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LA NUOVA FENICE PAGINA 9 FEBBRAIO 2018 COSTANTINIANA Briciole di Salute a Monreale 2ª Distribuzione mese di gennaio M ercoledi 24 gennaio a Monreale, presso i loca- li annessi alla chiesa di Maria SS degli Agonizzanti, si è tenuta la seconda distribuzione di prodotti della prima infanzia del Progetto Briciole di Salute. Il delegato vicario e il cav. Salvato- re Vassallo, con l’aiuto prezioso del personale ausiliario, per la rea- lizzazione del progetto, Daniela Prestigiacomo, Giovanna Galli, Sonia Lo Monaco e Antonella Giotti, hanno distribuito pastina, latte, omogeneizzati, latte parti- colare per i neonati, biscotti, pan- nolini di varia misura. Sono sta- ti soddisfatti circa 40 bambini. COMPRA SUD. SUD È MEGLIO! COMPRA SUD. SUD È MEGLIO! Quando facciamo la spesa, leggiamo le etichette e compriamo solo prodotti meridionali. Difendiamo così la nostra economia e la nostra cultura. COMBATTIAMO CONCRETAMENTE LA DISOCCUPAZIONE DEL SUD! G iorno 26 gennaio, il delegato vicario di Si- cilia, del Sacro Milita- re Ordine Costantiniano di S. Giorgio, ha consegnato Kg 20 di pesce alla mensa di S. Mami- liano. La fornitura di pesce alla mensa continua mensilmente dallo scorso aprile. I volontari della mensa, che cucinano e confezionano i pasti, hanno di- stribuito 100 pasti al giorno alle famiglie indigenti, che così possono pranzare nelle loro case insieme al proprio nucleo familiare. Mons. Bucaro, parro- co di S. Mamiliano, ha realiz- zato la mensa proprio con lo scopo di mantenere unite le famiglie. Briciole di Salute a Palermo

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LA NUOVA FENICEPAGINA 9FEBBRAIO 2018

COSTANTINIANABriciole di Salute a

Monreale2ª Distribuzionemese di gennaio

Mercoledi 24 gennaio aMonreale, presso i loca-li annessi alla chiesa di

Maria SS degliAgonizzanti, si ètenuta la seconda distribuzione diprodotti della prima infanzia delProgetto Briciole di Salute. Ildelegato vicario e il cav. Salvato-re Vassallo, con l’aiuto prezioso

del personale ausiliario, per la rea-lizzazione del progetto, DanielaPrestigiacomo, Giovanna Galli,Sonia Lo Monaco e AntonellaGiotti, hanno distribuito pastina,latte, omogeneizzati, latte parti-colare per i neonati, biscotti, pan-nolini di varia misura. Sono sta-ti soddisfatti circa 40 bambini.

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LA DISOCCUPAZIONE DEL SUD!

G iorno 26 gennaio, ildelegato vicario di Si-cilia, del Sacro Milita-

re Ordine Costantiniano di S.Giorgio, ha consegnato Kg 20di pesce alla mensa di S. Mami-liano. La fornitura di pesce allamensa continua mensilmentedallo scorso aprile. I volontaridella mensa, che cucinano e

confezionano i pasti, hanno di-stribuito 100 pasti al giornoalle famiglie indigenti, che cosìpossono pranzare nelle lorocase insieme al proprio nucleofamiliare. Mons. Bucaro, parro-co di S. Mamiliano, ha realiz-zato la mensa proprio con loscopo di mantenere unite lefamiglie.

Briciole di Salutea Palermo

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LA NUOVA FENICEPAGINA 10 FEBBRAIO 2018

Briciole di Salute a Barrafranca

Venerdì 26 Gennaio 2018,presso la Chiesa di SanFrancesco a Barrafranca,

Provincia di Enna, è stata celebra-ta una S.Messa in occasione del-la ricorrenza della beatificazionediMaria Cristina di Borbone, Re-gina delle Due Sicilie, la “Regi-nella Santa” come era chiamatadal Suo amato popolo.Il Rito è stato concelebrato daMons. Nino Rivoli, VicarioGenerale della Diocesi di Piaz-za Armerina, cappellano co-stantiniano, e da Don GinoSansone, Cappellano del no-stro Ordine. Durante la cele-brazione è stato esposto il qua-dro raffigurante la Beata MariaCristina, opera del MaestroRoberto Caputo di Barrafran-ca, ed è stata venerata una Re-liquia della Beata. Nella suaomelia Mons. Rivoli ha tratteg-giato la pur breve vita della

Beata, donna di profonda spiri-tualità e di grande umiltà cheseppe farsi carico delle soffe-renze del Suo popolo, diven-tando vera madre dei poveri,vivendo la Sua posizione di

privilegio come uno strumento“per diffondere più efficace-mente il bene”.Al termine della cerimonia, so-no stati distribuiti alcuni presididel progetto “Briciole di Salu-

SOL IDAR I E TÀte”. Presenti le Dame Giuseppi-na Crescimanna e MargueriteScarpinata, i Cavalieri MatteoBertino, Giuseppe Balsamo,Giovanni Paternò, AlessandroBalsamo, Salvatore Favata, Mi-

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LA NUOVA FENICEPAGINA 11FEBBRAIO 2018

COSTANTINIANA

Briciole di Salute ad Acireale

Continua l’impegno del-l’Ordine Costantinianoin favore delle Comuni-

tà Cristiane che offrono assi-stenza e ristoro agli ultimi.

Un particolare, grazie all’inte-ressamento del benemeritoM.A. Giuseppe D’Urso, il Dott.Claudio Luca, nel mese di gen-naio, ha donato una cospicua

fornitura di prodotti dolciaridella sua azienda che sono staticonsegnati alla Casa della Cari-tà a Catania, ed alla Comunitàdella Madonna della Tenda diCristo ad Acireale e che alliete-ranno le colazioni e le merendedei piccoli ospiti che giornal-mente ricevono le cure e l’amo-re delle instancabili suore.Le due comunità, costituisconoun esempio di Carità Cristiana esi prodigano nell’opera di assi-stenza per bambini, mamme edintere famiglie in difficoltà.Entrambe hanno un particolarelegame con l’Ordine Costanti-niano, infatti, nella Comunitàdella Casa della carità Don Scri-

vano, cappellano Costantiniano,celebra messa ogni domenica epiù volte i Cavalieri di Cataniahanno partecipato alle funzionie si sono prodigati, fornendopresidi alimentari, medicinali evestiario che vengono distribuitiai bisognosi seguiti dalle suore.La Comunità Madonna DellaTenda di Cristo retta, da SuorAlfonsina, Suor Rosalba e SuorLucia è inserita nel progettoBriciole di Salute della Delega-zione Siciliana su indicazionedi S. E. Rev.ma Mons. Raspan-ti ed è stata visitata, lo scorsoottobre, dal Gran Prefetto Co-stantiniano S.A.R. la Principes-sa Beatrice di Borbone.

Briciole di Salute alla Real Chiesa Carolina

Nei locali annessi all’anti-ca Real Chiesa Carolina,la delegazione costanti-

niana di Sicilia ha consegnato100 kg. di pasta di vario forma-to. La fornitura di pasta fa par-te del progetto Briciole di salu-te e mensilmente consegna albanco alimentare della chiesa vo-luto e realizzato dalla confrater-nita che regge la Chiesa dellaGuadagna a Palermo. Il superio-re della confraternita dell’Assun-ta, sig. Orazio Vitale, e gli altri

confrati hanno preso in consegnala fornitura di pasta che, con al-tri alimenti raccolti, sarà distri-buita a famiglie bisognose delquartiere. Ogni mese il superio-re della confraternita richiedesoltanto gli alimenti mancanti albanco alimentare della chiesa enient’altro per evitare sprechi. Anome delle famiglie bisognose,il sig. Orazio Vitale, ha ringrazia-to il Sacro Militare Ordine Co-stantiniano di S. Giorgio per ledonazioni che ricevono.

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LA NUOVA FENICEPAGINA 12 FEBBRAIO 2018

IL DILUVIO UNIVERSALEDa tempi remoti ci è stato

tramandato il raccontodel Diluvio universale

in forma molto simile pressoquasi tutti i popoli sparsi sullanostra terra. Ci si domanda al-lora: questa terribile inondazioneè un mito? E’ il racconto fanta-stico di evento antichissimo av-venuto prima che fosse stata in-ventata la scrittura, la nostrafonte principale per conoscere ifatti del passato? Quel diluviocatastrofico si è verificato real-mente come la tradizione lo tra-manda? Quando è avvenuto?I racconti sul Diluvio ci proven-gono da ben sei continenti, isolecomprese, e, secondo alcunestime, se ne contano di questialmeno 650 versioni, se non ad-dirittura 1000. Le tradizioni va-riano da luogo a luogo, alcunenarrano di un cataclisma terrifi-cante, altre di una grandissimapioggia, ma tutte hanno deglielementi in comune come: la di-struzione della terra tramite l’ac-qua; l’origine divina della puni-zione a causa della cattiveriaumana; un primo avvertimentodato da una o più divinità agliuomini perché divenissero mi-gliori; i sopravvissuti furono po-chi e solo quelli che, su consi-glio divino, avevano costruitouna grande imbarcazione dove,al sopraggiungere dell’inonda-zione, si erano chiusi dentro conalcuni animali. La presenza ditale mitologema in culture di-verse, anche molto distanti traloro, ha suggerito la tesi chequesta antica catastrofe sia real-mente avvenuta e che in seguito,ingigantita e mitizzata, sia arri-vata fino a noi, prima in formaorale e poi scritta.Nella Genesi, primo libro dellaBibbia, testo sacro della reli-gione ebraica e di quella cri-stiana, si trova il racconto piùfamoso di questa gigantesca al-luvione, che non verrà ripropo-sto perché troppo noto; invece si

riporteranno le considerazionifatte dagli esegeti su alcuni ele-menti della narrazione di diffi-cile interpretazione come l’av-venuta ripopolazione della terrae la questione dei giorni di du-rata del Diluvio. Nella Genesial cap. 10 sono riportati i nomidei 16 nipoti maschi di Noè cheavrebbero ripopolato la terrasposando le nipoti femmine delpatriarca, di cui però nel testonon si parla, con matrimoni traconsanguini, come avvenivanelle caste reali e sacerdotali delIV e III millennio a. C. Riguardoalla data, il racconto biblico delDiluvio presenta più cronologie,nellaGenesi della CEI al cap.7 èscritto che il cataclisma:…durò 40 giorni… le acque fu-rono travolgenti… per centocin-quanta giorni.Nel cap. 8 si precisa che:nel 17° giorno del 7° mesel’Arca si posò sui monti del-l’Ararat e le acque andarono viavia diminuendo fino al decimomese… nel decimo mese, ilprimo giorno del mese appar-vero le cime dei monti. Trascorsi40 giorni Noè aprì la fine-stra…fece uscire un corvo…poifece uscire una colomba…attesealtri 7 giorni e di nuovo feceuscire la colomba dall’arca….L’anno seicentouno della vita diNoè, il primo mese, il primogiorno del mese, le acque sierano prosciugate sullaterra…Nel secondo mese, il ven-tisette del mese, tutta la terra siera prosciugata…”Le varie date riportate hannofatto ritenere che probabilmenteil racconto biblico sia la sintesi ditradizioni diverse da mettere inrelazione con un mito di areamesopotamica, in particolare daquando, alla fine del XIX secolo,a Ninive, in Mesopotamia, fu-rono fatti importanti scavi cheportarono alla luce la vastissimabiblioteca del re Assurbanipal edove furono ritrovate intere tavo-

lette scritte in lingua accadica econ riferimenti a una lingua pre-cedente, quella degli dei di Su-mer’. In una tavola lo stessoAs-surbanipal dichiarava che il diodegli scribi lo aveva iniziato aisegreti della scrittura, sapeva leg-gere le tavole nella lingua di Su-mer e comprendere “le enigma-tiche parole scritte nella pietrasin dai giorni prima del diluvio.”Queste frasi enigmatiche sugge-rirono agli studiosi H. Rawlin-son e J. Oppert che era esistitauna civiltà precedente a quellaaccadica, con una lingua propriae che fosse quella dell’antica

città di Sumer, la Shin’ar di cuisi parla nella Genesi 11:2, si-tuata nella piana centro meridio-nale della Mesopotamia. Tra lemigliaia e migliaia di tavolette,alcune di queste raccontavanola storia di un re, Gilgamesh,che ritenendosi di origine semi-divina, aveva intrapreso un viag-gio lunghissimo per raggiungerela terra degli dei, il Tilmun (isoladi Bahrain) sperando di otteneredal dio del sole, Shamash, l’im-mortalità. Fallito il tentativo,Gilgamesh era andato alla ri-cerca di Ziusudra, un eroe so-pravvissuto al diluvio che aveva

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LA NUOVA FENICEPAGINA 13FEBBRAIO 2018

distrutto l’intera umanità e alquale il dio Enlil aveva concessola vita eterna. Era il secondo ri-ferimento relativo al diluvio.Successivamente in altri scavivennero trovate altre versionidella stessa storia, anche se piùframmentarie e scritte in linguasumerica, nelle quali i nomicambiavano leggermente.Al po-sto di Shamash compariva Utu,e al posto di Ziusudra comparivaUtnapistim. Ciò permise di sta-bilire che la storia diGilgameshera un poema molto antico cheogni popolo aveva tramandatodi generazione in generazionerimanendo però sempre fedelealla storia originale, ad ecce-zione dei nomi dei protagonisti.Questi particolari aiutarono glistudiosi a capire che molti rac-conti del libro della Genesi inrealtà erano echi di racconti as-siri, babilonesi, e prima ancoraaccadici e sumeri.Nel racconto sumerico Ziusudrasvela a Gilgamesh un segretodegli dei. e narra di come il dilu-vio, in un periodo imprecisato,ebbe inizio a Shuruppak, anticacittà sumerica posto sul fiumeEufrate dove si trovarono riunititutti ‘i vecchi dei’. insieme aldio supremo del cielo, Anu. Qui“la gente si moltiplicava, ilmondo mugghiava come toro

selvaggio” tanto da destare conil suo clamore gli dei. Enlil, diodell’atmosfera e delle tempeste,disse allora: “Lo strepitio dell’umanità non è più tollerabile e ilsonno non è più possibile”. Cosìgli dei si accordarono per ster-minare l’ umanità”.Nel mito di Gilgamesh quindi, ildiluvio sembra opera di un ira-condo Enlil, invece nel poemaAtraḫasis (il racconto paleobabi-lonese in lingua accadica del Di-luvio Universale, XVII sec. a.C.)Enlil pretende che Ea, il dio delleacque profonde, ponga fine algenere umano, ma questi si ri-fiuta e salva Ziusudra facendoglicostruire una barca. Il termineutilizzato nel poema per descri-vere la barca è Ma.Gur dove laparolaGur significa ‘che può ro-tolare e capovolgersi’ e dalla de-scrizione più che una barca sem-bra una specie di sottomarino osommergibile. Inoltre la frase ilseme di tutte le creature viventiha creato difficoltà interpretativeperché è una espressione tradottacon un significato improprio perl’epoca, essendo lecito pensare alseme delle piante e dei frutti manon per gli animali e gli uomini.Sempre nel poema Gilgamesh,Ziusudra ricorda che:Poi sorsero gli dei dell’ abisso:Nergal divelse le dighe delle Ac-

que dell’ Absu, Ninurta abbattègli argini e i sette giudici, gliAnunnaki, innalzarono le lorotorce, illuminando la terra conle loro livide fiamme.L’espressione acque dell Absu èun riferimento geografico cheindica come le acque si riversa-rono da Sud, perché l’Absu, laregione di dominio di Nergal esua moglie Ereshkigal, corri-spondeva grossomodo al Suda-frica fino alla Tanzania. Unaconferma di questo riferimentosi trova qualche riga più avantinel testo dove si racconta che “iventi soffiarono per sei giorni esei notti, fiumana, bufera epiena sopraffecero il mondo”.All’alba del settimo giorno latempesta del sud diminuì, ilmare divenne calmo e la nave siarenò sul monte Nisir, che oggiviene identificato con il Pir Ma-grun e localizzato al confine trail Kurdistan iraqeno e la Turchiadell’ est, l’antica Anatolia, doveè collocato l’ Ararat della Bib-bia. In alcune tavolette il re As-surbanipal scrive di aver trovatolì la nave di Ziusudra.Sia nel mito mesopotamico chein quello biblico sono menzio-nati il corvo e la colomba, infattiZiusudra, come Noè, manda

fuori dalla nave una colombache però torna indietro nonavendo trovato dove poggiarsi;poi viene liberata una rondine,che torna anch’essa indietro; in-fine esce un corvo che, trovandole acque diminuite e la vegeta-zione libera, mangia, fa dei giriintorno alla nave, e poi vola via.Nelle righe conclusive della sto-ria, Ziusudra racconta che gli deiridiscesero sulla terra, lo trova-rono e la dea Ishtar lo festeggiòinsieme agli altri dei, allonta-nando Enlil che, senza riflettere,aveva causato il diluvio.Molti geologi si sono interessatiallo studio di questa antica e gi-gantesca alluvione formulandopiù ipotesi che il Diluvio siastato originato dall’eruzione mi-noica di Thera (1630-1600 a.C.)nel mar Egeo o dalla caduta dimeteorite nell’Oceano Indiano(3000-2800 a.C.) o a causa diuna cometa presso il lago Ummal Binni, nell’Iraq meridionale(5000-4000 a.C), di cui si sa-rebbe conservata la memorianell’Epopea di Gilgamesh.Un’altra teoria, studiando nellaSfinge di Giza i segni di unaforte erosione dovuti forse al-l’acqua, sostiene che il Diluviosia avvenuto alla fine dell’ul-

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tima glaciazione, detta diWurms, circa 10000 anni fa, perlo scioglimento dei ghiacci el’innalzamento del livello deimari a causa dell’aumento dellatemperatura.Ma la teoria più accreditata so-stiene che il Diluvio sia statocausato da una gigantesca inon-dazione del Mar Nero in epocapreistorica. Infatti, nel 1998,William Ryan e Walter Pitman,geologi della Columbia Univer-sity, pubblicarono le prove che,verso il 5600 a.C, per lo sciogli-mento dei ghiacci, si verificòuna enorme inondazione chefece aumentare il livello delleacque del Mediterraneo, passòoltre il Bosforo e allagò155.000 km² di territorio, in-grandendo e trasformando ilMar Nero e il Mar Caspio da la-ghi d’acqua dolce in mari salati.La data del disastro, le sue con-

seguenze sulle popolazioni e laposizione geografica suggeri-scono che l’evento possa esserela fonte del mito che si leggenell’Epopea di Gilgamesh esuccessivamente nella Genesi.Questa ipotesi è ora supportatada altri dati come: la traccia dellivello del mare in un canyonalla destra del Bosforo, anoma-lie nella distribuzione di stratidi acqua, depositi marini di ac-qua dolce, ricoperti di torbidità,tracce di sedimenti fossili al disotto del livello attuale delmare, ecc. Se l‘ipotesi di un ri-lascio catastrofico di acqua at-traverso il Bosforo si mostreràvera, si può pensare che l’ori-gine dell’evento sia da cercarein una falla nel Nord dell’Ana-tolia, nella zona del mar di Mar-mara e dei Dardanelli, regionetra le più sismiche al mondo.L’analisi dei sedimenti del Mar

Nero nel 2004 da parte di ungruppo di ricerca paneuropeo(Assemblage-Noah Project) haconfermato la conclusione diPitman/Ryan; inoltre, i calcolidi Mark Siddall avevano previ-sto un canyon sommerso in se-

guito trovato. Questo grandiosoevento poi ha innescato ricordiche, di generazione in genera-zione, hanno dato vita alla nar-razione del Diluvio universalegiunta fino a noi.

Carla Amirante

LA NUOVA FENICEDirettore responsabile: Antonio Di Janni

Stampa a cura della Casa Editrice CE. S. T. E. S. S.

via Catania, 42/B - Palermo

Autorizzazione del Tribunale di Palermo n. 13 del 15. 03. 96

Casa Editrice CE. ST. E. S. S.

Centro Studi Economici-Sociali Sicilia

via Catania, 42/B - Tel. 091. 6253590

PALERMO

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LA NUOVA FENICEPAGINA 15FEBBRAIO 2018

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MEDICI ILLUSTRI SICILIANIDALLA A ALLA ZETA

GiovanniCucco

Nacque a Castelbuono nel1861.Fu unmedico molto affer-

mato nonché ottimo oratore escrittore autorevole. Si laureòin medicina e chirurgia nel 1889all’ Università di Napoli. Fu al-lievo del famosoAntonio Calda-relli e da lui avviato ad approfon-dire gli studi medici, sulla basedelle sue spiccate qualità. Fuamico inseparabile di GiuseppeCirincione. Innovativo e attivonella ricerca medica, scrisse mol-ti articoli sulla stampa specializ-zata riguardo la gestione dei sa-natori antitubercolari e sulle co-lonie alpine, in particolare laColonia Alpina Margherita che

dal 1900 ospitava sulle Madoniei bambini del territorio più pre-disposti alla malattia.Illustrò le sue teorie e ricerchein congressi medici nazionali einternazionali riscuotendo molticonsensi per le sue conferenze.Per la sua specializzazione nel set-tore vinse molte borse di studio econcorsi nazionali, conseguendopremi e riconoscimenti per i suoiinteressanti e brillanti studi.Scrisse molte opere di caratterescientifico tra cui si ricordano“Asepsi e antisepsi in ostetri-cia”; “La pustola maligna”; “Ilchinino in gravidanza”; “Salas-so in oculistica”; “Fenocollanella malaria”; “Vantaggi e dan-ni nei vescicanti”; “Nuove ve-dute nella lotta antitubercolare”.Si spense a Palermo nel 1920.

Anna Maria Corradini

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LA NUOVA FENICEPAGINA 16 FEBBRAIO 2018

In tal modo l’espiazione nonsarebbe stata necessaria. Madal momento che Dio, nella suamisericordia e compassione perla miseria in cui era cadutol’uomo ha stabilito di salvaregli esseri umani, le Sacre Scrit-ture ci istruiscono dicendociche, per la redenzione degli uo-mini, era necessario che Gesùsubisse la passione. Ma l’espia-zione mediante la croce non funecessaria in senso assoluto,perché Dio poteva provvederein altro modo e neppure fu ne-cessaria di necessità estrinseca,esteriore come se Dio fosse co-stretto da una volontà esternapoiche non c’è nessun altro su-periore a Dio, ma il sacrificio diGesù fu necessario in relazioneal fine da conseguire: il perdo-no dei peccati, la liberazionedalla morte eterna e l’accessoalla vita eterna.Nel giardino degli ulivi Gesùchiese al Padre: “se è possibile,passi da me questo calice! Perònon come voglio io, ma comevuoi tu” (Mt 26,39). Questapreghiera ci rivela che per Gesùnon sarebbe stato fattibile al-lontanare da lui il bere il calicedella passione perché Dio, nel-la sua volontà aveva predispo-sto così. Diverse volte nei Van-geli e nelle lettere degli Aposto-li è detto che Gesù “doveva”,che era “necessario” che egli siincamminasse per la via dellamorte di croce per la salvezzadegli uomini (Lc 24,25-26; Eb2,17; 9,23;10,4).

8. LA NATURA DELL’ESPIAZIONE

Ora poniamoci un’altra doman-da: In che modo concretamenteGesù divenne “strumento diespiazione” (Rom 3,25) per i

nostri peccati? Egli si mise aservizio di Dio per la espiazionedei nostri peccati dall’incarna-zione fino a quando fu assuntoin cielo poiché, tutti gli eventidella sua vita, rientravano nelsuo mistero pasquale, eranoorientati al mistero della reden-zione e della ricapitolazione. Tratutti questi eventi emergonoquelli degli ultimi giorni dellavita terrena di Gesù che possia-mo sintetizzare in tre misteri

particolarmente determinanti inmerito alla natura dell’espiazio-ne: la sua obbedienza, le suesofferenze e, in modo particola-re, il versamento del suo sangue.

8.1. L’obbedienza di GesùRitorniamo per un attimo nelgiardino dell’Eden. In quel giar-dino, dove Dio pose Adamocreato in santità e giustizia pervivere sempre con lui, il Signore“diede questo comando all’uo-mo: Tu potrai mangiare di tuttigli alberi del giardino, ma del-l’albero della conoscenza delbene e del male non devi man-giare,perché, quando tu ne man-giassi, certamente moriresti”(Gen 2,17). Adamo non ubbidì aquel comando e “per la disubbi-

dienza di uno solo tutti sono sta-ti costituiti peccatori” (Rom5,19). Per la disobbedienza diAdamo “ il peccato è entrato nelmondo e con il peccato lamorte”. (Rom 5,12).Acausa del-la disobbedienza di uno solo tut-ti i discendenti di Adamo sonostati costituiti peccatori, sono en-trati nel numero dei ribelli (Ef2,3), dei disobbedienti alla Leg-ge di Dio divenendo meritevolidella sua ira, del suo giudizio (Ef

2,3). Tutta la storia del popolod’Israele è storia di ribellione aiprecetti di Dio per cui ogni uo-mo, a causa del peccato che por-ta in se e che lo muove alla ribel-lione, è per natura un disobbe-diente della legge del Signore esta sotto “la maledizione dellalegge” che è la morte (Gal 3,13).La morte eterna dell’uomo eradunque legata sin dal principiodella creazione alla disobbedien-za della legge (Gen 2,17). Eradunque necessario che qualcunoriscattasse gli uomini dalla male-dizione della legge vivendo, alposto degli uomini e a loro van-taggio, una vita di perfetta obbe-dienza a Dio e alla sua legge.Questa persona è stata Gesù ilquale è venuto “non per abolire

la legge ma per dare compimen-to” (Mt 5,17). In tal modo egli,come nostro Capo e nostro rap-presentante, “ci ha riscattati dal-la maledizione della leg-ge,diventando lui stesso maledi-zione per noi” (Gal 3,13) chenon eravamo stati capaci di met-terla in pratica. Egli per tutta lasua vita ubbidì alla legge del Si-gnore Dio a nostro favore affin-ché i meriti della sua perfetta ub-bidienza fossero imputati a noi.

8.2. Le sue sofferenzeL’altro elemento che contribuìalla espiazione dei nostri pecca-ti furono le sofferenze di CristoGesù che, come vedremo, co-minciarono con la sua incarna-zione e culminarono nella suamorte sulla croce.

Le sofferenze dalla nascita al-la vita pubblicaL’inizio delle sofferenze di Ge-sù cominciarono con la sua In-carnazione poiché “ pur essen-do di natura divina, non consi-derò un tesoro geloso la suauguaglianza con Dio, ma spo-gliò se stesso,assumendo lacondizione di servo”(Fil 2,6-7).Poi continuarono con le soffe-renze delle sua infanzia che ivangeli di Matteo e di Luca citrasmettono. Esse sono Il giace-re in una mangiatoia dopo lasua nascita (Lc 2,12); il primoversamento di sangue con lacirconcisione (Lc 2,21); la fugain Egitto poiché Erode lo cerca-va per ucciderlo (Mt 2,13); l’in-comprensione dei genitori nelritrovamento al Tempio (Lc2,48-50) e con l’essere sotto-messo ai suoi genitori imparan-do l’obbedienza (Lc 2,51).

(continua)

Formazione alla fede e alla vita cristiana/56A cura di Mons. Gaetano Tulipanogià Direttore della Scuola Teologica “S. Luca Evangelista” della Arcidiocesi di Palermo

“FU CROCIFISSO PER NOI SOTTO PONZIO PILATO,MORÌ E FU SEPOLTO”