La Missione Militare Italiana a Malta

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LA MISSIONE MILITARE ITALIANA A MALTA Tra tutte le missioni italiane presenti all’estero, quella sull’isola di Malta è indubbiamente la meno nota, ma anche la più longeva. Nata agli inizi degli anni ‘70, essa ha operato nel Paese quasi ininterrottamente per circa quattro decadi, concorrendo dapprima alla modernizzazione della nazione e poi allo sviluppo delle sue forze armate. Acquartierata in una palazzina all’interno di Luqa Barracks, sede dell’Armed Forces of Malta (AFM), la Missione è guidata dal Settembre 2009 dal Colonnello Rocco Vastola dell’Esercito Italiano. Dagli anni ‘70 ad oggi, i compiti e le funzioni assegnate alla missione, così come la sua denominazione, sono mutati per riflettere gli accordi di collaborazione siglati di volta in volta fra Malta e l’ Italia. Dall’assistenza alla cooperazione La Missione italiana a Malta venne istituita il 1° agosto del 1973, con la firma di un apposito memorandum d’intesa su richiesta del governo maltese e la costituzione della MICTM (Missione Italiana di Cooperazione Tecnica e Militare) in applicazione al progetto di cooperazione speciale nel quadro dell’Accordo Italo - Maltese di cooperazione Scientifica e Tecnica del 1967. Il fulcro su cui poggia l’ accordo tra i due Stati, oggi come allora, è la Missione Militare Italiana: organizzazione interforze alle dipendenze dirette dello Stato Maggiore della Difesa, costituita da specialisti delle tre Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica, con l’aggiunta del Corpo della Guardia Costiera). Lo scopo originario della Missione era quello di costituire l’impianto di difesa militare maltese, diffondendo la dottrina italiana, e fungendo anche da deterrente verso chiunque manifestasse intenzioni espansionistiche nel bacino Mediterraneo. I compiti erano quelli di addestrare il Pioneer Corps per lavori di pubblica utilità, di migliorare i collegamenti telefonici e telegrafici sia interni che verso l’ estero, e di riordinare il sistema di manutenzione e riparazione dei veicoli di proprietà del Governo maltese. Sin dalla sua originaria costituzione, la Missione è andata molto oltre gli originali intendimenti, contribuendo in diverso modo negli anni allo sviluppo del Paese. Il compimento delle principali e vitali opere pubbliche (tra cui l’ampiamento della pista dell’aeroporto internazionale e la costruzione delle principali arterie stradali) ne sono testimonianza indelebile. Nonostante il ruolo vitale per Malta ricoperto in quei primi anni di vita dalla Missione, il 28 marzo 1979 essa fu ritirata su richiesta del Governo maltese. è questo un periodo di profondi sconvolgimenti politici e sociali per Malta. L’ allora Primo Ministro ultra socialista Dom Mintoff, era intenzionato ad uscire dall’orbita di influenza occidentale ed avvicinarsi ai regimi totalitari libici, cinesi e nord coreani. Saranno proprio questi Paesi che, in questo periodo, forniranno a Malta armi e mezzi, in parte ancora oggi in uso. A Malta resta in questo periodo solo la componente SAR (Search and Rescue) elicotteristica italiana. La Missione fa il suo ritorno nel 1981, con la sottoscrizione di un nuovo accordo tra i due governi, a seguito del quale nascono due organismi: la DIATM (Delegazione Italiana di Assistenza Tecnico Militare) e la MICTM (Missione Italiana di Cooperazione Tecnica a Malta). Compito della DIATM era quello di addestrare i volontari da inserire nelle forze armate maltesi, nella polizia e di collaborare con la MICTM, nell’attuazione di lavori di genio civile. L’attività di DIATM e MICTM venne sospesa tra il Dicembre 1984 ed il Settembre 1985, fatta eccezione ancora una volta per il servizio SAR. Il 14 luglio 1988 fu firmato un Memorandum di intesa tra il Ministero della Difesa Italiano ed il Ministero degli Esteri Maltese e fu istituita la MIATM (Missione Italiana Assistenza Tecnico Militare), il cui contributo è articolato in due branche maggiori. La prima concorre a garantire il servizio di ricerca e soccorso (SAR) maltese con equipaggi ed elicotteri dell’Aeronautica Militare, compreso la formazione del personale. La seconda si riferisce all’addestramento sia di base che avanzato, di aliquote del personale dell’AFM e dello Special Assignments Group, unità SWAT della Polizia. Per la preparazione specialistica, la Missione ha sempre DI FABIO GIANGOLINI REPORT FROM REPORT FROM REPORT FROM REPORT FROM REPORT FROM REPORT FROM REPORT FROM REPORT FROM REP TNM ••• 024 TNM ••• 025

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LA MISSIONE MILITARE ITALIANAA MALTA Tra tutte le missioni italiane presenti all’estero, quella

sull’isola di Malta è indubbiamente la meno nota, ma anche la più longeva. Nata agli inizi degli anni ‘70, essa ha operato nel Paese quasi ininterrottamente per circa quattro decadi, concorrendo dapprima alla modernizzazione della nazione e poi allo sviluppo delle sue forze armate. Acquartierata in una palazzina all’interno di Luqa Barracks, sede dell’Armed Forces of Malta (AFM), la Missione è guidata dal Settembre 2009 dal Colonnello Rocco Vastola dell’Esercito Italiano. Dagli anni ‘70 ad oggi, i compiti e le funzioni assegnate alla missione, così come la sua denominazione, sono mutati per riflettere gli accordi di collaborazione siglati di volta in volta fra Malta e l’ Italia.

Dall’assistenza alla cooperazione

La Missione italiana a Malta venne istituita il 1° agosto del 1973, con la firma di un apposito memorandum d’intesa su richiesta del governo maltese e la costituzione della MICTM (Missione Italiana di Cooperazione Tecnica e Militare) in applicazione al progetto di cooperazione speciale nel quadro dell’Accordo Italo - Maltese di cooperazione Scientifica e Tecnica del 1967. Il fulcro su cui poggia l’ accordo tra i due Stati, oggi come allora, è la Missione Militare Italiana: organizzazione interforze alle dipendenze dirette dello Stato Maggiore della Difesa, costituita da specialisti delle tre Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica, con l’aggiunta del Corpo della Guardia Costiera). Lo scopo originario della Missione era quello di costituire l’impianto di difesa militare maltese, diffondendo la dottrina italiana, e fungendo anche da deterrente verso chiunque manifestasse intenzioni espansionistiche nel bacino Mediterraneo. I compiti erano quelli di addestrare il Pioneer Corps per lavori di pubblica utilità, di migliorare i collegamenti telefonici e telegrafici sia interni che verso l’ estero, e di riordinare il sistema di manutenzione e riparazione dei veicoli di proprietà del Governo maltese. Sin dalla sua

originaria costituzione, la Missione è andata molto oltre gli originali intendimenti, contribuendo in diverso modo negli anni allo sviluppo del Paese. Il compimento delle principali e vitali opere pubbliche (tra cui l’ampiamento della pista dell’aeroporto internazionale e la costruzione delle principali arterie stradali) ne sono testimonianza indelebile. Nonostante il ruolo vitale per Malta ricoperto in quei primi anni di vita dalla Missione, il 28 marzo 1979 essa fu ritirata su richiesta del Governo maltese. è questo un periodo di profondi sconvolgimenti politici e sociali per Malta. L’ allora Primo Ministro ultra socialista Dom Mintoff, era intenzionato ad uscire dall’orbita di influenza occidentale ed avvicinarsi ai regimi totalitari libici, cinesi e nord coreani. Saranno proprio questi Paesi che, in questo periodo, forniranno a Malta armi e mezzi, in parte ancora oggi in uso. A Malta resta in questo periodo solo la componente SAR (Search and Rescue) elicotteristica italiana. La Missione fa il suo ritorno nel 1981, con la sottoscrizione di un nuovo accordo tra i due governi, a seguito del quale nascono due organismi: la DIATM (Delegazione Italiana di Assistenza Tecnico Militare) e la MICTM (Missione Italiana di Cooperazione Tecnica a Malta). Compito della DIATM era quello di addestrare i volontari da inserire nelle forze armate maltesi, nella polizia e di collaborare con la MICTM, nell’attuazione di lavori di genio civile. L’attività di DIATM e MICTM venne sospesa tra il Dicembre 1984 ed il Settembre 1985, fatta eccezione ancora una volta per il servizio SAR. Il 14 luglio 1988 fu firmato un Memorandum di intesa tra il Ministero della Difesa Italiano ed il Ministero degli Esteri Maltese e fu istituita la MIATM (Missione Italiana Assistenza Tecnico Militare), il cui contributo è articolato in due branche maggiori. La prima concorre a garantire il servizio di ricerca e soccorso (SAR) maltese con equipaggi ed elicotteri dell’Aeronautica Militare, compreso la formazione del personale. La seconda si riferisce all’addestramento sia di base che avanzato, di aliquote del personale dell’AFM e dello Special Assignments Group, unità SWAT della Polizia. Per la preparazione specialistica, la Missione ha sempre

Di Fabio GianGolini

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fatto impiego di uomini delle forze speciali italiane inseriti al suo interno. Il 25 giugno 2009, l’Italia ha ratificato un nuovo Accordo d’intesa che prevede una diversa modalità di cooperazione tra i due Paesi, confermando le reciproche volontà di mantenere forti i legami tra due Stati, molto vicini per cultura, tradizioni e obiettivi strategici. Con l’ingresso di Malta nell’Unione Europea nel 2004, alcune delle condizioni che determinarono il sostegno dell’Italia a Malta sarebbero dovute decadere in forza del principio della pariteticità tra Stati membri. Il nuovo memorandum, recependo il mutato quadro di situazione, modifica l’assistenza in cooperazione e definisce ambiti di maggiore integrazione delle AFM anche in scenari internazionali. La denominazione della

Missione è quindi stata mutata in MICCD: Missione Italiana per la Collaborazione nel campo della Difesa.

organizzazione

La struttura della Missione è interforze, comprendendo personale dell’Esercito, Marina, Aeronautica, e Capitanerie di Porto, articolate su:

• Capo della Missione/Comandante di Corpo;• Nucleo segreteria e amministrazione;• Coordinatore e Ufficiali responsabili della cooperazione;• Servizio AM SAR.

compiti

A seguito della firma del memorandum d’intesa del 25 Giugno 2009, i compiti sono stati così riassunti:

• fornire all’AFM ogni strumento concettuale volto alla crescita della componente difesa, nel rispetto dei principi della standardizzazione, integrazione e interoperabilità adottati dall’Italia e dall’UE;

• promuovere i programmi italiani del settore della Difesa;• mantenere e rafforzare le interrelazioni bilaterali con la

Repubblica di Malta;• individuare e supportare le professionalità/capacità “a

tempo” da inviare a Malta (Mobile Training Teams delle forze armate italiane);

• collaborare al servizio di ricerca e soccorso (SAR) mediante lo stazionamento a Malta di elicotteri italiani equipaggiati per le operazioni SAR e l’addestramento di equipaggi delle AFM.

Nel contesto della collaborazione nel campo della sicurezza, vengono svolti periodicamente corsi di Tactical Medicine, Helicopter Procedures, Fire Fighting, Merchant Traffic Control, Peace Keeping, Humanitarian Demining, Radio Procedures, Mine Awareness, Room Entry Techniques, Sniper, VIP Protection, Offensive / Defensive Driving, per la conduzione dei quali è spesso richiesta la presenza di figure professionali specifiche provenienti da reparti italiani (è il caso dei corsi svolti con la Brigata Paracadutisti “Folgore” od il “Col Moschin”). L’Italia collabora con Malta al servizio di ricerca e soccorso con due elicotteri tipo HH-212, per 360 giorni all’anno 24 ore al giorno. I voli sono condotti con equipaggi misti italo-maltesi (un pilota ed un operatore di bordo italiani insieme ad un copilota ed un aerosoccorritore maltesi), pertanto la cooperazione SAR comprende anche l’addestramento degli equipaggi maltesi impiegati sugli assetti italiani. Al riguardo, il Servizio AM SAR opera quale CAE (Centro Addestramento Equipaggi), rilasciando anche le abilitazioni/qualifiche ai piloti ed aerosoccorritori dell’AFM. Le principali tipologie di intervento, svolte giorno e notte, su terra e su mare sono:

• ricerca (SEARCH) dispersi/naufraghi;• recupero (RESCUE) ammalati/traumatizzati;• evacuazione medica (MEDEVAC)

La tipologia di interventi per i quali puó essere chiesta la collaborazione dell’assetto AMI SAR, verificata la casistica media d’impiego e fatte salve le valutazioni del Capo Missione, comprende anche:

• sostituzione di equipaggi/assetti SAR maltesi a causa di sopraggiunta indisponibilità/inefficienza;

• attività diverse ad interesse maltese: - per eventi aeronautici e/o del settore Difesa; - per eventi di risonanza nazionale e/o pubblica utilità;• esigenze nazionali di natura addestrativa, operativa,

logistica o relative ad attività chieste per il tramite dello Stato Maggiore Difesa italliano.

Il Servizio AM SAR garantisce anche l’ efficenza dei due vettori HH-212 impiegati a Malta. Nel merito provvede a:

• effettuare le previste ispezioni giornaliere/mensili con il personale specialista italiano;

• garantire una scorta di magazzino di pezzi di ricambio al fine di supportare l’attività manutentiva;

• gestire il materiale Air Ground Equipment;• effettuare tutte le ispezioni al materiale di sopravvivenza

imbarcato a bordo dei velivoli.

L’attività SAR, rappresenta oggi i due terzi di tutte le attività svolte dalla Missione e, a causa del consistente carico di lavoro, gli apparecchi sono sottoposti a stretti controlli, con fermi tecnici effettuati ogni 25 ore di volo. La Missione svolge regolarmente anche esercitazioni ed attività culturali (marce topografiche, esercitazioni di tiro, mantenimento dell’efficienza operativa, visite culturali, seminari) ed attività di pubbliche relazioni con Croce Rossa, Protezione Civile, Università di Malta, scuole locali, e mass media.

conclusioni

Il costante contributo italiano a Malta attraverso la Missione Militare ha consentito il conseguimento di eccellenti

traguardi per le AFM, oggi ad un livello di assoluto pregio. Testimonianza è l’importante obiettivo raggiunto con l’impiego fuori area di un ufficiale maltese presso il contingente Italiano in Libano, prima reale proiezione ed integrazione terrestre di personale dell’AFM in un contesto internazionale. Le esercitazioni aereonavali annuali denominate “Canale”, “Nautilus” e “Nettuno”, continuano a mirare all’incremento della cooperazione, della sicurezza e della stabilita’ nel Mediterraneo. La missioni addestrativa Italo-Maltese “Terra Ferma” è un altro impegno periodico dove l’AFM coopera partecipando a complesse attività simulate, finalizzate al Peace Keeping. Negli anni, oltre allo sviluppo di programmi di formazione ed addestramento, é stato avviato e completato un complesso piano di cessione di mezzi e materiali alle Forze Armate Maltesi, completato nel mese di novembre 2009. Il risultato é stato quello di uniformare taluni equipaggiamenti terrestri, navali e aerei a quelli Italiani, con l’evidente coinvolgimento dell’industria italiana al mantenimento ed al sostentamento degli stessi. A tale fine, costituiscono le fondamenta per futuri rapporti industriali nell’interesse delle due nazioni la cessione di un Pattugliatore Classe Diciotti P61 (costruito da Fincantireri), nave maggiore della Marina Maltese e di unità minori per la vigilanza delle coste e l’avvio di vari progetti di collaborazione con le principali industrie italiane. In conclusione la Repubblica di Malta e l’Italia beneficiano, oggi, dei frutti della lungimiranza di chi questa cooperazione ha voluto, progettato e realizzato ben trentotto anni fa. Grazie alla MIATM, le Forze Armate Maltesi e Italiane parlano oggi un linguaggio comune, fondamentale nel caso di interventi SAR marittimi, ove la capacità di cooperare è la chiave di riuscita di ogni singolo intervento. L’autore desidera ringraziare la Cellula Pubblica Informazione del MICCD nella persona del Comandante Antonio Nasti, ed il Capo Missione Col. Rocco Vastola per la gentilissima assistenza prestata nella stesura di questo articolo.

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Tactical News ha incontrato il Colonnello Rocco Vastola, che ci ha parlato del suo ruolo di Capo Missione e dei rapporti con le forze armate maltesi.

tactical news magazine: la collaborazione fra la Missione e le forze armate maltesi è uno dei punti saldi del memorandum d’ intesa firmato dai due Paesi. Come, ed in che modo, questa collaborazione si traduce nei rapporti fra lei e la sua controparte maltese?col. Vastola: La missione a Malta ha una storia lunga, ricca di testimonianze solide distribuite su tutto il paese, che ha contribuito a consolidare i rapporti fra i due Paesi. Il rapporto leale e sincero tra i Comandanti sono l’espressione concreta di questi rapporti. Le attività della Missione nascono dal costante dialogo tra il Comandante dell’AFM, il Generale Martin G. Xuereb, ed il Capo Missione. Insieme si individuano le esigenze, si analizzano le soluzioni, si prospettano le proposte. I rispettivi staff lavorano ai progetti esecutivi per l’attuazione ed il controllo dei risultati. A partire dai Comandanti fino ai minimi livelli esiste un rapporto di stima e di fiducia reciproca, che va anche oltre gli ambiti di servizio.

tnm: La Missione può anche essere considerata come un’ ambasciatrice dell’Italia a Malta. Come vi relazionate con i media locali e quali sono le attività di pubbliche relazioni che vengono realizzate per promuovere le vostre attività? col. Vastola: La comunicazione è sicuramente uno strumento strategico che consente di conseguire importanti obiettivi ad ogni livello. La Missione é vicina ai media per veicolare quell’immagine di italianità che ci contraddistingue. Indubbiamente, quando la comunicazione tratta la sfera militare, è necessaria estrema cautela. La Missione assicura comunque anche l’esercizio di attività non esclusivamente militari, come il SAR, alle quali abbiamo deciso di dare maggiore enfasi nei rapporti con i media. In passato la Missione aveva un ruolo di più facile visibilità. Il concorso alla costruzione di opere pubbliche consentiva una maggiore vicinanza con il Paese ed un impatto più immediato con la comunitá maltese, a differenza delle attività odierne rivolte al concetto più allargato di cooperazione nel campo della difesa. Ovviamente, costruire una strada o un ponte, ripristinare un edificio, incrementare le capacità operative di un aeroporto, etc. hanno un effetto sicuramente più vicino alle esigenze dell’opinione pubblica. Oggi, essendo mutati i ruoli della Missione, anche la nostra comunicazione è mutata conseguentemente.

tnm: Quali sono i cambiamenti che, in qualità di Capo Missione, ha progettato di introdurre? col. Vastola: Al mio arrivo a Malta nel Settembre 2009, la Missione si trovava in un momento di cambiamento radicale, in virtù della firma del nuovo memoradum d’intesa, finiva l’assistenzialismo e stava nascendo la collaborazione, che determinava una nuova visione del nostro ruolo a Malta. Questo mi ha aiutato moltissimo, avendo nei miei passati di servizio maturato esperienze nel settore del rinnovamento e operato con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Il nuovo MoU non é uno strumento rigido, consente nell’ambito di una determinata gamma di campi di collaborazione italo maltesi, di selezionare le attività di maggiore interesse, disegnare i percorsi progettuali, quindi procedere all’esecuzione ed al successivo controllo dei risultati. Abbiamo iniziato il nuovo percorso indicato dal Memorandum of Understanding (MoU) operando una riorganizzazione di tutti i settori funzionali della Missione, adeguandoli agli standard nazionali ed al passo dei tempi moderni. A seguire, sono state definite le nuove procedure di lavoro ed il ciclo di cooperazione. Il 2010 è stato per noi transitorio, necessario per rodare il nuovo assetto organizzativo funzionale della Missione e l’anno della chiarezza per individuare le macro-aree di cooperazione ove allocare le future attività. Sicuramente il 2011 sarà l’anno dell’effettivo nuovo cammino italo maltese sulla collaborazione nel campo della Difesa. tnm: Esistono degli obiettivi che si prefigge di raggiungere durante il suo periodo di comando della Missione?col. Vastola: Mi piacerebbe sicuramente completare il processo di transizione della Missione, esaurire le attività ancora collegate con la vecchia assistenza alle AFM e considerare a regime il ciclo di cooperazione previsto dal nuovo MoU. Avere la possibilità di completare questo processo potrebbe essere per me l’obiettivo professionale più qualificante come Capo Missione. Ricordo, tra le altre cose, che al mio arrivo a Malta, la Missione aveva ancora la gestione di un parco mezzi pari a circa una sessantina di unità, tra mezzi tattici, commerciali e del genio. La completa cessione di questi mezzi alle AFM, che ha determinato il completo svuotamento di ogni competenza gestionale attribuita alla Missione, è stato lo start per dedicare ogni risorsa al cambiamento. Spero che come nel passato la presenza italiana a Malta possa continuare a costituire un solido segnale di amicizia e stima tra i due paesi.

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