La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei...

18
Dicembre 2008 Editoriale • La nuova visione energetica nell’edilizia • Visita ai cantieri della Vanoncini S.p.A. • Finalmente il nuovo piano, finalmente il futuro. Forse... • Corso di architettura del verde • Serate all’Oasi: aperitivi a Tema • Cena di Natale • Vino, cantine, architettura • Trentino: Cantine Rotari di Mezzocorona, A. Cecchetto Cattedrale Vegetale di Borgo Valsugana in Val di Sella, G. Mauri Mart di Rovereto, M. Botta • Toscana: Cantina Petra di Suvereto, M. Botta - Rocca di Frassinello, Gavorrano, R. Piano • Viaggio a Madrid • Suggerimento per una visita all’isola d’Elba • Piazza Carducci • Percorso formativo e informativo di Bioarchitettura • Serate di Architettura • XXIII Congresso Mondiale degli Architetti: l’architettura nella società globale • Salviamo Sagunto • Giovani architetti • Premio Architettura Cultura & Sport • Architettura contemporanea in Brianza: Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, Gabetti e Isola • Compasso d’oro • Giovannino d’oro • Prossimi appuntamenti Periodico d'informazione per i soci del Collegio Architetti e Ingegneri di Monza Immagine: Mirador MVRDV, Madrid - Foto: Giovanni Menzani

Transcript of La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei...

Page 1: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

Dicembre 2008

Editoriale • La nuova visione energeticanell’edilizia • Visita ai cantieri della

Vanoncini S.p.A. • Finalmente il nuovopiano, finalmente il futuro. Forse...

• Corso di architettura del verde • Serate all’Oasi: aperitivi a Tema

• Cena di Natale• Vino, cantine, architettura• Trentino: Cantine Rotari diMezzocorona, A. Cecchetto

Cattedrale Vegetale di Borgo Valsuganain Val di Sella, G. Mauri

Mart di Rovereto, M. Botta • Toscana: Cantina Petra di Suvereto,

M. Botta - Rocca di Frassinello,Gavorrano, R. Piano • Viaggio a Madrid

• Suggerimento per una visitaall’isola d’Elba • Piazza Carducci

• Percorso formativo e informativodi Bioarchitettura

• Serate di Architettura• XXIII Congresso Mondiale

degli Architetti: l’architettura nellasocietà globale • Salviamo Sagunto

• Giovani architetti • Premio ArchitetturaCultura & Sport • Architettura

contemporanea in Brianza: ChiesaParrocchiale di San Giovanni Battista,

Gabetti e Isola • Compasso d’oro• Giovannino d’oro

• Prossimi appuntamenti

Peri

od

ico

d'in

form

azio

ne

per

i so

ci d

el C

olle

gio

Arc

hit

etti

e In

geg

ner

i di M

on

za

Immagine: Mirador MVRDV, Madrid - Foto: Giovanni Menzani

Page 2: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

EDITORIALE

Cari soci, lo scorso aprile si è tenuta pressoil ristorante Saint Georges Premier di Monzal’Assemblea ordinaria, nel corso della qualeil tesoriere Filippo Caravatti ha presentato ilrendiconto annuale.Con l’occasione si è fatto anche un bilanciodell’attività del Consiglio, che era all’epocagiunto a metà mandato.

Si è quindi parlato delle iniziative proposte,che sono state varie e frequenti, alle qualiha partecipato un numero significativo diiscritti e simpatizzanti. Ritengo che a que-sto buon esito abbia contribuito in misuraconsiderevole l’impegno dei Consiglieri e illavoro svolto dal precedente Consiglio nelbiennio 2005-2006, soprattutto per quantoriguarda la riorganizzazione del lavoro disegreteria. Cosa che ha permesso di limitareil numero delle comunicazioni per lettera(con conseguente risparmio), sostituite dacomunicazioni via mail, che hanno avuto ilpregio di consentire un riscontro immediatoda parte degli iscritti. Penso che in questomodo tutti si siano sentiti più direttamentecoinvolti nell’attività del Collegio, tant’èche ai temi proposti c’è sempre stata unarisposta rapida e a volte un contributo fat-tivo di suggerimenti e di idee. Inoltre, misembra importante sottolineare la parteci-pazione di persone sempre diverse alle ini-ziative messe in campo, segno che le propo-ste del Collegio hanno saputo andare incon-tro alle tante aspettative degli iscritti,coprendo un ambito di interessi variegatoquanto sono le esperienze caratterizzanti ilpanorama attuale dell’architettura.

Per esempio, al recente ciclo di lezioni sulla“Nuova visione energetica nell’edilizia”,organizzato dalla Commissione aggiorna-mento professionale, nel corso delle quali siè affrontato il tema delle “Applicazioni tec-nologiche e innovative” proposto dalConsiglio Direttivo per il biennio 2007-08,hanno aderito soci che si vedono raramentein altre occasioni.

Tra le iniziative che mi sembra siano stateaccolte con simpatia vi sono le serate atema svoltesi presso l’Oasi di San Gerardo,che ci hanno offerto, e ancora ci offriranno,l’occasione per incontrarci con una certafrequenza e parlare di diversi argomentilegati all’architettura. Anche in questo casosi è avuta una grande varietà di pubblico,secondo gli argomenti trattati. Lo stessopossiamo dire per i viaggi.

Un altro lavoro importante svolto dalCollegio attraverso la sua CommissioneUrbanistica è stato quello delle osservazionial PGT di Monza presentate all’Amministra-zione comunale e accolte da questa con un

interesse non di circostanza, come dimo-strerebbero le 14 pagine di risposta che cisono state inviate.

Tutto ciò mi pare molto significativo eincoraggiante, a conferma del fatto che ilCollegio è riuscito a mantenere intatto ilsuo spirito e la sua vitalità anche dopo lacostituzione degli ordini professionali diMonza e Brianza. Infatti, quando nelmarzo 2007 sono stata nominataPresidente dal nuovo Consiglio, mi sonochiesta che destino avrebbe avuto la nostraassociazione a fronte di tali novità istitu-zionali e se pertanto saremmo riusciti acontinuare la nostra attività tradizionale,affiancando gli ordini senza rimanerneschiacciati. Oggi posso dire che mi sembraconfermato il nostro ruolo di completamen-to delle grandi istituzioni, mantenendointatta la nostra identità di associazioneoperativamente snella nell’organizzaremanifestazioni di carattere culturale, pre-scindendo dalle lentezze e dai vincoli buro-cratici a cui devono necessariamente sot-tostare gli organismi professionali.

A fronte delle note positive cui ho accen-nato, ho trovato una certa difficoltà ainstaurare un dialogo con le altre associa-zioni simili alla nostra.Credo però che in questo caso le difficoltàsiano dovute più che altro al fatto che leassociazioni collocate in ambiti spazialiben definiti e circoscritti territorialmenteconsiderino tale radicamento una compo-nente irrinunciabile del proprio carattere,fino al punto di relegare in secondo pianoogni ipotesi di allargamento di orizzonte.Va da sé che è compito statutario degliordini riunire e rappresentare tutti i profes-sionisti di Monza e Brianza, mentre i varicollegi, circoli e associazioni professionalipresentano un profilo sensibilmente diver-so, dovuto al fatto che in questo caso è lalibera scelta a spingere le persone a unirsiper affinità o per simpatia, quindi a fre-quentarsi per condividere le proprie espe-rienze.Comunque qualcosa è stato fatto e speroproprio che tutte le associazioni continue-ranno, pur nel rispetto delle singole diver-sità, a interagire tra loro, scambiandosiamichevolmente opinioni e informazioni.

Per concludere, ritengo che i risultati rag-giunti siano per me e per il Consiglio unincitamento a proseguire con entusiasmonella strada intrapresa, confidando sulfatto che i soci non mancheranno di soste-nerci con la loro importante partecipazio-ne, continuando a favorire quel clima diincontro tra gli iscritti che rappresenta lavita stessa del nostro Collegio.

Chiara Ongaro Presidente

La nuova visione energeticanell’edilizia

Alla luce delle indicazioni normative intro-dotte negli ultimi anni ecco affacciarsi unnuovo modo di intendere il rapporto tra l’e-dificio e l’energia che lo alimenta e perva-de.A seguito degli impegni assunti con il pro-tocollo di Kyoto, delle problematiche emer-se sull’approvvigionamento energetico edelle maggiori esigenze di comfort abitati-vo, l’efficienza del sistema edificio-impian-to diventa ormai un requisito indispensabi-le per una progettazione che deve semprepiù tendere al contenimento dei consumi,delle emissioni di gas inquinanti e adaccrescere l’uso delle energie rinnovabili.Basti come dato il fatto che circa il 40%del fabbisogno energetico italiano è gene-rato dal settore dell’edilizia.Il progettista oggi è dunque chiamato a farfronte a nuove esigenze progettuali chehanno il chiaro fine di concepire un com-plesso sostenibile con l'uso d'energia puli-ta, aumentando quindi la qualità della pro-pria progettazione.

Il Collegio ha voluto organizzare un ciclodi lezioni e di visite inerenti questo temacon l’intenzione di fornire un quadro cheaiuti a comprendere le varie prospettive disviluppo delle tecnologie e del loro inter-connettersi con gli altri metodi attivi epassivi di risparmio energetico, nuovimetodi costruttivi, materiali, componenti etutti quegli elementi che fanno parte diuna progettazione di qualità, utili non soloal controllo dei consumi energetici maanche ad una migliore condizione abitativacon costi di gestione limitati e controllabi-li.

Le lezioni hanno avuto sede presso l’UrbanCenter di Monza e hanno ottenuto undiscreto interesse da parte dei nostri soci,con un pubblico in prevalenza giovane.

La prima lezione, svoltasi il 26 marzo, èstata tenuta dall’ing. Giuseppe Rapisarda,libero professionista e collaboratore delPolitecnico di Milano, che ci ha presentatol’iter storico-normativo, i motivi e lerichieste pratiche di questo nuovo approc-cio verso la progettazione. Vedere l’edificiocome una macchina viva che ha bisogno dienergia. Ecco quindi tutta una serie direquisiti che questa macchina deve posse-dere, come per esempio un buon involucro,dei buoni rendimenti degli impianti, unmiglior isolamento delle pareti divisoriedei vari appartamenti, la richiesta di uso di

COMMISSIONI

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.1

Page 3: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

una percentuale di energia rinnovabile, unamaggiore massa termica, verifiche igrome-triche, ecc. Sintetizzando possiamo indica-re tre parametri che consentono di caratte-rizzare l’edificio-macchina: l’energia prima-ria utilizzata, il rendimento globale mediostagionale, e la limitazione della trasmit-tanza termica. Con questi parametri è pos-sibile alla fine “certificare” energeticamen-te gli edifici. Similmente a quanto avvienecon gli elettrodomestici vengono definiteuna serie di classi energetiche attestanti lamaggiore o minore “bontà” energetica e illoro consumo energetico. Obbiettivo dellegislatore quello di creare una sorta dicatasto energetico degli edifici ma soprat-tutto quello di sensibilizzare utenti e pro-gettisti, invogliandoli a migliorare l’effi-cienza del “prodotto” edificio.

La seconda lezione, tenuta il 4 aprile sem-pre dall’ing. Rapisarda, ha avuto per ogget-to i Green Buildings, edifici ecosostenibili,e le varie fonti energetiche. Sono edificiche devono avere precisi requisiti, a partiredall’uso di materiali che minimizzino l’e-nergia utilizzata per produrli e per traspor-tarli. Pensiamo che per “produrre” 1kg dilegno occorre circa 1 kWh, per 1 kg di allu-minio servono 100 kWh. Ecco allora la pre-ferenza all’uso di serramenti in legno. Altrirequisiti sono lo sfruttamento dell’illumi-nazione naturale e della ventilazione natu-rale, quindi diventa fondamentale l’orienta-mento dell’edificio, l’utilizzo della climatiz-zazione solo in casi eccezionali, lo sfrutta-mento delle energie alternative, il solare oil geotermico in particolare, minimizzarel’uso dell’acqua, bene sempre più prezioso,evitare materiali aventi composti organicivolatili e comunque limitare l’uso di pro-dotti chimici, sfruttare l’ombreggiamentoprocurato dagli alberi. Certamente peraumentare il numero di edifici di questotipo non basta il progettista, o meglio ilteam di progettazione, ma occorre innanzi-tutto una committenza illuminata che nonvaluti solo il costo a breve termine ma chesia consapevole dei vantaggi che si posso-no avere col tempo. Occorre poi una mag-giore competenza da parte dei costruttoriche realizzino effettivamente quanto previ-sto sulla carta e da parte del settore indu-striale una maggiore forza innovatrice conprodotti nuovi che migliorino le caratteri-stiche dei materiali usati. Ho parlato primadi team di progettazione. Deve essereinfatti chiaro come non sia sufficienteadottare materiali ipertecnologici, usareenergie rinnovabili ecc. per ottenere unbuon progetto. Occorre analizzare il com-plesso dell’edificio nella sua globalità,legando con armonia le sue varie parti,integrandole tra loro. Non possono essereslegate tra loro la parte impiantistica daquella architettonica da quella strutturale.È quindi solo dall’integrazione delle varie

progettazioni che può nascere veramenteun edificio migliore, più efficiente energe-ticamente, con un maggiore comfort.

La 3a lezione, svoltasi il 22 aprile, ci hadato il privilegio di ospitare il Prof. SergioCroce, docente del Politecnico di Milanoche ha trattato le “Strategie progettualiClimate Responsive per edifici low Energy”,indicando con molti esempi delle soluzioniprogettuali a “bassa intensità energetica”sia in fase invernale che in fase estiva.Sottolineando come soluzioni che vannobene in un certo luogo non è detto sianola risposta giusta alla stessa esigenza inun altro luogo. Per esempio in Germania èin voga l’approccio legato al blocco delledispersioni con l’utilizzo di iperisolamenti,tripli vetri e ricambi d’aria meccanizzati.Questo tipo di soluzione progettuale nelnostro paese può essere giudicata positivanel periodo invernale, ma durante il perio-do estivo può non portare al comfort idea-le. Vi sono comunque delle metodologie diprogetto che hanno un valore generale.

Una di queste è l’uso dei camini solari. Ilcamino solare è un mezzo per favorire laventilazione naturale negli edifici utiliz-zando la convezione dell’aria riscaldatapassivamente attraverso l’energia solare.L’aria riscaldata all’interno di un ambientetende a salire in quanto la sua densità èinferiore a quella dell’aria esterna più fred-da. L’aria calda quindi si dirige in uscitaverso l’alto dell’ambiente aspirando dalbasso aria fresca esterna (al contrario, sela temperatura dell’aria interna è inferiorealla temperatura dell’aria esterna avremoun movimento verticale dell’aria dall’altoverso il basso). La portata è in funzionedelle superfici dei vani di uscita e di entra-ta dell’aria, del dislivello tra i due vaniaperti, della differenza di temperatura tral’aria interna ed esterna.Il sistema sarà quanto più efficace quantopiù, in particolare, sarà anche la differenzadi temperatura tra l’aria fresca in ingressoe l’aria calda in uscita. A tal fine è oppor-tuno riparare dall’irraggiamento solare ivani liberi d’ingresso dell’aria e, di contro,favorire la massima esposizione al soledella superficie superiore d’uscita. Peraumentare i benefici dovuti alla ventilazio-ne naturale indotta dal camino solare, èpossibile piantare alberature in prossimitàdelle aperture per l’ingresso dell’aria ester-

na in modo tale da rinfrescare ulteriormen-te l’aria che entra nell’edificio.Ovviamente questo tipo di soluzione tecno-logica presuppone una progettazione del-l’appartamento o dello spazio sottostantecon tipologia aperta, utile appunto ameglio distribuire il calore solare e favorirela ventilazione.

La 4° lezione si è svolta il 9 maggio ed èstata tenuta dall’ing. Giacomo Cusmano,libero professionista e collaboratore delPolitecnico di Milano. Il tema è stato quel-lo dell’involucro edilizio e delle sue proble-matiche con particolare riferimento a duesistemi costruttivi: il sistema “a cappotto”e il sistema a facciata ventilata.Certamente uno dei problemi principe del-l’involucro è l’umidità. Riconoscere lacausa che produce problemi di umiditànelle pareti è condizione necessaria perattuare gli adeguati interventi sanatori. Unerrore che spesso viene fatto è quello peresempio di non considerare l’umidità lega-ta alla costruzione stessa, cioè all’acquapresente nei materiali (tipicamente il cls) eche se non fatta smaltire correttamente(per esempio applicando subito dopo lafine della costruzione un cappotto) puòprovocare seri problemi di umidità. Il con-cetto base di ogni intervento è comunquequello di consentire all’edificio di traspira-re. Ecco perché occorre fare attenzioneall’uso di materiali isolanti che possonobloccare il passaggio del vapore.

Dall’analisi del fenomeno fisico che causaumidità da condensazione nelle pareti eccole motivazioni per la tecnologia del siste-ma a cappotto: un sistema che portandol’isolamento all’esterno dell’edificio, man-tiene “calda” la parete, impedendo quindiche al suo interno si raggiunga la tempera-tura di condensazione (senza dimenticarela funzione importante della barriera alvapore). Una numerosa serie di esempi pra-tici ha portato ad evidenziare pregi e difet-ti (soprattutto dovuti alla cattiva posa daparte delle imprese) di questo sistema. Trai pregi c’è sicuramente quello di eliminarel’effetto dei ponti termici, causa principedei fenomeni di condensazione.

Il sistema a facciata continua è ad oggiprobabilmente il sistema migliore per rive-stire un edificio, perché offre alcuni consi-derevoli vantaggi:1 Ottima protezione dall’acqua piovana2 Notevole smorzamento dell’irraggiamentosolare3 Miglioramento acusticoEssendo inoltre una tecnologia “a secco” adifferenza del cappotto consente una piùfacile manutenzione e l’inserimento di unostrato isolante di maggiore spessore. Problematica comune è quella dei punti disingolarità ossia di tutti quei punti che

pag.2

Page 4: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

presentano interferenza con altri sistemi,ad esempio l’uscita di tubazioni, la presen-za di caldaie, balaustre, cavi elettrici ecc..Tutti punti che non devono essere lasciatial caso e quindi alla risoluzione da partedelle imprese. Pena la creazione di danniestetico-funzionali.

La 5° lezione, svoltasi il 17 giugno scorso,è stata tenuta dall’ing. Lionello Augelli,libero professionista, membro dellaCommissione acustica dell'UNI ed espertodel Ministero dell'Industria presso l'UnioneEuropea. La sua relazione ha messo l’ac-cento sulla bassa diffusione nel nostropaese dei materiali coibentanti, tanto darisultare penultimo in Europa per materialeisolante venduto, a fronte della primaposizione nell’energia usata per il riscalda-mento. Il fatto che il progettista sia ilresponsabile dei valori di resistenza termi-ca finali dell’opera deve indurre lo stesso aporre molta attenzione al modo con cui lepareti e i loro componenti vengono postiin opera. Nel passaggio dalla carta allapratica vi possono infatti essere incrementinei parametri “termici” pari al 180%.Un maggior utilizzo di tali materiali, insie-me ad una corretta progettazione finalizza-ta ad evitare i "ponti termici" e a piùaccorti comportamenti degli occupanti gliimmobili, oltre a ridurre, se non eliminare ifenomeni della condensa, porterebbe ad unulteriore duplice vantaggio. In primoluogo, un significativo risparmio energeti-co e quindi un contenimento delle speseenergetiche. Con un piccolo investimento,è possibile ridurre drasticamente i consumidi gasolio, generando vantaggi in terminidi costi per i cittadini e di consumi perl’ambiente.In secondo luogo un apprezzabile abbatti-mento delle "polveri sottili" che, ha ricor-dato l'ing. Augelli, sono prodotte soprat-tutto dagli impianti di riscaldamento.

In Italia più che altrove è necessario parla-re di emergenza ambientale, dipendenzaenergetica e sostenibilità economica deicosti dell’energia, tre aspetti di uno stessoproblema: lo spreco energetico.È questo un problema che può essere supe-rato solo attraverso una sempre migliorequalità energetica degli edifici, per trasfor-mare un’emergenza in un’opportunità dicrescita dell’intero comparto edilizio.

Giuseppe Cusumano

§

Visita ai cantieri della DittaVanoncini S.p.a.

Nell’ambito del ciclo di lezioni organizzato

dal nostro Collegio relativo alla “Nuovavisione energetica nell’edilizia”sono stateprogrammate anche delle visite pressoditte che operano specificatamente nelsettore trattato dalle lezioni o perché pro-duttrici di materiali che rispondono allecaratteristiche tecniche richieste dallanuova normativa, o perché hanno o stannorealizzando edifici che rientrano in unadelle previste classi energetiche.

La prima visita è stata organizzata nelmese di novembre 2007 per andare a vede-re due realizzazioni della ditta Vanoncinis.p.a. significative nell’area dell’isolamentodegli edifici. La prima si trova in provinciadi Bergamo a Chignolo d’Isola e si trattadi un edificio in classe A già costruito edabitato, con eccezione di un appartamentotenuto a disposizione dalla VanonciniS.p.a. come esempio dimostrativo e model-lo di riferimento per le future costruzionicon le stesse finalità in materia di rispar-mio energetico. La seconda si trova nelquartiere Colognola di Bergamo e si trattadi un cantiere dove era in corso la ristrut-turazione di un vecchio edificio per poter-lo portare in classe energetica A. In ambedue i casi la tecnica costruttivausata è stata principalmente “a secco”,usando cioè telai portanti in acciaio, paretiesterne in pannelli isolanti con importantispessori di isolamento sia termico che acu-stico e pareti interne realizzate con pan-nelli in gesso, su orditura metallica, isolatiacusticamente.

La visita dell’edificio già realizzato è stataarricchita da una qualificata illustrazione,tenuta dal titolare della Ditta esecutricedell’opera prof. Vanoncini, dei criteri diprogettazione e dei materiali utilizzati. In particolare è stato interessante appren-dere che già dalla stesura del progettodefinitivo è opportuno che il lay out delsingolo appartamento richiesto dal futuroabitatore non venga modificato, in quantoil tipo di materiale usato e i vari condottiall’interno alle pareti per la distribuzionedei servizi: acqua, elettricità, aria, ecc.inducono una certa “rigidezza” nella distri-

buzione degli ambienti che non consigliagli interventi di modifica, che siamo abi-tuati a fare anche all’ultimo momento, persoddisfare le mutate richieste del cliente.

È ben vero però che a fronte di tale “incon-veniente” ci sono indubbi e considerevolivantaggi: risparmio nei costi di gestioneordinaria della casa, si pensi che il consu-mo per il riscaldamento non supera i 3 litridi gasolio per metro quadro per anno; ilraffrescamento nel periodo estivo; un ele-vato comfort abitativo, ovvero la sensazio-ne di benessere fisico e mentale che in par-ticolare si prova stando in un edificio diclasse A.; l’isolamento acustico che si tra-duce nella possibilità di non essere distur-bati da rumori provenienti dall’esterno, maanche all’interno dai locali attigui.

Le scelte progettuali che stanno alla basedi una buona progettazione per risparmiareenergia sono note: l’isolamento termico, lafinestratura, la tenuta d’aria e l’esposizionee ubicazione dell’edificio. Fattore quest’ul-timo che non sempre è possibile decidere,in particolare quando si tratta di ristruttu-rare un edificio preesistente. Sotto questoprofilo interessante è stata la visita al can-tiere di Colognolo, dove appunto era incorso la ristrutturazione a fini energetici diquattro preesistenti ville a schiera.Qui è stato possibile vedere l’interventonelle sue varie fasi realizzative e osservaregli “spaccati” dei vari materiali in via diposa. In questo caso l’intervento fino aquota zero è stato effettuato con tecnichetradizionali, mentre per la struttura fuoriterra si è usata acciaio per i telai portanti,calcestruzzo per gli impalcati e la tecnica“a secco”, con importanti spessori ai finitermici e acustici per il guscio esterno, perle restanti componenti degli edifici.

Specie con quest’ultima visita si è potutocapire che utilizzando la tecnica “asecco”, dove l’impiego del muratore è tra-scurabile, ci si deve rivolgere ad una mano-dopera di montatori specializzati, che sistanno affacciando nel mercato, che garan-tiscono la velocità di realizzazione dell’o-pera, ma che non assicurano, se non condifficoltà tecniche e temporali, la possibi-lità di modificare i percorsi distributivi deiservizi o la collocazione diversa di qualchepannello già previsto nel progetto esecuti-vo.È appunto la “rigidezza” del sistema di cuisi è accennato prima. Con questo sistemaperò si completa un edificio in tempidimezzati rispetto a quelli necessari per unedificio tradizionale.

La visita si è conclusa nella tarda mattina-ta e dopo un simpatico aperitivo in perife-ria di Bergamo, durante il quale i vari sociintervenuti hanno espresso il loro apprez-

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.3

Realizzazione dell’Impresa Vanoncini

Page 5: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

pag.4

zamento per quanto visto e appreso, si èrientrati a Monza nel primissimo pomerig-gio.

Paolo Ronconi

Finalmente il nuovo piano,finalmente il futuro.Forse...

Ricordiamo brevemente le tappe conclusivedell’avventura urbanistica che ha visto,dopo 40 anni, la nostra città dotarsi di unnuovo strumento di pianificazione, ilP.G.T., o meglio Piano per il Governo delTerritorio.

Il 29 novembre 2007 il Consiglio Comunalecon deliberazione numero 71 ha approvatodefinitivamente il piano, che successiva-mente alla pubblicazione sul B.U.R.L. indata 19.12.2007 è diventato pienamenteoperativo.

In data 21 dicembre 2007 la GiuntaComunale con deliberazione numero 825 haavviato il procedimento di variante al PGTai sensi della L.R. 12/2005 e s.m.i.A seguito di pubblicazione di avvio delprocedimento, l’8 febbraio 2008 si sonochiusi i termini per la presentazione disuggerimenti e proposte indirizzate a solle-citare l’attenzione della AmministrazioneComunale su temi di “interesse diffuso”relativamente alla variante in itinere.

Recentemente, nel mese di giugno ultimoscorso, è stato pubblicato avviso per la pre-sentazione di proposte di intervento in areedi trasformazione assoggettate a pianfica-zione attuativa, ai sensi dell’articolo 2comma 6 delle N.T.A. del Documento diPiano del PGT, per il periodo giugno2008/giugno 2009; le proposte, necessariead illustrare progetti di piani attuativi, ver-ranno valutate dalla AmministrazioneComunale ai fini del riconoscimentodella valenza di intervento di trasformazioneurbanistico/edilizio di interesse pubblico.

La situazione è abbastanza complessa, esicuramente tutt’altro che dinamica.Molti colleghi hanno potuto palpare, neimesi successivi alla approvazione delpiano, l’indeterminatezza e l’inapplicabilitàdel piano stesso, in quanto programmaurbanistico macchinoso e non condiviso trale due amministrazioni che si sono avvi-cendate, l’una genitrice, l’altra sostenitricesolo per senso di responsabilità.Di fatto, salvo alcuni interventi in zone “A”

e B”, tutta la pianificazione insistente suaree di trasformazione assoggettate a pia-nificazione attuativa (ambiti strategici,aree sistema) è rimasta congelata, vuoiperchè l’immediato avvio delle procedure divariante al piano ha profuso la sensazioneche tali ambiti fossero proprio l’oggetto disostanziali modifiche (quando?), vuoi per-chè la famosa “graduatoria”, cui le propo-ste di piano attuativo dovranno accedereattraverso le procedure di cui al recenteavviso pubblico, indirizza sostanzialmenteprogettisti e operatori a procedere sullabase del solo (giustamente) PGT approvato.

Ora ci chiediamo tutti: ma la variante dipiano approderà in Consiglio Comunaleprima del 31.12.2008 (data di scadenzaper la presentazione di proposte di pianoattuativo)? Se no, non si può rischiare diperdere l’occasione offerta; se si il lavoroche oggi si volesse avviare potrebbe risul-tare completamente inutile.

Finalmente . . . non è cambiato niente!L’attuale Amministrazione avrà pure le sueragioni, giustamente procederà con caute-la, si prenderà tutto il tempo necessarioperchè lo strumento che ha dovuto “digeri-re” è perfettibile; ma tempo Monza non neha piu’: l’impossibilità di poter avviare intempi brevi i grandi interventi di trasfor-mazione della città non ci consentirà dipreparare il nostro territorio all’avventodella Provincia, all’evento “Expo’”, e chissàa quante altre cose.

Conosciamo tutti l’attuale situazione delmercato immobiliare, e comprendere che igrandi operatori si troveranno nelle condi-zione di dover investire attraverso proce-dure incerte per approdare chissà quandoad un mercato a rischio certo non puòincentivare nemmeno quelle professionalitàdi categoria, la nostra, costrette a dibat-tersi quotidianamente tre “se”, “ma”,“forse domani”.

Fabrizio Bonafede

Corso di architettura del verde

Il Collegio, dopo aver organizzato alcuniincontri monotematici sul verde negli annipassati e visto l’interesse dimostrato perl’argomento, ha pensato per quest’anno didar vita ad un vero e proprio corso cheandasse ad affrontare in maniera piùapprofondita il tema della progettazionedel verde.

Sembra che ormai tutti siamo consapevoli(almeno a parole) dell’importanza che rive-stono gli spazi verdi in una città, tuttavia,come spesso capita, al verde viene solita-mente destinato uno spazio di “risulta”ogniqualvolta progettiamo magari dei con-domini o delle strade. Oltretutto questispazi sono sovente trattati allo stessomodo, senza considerarli parte integrantedi un progetto e perciò analizzati caso percaso al fine di dare loro un significato. Probabilmente è proprio questo desideriodi fermarsi a chiedersi meglio cosa possanodavvero rappresentare queste aree verdi inmezzo ad una città, come meglio disegnarlie come integrarli tra loro che ha spintoalcuni di noi a partecipare a questo corsodi progettazione del verde.

Il corso è stato strutturato in cinque lezio-ni da quattro ore ciascuna.

La prima lezione, tenuta dal Dott. GiovanniSala, agronomo e direttore della rivista“Acer”, è stata incentrata sull’importanzadella scelta dell’essenza più adatta rispettoal caso specifico in cui possiamo venirci atrovare ad affrontare a livello progettuale.Dopo aver elencato una serie di funzioniche solitamente vengono attribuite alverde (estetica, culturale, didattica, clima-tica ecc.), messe in rapporto con gli obiet-tivi, le esigenze e il contesto di interven-to, si è giunti a definire dei veri e propricriteri di scelta delle specie vegetali. Abbiamo visto come esistano piante perogni esigenza particolare; quelle che aiuta-no nel controllo della qualità dell’aria,quelle che abbattono il rumore, per labonifica dei suoli, per i giardini pensili ecosì via.

CORSI

COMMISSIONE URBANISTICA

PRU Leoni - MilanoParco delle Memorie Industriali - LandSrl

PRU Leoni - Milano - Parco della Cultura - LandSrl

Page 6: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.5

Le piante, a seconda del loro portamento,del loro apparato radicale, della loro altez-za e di altre caratteristiche che le connota-no, possono essere più o meno adatte adessere utilizzate nella progettazione di par-ticolari spazi verdi.Se ad esempio un’essenza può essere moltoutile se posizionata sul confine di unastrada ad alto scorrimento per le sue carat-teristiche in termini di dimensione, inquanto può contribuire ad attutire il rumo-re del traffico, oppure, grazie alla sua foltachioma, perché è in grado di bloccare ilpassaggio di polveri dannose per chi abitanelle vicinanze, la stessa essenza può risul-tare essere invece del tutto inutile edantiestetica se piantata in un giardino sto-rico o condominiale.

Nella seconda lezione, tenuta dalla Dott.ssaNovella B. Cappelletti direttrice della rivista“Paysage”, abbiamo avuto la possibilità diassistere ad una presentazione più cheesauriente sulle correnti e sulle tendenzeprogettuali del verde in tutto il mondo. Cisono stati presentati architetti e gruppi dipaesaggisti, per lo più sconosciuti per chinon è del settore, che hanno realizzato par-chi e giardini di estremo interesse e bellez-za. Si può facilmente constatare come glispazi verdi possano avere svariate valenze;da quelle di poter rappresentare un elemen-to di evasione, di didattica, decorativo, dicontemplazione fino a rappresentare ancheuno ottimo strumento di marketing comesemplice luogo di attrazione.

Nelle ultime lezioni dell’arch. MassimoSemola, ha voluto invece soffermarsi sualcuni suoi progetti di giardini e parchi,mostrandoci chiaramente i ragionamentisottesi alle scelte da lui apportate, lemotivazioni di certi elementi piuttosto chealtri, il perché della scelta di particolariessenze. Insomma è stato davvero interes-sante poter “entrare” un po’ nella testa diun progettista del verde, per capire comele sue motivazioni e intenzioni, possonoessere assimilabili a quelle di qualsiasialtro architetto progettista, solo che glielementi architettonici da lui utilizzatisono siepi di alloro, piante di grandezzauno, due o tre, giochi d’acqua, gazebo ecosì via.

Altrettanto interessanti sono stati i diversicasi studio di giardini che i partecipantihanno potuto sottoporre all’attenzione del-l’architetto Semola. In particolare la mag-gior parte di questi riguardava la sistema-zione del verde di alcuni giardini condomi-niali. L’approccio di Semola riguardo questatipologia di spazi verdi, che il più dellevolte sono semplicemente l’insieme deglispazi che vengono a crearsi per le distanzedal confine dell’edificio realizzato, è statomolto interessante.

Secondo Semola i giardini privati condomi-niali dovrebbero essere vissuti soprattuttodall’interno della casa, gli occhi di chi ènell’appartamento devono poter goderedella vista sul verde attraverso delle grosseaperture. Altro elemento importante evi-denziato è il senso di ordine che dovrebbe-ro trasmettere questi giardini, effetto otte-nuta a partire dall’utilizzo di poche essen-ze arboree.Il corso si è concluso con la speranza dipoter approfondire meglio argomenti speci-fici di maggior interesse per i partecipantiquali quello dei giardini pensili.

Massimiliano Filoramo

Serate all’Oasi: aperitivi a Tema

Lo scorso autunno è cominciato il ciclodelle serate a tema, una serie di appunta-menti presso l’Oasi di San Gerardo diMonza che è proseguita per tutto il 2008.

L’iniziativa, proposta per offrire ai sociun’occasione d’incontro periodica, si è rive-lata interessante e piacevole, e continueràanche nel prossimo 2009. Di seguito trova-te un breve riassunto degli incontri orga-nizzati fino ad ora. Vi ricordo che se avetedegli argomenti interessanti da approfondi-re insieme, potete proporli e, se possibile,li svilupperemo nelle future serate.

16 ottobre 2007 - "Architettura e musica- Profilo storico degli spazi per l'ascolto", acura dell’arch. Marcello Spigaroli, docentedel Politecnico di Milano, sezione diPiacenza.L’architetto Marcello Spigaroli ha parlatodegli spazi dedicati all’ascolto, partendodal teatro greco fino ai nostri giorni.L’incontro è stato organizzato in previsionedella visita alla “Philarmonie Building, diC. De Portzamparc” in Lussemburgo.

21 gennaio 2008 - "Nuove tecnologiesulla illuminazione artificiale. Esempi dalmondo", a cura degli arch. FrancescoIannone e Serena Tellini. I due architettiinvitati, hanno parlato della loro attivitàdi “Lighting designers” applicata a edificivicini alla realtà monzese, ma anche a rea-lizzazioni nel più lontano oriente e dellaloro professione, relativamente giovane nelnostro paese, che influisce in modo consi-stente sulla percezione degli spazi archi-tettonici, influenzando la qualità totaledell’opera, sia essa edificio o spazio urba-no.

29 gennaio 2008 - "Architetture per l’olo-causto", a cura degli architetti SergioBoidi, Paola Bacchi e Shirly Mantin, delPolitecnico di Milano.Si è trattato di un tema importante eattuale, dedicato ad architetture che con-tengono dei risvolti simbolici che rientranonella problematica dell'architettura con-temporanea e ne mettono in risalto gliaspetti estremi.

1 aprile 2008 - “intervento dell’arch.Renzo Piano alla seduta del ConsiglioComunale del 28 gennaio 2008 per presen-tare la proposta di intervento di riqualifi-cazione delle aree ex Falck a Sesto SanGiovanni”: proiezione del filmato concessodal Comune di Sesto San Giovanni intro-dotto e commentato dal prof. Sergio Boidi,docente del Politecnico di Milano.Si è parlato delle aree dismesse e delleproposte di recupero delle stesse, con unesempio interessante e molto vicino aMonza.

27 maggio 2008 – “Albero e città” a curadel dott. Pio Rossi della Scuola di Agrariadel Parco di Monza. Argomento della confe-renza: “La pianta giusta nel posto giusto:scelte delle specie in funzione degli spazidisponibili, orientamento degli edifici emicroclimi, tipi di terreno e rapporti conaltre piante. I problemi derivanti da unacollocazione non adeguata". -

APPUNTAMENTI

Progetto di illuminazioneFrancesco Iannone e Serena Tellini

Modello del progetto aree ex Falck, R. Piano

Page 7: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

pag.6

10 giugno 2008 – “Fotografare l’architet-tura” a cura del fotografo Saverio LombardiVallauri che ha spiegato come fotografarel'architettura, attraverso le sue bellissimeimmagini.

24 settembre 2008 -” Restauro in archi-tettura” a cura del Prof. Marco DezziBardeschi, docente del Politecnico diMilano che ci parlato del restauro in archi-tettura proponendo le sue riflessioni,anche su alcuni episodi monzesi.

28 ottobre 2008 - "Cartoline di Monza,immagini della Città nel Tempo" a cura del-l'arch. Alfredo Viganò che partendo daimmagini del secolo scorso ha propostoun’occasione per riflettere insieme suquanto e come può cambiare una città.

Chiara Ongaro

§

Cena di Natale

Per l’ormai tradizionale e atteso appunta-mento della "cena per gli auguri diNatale", quest'anno ci siamo riuniti pressol’“Osteria La Lira” in via Amati n. 52.Il locale, da poco rinnovato, è una piccolatrattoria presente a Monza fino dagli anni70.

Di recente i proprietari hanno scelto diaprire anche alla sera, dal giovedì alladomenica, proponendo menù ispirati allavecchia Brianza e il 1° dicembre ci hannoospitato, aprendo solo per il Collegio epermettendoci così di festeggiare l'iniziodel periodo natalizio in un clima di sere-nità e amicizia.

Alla fine della cena, è stata organizzatauna lotteria a premi, che ci ha dato la pos-sibilità di raccogliere 400 euro per aiutarei bambini meno fortunati di Monza conun'offerta a "Villa Eva" - Piccola Opera -per la Salvezza del Fanciullo.Via Segrè, 8 - 20052 Monza (MI)www.piccolaopera.it/

Vino, cantine, architettura

Il vino è da sempre l’espressione di unacultura, una sensibilità, un’ identità. E’ unbene di lusso e contemporaneamente acces-sibile a tutti. Le cantine, luogo dove vieneprodotto, oltre a essere edifici funzionalialla produzione vinicola, sono anche segnidi riconoscimento ed emblema dell’aziendaproduttrice. Spesso le ritroviamo sulle eti-chette. Ed è sempre interessante studiare ilmodo in cui si rapportano al territorio cir-costante. Sono quindi espressione di uncontesto sociale, storico e territoriale.Molti elementi determinano la caratteristi-che delle cantine: fra questi la produzione ei macchinari, ma anche elementi come laposizione geografica, le tradizioni stilisti-che, le mode architettoniche dei diversipaesi che le ospitano. Mentre inizialmente irequisiti principali erano funzionalità ebassi costi di produzione, ora la cantina èstrumento di comunicazione dell’azienda ,parte integrante dell’immagine.Le cantine contemporanee hanno caratteridiversi , ma pure nelle interpretazioni piùmoderne delle strutture enologiche, sia dalpunto di vista delle forme che dei materiali,continuano dichiaratamente a rapportarsicon gli antichi simboli del vino e i suoiprofondi valori sociali, storico-territoriali eculturali.Sempre più aziende vinicole ricorrono all’ar-chitettura per dare vita a un connubio vin-cente tra vino e il territorio da cui nasce.Sono ogni giorno di più gli esempi di cre-scente sensibilità e interesse per il rapportotra vino e architettura, che viene usatacome mezzo di comunicazione. Dunque l’enologia è uno dei temi che inquesti ultimi anni, sembra più appassionarei massimi architetti europei. Dalla loro pro-fessione e fantasia sono nate cantinememorabii, articolate quasi sempre in spet-tacolari strutture all’avanguardia cheinstaurano un dialettico rapporto tra il vinoe il territorio in cui nasce. Il fenomeno,per la precisione, era sorto negli anniOttanta in California, dove una vitivinicol-tura giovane ma dotata di grande entusia-smo, aveva intuito che l’architettura potevaessere un eccellente strumento di comuni-cazione, innovativo e creativo, da utilizzarein sinergia con il nascente enoturismo.Da allora, dopo i musei e le boutique allamoda, dopo il Guggenheim e Prada, questonuovo tema sembra appassionare l’architet-tura e quasi tutti gli architetti di grido con-temporanei creano o progettano una canti-na o un vigneto. Non a caso l’architetturaper il vino è un argomento diventato oggitalmente importante da favorire la pubbli-cazione di numerosi testi specifici.

Nell’autunno scorso ha preso l’avvio il per-corso “ARCHITETTURA E VINO. Viaggi tra learchitetture innovative per i vini di qua-lità”, che si è affiancato al tema “ARCHI-TETTURA E MUSICA” che negli ultimi annici ha portato nei più nuovi auditorium ita-liani e europei.

TrentinoCantine Rotari di Mezzocorona - AlbertoCecchettoCattedrale Vegetale di Borgo Valsuganain Val di Sella - Giuliano MauriMart di Rovereto - Mario Botta16 Novembre 2007

La prima visita, il 16 novembre 2007 èstata fatta alla cittadella del vino diMezzocorona a San Michele all’Adige, perconoscere le cantine “Rotari” progettatedall’architetto Alberto Cecchetto e ultimatenel 2004. Situate nel centro della piana Rotaliana, leCantine Rotari sono dotate delle miglioritecnologie e attrezzature per la produzionedi spumante di qualità. Sono all’avanguar-dia in tutto il processo produttivo, dallapreparazione del vino base, al remuage,alla sboccatura e infine alla spedizione intutto il mondo. Il cuore delle CantineRotari è la sala di invecchiamento e affina-mento dei prodotti. Qui, infatti, riposanooltre 8 milioni di bottiglie che attendono ilgiusto grado di maturazione, per esprimereappieno tutti gli aromi e i profumi caratte-ristici di Rotari.

L’architettura della Cantine è perfettamenteintegrata nell’ambiente circostante eriprende, nel suo caratteristico tetto “adonda”, il susseguirsi dei vigneti coltivati apergola trentina che la circondano. Si trat-ta di un progetto complesso, dalle forme etecnologie sofisticate, in acciaio, vetro elegno lamellare. Dopo la visita alle cantine, accompagnati dauna guida che ci ha mostrato l’edificio e ciha spiegato il metodo di produzione e invec-chiamento del pregiato spumante, siamoripartiti per il comune di Borgo Valsugana inVal di Sella, per vedere la “CattedraleVegetale” opera di Giuliano Mauri.Giuliano Mauri è un “artista” che si defini-sce “un carpentiere che costruisce scale,ponti, giostre, cattedrali, fiumi, isole,

Visite e Viaggi

Cantine Rotari di Mezzocorona

Immagine fotografica - Saverio Lombardi

Page 8: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

boschi, cieli”. E lavora su un confine traarte e architettura. Nel 2005, nel parco diMonza, nel pratone tra la cascina Cernuschie la zona della Valle dei sospiri, è statainaugurata una sua opera “la volieraumana” che è un grande cupolone fatto dirami intrecciati, provenienti dagli olmi,castagni, noccioli faggi dello stesso parco,legati con corde e fango. Al centro delcupolone c’è un pilastro cavo, detto cuoredelle cerimonie, anch’esso formato da tron-chi. La “cattedrale gotica”, di Sella, è for-mata da tre navate con 80 colonne fatte dirami intrecciati all’interno dei quali è statoposto un giovane carpino che crescendoresterà a testimoniare l’idea artistica.Da Borgo Valsugana abbiamo proseguitoper Rovereto diretti al museo d'arte moder-na MART di Mario Botta che con il Collegioavevamo già visitato alcuni anni fa, quan-do era ancora in fase di ultimazione.Abbiamo dedicato un’ora alla mostra"Maestri del 900, da Boccioni a Fontana" ealla sera siamo tornati a Monza.

Chiara Ongaro

§

ToscanaCantina Petra, Suvereto - Mario BottaRocca di Frassinello, Gavorrano -Renzo Piano

La levataccia di sabato 17 maggio è diquelle impegnative (l’autobus parte daDesio alle 6,00 e da Monza alle 6,15) mal’attesa per gli splendidi posti (e sapori)che ci attendono in Toscana contribuisce amantenere allegro l’umore di tutta la com-pagnia (20 partecipanti) durante il trasfe-rimento…

In particolare sono previsti due giorni di

viaggio; il primo sarà principalmente dedi-cato alla visita di due tra le più importanticantine produttrici di rinomati vini locali,realizzate rispettivamente su progetto diMario Botta e di Renzo Piano; il secondogiorno invece, comprendente la visita diSiena dopo il pernottamento nel caratteri-stico e splendido borgo di Monteriggioni,avrebbe dovuto essere più rilassante perrecuperare qualche forza dopo le preceden-ti fatiche.

La prima meta, alla quale saremmo arrivatiin perfetto orario se non fosse stato per unpiccolo problema al navigatore satellitaredell’autista dell’autobus, è la cantina Petra,progettata dall’arch. Mario Botta e localiz-zata nella Maremma toscana, in provinciadi Livorno.Dopo una esauriente lezione riguardante lastruttura ed i processi produttivi dei vinieffettuata dall’enologo responsabile dellaproduzione, siamo finalmente passati all’a-gognata fase degli assaggi…Indipendentemente dalle varie opinionipersonali più o meno positive che ciascunodi noi può manifestare nei riguardi dell’ar-chitettura di Botta, questa sua realizzazio-ne ha trovato tutti concordi nella valuta-zione di una perfetta sinergia tra la formadell’edifico e la funzionalità rispetto all’at-tività produttiva insediata, pur mantenen-do gli inconfondibili elementi caratteristicidel linguaggio architettonico del Botta.

La perfetta collaborazione intercorsa nellafase di progettazione tra l’architetto ed ilcommittente ha fatto sì che l’intero edifi-cio, che personalmente trovo comunqueben integrato nel paesaggio circostante,sia in realtà una macchina produttiva bencongegnata in ogni sua parte, dove le variearee di lavorazione, i percorsi delle materieprime e dei prodotti finiti hanno determi-nato le forme interne ed esterne del fabbri-cato; ciò pur considerando i pareri discor-danti in merito alla sua caratteristicapesantezza e monumentalità, determinatadalla forme rigorose, dalle simmetrie e daun rivestimento esterno in pietra uniforme-mente distribuito.

Dopo il pranzo, effettuato anche questavolta in un ottima enoteca, ci siamo recatipresso l’altra cantina da visitare, ovvero la

Rocca di Frassinello, progettata da RenzoPiano, localizzata a Gavorrano in provinciadi Grosseto.In questo caso si può dire che l’architettu-ra minimalista dell’architetto genovese hadeterminato un primo impatto meno sug-gestivo rispetto all’esempio visionato inprecedenza, anche se la realizzazionemolto recente dell’edificio lascia alcuneparti ancora da compiersi: infatti le pergo-le esterne in acciaio zincato, situate incorrispondenza dell’ingresso principale,non sono ancora coperte dalla vegetazionerampicante, per cui l’effetto visivo attualenon è ancora quello definitivo immaginato

dal progettista.L’elemento più significativo della realizza-zione, che si percepisce una volta entratinella struttura, è senz’altro la “barriquerie”centrale sviluppata a gradoni come unasorta di anfiteatro, molto suggestiva evalorizzante del prodotto in essa conserva-to, anche se forse, a mio modesto parere,non ottimale per una comoda movimenta-zione delle botti.È inutile dire che anche in questo caso,dopo la visita assistita con la descrizionecompetente di una responsabile aziendale,abbiamo potuto toccare “con palato” gliottimi prodotti della rinomata cantina.Per la serata ed il pernottamento ci siamorecati in uno dei più caratteristici e notiborghi murati italiani, Monteriggioni, dopola cena effettuata presso un caratteristicoristorante nelle vicinanze.Purtroppo la domenica mattina seguente,doveva essere dedicata alla scoperta delpiccolo ma affascinante borgo, ma la piog-gia battente ci costringeva a rinunciarealla visita ed a una precoce partenza allavolta di Siena.Fortunatamente nel frattempo le condizio-ni metereologiche hanno subito un nettomiglioramento e ci hanno consentito unabella passeggiata nella nota cittadina delPalio, ovviamente comprendente la visitadella splendida Piazza del Campo.

Alla sera siamo ripartiti con l’autobus per ilrientro in patria, indubbiamente stanchima soddisfatti per la breve ma intensaesperienza condotta in posti di una bellez-za tale che tutto il mondo ci invidia.

Paolo Monga

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.7

Cattedrale Vegetale di Borgo Valsugana - Giuliano Mauri

Cantina Petra, Suvereto

Rocca di Frassinello - Renzo Piano

Page 9: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

Viaggio a Madrid

Venerdì 17 ottobre.Piove anche a Madrid, chi l'avrebbe maidetto?L'acqua inizia a scrosciare proprio nelmomento in cui l'autobus lascia il nostrogruppo in Calle Mayor, ma dura assai poco,giusto il tempo per scatenarci nella ressaalla ricerca di un paraagua portatile neinegozietti di chincaglieria gestiti dai cinesi.La passeggiata nel centro storico di Madridprocede dunque senza intoppi: la meravi-gliosa Plaza Mayor, capolavoro dell'urbani-stica seicentesca spagnola, la Plaza de laVilla, l'Almudena e il Palacio Real - sontuosaopera barocca degli italiani Juvarra eSacchetti - e per finire il Callao e la GranVia, costeggiata da raffinati edifici fin-de-siecle.Qui il gruppo si scioglie. Alcuni di noi pro-seguono sino all'elegante Circolo delleBelle Arti, realizzato da Palacios nei primianni Venti, uno dei migliori esempi dell'ar-chitettura madrilena di inizio secolo, perpoi cenare in uno dei locali più antichi diMadrid, l'Hlardy, situato nei pressi dellaPuerta del Sol, tra esili colonnine in ghisa,vecchi parquet scricchiolanti e pareti tin-teggiate con colori caldi e vivaci.La nostra prima giornata è filata via liscia,malgrado i miei timori di imbarcarmi su unvolo Alitalia proprio di venerdì 17...Al nostro arrivo all'aeroporto di Barajas,poco dopo le undici, abbiamo trovato adattenderci Mikaela e l'autista che, senzaperdere tempo, ci ha accompagnato in unaprima ricognizione della città, in particola-re della zona immediatamente a nord-estdel nucleo storico, gravitante attorno alPaseo de la Castellana (le Torres Blancas eil Banco de Bilbao di Sainz de Oiza, l'HotelPuerta America di Nouvel e altri, le KIOTorres a Puerta Europa di Philip Johnson eBurgee & Ass.).La Castellana è l'arteria principale dellacittà, la taglia tutta da nord a sud: essacostituisce da sempre, almeno dalla metàdel XIX secolo in poi, la sua colonna verte-brale. Per questo motivo, i madrileni laconsiderano il vero fiume della città, dalmomento che il Manzanarre si trova, inve-ce, in posizione defilata e poco strategica.Nel primo pomeriggio siamo finalmentescesi dall'autobus per sgranchirci le gambe

e per gustare qualche tapas al Cafè Teatriz,un raffinato ristorante ricavato da PhilippeStarck in un antico teatro, per ammirarel'Edificio Girasol, uno delle opere più famo-se di Coderch, e per finire con la visita alSantiago Bernabeu, uno dei templi mondia-li del calcio, recentemente ristrutturatodall'Estudio Lamela.Secondo recenti statistiche è proprio ilBernabeu, e non il Prado, il monumentopiù visitato della capitale spagnola...

Sabato 18 ottobre.Il tour guidato per le zone periferiche dellacittà inizia dal grande cantiere delle CuatroTorres, allineate all'estremità nord dellaCastellana e ancora in costruzione.Terminati i lavori, probabilmente nella pri-mavera del 2009, i quattro rascacielos modi-ficheranno per sempre la skyline della città.

In generale, si può sottolineare la distanzatra l’approccio più formalista e creativo deidue grandi studi americani (César Pelli;Pei, Cobb, Freed & Partners, che propongo-no forme geometriche complesse, ottenutemediante tagli e rotazioni) e quello piùtipologico e pragmatico dei progettistieuropei (Alvarez y Sala; Norman Foster).Proseguiamo verso est, in direzioneSanchinarro. Qui, in un contesto anonimo e povero disegni, gli olandesi MVRDV hanno realizzatoun "superblocco" residenziale, ovvero unatorre parallelepipeda caratterizzata da unvivace patchwork nei rivestimenti esterni eda un enorme buco centrale, pensato comemirador sul paesaggio urbano. Un lenzuolo appeso a una finestra, là inlato, recita: "Balconi per stendere i panni?No, solo design".

Il viaggio prosegue verso sud.Sollecitato a più riprese, Sergio improvvisaun'interessante lectio magistralis sui temidel grattacielo e della porta urbana. Nel frattempo arriviamo a destinazione,ovvero il sobborgo di Villaverde, dovesenza troppa fatica troviamo il complessoresidenziale di Chipperfield. La composizione libera tra i pieni dei pan-nelli prefabbricati di rivestimento dai colo-ri terrosi e i vuoti delle aperture vetratecontribuisce a sdrammatizzare la compat-tezza di questo enorme monolito. Una signora, probabilmente un'inquilinadel palazzo in questione, passa davanti alnostro gruppo, scrolla la testa e ci dice: "Questo edificio es una mierda!"Stavamo appunto domandandoci, stimolatisu questo punto da Sergio, del perchèspesso le cose che piacciono agli architettinon piacciono alle persone comuni...L'impostazione degli interventi di housingdi Carabanchel, progettati da diversi studidi architettura locali (Aranguren yGallegos; Madridejos y Ochinaga; Albarola yMartorell; Foreign Office), si differenziainvece per un approccio sostanzialmentefunzionalista e una maggiore attenzionealla scala urbana.La nostra visita si conclude nel quartierepopolare di Usera, dove la BibliotecaPubblica José Hierro emerge, criptica e impe-netrabile, alla stregua di una scultura urbana.Dopo un pò di shopping del tardo pomerig-gio nella zona di Puerta del Sol, l'appunta-mento per tutti è fissato per la cena socia-le presso l'Ene Restaurante, in Calle delNuncio, La Latina. Qui, sulle comode sedieprogettate dal nostro Carlo, uno dei grandidesigner della tradizione del nostro paese,gustiamo tonno e ternera di solomillo.Qualcuno, al piano terra, mangia sdraiatosu una sorta di tatami, e la stanchezzaprende il sopravvento: Margherita, noveanni, si addormenta dopo le prime portate.La piccola Cecilia, invece, stasera non cel'ha fatta ed è già in albergo a riposare.

Domenica 19 ottobreL'autobus ci lascia in Glorieta Puerta deToledo, teatro di un progetto di riqualifica-zione ad opera di Navarro Baldeweg, ilquale sottolinea il carattere pubblico eistituzionale dei nuovi manufatti (un cen-

pag.8

Stadio Santiago Bernabeu Mirador - MVRDV

Grattacielo Norman Foster

Complesso residenziale di David Chipperfield

Page 10: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

tro sociale, un centro per anziani, unabiblioteca) elevandoli mediante un basa-mento di granito grigio che definisce ilmargine settentrionale della piazza e indi-vidua una sorta di piccola acropoli. Qui ha inizio il nostro tour attraverso iprincipali interventi contemporanei realiz-zati all'interno del centro antico.Allora percorriamo gli stretti e tortuosivicoli dei quartieri del Rastro, dove comeogni domenica mattina c'è il mercatinodelle pulci, e del barrio di Lavapiès, dovepossiamo apprezzare la riqualificazione diPlaza Lara (Linazasoro) e il nuovo TeatroOlimpia (Paredes y Pedrosa).La tappa successiva è il Centro d'Arte ReinaSofia, recentemente ampliato da JeanNouvel mediante l’addizione di un volumetriangolare sormontato da un’imponentecopertura a sbalzo in metallo lucido rosso.Nel complesso risulta poco convincente ilprospetto verso Atocha, mentre è straordi-naria la grande corte venutasi a creare trail volume nuovo e il palazzo settecentesco,ovvero una vera e propria piazza copertache costituisce un vero e proprio brano dicittà. Attraversiamo la strada per raggiungere la

Stazione di Atocha, opera di Moneo, dovegli elementi della composizione di maggio-re rilievo sono la lanterna cilindrica e latorre parallelepipeda dell'orologio. Sempre Moneo è il responsabile dell'am-pliamento del Museo del Prado. Anche se ènecessario tenere conto dell'immensa diffi-coltà insita nel progetto, la sensazione èche al grande maestro spagnolo sia in que-sto caso mancata una giusta dose di corag-gio e sfrontatezza.Coraggio e sfrontatezza che non difettanoinvece ad Herzog & de Meuron. I due straordinari architetti svizzeri hannorecentemente convertito un'ex-fabbrica inun centro culturale polivalente (CaixaForum) mediante un’ardita opera di sottra-zione (ne hanno eliminato di fatto il basa-mento di solido granito) e di successivaaddizione (la hanno sopralzata con un paral-lelepipedo irregolare in acciaio courtain).L'aspetto più straordinario è quello struttu-rale: siamo in dieci o venti tra architetti eingegneri e siamo tutti lì, mentre aspettia-mo pazientemente di entrare in coda, a

domandarci come fa a stare su...Dopo una buona paella al ristorante dellaCaixa, che vista dall'interno un pò ci deludeper la scarsa attenzione ai dettagli, rimanesolo il tempo per una rapida incursione inuno dei fantastici musei della città.

Giovanni Menzani

§

Suggerimento per una visitaall’isola d’Elba.

Per chi trascorrerà le meritate vacanzeall’isola d’Elba, mi permetto di suggerireuna visita all’Orto dei Semplici all’Eremo diSanta Caterina.Situato in un terreno di circa un ettaro,nella solenne cornice del monte Serra a160 metri sopra il livello del mare è sortonel 1997 come luogo di studio delle biodi-versità delle piante dell’isola. Piante chehanno avuto uno storico utilizzo medico, ealimentare della popolazione elbana.Nato per iniziativa dello scrittore e foto-grafo Hans Georg Berger per salvare daldegrado il suggestivo Eremo di santaCaterina e promosso dall’Università di Pisa,l’Orto è progettato da Roberto Gabetti e dAjmaro Isola, come un susseguirsi di stan-ze all’aperto che disegnano sguarci panora-mici, e luoghi di meditazione di grandeintensa spiritualità.Offre l’occasione per approfondire la cono-scenza e l’uso di piante ed erbe domestichesemplici, lievi ed insieme tenaci che rico-prono le nostre coste.

Marilù Biffis Faglia

Piazza Carducci

Gli alberi e le piazze.Gli indirizzi delle Amministrazioninegli interventi sulle nuove piazze.

Compito delle Amministrazioni comunali,Sindaco in testa, è l’esclusiva tutela degliinteressi della cittadinanza e della cittàintesa come patrimonio e bene comune.

Quando si decide di effettuare degli inter-venti su una piazza importante, come, aMonza, Trento e Trieste e le adiacenti IVnovembre e Carducci, il primo problema daporsi è come conciliare le nuove esigenzecon la difesa del patrimonio esistente: sesi decide di costruire un parcheggio inter-rato per risanare la superficie togliendonele auto che la degradano non si può alcontempo distruggere tutto il resto!Ancora di più, per migliorare semplicemen-te il cosiddetto arredo urbano della super-ficie di una piazza, non si può distruggernei valori che ancora contiene!Chi oggi si sognerebbe di abbattere unduomo o un’arengario per fare spazio a unparcheggio o al mercato del sabato?I grandi alberi nelle città sono l’unicopatrimonio urbano naturale lentamenteaccumulatosi nei decenni trascorsi: non èun gravissimo errore distruggerli? E nonderiva da ciò quindi anche una grave per-dita in termini di vivibilità ma anchepatrimoniale, economica, per la città?La piazza è un primario ambiente civile, ela sua vivibilità è sempre più richiesta daparte dei cittadini. In questo contesto, learee alberate consentono di assorbire l’e-nergia solare senza restituirla come fa lapietra, e di ridurre l’abbagliamento del sel-ciato; sotto l’ombra dei grandi alberi icittadini possono veramente usufruiredelle loro piazze.

L’intervento previsto del concorso di riqua-lificazione dello storico “pratum magnum”di Monza avrebbe dovuto tener conto dellarealtà esistente, salvaguardando priorita-riamente il patrimonio costituito dai gran-di alberi.Se ciò non è stato tecnicamente possibilea proposito dei celtis o bagolari di piazzaTrento e Trieste, che pare si siano dovutiabbattere per esigenze di cantiere, lostesso non si può dire per il grande cedro

CITTÀ

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.9

Centro d’Arte Reina Sofia

Caixa Forum - Herzog & de Meuron Rendering del progetto

Page 11: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

di piazza IV novembre, e tantomeno per isedici grandi cedri di piazza Carducci!Sotto quelle piazze non è previsto alcunparcheggio interrato, quindi si è soltantoprogettato l’arredo di superficie! È lecitodistruggere l’unico valore che ancora vi sitrova?Il compito e la responsabilità di un’ammi-nistrazione stanno nell’indicare ai progetti-sti partecipanti ad un concorso, nonchéalla futura Commissione esaminatrice deiprogetti, quali sono le necessità della cittàed i gradi di libertà del progettista stesso.A questo scopo si fanno i capitolati e lespecifiche tecniche dei progetti: un puntodebole dei tanto invocati concorsi è che ilprogetto non si improvvisa, e non puòessere lasciato soltanto all’estro od allacreatività del progettista, che quasi semprenon vive e non ha vissuto il contesto urba-no che sta studiando!

È la specifica tecnica d’impostazione delprogetto che consente di effettuare almenouna preselezione, ad esempio fra progetti-sti valorizzatori del contesto ambientalealla Renzo Piano e i molti cementificatori.Nel caso dell’architetto fiorentino Delfinila salvaguardia dei cedri di piazza Carduccie IV novembre, pur se non spontaneamenteoriginatasi dalla sensibilità e dalla culturadello stesso progettista, doveva in ognicaso essere prescritta dalle specifiche tec-niche di impostazione del progetto!Sembra invece sia stata chiaramente indi-cata solo la previsione del maggior numeropossibile di postazioni per venditori ambu-lanti! Questo non costituisce certamente la prio-rità negli interessi generali da salvaguarda-re!Se facciamo il confronto fotografico fra lepiazze in questione oggi e circa mezzo seco-lo fa, comprendiamo che, eliminando imonumenti naturali cresciuti fino ad oggi,verrebbe delittuosamente fatto scempio del-

l’unico incremento di valore ambientale crea-tosi in un cinquantennio!Ancor più se si rileva peraltro che anchesotto gli alberi di prima grandezza comegli attuali potrebbero essere alloggiate lebancarelle degli ambulanti e altre manife-stazioni!I progetti sbagliati si possono sempre cam-biare, purché non si giunga troppo prossi-mi ai consueti “blitz” ferragostani di taglioalberi.Ma non sarebbe meglio che gli esami, lemostre ed i dibattiti si facessero prima diaver elaborato i bandi dei concorsi?

Massimo Gariboldi

§

Percorso formativoe informativodi Bioarchitettura

“Si definisce “Bioarchitettura” la disciplinaprogettuale che attua e presuppone unatteggiamento ecologicamente corretto neiconfronti dell’ecosistema ambientale. Inuna visione più ampia caratterizzata dallapiù ampia interdisciplinarietà e da un uti-lizzo razionale e ottimale delle risorse.

La Bioarchitettura tende alla conciliazioneed integrazione delle attività e dei com-portamenti umani con le preesistenzeambientali ed i fenomeni naturali.Ciò al fine di realizzare un generalizzatomiglioramento degli standard qualitativi edella vita attuale e futura”La presente definizione della materia coin-volge l’Amministrazione Comunale monzeseche attua questa iniziativa per permetterel’applicazione della bioarchitettura nellacittà e alle “regole” che l’Ammninistrazioneadotta, e per formare i tecnici in manieratale da facilitare l’evoluzione e lo sviluppodella tecnica nel territorio monzese.

Attualmente l’argomento, spesso associatoalla questione della certificazione energeti-

ca degli edifici, resa concreta dalla vigentee recente normativa, viene divulgato inmaniera poco strutturata e difficilmentecomprensibile.Il corso che l’Amministrazione intendetenere, invece, non ha la caratteristicaesclusiva di informazione e pubblicità, masoprattutto di formazione a livello univer-sitario.I moduli sono tenuti da docenti universita-ri e da tecnici della materia secondo ilcalendario sotto riportato con la finalità dieducare i professionisti e le imprese adoperare sul territorio monzese e quindisarà l’Amministrazione stessa a dettarne icriteri in un binomio a confronto con lacittà di Bolzano vantando quindi lil prima-to di essere la prima città della Brianza adoperare a questo livello.

La consegna degli attestati di frequenza èfondamentale per dare risalto alla materiatrattata e alla struttura del corso.

La presente ipotesi di articolazione degliincontri vede impegnata l’amministrazionesu tre fronti operativi di importanza strate-gica e altamente correlata; si è organizzatoil percorso con le caratteristiche di approc-cio e contenuto risolte nei corsi di specia-lizzazione universitaria con la precisazio-ne:1. della materia e delle tecnologie ediliziee tecniche progettuali2. della convenienza all’applicazione dellenormative sia amministrativa che fiscale3. della facilitazione all’applicazioneoggettiva nella vita quotidiana della nor-mativa.

PRIMO MODULO – 30 Giugno 2008Architettura a basso impatto ambientale,esperienze, tecnologie, sensorialità e per-cezione degli spazi.Introduzione generale al tema dellaBioarchitettura e del comfort dell’abitareon la partecipazione del Presidentedell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura(INBAR) Prof. Arch. Ugo Sasso.

SECONDO MODULO – 22 Settembre 2008Energie in architettura – sviluppo dellatecnica edilizia.Il riscaldamento e il raffrescamento, laventilazione natiurale, le acque chiare,suolo e tetti verdi.Con la partecipazione del Docente di Fisicatecnica alla Facoltà di Ingegneria delPolitecnico di Milano Prof. Ing. FedericoButera autore del testo “Dalla caverna allacasa ecologica”.

TERZO MODULO – 27 Ottobre 2008La progettazione ecosostenibile 1Tecnologia degli impianti meccanici edelettrici, geotermia, complessi edilizi econsumi energetici, impianti fotovoltaici e

pag.10

Simulazione fotografica del progetto

Page 12: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

alternativi, certificazione ambientale.Con la partecipazione di tecnici operatividella materia:Ing. Giancarlo CerveglieriIng. Nicola PiazzaEntrambi hanno portato esempi pratici diappalti pubblici e privati e della realizza-zione degli stessi.

QUARTO MODULO – 27 Novembre 2008La progettazione ecosostenibile 2Tecnologia delle costruzioni, costruzionimodulari, costruzioni in legno, ristruttura-zioni, forniture e materiali, convenienza –note sugli appalti pubblici e privati.Con la partecipazione di tecnici dellamateria.

QUINTO MODULO – 18 Dicembre 2008Elementi di pianificazione e progettazioneEnergia piani e progetti: orientamento edesposizione, predisposizione dell’area, ste-sura dei piani urbanististici.Con la partecipazione del Docente diUrbanistica e pianificazione alla Facoltà diArchitettura del Politecnico di Milano Prof.Arch. Piero Puddu.

SESTO MODULO – 12 Gennaio 2009Realizzazioni di BioarchitetturaRassegna e presentazione di progetti rea-lizzati in edilizia biosostenibile ed eco-compatibile presentati dai professionistiche li hanno progettati e diretti;Arch. Alessandro Vanotti: Comune diLomagna complesso edilizio di 12 apparta-menti;Arch. Manuela Sacchi: Comune di GalbiateVilla monofamiliare;Arch. Angelo Perego: Comune di Valmadreranuovo edificio plurifamiliare;Comune di Olginate sopralzo con struttura“a secco”

SETTIMO MODULO – 26 Gennaio 2009Ruolo e applicazioni dell’AmministrazioneComunale di Monza.Incentivi e facilitazione nell’istruttoriadelle pratiche edilizie, metodologia disconto degli oneri, contributi, commercio ebioedilizia.

Registrazione e distribuzione degli attesta-ti.Con la partecipazione del Sindaco di Monzae del Sindaco di BolzanoAssessore all’edilizia privataAssessore al commercio.

La partecipazione di tecnici, docenti uni-versitari e rappresentanti di altre ammini-strazioni o associazioni di categoria comu-nemente impegnati nell’attività di informa-zione e formazione generale degli incontrigarantiscono la tecnicità dei seminari el’applicabilità alla città di Monza.

Simona Villa

Serate di Architettura

Anche questo anno la Commissione Culturadell’Ordine degli Architetti di Monza eBrianza ha promosso “le serate diArchitettura” incontri con celebri architet-ti, paesaggisti, designers testimoni dellaloro professionalità e dei loro progetti inun confronto diretto con colleghi, studen-ti, cittadini.Il primo incontro tenutosi a PalazzoBorromeo Arese in Cesano Maderno il 27marzo 2008 ha avuto come protagonistal’architetto milanese Cino Zucchi. Unodegli architetti più noti sia per la sua atti-vità professionale sia per quella critica edidattica presso il Politecnico di Milano,dove attualmente insegna nel corso di pro-gettazione Architettonica e Urbana. Haprogettato e realizzato edifici residenziali,commerciali, industriali, uffici, musei,spazi pubblici, master plan e recuperi diaree industriali e storiche.La conversazioneha avuto come tema “la città non è unalbero”. con ironia e capacità di sintesi,direi visiva, Cino Zucchi ci ha proposto unadiversa comprensione dello spazio urbanoche non cresce più con armonia e simme-tria come accadeva forse in passato, macon grandi accelerazioni e con grandi frat-ture che pur tuttavia non vanno assuntecome spaesamenti ma come sollecitazionia vivere la città con nuova consapevolezza.Un nuovo approccio ad una percezionedello spazio, simile a quella che suggerival’architetto paesaggista Andreas Kipar,nostro ospite in una serata dell’anno scor-so, a Vimercate, di considerare, quando siprogetta a grande scala, i vuoti (il noncostruito) come pieni riconnettendoli efacendo di loro punto di forza per sovverti-re la lettura e la fruizione del territorio. Èstato un incontro stimolante sia per i pro-getti presentati con una lunga, allegra car-

rellata, sia per le citazioni storiche, sia perl’invito a saper vedere e progettare diver-samente lo spazio urbano, cittadini delfuturo. Siamo all’altezza? Propongo rifles-sione.

Il 22 aprile c’è stato l’incontro con l’archi-tetto Louis Kahn, uno dei più geniali archi-tetti del xx secolo,” architetto dell’eccezio-ne”. Scomparso nel 1974.

Si è trattato naturalmente di un incontrovirtuale, la vita e le opere di Kahn attra-verso un film documentario girato dalfiglio, Nathaniel, che aveva 11 anni allamorte del padre, morte avvenuta in pienasolitudine, all’interno di un bagno dellaPenn Station di New York Il film, MyArchitect, candidato all’Oscar nel 2004 èuna storia di amore attraverso cui il figlio,mai riconosciuto, compie un viaggio allascoperta del padre.Louis Kahn. nato in Estonia nel 1901 emi-gra, insieme alla famiglia, poverissima,negli USA a 4 anni. Dopo la laurea inarchitettura nel 1924 comincia una brillan-te carriera che lo porterà in giro per ilmondo. La sua grandezza è quella di com-prendere il momento di stanchezza delmovimento moderno negli anni 50, e diriferirsi alla Storia come amico, “il passatocome amico”, amico a cui si chiede aiutoin momenti di difficoltà, ponendo quindi alcentro della riflessione i contenuti dell’ar-chitettura. Non è un caso che i suoi pro-getti più importanti siano tutti pubblici, digrande ispirazione profetica e simbolica,per questo lo chiamo architetto dell’ecce-zione. E penso alla sede del Parlamento delBangladesh, a Dacca, alla sinagoga MikvehIsrael, al museo d’arte Kimbell, l’istituto diRicerca Medica a Philadephia.Kahn crede nelle istituzioni democratiche ee rivendica la necessità di attribuire altema una forza espressiva ed eloquente,altamente evocativa.Il viaggio alla ricerca del padre tocca metetra loro molte distanti dalle coste del NewEngland, a Gerusalemme, dalla California alBangladesh. Lungo questo affascinante iti-nerario attraverso lo spazio ed il tempo diuna esistenza complessa ed articolata siincontrano una serie di personaggi chehanno avuto a che fare con lui: i tassisti diPhiladelphia, i colleghi famosi Frank O.

EVENTI

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.11

Louis Kahn

Page 13: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

Gehry, Philip Johnson e I. M. Pei, i clienti,le persone che vivono le sue architetture.Ne emerge il ritratto di un uomo unico,difficile, affascinante tanto teso alla ricer-ca della verità e della chiarezza nel suolavoro di architetto quanto misterioso edisordinato nella vita privata. E l’amore diun figlio.

L’ultima serata di questa edizione, tenutasia Monza il 15 maggio ha avuto come ospi-te l’architetto Cini Boeri. Laureatasi alPolitecnico di Milano nel 1951, dopo unalunga collaborazione con Marco Zanuso,Cini Boeri inizia la propria attività profes-sionale nel 1963, occupandosi di architet-tura civile, e disegno industriale. Ha pro-gettato in Italia e all’estero case unifami-liari, appartamenti, allestimenti museali,uffici, negozi dedicando grande attenzioneallo studio della funzionalità dello spazioed ai rapporti psicologici tra uomo edambiente. Nell’ambito del disegno indu-striale si è occupata in modo particolaredel progetto di elementi per l’arredo e dicomponenti per l’edilizia. Diverse sue rea-lizzazioni sono presenti in musei ed espo-sizioni internazionali. Ha lavorato a Monzain diverse occasioni ma certamente la piùimportante è stata la collaborazione per ilMuseo del Duomo di Monza sezione Gaianiinauguratasi nel 2007.

Freschissima e sorridente ha tenuto per noiuna conversazione imperniata soprattuttosui progetti di architettura, lasciando insecondo piano i progetti di design che purele sono valsi numerosissimi riconoscimen-ti. Milano negli anni 60 era un centro vivodi cultura, protagonista della rinascita, ita-liana. L’industria necessitava di nuovioggetti per la casa, per l’ufficio. Ha quindigrande impulso il design inteso come solu-zione dei problemi, ricerca di essenzialità,conoscenza dei materiali, anche nuovi,come la plastica, progetti che sappiano

unire funzione e bellezza. Cini Boeri dàvita ad oggetti durevoli, strumenti permigliorare la vita (ben diversamente diquello che poi sarà lo Styling soggetto allamoda che ha bisogno di un ricambio e diun’obsolescenza veloce).

Dalla collaborazione con le più grandiindustrie, Knoll, Gavina, Arflex, Venini,Fiam, (per citarne solo alcune) sperimen-tando appunto nuovi materiali come ilpoliuretano, la plastica, il vetro, ha dise-gnato oggetti per l’arredo che tutti cono-sciamo: i divani Bobo, Gradual, la poltronaGhost, il tavolo Lunario. Tralasciando tutto ciò ha preferito portareil discorso sui progetti di ville, apparta-menti e allestimenti museali da lei proget-tati, in cui si coglieva lo stretto legamefra architetto e committente e l’attenzione,nel tagliare gli spazi, ai ritmi di tutta lafamiglia, di giorno e di notte, nonché quel-la al contesto ed ai materiali.La serata si è conclusa con le immaginidella Sezione Gaiani del Tesoro del Duomodi Monza.Alle prossime

Marilù Biffis Faglia

§

XXIII Congresso Mondialedegli Architetti: l’architettura nella società globale

Il XXIII Congresso mondiale degli architet-ti, organizzato a Torino dal 29 giugno al 3luglio dall’UIA (Unione InternazionaleArchitetti) e dal CNAPPC (ConsiglioNazionale Architetti, Pianificatori,Paesaggisti e Conservatori) ha riscontratouna partecipazione che certamente è possi-bile definire straordinaria sia dal punto di

vista quantitativo che da quello qualitati-vo.Gli iscritti, provenienti da 119 diversipaesi, sono stati oltre 10mila, i giornalistiaccreditati 300, di cui oltre 100 stranieri,più di 600 relatori hanno animato oltre100 sessioni di lavoro programmate alLingotto di Renzo Piano.Alcuni grandi nomi della cultura architet-tura mondiale, da Kengo Kuma aMassimiliano Fuksas, da Mathias Klotz aPeter Eisenman, da Terunobu Fujimori aDominique Perrault, hanno tenuto le loroaffollatissime lectio magistralis nelPalavela progettato da Pier Luigi Nervi.

Incontri, conferenze, dibattiti, mostre enumerosi eventi collaterali per alcuni gior-ni hanno trasformato Torino nella capitalemondiale della nostra disciplina, fornendouna panoramica trasversale ai molti argo-menti che collegano architettura e società,focalizzando l’attenzione dei partecipantisu quali forme, architettoniche, economi-che e sociali, possano garantire al nostropianeta uno sviluppo equilibrato e mag-giormente attento alla qualità della vita dichi lo abita.

Il serrato confronto tra progettisti, scritto-ri, teorici dell’architettura, politici, socio-logi, filosofi, economisti, liberi professio-nisti e rappresentanti del sistema ordinisti-co provenienti da tutto il mondo ha quindiavuto l’ambizione di stimolare il supera-mento di un approccio ai temi progettualicaratterizzato da quella eccessiva autorefe-renzialità, sia nella formazione che nelleistituzioni e nella stampa di settore, chenella prassi quotidiana molto spesso deter-mina la sostanziale incapacità del progettoarchitettonico di confrontarsi fattivamentecon le contraddizioni del mondo reale.

In quest’ottica la volontà espressa dagliarchitetti mondiali di comprendere megliouna società sempre più complessa e diver-sificata per potervi incidere in modo mag-giormente consapevole è probabilmentesostanziata dal bellissimo intervento che ilPremio Nobel per la Pace 2006 MuhammadYunus ha tenuto di fronte ad una plateaattenta e commossa, dimostrando come,anche partendo da piccole azioni fatte conamore e consapevolezza, sia possibile cam-

pag.12

Salk Institute La Jolla, California.

Un’immagine del Congresso

Page 14: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

biare il mondo, o comunque almeno contri-buire a renderlo migliore.

Il congresso ha quindi colto il proprioobiettivo di stimolare una concreta e fatti-va riflessione su temi di grandissimaimportanza, non solo per la categoria deiprogettisti, determinando, come ben espli-citato nel documento finale, una precisaassunzione di responsabilità rispetto alruolo ed alle responsabilità degli architettinella società contemporanea e definendo iprincipali obiettivi politici e culturali chenei prossimi anni l ’UIA ed i ConsigliNazionali dovranno perseguire. Al di là di ogni legittima soddisfazione sulpositivo esito organizzativo, culturale,mediatico e politico di un congresso cheha avuto la capacità di interessare alletematiche trattate anche media e soggettinormalmente estranei al mondo dell’archi-tettura, è utile riflettere, partendo dall’e-vento torinese, sul ruolo che le sempre piùnumerose manifestazioni dedicate all’archi-tettura stanno assumendo nella societàcontemporanea.

Se è vero che la stampa di settore - inten-dendo con questo termine tutta la vastagalassia di mezzi di comunicazione ancheimmateriali che caratterizzano la societàcontemporanea - ha sempre avuto, in par-ticolare nel nostro paese, un ricca produ-zione, si deve rilevare come, negli ultimianni, si sia sviluppata una sempre maggio-re attenzione dei media nei confronti dellanostra disciplina.

Pur se spesso in modo superficiale o dema-gogico, l’architettura e gli architetti hannoritrovato un ruolo ed un protagonismo cheanche solo sino a quindici anni fa eraimpensabile; dai grandi processi di trasfor-mazione urbana ai grattacieli firmati dallaarchistar di fama mondiale, dai musei dellacultura globale alle boutiques del lussoplanetario, l’architettura e le sue griffeshanno trovato la loro nuova popolarità ericonoscibilità presso la società del terzomillennio. Oltre ad una rinnovata attenzione deimedia, spesso concentrata su opere o per-sonaggi simbolici, si è così determinato unricco calendario di eventi locali, nazionalied internazionali, dedicati alla riflessioneed alla diffusione della cultura architetto-nica.

Se solo ci rivolgiamo all’affollato panoramanazionale possiamo notare come, accantoalle iniziative proposte da storiche istitu-zioni quali la Triennale di Milano o laBiennale di Venezia, sono cresciuti moltinuovi eventi che tendono a presentare l’ar-chitettura ad un pubblico sempre piùvasto, differenziato e non specializzato: daFestarch curata a Cagliari da Stefano Boeri

al Città Territorio Festival organizzato aFerrara da Francesco Erbani, dai premi diarchitettura alle tante conferenze, mostreed iniziative che gli ordini e le associazio-ni locali organizzano sul territorio italiano,il calendario degli eventi è sempre piùricco e diversificato.

In tale contesto sembra che la richiesta diparlare di architettura sia sempre più fortee diffusa come un segnale della volontà diconoscere e capire le trasformazioni chesegnano le nostre città e le nostre vite,determinando il superamento di una visio-ne disciplinare unicamente rivolta alla rea-lizzazione del singolo manufatto architet-tonico e contribuendo concretamente adeterminare l’evoluzione dell’architetto inun operatore territoriale pienamente con-sapevole del proprio ruolo sociale, capacedi cogliere i contradditori, ma stimolanti,segnali che provengono dalla società con-temporanea.

Simone Cola

§

Salviamo Sagunto

Il teatro romano di SaguntoIl restauro del teatro romano di Sagunto,nonostante l’interesse culturale suscitatodall ’innovativo progetto di Grassi ePortaceli, la vincita di molti premi di archi-tettura ed il sostegno di quasi tutte le rivi-ste internazionali, è stato da sempreoggetto di interminabili polemiche, ali-mentate da forze politiche conservatrici. Ilprogetto, basato sul presupposto di resti-

tuire all’edificio, costruito nel I secolod.C., l’originaria unità architettonica chel’età e gli interventi precedenti avevanocompromesso, è stato ultimato nel 1993,con il sostegno e l’approvazione delleautorità competenti e della stessa comu-nità locale, alla quale, dopo la legge sulPatrimonio Storico del 1985, il Ministerodella Cultura lo ha sottoposto affinchépotesse esprimersi nel merito. Nel gennaio2008, dopo 17 anni di contesa giudiziaria,le richieste di abbattimento delle opererealizzate e di riconduzione del teatro allasua condizione iniziale sembravano finite,una sentenza definitiva del Tribunalesupremo di Madrid obbliga a demolire entro18 mesi le gradonate in pietra calcarea e ilmuro della scena fino ad un metro e mezzodi altezza. Di fronte a questo atto di gravearretratezza culturale, architetti, intellet-tuali e artisti spagnoli, con l’appoggio deiprofessionisti di tutto il mondo della cultu-ra e delle arti, hanno sottoscritto un mani-festo che auspica il necessario ripensamen-to delle autorità competenti, così da evita-re la demolizione, mantenendo in vita unospazio che dà lustro alla vita culturale edeconomica della città di Sagunto.L’esposizione del progetto, con 32 disegnioriginali, alcune foto e un modello inlegno, promossa dalla Consulta RegionaleLombarda degli Ordini degli Architetti,Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, siè proposta di sostenere, nell’occasione delXXIII Congresso mondiale degli Architetti aTorino, il manifesto di denuncia dell’ana-cronistica ed assurda sentenza.

Costruire sul costruitoL’opera dell’architetto ha dovuto sempreconfrontarsi con quanto è stato pensato e

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.13

Teatro romano Sagunto - Giorgio Grassi, Manuel Portaceli

Page 15: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

realizzato in tempi diversi. In assenza di“Carte del Restauro”, il passato ci ha tra-smesso città stratificate di accostamentidi stili e sovrapposizioni di funzioni. Unesempio per tutti il lungo periodo di pas-saggio tra antichità e medioevo che havisto la trasformazione topografica e urba-nistica di Roma da capitale dell’impero acentro della cristianità, in cui la presenzadi grandiosi resti delle costruzioni di etàclassica ha dovuto convivere e svilupparsicon nuove strutture, caratterizzando il pae-saggio della città.Il tema del costruire sul costruito, cioè delrapporto fra rinnovamento e conservazione,è di grande attualità con le polemiche delneo-sindaco di Roma sull’intervento diMeier a protezione dell’Ara Pacis a CampoMarzio e la sentenza della Corte suprema diSpagna che sancisce il ritorno a rovina delteatro romano di Sagunto. È meglio un luogo museale solo da vedereo un luogo da vivere recuperandone il valo-re simbolico e funzionale? Ci si deve limi-tare ad effettuare gli interventi necessariper interrompere il disfacimento delle rovi-ne e per proteggerle dalle intemperie edall’assalto dei turisti, lasciandole cosìcome sono per poterle osservare e ammi-rare? O è più opportuno rifunzionalizzarle,riportandole ad un loro uso “pratico”?Attorno a queste domande si muove ildibattito sul modo di intendere il restaurodi un monumento dell’antichità, dimenti-cando troppo spesso che l’architettura ètanto più interessante e di pregio quantopiù si dimostra capace di esser ripensatanella continuità e discontinuità del suofarsi. Spetta agli architetti il saperla fare erifare ricercando sempre l’indispensabileunità nel ricomporre gli strati della costru-zione attraverso il tempo. Un corretto dia-logo tra vecchio e nuovo offre l'opportu-nità di reinterpretare le strutture esistenti,migliorandone la destinazione d'uso o ori-ginandone una nuova.Coerente con questa interpretazione, il pro-getto di Giorgio Grassi e Manuel Portaceli aSagunto si basa sulla possibilità di realizza-re l’idea del “teatro romano”, del “suo spa-zio originario, restituendo, mediante lacostruzione del suo volume unitario, le ori-ginarie gerarchie di spazi e luoghi e nonprescindendo dal fatto che il teatro debbaessere ridestinato ad assumere, anchemediante il suo uso, il ruolo di elementorappresentativo della comunità locale.Non restauro quindi di tipo conservativo,tendente a mantenere in termini filologicie storicistici l’identità storica del monu-mento, così come ci è pervenuta, nérestauro ripristinativo, atto a ricomporrele parti stilistiche primitive, o ad eliminaretutte le stratificazioni successive, in quan-to diverse stilisticamente dalle originarie ecausa della loro modificazione. Ma progettodi rifunzionalizzazione ed adeguamento

atto a superare la lettura romantica delmonumento e a restituire la dimensioneoriginaria del tetro antico.

Ferruccio Favaron

§

Giovani architetti

Il quadro nel quale operano i professionistiafferenti il mondo dell’architettura da qual-che tempo non è propriamente motivo divanto ed orgoglio. Credo che nessunoarrossirà se affermiamo che l’architetturaitaliana è da tempo “sottotono” rispetto aquella europea. E non sveliamo certo unsegreto se diciamo che con sempre mag-

gior frequenza i nostri colleghi europeiassumono nel nostro Paese incarichi impor-tanti, portando a compimento architetturebrillanti, esemplari, di altissimo livello,sovente assai distanti, per livello qualitati-vo, dalle realizzazioni che costellano ilnostro amato stivale.Forse, parte della ragione per la quale degli”stranieri” varcano le nostre frontiere, puòessere dovuta ad una esterofilia di cuil’Italia soffre da qualche decennio, ma,forse, parte della questione sta nel fattoche il livello della progettazione nostranafatica ad esprimere appeal verso la classedirigente. E quei pochi esempi di buonaarchitettura italiana sono delle rare ecce-zioni che confermano, ahi noi, la regola.In questo contesto che può apparire stati-co ai più, forse pochi sanno che invece gliordini professionali, le associazioni ed igruppi giovani, stanno seriamente ed assi-duamente operando per cambiare lo statodelle cose. Ed è anche probabile che pochisappiano che gli addetti ai lavori hanno –da tempo - piena ed assoluta consapevo-lezza di questa situazione che stenta a

risolversi; situazione che peraltro si rivelapiù frustrante e scoraggiante quando sipensa all’impegno profuso per imprimereuna svolta tanto attesa. Già nel primo con-gresso nazionale del CNAPP, tenutosi a Barinel 2003, preso atto che il territorio e lecondizioni di vivibilità erano uno specchioimpietoso di questo affanno, si individuòcon arguzia, che dalla compartecipazione edal coinvolgimento delle figure sociali edei diretti fruitori nel processo ideativodelle “opere architettoniche” si sarebbepotuto ricavare un siero utile a combatterel’avvelenamento del sistema. Questo pro-cesso è stato effettivamente innescato, esotto il nome di “Democrazia urbana”, cin-que anni dopo, al successivo congressonazionale di Palermo del 2008, dalladiscussione sui positivi effetti di questonuovo indirizzo, è scaturito il convinci-mento a continuare su questa strada versoun obiettivo ancora più impegnativo: quel-la della Qualità. Visto infatti che l’allarga-mento verso la popolazione dei processidecisionali di intervento sul territorio haprodotto delle trasformazioni più “riusci-te”, ora il momento è divenuto quello diportare la ricerca architettonica a dei livel-li qualitativamente più alti, in grado diconfrontarsi serenamente con quelliespressi in Europa. La frontiera che sivuole raggiungere quindi nel prossimoperiodo è quella espressa dallo sloganconiato all’ultimo congresso nazionale diPalermo: “Democrazia Urbana per laQualità: Conoscenza-Competizione-Innovazione”, dal quale si evince chiara-mente che attraverso la diffusione dellacultura, attraverso i concorsi ed attraversola ricerca si reputa possibile ottenere unpiù alto livello qualitativo della“Produzione Architettonica”.Questo nuovo obiettivo si configura comeuna sfida assai più difficile perché necessi-ta un cambiamento che riguarda la sferaorganizzativa del mondo professionale.Maggiore ricerca, maggiore competizione,possono passare solo attraverso figure pro-fessionali evolute in grado di dedicarerisorse importanti verso un nuovo modi diaffrontare la professione, fatto di speri-mentazioni, di concorsi, di dibattiti, fattocioè da un atteggiamento professionalepiuttosto inusuale per il mondo dell’archi-tettura italiana. La misura della difficoltàe dell’ambizione di questo nuovo traguardoè tutta scritta nel rapporto CRESME 2008,commissionato dal CNAPP all’inizio di que-st’anno per fotografare lo stato dell’artedel mondo della nostra professione, invista del congresso di Palermo poc’anzimenzionato e del congresso mondiale degliarchitetti tenutosi a Torino. Questo rappor-to mette a nudo una situazione che già siipotizzava, e che si è rivelata desolanteuna volta posta a raffronto con quantoavviene in Europa. Per sommi capi, infatti,

pag.14

Associazione Nazionale Giovani Architetti,Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

Page 16: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

è emerso che:- l’Italia è il Paese con il maggior numerodi architetti iscritti agli ordini professiona-li: in media 1 ogni 450 abitanti, contro lamedia Europea di 1 ogni 1.353;- la dimensione media degli studi profes-sionali è di 1,2 addetti/unità;- nessun Italiano compare nelle classifichedelle principali imprese di architetturamondiali.Da questi dati, dai quali emerge tutta l’ur-genza di perseguire con la massima prece-denza gli obiettivo posti a Palermo, affio-ra però anche un dato che riguarda i giova-ni: esiste un significativo apporto di nuoviiscritti agli ordini professionali, con segna-ta tendenza al rialzo. Il valore di questodato è importante. I nuovi iscritti, infatti,appartengono a quelle nuove generazioniche vengono definite “post erasmus”,ovvero quelle che hanno potuto riscontrare– direttamente o per esperienze riportateda amici vicini - il forte scollamento tra larealtà Italiana e quella Europea di cui siaccennava sopra perché hanno avuto,prima ancora di iniziare la professione,l’opportunità di capire come operano gliarchitetti europei e come questi riescano amantenere vivace la ricerca architettonicanella pratica quotidiana dell’attività profes-sionale. Effettivamente queste “nuoveleve” hanno potuto constatare che il lavo-ro dell’architetto in Europa è fatto di colla-borazione interprofessionale tra professio-nalità disparate e specializzate in settorispecifici, di messa a sistema di conoscen-ze, di sinergie. E tornati in Italia con que-sta illuminazione, dopo lo sconforto inizia-le, hanno capito la necessità di dovercostruire anche nel proprio Paese un conte-sto analogo, con tutte le difficoltà di farloin un territorio per nulla pronto ad acco-glierlo. Ma di più: la stessa possibilità dicomprendere l’atteggiamento dei colleghieuropei verso l’architettura stessa, ha fattocapire loro che architettura non è soloquella dei fasti del passato sui quali si coc-cola il nostro Paese, ma è anche il coraggiodi osare, di confrontarsi con le tradizioni edi cercare nuovi orizzonti espressivi fatti diuna nuova cultura del moderno. Su queste nuove conoscenze e questenuove consapevolezze si basa tutto l’ap-porto che i giovani stanno dando al mondodelle professioni. Primo tra tutti la spintaverso la formazione di nuovi raggruppa-menti interprofessionali, nei quali fannoconvergere le esperienze acquisite e lavoglia di imprimere il cambiamento tantosperato. E lo fanno dentro e fuori le istitu-zioni, ma in entrambi i casi coinvolgendotutte le realtà associative ed istituzionaliafferenti il mondo dell’architettura. Lanuova frontiera sembra essere proprio lamessa a sistema, la sinergia tra persone eistituzioni, secondo il modello diDemocrazia urbana tracciato già cinque

anni fa a Bari.Al congresso Mondiale di Torino di que-st’anno questa situazione si è manifestatain tutta la sua dimensione: tanto le asso-ciazioni giovanili quanto le commissionigiovani degli ordini professionali hannotestimoniato la propria presenza masoprattutto hanno presentato le proprieidee, la iniziative in corso e quelle conclu-se. Tanto fermento c’è in queste realtà cheè già sorto tra le associazioni giovanili uncoordinamento nazionale, e tanto è ilsenso del sistema che in molte delle inizia-tive promosse e presentate a Torino si èvista una trasversalità tra associazioni,istituzioni ed imprese del settore che erafino ad oggi sconosciuta. E tutte questenovità si muovono nel campo della ricercadella qualità, dell’innovazione e del miglio-ramento della qualità della vita nellenostre case e nelle nostre città.Questo sembra essere il segnale più con-creto ed incoraggiante sino ad oggi riscon-trato. E non è poca cosa perché il rinnova-mento arriva direttamente da chi opererànel mercato dei prossimi anni. Certamente,l’arma migliore dei giovani è quella dicogliere l’attuale situazione come effettivostato dell’arte dal quale iniziare una nuovascalata, scevri da nostalgie o conservatori-smi che generalmente inibiscono la possi-bilità di affrontare nuove sfide con spiritocreativo e costruttivo. La grande capacitàdi fare sistema, di mettersi in gioco, digenerare sinergie sembra appartenere aldna delle nuove generazioni, accompagna-ta ad una capacità di comunicare e di tra-smettere, data la particolare padronanza ditutti i nuovi sistemi di comunicazione, chefino ad ora non si era mai vista. E questecaratteristiche sembrano essere in pienaassonanza con i solchi tracciati negli ulti-mi congressi di Bari, di Palermo e perfino aquello di Torino il quale aveva come sloganappunto “Transmitting architecture”.Chi scrive è un giovane architetto, checrede fortemente in questo processo diinnovazione perché lo vive. La forte spe-ranza e la grande paura è che non si gene-rino nuovi individualismi che potrebberodisgregare in un lampo tutti gli sforzimessi in campo. Per poter proseguire suquesta strada abbiamo anche grande biso-gno dell’apporto dei nostri colleghi senior,a quali chiediamo tutta la collaborazioneche ci vorrà dare e tante occasioni di con-fronto in cui mettere a sistema l’incoscien-za delle nostre idee con l’esperienza chehanno maturato, per poter costruire unmodello italiano capace di produrre archi-tetture di alto livello, per poter concorrerecon gli amici europei a costruire un’Europapiù bella e vivibile, per tornare ad esserefieri di quello che gli architetti Italianiprogettano, dentro e fuori il proprio paese.

Patrik Spreafico

Premio ArchitetturaCultura & Sport

Il gruppo di progettazione costituito dagliArchitetti lecchesi Mario Redaelli, PatrikSpreafico e Tommaso Giudici è risultatovincitore della seconda edizione del PremioNazionale di Idee di Architettura dal Tema“Architettura Cultura & Sport” indetta dalConsiglio Nazionale degli Architetti e dallaDi Baio Editore con il coinvolgimento atti-vo della Pontificia Commissione dei BeniCulturali della Chiesa, della ConferenzaEpiscopale Italiana (CEI), del ComitatoOlimpico Nazionale Italiano (CONI), e dellaSocietà di Consulenza e AssistenzaImpiantistica Sportiva (SCAIS).

L’idea progettuale è stata giudicata vinci-trice in quanto ha proposto la riqualifica-zione di un “vuoto urbano” importantesituato a ridosso del centro storico diLecco in funzione di aggregazione sociale.Questa operazione include nell’interventodi recupero anche una notevole porzione dilotto oggi occupata da strutture industrialifatiscenti. L’operazione pertanto prevede dipotenziare il luogo, come previsto dalbando, con impianti sportivi e relativi ser-vizi all’aperto e al chiuso, come la palestrae il nuovo centro parrocchiale. La finalitàultima, risolta positivamente, è pertantoquella di relazionarsi con la città.L'area di progetto, compresa fra le via S.Nicolò, Ongania, Parini ed il sagrato dellaBasilica di S. Nicolò, si trova a ridosso delcentro storico della città ed ha una super-ficie di 16.700 mq. Da sempre quest' areaha costituito una "cerniera" tra la cittàstorica e l'espansione urbana degli anni '20del XX sec. ma oggi ha perduto la sua iden-tità di conseguenza necessita di essereriprogettata per tornare ad attrarre a sé lapopolazione. La parte alta del lotto èsostanzialmente inutilizzata in quanto èoccupata dai capannoni industriali dimessied è inoltre separata fisicamente dall'intor-no a causa della presenza di un muro dicinta alto al punto di inibire la percezionedell'intera area oggetto di studio. La zona

CONCORSI

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.15

Modello del progetto

Page 17: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

di pertinenza dell'Oratorio invece, a causadella fatiscenza delle strutture e l'inade-guatezza degli spazi esterni, ha perso lasua funzionalità e la capacità aggregativa:sono solo un ricordo le grida dei ragazzidurante le partite di calcio domenicali, lelitanie nel mese di maggio e la musica delTeatro che riempivano la città e ne scandi-vano le stagioni. Tutto ciò rende oggi que-sto luogo un "vuoto urbano" che deveurgentemente essere reinterpretato perridare alla città un puntodi aggregazione edi crescita.

Il progetto prevede perciò l’insediamentodi funzioni di grande richiamo come strut-ture sportive, aree gioco, luoghi di ritrovo,che si posizionano straordinariamenteattorno alla Basilica. I nuovi corpi di fab-brica si esprimono volutamente attraversoun linguaggio architettonico d’avanguardiache, per contrasto con quello dellaBasilica, mostri quanto la Chiesa non abbiamai smesso di dialogare con le nuovegenerazioni.

La scelta principale è stata perciò quella dieliminare il muro di recinzione esistenteper aprire nuovi accessi e favorire la massi-ma permeabilità dell’area.Per agevolare la fruizione dei luoghi si èpensato di introdurre un percorso pedonaledolcemente inclinato e coperto da unapensilina che risolvesse il brusco dislivellodi circa 5 m che oggi “spacca” l’area in dueparti. Questo percorso diviene quindi l’asseportante del progetto, lungo il quale siattestano tutte le nuove funzioni e gliaccessi ai servizi che emblematicamenteunisce due capannoni esistenti (gli unicirecuperabili) posti a nord, con il nuovoCentro Parrocchiale posto a sud.

Nel dettaglio, il progetto prevede:- la realizzazione di un polo sportivo nellaparte a nord, con un campo da calcio e duecampi da basket, completi di spogliatoi e

depositi interrati, oltre che di biglietteriaper il controllo degli accessi e la gestionedei campi, il tutto circondato da spaziaperti di socializzazione e svago. - il riuso dei due capannoni come spaziopolifunzionale, parte legato alle attivitàsportive e parte per attività culturali lega-te alla vita della città, completo di spazi diservizio;- la realizzazione di una nuova Palestra,costruita nel punto di cambio di quota del-l’area, in maniera da potersi aprire sullagrande “corte urbana”, ed assolvere allanecessità di ospitare anche grandi riunioni;- il recupero funzionale della cappella neo-gotica e del Teatro Parrocchiale, chepotranno essere resi accessibili direttamen-te dal nuovo percorso inclinato, eliminan-do le scomode gradinate esistenti;- la demolizione del pericolante CentroParrocchiale esistente e la realizzazione,nello stesso luogo, di un nuovo edificioche possa ospitare aule per la catechesi eper la gestione della Parrocchia. Particolarevalore hanno i caratteri architettonici diquesto fabbricato adiacente alla Basilica:rispetto all’immobile esistente, il progettoprevede una ridefinizione del volume, piùbasso e più corto, in modo da ridare allaBasilica ed il suo campanile la giusta spa-zialità. A continuazione del percorso incli-nato e coperto, questo nuovo edificio pre-senta una grande apertura centrale chedona all’area una straordinaria apertura

sulla città e verso il suo simbolo, il lago diLecco. Non solo, ponendosi a confrontocon il portale di ingresso della Basilica,questa porta vuole significare che far partedella Chiesa significa preghiera e culto, maanche entrare in un mondo fatto di acco-glienza, vita comunitaria, gioco, condivi-sione;- la ridefinizione degli spazi esterni delCentro Paolo VI e della Scuoladell’Infanzia, così da garantire un “filtro”tra tali edifici che necessitano una mag-giore intimità ed il nuovo complesso reli-gioso-sportivo;- il prolungamento del Sagrato dellaBasilica sin dentro la “corte urbana” su cuisi affacciano il Centro Parrocchiale, la cap-pella neo-gotica, il teatro Parrocchiale e laPalestra, a metaforica ricucitura della cittàcon l’area di progetto;- la realizzazione di due piani di autori-messe interrate per garantire la massimaaccessibilità dell’area ed il minimo impattoambientale dell’intervento sulla città.

Mario Redaelli

Chiesa Parrocchialedi San Giovanni BattistaVia Di Vittorio, via Fratelli Rossetti, Desio,1994-1999

Gli architetti torinesi Gabetti e Isola, vinci-tori di un concorso a inviti nel 1994, hannoconcepito un edificio a pianta quadrata cheripropone la copertura a capanna dellechiese paleocristiane. All’incrocio delle duevie che delimitano il lotto d’intervento sierge la torre campanaria che definisce ilsagrato sottostante come fulcro esterno dalquale si snodano i porticati scanditi dallasuccessione delle colonne in mattoni facciaa vista. L’atrio, gli spazi degli uffici e deiservizi raccordano i due ambienti circolaridel sagrato e della sala principale destinataal culto. La grandi aperture, parzialmenteschermate con i tradizionali motivi a nidod’ape, filtrano la luce proveniente dall’e-sterno, mentre l’utilizzo dei blocchi incemento colorato posti a corsi alternati,intervallati dai mattoni faccia a vista deimarcapiani, caratterizzano le facciate inter-ne ed esterne. L’edificio, posto ai confinidell’abitato e affacciato sulla strada provin-ciale Desio-Bovisio, si erge sull’intorno conuna sua esuberante espressività, quasi avoler imporre un carattere antidomesticodella dimensione collettiva, in contrapposi-zione ad un consolatorio paesaggio priva-tizzato circostante.

ARCHITETTURACONTEMPORANEA IN BRIANZA

pag.16

Modello del progetto

Planimetria del progetto

Page 18: La nuova visione energetica Vanoncini S.p.A. † Finalmente il ......Una di queste è l’uso dei camini solari. Il camino solare è un mezzo per favorire la ventilazione naturale

Patrizia Girondi, Fabrizio Pellegrino, Chiesaparrocchiale San Giovanni Battista, inSergio Pace, Luca Reinerio, Architetture perla liturgia. Opere di Gabetti e Isola, Skira,Milano 2005, p.p. 104-113.F.Dal Co, A.Guerra, M.Morresi, Gabetti eIsola. Catalogo delle opere, Electa, Milano1996, pp. 275-278G.Arosio, Chiese nuove verso il terzo mil-lennio. Diocesi di Milano 1985-2000,Electa, Milano 2000, pp.118-121Chiesa parrocchiale di San GiovanniBattista, Desio, Milano, Italia, in Zodiac,21, 1999, pp.120-129P.Stefanato, Desio ha una nuova chiesa, inDedalo, XV, 2, 1999, pp. 30-31A.Bugatti, Il culto secondo noi, inCostruire, 198, 1999, pp.116-118

Francesco Redaelli

Compasso d’oro

Ci complimentiamo con Bartoli Design perl’assegnazione del XXI Compasso d’oro ADIper il progetto della sedia R606 UNOdi Segis in collaborazione con FaucigliettiEngineering.

§

Giovannino d’oro

Con viva soddisfazione abbiamo appresodell’attribuzione del Giovannino d’oro 2008da parte dell’Amministrazione Comunaleall’ingegnere Franco Gaiani, nostro socio,tesoriere storico e nostro Presidente.A lui ed alla consorte Titti le nostre felici-tazioni.

Proponiamo qui la motivazione dell’impor-tante riconoscimento. “L’ing. Franco Gaiani ha donato l’amplia-mento del Museo e Tesoro del Duomo, unanuova sezione dedicata al padre CarloGaiani che ripercorre le vicende a partiredal 1300.Un atto di grande generosità rivolto allavalorizzazione della cultura dell’arte e dellastoria di Monza legate alla reginaTeodelinda fondatrice del Duomo. Con lamoglie Titti ne ha curato sia l’ideazioneche la realizzazione e la gestione con gran-de competenza, passione e dedizione.Quest’opera è un dono alla città di Monzaed alla sua cultura europea che in questonuovo spazio espositivo può meglio essereconosciuta ed ammirata nelle sue piùautentiche radici di unicità e bellezza..”

Marilù Biffis Faglia

Per i mesi di dicembre, gennaioe febbraio stiamo preparandodei nuovi appuntamenti:

15 dicembre 2008 Architettura e vino.Viaggi tra le architetture innovativeper i vini di qualità.Ciclo Palladio

È prevista una giornata in Veneto per visi-tare a Bassano del Grappa la DistilleriaNardini (ampliamento progettato dall'arch.Massimiliano Fuksas) e a Vicenza la"Mostra di disegni e plastici del Palladio".In via eccezionale, la mostra sarà apertasolo per il Collegio da Mauro Zocchetta,ordinatore delle opere esposte, che saràguida insieme agli arch. Francesco Jannonee Serena Tellini, autori del progetto di illu-minazione. La visita del 15 dicembre è il primo eventodi un ciclo che il Collegio intende dedicarea Andrea Palladio del quale si celebrano i500 anni dalla nascita.A gennaio 2009 seguirà una conferenzaall'Oasi di San Gerardo dedicata al grandearchitetto.

16 Febbraio 2009 Architettura e musica.Ciclo Palladio

Si tratta di una seconda giornata da tra-scorrere a Vicenza. Il programma prevede,alla mattina, una visita alle architetturepalladiane e al pomeriggio una visita gui-data al Teatro Comunale Citta' di Vicenzaprogettato dall'arch. Gino Valle e inaugura-to nel 2007.Alla sera, presso questo auditorium, siascolterà un Concerto dell'Orchestra delTeatro Olimpico di Vicenza con musiche diG. Rossini, D. Sostakovic e F. J. Haydn,continuando così il percorso "Architetturae Musica".

PROSSIMI APPUNTAMENTI

COMPLIMENTI

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • dicembre 2008 pag.17

Collegio Architettie Ingegneri di MonzaSede legale:via Padre Reginaldo Giuliani 1020052 Monza Tel. 346 3201991 (lunedì e giov. h 10-12)Fax. 039 330050079 [email protected]

Quote annue di iscrizione 2009:neolaureato € 15,00aderente € 40,00ordinario € 50,00sostenitore € 90,00

c/c postale n. 53016200 - Monza

Tramite bonifico bancario:Collegio di Monza Architetti e IngegneriBanca Regionale EuropeaFiliale di Monza 121c/c 000000015972Codice IBAN:IT32T0690620400000000015972

Consiglio direttivo 2008/2009:

Presidente Arch. Chiara Ongaro

Vicepresid. Arch. Fabrizio Bonafede

Tesoriere Ing. Filippo Caravatti

Segretario Ing. Paolo Ronconi

Consiglieri Ing. Giuseppe CusmanoArch. Gianni GrassiArch. Cristina Molteni

Collegio dei ProbiviriArch. Carlo BartoliIng. Franco GaianiArch. Gerardo Genghini

Notiziario

Direttore: Michela Genghini

Redazione: Cristina Molteni

Art direction: Paolo BartoliReg. Tribunale di Monza n. 1530del 14/7/2001

Stampa: La Tipografia Monzesevia Magenta , 20 - Monza

Chiesa San Giovanni Battista - Gabetti e Isola

Sedia R606 UNOBartoli Design, Fauciglietti Engineering