-stituto Centrale

del Restauro, era divenuto caso esemplarenella polemica sulla pulitura2. Un interventosistematico di consolidamento e fissaggio erastato dedicato alle parti intagliate e doratedelle cornici, riconosciute come punto di mas-sima fragilità. In quel restauro si era modifica-to solo parzialmente il sistema di assemblag-gio dei vari elementi, e si era giudicata ancorain efficienza, benché evidentemente sovradi-

mensionata, laparchettaturaapplicata nel1946 sul retrodell’ Incorona-zione; il dipintoinfatti si presen-tava privo didanni a caricodelle superfici.Questa scelta siè rivelata credi-bile fin quandonon sono muta-te le condizionitermoigrometri-che dell’am-biente di con-servazione: lamessa in funzio-ne di un impian-to di riscalda-mento a termo-convettori, nel-l’ inverno del2002, ha causa-to microfessura-zioni e solleva-menti del siste-

La Pala di Pesaro di Giovanni Bellini

L’intervento di manutenzionestraordinaria sulle superficidipinte e sulla carpenteria

Carla Bertorello, Roberto Saccuman

kermes

DOSSIER

L’CCaarrllaa BBeerrttoorreellllooLaureata in Architetturapresso il Politecnico diTorino nel 1976; nel 1980ha conseguito il diplomadi Restauratore pressol’ICR nel settore dipinti.Dal 1982 è socio dellaCooperativa CBC-Conservazione BeniCulturali, Roma.

RRoobbeerrttoo SSaaccccuummaann???????.

1

Fig. 1 - Roma, Scuderiedel Quirinale,Incoronazione dellaVergine e la sua cimasa,nuovamente ricompostenel 2008.

Fig. 2 - Nel dettaglio delpiede del Cristo si vedel’integrazione dellafenditura che attraversa la tavola, condotta inparte a tratteggio in partead abbassamento di tono (2008).

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Le superfici decorate

Ogni elemento della Pala è stato sottopo-sto a spolveratura, sul fronte e sul retro, conpennellesse e se possibile, come per gli ele-menti lignei della carpenteria, con l’ausilio diaspiratori elettrici. I depositi più coerenti dipolveri sedimentate nelle parti lignee sonostati rimossi con spugne a micropori imbevuted’acqua. Negli elementi delle cornici più espo-sti al deposito di particolato atmosferico,come i listelli alla base dei pilastri o i sotto-squadri degli intagli, si è preferito procedere

ma preparazione-pellicola pittorica/doratura,anche se di modesta entità. L’intervento dimanutenzione disposto dalla direzione deiMusei Civici di Pesaro, eseguito nel giugno2003 con una struttura di servizio mobile, èconsistito principalmente in operazioni di fis-saggio della pellicola pittorica e della doratu-ra, condotte in modo da non rendere necessa-ria una nuova verniciatura del complesso. Inquella occasione l’esame della parchettaturadell’Incoronazione rilevava alcuni segnali dicedimento e si prospettava la necessità diintervenire, quantomeno per liberare la tavolada un listello perimetrale che esercitava uneccessivo contenimento degli elementi mobilidella parchettatura e quindi dei naturali movi-menti del supporto.

Il recente intervento di manutenzione sullesuperfici e sulla carpenteria, in vista del trasfe-rimento dell’opera a Roma, programmatodopo lo smontaggio e la disinfestazione deisingoli elementi, si è svolto tra la fine di ago-sto e l’inizio di settembre del 2008 presso iMusei Civici3: si è posto rimedio a limitatinuovi fenomeni di degrado e si sono invecemessi in atto significativi interventi di stabiliz-zazione della carpenteria4.

DOSSIERLA PALA DI PESARO DI GIOVANNI BELLINI – L’INTERVENTO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA ...

2

3

4

Figg. 3, 4 - Predella, SanFrancesco riceve le stimmate; nel grafico è documentata lastuccatura delle lacune(restauro del 1988); la fotografia (2008)documenta le scelteallora operate nella reintegrazione.

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ad una parziale sverniciatura della doratura,per rimuovere gli strati di polveri sedimentatee compattate.

Si è poi eseguito un consolidamento siste-matico del legno, per imbibizione con resinaacrilica, a pennello, insistendo fino a saturazio-ne nelle parti più degradate dall’azione deitarli5. Su tutte le parti della carpenteria, dopo iltrattamento in anossia, è stato applicato untarlicida a scopo preventivo6. Si sono rilevatiestesi distacchi del sistema preparazione-dora-tura dalle parti intagliate delle cornici, ricondu-cibili a due distinti fenomeni: i pregressi attac-chi di insetti xilofagi, particolarmente deva-stanti nelle parti intagliate in legno di tiglio,hanno formato fitte gallerie subito sotto la pre-parazione, che dunque aderisce agli intagli inmodo spesso puntiforme; la naturale contra-zione del legno ha inoltre creato altri vuoti traintaglio e gessatura. Si è quindi reso necessa-

rio un fissaggio sistematico delle dorature,ripetendo l’operazione per garantire la migliorepenetrazione dell’adesivo7.

L’osservazione attenta delle superfici dipin-te ha confermato una situazione decisamentesoddisfacente negli scomparti della predella,dove non si sono registrati sollevamenti nédella preparazione originale, né dei piccolirisarcimenti in stucco dovuti al restauro del1988. Qualche sollevamento di modesta entitàsi è invece rilevato negli stessi punti già con-solidati nel 2003, in corrispondenza di micro-fessurazioni del supporto, sui pilastri e sullatavola centrale; in alcuni casi si sono createcadute submillimetriche del colore nella tavoladell’Incoronazione e sui pilastri8.

Un intervento di stuccatura e riequilibraturaestetica si è reso necessario in tutte le partiinteressate da intervento statico ed in partico-lare sul grande architrave, parzialmente smon-tato e ricomposto in questo intervento9.

Su tutte le parti dipinte si è controllato lostato dei ritocchi e delle vernici del preceden-te restauro; con una certa soddisfazione si èconstatato che le integrazioni, eseguite adacquarello, non presentavano fenomeni disbiadimento, né di alterazione cromatica (fig.2); i tratteggi risultavano ancora del tuttomimetici, osservati ad una certa distanza, eanche i limitatissimi interventi con colori a ver-nice, eseguiti per trasparenza a velatura, nonpresentavano alterazioni. In accordo con MariaRosaria Valazzi, che ha diretto i lavori, si è rite-nuto di non modificare in nulla le scelte moltoprudenti di quella reintegrazione; di non inter-venire dunque con ricostruzioni in quelle lacu-ne trattate allora ad abbassamento di tono(figg. 3, 4). Si è invece ritenuto opportunoprocedere alla stesura di un nuovo strato pro-tettivo su tutte le superfici decorate; gli scom-parti dipinti dei pilastri e della predella sonostati verniciati a pennello, con vernice perritocco; con la stessa vernice, applicata pernebulizzazione, è stata protetta la grandetavola centrale.

L’intervento sulla carpenteria

La struttura della Pala è molto articolata e isingoli elementi sono composti con apparen-te semplicità ed estrema maestria; il montag-gio delle diverse parti è ottenuto con incastri

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Fig. 5 - Nell’esplosoassometrico è evidente ilsistema di collegamentoe appoggio tra le partidella grande ancona.

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Fig. 6 - Nel grafico (1988)sono evidenziati gliinterventi di ripristino di elementi originali della carpenteria e leparchettature delle duetavole principali.

e appoggi, concepiti e realizzati affinché tuttala struttura sia autoportante (fig. 5). Questaproprietà è stata in qualche modo alteratadalle numerose manomissioni subite nelcorso del tempo. Qui si individuano le criticitàpiù evidenti e si indicano gli interventi piùsignificativi attuati per migliorare la staticacomplessiva dell’ancona. Si è operato princi-palmente sui vincoli che uniscono i vari ele-menti, ormai quasi tutti di restauro, sugliappoggi dell’architrave, sui listelli perimetralie sulla parchettatura della grande tavola del-l’Incoronazione (fig. 6).

Per dare una esatta idea della complessitàdell’intervento si riportano le dimensioni deivari elementi: la cornice della cimasa ha uningombro massimo di cm 168x144x12,5; l’ar-chitrave di cm 74x399x53; la cornice centraledi cm 454x298x15; la tavola centrale di cm262x242; i due pilastri di cm 328x45x44; infi-ne la predella di cm 66x325x47. Il complessomontato ha un ingombro massimo di circa m6,30x4,00x 0,60.

La trabeazione

L’elemento che costituisce di fatto la chiu-sura della grande macchina, è quello che nelcorso dei secoli ha subito i più vistosi attacchibiologici. Nel corso dello smontaggio i colle-gamenti tra le parti intagliate, fortementedegradate, e la struttura della carpenteriahanno dato segni di cedimento, rendendonecessario, oltre al consolidamento del legno,operare integrazioni della struttura portante.Questa è costituita da una scatola aperta sulretro, realizzata con due assi di abete rossotra due piani, superiore e base, in pioppo;sulle due assi frontali, poste in alto ed inbasso di taglio, è presente un incastro amezzo spessore, in cui è inserita la piattaban-da con gli intagli dorati su fondo blu. Tutti ilistelli sagomati e intagliati che costituisconola cornice di base e il notevole aggetto delcornicione, sono realizzati pprroobbaabbiillmmeennttee inlegno di tiglio e poi ancorati alla struttura diabete con colla e chiodi in ferro ribattuti (fig.7). La struttura scatolare è rinforzata da duesetti verticali, di restauro, posti a sostituireelementi presenti nella struttura originale maormai perduti. La trabeazione, essendo perdu-ta la parte posteriore del piano di base,

appoggiava solo sulla metà anteriore delpiano superiore dei pilastri, e il suo peso gra-vava pertanto principalmente sul capitellointagliato; inoltre era perduto il sistema diasole per i tenoni della cornice centrale.

Il ripristino è stato condotto cercando direcuperare una migliore distribuzione dei cari-chi secondo un criterio più aderente al siste-ma originale di montaggio, in modo da resti-tuire parte della capacità autoportante all’inte-ra macchina. La labilità dei collegamenti tra leparti, dovuta alla depolimerizzazione dellecolle e all’ossidazione dei chiodi, ha consiglia-to lo smontaggio della parte frontale del corni-cione, per poter riassemblare perfettamente ilistelli dissestati e far riaderire tra loro le partidella carpenteria, a vantaggio di una maggio-re solidità. Sul retro della struttura lignea in

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AUTORE: OK “probabilmente”?

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abete le giunzioni angolari sono state rinforza-te con l’inserimento di quadrelli in legno dirovere, rivestiti in sughero (fig. 8). Per miglio-rare l’appoggio sui capitelli e realizzare l’asoladi invito per i tenoni verticali della cornicecentrale si è ripristinata la parte mancantedella base del cornicione (fig. 9). Il setto incorrispondenza dei tenoni è stato modificato;si sono posizionati due regoli affiancati a crea-re un incastro, una sorta di guida a C per ilcorretto inserimento del tenone (fig. 10).

Tutte le parti aggiunte sono realizzate inlegno, nel rispetto delle specie originali pre-senti, rispettivamente: pioppo per le tavoled’appoggio, tiglio per le parti intagliate eabete per quelle strutturali. Le ricostruzionisono state trattate con mordente per ridurne ilcontrasto cromatico con le parti originali.

La cornice centrale

È l’elemento portante di tutta la macchina,costituito da una struttura di base realizzatacon quattro assi di abete rosso, giuntate conincastri a mortasa e tenone, bloccati da perniin legno. Su questa struttura sono montati iraffinati intagli e i listelli sagomati che li incor-niciano. Lungo i profili verticali si rileva unadoppia serie di incastri con sezione a coda dirondine, in origine funzionali al collegamentocon i pilastri ed ora non più in uso. Sul retrodei montanti verticali sono inoltre leggibili letracce della presenza di altri due elementimolto importanti sotto il profilo statico, oraperduti: si trattava di rinforzi collegati alle assi

mediante chiodatura; probabilmente elementiquadrangolari che davano luogo ad un vero eproprio pilastro con sezione a T, aumentandocapacità portanti e resistenza. In origine latavola dell’Incoronazione doveva essere inse-rita nella cornice dal fronte: nel telaio in legnodi abete era infatti presente una controbattu-ta, dello spessore di circa cm 1,8 che è statarimossa nel passato10.

Su questo elemento non sono stati neces-sari interventi strutturali; ci si è limitati a com-pensare, per ragioni estetiche, le fessurazioniconseguenti al naturale ritiro del legno, in cor-rispondenza delle giunzioni angolari. Le man-canze, in precedenza stuccate, sono state inte-grate con listelli in legno di tiglio, montati invena con una delle due parti, e poi intagliati.

I pilastri

Sono realizzati con un sistema scatolareaperto sul retro, analogamente al cornicione ealla predella; in questo caso però strutturaportante ed elementi decorati coincidono.

Fig. 7 - La trabeazionedurante lo smontaggioparziale.

Fig. 8 - Quadrelli in legnodi quercia posti a rinforzodella giunzione angolaredella trabeazione.

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Sono infatti dipinti tutti e tre i lati dei pilastri,realizzati tutti su assi in legno di pioppo, piut-tosto sottili. Sulla base è montata una corniceintagliata, lavorata a parte; anche i capitelliintagliati a foglie sono realizzati su elementiapplicati. La struttura scatolare è irrigidita daquattro tavolette, due delle quali costituisco-no rispettivamente la base di appoggio perl’architrave in alto e per il pilastro stesso inbasso. Nel montaggio originario, il collega-mento tra la cornice centrale e i pilastri eragarantito da una coppia di assicelle sagomate,inserite negli incastri a coda di rondine, pre-senti lungo il profilo del telaio della grandecornice. Nella sistemazione attuale, la posizio-ne dei pilastri è assicurata alla cornice da unacoppia di staffe in metallo, assicurate median-te viti.

Nella revisione, tesa a migliorare tutti gliappoggi della struttura, si sono sostituiti duesetti del pilastro sinistro, già di restauro11,disposti contro-vena e semplicemente incollatialle pareti dei pilastri; l’incollaggio avevainfatti ceduto rendendo poco sicuro l’assem-blaggio delle parti. Le nuove tavolette, dispo-ste nel verso di quelle originali, sono inseritein un listello fissato all’interno dello scatolaree dotato di un incastro per alloggiare il settodi rinforzo, così da evitare l’impiego di vincolimetallici.

La tavola con l’Incoronazione

Si compone di 6 assi disposte in verticale,unite tramite incollaggio e ulteriormente assi-curate da cambre (grappe) a farfalla, in granparte di restauro. Le assi in legno di piopporisultano assottigliate, fino allo spessoremedio di circa mm 19. Osservando le tavoledal retro, si nota che la seconda e la quartasono ricavate con taglio tangenziale, mentre lealtre rivelano un taglio sub-tangenziale, coneliminazione delle zone centrali. Questa sceltarende il supporto meno sensibile alle defor-mazioni conseguenti alle variazioni termoigrometriche e al naturale invecchiamento edimostra una particolare attenzione alla stabi-lità del supporto; le assi presentano fibre dirit-te e regolari e non sono presenti nodi didimensioni apprezzabili.

Nel 1946-47 presso l’ICR si operò sul sup-porto una scelta drastica, peraltro in linea con

le metodologie del tempo; la tavola fu assotti-gliata, interamente sverzata e vi fu applicatauna pesante parchettatura, costituita da 10regoli in legno di larice, incollati lungo vena, e10 traverse scorrevoli, in legno di faggio. L’in-tervento era stato effettuato con una certariserva, visto che la tavola presentava ancorala carpenteria originale, nella convinzione dipoter condizionare le deformazioni e ledisgiunzioni delle assi12. I tagli di raddrizza-mento, che interessano circa i 2/3 dello spes-sore della tavola, si concentrano in particolarenelle assi nn. 4-5-6, più limitatamente nelleassi 2-3; i tagli e il successivo inserimentodelle sverzine a cuneo, per forzare il raddrizza-mento del legno, sono ad intervalli regolari di2-3 cm. Le giunzioni tra le assi sono state risa-nate con l’inserimento di cunei, di sezionemolto larga (angolo al vertice superiore ai 90°)

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Fig. 9 - Celettodell’architrave:ricostruzione dell’asola di invito per i tenonidella cornice e parteposteriore della base che poggia sul capitellosinistro.

Fig. 10 - Nel dettaglio di scorcio si vede la guida di scorrimentoper i tenoni della cornice

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per circa 1/3 dello spessore del supporto. Lecambre a farfalla che potrebbero essere origi-nali sono in pioppo, mentre quelle sostituite oinserite nei restauri sono in legno di noce. Ilistelli perimetrali in faggio, messi per com-pensare il disavanzo tra la tavola e la cornice,erano avvitati alle assi del dipinto, a chiuderei fori di scorrimento delle traversine, praticatinei regoli di faggio.

Le operazioni condotte sul supporto deldipinto si sono indirizzate al recupero dellascorrevolezza delle traverse della parchettatu-ra, che risultavano bloccate in corrispondenzadegli incastri nei regoli fissi, per la cristallizza-zione delle sostanze minerali, usate comelubrificanti. Va notato che le traverse per uncerto tempo hanno assolto la loro funzione,prima di bloccarsi: lo dimostrano i movimentidelle stesse, in particolare nella parte bassa adestra, avvenuti in modo disomogeneo (fig.11). Alcune traversine si sono appoggiate ailistelli di compensazione perimetrali, sui qualiesercitavano una pressione che ha interagitosulle fessure e le giunzioni delle assi. Talimovimenti sono sicuramente la causa dei sol-levamenti del sistema preparazione-pellicolapittorica, prodottisi negli ultimi anni, in condi-zioni termoigrometriche particolarmenteavverse.

L’intervento è consistito nella rimozionetemporanea dei listelli, nei quali si sono rea-lizzati una serie di scassi, coincidenti con letraversine scorrevoli; si è così aumentato lospazio utile per lo scorrimento, portandolocomplessivamente a sei centimetri. Le traver-sine, rimosse una alla volta, messe a registroe ripulite dai depositi, sono state lubrificatecon polveri antigrippaggio per renderle nuova-mente scorrevoli. I listelli perimetrali sonostati avvitati sui longheroni in larice e non piùsulle assi della tavola, come in precedenza.

La predella

La struttura scatolare, aperta sul retro, ècomposta di due assi orizzontali che fungonoda piani d’appoggio, unite tra loro da duesetti centrali e, alle estremità, dai pannelli ver-ticali che costituiscono i plinti dei pilastri. Sulfronte è applicato un telaio, in legno di abeterosso, nel quale sono alloggiate le scenedipinte con le storie dei santi; cinque nellaparte centrale della predella e due nei pilastri.La manomissione più significativa riguarda lescene dipinte al centro, in origine realizzate sudue assi continue, contenenti rispettivamentetre e due delle scene. Le assi furono resecateper rendere apribili tre scomparti della predel-la, da sinistra: la Conversione di San Paolo, laNatività e San Francesco che riceve le stimma-te; l’apertura a ribalta era garantita da una

Fig. 11 - L’immaginetestimonia i movimentidelle traverse dellaparchettatura.

Fig. 12 - Sistemi di vincolo perl’inserimento degliscomparti delle predelle.

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coppia di cerniere applicate sul retro. L’intervento attuale è consistito nella sosti-

tuzione dei vincoli utilizzati per la sistemazio-ne delle tre tavolette all’interno della predella.Le lamelle in alluminio avvitate al telaio inter-no sono state sostituite da fermi in legnodotati di pressori, posti in corrispondenza deiprecedenti agganci. Gli elementi in legno dirovere sono fissati alla cornice con viti, mentreil pressore che agisce sulle tavole è costitutoda un piattello in ottone rivestito di sughero,spinto da una molla in acciaio la cui pressioneè regolata da una vite, in modo che l’azionesulle tavole sia la più lieve possibile e noninterferisca eccessivamente con le dilatazioninaturali del legno. Inoltre, per evitare chenelle movimentazioni le superfici dipinte pos-sano essere abrase dai listelli interni delle cor-nici, si sono rivestite le battute con lamelle disughero (fig. 12).

Note conclusive, indicazioni per le movimentazioni, proposte per la manutenzione futura

Nell’intervento di manutenzione si sonoconfrontati i dati rilevati nel restauro del 1988,sia grafici che analitici, per fornire utili prescri-zioni per la futura manutenzione. Alla luce delcomportamento in fase di movimentazione,oltre che dell’osservazione diretta in fase diintervento, possiamo dire che le parti più fra-gili e meno stabili dell’intero complesso sonogli elementi intagliati delle cornici. Se la car-penteria in legno di abete si presenta piutto-sto solida, fatta eccezione per i tenoni dellagrande cornice e i setti laterali della predella(incorporati nei pilastrini di ripristino), le partiintagliate dei rilievi e dei listelli che li incorni-ciano, realizzate in legno di tiglio, sono le piùaggredite dagli insetti xilofagi. Le profondegallerie hanno provocato una sensibile ridu-zione della compattezza del legno, modifican-done le proprietà meccaniche. Il consolida-mento eseguito in più riprese, anche nell’at-tuale intervento, può contrastare solo parzial-mente tale fragilità, che è da ritenersi ormaipermanente anche se stabilizzata. Data la dif-ficoltà di operare con gli elementi montati,non va sottovalutata l’opportunità di potermovimentare i pezzi e lavorarli a terra, in futu-re manutenzioni.

Dopo la ricollocazione dell’opera nei MuseiCivici pesaresi, per garantire la sua miglioreconservazione, si consiglia di effettuare unmonitoraggio continuo e di mettere in atto unpiano di intervento programmato che non tra-scuri nessun elemento, con particolare atten-zione alle zone di maggiore criticità.

Si ricorda che è bene praticare la spolvera-tura periodica della Pala e della sua carpente-ria, da effettuare con cadenza al massimomensile, da personale appositamente adde-strato e sotto il controllo di un restauratore. Incoincidenza e prima della spolveratura, aiu-tandosi con luci orientate, radenti alle superfi-ci, si verificherà che non siano presenti solle-vamenti o distacchi del sistema preparazione-colore o preparazione-doratura. La verificadovrà essere fatta tenendo conto del quadrofessurativo e delle lacune stuccate, mappatenegli ultimi interventi del 1988 e del 2003, checoincidono tutte con i nuovi piccoli danni cuisi è posto rimedio nell’estate del 2008. Nelcaso si verifichino situazioni di instabilità,nuove o coincidenti con le zone citate, dovran-no essere predisposti gli opportuni interventidi manutenzione.

Nel controllo periodico, si dovrà segnalareanche l’eventuale presenza di rosume, prodot-to da attacchi di insetti xilofagi. La climatizza-zione della sala renderà meno facili aggressio-ni di questa natura; ciò non toglie che sarebbeauspicabile un trattamento periodico preventi-vo con prodotto idoneo, da applicare sul retrodella carpenteria con cadenza biennale.

I Musei Civici conservano, presso i loroarchivi, tutta la documentazione fotografica egrafica del restauro del 1988, particolarmenteesaustiva per le parti dipinte ed utile per potereffettuare i controlli suggeriti con maggioreconsapevolezza; sarebbe auspicabile, pergestire più agevolmente tale documentazione,che il materiale fosse riversato su supportoinformatico. Risulta più complesso il controllonelle parti intagliate dell’architrave, nelle corni-ci della cimasa e della tavola centrale e neipilastri, per le quali non si dispone di graficicon i dettagli dello stato di conservazione, datal’estensione e la frammentarietà delle lacune edei danni che interessano i fitti intagli.

Vista l’esperienza maturata in occasionedell’eccezionale trasferimento, si suggerisconoalcune prescrizioni da adottare in future movi-mentazioni e accorgimenti per il montaggio.

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Nel nuovo allestimento previsto all’interno delmuseo a Pesaro, la struttura portante allaquale addossare la Pala dovrà essere suffi-cientemente rigida e pesante, in modo dagarantire un adeguato sostegno agli elementi,in particolare l’architrave e la cornice centrale.La funzione portante di questo elemento,attorno al quale sono posizionate le altreparti, risulta parzialmente compromessa per lemanomissioni subite. Pertanto si deve consi-derare la possibilità di creare dei nuovi vincoli,almeno 3 per lato, da disporre sui montantiverticali della cornice che dovranno essererinforzati, a loro volta, con strutture di irrigidi-mento (elementi a traliccio) in grado di soste-nere il peso anche della trabeazione e dellacimasa, ripartendo meglio i carichi. La finalitàè quella di riproporre la struttura originale deimontanti con sezione a T, aumentando così larigidità della struttura. Per operare in sicurezzapuò risultare estremamente utile il posiziona-mento di un argano meccanico per il solleva-mento delle parti, esso può trovare collocazio-ne su una struttura provvisoria, o su una strut-tura fissa, se come previsto si vorrà posiziona-re la tavola su una struttura prefabbricata, nona parete. Il nuovo sostegno dovrà consentiresia il montaggio della tavola centrale dal retro,che della trabeazione e consentire l’ispezionedell’intera macchina, in ogni momento e inogni suo punto. Si consiglia inoltre di preve-

dere uno spazio, dietro alla grande ancona,sufficiente ad effettuare tutte le operazioninella posizione definitiva. È infatti pocoopportuno spostare l’intero complesso monta-to, ad esempio su una struttura dotata diruote, in quanto l’operazione sottopone gliincastri e le parti più deboli a sollecitazioniche possono essere pericolose. Per la movi-mentazione, in particolare della trabeazione,si deve prevedere sempre una doppia imbra-gatura, per consentire di sollevarla in equili-brio e per non arrecare danno alle cornici, pre-via un’opportuna protezione delle stesse. Lamedesima attenzione sarà adottata per lamovimentazione della tavola centrale, che vaspostata sempre con una protezione che favo-risca l’irrigidimento temporaneo dei marginisuperiore ed inferiore; allo scopo sono statirealizzati dei profilati ad U, di legno, foderatiin neoprene, che sono serviti in tutte le opera-zioni di imballaggio e movimentazione. Perquanto riguarda la tavola dell’Incoronazione,una volta verificate le mutate condizioni clima-tiche nello spazio espositivo allestito presso iMusei Civici di Pesaro, si potrà valutare l’op-portunità di un nuovo intervento sul retro deldipinto, che sostituisca l’attuale parchettaturacon una struttura di contenimento più idonea.

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Note

1 IL restauro fu realizzato presso i Musei Civici diPesaro, nella sala dove la Pala è esposta al pubbli-co. Curato dalla CBC, Conservazione beni culturalidi Roma, fu diretto da Michele Cordaro per l’IstitutoCentrale del Restauro e da Maria Rosaria Valazzi,per la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Arti-stico ed Etnoantropologico delle Marche. Contem-poraneamente si interveniva, presso i Musei Vatica-ni, sulla tavola già nella cimasa della Pala di Pesa-ro, raffigurante il Compianto su Cristo morto con iSanti Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo e Maria Mad-dalena. Il restauro fu diretto, per la Pinacoteca Vati-cana, da Fabrizio Mancinelli. Di entrambi gli inter-venti si dà ampia documentazione in La Pala rico-stituita a cura di Maria Rosaria Valazzi, Venezia1988.2 Per le notizie storiche riferite ai restauri di fine’800 e del ’900 fino a quella dell’ICR, cfr. F. Tesini,La Pala di Pesaro. Vicende, trasferimenti e restauridal 1862 al 1954, pp. 40-50; C. Bertorello, G. Mar-tellotti, Lo stato di conservazione in rapporto allevicende storiche, pp. 98-105 in La Pala ricostituita,cit.

3 L’intervento ha fatto seguito ad una fase di moni-toraggio ambientale finalizzata anche all’adegua-mento climatico della sala; si veda in questo stessonumero E. Giani, L. Gordini, A. Giovagnoli, M. P.Nugari, I controlli ambientali, in questo stesso Dos-sier.4 L’intervento, diretto da M. Rosaria Valazzi per laSoprintendenza per il Patrimonio Storico Artisticoed Etnoantropologico delle Marche, è stato curato,per le superfici decorate e dipinte dalla CBC-Con-servazione Beni Culturali di Roma; hanno partecipa-to: Carla Bertorello, Elena Mercanti, Paola Mancini,Lucia Tito, con la collaborazione di Chiara Munzi. Gliinterventi sulla carpenteria, comprese le modifichedei sistemi di ancoraggio e di vincolo degli elemen-ti tra loro, sono stati curati dalla Roberto Saccumansnc di Perugia, nelle persone di Roberto Saccumane Renato Fraccaro.5 Paraloid B72 in acetone in rapporto variabile dal5:100 al 10:100, secondo necessità.6 Permetar in petrolio, Phase.7 La riadesione è stata effettuata con infiltrazioni diresina acrilica in emulsione. Primal B60A in acqua ealcol, in rapporto variabile dal 5:100 al 10:100,secondo necessità.

8 Tutti i distacchi sono stati riadesi con resina acri-lica in emulsione, per infiltrazione, secondo lemodalità indicate alla nota precedente.9 La stuccatura è stata effettuata in modo estensi-vo nelle zone più degradate del legno, per miglio-rarne la coesione, dopo aver effettuato il consolida-mento. Si sono stuccate le cavità più profonde conpasta di legno; nelle parti dorate i fori di sfarfalla-mento più evidenti sono stati risarciti con gesso diBologna e colla di coniglio. Analogo impasto èstato utilizzato per le piccole cadute, sugli scom-parti dipinti.10 In merito ai dati costruttivi della complessa car-penteria si veda anche: C. Bertorello, G. Martellotti,Per una lettura critica dei dati tecnici, pp.85-88 inLa pala ricostituita, cit.11 I due elementi risultavano controvena, ed in uncaso la tavola di irrigidimento ripristinava solo par-zialmente il setto originale.12 Nella scheda di restauro si legge: A questo pro-posito si dové rimuovere l’antica intelaiatura fissa atergo della tavola, che risultò essere ancora quellaoriginaria del Bellini, ma ormai causa prima deidanni, C. Brandi in V Mostra di Restauri, Roma,1948, pp. 23-24.

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Premessaon l’obiettivo di disporre di una sempremaggiore quantità di dati oggettivi sucui basare la scelta dei materiali e le

modalità di movimentazione di opere d’arte,in occasione della pianificazione del trasportodella Pala di Giovanni Bellini dei Musei Civicidi Pesaro, l’Azienda Speciale Palaexpo, in col-laborazione con l’Istituto Superiore per la Con-servazione e il Restauro e la ditta di trasportoArterìa, ha avviato un progetto di studio sullediverse tipologie di casse e imballaggi.

In conseguenza dell’eccezionalità dell’ope-ra – per importanza, dimensioni e complessità– il programma di approfondimenti e controlliha, in primo luogo, preso in esame la tipolo-gia delle casse più frequentemente utilizzate,individuate sulla base di dati statistici relativia diverse mostre organizzate presso le Scude-rie del Quirinale1.

Successivamente, sulla base delle informa-zioni raccolte mediante questo studio statisti-co e a seguito di prove sperimentali svoltedirettamente su casse di prova si è infine arri-vati alla progettazione della cassa e dell’im-ballaggio per il trasferimento della Pala.

Analisi statistica di casse e imballaggi

Lo studio svolto si è articolato in quattrofasi:fase 1:

schedatura analitica, corredata da fotogra-fie di casse e imballaggi utilizzati per il tra-sporto delle opere d’arte alle Scuderie delQuirinale2;

fase 2:realizzazione di quattro casse test e uso didatalogger3, per la verifica delle prestazionidei materiali antiurto e coibentanti utilizzatiprincipalmente in Italia per la foderaturadelle casse;

fase 3:sperimentazione mediante strumentazionead alta tecnologia per la messa a puntodelle modalità di monitoraggio delle condi-zioni di trasporto;

fase 4:studio dell’imballaggio della grande palalignea e monitoraggio del trasporto.La prima fase del progetto, avviata nell’au-

tunno del 2007, è consistita nella schedaturadi tutti gli imballaggi, rigidi o morbidi, utilizza-ti per il trasporto delle opere d’arte alle Scu-derie del Quirinale in occasione di tre diversieventi espositivi, e nella successiva organizza-zione delle informazioni in una banca dati checonsentisse di studiare, su base statistica ecomparativa, le diverse tipologie fisiche diimballaggio e i materiali utilizzati.

kermes

DOSSIER

La Pala di Pesaro di Giovanni Bellini

Il monitoraggio della movimentazione e del trasportoAlexandra Andresen, Massimo Corsetti, Elisabetta Giani

CAAlleexxaannddrraa AAnnddrreesseenn????????????.

MMaassssiimmoo CCoorrsseettttii????????????.

EElliissaabbeettttaa GGiiaannii????????????.

Fig. 1 - Paesi di provenienza dei prestiti.

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I primi risultati ottenuti si basano su unperiodo di schedatura di tredici mesi durante iquali le Scuderie del Quirinale hanno ospitato296 opere – dipinti su tela e su tavola, scultu-re, opere su carta, collage, installazioni – con-cesse da 173 prestatori, provenienti da 20diversi paesi – europei e statunitensi – per untotale di 278 casse (fig. 1).

Per raccogliere i dati e organizzarli in modoomogeneo è stata messa a punto una SchedaImballaggio corredata da fotografie. I dati con-tenuti in ciascuna scheda sono in sintesi iseguenti: elementi identificativi della cassa;presenza di datalogger all’interno della cassa;cassa singola o doppia e, ancora, se la cassa èstata realizzata su misura oppure no. Segue la

descrizione dei materiali utilizzati per l’imbal-laggio dell’opera e per la foderatura della cassa,quando non si tratta di imballaggi morbidi, e lenote relative all’installazione dell’opera.

Tra i primi dati è emerso che il 22% dei pre-statori prescrive o vincola una ditta di traspor-to o indica precise modalità di imballaggio, il70% chiede che il trasporto sia affidato ad unaditta specializzata nella movimentazione diopere d’arte, mentre l’8% degli enti prestatorinon dà indicazioni di alcun tipo (fig. 2).

La scelta e la predisposizione di imballaggiidonei è tuttavia uno degli strumenti fonda-mentali per minimizzare i rischi legati allamovimentazione delle opere d’arte. A tale pro-posito, laddove non vengano indicate dai pre-statori specifiche modalità di imballaggio e ditrasporto, l’Azienda Speciale Palaexpo-Scude-rie del Quirinale fornisce alcune indicazioni dimassima elaborate in collaborazione con per-sonale specializzato preposto alla tutela e allagestione dei beni culturali.

La ricerca ha confermato una certa omoge-neità delle caratteristiche fisiche delle casse,prevalentemente in legno multistrato, verni-ciato, di spessore variabile tra gli 8 e i 18 mm,dotate di maniglie per la movimentazione estrisce in legno di rinforzo, mentre ha eviden-ziato le molte differenti modalità di foderaturainterna e di imballaggio delle opere d’arte. Insintesi alcuni dei dati statistici emersi:

– nel 92% dei casi si trattava di casse sin-gole, nell’8% dei casi di casse doppie;– il 63% delle casse non erano state costruite

Fig. 2 - Percentuali delle modalità richiestedai prestatori.

Tab. 1 - Caratteristichedelle casse per i test.

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FFOODDEERRAATTUURRAA IINNTTEERRNNAA CCOOIIBBEENNTTAAZZIIOONNEE TTEERRMMIICCAA PPRROOTTEEZZIIOONNEE AANNTTIIUURRTTOO

CCaassssaa 11impermeabile con Accoppiato Barriera(Alluminio/Polietilene)

poliuretano espanso spessore 30 mm, densità 20 kg/m3

poliuretano espanso spessore 30 mm, densità 20 kg/m3

CCaassssaa 22 impermeabile con polietilene HDpoliuretano espanso spessore 30 mm, densità 20 kg/m3

poliuretano espanso spessore 30 mm, densità 20 kg/m3

CCaassssaa 33 impermeabile con polietilene HDpolistirolo espanso spessore 30 mm, densità 25 kg/m3,foderato con TNT

polietilene espanso spessore 30 mm, densità 25 kg/m3

CCaassssaa 44impermeabile con Accoppiato Barriera(Alluminio/Polietilene)

polistirolo espanso spessore 30 mm, densità 25 kg/m3,foderato con TNT

polietilene espanso spessore 30 mm, densità 20 kg/m3

Esterno in legno compensato da 10 mm con strisce di rinforzo da 80x20 mmVerniciatura impermeabilizzante e ritardante contro il fuocoGuarnizione di protezione in neoprene sul coperchio per prevenire infiltrazioni di aria o acquaManiglie

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Tab. 1

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Figg. 3, 4 - Esterno e interno di una cassatest.

Figg. 5, 6 - Accelerometroprincipale e accelerometrosecondario.

su misura;– la quasi totalità delle casse era in legno, chenell’85% dei casi era trattato con verniceimpermeabilizzante e rallentante il fuoco;– il 30% delle casse presentava una quantitàesigua di materiale di coibentazione;– il 63% delle opere non era avvolto in mate-riale protettivo (TNT, fogli di polietilene, cartavelina, ecc.);– il 7% delle casse era, all’interno, climatizza-to passivamente mediante materiale tamponepreventivamente condizionato (panetti di sili-ca gel o fogli di ArtSorb);– il 4% delle casse era dotato di dataloggerper la registrazione di T ed UR;– il 3% delle opere ha viaggiato in climabox.

La seconda fase del progetto ha previsto la

costruzione e il monitoraggio di 4 casse test,strutturalmente identiche, ma dotate di diver-sa foderatura interna (tab. 1). Le casse, delledimensioni di 135x30x105 cm, sono state rea-lizzate in legno compensato, dello spessore di10 mm, trattato con vernice ritardante il fuocoe impermeabilizzante, dotate di maniglie inacciaio per la movimentazione e strisce inlegno di rinforzo di 80x20 mm e distanziatorialla base per il transpallet, il coperchio rifinitocon strisce di neoprene – gomma ad azioneisolante e sigillante – e chiusura con viti eboccole filettate in acciaio (figg. 3, 4).

Le schiume con funzione antiurto e di coi-bentazione termica, utilizzate in diversi spes-sori e densità a seconda delle caratteristichefisiche dell’oggetto da trasportare (dimensio-

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ni, peso, ecc.), sono: il poliuretano espanso,ad azione sia coibentante che antiurto; il poli-stirolo espanso, ad azione prevalentementecoibentante; il polietilene espanso, che svolgeazione coibentante ed antiurto.

Messa a punto della strumentazionee prove preliminari

La terza fase del progetto è consistita,come detto, nell’effettuare una serie di provesperimentali su casse tipo, costruttivamenteidentiche ma differenti per i materiali utilizzatiinternamente.

Sulle casse è stata montata di volta in voltala strumentazione necessaria, individuata aseguito di precedenti esperienze4, atta a misu-rare e registrare le sollecitazioni meccanichederivanti dalla movimentazione e dal trasporto.

All’interno di ciascuna cassa è stata postauna tavola a simulare l’opera.

Nonostante le casse fossero di dimensionisignificativamente più piccole rispetto allacassa successivamente realizzata per il tra-sporto della Pala, e che le prove siano statecondotte in viaggi successivi, disponendo diuna coppia di accelerometri, i dati raccoltihanno contribuito ad accrescere le informazio-ni relativamente alle condizioni di trasportoed alle modalità di movimentazione dell’ope-ra, nonché alla messa a punto della strumen-tazione utilizzata per la prima volta in questaoccasione.

Le misure sono state effettuate con undatalogger Lansmont in grado di misurare l’ac-celerazione su tre assi, la temperatura e l’umi-dità relativa; ad esso è stato collegato,mediante cavi, un secondo accelerometrotriassiale del peso di alcuni grammi.

L’assetto di misura è consistito nel datalog-ger Lansmont, posizionato di volta in voltasull’esterno della cassa su un apposito sup-porto fissato mediante bulloni, a cui è statocollegato l’accelerometro secondario mediantecavi fatti passare attraverso un foro (successi-vamente siliconato) praticato sul retro dellacassa. L’accelerometro secondario, avendodimensioni così ridotte, ha poi consentito unfissaggio poco invasivo e facilmente reversibi-le sul retro della Pala, ed in particolare sullaparchettatura, utilizzando anche in questocaso un apposito supporto fissato medianteLoctite (figg. 5, 6).

Tutti i dati sono stati registrati nella memo-ria dello strumento principale per la successivaelaborazione. In questo modo è stato possibilecomparare i dati accelerometrici delle sollecita-zioni subite dalla cassa con quelle trasmessealla tavola in essa contenuta5.

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Fig. 7 - Cassa 1. Shock -canali 2 e 5corrispondenti all’asseverticale rispettivamentedella cassa (linea verde),e della tavola (lineagialla).

Fig. 8 - Cassa 3.Vibrazione - canali 2 e 5corrispondenti all’asseverticale rispettivamentedella cassa (linea verde),e della tavola (lineagialla).

Fig. 9 - Cassa 4.Andamento dellecondizioni di trasporto in assenza di eventitraumatici.

Fig. 10 - Accelerometroprincipale applicato sulla cassa della Pala.

Fig. 11 - Accelerometrosecondario applicatosulla Pala.

Fig. 12 - Quadro diinsieme del monitoraggiodella Pala: nella partesuperiore della figura inevidenza le prime 11 oredel trasporto.

Per gli eventi significativi (eventi signal) si èscelta una soglia pari a 3 g (tre volte l’accele-razione di gravità) e una frequenza di campio-namento di 500 Hz.

Lo strumento registra comunque dati adintervalli di tempo regolari (eventi timer),anche quando la soglia non è superata. Inquesto modo si ha un quadro complessivodelle condizioni normali di trasporto (anche diquando “non succede nulla), oltre ad una regi-strazione dettagliata degli eventi significativi(quelli con sollecitazioni maggiori di 3 g).

Nel grafico di figura 7 è riportato l’anda-mento tipico di uno shock caratterizzato da unevento di tipo impulsivo che si smorza rapida-mente nel tempo, relativo alla cassa 1. Questoevento si è verificato nel corso di una movi-mentazione a mano. Si evidenzia per la cassaun picco di circa 40 g e per la tavola un piccodi circa 13 g. L’andamento smorzato nel tempoè dovuto all’effetto dell’imballaggio. Si sottoli-nea che a fronte di un’elevata intensità delloshock, la durata dell’intero fenomeno è dicirca 100 millisecondi (la pericolosità di unevento dipende anche dalla sua durata)6.

Nel grafico di figura 8 è invece riportato l’an-damento tipico di una vibrazione, caratterizza-ta da un evento di tipo periodico che si smorza

nel tempo. Anche questo evento si è verificatonel corso di una movimentazione a mano,durante il trasporto della cassa su carrello.L’andamento periodico della sollecitazione, diintensità pari a 6 g, è legato alla tipologia dipavimentazione del piazzale dove sono statemovimentate le casse. Le curve mostrano chel’imballaggio non sembra, in questo caso, pro-durre alcun effetto significativo nell’attenuazio-ne della sollecitazione della tavola di prova.

Infine, a titolo di esempio si riporta in figu-ra 9 la registrazione di un evento di tipo timer,relativo alla cassa 4. Come si vede il livello delsegnale è molto basso (0,1 g), vicino al fondoscala dello strumento. Questo tipo di sollecita-zione deriva dal viaggio su gomma, in assenzadi eventi traumatici quali brusche frenate,buche, ecc.

Dall’esame dei dati delle prove preliminariè stato messo in luce che:1 – gli shock più significativi si sono sempre

verificati durante le fasi di movimentazionea mano, con durata dell’evento dell’ordinedelle decine di millisecondi;

2 – le vibrazioni più significative si sono verifi-cate durante il trasporto delle cassemediante carrelli su fondo stradale scon-nesso e il periodo delle vibrazioni dipende

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dalla rugosità del terreno7;3 – l’ordine di grandezza delle sollecitazioni

nel corso di un trasporto su gomma, inassenza di eventi particolari, frenate bru-sche, fondo sconnesso, urti, considerandouna velocità del mezzo di 70 km/h su stra-da normale e 90 km/h in autostrada, simantiene nell’ordine dei decimi di g.

Il trasporto

L’ultima fase – la 4 – della sperimentazioneè infine consistita nella messa a punto dell’im-ballaggio e delle modalità di movimentazionedella Pala.

Sulla base delle sollecitazioni misurate nelcorso delle prove è stato deciso di utilizzareun tipo di schiuma le cui prestazioni fosserocertificate in funzione del peso dell’oggetto edelle sollecitazioni attese. Non essendo noto ilpeso della Pala, ne è stata effettuata unastima sulla base dei dati acquisiti nel corsodegli interventi sulla struttura lignea e delleoperazioni di montaggio e smontaggio8. Tenu-to conto di un peso stimato pari a 140 kg,della superficie di appoggio della tavola (con-siderando che la Pala avrebbe viaggiato con lacassa in verticale, poggiando sulla testa dellegno delle assi), si è valutato che il livello dishock massimo su cui dimensionare l’imbal-laggio potesse essere dell’ordine dei 20 g.

Il datalogger è stato montato esternamentesul lato destro della cassa e l’accelerometroausiliario su uno dei longheroni della parchet-tatura, come mostrato nelle figure 10 e 11.

In figura 12 è presentato un quadro d’insie-me di tutti i dati raccolti durante le fasi dimovimentazione e trasporto.

Lo strumento è stato fatto partire alle ore14.39 del 15 settembre ed è stato arrestato esmontato poco prima dell’inizio delle fasi dirimontaggio della Pala, alle ore 12.45 del 18settembre. Nell’arco temporale monitorato visono stati solo tre eventi di tipo vibratorio chehanno superato la soglia di 3 g.

Come si vede, nel quadro di insieme, leprime undici ore sono quelle più significative,ovvero da quando è iniziata la movimentazio-ne dell’opera a quando questa è giunta adestinazione nelle sale espositive delle Scude-rie del Quirinale, intorno all’una di notte del 16settembre, dove è rimasta ferma in attesa diessere rimontata nella tarda mattinata del 18.

La scala delle ordinate, espressa sempre inmultipli di g, si riferisce, in questo caso, alvalore quadratico medio dell’accelerazione(RMS)9.

Per avere un’idea quantitativa, si può affer-mare che, mentre nel caso del trasporto dellaPala, per l’evento più significativo è stato regi-strato un valore quadratico medio dell’accele-razione pari a 0,4 g, l’evento più significativoregistrato con le casse di prova è stato pari a2,7 g.

Per mostrare un esempio di grafico relativoa sollecitazioni che hanno superato la sogliadei 3 g (che come detto sono state solamentetre) si mostrano le due coppie di canali 2 e 5,

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Fig. 13 - Canali 2 e 5corrispondenti all’asseverticale rispettivamentedella cassa (linea verde),e della Pala (linea gialla).

Fig. 14 - Canali 3 e 4relativi alla cassa (lineagrigia) e alla Pala (lineagialla).

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3 e 4 (figg. 13 e 14). Per quanto riguarda il canale 2 (asse verti-

cale della cassa) è stato registrato un picco di4,5 g a cui corrisponde un picco di poco supe-riore a 2 g per il canale 5 (asse verticale dellaPala).

Per i canali 3 e 4 (direzione delle traversedella parchettatura) si nota, oltre all’attenua-zione operata dall’imballaggio, anche un fil-traggio delle vibrazioni in alta frequenza. Dalmomento che è stato tenuto anche un diariodi bordo del viaggio, si è potuto ricollegarequesto evento ad un forte sobbalzo avuto dalcamion.

Conclusioni

Dallo studio svolto in occasione di questoeccezionale trasporto si possono trarre utiliindicazioni sia dal punto di vista operativo, siasul metodo da seguire per approfondire leconoscenze relative alla movimentazione diopere d’arte.

Tra le indicazioni operative emergono:– l’utilizzo di casse foderate con materialeimpermeabilizzante;– l’impiego di datalogger per registrare sia levariazioni termoigrometriche, sia le sollecita-zioni meccaniche;– l’inserimento, all’interno dell’imballo dell’o-pera, di materiale tampone (ad esempio Art-Sorb, ecc.) per sopperire a fluttuazioni di umi-dità relativa in caso di ampie escursioni termi-che;– il condizionamento della cassa, mantenen-dola aperta in un ambiente con temperatura e

umidità relativa idonee per 24 o 48 ore, primache vi venga inserita l’opera.

Riguardo alla movimentazione si è potutoconstatare che una delle maggiori difficoltàche si incontrano nel cercare di standardizzareprocedure, casse e imballaggi, risiede nell’im-possibilità di definire un modello fisico ematematico per l’opera rappresentativo edestrapolabile a più casi.

È d’altra parte evidente che non si possonoeffettuare prove distruttive, come avviene peri manufatti industriali; in aggiunta, in molticasi non si hanno informazioni, se non per viaindiretta, sulle caratteristiche fisiche dell’og-getto, quali il peso o la struttura. Inoltre, nonavendo ogni volta che si deve movimentareun’opera la disponibilità e il tempo per realiz-zare un modello fisico su cui simulare le con-dizioni reali di trasporto, l’alternativa più facil-mente percorribile è quella di raccogliere earchiviare le informazioni nella prospettiva dicreare una banca dati. Per far ciò è necessarioeffettuare serie di misure e sperimentazioniche, grazie all’impiego di tecnologie innovati-ve e strumentazioni sofisticate, consentano dianalizzare, comprendere e confrontare i risul-tati relativi ai fenomeni fisici che sono allabase delle sollecitazioni meccaniche legatealle movimentazioni di oggetti.

L’esperienza fatta in occasione del traspor-to della Pala di Giovanni Bellini ha costituitoun’opportunità di eccezionale interesse e puòessere considerata un utile tassello nello svi-luppo di strategie e provvedimenti per mini-mizzare i rischi che, inevitabilmente, si posso-no presentare ogni qualvolta un’opera vienespostata dalla sua sede originale.

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Note

1 L’Azienda Speciale Palaexpo, l’ISCR e l’OPDfanno parte del gruppo di lavoro CEN/TC 346 WG5“Conservation of Cultural Property. Transport andPacking Methods” per la messa a punto di normati-ve europee nel settore del trasporto di beni cultura-li e dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione(UNI).

2 Elaborazione dei dati a cura di Federica Nobili.3 Termine generico con cui indichiamo dispositi-

vi elettronici, generalmente a batteria, in grado diregistrare dati di varia natura: temperatura, umiditàrelativa, accelerazione, ecc.

4 M. Corsetti, E. Giani, Il controllo delle condi-zioni espositive e di trasporto dell’icona San Nicola

e scene agiografiche appartenente al Museo Bizan-tino della Fondazione Arcivescovo Makario di Nico-sia, preprint del congresso annuale IGIIC “Stato del-l’Arte”-5 (Cremona, 11-13 ottobre 2007), Firenze2007, pp. 25-31; D. Saunders, The effect of paintingorientation during air transportation, proceedingsdel 14h Triennial Meeting ICOM (l’Aia, 12-16 settem-bre 2005), Londra 2005, pp. 701-707.

5 Lo strumento registra due tipi di eventi:signal, quando viene superata la soglia di attenzio-ne, in questo caso fissata a 3 g, e timer con unacadenza in questo caso fissata a cinque minuti indi-pendentemente dal livello di accelerazione. L’inten-sità delle accelerazioni viene espressa in multipli dig – accelerazione di gravità – pari a 9,81 m/sec2 e lafrequenza delle accelerazioni in cicli al secondo(Hz).

6 In questo e nei grafici successivi si deve con-siderare solo il valore assoluto (ampiezza) deisegnali.

7 Nel caso del pavé, supponendo di trasportarela cassa su un carrello a mano, si verificherebberodei sobbalzi con un periodo dell’ordine dei decimidi secondo.

8 Per il calcolo del peso si è tenuto conto delladensità media, dell’età dei materiali costitutividella Pala, della parchettatura e della struttura diirrigidimento a C, appositamente realizzata perquesto trasporto.

9 Valore quadratico medio (Root Mean Square-RMS) è indicativo dell’energia totale associata all’e-vento misurato, indipendentemente dal segno delleaccelerazioni.