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La nascita e la diffusione del telegrafo e del telefono furono l’inizio di una vera rivoluzione tecnologica e sociale. Sul finire dell’Ottocento tale rivoluzione sconvolse i modi e le forme della comunicazione, innescando il processo culminato nella globalizzazione economica e culturale che noi oggi viviamo. Ovidio Mario Bucci Università degli Studi di Napoli Federico Ii

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La nascita e la diffusione del telegrafo e del telefono

furono l’inizio di una vera rivoluzione tecnologica e sociale.

Sul finire dell’Ottocento tale rivoluzione sconvolse

i modi e le forme della comunicazione,

innescando il processo culminato nella globalizzazione economica e culturale

che noi oggi viviamo.

Ovidio Mario Bucci

Università degli Studi di Napoli Federico Ii

PROGRAMMA MUSICALE

Abbassa la tua radio L'uccellino della radio Ba ba baciami piccina Did you ever see a dream walking Body and soul All of me This masquerade The look of love Besame mucho One note samba

ENSEMBLE FEDERICO II JAZZ ORCHESTRA

CARMEN VITIELLO voce FLAVIO GUIDOTTI piano elettrico GIOVANNI ROMEO batteria MICHELE FIORE contrabbasso

Responsabile Federico II Jazz Orchestra Stefano Irace

Prof. Ovidio Mario Bucci

Nato nel 1943, si è laureato con lode in Ingegneria

Elettronica presso l'Università di Napoli nel 1966.

Assistente ordinario dal 1967 del prof. Gaetano Latmiral,

uno dei fondatori dell’Elettromagnetismo italiano, dal

1976 è professore ordinario di Campi Elettromagnetici

presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli.

E’ stato, tra l’altro, direttore del Dipartimento di

Ingegneria Elettronica e pro Rettore dell'Università di

Napoli Federico II, presidente del Gruppo Nazionale di

Elettromagnetismo del CNR, direttore del Centro

Interuniversitario di Ricerca sulle Microonde e le Antenne.

Dal 2001 è direttore dell’Istituto per il Rilevamento

Elettromagnetico dell’Ambiente del CNR.

La sua attività scientifica riguarda l’Elettromagnetismo teorico ed applicato, e trova

riscontro in oltre 300 pubblicazioni, per gran parte su riviste internazionali o atti di convegni

internazionali.

E’ Fellow dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers) e membro dell’Accademia

Pontaniana.

E’ stato insignito di diversi premi, tra cui la medaglia d'oro del Presidente della Repubblica

quale benemerito della Scienza e della Cultura.

Gli articoli degli incontri si trovano all’indirizzo:

www.comeallacorte.unina.it

COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

TELEFONO ED INTERNET: LA STORIA SI RIPETE

Ovidio Mario Bucci

Professore di Campi Elettromagnetici Università degli Studi di Napoli Federico II

La nascita e la diffusione del

telegrafo e del telefono, contestualmente

allo sviluppo della rete elettrica, e poi, sul

volgere del secolo, del fonografo, del

cinema, della radio, costituirono una vera

rivoluzione tecnologica e sociale,

paragonabile a quella oggi in corso. Sul

finire dell’Ottocento tale rivoluzione

sconvolse i modi e le forme della

comunicazione, innescando il processo

culminato nella globalizzazione economica e

culturale che noi oggi viviamo.

Le analogie tra le trasformazioni

vissute dalle società industriali dell’epoca

vittoriana e quelle avutesi nell’ultimo quarto

del secolo appena trascorso sono notevoli,

per quanto queste ultime siano avvenute

dopo la conclusione del processo di

industrializzazione della cultura di massa,

che ha segnato tutto il XX secolo, e dopo la

diffusione in tutto il corpo sociale delle

tecnologie primarie della comunicazione.

Una prima analogia è l’esistenza di

un elemento unificante forme e strumenti di

comunicazione fortemente eterogenei: la

rete. Nell’Ottocento il ruolo delle odierne

reti globali fu svolto, oltre che dalle reti

telegrafiche e telefoniche, dalla rete

elettrica. Quest’ultima ebbe un’influenza sia

diretta, in quanto permise lo sviluppo e la

penetrazione degli apparati, sia indiretta, in

quanto contribuì a modificare gli orari ed i

tempi della vita pubblica e privata.

In secondo luogo, nell’Ottocento,

così come nel Novecento, non si ebbe solo

una lunga serie di innovazioni tecnologiche,

bensì una vera svolta di sistema, che

modificò in profondità il modo stesso di

concepire la comunicazione. In particolare,

alla comunicazione orale fu data la

possibilità di abbattere le barriere dello

spazio e del tempo, sino ad allora privilegio

della comunicazione scritta.

Una terza, e forse più importante

analogia, è che, in entrambi i casi, lo

sviluppo dei mezzi di telecomunicazione è

stato il mezzo ed il motore di un assai più

vasto processo di trasformazione economica

e tecnologica. Lo sviluppo di tecnologie

innovative di comunicazione fornì non tanto

(almeno all’inizio) prodotti per la nuova

industria, quanto strumenti per la

razionalizzazione (ed il controllo) produttivo

e sociale. Da questo punto di vista si è

sostenuto, non senza ragione, che la

cosiddetta società dell’informazione e della

comunicazione nasce nel cuore del XIX

secolo come risposta alla necessità di

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controllare una produzione potenzialmente

illimitata ed un mercato sempre più lontano

dalla produzione.

Ma, al di là delle analogie, la nascita

delle telecomunicazioni evidenzia in modo

esemplare la caratteristica fondamentale di

uno sviluppo economico basato su

un’applicazione intensiva della conoscenza

scientifica: la stretta interconnessione tra

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ricerca scientifica, innovazione tecnologica e

realtà socioeconomica. Ciò rese, e rende, la

ricerca e l’educazione scientifica un

prerequisito essenziale dello sviluppo

economico. Come già accaduto

nell’Ottocento, il futuro appartiene a quei

paesi che meglio sono in grado di

rispondere a questa sfida.

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UN MONDO PIÙ PICCOLO. UN MERCATO PIÙ GRANDE

Vincenzo Giura

Professore di Storia Economica Università degli Studi di Napoli Federico II

Ricordate il giro del mondo in 80

giorni di Jules Verne? La scommessa

apparentemente folle di effettuare il giro del

mondo in un tempo, per l’epoca (1872),

assai breve? Ricordate come si giunge ad

essa in un salone del Reform club di

Londra? Quattro gentiluomini giocano a

whist discutendo tra un rubber e l’altro, del

furto avvenuto pochi giorni prima al Bank of

England. Ad Andrew Stuart che sostiene

che la terra è abbastanza grande perché un

ladro possa far perdere le proprie tracce,

uno degli altri giocatori, l’indimenticabile

Phileas Fogg, risponde: lo era un tempo…..

E in effetti è proprio a partire dalla

seconda metà del XIX secolo che la terra

diventa più piccola e il mercato più grande,

grazie ai progressi tecnologici che

conducono alla rivoluzione dei trasporti e ai

nuovi mezzi di comunicazione, dapprima il

telegrafo e più tardi la radio.

Lo sviluppo delle ferrovie iniziato nel

ventennio 1830-50 diviene vertiginoso in

quello successivo. In Europa la rete

ferroviaria che nel 1830 contava solo 96 km

passa a circa 105.000 nel 1870; negli Stati

Uniti si va dai 4.500 km del 1840 ai 90.000

del 1870, mentre, sia pure a distanza,

seguono gli altri continenti portando in

questi quarant’anni la rete mondiale da 96

a 210.000 km.

I vantaggi di questa rivoluzione sono

evidenti. Vita economica e movimento

commerciale vedono schiudersi nuovi

orizzonti. Le regioni interne vengono tratte

dal loro isolamento ed inserite nei circuiti

internazionali favorendo la specializzazione

della produzione. Se poi a questo

aggiungiamo il fortissimo, progressivo,

sviluppo della marina a vapore, passata da

pochi milioni di tonnellate nel 1870 –

quando ancora prevaleva largamente la

vela – ai 50 milioni di tonnellate del 1913,

possiamo comprendere perché si sia avuto

un così intenso sviluppo degli scambi

internazionali. Il commercio mondiale

aumenta del 40% tra il 1830 e il 1840, di

circa altrettanto nel decennio successivo,

dell’80% tra il ’50 e il ’60 e di circa il 50%

tra il ’60 e il ’70.

Se lo sviluppo dei mezzi di

comunicazione aveva ridotto i tempi di

attesa delle notizie necessarie a chi,

commerciando con paesi lontani, doveva

prendere delle decisioni, con il telegrafo si

abolì praticamente ogni attesa.

Grazie ad esso, infatti, fu possibile

conoscere quasi immediatamente

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l’andamento delle spedizioni, la domanda,

l’offerta ed i prezzi delle merci, in una

parola le prospettive dei mercati. Il cavo

sottomarino Dover–Calais, ad esempio,

permetteva alle borse di Londra e Parigi di

confrontare i prezzi ora per ora, mentre gli

uomini di affari potevano osservare quel

che accadeva di continuo sulle diverse

piazze finanziarie e mercantili. Si andò così

formando un mercato mondiale per i titoli,

per i principali generi di consumo e per i

noli, in quanto era sufficiente inviare un

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cablogramma per comunicare alle navi le

direzioni loro assegnate. Se i

contemporanei, come spesso accade, non

avvertirono nella loro interezza tutti i

mutamenti avvenuti e che avvenivano

intorno ad essi, Phileas Fogg, invece, aveva

capito tutto. Grazie ai progressi della

scienza, il giro fu compiuto, la scommessa

fu vinta, e con in più l’aggiunta di aver

conquistato una donna deliziosa (questo in

verità né per merito della scienza né dello

sviluppo economico).

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RITORNO AL FUTURO. LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI

Sergio Brancato

Professore di Sociologia delle Comunicazioni Università degli Studi di Salerno

In un romanzo del 1907, Emilio

Salgari abbandonò i mari della Malesia per

azzardare qualche passo nel futuro,

inoltrandosi in quel secolo XX che lui,

tuttavia, non avrebbe mai visto dispiegarsi

(lo scrittore veronese morì suicida nel 1911

a Torino, nei luoghi che avrebbero visto la

Grande Esposizione Universale). Ne Le

meraviglie del Duemila, il creatore di

Sandokan e del Corsaro Nero ipotizza un

viaggio nel tempo a venire, approdando in

un mondo in cui la cultura industriale ha

realizzato mirabolanti progressi, ma al

prezzo di un’isteria collettiva causata dal

diffondersi dell’elettricità nell’aria. Il

romanzo si chiude così: “Io ora mi domando

se aumentando la tensione elettrica,

l’umanità intera, in un tempo più o meno

lontano, non finirà per impazzire”. Una

frase interessante, ed eco curiosa di ciò che

Georg Simmell, uno dei padri della

sociologia, affermava nel suo saggio del

1903 sulla metropoli: “La base psicologica

su cui si erge il tipo delle individualità

metropolitane è l’intensificazione della vita

nervosa, che è prodotta dal rapido e

ininterrotto avvicendarsi di impressioni

esteriori e interiori”.

I due si incontrano nell’idea del

progresso scientifico e dei suoi effetti sulle

forme dell’esistenza umana. Se Salgari

incarna le paure del rapporto

corpo/tecnologia, Simmell si interroga su

una comunicazione che, intensificando la

vita nervosa, trasforma nel profondo i

vissuti individuali e le strutture sociali.

Entrambi, tuttavia, convergono su un

aspetto fondamentale della trasformazione

in atto, quello dell’elettrificazione del

territorio. La soluzione energetica garantita

dall’elettricità è la premessa di quelle

tecnologie – dal telegrafo al telefono, e poi

alla radio – che riconfigureranno gli equilibri

geopolitici così come la vita quotidiana.

Grazie all’elettricità, le comunicazioni

divennero istantanee, collegando il mondo

all’interno di una “rete” che annullava le

distanze e ridefiniva il senso del luogo.

Un nuovo concetto di spaziotempo

ridisegnava, così, la costruzione sociale

della realtà, orientando le strategie

tecnologiche in direzioni impreviste. La

ricerca sul telegrafo favorì la trasmissione

del suono a distanza, inaugurando la

telefonia come modello di comunicazione

privata, punto a punto, che permette di

coltivare nuovi rapporti dilatando lo spazio

delle relazioni sociali. All’inizio, il telefono

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servì anche come laboratorio sperimentale

della radio attraverso il Teatrofono, che

permetteva di ascoltare concerti e

commedie dall’apparecchio domestico.

Come si vede, le moderne

telecomunicazioni – sia pubbliche che

private – esistevano già nel nevralgico

snodo tra ‘800 e ‘900. Quella rete di

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tecnologie e culture è sopravvissuta,

diventando l’odierna rete informatica: i

personal media come il pc si sostituiscono

ai media di massa, facendoci riscoprire quel

lontano “futuro” della comunicazione che i

nostri antenati avevano immaginato così

simile al presente.

Emilio Salgari

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LO “STRAORDINARIO INCANTESIMO”

Paolo Macry

Professore di Storia Contemporanea Università degli Studi di Napoli Federico II

Il telefono è “uno straordinario

incantesimo”, aveva scritto Marcel Proust

nei Guermantes, ricordando una

conversazione con la nonna. L’individuo

all’altro capo del filo “si trova d’un colpo

trasferito a centinaia di leghe di distanza”,

così vicino che ne distinguono chiaramente

le parole. Ma si tratta di una presenza

astratta, senza espressioni del viso, senza

profumi, impossibile da toccare. Una

presenza invisibile, aveva osservato Proust,

intuendo il prezzo da pagare ai nuovi mezzi

di comunicazione. Fra tardo Ottocento e

primo Novecento, telefono e radio

avrebbero polverizzato le distanze,

rompendo gli antichi vincoli del territorio

materiale, e tuttavia il salto dalle

corripondenze epistolari alla comunicazione

via cavo e dalla stampa quotidiana al

notiziario on air sarebbe stato

accompagnato da dubbi e resistenze. Presto

avrebbe preso piede un neologismo,

phoney, che stava per fasullo, e nel 1902 il

caustico H.G. Well avrebbe fatto notare

come, grazie alla voce che corre sul filo,

“l’uomo d’affari può star seduto a casa sua

e dire fandonie che mai oserebbe scrivere”.

Nel 1876, appena ottenuto il

brevetto, Alexander Graham Bell aveva

mostrato il suo telefono alla regina Vittoria,

facendole ascoltare una canzone in voga e

riempiendola di ammirazione. Da questo

momento, l’Occidente atlantico cominciò ad

essere ricoperto da una rete di fili. Il cavo

sottomarino tra Francia e Inghilterra fu

aperto nel 1891, la linea tra New York e

Chicago nel 1892. Alla vigilia della Grande

Guerra, in Gran Bretagna si contavano

700.000 apparecchi, in Germania

1.300.000, negli Stati Uniti dieci milioni.

Detto altrimenti, nel corso del 1914, gli

americani fecero qualcosa come quaranta

miliardi di telefonate. Ovviamente non si

trattava soltanto di conversazioni familiari.

Il nuovo medium venne usato dai giornalisti

che dettavano i loro pezzi di cronaca, dagli

uomini d’affari che scambiavano merci e

titoli, dai metereologi che segnalavano

l’arrivo delle tempeste. E –inutile dire- da

politici, governanti, diplomatici.

Nell’autunno del 1918, durante le frenetiche

trattative che avrebbero portato alla resa

degli Imperi Centrali, i palazzi del potere di

Berlino e di Vienna risuonavano in

continuazione dello squillo dei telefoni. E,

come era capitato l’anno prima allo zar

Nicola, anche il kaiser Guglielmo e

l’austriaco Carlo d’Asburgo decisero di

rinunciare ai loro imperi solo dopo aver

alzato per l’ultima volta una cornetta e aver

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ascoltato dai propri generali e ministri

l’ennesima sollecitazione ad abdicare.

Frattanto era comparso all’orizzonte

il mondo senza fili. The Wireless Man, un

libro di F.A. Collins dedicato ai cultori della

nuova comunicazione via etere, arrivò in

libreria nel 1912. Quello stesso anno, nella

notte del 14 aprile, furono le onde radio che

captarono l’SOS del Titanic squarciato

dall’iceberg e che diffusero la notizia ai

giornali per l’edizione del mattino seguente.

Di lì a poco, nelle case (ancora poche)

giunse dal Metropolitan di New York la voce

di Enrico Caruso e, dal New England, la

cronaca della partita di football Yale-

Harvard. La tecnologia senza fili diventava

broadcasting: nel 1919 nacque la Radio

Corporation of America e subito dopo, nei

primi anni Venti, la Bbc, la Nbc, la Cds, la

berlinese Vox Haus, la russa Popov. Era The

Wireless Age, come recitava il titolo di una

rivista pubblicata dalla Marconi Company,

e, nei paesi più avanzati, gli apparecchi si

contavano ormai a milioni.

Informazioni, spettacoli, musica,

pubblicità (o l’indottrinamento sovietico)

non avevano più confini materiali. Se

nell’Ottocento la valanga delle invenzioni

aveva avuto i suoi simboli nella terra

faticosamente rigenerata dalla chimica, nel

lavoro disumano delle miniere,

nell’arrancare delle locomotive, nella sala

macchine delle navi a vapore, il Novecento

si apriva sotto il segno di tecniche e

professioni depurate dal sudore della

fronte. I suoi simboli erano l’informazione in

tempo reale (condita con ketchup e

saponette) e il mito maschilista delle

telefoniste. A dispetto delle ideologie

divisive e dei futuri massacri bellici, era

nata una comunità globale che prometteva

di annullare l’ancestrale localismo dei

gruppi umani. “C’è un numero infinito di

spazi che sono in movimento l’uno rispetto

all’altro”, aveva scritto nel 1920 Einstein.

Ma naturalmente, per dirla con Proust,

sarebbe toccato alla coscienza individuale di

orientarsi nel vorticoso movimento di

contrazione e dilatazione delle distanze. Gli

uomini, che se ne rendessero conto o

meno, dovevano fare i conti con

l’immaterialità.

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DALLE COMUNICAZIONI OTTICHE A QUELLE QUANTISTICHE

Salvatore Solimeno

Professore di Struttura della Materia Università degli Studi di Napoli Federico II

La storia delle telecomunicazioni è

stata segnata da una crescita esponenziale

delle informazioni trasmesse, e dal

conseguente aumento delle frequenze

utilizzate. Dopo un lungo periodo

caratterizzato dallo sviluppo di tecnologie a

radiofrequenza, negli anni ‘60 si assisté ad

una rivoluzione tecnologica segnata

dall’irrompere delle sorgenti laser.

Nacquero così le comunicazioni ottiche.

Sostituendo le portanti a RF con fasci ottici

si passò dai gigahertz alle centinaia di

terahertz, con un incremento di quasi un

milione nelle frequenze trasmesse. Negli

anni che immediatamente seguirono furono

proposti e realizzati collegamenti basati su

trasmettitori laser e schiere di foto-

rivelatori, opportunamente disposti in modo

da minimizzare gli effetti della turbolenza

atmosferica. I primi tentativi di

ottimizzazione di questi canali riproposero i

precedenti schemi sviluppati per i canali

affetti da fading. Teorie molto complesse

sulle proprietà statistiche della turbolenza

furono sviluppate per opera dei ricercatori

russi, Tatarski e Chernov, che estesero

precedenti studi sugli effetti della

turbolenza nelle immagini astronomiche.

Analogamente la modellistica del rumore

venne rivoluzionata dalla teoria di

Kolmogorov.

Intanto, con la messa a punto della

tecnologia della Chemical Vapor Deposition

cominciarono ad apparire sul mercato fibre

ottiche a bassa attenuazione, tali da

permettere la trasmissione ottica su

distanze di alcuni chilometri. Ciò produsse

l’abbandono di schemi basati sulla

propagazione libera per far posto a

complesse reti di comunicazioni in fibra.

Oggi queste nuove tecnologie di

comunicazione ottica offrono bande

passanti molto elevate; fibre in silice a

bassa attenuazione coprono con relativa

facilità lunghe distanze; i collegamenti sono

immuni da interferenze a bassa frequenza

nonché facilmente schermabili, riducendo

problemi di diafonia. Per contrastare

l’attenuazione si è sviluppata la tecnologia

dell’amplificazione ottica: introducendo

delle impurezze in una fibra ottica della

lunghezza di qualche metro si amplifica la

luce attraverso il fenomeno della emissione

stimolata.

A metà degli anni ‘60 Carl Helstrom,

dell’Università di California a La Jolla

pubblicò un lavoro che combinava la teoria

statistica delle comunicazioni con le

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proprietà quantistiche: lo shot noise dei

fotoni non veniva più introdotto

artificialmente, ma discendeva dalle

proprietà quantistiche del campo. Questo

lavoro passò a lungo inosservato perché

l’attenzione in quegli anni era concentrata

sull’utilizzazione di fibre ottiche.

Gli anni ’80 hanno registrato una

seconda e più radicale innovazione, che ben

presto ha assunto il carattere di una vera e

propria mutazione, legata alla scoperta che

le leggi quantistiche sono più “ricche” di

quelle della fisica classica, nel senso che

una tecnologia che attinga ad esse è in

grado di risolvere problemi di grande

interesse pratico, irrisolvibili con l’odierna

tecnologia. Richard Feynman, uno dei

fondatori dell’elettrodinamica quantistica,

capitalizzando sul principio di

sovrapposizione degli stati quantistici

propose in quegli anni l’uso di dispositivi

bistabili quantistici in grado di

immagazzinare una generica combinazione

di bit |0> e |1>. Nasceva così il q-bit,

|0>+ |1>, ovvero una generica

combinazione di |0> e |1>. Il semplice

fatto di introdurre dei coefficienti

complessi , raddoppiava da un lato

l’informazione e dall’altro apriva le porte a

una gamma infinita di nuove operazioni.

Dispositivi basati sui q-bit si comportano

come le CPU dei PC che lavorano

distribuendo le risorse tra più programmi,

con la differenza che i primi possono far

girare contemporaneamente un numero

infinito di programmi. L’innovazione

sconvolse il mondo dell’informatica. Peter

Shor, un matematico dei Bell Labs, sviluppò

nel 1994 un algoritmo per la fattorizzazione

efficiente di grandi numeri interi N, con

tempo di calcolo crescente con una potenza

e non più un esponenziale di N. Una volta

disponibile un computer quantistico questo

algoritmo renderà possibile l’uso di chiavi in

collegamenti crittografati con dimensioni N

che garantiranno trasferimenti sicuri di

danaro in quantità oggi impensabili.

Tra le altre novità si è scoperto che

un oggetto quantistico non può essere

clonato; l’attributo “quantistico” gli

attribuisce una sorta di codice genetico

impenetrabile. In un collegamento tra Alice

e Bob, che si scambiano impulsi di

radiazione di tipo “quantistico”, se Eva

(l’intruso) cerca di intrufolarsi sottraendo e

reimmettendo il segnale dopo averlo

esaminato, Alice e Bob si accorgono

dell’intrusione. Ergo, impulsi “quantistici”

possono garantire la massima segretezza.

Perché queste prospettive divengano

realtà resta però da realizzare un computer

quantistico. L’Europa ha deciso di

partecipare all’impresa varando un

programma quadro che prevede come

obiettivi a medio termine lo sviluppo di un

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processore elementare e scalabile, di

sistemi di comunicazione sicuri grazie alla

crittografia quantistica, di dimostrazioni di

comunicazioni quantistiche a più lunga

distanza e di corrispondenti gruppi

funzionali tecnologici. Le attività si stanno

concentrando sulla transizione verso una

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Richard Feynman Peter Shor

rete integrata che garantisca la

connettività personale a livello planetario e

consenta l’accesso a comunicazioni e servizi

multimediali a tutti, da qualsiasi punto, in

qualsiasi momento.

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IL FUTURO DELLE TELECOMUNICAZIONI È INIZIATO SESSANTA ANNI FA….

Ernesto Conte

Professore di Telecomunicazioni Università degli Studi di Napoli Federico II

….e precisamente nel 1948, data di

pubblicazione dell’articolo A Mathematical

Theory of Communications, in cui Claude

Shannon, formalizzato con un modello

astratto il processo di comunicazione,

formulava una teoria matematica che non

solo forniva un quadro teorico unificante

per tutti i sistemi di Telecomunicazione

all’epoca conosciuti, ma ne stabiliva anche

le prestazioni limite ottenibili e delineava la

strada della loro evoluzione: la

digitalizzazione e la conseguente possibilità

di trasmettere su di un’unica rete voce,

video, testo, immagini, dati, ecc.

Un primo risultato cruciale di tale

teoria è infatti la possibilità di

rappresentare qualsiasi messaggio in forma

digitale, cioè attraverso successioni di

“zero” e “uno” (bit), a prescindere dalla

natura fisica della sorgente; in particolare,

le sorgenti analogiche possono essere

digitalizzate con un prefissato, arbitrario

livello di fedeltà. Questo risultato,

sintetizzabile nella frase “un bit è un bit

indipendentemente da cosa esso

rappresenti”, suggeriva il ricorso a sistemi

digitali anche per applicazioni, quali la

telefonia, la diffusione radio e TV, che

all’epoca apparivano inevitabilmente legate

a tecnologie analogiche.

Punto di partenza della teoria di

Shannon è la definizione dell’informazione

come grandezza fisica misurabile, il che,

immediatamente, consente di definire in

quali condizioni essa sia trasferibile in modo

affidabile. Un “trasferimento da qui a lì”,

cioè tra punti fisicamente distanti, è

possibile solo se il canale di comunicazione

ha una capacità – intesa come quantità

d’informazione trasferibile in modo

affidabile - non inferiore alla quantità

d’informazione da trasferire; un risultato

analogo vale anche in un trasferimento “da

ora a dopo”, cioè quando l’informazione va

memorizzata per essere poi riutilizzata in

seguito. Il messaggio deve però essere

opportunamente elaborato prima del

trasferimento: ad una preliminare

operazione di rimozione di ogni forma di

ridondanza, tesa a rappresentare in modo

efficiente il messaggio (compressione),

deve, infatti, seguire l’introduzione di una

ridondanza controllata, atta a garantire la

protezione dagli errori (codifica).

Compressione e successiva codifica sono

elaborazioni comunemente impiegate, in

genere su base intuitiva, nella

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comunicazione interpersonale: le

abbreviazioni impiegate nel linguaggio degli

SMS sono un esempio di compressione e

l’abitudine di indicare le lettere di una

parola mediante nomi di città, il famoso “A

come Ancona”, “N come Napoli”, ecc. sono

un esempio di codifica. In conclusione,

potremmo dire che il contributo

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Sintesi delle comunicazioni radiofoniche,Benedetta Cappa

Sintesi delle comunicazioni telefoniche e telegrafiche, Benedetta Cappa

rivoluzionario di Shannon è inquesta

“reductio ad unum” dei processi di

rappresentazione, elaborazione e

trasferimento dell’informazione, il che

costituisce la radice di quell’osmosi tra

discipline, competenze e tecnologie

storicamente distinte che oggi viene

comunemente chiamata convergenza.

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COME RENDERE VISIBILE L’INVISIBILE OVVERO L’USO MEDICO DELLE ONDE ELETTROMAGNETICHE

Silvana Del Vecchio

Professoressa di Diagnostica per Immagini e Radioterapia Università degli Studi di Napoli Federico II

Invisibile e’ ciò che non si può

percepire con la vista. E’ invisibile ciò che è

immateriale ed incorporeo. Ma è invisibile

anche una moltitudine di oggetti che, pur

dotati di corporeità, sono irraggiungibili dal

nostro sguardo per distanza, dimensioni o

collocazione. Parliamo di galassie lontane o

di batteri? No, parliamo di corpo umano e di

tutte quelle sue componenti che risultano

nascoste al nostro sguardo. Quando W.C.

Röntgen nel 1895 scoprì fortuitamente i

raggi X, ci procurò lo strumento per

guardare all’interno del corpo umano opaco

alle radiazioni luminose.

I raggi X sono onde elettro-

magnetiche con lunghezza d’onda inferiore

a quella della luce capaci di penetrare

attraverso la materia vivente.

Nell’attraversare un distretto dell’organismo

essi vengono assorbiti in misura dipendente

da composizione, densità e spessore dei

tessuti attraversati per andare infine ad

impressionare una pellicola fotografica

producendo un’mmagine. Variazioni di

densità, la presenza di aria, cavità, corpi

estranei, fratture o alterazioni strutturali di

tessuti, assorbendo i raggi in misura

diversa, determinano variazioni di

annerimento della pellicola e quindi

dell’immagine.

Fin qui l’immagine che si forma e’ a

due dimensioni: larghezza e lunghezza, non

esiste la profondità. C’e’ voluta un’altra

invenzione per dare profondità alle

immagini: la tomografia assiale

computerizzata (TAC). Per questa

invenzione nel 1979 fu conferito il premio

Nobel per la Medicina a A.M. Cormack e

G.N. Hounsfield. Quest’ ultimo era a quel

tempo responsabile della divisione di ricerca

medica della EMI, Electric and Musical

Industries, la nota compagnia che ha

prodotto i dischi dei Beatles e dei Pink Floyd

e che, nel corso degli anni, ha avuto

svariati programmi di ricerca e sviluppo nel

campo delle radiotelecomunicazioni. Nei

moderni apparecchi di tomografia

computerizzata la sorgente di raggi X ruota

in maniera continua intorno al paziente che

e’ in movimento longitudinale su un lettino

(TC spirale). I raggi X inviati da diverse

angolazioni attraversano strati definiti

dell’organismo, vengono parzialmente

assorbiti dai tessuti attraversati per poi

essere registrati da rivelatori situati dalla

parte opposta della sorgente. I segnali

registrati vengono quindi elaborati da un

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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI

computer che ricostruisce le immagini nei

tre piani dello spazio utilizzando strumenti

matematici tra cui quelli derivati dalle teorie

proposte dal matematico J. Radon (1887-

1956). Con i moderni apparecchi si possono

esaminare ampi volumi del corpo umano

con un abbattimento considerevole dei

tempi di scansione, si possono ottenere

immagini tridimensionali di un distretto

corporeo e si possono esplorare dall’interno

organi cavi come bronchi o colon

(broncoscopia o colonscopia virtuale).

Altre onde elettromagnetiche

utilizzate in medicina sono i raggi gamma

che originano da sostanze radioattive

naturali o artificiali. Molecole di interesse

biologico vengono marcate con queste

sostanze radioattive e somministrate al

paziente per visualizzare la funzione degli

organi. Esse seguono i percorsi metabolici

dei loro analoghi non radioattivi e vengono

captate dagli organi che si accendono

sull’immagine in base al grado di integrità

della loro funzione. E’ così possibile sapere

se la parete del cuore e’ irrorata dal

sangue, se un tumore e’ vitale, se il rene

filtra il sangue a sufficienza e molte altre

cose.

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

Forma e funzione degli organi

possono essere esplorate mediante

risonanza magnetica nucleare che fa uso di

campi magnetici e radiofrequenze. I nuclei

atomici posti in un campo magnetico

ruotano con una frequenza che dipende

dall’intensità del campo magnetico. La loro

energia può essere aumentata se assorbono

onde radio con la stessa frequenza

(risonanza). Quando i nuclei atomici

ritornano al livello energetico originario

emettono onde radio che vengono rilevate

da una antenna. E’ possibile quindi ottenere

immagini tridimensionali che riflettono la

struttura chimica del tessuto in esame.

Non ci rimane che sottolineare

quanta creatività e immaginazione oltre che

rigore scientifico siano stati necessari per

rendere visibile l’invisibile e quanto altro

impegno sarà ancora necessario per

raggiungere nuovi traguardi in questa

direzione.

Salvador Dalì, L’uomo invisibile (1929).

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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

LA TELEMEDICINA

Bruno Trimarco

Professore di Medicina Interna Università degli Studi di Napoli Federico II

La Telemedicina è stata

storicamente considerata come il mezzo più

idoneo per risolvere delle situazioni

complesse in luoghi difficilmente

raggiungibili. In questo ruolo storico si è

avuta una crescita rapidissima soprattutto

grazie all’enorme progresso tecnologico.

Neanche Giulio Verne avrebbe infatti

immaginato che dal “classico” teleconsulto

si potesse, nel volgere di non molti anni,

arrivare a realizzare per questa via anche

complessi interventi chirurgici. Ma ciò che

ha consentito alla telemedicina di fare un

salto sostanziale nel numero di vite salvate

è stato certamente la grande diffusione di

queste tecniche, ad esempio, per le

emergenze. Non c’è dubbio infatti che

senza la possibilità di far viaggiare le

indagini diagnostiche, dall’Ecg alla

tomografia, per via telematica prima di

spostare il paziente abbia costituito un

concreto potenziamento dell’organizzazione

sanitaria per le emergenze. Ma in un

contesto sanitario in cui l’arma vincente

sembra essere solo la prevenzione, non

avendo mezzi sufficienti per assistere

adeguatamente un numero sempre

crescente di malati, è evidente che non si

può trascurare il vantaggio che la

telemedicina può offrire in questo contesto.

In questo campo, infatti, troviamo numeri

enormi di soggetti o pazienti da gestire, a

seconda che parliamo di prevenzione

primaria o secondaria, e l’ausilio della

telemedicina costituisce l’unico mezzo per

evitare caos ed insuccessi. Un esempio

tipico viene dalla gestione del paziente con

ipertensione essenziale. Questa condizione

morbosa per la sua diffusione, 20% in

media della popolazione con percentuali che

superano il 50% nelle persone anziane,

crea grandi problemi organizzativi non

affrontabili adeguatamente in un sistema

fondato sulla gestione di questi pazienti

affidata prevalentemente agli specialisti.

Una possibile soluzione organizzativa

basata sulle nuove tecnologie di

comunicazione è stata sperimentata con

successo nella nostra Regione con il

progetto “Campania Salute” coordinato dal

Centro per la lotta all’ipertensione arteriosa

del Dipartimento di Medicina Clinica e

Scienze Cardiovascolari ed Immunologiche

dell’Università degli Studi Federico II. La

struttura di questo progetto prevede

intorno al Centro Coordinatore la presenza

di venti strutture localizzate in Ospedali e

ambulatori ASL della Campania. A ciascuna

di queste strutture afferiscono 10 medici di

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COME ALLA CORTE DI FEDERICO II Quando le vecchie tecnologie erano nuove: LA NASCITA DELLE TELECOMUNICAZIONI

medicina generale scelti tra quelli dotati di

computer che gestiscono numeri consistenti

di pazienti afferenti agli ambulatori per

l’ipertensione arteriosa dei Centri coinvolti.

Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa Università degli Studi di Napoli Federico II

Centro di coordinamento, centri

periferici e medici di medicina generale

condividono la cartella informatizzata del

paziente che viene archiviata presso il

Centro di riferimento. In questo modo il

medico di famiglia è pienamente informato

delle indagini svolte presso il Centro dal

“suo” paziente, ed egli stesso può

prenotarle per via telematica.

Contemporaneamente lo specialista è

continuamente informato del decorso clinico

dello stesso paziente tramite gli

aggiornamenti che ad ogni visita il medico

di medicina generale fa sulla “unica”

cartella clinica. La disponibilità di un

archivio informatico ha anche altri vantaggi.

In primo luogo consente un controllo

continuo dell’efficacia della terapia e della

frequenza dei controlli sanitari a cui il

paziente si sottopone rendendo possibile

l’invio di “sollecitazioni” al paziente o di

“memo” al medico, mediante SMS, in caso

di scarsa compliance al programma di

follow-up o di insufficiente risposta

terapeutica. Inoltre, dal momento che ad

ogni paziente viene fornita una carta

sanitaria a micro-chip contenente tutta la

cartella clinica, nel caso in cui abbia

necessità di assistenza in una sede diversa

da quella di abituale residenza, può

consegnare la carta ad una qualunque

struttura della rete autorizzandola ad

accedere a tutte le indagini strumentali da

lui eseguite ed archiviate presso il Centro di

Coordinamento. I vantaggi offerti da questo

tipo di organizzazione riguardano sia i

pazienti, con una significativa riduzione

degli eventi cardiovascolari, che la

comunità che ottiene un risparmio della

spesa sanitaria anche attraverso la

riduzione degli accessi in pronto soccorso

ed i ricoveri ospedalieri.

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Apertura edizione 2005-06: The Terrorist Regia: Santosh Sivan03/11/05

Rassegna cinema comico: Hollywood Party Regia: Blake Edwards 10/11/05

Rassegna Wim Wenders: Lo stato delle cose 24/11/05

Rassegna cinema del Mediterraneo: Intervento Divino Regia:Elia Suleiman 08/12/05

Rassegna cinema comico: Invito a Cena con Delitto Regia:Robert Moore 21/12/05

Rassegna joseph Losey: Il Servo 12/01/06

Rassegna cinema del Mediterraneo: Kadosh di Amos Gitai Regia: Amos Gitai 26/01/06

Rassegna cinema comico: Questo pazzo, pazzo mondo Regia: Stanley Kramer 02/02/06

Mahabharata I Regia: Ravi Chopra 16/02/06

Mahabharata II Regia: Ravi Chopra 23/02/06

Rassegna Wim Wenders: Buena Vista Social Club 02/03/06

Rassegna joseph Losey: Messaggero d'amore 16/03/06

Rassegna cinema del Mediterraneo: Arsenico e Vecchi Merletti Regia:F. Capra 30/03/06

Rassegna cinema del Mediterraneo: Private Regia: Saverio Costanzo 13/04/06

Rassegna joseph Losey: Don Giovanni 20/04/06

Rassegna Wim Wenders: Paris, Texas 27/04/06

Rassegna cinema comico: La Strana Coppia Regia: Gene Saks 04/05/06

Rassegna Wim Wenders: La Terra dell'Abbondanza 18/05/06

Rassegna joseph Losey: Per il Re e per la Patria | L'incidente 25/05/06

Rassegna cinema del Mediterraneo: Film Parlato Regia: Emanuel De Olivera 01/06/06

Rassegna cinema comico: Mon Oncle Regia: Jacques Tati 08/06/06

Rassegna cinema del Mediterraneo: Yol Regia: Serif Goren 15/06/06

Rassegna cinema del Mediterraneo: Le Grand Voyage Regia: Ismael Ferrukhi 22/06/06