La Notizia n. 106

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BIMESTRALE DI ATTUALITÀ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN ANNO XIX N. 106 - FEBBRAIO 2013 Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - BS

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febbraio 2013

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BIMESTRALE DI ATTUALITÀ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN ANNO XIX N. 106 - FEBBRAIO 2013

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sommarioDIRETTORE RESPONSABILEAndrea Dal Prato

CAPO REDATTOREGraziano Pelizzaro

REDAZIONEGiulia AvanziLaura LeoratiFrancesca LugoboniElodio PeraniSandra TosiPaolo Zani

COLLABORATORIGiorgio ArientiSante BardiniAnnalisa CappaCristina DelmenicoMichele GalliLuca GhizziDaniele GuerraMarta LealiDonatella LusentiFranco MondadoriFrancesca PesciLuca PiazzaMarisa RodighieroMariavittoria SpinaGiulia StuaniDavide TruzziGiovanni Zangobbi

PROGETTO GRAFICOClaudia Dal Prato

EDITORECentro Culturale “San Lorenzo”via Virgilio, 2546040 Guidizzolo (MN)Tel. 348 3115232e-mail: [email protected] Sito internet:www.lanotiziaguidizzolo.com

R. O. C.: N° 9434 del 16-10-00Aut. Tribunale di Mantova N° 8/95 del 30-05-1995

Stampa:Arti Grafiche Studio 83 (VR) Cellofanaturae spedizione postale:Coop Service s.c.r.l.Virle Treponti (BS)

COSTO MODULI1 modulo verticale:mm 60 x 38 € 40,002 moduli orizzontali:mm 60 x 82 € 70,004 moduli orizzontali:mm 60 x 170 € 120,001/2 pagina:mm 124 x 170 € 200,00Pagina intera:mm 277 x 170 € 300,00

3 Editoriale4 Le molte passioni7 I.S.A. Nicole Betti vince la borsa di studio8 Cronaca14 Bimbi nati nel 201216 Fiori d’arancio 201217 Ippoterapia e Onoterapia25 Notizie dall’Amministrazione29 Ricette30 I Pistoni Roventi alla “Motorumata di Anghiari”32 Un Bijou di museo35 Psicologia36 Appunti di viaggio38 Arte e dintorni - La nostra Storia39 Arte e dintorni - Cinema40 Arte e dintorni - recensioni41 Astri e civiltà43 Gestiamo la pressione arteriosa44 Gruppo Micologico Naturalistico45 Biogas: soddisfazioni per la sospensione 46 Intervista all’Assessore Lino Valbusa48 Quattro bagole50 Pro Loco Guidizzolo51 Numeri utili

Invitiamo i lettori a proporre, per le rubriche, problemi o situazioni che siano di interesse generale.

In copertina: Sofia Dal Prato

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editorialeAndrea Dal Prato

Da quanti anni si parla di tangenziale? Quanti anni si è discusso se era meglio a sud piuttosto che a nord del paese?Se questa tanto agognata tangenziale fosse stata un figlio, oggi sarebbe laureato all’uni-versità statale del malgoverno e dell’ipocrisia presentando una tesi sull’opportunità o meno di amministrare la “cosa pubblica” senza te-ner conto degli interessi privati.Ma procediamo con ordine. Da quando si é iniziato a parlare di tangenziale ad oggi sono state ipotizzate ben tre diverse varianti; due a sud del paese ed una a nord, l’ultima in ordi-ne cronologico. Tre comitati di cittadini sono nati a difesa della realizzazione della variante alla Goitese a nord o a sud del paese, oggi questi comitati sono praticamente silenziosi. Il 13 luglio 1989, l’allora sindaco Comm. Ageo Gallesi indisse, in Teatro, un’assemblea, alla quale era stata invitata tutta Ia cittadi-nanza perché aveva ricevuto dall’Anas la ri-chiesta di un parere riguardo ad un proget-to di circonvallazione che si sarebbe dovuta realizzare “entro pochi mesi”. Il progetto, come sottolineato da una circolare emana-ta dall’Amministrazione Comunale, “...era in netto contrasto con la realtà ambientale ed economica del paese e consisteva in un tra-gitto di circa 7 Km, di strada sopraelevata in terrapieno molto distante dal capoluogo, con conseguente difficoltà di inserimento sulla viabilità interna”. “Pollice verso“, dunque, da parte dell’Amministrazione targata Gallesi per questo progetto che, a suo parere, avreb-be distrutto circa 60 biolche mantovane di terreno fertile oltre al fatto che sarebbe stato deviato un traffico ritenuto “importante” per l’economia del paese. Un traffico che, non bisogna dimenticare, é causa di rumori, incidenti e grave inquina-mento. Di tale progetto, datato 1989 e prece-duto tre anni prima da una prima ipotesi di variante deliberata dal Consiglio Comunale e molto più vicina al paese rispetto a quel-la proposta dall’Anas, esisteva già il progetto esecutivo finanziato dallo Stato.Nel 1996, sindaco Zangobbi, il Consiglio Co-munale confermava la scelta delle ammini-strazioni precedenti di costruire la tangenzia-

le a nord. Nel 2003, il sindaco Maccari comunicava al Consiglio Comunale “...che si poteva consi-derare definitivamente chiusa la fase proget-tuale con l’avanzamento in trincea di buona parte della strada”.Nel 2005, il sindaco Gandini rispondeva in un’intervista ”Sono molto soddisfatto, devo dare atto del grande lavoro di questi mesi dell’Amministrazione provinciale e dei suoi tecnici che hanno portato risultati eccellenti. La Provincia ha già comunicato ai proprietari dei terreni l’avvio del procedimento che por-terà agli espropri, così che il 2006 sarà l’anno che vedrà le ruspe in azione”.Nel 2006 il sindaco Pelizzaro ottenne la con-clusione positiva della conferenza di servizi, in cui i 18 enti interessati esprimevano parere favorevole. L’inizio lavori sembrava imminen-te, anche perché si andava concludendo la fase degli espropri. Ma la progettazione defi-nitiva ed esecutiva ha richiesto più tempo del previsto e così, una volta conclusa nel 2010, si dovette fare i conti con le ferree regole del patto di stabilità.Nel 2012, il sindaco Desiderati, durante lo scambio degli auguri natalizi, con la citta-dinanza, nella sala Consiliare comunicava: “Regione e Provincia stanno lavorando per superare i vincoli posti dal patto di stabilità. La Regione ha nuovamente inserito l’opera tra le priorità lombarde e garantito alla Pro-vincia una quota significativa del patto di sta-bilità. La Provincia sta operando per completare l’acquisizione delle aree, passaggio necessa-rio perchè la Provincia stessa abbia la piena proprietà e disponibilità delle aree. Dobbia-mo essere fiduciosi...”Nella speranza che la matassa si dipani il più presto e che l’intera vicenda non assuma i contorni di una soap-opera americana, au-spichiamo, dall’Amministrazione Comunale, una dichiarazione pubblica dalla quale poter apprendere con schiettezza ed onestà le re-ali motivazioni che hanno condotto a questi ritardi, senza sotterfugi o ulteriori prese in giro. Per il bene della collettività come d’altra parte dovrebbe essere.

Tangenziale: sogno infinito

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MULTIMARCA

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Mi mostra la mano sinistra. È priva dell’anulare. “Prufesùr, l’è sucès quand… “.Inizia così il racconto di una vita dinamica e tormentata ma sempre vissuta con quel-lo spirito di adattamento pro-prio degli uomini di una volta. E dei guidizzolesi in particola-re. Era una peculiarità questa che apparteneva a tutti colo-ro che erano appena usciti da una guerra devastante ma era anche il portato di un’educazio-ne antica dove la sofferenza e la parsimonia erano presenze quotidiane in ogni famiglia. In-tendo dire in buona sostanza che si iniziava da giovanissimi a percorrere la via aspra della vita, senza mai scadere nella disperazione di fronte alle dif-ficoltà. Franco Boccazzi ha cominciato a 9 anni - subito dopo la guerra - a lavorare come marangone presso la ditta Cagioni, Toma-si ed Anversa, mobili ed infis-si, molto nota ed apprezzata in tutta la zona. La sua paga era di 500 lire alla settimana (cor-rispondenti a 0,25 centesimi di euro oggi) che lui però vedeva raramente. Andavano dai clien-ti per concludere gli ordini e vo-lentieri all’osteria della Via de Mès (via Chiassi) a fare qualche gargarismo curativo - la se-gatura, si sa, è terribile per la gola -. È passato poi a costru-

ire astucci di legno da Giusep-pe Marchini, detto “Mantua”. Era assai benvoluto e lo ricorda come caricaturista, divertis-sement nel quale era abilissi-mo. Con pochi tratti di matita rappresentava il soggetto con lineamenti immediatamente riconoscibili ma leggermente modificati da una penetrante, amabilissima ironia. Racconta che aiutava il figlio Guido a portare gli astucci a Lumezzane ma quando Guido, carattere birichino e focoso, ve-deva una sottanina (usa proprio questa espressione, apprezzo il suo garbo) perdeva la testa ed il portafogli si appiattiva e le palanche erano restìe ad uscire dalle sue tasche.

Stanco di questa situazione, va allora a lavorare a Medole, a fare cassette per la frutta, ma non mancava comunque di stare alle calcagna del Guido. Questi sfuggiva ad ogni ten-tativo, suo e di altri creditori, ed una volta lo ha visto calar-si addirittura da una finestra del primo piano. Io, sopraffatto dall’immagine che mi riporta al “Guardie e ladri” di Totò, sor-rido. Sorride anche Franco ma mi precisa con orgoglio che, tampinando quotidianamente, l’amico Guido, ha sempre recu-perato tutto.Era sveglio, intelligente, capi-va che bisognava darsi da fare perchè nessuno ti regala mai nulla. All’età di quindici anni faceva il manovale ma la do-menica era assiduo ai corsi di edilizia tenuti alla Scuola d’Arte di Guidizzolo dall’arch. Ricciar-do Campagnari di Mantova. È passato poi a lavorare, sem-pre come falegname, presso un nuovo laboratorio. Il titola-re aveva una sua metodologia curiosa ed infallibile per scan-sare un po’ di tasse: davanti al cliente scriveva i vari costi del mobile su un’anta dello stesso. Dopo il pagamento dava una piallatina al “documento” ed ogni traccia era scomparsa. Ma anche il nuovo datore di la-voro aveva il braccino corto e Franco, un bel giorno, mosso

Le molte passioniFranco Boccazzi

del Prof. Sante Bardini

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anche dai rimproveri del padre, va a trovarlo a casa sua di buon mattino. Lo tira letteralmente giù dal letto e gli chiede il pa-gamento degli arretrati. Dalle parole grosse passano alla col-luttazione ed entrambi finisco-no in fondo alla scala di legno che portava al piano superiore. Il giorno dopo lo paga ma non gli parla più. Franco mi dice che comunicavano solamente tramite biglietti, praticamente un’anteprima dei pizzini di oggi. È una situazione difficile. Non può andare avanti. Cambia pa-drone. Finisce ad Ostia mare come pittore di serramenti. Raggranellava un bel po’ di de-naro ma avvertiva crescente la nostalgia del paese. Era solo e mi confessa che di notte ricor-dava l’amatissimo Guidizzolo e sempre più frequentemen-te piangeva sopraffatto dalla malinconìa. Mi appare in tut-ta la sua bellezza il carattere dell’uomo: volitivo, determi-nato, coraggioso ma non privo di quei sentimenti che legano tutti, intimamente, al carattere, alle tradizioni ed alle immagi-ni della propria terra. Mentre scrivo gli appunti mi torna alla mente l’incantevole brano del Manzoni “Addio, monti sorgen-ti dall’acque ed elevati al cielo, cime ineguali, note a chi è cre-sciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari … Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allonta-na!”Per andare e tornare da Roma usava una 600 di poco prezzo ma di tante mani sul cui radia-tore era costretto, soprattutto quando si arrampicava sugli

Appennini, a buttare continua-mente secchi di acqua fredda.Tornato finalmente a casa ha l’incidente che lo priva del dito. Nel forare un serramento gli scappa la fresa che gli trancia di netto l’anulare sinistro. Quasi non se ne accorge. Con questo handicap non può continuare nel suo mestiere abituale ed allora diventa com-merciante ambulante di pelli di daino ed altri articoli per auto. Allora il prodotto andava per la maggiore perché era quasi uno status symbol. Con pochi bessi si aveva una nuova ricer-catezza da sfoggiare. Nel 1969 prende la licenza di mercan-tino. Gli affari sono così floridi che ne prende una anche per la moglie. Andavano in merca-ti differenti, lui da una parte e lei dall’altra, ogni giorno per sei giorni alla settimana. Ma alla domenica, mi puntualizza, non si riposavano perchè facevano le fiere. Vacanze mai.La vita da ora in poi ha scansio-ni assai meno concitate ma è estenuante per il troppo lavoro. Cede una licenza, tiene l’altra e con la moglie va ai mercati pae-sani a vendere calze.Oggi Franco è un personaggio conosciuto da tutti, è uomo di campagna dal carattere pacato, sereno anche se ancora dal-la voce potente e dalla parlata tumultuosa. Si concede final-mente ai suoi interessi partico-lari: norcineria e raccolta fun-ghi. Per la luciferina abitudine che ho di stare meglio che pos-so con i piedi sotto la tavola, mi intrigano entrambi e raddrizzo le orecchie.Apprende l’arte masalina all’e-tà di 24 anni seguendo il suo

amico Remo Cagioni, opera-io presso una ditta di Gazoldo. Dopo due anni è maestro finito e va presso le famiglie a far sö el pursèl da solo o con qualche aiutante occasionale. È mol-to richiesto per l’attenzione, la bravura e le conce. Ho un soprassalto di professionalità scolastica ed avendo discrete conoscenze nella materia, gli insinuo qualche scaltra doman-da tecnica. Dalle risposte capi-sco che Franco segue una pras-si alquanto personale ma ricca di criteri validissimi. Mi fa vedere un braccio tormen-tato. Una volta, per un brusco scarto dell’animale al momen-to di sparargli il chiodo per tra-mortirlo è stato ferito profon-damente dal polso al gomito. Si è legato alla bene e meglio con una corda, si è coperto con un giubbetto impermeabile ed ha continuato il suo lavoro. La de-scrizione dell’episodio cruento non mi ha sorpreso più di tan-to. Un tempo, molti anni fa, nel nostro contado, non c’erano tempo né soldi per farsi curare dal dottore per cui le famiglie si abituavano a sopportare an-

Una porchetta pronta per la cottura

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orario continuato 8.00 - 18.00è gradito l’appuntamento cell. 347 4125083

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di Caldognetto Angela

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che i dolori più lancinanti. Era un’educazione spartana che forgiava alla vita di allora, rude e senza fisime ma illuminata da grandi valori umani e religiosi. Il suo repertorio è quello classi-co dei masalìn mantovani: sala-me, cotechino, coppa, pancetta, fiocco (detto impropriamente culatello) e guanciale. Ecco, il guanciale. La lavorazio-ne di questa parte del maiale fornisce un prodotto estrema-mente interessante, poco fre-quentato dalle nostre parti ma sempre presente invece nella norcineria dell’Italia centrale e meridionale. Ritrovarlo a Gui-dizzolo mi dà la misura dei suoi elevati interessi nel settore.

Altra passione è quella della raccolta dei funghi. Morto pre-maturamente il Fondatore e Presidente del “Gruppo micolo-gico naturalistico Colli Moreni-ci”, Claudio Lugoboni, nel 2001 ne ha preso il posto su solleci-tazione degli iscritti. Quello dei funghi è un entu-siamo che lo coinvolge sin da quando era bambino. Me ne parla con amore, quasi con de-vozione. Aveva dieci anni e già andava su e giù per le campa-gne dell’alto mantovano con suo papà Mario. Riusciva ad introdursi nei meandri boschi-vi delle sponde collinari dove c’erano funghi commestibili e saporiti. Si trovava e si trova il

Boletus aereus (detto bronzi-no). A suo competente parere è il migliore del mondo. Mi faccio ripetere la stima palatale. Non arretra: il migliore del mondo. Sono basito per il giudizio ma anche perché mi accorgo che Franco non stima il pericolo.Segue infatti la nostra con-versazione l’amico Andrea Dal Prato. Interviene solamente di quando in quando per precisa-re e circostanziare. Ha la fun-zione di notaio. Prende nota di eventuali impegni futuri. Con un sorriso accattivante mano-vra in modo da registrare che a primavera, quando si riapri-rà il fronte di guerra, nell’am-bito delle grandi manovre che lui diligentemente organizza, ci sarà una degustazione della norcineria del nostro amico, un cartoccio di finocchietto selvati-co per le mie esperimenta sul guanciale - anch’io mi do da fare nella fattispecie - e forse anche un assaggio di Boletus aereus.La conversazione è finita. Ero stato avvertito che Franco avrebbe portato qualcosa. Pre-paro la tavola, porto del pane, del Bardolino di sana e robusta costituzione fisica, bicchieri, to-vaglioli, un dolcetto. Apriamo la busta omaggiata per la convi-vialità. Salame delizioso e - toh, chi si vede – so quante fette di guanciale stupendo.A primavera !

Una splendida raccolta di porcini

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Dopo un saluto di benvenuto del dirigente scolastico Prof. Giuseppe Rizza e dell’ammini-strazione Comunale con l’as-sessore Lino Valbusa, della professoressa Mirella Mona-celli, di ex colleghi e allievi oggi docenti, un’accorato amarcord di Ugo Bazzotti, tornato dopo quarant’anni nella sua scuo-la, con l’emozione, davanti alla giovanissima platea, “di sen-tirsi ancora in classe con i suoi studenti”. Racconta l’esperienza signifi-cativa maturata in una scuola dove rapporto umano, dialogo, sollecitazione costituivano i fondamenti. Sulla guida sicura e ordinata del fondatore Prof. Alessandro Dal Prato, pittore e pedagogo, da celebrare nel de-cennale della scomparsa, qua-le felice interprete degli ideali umanistici della cultura medi-terranea volta a formare uomi-ni da cui trarre i frutti miglio-ri in tutti i campi. Ricorda poi come il momento creativo sco-perto nei laboratori di Guidiz-zolo, prodotto non di immediati risultati ma di pazienti tecniche acquisite con fede e fatica, sia stato illuminante nel suo lavo-ro di critico d’arte, fornendogli formazione e metodo per valu-tare un’opera “oltre l’epidermi-de”. Raccomandando, pertan-

to, ai ragazzi di saper cogliere l’opportunità di una scuola in cui oggi come ieri non solo si apprendono svariate tecniche ma soprattutto si impara a sa-perle utilizzare al meglio nelle più disparate discipline. E l’importanza di studiare l’arte incoraggiando il pensiero crea-tivo quale potenziale enorme in tanti ambiti ampiamente sotto-lineata anche dal direttore prof. Rizza. In chiusura Giovanni Magnani per Excursus, associazione di ex allievi e docenti dell’Istituto Statale d’Arte che si prefigge di tener alto il prestigio dell’Isti-tuto, un grazie a una “scuola di vita e lavoro” che ha insegnato a molti ad essere uomini nella società e nel mondo. Quindi assegnati due ricono-scimenti: la IV Borsa di Studio Alessandro Dal Prato per l’an-no scolastico 2011-2012 di 500 euro all’alunna di 2ª A Nicole Betti di Montichiari (BS) con-segnata da Andrea Dal Prato; e una targa speciale a Noris To-masi con la seguente motiva-zione “Questo riconoscimento in segno di gratitudine e stima per il fecondo impegno didat-tico nell’insegnamento svolto con passione, rigore e inegua-gliabile competenza nell’Istitu-to Statale d’Arte di Guidizzolo”.

Tra i presenti gli ex dirigen-ti scolastici Edoardo Bassoli e Antonio Piazza.

I.S.A. :Nicole Betti vince la borsa di studio Con la consegna di una borsa di studio ad una studentessa e una targa all’insegnante Noris Tomasi è stato celebrato, all’Istituto d’Arte, il X anniversario della morte del prof. Alessandro Dal Prato che ne fu il fondatore e direttore.

Andrea Dal Prato consegna la borsa di studio a Nicole Betti

Ugo Bazzotti consegna la targa di riconoscimento a Noris Tomasi

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Anche le esequie cambianoSono sempre di più coloro che, davanti ad un lut-to familiare, preferiscono non ospitare in casa le esequie del proprio caro defunto. Che si tratti di un cambiamento culturale o di una nuova moda, non importa. É un dato di fatto. Magari oggi più diffuso in città, ma sta diffondendosi ovunque.Talvolta sono le dimensioni dell’abitazione, op-pure la semplice volontà di ricordare il proprio caro in casa da vivo, fatto sta che prende sempre più corpo la scelta di svolgere il rito delle esequie in locali alternativi.Per il vero la legge consente di trasportare la salma, nelle prime ventiquattr’ore dal decesso, anche presso l’obitorio o presso le camere mor-tuarie degli ospedali, ma la soluzione più innova-tiva e più confacente è la sala del commiato. For-se le ricordiamo perché ce le ha mostrate certa cinematografia americana, ma in Lombardia ne sono già sorte più d’una.Che si chiami sala del commiato o casa funeraria, è una struttura realizzata proprio per sollevare la famiglia da ogni problema, in un momento così delicato, qual è la perdita in una persona cara.Appoggiarsi a chi sa come affrontare e risolvere ogni frangente ed ogni adempimento legato al lutto diventa non solo utile, ma comodo ed effi-cace.In genere poi l’ambiente in cui si tengono le ese-quie è più confacente di quanto possano essere le fredde sale mortuarie di certi ospedali.Ne è un esempio, per rimanere nella nostra zona, la Casa Funeraria delle Onoranze Funebri Marchetti di Castiglione delle Stiviere, la prima casa funeraria in provincia di Mantova.Una casa funeraria che è un luogo dove ogni fami-glia può portare il proprio estinto in un ambiente che rispecchia la tranquillità, la riservatezza, la discrezione, ma soprattutto i valori morali e reli-giosi, indispensabili in momenti difficili come la perdita di una persona cara. La casa funeraria può ospitare anche cerimonie per riti diversi, compresi quelli propri delle co-munità straniere.

Solidarietà del G.V.G.Nei giorni scorsi il presidente del Gruppo Volon-tari Guidizzolesi Luciano Bondioli e i consiglieri Franco Marchesini e Angela Pinelli hanno con-segnato a don Roberto Buzzola parroco di San Giacomo delle Segnate, Quistello, Nuvolato, San Rocco un’offerta di 500 euro. Dopo la Santa Mes-sa celebrata in un locale dell’oratorio di San Gia-como hanno potuto constatare de visu le profon-de ferite ancora aperte causate dal terremoto del maggio scorso: la chiesa parrocchiale inagibile e spazi collegati, centri di ascolto fondamentali per intercettare le necessità da soddisfare, da ri-attivare. “Abbiamo scelto questo luogo - ha detto Bondioli - per diverse ragioni: il gemellaggio Gui-dizzolo-San Giacomo delle Segnate dettato dalla Diocesi, l’analogia sia pure su diversa scala tra ambiti di intervento sociale a favore di persone in difficoltà specie se anziani, il fatto che essendo

stato don Roberto curato a Medole negli anni ‘70 era conosciuto da molti dei nostri associati.” Da Marchesini e Pinelli ricordare sulle parole del ve-scovo di Mantova Mons. Busti come l’offrire, “con un gesto utile a chi dona insieme a chi riceve ab-bia soprattutto aiutato a riscoprire e valorizzare quella solidarietà che diventa fraternità.” Da don Roberto un sentito grazie a nome della propria comunità così duramente colpita.

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Teatro, vecchia passione dei guidizzolesiApprezzatissima la mostra presentata all’inau-gurazione del cartellone teatrale 2012-2013. In esposizione nel foyer rari gioielli dell’archivio di Giuseppe Valbusa, impegnato collezionista cui va il merito di aver tratto dall’oblio un inte-ressante spaccato di storia locale e facendo nel contempo ripensare l’opportunità di elevare a patrimonio pubblico importanti documenti del centenario percorso teatrale, ora di proprietà privata, per dar vita a varie sezioni tematiche museali. Ma veniamo alla mostra: sono inviti, avvisi, car-toline che testimoniano le proposte di comme-die, operette, veglie danzanti, soprattutto films del “Cinema Teatro Dopolavoro” OND degli anni ‘30 e del Teatro-Lanterna Verde del dopoguerra. Guardando con attenzione ci si sente trasportati in un mondo dimenticato o sconosciuto con cu-riosi inserti pubblicitari, tra cui “Segue film Luce sonoro” o “il film della vigilia Fascista”; oppu-re con la locale Filodrammatica del Dopolavoro “posti tutti a sedere a L.3 i primi e a L.2 i secon-di”; e “parlato in italiano” per il films Lady Lou con Gary Grant. Una mostra da vedere e tutta da scoprire; ide-almente collegata a quella permanente posta sulla parete dirimpetto - foto di attori da Angela Finocchiaro a Paolo Cevoli sul palco guidizzolese in questi ultimi anni - mostrando continuità nella cultura teatrale del territorio.

In chiusura, a tutti i presenti, a cura della Pro Loco, l’omaggio di una cartolina del Teatro di via Filzi anni ‘30, naturalmente tratta dallo “scrigno” di Valbusa.

BimbinfestaBimbinfesta organizzato da Comune e Pro loco con Gocce d’Oceano si è confermato un appun-tamento coi fiocchi. La tensostruttura del Cen-tro sportivo domenica scorsa ha infatti registrato per l’intero pomeriggio un allegro via vai di fa-migliole: mamme, papà, bambini di diverse età, ma anche nonni e nonne. Svariati e accattivan-ti gli spazi fruibili e intercomunicabili tutti con simpaticissime proposte. Per i più piccini, “fac-ciamo le pappe” con terriccio, granturco, pellet e la supervisione di una volontaria dell’Aido di Castiglione; oltre a molli attrezzi per liberi eser-cizi di psicomotricità. Per i più grandicelli invece attività più impegnate, sportive amatoriali con Scuola di calcio e Atletica, e prove di abilità su vecchi giochi da Campana a Lastec. Coinvolgente ed educativo l’angolo che ha visto fiorire da ma-teriale di riciclo, sollecitati dalla fantasia creativa

di Susi, incredibili oggetti da riutilizzare, tra cui svuota-tasche e portapenne. E importante è sta-to il progetto solidale con le originali matite di carta dipinte a mano dalle terze classi elemen-tari. Cedute poi a libera offerta e l’intero ricavato destinato all’acquisto di penne vere da inviare a

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coetanei poverissimi del Madagascar; e da Valter dell’Associazione Libera presentati in slide altri interventi a favore di questo paese in grossa dif-ficoltà. Una novità rispetto all’edizione preceden-te, la baracca dei burattini di Jessica con spet-tacoli che hanno rapito l’attenzione di grandi e piccoli incamerando scroscianti battimano. Mentre per gli amanti della lettura la Biblioteca ha curato una bella esposizione di libri per l’in-fanzia, sempre disponibili presso la sede.

YuccaQuesta pianta ha sempre goduto di splendida salute, in appartamento durante l’inverno e sul balcone d’estate, o anche piantata in terra, con un riparo d’inverno.É conosciuta anche come “tronchetto della feli-cità”. Ne sono conosciute oltre 40 specie, origi-naria degli Stati Uniti meridionali, del Messico e del Sud America; alcune sono senza fusto, altre hanno steli eretti, vigorosi, talvolta con delle ra-mificazioni che si sviluppano con l’età. Le specie coltivate in appartamento hanno fusto legnoso,

eretto, scarsamente ramificato, con corteccia li-scia; all’apice dei fusti si produce un folto cespo di lunghe foglie carnose, rigide, appuntite, di co-lore verde; esistono varietà con fogliame varie-gato. In estate occasionalmente le piante adulte producono alte pannocchie, che portano nume-rosi fiori campanulati, di colore bianco o crema o giallo.Quella di Alessandro Cargnoni che riproduciamo in foto è stata una vera sorpresa. All’inizio di ot-tobre era semplicemente una pianta con le foglie leggermente ingiallite, tanto da far pensare che si stesse seccando, poi improvvisamente nel giro di 25/30 giorni ha sviluppato la sua “pannocchia” che ha raggiunto l’altezza di oltre 4 metri.

Natale di luce con la maternaUn augurio originale alla cittadina con i bam-bini della materna del capoluogo nella “pilata” del 16 dicembre scorso. E un messaggio forte per un Natale di luce e di pace, ma soprattutto sull’auspicio di aprire a un nuovo tempo di amo-re e fraternità. Frutto della felice collaborazione docenti-alunni-genitori, l’appuntamento è stato preceduto da un simpaticissimo invito, realizzato e recapitato a mano dagli stessi bambini a tutti gli esercenti del paese, con preghiera di non di-sertare la loro “straordinaria serata”.

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Apertura:dalle 11.00 - 14 e 16.30 - 22.00domenica 16.00 - 22.00

Lunedì chiuso

0376 840494

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Grandi e piccoli con simboliche torce elettriche in mano intonando canti personalizzati, sono partiti dal monumento, e dopo aver attraversato il centro storico e fatto tappa nelle varie piazze tra lo stupore generale, sono approdati alla sede della materna per uno scambio d’auguri. In te-sta al corteo, portata da due scout di Castiglione delle Stiviere, una lanterna con la “Luce di Bet-lemme”, il famoso olio proveniente dalla chiesa della Natività, dove una lampada arde ininterrot-tamente da secoli alimentata a turno dalle Na-zioni cristiane della terra. Uno spettacolo gioioso e desueto cui non sono mancate pause di rifles-sione: un minuto di silenzio ricordando le piccole vittime della strage di Newtown in Connecticut; e la lettura di qualche articolo della Carta dei Di-ritti del Bambino.

Remember SayonaraIl nuovo direttivo della Pro Loco di Guidizzolo ha iniziato la sua attività con il botto! Infatti, Il 16 dicembre scorso ha organizzato, sul piazzale antistante la Sede Municipale, un party dal titolo “Remember Sayonara” con il Dj Marino Medola, aperto a tutti. Verso le ore 18 è iniziato lo spetta-colo e dopo poco tempo il piazzale si è letteral-mente riempito di giovani, di bambini, di genitori, dei “diversamente e sempre giovani”, mamme, nonne, ecc. Per riscaldare l’atmosfera, un po’ freddina a dire il vero, oltre alla bellissima mu-sica, i ragazzi della Pro Loco e i loro amici, han-no elargito a piene mani vin brulé, bombardini, bevande bollenti, birra, bevande analcoliche, il tutto accompagnato da pizzette, panettoni, ceci, caldarroste, scaglie di grana ed altre sfiziosità. C’è stata poi la lotteria con ben tredici premi che

andavano dai cesti pieni di leccornie, a quelli col-mi di verdure, ai panettoni. Vicino ai gazebo della Pro Loco, l’Aido ne ha installato uno suo, per por-re l’attenzione sulla donazione degli organi.La musica ha imperversato per quasi tre ore, e andava dal “revival” degli anni 70/80 (Queen), alla cumbia fino ai giorni nostri. In mezzo alla piazza quasi tutti ballavano, chi da fermo, sorseggiando vin brulé, chi, come i bambini con i genitori, agi-tandosi e muovendosi tutti felici.Sono state sicuramente diverse centinaia i par-tecipanti alla manifestazione: quelli che parteci-pano sono sempre i migliori!

Attività beneficaUna quarantina di bambini di quinta elementare, guidati dalle catechiste, in campo per una inizia-tiva benefica. Nell’arco di quattro sabati pome-riggio hanno preparato dei bellissimi lavoretti con materiale usato e decori a decoupage. Alle-stendo poi davanti alla chiesa una vivace banca-rella tutta estro e colore; quindi cedendo a libe-ra offerta, con disinvolta autonomia e spontanei auguri di buone feste, i loro manufatti ai vari acquirenti, per lo più i partecipanti delle messe domenicali. Inutile dire che i piccoli capolavori dal festoso sapore natalizio sono andati a ruba segnando il tutto esaurito; il ricavato è stato de-stinato alla Caritas parrocchiale per aiutare i loro coetanei in difficoltà. Particolare interesse ha destato il Mercatino dell’usato organizzato dalla Caritas parrocchiale

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nel Salone don Giulio dell’Oratorio. Con la propo-sta ben articolata e accattivante di un vasto as-sortimento di capi d’abbigliamento, casalinghi, giochi per i più piccoli. Ceduti per quattro dome-niche successive a libera offerta e con l’intero ri-cavato devoluto a sostenere le fasce più deboli e bisognose del territorio. L’iniziativa, di per sè non sconosciuta, è stata connotata da alcune impor-tanti novità. All’allestimento e soprattutto alla faticosa fase preparatoria di raccolta materiale, catalogazione, riordino su decine di tavoli mono-tematici dei pezzi in mostra, hanno partecipato - coordinati dalla dottoressa Renata Faini - vo-lontari giovani e meno giovani, italiani e di altre etnie, di Guidizzolo ed altre realtà limitrofe. Evi-denziando prima di tutto la tensione, nonostante le diversità personali, a lavorare insieme matu-rando a vari livelli e in un’apertura a tutto campo su progetti condivisi volontà e capacità d’integra-zione. Poi le diverse provenienze, da Medole spe-cialmente, dei volontari coinvolti hanno messo in luce l’impegno a collaborare in un’ottica non solo trasversale ma anche sovracomunale, così come nel nuovo spirito delle recenti unità pastorali.

Il ‘52 in festaCi sono classi che si ritrovano spesso, altre che lo fanno solo in occasioni particolari.La classe del 1952 è una di queste e lo fa me-diamente ogni cinque anni. Non si poteva certo saltare il 2012, ovvero l’anno dei sessanta. Un appuntamento importante, una tappa della vita

significativa. Per qualcuno, magari, è già tempo di bilanci. In un noto ristorante della zona, egre-giamente organizzata dal “coscritto” Agostino Bicelli, in arte “DJ Ago”, la festa della classe 1952 ha visto una partecipazione numerosa, ol-tre le aspettative. E come in tutte le feste di clas-se, ci si ritrova tra vecchi compagni di scuola, ma anche con altri che sono venuti ad abitare a Gui-dizzolo da grandi e che non hanno condiviso con gli altri i tempi eroici della giovinezza.Si sprecano i “ti ricordi”, ma anche i “com’è cam-biata quella (o quello)”… senza renderci conto che gli altri commensali staranno dicendo lo stesso di noi.E allora come cambiare registro? Con la musica, con il canto, con l’animazione del DJ Ago!E così, tra un risotto ed una capasanta, tra una cantata ed un ballo, tra un dolorino qui e una terapia là, arriva mezzanotte e ci si avvia verso casa. Già, è finito il tempo quando dopo la cena della classe si andava al night!

Il falò di Bombana LivioCinquecento persone, a rappresentare pratica-mente tutte le famiglie guidizzolesi, davanti al buriel allestito da Livio Bombana. Un appunta-mento ormai tradizionale che grazie agli ampi spazi interni e cortivi disponibili ben si presta a manifestazioni di grande respiro. All’esterno erano distesi vari gazebo con l’offerta di ceci e vin brulè, e supercuochi per la risottata finale innaffiata da vino novello; mentre nel capanno-

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ne erano imbanditi lunghi tavoli. Gli occhi di tutti però rivolti, tra cori festosi, sul magico momento dell’accensione del falò per indovinare, sulla di-rezione delle fiamme, gli auspici dell’anno nuovo. Che a detta degli esperti del campo sembrereb-bero essere stati buoni; le fiamme si sono infat-ti subito animate puntando dritte al cielo senza ondeggiare fumando sui vari lati. Ad accrescere l’emozione del rituale sacrificio della vecia uno spettacolo pirotecnico coi fiocchi. “Nonostante la crisi abbiamo voluto riproporre il consueto invito alla cittadinanza - ha detto Livio - per non delu-dere tutta la gente che contava sulla nostra pro-posta per passare qualche ora in sana allegria.”

Esordio per l’Orchestra fiatiApplauditissimo esordio nella serata di capodan-no nel Teatro comunale. Un repertorio di grandissimo impatto ed elevate difficoltà esaltato dalle capacità artistiche degli orchestrali diretti dal M° Nicola Ferraresi. Una serata condotta all’insegna della giovialità oltre che della bella musica, intervallata da alcuni

simpatici siparietti tra gli stessi esecutori ed il maestro.All’inizio, dopo l’Inno degli Italiani, lo scambio di doni: al maestro Ferraresi, da 10 anni direttore del Corpo Bandistico Guidizzolo, due bacchette, alcuni spartiti ed una penna perché continui a scrivere musica oltre che dirigerla; al presiden-te della Banda, Marco Gottardi, un album con le foto di tanti e significativi momenti.Al termine sul palco è salito Franco Marchesi-ni, presidente di quello che in questi giorni si è appena ufficialmente formato: l’Ente Filarmoni-co Guidizzolo. Un po’ un ‘ritorno alle origini’ in quanto la Banda nacque nel 1839 proprio come Ente Filarmonico musicale; attualmente la vo-lontà di racchiudere in un unico Ente appunto le molte anime musicali di Guidizzolo: la Banda, ora Orchestra fiati, la scuola di musica, il Coro polifonico, l’Orchestra; nuove forme e modalità musicali aperte ad esecutori e pubblico sempre più vasti: percussioni, coro lirico, cori giovanili, ecc. Così Guidizzolo diventerà sempre più cen-trale per la musica di tutto il territorio.

Ph Valter Tellaroli

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In leggera diminuzione le nascite del 2012 rispetto a quelle del 2011, infatti la cicogna ha portato 64 nuovi cittadini (contro i 74 dello scorso anno). In aumento il numero dei figli di cittadini stranieri residenti a

Guidizzolo 25 contro i 39 degli italiani. I maschietti battono le femminucce 38 a 26.

Sofia 15-7di Valter Dal Prato

e Francesca Lugoboni

Anna 30-5di Alessandro Dal Prato

e Daniela Pasquali

Pietro 5-5di Albino Barbieri

e Maddalena Pesci

Davide 28-5di Gottardi Marco

e Molinaroli Chiara

Benedetta 1-8di Davide Ruggerinie Francesca Pesci

Diego 15-6 di Marco Bombana

e Serena Simoncelli

Flavio 1-10di Domenico Grillo

e Marianna Caggiano

Linda 14-1di Davide Lanfredi

e Arianna Broccaioli

Teresa 20-12di Davide Dal Prato

e Fabiola Trentin

Matilde 22-10di Aldo Puleo

e Rossella Marocchi

Yassine 4-1di Jamal Karim e Naima Khaya

Mattia 5-12di Stefano Hue Fanny Hu

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Pietro 18-6 di Michele Zanoni

e Serena Tanchella

Riccardo 7-1di Gilberto Guidetti

e Giulia Redini

Isabel 16-10di Francesco Nori

e Ilaria Floriani

Erika 14-5di Matteo Mantellie Laura Zecchini

Elisa 6-1 Daniela 6-1di Francesco Casali

e Anna Fezzardi

Michele 11-2di Mirko Cappellari

e Serena Cirani

Lorenzo 20-10di Marco Iacovinoe Roberta Madella

Gioele 7-12di Stefano Cobelli

e Consuelo Buzzago

Sofia 21-3di Marco Caiola

e Patrizia Scalmana

Samuele 7-8di Giuseppe Marchielloe Elisabetta Guglielmi

Davide 4-8di Alex Vesnaver

e Ramona Tarchini

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Lucia 5-6di Alessio Monteverdie Daniela Palmarini

Matilde 13-11di Fabio Brusini

e Valentina Redini

Alberto 21-11di Simone Pezzaioli

e Ilaria Gialdini

Jack Thomas 13-11di Steven Cappa

e Lindsay Wooters

Elia 5-12di Simone Pistoni

e Serena Bianchera

Giada 29-10di Fabrizio Gandellini

e Luisa Gavioli

Elena 3-2di Marco Badinie Elisa Corradi

Matteo 21-10di Roberto Righetti

e Marzia Mozzanica

Riccardo 27-1di Giacomo Boccolae Barbara Simioni

Giorgia 5-5di Roberto Morandi

e Katia Visani

Sara 5-7di Lorenzo Pelizzaroe Paola Belinghieri

Andrea 8-12di Nicola Stanghellini

e Mara Favalli

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Viola 16-3di Fabio Toninelli

e Lara Cappa

Diego 1-5di Giovanni Medola

e Beatrice Allegretti

Paolo 27-10di Giuseppe Delmenico

e Monica Rosa

Caroline 5-2di Manuel Ghignoni

e Rossella Rosa

Giorgia 25-5di Sandro Piadena

e Francesca Perniceni

Cesare 30-11di Giovanni Rodellae Ingrid Spagnoli

Daniele 30-12di Gianfranco Frer

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Valentina Goffi e Cristian Barosi

Rossella Marocchie Aldo Puleo

Fotografie di lettori che si sono sposati nel 2012

Fiori d’arancio

Valentina Tabaie Mattia Tomasi

19 maggio 201223 giugno 2012

4 febbraio 2012Fanny Hu e Stefano Hu

10 agosto 2012

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Marika Quagliotto e Rudy Zeni

Federica Vivaldinie Francesco Tessaro

27 maggio 2012

Serena Simoncellie Marco Bombana

Giulia Stuanie Matteo Vidal

8 settembre 201218 febbraio 2012

30 giugno 2012

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Arianna Spazzinie Raffaele Simoni

2 giugno 2012

Angela Maffezzonie Simone Tedoldi

Chiara Azzinie Francesco Napoli

6 ottobre 20128 settembre 2012

Agnieszka Wzoreke Luigino Mason

21 luglio 2012

Ph Benito Pelizzoni

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Giovanna Rosae Nicola Zanella

5 maggio 2012 Sonia Brulicae Paolo Segna

Laura Castellinie Marco Ferrari

Stefania Ruggenenti Oberdan Paganini

30 giugno 2012

3 settembre 2012 8 settembre 2012

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1 luglio 2012

1 settembre 2012

Khaya Rabiae Sandro Cortelazzi

Antonella Pirritanoe Simone Buzzacchetti

28 aprile 2012

25 agosto 2012Rosa Casoe Massimiliano Bertolotti

Deborah Cavalettie Andrea Roversi

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Ippoterapia e OnoterapiaDelle due discipline, la prima, l’ippoterapia, è, probabilmen-te, più conosciuta: riguarda lo svolgimento di attività equestri, di animazione e di promozione sociale rivolte prevalentemente a persone diversamente abili, a bambini e adolescenti ed ha lo scopo di educare i diversi sog-getti al rispetto per gli anima-li, per la natura, per il lavoro dell’uomo, cercando nel con-tempo di favorirne la socializ-zazione. Protagonista e compagno al tempo stesso è il cavallo come mezzo di terapia attraverso un insieme di tecniche di educa-zione e ri-educazione mirate ad ottenere un miglioramento del disagio causato da una serie di agenti patogeni quali proble-matiche o danni sensoriali, mo-tori, cognitivi, affettivi, relazio-nali e comportamentali. Non ha certo la pretesa, l’ippo-terapia, di sostituire altre tera-pie tradizionali, ma piuttosto di integrarle. L’istruttore, quasi sempre di giovane età, si dedica a questo impegno dopo il normale lavo-ro, aiutando gli allievi a svilup-pare una relazione dinamica con l’animale. Vengono incen-tivate tutte le possibili espres-sioni di comunicazione che permettono il riavvicinamento alla dimensione corporea ed emotiva, allentando i conflitti e ristabilendo una connessione con la sfera emotiva e dei vis-suti interiori. Le lunghe passeggiate all’aper-to, lontano dai rumori, la risco-perta della flora e della fauna aiutano a ritrovare, con l’aiuto dell’amico cavallo, pace e sere-nità interiori ed a vincere molte paure.A fianco e parallelamente all’ip-poterapia si è venuta sviluppan-

do, negli ultimi anni, un’altra disciplina, l’onoterapia, vale a dire la cura con l’aiuto dell’asino (dal greco onos). Attraverso l’o-noterapia si cerca di sviluppare innanzitutto un rapporto fisico ed empatico con l’asino. L’ado-lescente e, in genere, il giovane con problemi di adattamento al mondo esterno, acquisisce maggior consapevolezza del proprio corpo e dei propri movi-menti e sviluppa altresì la capa-cità di comunicare con un altro essere vivente. Questo fatto è favorito, come detto, dalla pre-senza di un contesto ambienta-le idoneo che aiuta a riscoprire alcuni valori fondamentali.

Nella fattispecie l’asino è visto come animale piccolo, morbi-do, obbediente, paziente, umile, prudente, lento, ma sicuro e af-fidabile.Spesso, superata qualche pau-ra iniziale, il soggetto – utente riesce ad instaurare un rappor-to istintuale e profondo, vissu-to sul sentire. Il bambino, così come il soggetto diversamente dotato, riesce a recuperare una capacità di sentire in termini empatici ed emotivi. Nel caso di disabilità si sviluppa il senso

di essere capace di prendersi cura ed avere un rapporto af-fettivo con un altro essere che apprezza la mano che gli offre da mangiare o bere e lo “lecca” quasi accarezzandolo. L’asino, ancor più che il cavallo, dopo una fase (solitamente breve) di ritrosia più che di paura, accet-ta tranquillamente il cibo: erba, mela, carota, ecc... dalle mani del bambino e pare ringraziarlo con gli occhioni umidi e bassi. In tal modo, si sviluppa, prima, e accresce poi, la propria auto-stima e fiducia in sè stessi, por-tando il soggetto ad una pro-gressiva maggiore autonomia.In buona sostanza attraverso

l’ippoterapia e l’onoterapia si sperimentano metodologie di approccio non alternative, ma integrative rispetto a quelle tra-dizionali e si offrono, al tempo stesso, momenti di svago guida-to e controllato che consentono di gustare relax e divertimento anche al di fuori dell’ambiente familiare con possibilità, sem-pre più frequenti, di instaurare nuove e costruttive relazioni.

Antonio Quiri

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In ricordo di Bruno Rodella caduto nella strage delle Cave Ardeatine

Ore 10,00 Sala ConsiliareInterverranno: Sergio Desiderati Sindaco

Pietro Gialdini Vice Sindaco

Grazia Rodella nipote di Bruno

Caterina Moccia Vice Presidente Nazionale ANMIG

Giovanni Morselli Presidente Provinciale ANMIG

Ore 11,30 via Rodella

Scoprimento della targa sulla facciata della casa natale

“Perchè il ricordo non si spenga mai”

Sala Consiliare Comune di Guidizzolo

sabato 23 marzo 2013

Giornata della memoria

A tutti i presenti verrà distribuito, in omaggio, un fascicolo sulla figura di Bruno Rodella

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A quasi due anni dall’insedia-mento di questa Amministra-zione riteniamo utile fornire alcune indicazioni riguardo le condizioni socio economiche del Comune di Guidizzolo.

Sin da subito abbiamo dovuto fare i conti con l’acuirsi della crisi economica che ha colpi-to non solo Guidizzolo o l’Italia ma tutto il mondo occidentale. Il nostro Ente, non avendo en-trate diverse rispetto a quelle strettamente tributarie, veden-do praticamente azzerata l’at-tività edilizia che con gli oneri di urbanizzazione garantiva introiti in grado di soddisfare diverse esigenze del territorio ne ha sofferto e ne soffre più di altri.

Erano anche già state appalta-te opere, soprattutto scolasti-che, che impegnano il nostro Comune.

Nel dettaglio:

- Ampliamento della scuola primaria- Nuova scuola dell’infanzia- Struttura polivalente- Ampliamento centro sportivo

L’ampliamento della scuola pri-maria è volto sostanzialmente a garantire alla scuola la pos-sibilità di una sempre migliore offerta formativa per i ragazzi: nuove aule e laboratori, spazi ampi e consoni alle esigenze di una moderna didattica.

Sulla necessità di una nuova scuola materna crediamo non vi possano essere smentite. La struttura che si sta erigendo e che sarà pronta per l’utilizzo con l’inizio del nuovo anno sco-lastico è stata vista con soddi-sfazione dalle insegnanti. Le stesse, ed a loro va il ringrazia-mento della comunità, hanno attivamente collaborato alla definizione di alcuni importanti adattamenti.Si sono dovute prevedere, e partiranno a breve, alcune ope-re per renderla pienamente fruibile e collegabile con Piaz-za Falcone Borsellino, snodo del Polo Scolastico. Altri im-portanti interventi di sistema-zione e collegamento viario, in zona, troveranno attuazione con la programmazione previ-sta nei prossimi anni. La struttura polivalente diverrà uno dei centri di aggregazio-ne significativi per Guidizzolo e contribuirà anche a rivitaliz-zare il parco Barriera. L’utilità sociale di questo edificio cre-diamo sia fuori discussione. Oggi quest’opera probabilmen-te attenderebbe. Il progetto e l’aggiudicazione dei lavori sono avvenuti poco prima dell’inse-diamento dell’attuale Ammi-nistrazione e comunque in un momento economico per il Co-mune completamente diverso.

Con impegni finanziari signifi-cativi per il Comune per i pros-simi anni nel contesto dell’ap-palto. Non senza difficoltà nel

reperimento dei fondi in un contesto generale cambiato.

Il Centro Sportivo, luogo di cre-scita per tutti, vedrà nei prossi-mi mesi lavori di ampliamento finanziati da un mutuo (novem-bre 2010) del Credito Sportivo finalizzato proprio e solo a que-sto intervento. Si è atteso un momento nell’inizio dei lavori per trovare le risorse per dota-re i campi dei necessari sotto-servizi (raccolta acque piovane dei campi da calcio e illumina-zione), risorse reperite con ca-pitale privato.

Per quanto attiene il territorio e l’urbanistica sono allo studio degli aggiornamenti del PGT (Piano del Governo del Terri-torio che ha sostituito il PRG ai primi del 2011). Strumento fon-damentale di programmazione che, se ben articolato, consen-te lo sviluppo del territorio, in collaborazione con i cittadini. Strumento ancor giovane che ha bisogno dei necessari ag-giornamenti ed adeguamenti.Alcune questioni sono già state concordate con l’Asl e consen-tiranno uno sviluppo più coe-rente con le principali diret-trici viarie programmate, non ultima la prevista Tangenziale sicuramente opera di forte im-patto territoriale.Dopo la prima fase di studio è ora il momento di mettere mano a tutta una serie di que-stioni e richieste di varianti che, nella logica di un interesse più

600 giorni: un primo bilancio

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vasto, potranno rispondere più adeguatamente alle esigenze che ci si presentano. Certo la situazione economica attuale, e con essa quella immobiliare/edilizia, non depone a favore dell’ottimismo ma giocando sulle ricchezze del nostro terri-torio speriamo si diventi attrat-tivi per nuove iniziative.Qualcosa si stà muovendo e, per esempio, con l’attuazione di un piano di lottizzazione po-sto nella parte nord del paese alcuni tratti delle viabilità co-munale verranno completati, migliorando i collegamenti in-terni.Stanno partendo inoltre le veri-fiche e gli aggiornamenti di tut-to l’impianto di illuminazione pubblica per giungere anche su questo ad una significativa ri-duzione dei costi. Sui risultati più che positivi del-la raccolta differenziata viene riferito a parte.

La situazione economica che si è venuta a creare ha condi-zionato famiglie e imprese ma ha condizionato, e fortemen-te, anche le pubbliche ammi-nistrazioni locali. A fronte di impegni assunti sono in parte mancate le entrate necessarie, evidentemente prima previste. Ciò ha comportato da un lato l’esigenza di incentivare tutte le procedure per i recuperi pos-sibili, dall’altro la necessità di man-tenere gli equili-bri di bilancio in rapporto agli im-pegni ed ai servi-zi erogati. Si sono potuti realizzare alcuni interventi, ed altri stanno per essere ultimati o concretizzati, gra-zie all’apporto di capitali privati ai quali va il ricono-scimento di tutti.Lo Stato, in virtù delle norme ema-

nate nel 2011 e 2012 ha taglia-to al Comune di Guidizzolo nel anno 2012 somme significa-tive e raddoppiato il saldo del Patto di Stabilità portando-lo ad €. 389.000,00 contro €. 163.000,00.

In quello che può essere defini-to come un anno ‘horribilis’, il 2012, si è riusciti a mantenere quella coesione sociale che ri-teniamo debba essere alla base di ogni convivenza civile. Non senza difficoltà le quali hanno gravato a carico di famiglie e imprese in un quadro nazionale non certo entusiasmante. L’ap-plicazione di elevate aliquote Imu è solo una delle decisioni sofferte che l’Amministrazione si è trovata ad assumere. Con-testarla è sicuramente dove-roso, oltre che facile. Bisogna tuttavia tenere conto delle con-dizioni economiche del nostro Comune il quale non ha altre entrate di cui, diversamente, altri Enti possono godere (di-scariche di rifiuti, cave di ghia-ia, ecc…).

Il tema principale su cui si è sempre tenuta viva la discus-sione è stato quello di lavorare per avere quantomeno inalte-rati i servizi fondamentali per la persona: servizi sociali, scuola, cultura. Con la necessità anche di rivedere alcune tariffazioni,

peraltro ferme da diversi anni. Su queste ragioni riserviamo ampio spazio più avanti.

La cultura è senza ombra di dubbio uno degli aspetti della vita di una comunità che mag-giormente devono interessa-re tutti i cittadini: promuovere cultura è un imperativo. Cul-tura etimologicamente deriva dal termine latino colere, col-tivare. Coltivare quel bagaglio di conoscenze (Salvaguardare l’eredità culturale) trasmesseci dalle generazioni passate (pro-muovendo le necessarie inno-vazioni per le prossime) e pro-muoverne di nuove per quelle future. Tutte le forme di istru-zione sono state sostenute, la biblioteca si è ulteriormente sviluppata, il teatro (con la sta-gione principale che grazie agli sponsor si sostiene e riesce a produrre ulteriori risorse) è da oltre un decennio luogo privile-giato di incontro.

Un doveroso ringraziamento va alle Associazioni di volonta-riato senza le quali tutto diver-rebbe più difficile. Anche per loro sono in parte venuti meno contributi pubblici: tutti si sono rimboccate le maniche com-prendendo la particolare situa-zione e riuscendo comunque ad offrire servizi indispensabili alla collettività.

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RETTE MENSA E SCUOLABUS

Sono passati cinque mesi dall’i-nizio delle attività scolastiche e due mesi dall’approvazione

del Piano diritto allo Studio che rappresenta l’impegno del co-mune a sostegno delle attività scolastiche e degli studenti di Guidizzolo, risultato di una buo-

na collaborazione tra ammini-strazione comunale, scuola e commissione politiche scola-stiche.

ALCUNI DATI

Nel Piano Diritto allo Studio tro-viamo tutte le attività didattiche integrative scelte della scuola, il materiale di facile consumo e didattico e sono state accolte tutte le proposte avanzate dal-la scuola stessa senza tagliare nessuna richiesta, imponendo però un tetto massimo sul co-sto orario dei professionisti che svolgono queste attività; si è ri-usciti a garantire il collegamen-to internet della scuola e par-

te del materiale hardware per consentire l’introduzione del registro informatico che i tagli ministeriali avrebbero tolto o reso irrealizzabili ma allo stes-so tempo obbligatori. Il Piano contiene anche il finanziamento per gli interventi ‘ad personam’, aiuti individuali per ragazzi con difficoltà di apprendimento o di comportamento certificati dagli organi competenti; questa voce pur se inferiore rispetto all’an-

no precedente rimane molto alta. Quest’anno nel Pds trova posto il mercatino del libro usa-to che permetterà di introdurre un servizio utile alle famiglie; da tre anni troviamo il corso di lingua italiana per stranieri (al mattino per le donne e alla sera per i lavoratori). Il Piano rac-chiude il servizio di refezione scolastica e trasporto, dei quali si riporta il numero di utenti.

Il servizio di refezione alla scuola dell’infanzia costa alla collettività circa 7 €. a pasto (comprende il pranzo la meren-da alla mattina e al pomeriggio; fornitura derrate alimentari,

spese di cucina e funzionamen-to generale)

Pesanti tagli che in quest’ul-timo anno (concentrati negli ultimi mesi del 2012) ci hanno

portato a modificare la quota di compartecipazione chiesta alle famiglie, compartecipa-zione diversa in base alle fasce ISEE, che copre solo una parte del costo totale. Il corrispettivo

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richiesto era fermo da 4 anni, (nemmeno l’adeguamento in-flattivo previsto dalla legge era mai stato applicato)

Stesso discorso per quanto attiene lo scuolabus. Il servi-zio (scuolabus e assistenza) ha un costo complessivo di €. 98,614,00 annui; con i corri-spettivi a carico dell’utenza si recupera meno della metà.

Analizzate le spese e le quote di partecipazione richieste il Co-mune di Guidizzolo rimane tra quelli con i contributi inferiori a carico delle famiglie pur conti-nuando a garantire una qualità di servizi non indifferente. Con i rappresentanti delle famiglie sono comunque in atto colloqui per giungere ad una soluzione il più ampiamente condivisa.

Nei mesi di settembre e ot-tobre coloro che non hanno consegnato il buono-mensa sono stati rispettivamente 3 e 4; per queste famiglie, come per quanti volontariamente o per errore lasciano trascorre-re i termini per il pagamento di qualunque imposta o corrispet-tivo sui servizi, scattano le mi-sure necessarie per il recupero delle somme.

É convinzione primaria di que-sta Amministrazione che non esistano cittadini di serie A o serie B; cittadini diversi a se-conda del colore della pelle o del credo politico o religioso. Di fronte alle norme tutti sia-mo e dobbiamo essere uguali. In questo ambito ci si è sempre mossi. Nessuno può ricevere dalla collettività in misura di-versa da quanto stabilito da leg-gi e regolamenti. Tutti abbiamo il compito di partecipare alla crescita ed al mantenimento dello stato sociale ognuno se-condo le proprie capacità. Certi che nel corso della vita ognuno di noi riceve e dà alla comunità in cui vive.

Restando in tema di giovani, abbiamo ritenuto doveroso ri-proporre una serata dedicata ai neo maggiorenni, dal titolo “Giovani di sana e robusta Co-stituzione”, durante la quale si è fatto dono a tutti i ragazzi di una copia della Costituzione e del Tricolore.Tema principale di questa ma-nifestazione è il battesimo civi-co dei “nostri” ragazzi, ai quali viene finalmente concessa la piena proprietà di un loro diritto fondamentale: poter contribui-re alla vita politica e sociale del proprio Paese tramite il voto.Collegato a questo tema, quasi non fosse già di per sé impor-tante, è il fenomeno dell’indif-ferentismo alla politica: feno-meno attualissimo, ma che già negli anni ’50 Pietro Calaman-drei (uno dei padri della Costi-tuzione) spiegava ai giovani.Rimanere indifferenti alla poli-tica, affermava Calamandrei, è un po’ come trovarsi a bordo di una nave che rischia di affon-dare, senza curarsi affatto del problema perché “tanto non è mica roba nostra”. Questo è l’indifferentismo alla politica. Non si può rimanere indifferen-ti alla vita politica del proprio paese, se vogliamo disporre noi stessi delle nostre sorti.Molte persone sono ormai abi-tuate a pensare che la libertà e i diritti, di cui oggi possiamo godere, siano una cosa assoda-ta, naturale e dovuta…ma non è sempre stato così!Allo stesso modo non si può sperare che le nostre libertà ri-mangano inalterate, dobbiamo impegnarci tutti i giorni, insie-me, per difenderle.Non è giusto, quindi, rimanere indifferenti alla politica, perché è una cosa che tocca tutti; dob-biamo renderci conto che non siamo soli, ma siamo parte di un tutto.Val la pena ricordare le parole di un grande presidente ameri-

cano, John Fitzgerald Kennedy, “non chiedete cosa può fare il vostro Paese per voi, bensì cosa potete fare voi per il vostro Pa-ese”.E in tal senso va inteso il ruo-lo di tutti coloro che genero-samente e con responsabilità rendono un servizio prezioso alla comunità: nella politica, nel volontariato, nell’impegno civile. Per questo non ci stancheremo mai di esortare tutti i cittadini e specialmente i giovani, cui spetterà il compito di traghet-tarci verso il domani, ad impe-gnarsi, “…portando ognuno la propria pietra al cantiere”.

Un accenno, doveroso, al per-sonale comunale. Negli ultimi 4 anni l’organico del Comune per pensionamen-ti e trasferimenti è diminuito di 5 persone. (Otto se ne sono andate, 3 sono arrivate). Nel frattempo sono aumentate le competenze in capo ai Comu-ni e, di conseguenza, i carichi di lavoro. I funzionari hanno svolto e stanno svolgendo egre-giamente ogni attività andando sovente oltre quelle che sono le loro competenze e gli incarichi del loro inquadramento.La chiusura degli uffici il sabato mattina, peraltro uno dei giorni meno frequentati dall’utenza, è nata dalla necessità di unifor-mare l’orario alla maggior par-te degli uffici pubblici (diversi comuni contermini (Piubega, Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Solfe-rino, ecc ), comune capoluogo, amministrazione provinciale, prefettura, banche, ecc.), avere orari pomeridiani di apertura al pubblico ed ottenere sensibili risparmi sui costi delle utenze. Ferma restando comunque l’a-pertura di uffici o servizi quali la Polizia Locale, il settore Ope-raio o la Biblioteca e la reperi-bilità dell’Ufficio Anagrafe per le denuncie di decesso.

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Coniglio della nonna

Procedimento Disossare il coniglio, tagliare a pezzetti la polpa e in una padella capiente mettere l’olio, tutte le verdure tritate, l’alloro, il gine-pro, sale e pepe. Rosolare per cinque minuti e poi aggiungere la polpa del coniglio, cuocere a fuoco lento per circa 1 ora bagnan-do di tanto in tanto con il brodo.Servire impiattando al centro la polenta e posizionando la carne sopra con il sugo che si sarà formato durante la cottura.Per la polenta:salare e portare ad ebollizione l’acqua; togliere l’acqua dal fuoco e versare lentamente la farina mescolando accuratamente per evitare la formazione di grumi. Rimettere sul fuoco e riportare ad ebollizione per 30-40 minuti mescolando di tanto in tanto.

Il ristorante “LA BAITA” continua a fornirci piatti tradi-zionali, anzi “della nonna”. Questo è un piatto molto frequente nella nostra tra-dizione culinaria contadina e, come risaputo, la carne del coniglio ha un certo pregio perché magra, saporita, ricca di vitamine del gruppo B, con livello di colesterolo molto basso.Molto indicata nell’alimentazione dei bambini.

Vino consigliato: bianco delle colline Moreniche

Ingredienti1 kg di polpa di coniglio1 costa di sedano1 carota media1 cipolla bianca media2 foglie di alloro4/5 bacche di ginepro4/5 cucchiai di olio extra ver-ginesale e pepe – brodo vegetale

PER LA POLENTA:Farina gialla fioretto o brama-ta secondo il gusto personale. In genere si calcolano 200 gr di farina per 1 lt di acqua.

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Nello scorso novembre un pic-colo gruppo di motoenduristi facenti parte del club “I pistoni roventi” composto dagli amici: Giberto Angeri, Luca Botturi, Bruno Marchesini, Marcello Pasini, Carlo Pelizzari, Marco Tosadori, Valter Rosa e Mauro Zandonà sono partiti per parte-cipare alla “Motorumata di An-ghiari” una gara che si tiene nel comune toscano.Dopo 3 ore e mezza di viaggio, arrivati a destinazione, due simpatici ragazzi, proprietari dell’Agriturismo “La Conca”, li attendono per accompagnare i nostri enduristi lungo un per-corso mozzafiato alla scoperta

dell’incantevole paesaggio dei “Monti Rognosi” che, a dispetto del nome poco invitante, rap-presentano una Riserva natu-rale caratterizzata dall’affiora-mento di un particolare tipo di rocce conosciuto come ofioliti, sulle quali si sviluppa una pe-culiare vegetazione ricca di emergenze botaniche e fauni-stiche.Prima di partire hanno pensato di fare una merenda per dare energia da bruciare ai musco-li (pane, salame, sbrisolona e del buon Lambrusco) visto che fino a sera non si sarebbero più fermati. Le guide, gentili e di-sponibili, li hanno fatti sentire e

proprio agio e hanno illustrato quanto si andava visitando.Nel pomeriggio si inizia col visi-tare le meraviglie dell’appenino centrale, oltre ai 300 ettari di bosco che circondano l’agritu-rismo e in sella alla moto hanno raggiunto il meraviglioso punto di incontro fra quattro regioni: Toscana, Emilia Romagna, Um-bria e Marche.Al rientro vi era a disposizione dei “pistoni roventi” una attrez-zata officina per rifocillare le moto che l’indomani avrebbero affrontato la Motorumata. Si-stemate le moto, doccia calda e appuntamento con Livio Ghi-solfi, che da anni partecipa alla

I Pistoni Roventi alla “Motorumata di Anghiari”Da qualche anno è nato a Guidizzolo il moto club di enduristi denominato “I PISTO-NI ROVENTI”: pubblichiamo la cronaca del loro avventuroso viaggio ad Anghiari città toscana gemellata con Guidizzolo

Attraversamento del torrente Sovara Sosta alla cascate sui Monti Rognosi

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rappresentazione enogastrono-mica “Cento Gusti”, per delizia-re il palato con una fiorentina gigante e dell’ottimo Chianti al “Passo della scheggia” nella tipica trattoria “Antico Posto di Ristoro” gestita da Lucio con un menù ricco e sostanzioso. La mattina dopo (giorno di gara per la classica “Motorumata di Anghiari”), alcuni erano parti-

colarmente stanchi a causa di una brutta nottata trascorsa con il russatore pluripremia-to Carlo, altri un po’ delusi dal tempo che con vento e acqua temevano li avrebbe accom-pagnati per tutta la giornata. I nostri coraggiosi enduristi sono comunque partiti. La gara è stata dura, maltempo, fango e cadute varie, nulla li ha ferma-

ti e all’arrivo, fortunatamente nessun infortunato, erano ba-gnati fradici, stanchi, doloran-ti e molto affamati ma con un grande sorriso contenti ed ap-pagati della loro avventura. Caricate le moto, dopo la cena, partenza per Guidizzolo, sono tutti stanchi, qualcuno in mac-china dorme e russa, altri par-lano dell’avventura, dell’ospita-lità ricevuta e già si programma un’altra moto cavalcata ad An-ghiari, nella prossima in prima-vera.

Foto ricordo nel centro di Anghiari Poldo, incoronato “RE” dei russatori

Avventura su sentieri impervi Un momento di svago e riposo

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Un Bijou di museoE’ unico in Italia, imperdibile per gli amanti del vintage ma anche per chi è appassionato di storia, o di moda, o di tecnologia industriale. E’ il Museo del Bi-jou, che si trova in pieno centro a Casalmaggiore (CR), città che per quasi cento anni è stata la capitale del … “gioiello dei po-veri”: non oro, né argento, non brillanti o perle, appannaggio delle sole classi sociali più ele-vate, ma una produzione inten-sissima di oggetti di bigiotteria, realizzati con gusto e perizia, per regalare a tutti, (a tutte, per lo più) il piacere dell’ele-ganza e del piacersi. I bijoux di Casalmaggiore hanno segnato e seguito le mode e le epoche, sono stati indossati da giovani fanciulle degli anni Venti e da contadine degli anni Quaranta, hanno accarezzato la vanità e la seduzione. Ed ora ritrovano vita e il giusto riconoscimento nel-le teche del museo, istituito dal Comune di Casalmaggiore nel 1986 e allestito nell’ex collegio di Santa Croce, costruito dai Padri Barnabiti verso la metà del 18° secolo: soffitti a volta, pavimenti in cotto, muri in pie-tra a vista sono la suggestiva cornice delle sale espositive. Nelle teche del museo si pos-sono ammirare collane, brac-

ciali, spille, orecchini, ciondoli, cinture, ma anche distintivi, medaglie devozionali, occhiali, portaoggetti: in pratica la gran parte del campionario di quanto veniva prodotto dalle fabbriche di Casalmaggiore -fra fine Ot-tocento e gli anni ’70 del seco-lo scorso- per essere venduto sul mercato nazionale e inter-nazionale. Si tratta di oltre 20 mila pezzi, fra bijoux ed acces-sori; ma nelle sale del museo sono esposte anche macchine utensili, attrezzi, fotografie e cataloghi, che documentano un fenomeno industriale presso-ché unico in Italia ed altamen-te rappresentativo della storia dell’economia e del costume del Novecento. Nelle immagini di queste pagi-ne potete ammirare una spilla risalente agli anni ’50, un de-cennio cruciale per la storia non solo italiana. Ebbene, in quegli anni di gravissime diffi-coltà politiche ed economiche, ma poi, dopo la Guerra, anche di straordinario dinamismo, operava a Casalmaggiore una industria che stava al passo con la tecnologia e le tenden-ze delle maggiori fabbriche europee ed americane, che dava lavoro a qualcosa come 600 persone (uomini, donne, e sì, anche bambini) producendo ornamenti personali: gioielli falsi, potrebbe dire qualcuno, l’Or at Casàlmagiuur, potreb-be ricordare qualcun altro. Oro matto: niente di prezioso, se non il gusto. Bello, in grado di abbellire chi lo indossa, ma assolutamente alla portata di tutti. In quegli anni erano state le dive del cinema a divulgare l’uso della bigiotteria: i gioielli di scena portavano le firme dei maggiori stilisti americani, e le mode lanciate dai film vengono poi riprese per la produzione

“di massa”, per essere vendute, esportate ed indossate…Sarebbe troppo lungo ripercor-rere nel dettaglio la storia di questa fabbrica: accenniamo solo che fu frutto della straor-dinaria intuizione di un artigia-no-orologiaio di Codogno, Giu-lio Galluzzi, che verso fine ‘800 venne a Casalmaggiore per il servizio militare, e qui rima-se, apprendendo nuove nozioni tecniche dagli orefici locali e mettendoci del suo, provando ed ottenendo la placcatura in oro di un metallo non prezioso con una tecnica già conosciuta, ma mai sfruttata in Italia. Giulio Galluzzi cominciò la sua carrie-ra girando per le strade e le fie-re con la sua mercanzia: la sua valigetta, gli attrezzi, i clienti abituali. I suoi prodotti piace-vano, la tecnica si affina, l’idea è quella di allargare il mercato, di invaderlo con i suoi prodotti placcato-oro. Il laboratorio arti-giano si amplia, diventa fabbri-ca, dalla quale escono succes-sivamente alcuni capi-reparto per fondare altre fabbriche, che poi però nel 1926 si riuniscono di nuovo, forti di competenze, esperienze, mercati diversi: nasce così un piccolo distretto della bigiotteria. Un successo che travalica i confini nazionali: la G.G. e poi la Società Federale Orefici esportano i loro oggetti in tutto il mondo, accontentan-do le richieste di commesse sudamericane, nord-africane, coloniali. Il regime fascista si appoggia alle fabbriche casala-sche per la creazione di meda-glie, gemelli, distintivi, e affida loro addirittura la produzione delle fedi in metallo con cui sostituire le vere d’oro donate dalle donne italiane alla patria. Tanta vicinanza al regime costò caro alle fabbriche casalasche nel dopoguerra, così come la Spilla anni Cinquanta

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scarsa lungimiranza di alcuni amministratori e infine la con-correnza asiatica che già inizia-va ad imporsi in diversi settori. La produzione si diversifica, si allarga a linee di occhiali, og-getti da scrivania, e poi appa-recchi radio (la Emerson). La Fir, il “Fabbricone”, ha smesso definitivamente la produzione bigiottiera negli anni ‘70, e 15 anni dopo nasce, con i campio-nari fortunosamente recupera-ti, il Museo del Bijou di Casal-maggiore. Quell’arco di tempo è stato indispensabile per ripulire tutti i pezzi (che stipati in canti-ne e soffitte dell’azienda erano in pessime condizioni), ordinar-li per tipologia o cronologica-mente, reperire fondi e allestire le sale espositive; lavoro imma-ne che è stato meritoriamente portato avanti dall’associazione Amici del Museo del Bijou e dal suo primo presidente, il dott. Francesco Zaffanella, in colla-borazione con l’Amministrazio-ne Comunale di Casalmaggio-re che ha sempre creduto nel progetto e nelle potenzialità (culturali, turistiche, artistiche, didattiche) di questo museo. Che oggi guarda (e salvaguarda) il passato, organizza il presente e tiene in piedi un futuro. Ovve-ro, il patrimonio museale viene catalogato, protetto, studiato, arricchito, valorizzato e messo in esposizione per diversi tipi di pubblico, perché la ricchezza di ciò che gli uomini hanno creato con il loro ingegno, le loro ca-pacità, non venga disperso e sia sempre pronto a testimoniare

le eccellenze della nostra città e dell’Italia. Pur essendo fuori dalle rotte turistiche dei grandi centri, il museo è visitato da un migliaio di persone “esterne” a Casalmaggiore, che, appas-sionate di vintage o di design o di tecnologia, vengono a sape-re della realtà casalasca e la raggiungono, anche da distan-ze considerevoli. Un dato che potrebbe ovviamente essere maggiore, ma servono forze e finanze anche per essere cono-sciuti… Oltre agli oggetti, il Museo rac-coglie e studia materiale docu-mentario: sono stati acquisiti da poco un libro paga, un cata-logo di Giulio Galluzzi del 1911, nonché il Libro Matricole del 1922, con i nomi di moltissimi dipendenti, con le loro mansio-ni, i loro stipendi… E al museo sono conservati anche molti dei macchinari che venivano uti-lizzati, perché anche la scien-za e la tecnica siano presenti nelle sale mu-seali insieme alla bellezza e alla creatività.Salvaguardia del passato, quindi, e or-ganizzazione del presente. Sono davvero tante le inizia-tive messe in campo, prima fra tutte l’atti-vità didattica:

le scuole di ogni ordine o gra-do possono frequentare i labo-ratori didattici che sono stati ideati dalla responsabile dei servizi educativi, dott.ssa Ro-berta Ronda, capo-settore Cul-tura del Comune di Casalmag-giore, e che aiutano a scoprire gli oggetti in sé, i materiali, le lavorazioni, la storia della tec-nologia e della gioielleria. Al-cuni dei percorsi sono dedicati a periodi storici precisi, come “Archeobijoux”, per scoprire come si adornavano gli uomini primitivi, o “Bijoux fra le pira-midi”, per imparare lo sbalzo su rame sulla base dell’icono-grafia egizia; altri invece sono più orientati verso le discipline tecnico-scientifiche, per affina-re le capacità fino-motorie dei bambini (anche con il supporto di attrezzi e strumenti), o per apprendere le varie caratteri-stiche dei materiali e trasfor-

Una teca del Museo

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marli in piccoli bijoux, o ancora per comprendere l’importanza del riciclo e del riuso (“Ecogio-ielli”).Il recente allestimento di una sala per le mostre temporanee (“Sala Zaffanella”) ha dato ul-teriore linfa al Museo del Bijou, che da un anno a questa parte può organizzare esposizioni e conferenze in grado di richia-mare pubblico ed esperti: la prima mostra (fotografica) è stata dedicata alla nascita del museo e al contributo che l’as-sociazione Amici del Bijou ha dato, in 25 anni di vita, per il suo allestimento; sono poi se-guite le conferenze sui bijoux americani e il loro rapporto con i prodotti delle fabbriche di Casalmaggiore (con Erika Zac-chello) e quella con una delle maggiori storiche italiane del gioiello e della bigiotteria, De-anna Farneti Cera, autrice del-le più importanti pubblicazioni italiane sul tema. La proficua collaborazione con l’associa-zione Incontri e Eventi di Roma, presieduta da Norma De Lucia, ha portato a Casalmaggiore

due collettive dedicate al bijou contemporaneo (oltre 40 gli ar-tisti italiani che hanno potuto esporre le loro creazioni), men-tre è stata dedicata alla storia della città nella seconda guerra mondiale la mostra “Gh’è Pip-po…smorsa la lüs. Casalmag-giore e la provincia di Cremona sotto i bombardamenti”, aperta nel periodo della fiera di San Carlo (1-4 novembre) e visitata da oltre un migliaio di persone. L’attuale sede del museo era, negli anni 1943-45, un rifugio antiaereo e sotto le volte del pa-lazzo dei Barnabiti hanno trova-to riparo da “Pippo” molte delle famiglie residenti nel quartiere: ecco lo spunto che ha dato ori-gine alla singolare esposizione, in cui hanno trovato posto na-turalmente anche alcuni bijoux realizzati dalle fabbriche locali in quegli anni e gli occhiali ad imitazione RayBan che veniva-no prodotti a Casalmaggiore dopo l’arrivo degli Americani in veste di liberatori. I prossimi appuntamenti sono con l’artista vicentino Cosimo Vinci, che disegna e crea splen-dide tiare ispirate alla Magna Grecia (fino al 27 gennaio 2013), con il mondo delle perle vene-ziane dalla collezione di Au-gusto Panini (marzo-aprile) e con i suggestivi gioielli di carta dell’artigiano Fernando Maso-ne (maggio-giugno). L’importanza del Museo del Bi-jou è stata recentemente sotto-lineata dal Politecnico di Milano, la cui docente Alba Cappellieri (Design del Gioiello) ne ha invi-

tato i responsabili per raccon-tare agli studenti le vicende delle fabbriche all’interno di un corso sulla produzione bigiot-tiera italiana del Novecento che coinvolge alcuni dei nomi storici del mondo dell’ornamento per-sonale. Infine, fra le iniziative più attese della prossima pri-mavera c’è la seconda edizione del corso di Creazione di Bijoux alternativi, tenuto da Norma Piccioni, una delle collaboratrici storiche del museo. Tutte le ini-ziative della struttura espositiva sono comunque segnalate sul sito internet www.museodelbi-jou.it, e possono essere meglio conosciute contattando lo 0375 284423 (Ufficio Cultura del Co-mune di Casalmaggiore).

Letizia Frigerio(Conservatore del Museo del Bijou)

Paolo Zani(Presidente dell’associazione Amici del Bijou)

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Giulio Galluzzi

Fotografie: Graziano Temporin

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Avete mai riflettuto su tutte le volte che ci diciamo “eh, la te-sta dice una cosa, ma il cuore ne dice un’altra!”? E se invece questa affermazione non aves-se così senso? Siamo abitua-ti a pensare a noi stessi come se fossimo divisi in due: da una parte la razionalità e dall’al-tra le emozioni, ma gli ultimi approcci scientifici che stanno guadagnando maggiore ac-creditamento, che seguono le mode come tutto il resto, sono proprio quelli che postulano l’interezza e l’unicità dell’esse-re umano. In fin dei conti, perché dovrem-mo pensare di essere divisi? In fin dei conti, nasciamo tutti interi, ci muoviamo tutti interi, ci relazioniamo agli altri tutti interi! Forse il pensare a noi come es-seri divisi in due nasce dal fatto che a volte ci sembra di com-

portarci in modo poco razionale, o poco coerente: ma non è forse questo il senso delle emozioni? O meglio, non abbiamo sempre pensato che le emozioni sono quel qualcosa che difficilmente è di immediata comprensione?Magari, la prossima volta che ci capiterà di pensarla in que-sto modo, potremmo chiederci “qual è il motivo per cui le mie emozioni dicono di comportar-mi così? Non sarei d’accordo, ma mi viene da fare così…ma-gari c’è un motivo!”. Sicura-mente non sarà semplice ca-pire noi stessi, ma, fidatevi, c’è sempre un motivo!Ed ecco che si spiegano tutte le cose che ci sembrano inco-erenti! Ad esempio, tutti sap-piamo che fumare fa male, ma quanti sono i fumatori in Italia? Tutte le donne vittime di vio-lenza sanno che dovrebbero andarsene, ma perché restano

dove sono? Tutti i ragazzi sanno che dovrebbero studiare per la verifica, ma quanti non lo fan-no? L’essere umano è quanto di più complesso si possa immagina-re, ma, fin dall’antichità, abbia-mo avuto bisogno di genera-lizzare i nostri comportamenti, per sentirci più al sicuro, per vivere in una sorta di chiarez-za che ci desse la possibilità di non brancolare nel buio. E così ci siamo scordati, e sempre di più ci scordiamo, di quanto invece sia stupefacente l’originalità di ogni essere uma-no; anche nelle scuole si cerca di rendere i bambini tutti ugua-li, tutti ligi alle stesse regole, invece di tirar fuori da ognuno di loro le migliori doti che po-trebbero offrire.Riflettiamoci: non sarebbe un mondo meno noioso, e forse meno pericoloso, se ognuno di

noi potesse esprimersi al meglio? In tutta l’inte-rezza di cui, per fortuna, siamo fatti.

Dicotomia cuore-cervello

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Barcellona è una di quelle città che non ha bisogno di presen-tazioni perché semplicemen-te splendida, vitale e colorata! Meravigliosa dal punto di vista artistico, con il suo centro me-dievale e gli edifici modernisti, è rinomata anche per la sua fantastica vitalità, i suoi locali e la movida senza fine. Iniziamo allora a conoscerla: cosa sarebbe Barcellona sen-za le Ramblas? Qui si concen-tra lo spirito della città oltre ad essere considerato il posto migliore per abbandonarsi al rituale spagnolo del paseo (il passeggio). Per le Ramblas non esiste riposo: il flusso della fol-la scorre ininterrottamente ad ogni ora del giorno e della not-te. Nota con il nome di Rambla, in realtà questo famoso viale è costituito da cinque viali albe-rati ben distinti fra loro. Pas-seggiandovi si viene attratti da

tutto ciò che è offerto: statue viventi, suona-tori ambulanti, mimi e caricaturisti. Lascia-mo alle spalle il caos delle Ramblas per addentrarci nel cen-tro storico e più antico della città: il Barrìo Gotico, chiamato così per la presenza al suo interno di numero-si e splendidi monu-menti gotici. Ricco di passato il quartiere è l’unica zona della città completamente conservata come nel Medioevo, con edifici, piazze e viuzze che meritano una passeggiata per apprezzar-ne lo splendore. A svettare sul quartiere gotico è la maestosa Cattedrale che comprende un amalgama di stili architettonici differenti, un po’ barocchi, un

po’ gotici. Entran-do, sulla destra, possiamo osservare ben ventotto cap-pelle poste tra le al-tissime colonne che sorreggono il sof-fitto. Qui, vicino al fonte battesimale, merita una sosta la targa che ricorda il battesimo di sei in-diani caraibici por-

tati con sé da Cristoforo Colom-bo giunto dalle Americhe. Dirigiamoci ora verso il mare ed il suo famoso quartiere de La Barceloneta, tradizionale borgo di pescatori e marinai. Con le sue viuzze, piazzette e vecchi bar, l’intera zona è un tuffo nella Barcellona di cento anni fa, dove i più anziani porta-no ancora le sedie sulla strada e chiacchierano amabilmente. Se vogliamo invece ammirare la città dall’alto è consigliato dirigersi verso la zona detta Gracia, che comprende i quar-tieri collinari da cui è possibile godere di splendidi panorami. A rendere particolarmente attra-ente questa zona, polmone di Barcellona, sono i suoi quindici

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parchi, tra cui lo stupefacente Parc Güell, patrimonio mondia-le dell’Unesco dal 1984. Questa autentica magia architettonica fu progettata dal genio di Gau-dì che decise di sfruttare le sue conoscenze urbanistiche, miste alla creatività artistica e alla sua esuberante immaginazio-ne, per realizzare un’urbaniz-zazione in mezzo alla natura. Il risultato è un complesso magi-co e fiabesco, caratterizzato da un’atmosfera suggestiva e sur-reale con strutture stile fumet-to, comignoli a forma di fungo e arcate gotiche. A Barcellona si respira l’anima di Gaudì e Gaudì rappresenta la città. Per questo sul nostro cammino in-contriamo alcune delle sue più rinomate opere urbanistiche: Casa Batllò e La Pedrera. La prima esprime il nazionalismo di Gaudì che rappresenta un’al-legoria della leggenda di Sant Jordi: il tetto, infatti, è la schie-na del drago e i balconi i teschi delle sue vittime, mentre La Pedrera è un condominio ma-gico, in cui ogni dettaglio porta l’impronta del genio visiona-rio che l’ha creato e il cui tet-to è sormontato da camini che appaiono guerrieri medievali. Non è, infine, possibile parla-re di Gaudì senza ammirare la

Sagrada Familia, simbolo della città e capolavoro rappresenta-tivo dell’architetto che vi lavorò per quarant’anni senza mai ul-timarla. Oggi l’opera è costitui-ta da due facciate, la Natività e la Crocifissione, dai fianchi e da parte dell’abside, mentre man-ca completamente il tetto. Fi-nanziata grazie alle offerte dei fedeli, la costruzione avanza a ritmi lentissimi e si stima che i lavori possano terminare entro il 2030.Ultima tappa del nostro itinera-rio è Montjuïc, chiamato anche Monte degli Ebrei per via di un cimitero ebraico che sorge-va qui nel Medioevo. Si tratta di una montagna situata tra la città e il mare dove è piacevo-le passeggiare fra i vialetti dei suoi curati parchi e fioriti giar-dini per giungere, infine, alla Fundaciò Joan Mirò, tributo a uno degli artisti più rappresen-tativi cui Barcellona deve mol-to. Fondato dallo stesso Mirò, il museo ospita circa mille opere d’arte che mostrano l’evoluzio-

ne artistica del maestro.Difficile descrivere in cosi poco spazio una città tanto ricca. Cos’altro aggiungere per invo-gliarvi a trascorrervi un long weekend? Barcellona ha pro-prio tutto: musei ricchi di tesori inestimabili, meraviglie archi-tettoniche, spiagge vivaci e vie sempre animate. Insomma una meta perfetta!

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riQuasi un romanzo

Due amiciPerani Latino lamenta il silen-zio del suo amico Michele Gras-si. Michele, anni 18, è a Manto-va a far pratica di commercio nel negozio di Bovi Primo nella contrada della Cicogna. É tempo di Carnevale e nel caf-fè di Perani sono state fatte due feste da ballo, Latino è stato in piedi fin tardi per i preparativi e nei giorni seguenti non è mai andato a letto se non a tarda ora. Latino, ora che ha un po’ di quiete, si affretta a scrivere e a inviare il suo ritratto. Non lo avrebbe mandato perchè è tan-

to brutto e si ripromette di man-dargliene un altro più bello. Michele vorrebbe l’amico a un veglione, ma il padre di Latino non concede il permesso e inol-tre per la prossima domenica è in programma un veglione an-che a Guidizzolo. “Non ti diverti qui? Cosa vuoi andare a fare a Mantova?”I due amici si vedranno in un’al-tra occasione.

Martina a MicheleMartina: “Immagino quante volte avrai pensato al tuo ne-gozio e quanto avrai deside-rato poter farti in una mosca e volare a Guidizzolo”. Michele: “É poco tempo che siamo lungi l’uno dall’altra ma mi pare mol-to assai, questa vita nuova mi figura un sogno, mi vedo solo senza il bene di vederti, baciarti assieme a Carmela e alla pic-cola Maria. Pazienza!” Carmela quando torna da scuola doman-da sempre del papà. Chiede che le porti la cogomina e la pento-lina. Nel 1898 Carmela ha avuto gli esami, è tutta contenta per-chè crede di essere passata ... dall’uscio. “Caro papà, desidero sentire come stai. Verrei volen-tieri a trovarti. Ti dirò che man-gio tanta pappa perchè quan-

do vieni a casa mi troverai più grassa”. Maria ha un po’ di tos-se, è vicina alla mamma mentre Martina scrive e chiama papà, tata, mamma. “Papà è andato sul tram che fa tò tò tò”. Car-mela manda un bacio e Miche-le “Ciao bel dunì e, ricevuto tuo bacio, mando il mio”. E Martina: “Carmela ti manda cento baci, Maria duecento e tua moglie mille”. Il 20 luglio: “Domani è la fiera, ti ringrazio del tuo in-vito, ma la distanza è di circa 290 kilometri”. Collodi è a 12 Km da Montecatini. Michele è andato con alcuni mantovani e nel ritorno una sosta a Pescia, a tavola rosso di Chianti annac-quato. Nel ‘98 con Luigi Scalori sulla funicolare e nel discen-dere una grande paura che la fune d’acciaio si spezzasse. Se passando per qualche contra-da sente piangere una bambina a Michele sembra udire Maria tanto facile al pianto. “Che bra-vo!... hai proprio scritto appena arrivato. Non hai perduto tem-po. Rendesti contenta colei che tanto desiderava avere tue noti-zie. Il professore ha trovato un miglioramento. Sia ringraziato Iddio che esaudì le mie preghie-re. E tu pure devi ringraziarlo”. Qui si conclude l’esame del car-teggio.

È prossima la pubblicazione di ”Quasi un romanzo”, libro del prof. Franco Mondadori con prefazione della prof.ssa Stefania Fontanesi, edito dal Centro Culturale San Lo-renzo che sarà distribuito gratuitamente alle scuole e a quanti ne fossero interessati.Ne anticipiamo due brevi capitoli.arte &

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Vorrei innanzi tutto consiglia-re ai più impressionabili di non proseguire oltre, nella lettura del mio articolo. L’argomento infatti è un pò scabroso e non vorrei urtare la suscettibilità di alcuno. Nel 1978 esce in Italia “Zombi” di George Romero, un film di fondamentale importanza nella storia del cinema. Nato come film horror, “L’alba dei morti” (o “Dawn of the dead”, titolo originale) travalica i confini del genere per divenire film di de-nuncia politica e sociale. Negli Stati Uniti dilaga un’inva-sione di Zombie. Le campagne, i paesi e le città sono infestate da queste creature costrette a tra-scinare lentamente il loro corpo maciullato. La situazione è de-solante: tutte le attività umane sono interrotte e ovunque re-gna l’anarchia. Gli Zombie sono continuamente alla ricerca di sangue fresco e di carne cru-da. Sono cannibali e si cibano dei loro simili, infettandoli. Il morso determina una specie di morte apparente da cui ogni ca-davere si risveglia trasformato, a sua volta, in un altro Zombie. Si tratta di un morso malefico attraverso cui il contagio si dif-

fonde inesorabile. Non esiste alcuna cura. Tutte le categorie umane sono coinvolte senza distinzione di età, di razza o di sesso. Alcuni portano ancora i segni di un orrenda morte: chi ha semplicemente il collo squarciato, chi trattiene le sue viscere fuoriuscite tra le mani, chi è privo della calotta cranica e ha l’encefalo sanguinante in vista, chi ha un occhio penzo-lante, appeso all’orbita. Ma chi sono in realtà questi Zombie? Sono essenzialmente morti che camminano, recanti sulla loro carne i segni del disfacimento e della putrefazione. Ma sono anche creature viventi. Queste creature non sono in grado nè di parlare, nè di ragionare ma conservano una labile memoria della loro vita passata. I loro ri-cordi li conducono verso i luoghi che, in vita, davano loro un sen-so di sicurezza e di benessere: i centri commerciali. Gli Zombie si ammassano numerosi da-vanti alle porte di ingresso di questi monumenti ormai chiusi e inaccessibili. E, non potendo entrare, smanacciano e mugu-gnano, lasciando sulle vetrate saliva, umori e brandelli delle

loro membra insanguinate. Ma guardatevi! Non vi ricono-scete? Siete voi, in coda per ac-quistare l’ultimo ritrovato della tecnologia o per accaparrarvi l’agognato capo firmato, du-rante il periodo dei saldi. Siete voi, alla continua e affannosa ricerca di cose inutili, di cui po-treste tranquillamente fare a meno. Siete voi che desiderate una cosa, solo perchè ce l’han-no tutti. Siete voi che vi sentite profondamente frustrati e in-soddisfatti, se quella cosa non è alla vostra portata. State di-ventando, senza saperlo, pro-fondamente avidi e attaccati ai beni materiali. Siete una massa di decerebrati barcollanti che si dirigono verso i luoghi del futile e del superfluo. Quando vi ren-derete conto che non siete altro che cibo per i vermi? Ah, se riuscissimo, per un atti-mo, ad intravedere il nostro de-stino in quelle creature smem-brate e senza pace! Ah, se riuscisssimo a sentire l’odore del sangue fresco e del-la carne cruda! Gli Zombie sono qui ora. Sono, allo stesso tempo, quello che siamo e quello che diventere-mo! Gli Zombie siamo noi!

Consumismo e cannibalismo

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É un romanzo che si legge ve-locemente, accattivante nella trama e scorrevole nel linguag-gio, intrigante per i molti colpi di scena; partecipa di una line-arità ancora ottocentesca senza trascurare tutti gli elementi che sono indispensabili oggi per pubblicare. L’autore racconta di tante storie che si incontrano sullo sfon-do della società consumistica e della scuola devalorizzata; prima la sua: di uomo, medio-cre nello stipendio e nello stile di vita, con un lavoro da inse-gnante di lingue e traduttore, sposato con una donna ricca convinta di amarlo al di là delle apparenze, ma presto sensibile al continuo richiamo di un am-biente superiore e superfluo. Il rapporto con tutti gli abitanti della scuola incide con forza l’anima del nostro provocando suo malgrado riflessioni che lo porteranno a risolvere un ter-ribile e sconcertante mistero. Romanzo di denuncia o roman-zo di formazione? Non si può nascondere il grande cambia-mento che avviene nel prota-gonista in concomitanza agli

avvenimenti che prima subisce e poi affronta sia sul lavoro che nella vita privata, la sua capa-cità di riflessione, la sensibilità di fronte alla ingiustizie lo por-

teranno a recuperare il corag-gio di muoversi con lucidità nel bel mezzo di situazioni degne di un investigatore stile Castle, perfetto mix televisivo tra sen-sualità e audacia. La trasfor-mazione lascia decisamente soddisfatti, il professore ha li-

berato la società e la sua scuola dai cattivi, ha trovato il coraggio per licenziarsi e per togliersi qualche soddisfazione perso-nale. Spassosi, quasi comici alcuni commenti, quando l’au-tore si lascia trasportare da una vena quasi dadaista nelle finte risposte che rifila agli aspiranti scrittori. Mi lascia invece per-plessa la descrizione dell’isti-tuzione scolastica, forse perché sono un’ insegnante che crede fortemente, nonostante tutte le riforme, al valore dell’insegna-mento e all’importanza degli alunni; perciò timidamente mi chiedo: magari il prof. Perboni, quando descrive quelle squal-lide figure di colleghi, dedite a tutto; denaro, carriera, sesso, fuorché al loro lavoro, condivide la mia sensazione che un po’ di colpa ricade anche sugli inse-gnanti.

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Il 2013 sarà un anno di eventi astronomici eclatanti: oltre al consueto appuntamento con fe-nomeni suggestivi quali eclissi e sciami meteorici, si prospet-ta il transito ravvicinato di og-getti stellari come asteroidi e comete. Per gustarsi lo spetta-colo del cielo basterà alzare lo sguardo e puntare nella giusta direzione gli occhi, nostro prin-cipale strumento di osservazio-ne e di meraviglia.Iniziamo l’annuale viaggio tra le stelle mettendo a fuoco il no-stro telescopio interiore. La mi-sura del tempo e dello spazio è soltanto una convenzione, rela-tiva e mutevole come l’avvicen-darsi delle civiltà. Un riflesso del compromesso tra gli scon-finati spazi delle energie celesti e le forze del tempo terrestre si può ritrovare anche in elemen-ti comuni, silenti vestigia di ci-viltà antiche che riecheggiano nella nostra quotidianità, come i giorni della settimana, stori-camente legati ad una catego-ria di oggetti celesti molto cara all’umanità: i pianeti.Nel corso della storia è mutato il concetto di pianeta (dal greco

“vagabondo, errante”), un ter-mine che fatta eccezione per le comete si tendeva ad attribuire ad ogni corpo celeste in grado di spostarsi, cambiando posizione rispetto agli astri apparente-mente immobili e per questo conosciuti in antichità come “stelle fisse”. Soltanto nel 2006 l’Unione Astronomica Interna-zionale promulgò una definizio-ne precisa di pianeta, che portò alla classificazione degli otto pianeti del sistema solare e di altri corpi celesti minori, come il pianta nano Plutone. La cultura greco-romana as-similò l’usanza caldea di attri-buire ai “pianeti” i nomi delle divinità che si riteneva gover-nassero a turno la Terra: Satur-no, il Sole, la Luna, Marte, Mer-curio, Giove e Venere. Ciascun giorno era dedicato alla divinità che ne reggeva la prima ora, ma quando l’imperatore Costantino istituì ufficialmente la settima-na, nel 321 d.C., sostituì il dies solis “il giorno del Sole” con il dies dominica “il giorno del Si-gnore”. Ancora oggi molte lin-gue romanze conservano la tra-duzione dei nomi latini di cinque

giorni della settimana, mentre per motivi religiosi è scompar-sa la nomenclatura originaria dei giorni dedicati a Saturno e al Sole. Le lingue germaniche invece hanno mantenuto la tra-duzione diretta dei giorni dedi-cati al Sole, alla Luna e a Sa-turno (ad es. l’inglese Sunday, Saturday e Monday), mentre gli altri giorni sono stati dedicati a divinità locali affini a quelle del pantheon romano, come ad es. Freyja, l’equivalente germanica della dea Venere cui si attribuì il giorno che chiamiamo venerdì (ingl. Friday).Vediamo quali pianeti spic-cheranno nel cielo di febbra-io: subito dopo il tramonto la sera dell’8 Mercurio e Marte in congiunzione brilleranno vici-nissimi all’orizzonte a ovest; di nuovo appena dopo il tramon-to, Mercurio sarà visibile nei giorni attorno al 16, momento della sua massima elongazione orientale; infine, la notte del 18 il Primo Quarto di Luna appari-rà luminoso accanto a Giove e alle Pleiadi.

I pianeti della settimana

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“Nella fisica moderna, l’universo appare come un tutto dinamico, inseparabile, che comprende sempre l’osservatore in modo essenziale. Nell’esperienza che se ne può avere i concetti tradizionali di spazio e di tempo, di oggetti isolati, e di causa ed effet-to, perdono il loro significato.”

Fritjof Capra, Il Tao della fisica

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È successo quattro secoli fa

15 gennaio 1616, Giovanni Ma-gno (segretario) al commissa-rio di Guidizzolo da Mantova “Doppo haver Sua Altezza sen-tite le considerationi addotte per nome di cotesto commu-ne intorno alla tassa che gli è stata imposta per l’ordine novo, s’è indotta l’Altezza Sua a mo-derar essa tassa compatendo con molta benignità ad esso commune, qual doverà pagar in luogo delle lire tre mila ottanta che gli erano addossate nell’or-dine publicato sotto il 10 aprile dell’anno passato, solamente lire mille cinquecento, così es-sendo parso ragionevole alla prudenza dell’Altezza Sua ha-vuto riguardo alle cose allega-te per nome d’esso commune. Doverà perciò Vostra Signoria intimarli questa benigna mo-deratione che hanno ottenuta col instarli che prontamente diano principio al conferire an-nualmente alla sodetta somma comminciando nei termini no-tificati nel sodetto ordine, qual nel resto intende Sua Altezza che venga osservato...”

18 gennaio 1616, Annibale Bertazzolo, luogotenente del commissario, al Chieppio da Guidizzolo“Ho hauto le lettere di Vostra Signoria scrittemi nel partico-lare dell’ordine sopra le fattioni de comuni, nelle quali mi com-mette in nome di Sua Altezza Serenissima debba convocar li huomini di cotesto commu-ne per intimarli che pagino le lire millecinquecento a detto commune tassate per le dette fattioni. Rispondo a Vostra Si-

gnoria come hoggi ho fatto uni-re detti huomini di governo de agionta et parte de quelli della macina, a quali ho letto le dette sue lettere, quali si sono dolsi grandemente della grave tas-sa a loro fatta per essere po-vero questo comune et ha altri aggravii et per essere puoco il numero delle teste et per esse-re ancora solo quindeci cavalli detto comune, dove hanno ter-minato ricorrere a detta Altezza Sua aciò gli sia moderata detta tassa...”

Siamo nel 1616 ma sembra oggi. Viene inoltrata la richiesta, quasi una supplica, di diminuzione delle tasse che la comunità di Guidizzolo deve versare annual-mente, impegnandosi a versare la somma senza ritardo. Dopo quattro secoli, la storia si ripete, le tasse continuano ad “assillarci”, ora confidiamo, che i nostri “Governanti”, vogliano tenerne conto e dimezzarle.

Documenti tratti dall’Archivio Gonzaga di Mantova (buste 2289-2737, c. 237)

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C’è una domanda che rimbalza spesso nei colloqui dei vecchiotti: ...e la pressione come va?Giustissimo occuparsene a questa età ma è ora di sapere che, salvo casi eccezionalmente precoci, bi-sogna iniziare a controllarla a 25-30 anni.Detto ciò va precisato che il valore della pressione arteriosa non deve essere né un dato storico e neppu-re un atto di misurazione occasio-nale.Qualche anno fa, per andare di-rettamente al pratico, ho trattato la terapia medica dell’ipertensione arterio-sa, accennando soltanto al suo coinvolgimento sulla nostra salute; ora ritengo utile rientrare in argomento per migliore conoscenza.Voglio evidenziare infatti che il controllo pressorio, quello della coagulabilità ematica e della pervietà delle arterie carotidi co-muni, riscontrabile eco-graficamente sul collo, ci danno la possibilità di prognosticare eventuali gravi in-sulti circolatori di cui il peggiore è l’ICTUS CEREBRI.La pressione arteriosa dipende dallo stato di elasticità delle ar-terie (RESISTENZA PERIFERICA), dalla quantità di sangue circolan-te e dalla frequenza cardiaca de-terminata dalla pompa (PORTATA CARDIACA).Ricordo che, quando ero bambino, il dottor AGGOGERI al mio nonno Cesare valutava la pressione ar-teriosa con l’auscultazione steto-scopica delle zone pulsanti e che l’eventuale terapia consisteva nel salasso, una soluzione parziale e molto breve se non addirittura dannosa.Studi sistematici di misurazione

erano iniziati nel 1700 finché nel 1896 un medico torinese, SCIPIO-NE RIVA-ROCCI, inventò il primo SFIGMOMANOMETRO a mercurio che, dopo vari perfezionamen-ti, venne in uso comune verso il 1940/45 con la sua incerta esattez-za nel percepire i toni durante la misurazione.Questo apparecchio è ancora in funzione ma negli ultimi anni l’e-lettronica l’ha superato con un si-stema automatico per misurare dinamicamente sia il dato singolo

che il monitoraggio delle 24 ore.Non bisogna assolutamente equi-paralo ai diffusissimi apparecchi da polso, pratici ma soltanto indi-cativi.Durante la normale giornata e nelle singole rilevazioni la pres-sione arteriosa manifesta conti-nue oscillazioni e nella notte, in-dipendentemente dalla qualità del sonno, si abbassa moltissimo; la mancanza di questa caratteristica ha una grande importanza clinica.Si parla anche di aumento scaturi-to dalla emotività in ambiente me-dico ma io rifiuto di credere che, nel nostro tenore evolutivo, esista-no persone con questa ignorantis-sima reazione.Le condizioni ideali per la migliore

indagine devono essere precedute da 5 minuti in ambiente a tempe-ratura confortevole e completa-mente silenzioso, posizione sedu-ta senza accavallare le gambe e schiena ben appoggiata.Nella mezzora precedente asten-sione da pasti pesanti, caffè e thè, fumo, alcool e sforzi fisici. L’arto superiore deve appoggiare su un ripiano ad altezza tavolo con il palmo della mano rivolto ver-so l’alto in modo che il bracciale, applicato senza indumenti e ben

stretto 2-3 cm. sopra la piega del gomito, sia alla altezza del cuore.Tutti i dati vanno corret-tamente riportati su una precisa scheda per esse-re valutati dallo specia-lista che, in presenza di inspiegabili e persistenti anomalie, ricorrerà al monitoraggio delle 24 ore, con ugual sistema e principio, ma con regole e modalità diverse.Il concetto base è quello di valutare la pressione arteriosa durante una

normale giornata lavorativa. Naturalmente anche qui lo spe-cialista, per interpretare corret-tamente il monitoraggio, deve sa-pere in coincidenza di quali fatti si siano verificate le oscillazioni dell’esame.Lo strumento viene applicato alla cintura o a tracolla e collegato al bracciale che rileverà la misura-zione ogni 15 minuti per 24 ore, alla fine delle quali verrà rimosso allo stesso Centro Ipertensione e tradotto in valori.Penso che, alla prima lettura di questa dettagliata e lunga spiega-zione, possa venire il “capogiro” ma brevissimamente si capirà che sono semplici e logiche spiegazio-ni.

Gestiamo la pressione arteriosa

Dott. Elodio Perani

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Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di G. Arienti

GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO

I funghi della campagna mantovanaPanus tigrinus Commestibile nome dialettale: ciudin dal salas Fungo abbondante nelle golene di Po e del Min-cio soprattutto in primavera, dove fruttifica di preferenza sui salici morti e sui pioppi. Cappel-lo dapprima nerastro che poi si screpola diven-tando bianco crema con squame ocra e con la tipica forma ad imbuto. Si consumano solo gli esemplari più giovani, anche se con risultati mediocri, poiché la carne diventa fibrosa nel maturo.

Coprinus comatus Buono nome italiano: agarico chiomato - fungo dell’inchiostro Pioppeti non arati e prati, soprattutto in prima-vera. Il cappello cilindrico e slanciato è tutto bianco e arruffato con una calotta scura in cima; a maturità si liquefa vistosamente in inchiostro

nero a p a r t i r e dal mar-gine del cappello; l a m e l l e b i a n c h e poi nere. Si mangia quando è tutto can-dido ed è molto ap-prezzato in Fran-cia.

Agaricus bisporus Ottimo nome italiano: prataiolo, champignon Fruttifica specialmente in primavera nei prati trattati l’anno prima con il concime naturale o nei campi arati dove solleva il terreno. Fungo grande e carnoso con lamelle rosa poi bruno scure e gambo provvisto di un anello. Di gran-de soddisfazione per chi lo conosce, grazie alle dimensioni e alla sua copiosità nelle zone di crescita.

Agrocybe aegerita Ottimo nome dialettale: piupin, ciudin d’la piopa Fruttifica cespitoso dalla primavera all’autun-no su piante vive e ceppaie morte di pioppo ma, nonostante il nome dialettale, anche su robi-nia, gelso, platano, tiglio, olmo, salice, sambuco e perfino ai piedi di rose vive. Cappello bruno che a maturità tende a sbiancare a partire dal margine, le lamelle sottostanti sono ocra; il gambo fibroso presenta un anello labile. E’ il fungo meglio conosciuto dalla folla dei funsa-ròi, insieme al ciudin e alla burtulana e dei tre il più pregiato.

Coprinus atramentarius Tossico nome italiano: fungo dell’inchiostro Forma dei piccoli cespi sui terreni ruderali o di riporto. Cappello conico grigio bruno, anch’es-so deliquescente; lamelle all’inizio bianche ma nere a maturazione. Non va confuso col prece-dente tutto candido, poiché risulta leggermen-te tossico quando viene consumato col vino, in quanto l’abbinamento provoca l’effetto simil-antabuse.

da: Mantova Agricoltura - terza parte

Coprinus comatus

continua sul prossimo numero

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I giochi sembravano fatti, le carte in ordine: inve-ce l’iter non è stato perfetto e di fronte al parere del Tar i cittadini di Birbesi e Guidizzolo esulta-no. E non solo loro, perché da Ceresara a Medo-le sono diversi coloro che hanno criticato forte-mente l’opera.La sospensione dei lavori della centrale a biogas di Birbesi è stata ordinata di fronte a un errore tecnico: per la valutazione d’impatto ambienta-le (Via) si sarebbe seguita la legge del 1999 (che ha portato a non eseguire la Via stessa) invece di quella in vigore, del 2006.La notizia, anche se probabilmente non in modo formale, sembra essere giunta anche agli addet-ti ai lavori che ieri, nelle campagne di Birbesi, hanno rallentato la cementificazione dei 27mila metri quadrati destinati all’impianto. Ovvia la soddisfazione dei cittadini che hanno fatto ricorso al Tar per bloccare la realizzazione dell’iniziativa della società Guidizzolo Energia e che nelle ultime ore non hanno esitato a divulgare la notizia trami-te messaggi di ogni genere, anche sui social network. “Fin dall’inizio siamo stati considerati dei sempli-ci contestatori, degli sciocchi che volevano battersi contro una cosa che, al contrario, era stata venduta per buona e giusta. Questa ordinan-za del Tar ci dà forza e ulteriore co-raggio per proseguire nell’azione”. Il Tribunale amministrativo, infatti, oltre a sospendere i lavori, ha anche condannato la Provincia di Manto-va e la società al pagamento delle spese legali della parte ricorrente, per un ammontare di 2mila euro.

“Di solito - hanno dichiarato i cittadini - non vie-ne chiesto il rimborso delle spese legali a meno che non ci sia una ragione di fondo schiacciante”. E se alcuni considerano il verdetto del Tar degno delle più grandi class action americane che si ve-dono solo nei film, altri mantengono l’aplomb e rimandano al 5 giungo, quando si terrà l’udienza pubblica. Tutti sono d’accordo su un punto: “Sia-mo grati all’avvocato Paola Brambilla di Berga-mo che, esperta in questo campo, ha saputo ge-stire la causa con professionalità e precisione”.Secondo il comitato “no biogas” lo stop forzato di sei mesi può rivelarsi un valido deterrente per non proseguire nei lavori. Nel caso la sentenza di giugno chiedesse a Guidizzolo Energia di ri-presentare la valutazione d’impatto ambientale, prenderebbe avvio un iter di circa due anni con la conseguente perdita di ingenti somme di denaro.

Claudia Morselli

Biogas: soddisfazione per la sospensione dell’impianto

Parte del cantiere con alcuni manufatti in avanzata costruzione

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Intervista all’Assessore Lino Valbusa

Dopo poche settimane dall’av-vio della raccolta differenzia-ta “porta a porta”, quali sono i primi risultati?Finito il mese di ottobre Man-tova, Ambiente, la ditta che ge-stisce la raccolta rifiuti, ci ha immediatamente comunicato i primissimi dati complimentan-dosi con i guidizzolesi. La rac-colta differenziata ha raggiunto immediatamente l’80% e scon-ta anche alcuni rifiuti presenti già in piattaforma senza i qua-li avrebbe sfiorato addirittura il 90%. Anche da parte mia un sincero ringraziamento per la fattiva collaborazione che tutti abbiamo messo in atto, frutto di sensibilità e senso civico.

Diverse piccole ditte hanno la-mentato che sono stati reca-pitati loro dei contenitori per certi tipi di raccolta differenzia-ta, pur avendo detto, che non li avrebbero usati, al tecnico che li aveva intervistati. Non è uno spreco? Chi li paga?Le utenze che conferiscono i rifiuti sono di due specie: do-mestiche e non-domestiche ed alle stesse viene attribuita una diversa aliquota di tariffa rifiuti.

Ovviamente per questa distin-zione, che serve per una cor-retta imposizione evitando che il tributo sia scompensato tra abitazioni civili e attività, serve proprio che i conferimenti siano separati.

Come mai a metà gennaio non sono ancora state inviate alle famiglie le cartelle per il pa-gamento della tariffa raccolta rifiuti del 2012? Non si corre il rischio che si ingolfino troppe tasse per le famiglie, l’IMU, la TIA, ecc.?Il passaggio avviato sul nuovo si-stema di raccolta, per il quale il nostro Comune ha ottenuto che non vi fosse nessun aumento in virtù degli ottimi risultati sulla differenziata degli anni prece-denti, ha portato ad allungare i tempi di recapito delle fatture. Le quali dovevano arrivare entro il mese di dicembre per l’anno 2012, quindi posteriori rispet-to al servizio usufruito. Certo, in questo periodo tutti noi con-tribuenti saremo chiamati non solo per la tariffa rifiuti ma an-che per l’Imu e, lo anticipo, pure per canoni di fognatura e depu-razione. Quest’ultimo è riferito

all’annualità 2010. A questo pro-posito ricordo che ci troviamo a pagare il 2010 in quanto, su ri-chiesta del nostro Comune, la Sisam accordò un allungamento dei tempi relativamente all’anno in cui fummo colpiti dal tornado nel quale i Canoni non vennero riscossi.

Alcuni cittadini hanno chiesto il rimborso dell’IVA pagata sulla tassa rifiuti. Spetta il rimbor-so?Il problema dell’Iva non è nuovo. In più di un’occasione il Gover-no (questa infatti non è materia comunale), si è espresso nel senso del pagamento dell’Iva per la tassa rifiuti. Anche recen-temente, l’Agenzia delle Entrate ha confermato l’assoggettabili-

Responsabile dei settori Affari Generali, Ambiente ed Ecologia, Sicurezza e Perso-nale, l’assessore risponde ad alcune nostre domande che ripropongono i dubbi e le richieste di chiarimenti raccolti tra la popolazione di Guidizzolo.

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tà all’Iva della tariffa. Dall’anno 2010 l’art. 14, comma 33, del DL n° 78/2010 come convertito nella legge 30.07.2010 n° 122 ha interpretato in via autentica che la Tariffa rifiuti, di cui all’art. 238 del D.L.vo n° 152/2006 ha carat-tere di corrispettivo e pertanto risulta gravata da Iva. È evidente come per noi non rappresenti un problema.

Avete cambiato gli orari di apertura degli uffici comunali, eliminando il sabato e si stan-no sentendo tante lamentele. È possibile che l’Amministrazio-ne torni sui suoi passi?Gli orari di servizio dei dipen-denti comunali, così come gli orari di apertura al pubblico,

sono sempre stati oggetto di riflessioni attente che ottem-perassero ai legittimi interessi della cittadinanza e dei lavora-tori. La decisione recentemen-te assunta di chiudere gli uffici il sabato mattina (però non tut-ti i servizi) nasce da più consi-derazioni. Da una parte era pa-lese la necessità di uniformarci agli altri Enti territoriali quali l’Amministrazione provinciale o gli altri comuni limitrofi in quanto i contatti frequentissimi avvengono ovviamente durante gli orari di presenza dei funzio-nari; dall’altra parte si è mani-festata la necessità di aperture pomeridiane al pubblico, richie-ste più del sabato mattina che risultava il giorno meno “traffi-

cato”. Avendo i nostri uffici per la maggior parte un unico ope-ratore non era materialmente possibile ampliare l’orario al pomeriggio ed aprire il sabato.

Nuovo Consiglio Comunale RagazziÈ Nicole Giazzoli la neopresi-dente del Consiglio Comunale dei Ragazzi; vice Silvia Pasini, segretario e vicesegretario Da-vide Bonesi e Filippo Chinaglia. Consiglieri Theo Guatta, Gio-vanni Delmenico, Muhammad Hamza, Elia Aziz, Anna Vinci-guerra, Ivan Artioli, Riccardo Passoni. Teatro delle elezioni l’aula consiliare dei grandi, accolti dal sindaco Sergio De-siderati, dall’assessore alle politiche scolastiche Simone Zampolli, dalla presidente del Consiglio Comunale Emanue-la Costa, con l’augurio di buon lavoro nei vari ambiti di perti-nenza del C.C.R. e la possibili-tà di evidenziarne le eventuali problematiche, essendo fonda-mentale per l’amministrazione il punto di vista dei ragazzi. Il via della seduta sull’inno naziona-le, offrendo al primo cittadino lo spunto per sottolineare l’im-portanza del senso di apparte-nenza alla nostra nazione tanto per gli italiani come per quanti hanno scelto di venire nel no-

stro Paese e sono stati accolti. A seguire richieste e indicazioni dei ragazzi fioccano a tutto ton-do. Dall’installazione di pannel-li solari ai piccioni; dalla siste-mazione del campo di calcio del plesso scolastico all’acquisto di arredi interni ed esterni; dal riscaldamento della palestra alla maggiore pulizia dei ba-gni. E non manca la richiesta di abolire le lezioni di sabato e soprattutto i compiti a casa. Su questi ultimi Zampolli fa notare che il proseguimento di questo impegno è fuori discussione;

suggerendo per contro come buon metodo il programmarli diluendoli giorno per giorno. Mentre l’insegnate vicario An-tonio Lanza spiega come toglie-re il sabato equivalga a sposare il tempo pieno con 40 ore set-timanali con costi di gestione lievitati. Per le problematiche ambientali l’esaustiva risposta dall’assessore Lino Valbusa. In chiusura tutti in teatro per una visita guidata al “Calendario di Guidizzolo”.

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Quattro bagole

- Ciao, dove vai di corsa?- Vado in Comune…- Mah… è sabato… è chiuso!- Come… è chiuso?- Certo, non lo sai? adesso al sabato non lavora-no più…- E perché?- Dicono che al sabato c’era poca gente!- Ma non è vero! a me faceva comodo, e non solo a me! E adesso tutti quelli che lavorano durante la settimana e potevano andarci al sabato?- Si arrangiano, prenderanno un giorno di ferie…- Ma non è giusto!- E le banche allora? Se hai bisogno, ci vai gli altri giorni..- E invece pensa te che adesso le banche stan-no creando sportelli aperti al sabato e anche la domenica…- Si… la domenica!?- Certo! Nei centri commerciali!- Ah beh, nei centri commerciali…- E allora? Vanno incontro alle esigenze della gente, come dovrebbe fare anche il Comune….- Che invece ha chiuso…- Ma almeno si può sapere come l’hanno giusti-ficato?- Dicono che sono chiusi anche tutti gli altri comuni vicini…- E’ così?- Veramente io ho controllato su internet… Su dieci comuni vicini, solo un paio sono chiusi, tutti gli altri sono aperti...- Ma allora non è vero…- Però qui hanno aperto al mercoledì pomerig-gio…- A cosa serve? - Boh… sarà per completare l’orario…

- Ma chi lavora… lavora anche il mercoledì po-meriggio!- Cosa vuoi che ti dica… hanno deciso così…- Ma la gente cosa dice?- Non è che sia contenta, anzi! Si sentono tante lamentele… Però sai come siamo noi…- Certo, ci lamentiamo, brontoliamo…- … ma poi ci adattiamo a tutto!- Si, però non è giusto… ci sarà qualche altra ragione…- Ho sentito dire che c’erano alcune dipendenti che al sabato devono andare dal parrucchiere…- Dai… possiamo crederci?- Beh, io non so più cosa credere!- Non solo tu, qui mi sembra che ci sia un diso-rientamento generale…- E gli assessori, quelli che prima ricevevano al sabato?- Continuano a ricevere al sabato.- Ma allora il comune è aperto!- No, è chiuso, ma è aperto… dipende da cosa ti serve…- Ma così le spese di luce, riscaldamento… ci sono lo stesso!- Non credo sia stato fatto per risparmiare sui costi…- Perché, sarebbe stata una brutta idea? prima di aumentare le tasse sarebbe meglio tagliare i costi…- A parole, sono tutti d’accordo…- A parole!- Va beh, ho capito, torno lunedì!-Te salude!

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Notiziario a cura di Daniele Guerra

PRO LOCO GUIDIZZOLOApertura: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9,00 alle 11,00 Telefono 0376 1620426 - fax 0376 1620443 - piazzale Marconi, 2 - c/o Municipio

SE...Nel mondo infinito delle parole ci sono diverse interpretazioni della voce “se…”.Nella famosa poesia “se” (if) di R. Kipling, questa semplice congiunzione è un precetto di come diventare uomini, “se” si seguono gli insegnamenti dei padri.L’altro se …invece è una con-giunzione terribile, contagiosa, corrosiva, pericolosa, irreale. Racchiude in due sillabe tut-ti i rimpianti degli uomini. E’ la chiave dei cassetti dei sogni non realizzati, delle opportuni-tà lasciate scappare, delle deci-sioni non prese, di tutto quello

per cui, quando si è vecchi, s’in-vidiano, e si ammirano i giovani, e nello stesso tempo si tormen-tano e si preoccupano per loro, perché i ragazzi non sono in grado di cogliere l’attimo, non hanno ancora dentro i “se…”, che in seguito consumeranno i loro pensieri, le loro anime. Per i giovani ogni conoscenza è preziosa. Non sono ancora guastati dalla nostalgia del non essere riusciti a fare, dei “se…” perduti.La vita corre troppo velocemen-te, ed è troppo entusiastica per chiedersi cosa si vorrebbe re-almente realizzare, e i “se…” si

accumulano freneticamente. In seguito, si deve di conseguenza sopportare ciò che non si può più cambiare, e inoltre è diffi-cile e quasi impossibile ripren-dersi il passato. Occasioni perdute, sogni non realizzati per non aver avuto abbastanza coraggio, tempo, forza d’animo, non essere ri-usciti a parlare, pensare, ri-schiare. Non essere riusciti a resistere alle avversità, alle ostilità e a farci, pertanto, con-dizionare dalla normalità più sicura e tranquilla. Si vorrebbe mettere il nastro della vita pas-sata in pausa, per capire cosa è successo, come mai non si è

riusciti ad aprire quel cassetto. Questa congiunzione condizio-nale, che ha preso parte atti-vamente alla vita dell’uomo e ne ha condizionata la storia, si può applicare anche a quelle associazioni che spesso s’iden-tificano con le persone che le dirigono.La Pro Loco di Guidizzolo in questi ultimi anni è stata iden-tificata come un “qualcosa” di animato e con un “cervello” con cui parlare, pensare, discutere; infatti si dice: La Pro Loco ha fatto, ha detto, la Pro Loco ha sbagliato, ha sviluppato nuove idee, ha provocato, polemizza-

to, ha suscitato interesse, ha avuto successo, ecc. Spesso non si pensa che dietro il sipa-rio ci sono uomini e donne che lavorano, lottano, discutono, si incavolano. Anche per la Pro Loco, quindi ci sono molti “se” non realizzati, molti casset-ti che non è riuscita ad aprire, molti ostacoli che spesso le hanno impedito di essere se stessa, di uscire dalla piattezza e dalla normalità. Quante volte, nel direttivo si è sentito affer-mare se avessimo potuto, avuto la forza di…, se avessimo avuto più coraggio, più soldi, ascolta-to o ignorato quei discorsi, se avessimo rischiato di più, se …se….e così via.Oggi la Pro Loco di Guidizzolo è ad una svolta, ad un giro di boa. Nei cosiddetti consiglieri “diversamente giovani” rimasti, esistono, forse, ancora molti “se…”; ora, però, sono entrati dei giovani che si spera riesca-no a far sparire queste due sil-labe odiose. Dovranno farlo con il loro lavoro (che dovrà essere quasi a tempo pieno), la loro naturalezza, spontaneità, colla-borazione, serietà. Soprattutto dovranno usare le loro orecchie per ascoltare tutti, ma proprio tutti, i loro nasi per “sentire l’a-ria che tira”, le loro bocche per parlare a tutti, indistintamente e autonomamente e infine i loro occhi per riuscire a “leggere” sinceramente negli occhi di chi sta di fronte. Questi sensi, se usati lealmente e con sincerità, saranno la chiave per aprire il cassetto dei “se…”. Svuotarlo sarà comunque un duro, duris-simo lavoro che dovrà essere affrontato tutti insieme, in as-soluta indipendenza e autode-cisione, cercando, inseguendo e accettando la collaborazione di tutti.

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Num

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ENTI

UFFICI COMUNALI

CIMITERO

AMBULATORI MEDICI

PIAZZOLA RIFIUTI

SANTE MESSE

• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733Prenotazione visite: 0376 840433 (8.30-12.30)Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 (su appuntamento)• Dr. Orfeo Valerio GalvaniAmbulatorio 0376 819794 - Abitazione 0376 819096Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)• Dr. Giuliano PontiAmbulatorio 0376 819475 - Abitazione 0376 819177Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12.30Giovedì: dalle 16.30 alle 19Ambulatori medici presso sede AVIS• Dr.ssa Doriana Bertazzo Riceve su appuntamento tel.0376 83040 - 838500Martedì dalle 17 alle 18,30 Giovedì dalle 8,30 alle 9,30• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17.30 alle 18.30Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109• Dr.ssa Vincenza Di Marco Riceve su appuntamento tel. 335 1736606Lunedì - Martedì - Venerdì: dalle 10.00 alle 11.00Mer.: dalle 16.00 alle 17.00 Gio.: dalle 10.30 alle 11.30• Pediatra di base Riceve su appuntamento tel. 0376 631797

NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO tel. 800 228521 (Guidizzolo 0376 819005)

Apertura tutti i giorni della settimana

Gen. - Feb. e Nov. - Dic. dalle 8 alle 17da Marzo a Ottobre dalle 8 alle 19da Aprile a Settembre dalle 8 alle 20

ORATORIO SAN LORENZOORARIO DI APERTURA 1ª e 3ª DOMENICA

Maggio - Settembre dalle 17.00 alle 19.00Ottobre - Aprile su prenotazione 335 422406

Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14.30 alle 17.30Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30

GUIDIZZOLO estate invernoFestivi: 8 - 10.30 8 - 10.30 Prefestivi: 19 18Feriali: Lun. Merc. Giov. 18 17BIRBESI Festivi 9.30 9.30 Feriali: venerdì 8.30 8.30REBECCO Prefestivi 18 17

Anagrafe - Stato Civile - Elettorale: Da lunedì a venerdì: dalle 10.00 alle 13.00mercoledì: dalle 14.30 alle 17.30sabato: reperibilità, solo per decessi cell. 347 8074979

Segreteria - Ragioneria - Tributi - Ufficio tecnico Scuola - Teatro - Segretariato sociale:lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 12.30 mercoledì: dalle 14.30 alle 17.30

Assistente sociale:mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 13.00

Polizia Locale:mercoledì e sabato dalle 9.00 alle 11.00

Municipio (centralino) - tel. 0376 819201Vigili Urbani - tel. 0376 840241Teatro e manifestazioni - tel. 0376 1620428Posta elettronica certificata: [email protected]

ASSOCIAZIONI

Pro Loco - tel. 0376 1620426Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 338 4597404AVIS - AIDO - tel. 0376 840177 Raphaël - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382Amici di Rebecco - tel. 0376 819678Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376 818419

Protezione Civile - tel. 0376 847388 Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653Istituto Comprensivo - 0376 819049 - 819059Istituto Statale d’Arte - tel. 0376 819023Corpo Bandistico - tel. 0376 840090Fondazione “Rizzini” onlus - tel. 0376 819120SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253Parrocchia Birbesi - tel. 0376 819602Parrocchia Guidizzolo - tel. 0376 819052

GUARDIA MEDICA - 118

CARABINIERI - 112 - 0376819006

VIGILI DEL FUOCO - 115

FUGHE GAS - 800905440

EMERGENZE

BIBLIOTECAtel. 0376 840435 estate inverno

lunedì 9-12 / 15-19 9-12 / 14.30-18.30 martedì 9-12 14.30-18.30giovedì 15-19 14.30-18.30 mercoledì venerdì 9-12 9-12 sabato 9-12

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