La mia forma Detti dell’acqua · 2018-04-04 · del Pesce d’Oro nasce un hotel ideato per...
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m a g a z i n e
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N°4 aprile 2018– Poste Italiane SpA – Sped. in a.p. – D.L. 353/03 conv. in L. 46/04, art. 1, comma 1, DCB Milano – Il 28 marzo con il Corriere della Sera 2 €(Style Magazine 0,50 € + Corriere della Sera 1,50 €). Non vendibile separatamente.
Il campione del mondo degli 800 stile libero nuota 18 km al giorno
e non ha intenzione di uscire dalla piscina. «Quando salgo sul blocco
vorrei fare fuori tutti…»
GabrieleDetti
La mia forma dell’acqua
Giovani La scuola
si fa in famiglia
Fashion La moda è morta
viva la moda
Campioni di stile
Giovanni Soldini
176 style magazine
radici
di silvia nanifoto di BarBara CorsiCo
ritorno alle
dall’amore per il territorio della proprietaria, la genesi di un piccolo hotel firmato da Piero Lissoni. Undici camere di design per far scoprire ai clienti la bellezza della riva sinistra del lago d’Orta. Con un giardino che riproduce la natura selvaggia della zona, e un imbarcadero da cui partire in esplorazione.
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davanti, a portata di sguardo e a pochi colpi di remo, si staglia l’isolotto di San Giulio, emblema del lago d’Orta. «Il panorama è il valore della nostra riva sinistra, che non gode del sole e della luce prolungata come l’altra sponda ma ha la fortuna della vista più
bella»: Daniela Fantini lo afferma con tutto il trasporto di chi ha qui le sue radici da generazioni. Per lei il lago è come un compagno di vita, di cui conosce bene i pregi e ha impa-rato a trarre il meglio dai difetti. La sua casa è a pochi pas-si dal piccolo imbarcadero di Pella (No), nascosta tra gli alberi. Accanto invece si scorge, ben visibile, una costru-zione dalla doppia anima, una antica, dalla grezza sempli-cità, e l’altra più contemporanea che profila il giardino: è un piccolo hotel di 11 stanze, ma, come proclama il nome
Casa Fantini-Lake time, rappresenta l’ideale prolunga-mento dell’abitazione di Daniela. «Poco oltre c’è la nostra fabbrica, rinata con un nuovo progetto, sempre a cura di Piero» dice a proposito dell’azienda di famiglia, storica produttrice di rubinetterie di design, mentre colui che chiama familiarmente con il nome di battesimo è l’archi-tetto Lissoni, autore anche dell’hotel. Due luoghi che han-no in comune il filo conduttore dell’acqua. «Si può dire che tutto sia nato da un rubinetto: un progetto che chiedevo da anni, poi evolutosi nel rifacimento della fabbrica per arri-vare all’idea di questa “casa”, dove ospitare i nostri clienti come fosse la mia abitazione. Offrendo loro l’esperienza di scoprire da vicino questo angolo del lago d’Orta».
Il corpo storico, che oggi racchiude il bar, è arredato con un lungo tavolo di legno, poltrone e tavolini dove fare colazione o l’aperitivo, uno scaffale a tutta parete per i piatti e le stoviglie. L’edificio a parallelepipedo adiacente e
la casa sul lagodi Daniela FantiniSulle ceneri dell’antico albergo del Pesce d’Oro nasce un hotel
ideato per accogliere gli ospiti come in un’abitazione.
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idue livelli superiori dell’edifi-cio ospitano le camere e le suites, tutte diverse tra loro, con il tratto comune della vista sul lago. Le testate bianche dei letti ricavate dalle vecchie porte delle case della zona e le stampe anti-che a soggetto lacustre: tutto rimanda
al genius loci. Anche il giardino. «È uno spaccato in piccolo della nostra flora locale: oleandri, camelie, azalee, il cornus. La disposizione è volutamente non troppo ordinata, a suggerire la natura selvaggia di questa sponda del lago». La pietra è una costante: dentro, sulle pareti che incorniciano la sala da pranzo, e fuori, come sfondo alla piscina a nastro. «Il materiale rimanda ai tetti delle case tipiche di Pella» precisa Daniela.
Chi arriva qui non è un cliente, ma diventa un ospite. «Lo coccoliamo con i piatti preparati con le materie prime migliori della zona: il pro-sciutto della val Vigezzo affumicato con il legno di ginepro, i formaggi di capra dei nostri pascoli alpi-ni. I dolci provengono della migliore pasticceria di Gozzano, come il pane».
comunicante, completamente nuovo, ospita invece la sala da pranzo, il grande salotto-lobby con tanti divani perfetti per l’ozio e, sopra, le stanze. Basta guardarsi attorno per ritrovare lo spirito del luogo, con un tocco di design: cimeli e libri sul lago d’Orta dialogano con oggetti firmati dai grandi maestri dell’architettura, terraglie locali si affiancano a pezzi che hanno tutta l’aria di eredità di famiglia.
«In realtà, un legame con me c’è» dice Danie-la Fantini rievocando le origini del progetto. «Qua-si due secoli fa questo era l’albergo del Pesce d’Oro, rilevato poi a inizio Novecento da un tale Giulio Rizzi che lo riaprì come albergo Santa Lucia. Ri-cordo da bambina i racconti di mio nonno sulle fe-ste memorabili che si tenevano qui, quando tra le due guerre l’hotel era diventato meta privilegiata della buona società milanese e torinese. Poi Rizzi all’improvvisò sparì, l’albergo fu chiuso e la sorella lo adibì ad abitazione con alcune camere in affitto. Suo marito era il guardiano notturno della nostra azienda, per cui, rievocando con lui questa storia, mi venne la voglia di rilevare casa e giardino e far rinascere l’hotel».
Sopra a sinistra, il soggiorno arredato con divani contemporanei (Lipp di Living) e pezzi di design storico (gli sgabelli Mezzadro di Zanotta, design dei fratelli Castiglioni); a destra, un ritratto di Daniela Fantini. Nella pagina a fianco, la piscina a nastro. In apertura, uno scorcio della sala da pranzo di Casa Fantini-Lake time, scandita dalle pareti in pietra.
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«la nostra riva non gode della sole quanto l’altra, ma ha la vista più bella»
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niamo passeggiate panoramiche a ridosso del lago, pedalate lungo la costa fermandosi a visitare i bor-ghi antichi, una battuta di pesca e il safari fotogra-fico lacustre, sempre guidati da esperti. Ovviamen-te, offriamo anche anche la visita dell’isola di San Giulio, le cui origini risalgono al 500, ma svelando i suoi angoli più segreti: dalle dimore private aper-te solo per noi al laboratorio di restauro delle mo-nache di clausura, accompagnati da chi di quel luo-go sa tutto e ha il piacere di raccontarlo» spiega Daniela, che rivela solo alla fine qual è l’esperienza-che per lei, si intuisce, è la più coinvolgente. «La visita di una casa padronale di inizio secolo a Egro, nella zona collinare a qualche chilometro da Pella, restaurata come allora».
La casa in questione è quella dei genitori di Daniela, oggi non più abitata e diventata un picco-lo museo familiare: «Ci vado quando mi serve uno stacco, arrivo là e subito sto bene. Una sensazione che ho pensato fosse bello condividere con i nostri ospiti» racconta lei. Una casa, anzi due, anzi tre, simbolo di un abitare «liquido», con il lago d’Orta sempre nel cuore e all’orizzonte.
n on si tratta però solo di proporre gli ingredienti più speciali, il valore ag-giunto è la passione di Daniela Fantini per le bel-lezze della sua terra e la voglia di condividerle.
«Adoro coltivare l’orto e sono sempre in cerca di specie nuove da piantare» racconta, mostrando un passaggio nascosto che dal muro di cinta accanto alla piscina conduce dentro il giardino della sua casa, quella vera, adiacente. «Vado avanti e indie-tro, mettendo in comune con l’hotel le mie piccole coltivazioni. Per esempio l’estate scorsa ho pianta-to dei pomodorini a grappolo piccoli come dei ri-bes e li ho messi a disposizione del cuoco, per gli ospiti. Mi piacerebbe in futuro organizzare degli incontri di introduzione alla cucina locale: creano un legame più intimo».
A Daniela però ancora non basta: chi soggior-na qui è invitato a interagire con il territorio in modo totale. «Fuori c’è un piccolo mondo poco noto, e noi aiutiamo gli ospiti a scoprirlo. Propo-
Sopra, il salotto-lobby, affacciato verso il giardino; a destra una delle camere da letto, dove domina la testata ricavata da vecchie porte recuperate da case sul lago d’Orta.
«vado avanti e indietro, mettendo in comune con l’hotel le mie piccole coltivazioni»