La Megliocrazia Di Massimo Gramellini _ La Rinascita Italica

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28/ 09/ 12 La m egl i ocr azi a di M assi m o G r am el i ni | La Ri nasci t a I t al i ca 1/ 3 l ar i nasci t ai t al i ca. com / l a- m egl i ocr azi a/ La megliocrazia Posted on 28 settembre 2012 Il giornalista Massimo Gramellini in un suo vecchio articolo (La megliocrazia) apparso su lastampa.it del 03 Novembre 2011 diceva: Mai come in queste drammatiche ore ci sentiamo di dar ragione all’economista Luigi Zingales quando dice che l’Italia è una peggiocrazia, il governo dei peggiori. E poi proseguiva: … in quanto una parte non piccola degli elettori è così immatura da privilegiare i peggiori: per ignoranza, corruzione, menefreghismo. E infine così chiudeva l’articolo: Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione? E adesso lapidatemi pure. Questo invece è un estratto del mio libro La Rinascita Italica: Ai lettori allarmati vogliamo subito chiarire che qui non si vuole promuovere la negazione del diritto di voto per alcuni in favore di altri, ma si sta unicamente ponendo l’accento su un fatto naturale e inconfutabile: non tutti gli uomini sono dotati dello stesso discernimento riguardo ciò che è bene per lo Stato, e il grado di tale attitudine è intimamente legato al grado di apertura della coscienza. È difficile accettare questo per chi è stato condizionato fin da bambino a credere che “tutti gli uomini sono uguali”. Egli potrebbe infatti far notare che: “Se tutti gli uomini sono uguali nei diritti, tutti possono fare politica esprimendo il proprio voto e decidendo per la nazione”.

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28/ 09/ 12 La m egliocr azia di M assim o G r am ellini | La Rinascit a I t alica

1/ 3lar inascit ait alica. com / la- m egliocr azia/

La megliocraziaPosted on 28 settembre 2012

Il giornalista Massimo Gramellini in un suo vecchio articolo (La megliocrazia) apparso su

lastampa.it del 03 Novembre 2011 diceva:

Mai come in queste drammatiche ore ci sentiamo di dar ragione all’economista Luigi

Zingales quando dice che l’Italia è una peggiocrazia, il governo dei peggiori.

E poi proseguiva:

… in quanto una parte non piccola degli elettori è così immatura da privilegiare i peggiori:

per ignoranza, corruzione, menefreghismo.

E infine così chiudeva l’articolo:

Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in

discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di

uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non

meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di

educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione? E adesso lapidatemi pure.

Questo invece è un estratto del mio libro La Rinascita Italica:

Ai lettori allarmati vogliamo subito chiarire che qui non si vuole promuovere la negazione

del diritto di voto per alcuni in favore di altri, ma si sta unicamente ponendo l’accento su un

fatto naturale e inconfutabile: non tutti gli uomini sono dotati dello stesso discernimento

riguardo ciò che è bene per lo Stato, e il grado di tale attitudine è intimamente legato al

grado di apertura della coscienza.

È difficile accettare questo per chi è stato condizionato fin da bambino a credere che “tutti

gli uomini sono uguali”. Egli potrebbe infatti far notare che: “Se tutti gli uomini sono uguali

nei diritti, tutti possono fare politica esprimendo il proprio voto e decidendo per la nazione”.

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Ma se tutti gli uomini posseggono gli stessi diritti, allora perché non tutti hanno il diritto di

comprendere la filosofia o la matematica con la stessa acutezza, mentre si pretende che

tutti siano in grado di comprendere la Politica? Voglio ricordare che andare a votare

significa “fare politica”, e questa non è un’azione da poco. Al cittadino che esprime il suo

voto si sta chiedendo di compiere un atto politico, ma non lo si mette nelle condizioni di

studiare e comprendere a fondo questa materia.

La Politica – la capacità di decidere per il Bene della comunità – è una materia (un’Arte)

che richiede una certa predisposizione innata, una buona preparazione intellettuale e un

continuo esercizio. I cittadini invece vanno a votare così come scelgono il nuovo contratto

telefonico, “per simpatia”, seguendo gli slogan pubblicitari gridati da un palco.

Persino per la pulizia dei gabinetti è necessaria una previa istruzione del personale, se si

vuole che poi funzionino correttamente. Ma nessuna istruzione viene data a chi si accinge

all’atto politico chiamato voto. La filosofia corrente è questa: più l’elettore è giovane e

ignorante, meglio è. Per essere ammesso al voto infatti è sufficiente che tu sia

maggiorenne e non abbia ammazzato qualcuno… o meglio… che non ti abbiano ancora

scoperto!

L’articolo di Massimo Gramellini su La Stampa all’epoca non passò inosservato (come tutti

i suoi articoli, essendo lui un giornalista fuori dagli schemi), infatti ha ricevuto un numero

molto elevato di commenti, alcuni indignati, ma per la maggior parte inaspettatamente

favorevoli. Buon segno. Qualcosa nelle persone si sta risvegliando.

Intanto non posso che continuare a consigliarvi di “entrare in Politica”. Non avete idea di

quanto sia importante farlo proprio in questo periodo storico, e quanto sia importante che lo

facciano proprio le persone più consapevoli, quelle che possono provocare una »rinascita

italica«, una rinascita dello Spirito Italico che non è né di destra né di sinistra, ma può

riportare il cittadino a sentirsi orgoglioso di essere italiano.

Finché continuiamo a lamentarci fra di noi, a tirare le pietre dall’esterno, senza mai provare

a entrare nella “stanza dei bottoni”, perché riteniamo che la Politica sia una “cosa sporca”,

allora la Politica – e la nazione – resteranno in mano a chi nello sporco grufola

agiatamente. E la responsabilità sarà unicamente nostra, che abbiamo deciso di “tirarci

fuori”.

In Italia stanno nascendo varie sedi del Partito Italiana Nuova – fondato da Armando

Siri – di cui anch’io faccio parte: Milano, Bergamo, Genova, Roma, ecc. Questa è

un’occasione da non perdere. Sia chiaro che non è un partito new age, non è un partito

gestito da “figli dei fiori”, ma è esattamente ciò di cui c’è bisogno in Italia per compiere un

balzo evolutivo. Possiede un’etica e una filosofia di base (spiegate nel mio libro) che gli altri

movimenti politici o non hanno mai avuto oppure hanno dimenticato.

Ne approfitto per ricordarvi che le sedi del partito sono tutte autofinanziate.

“Chi c’è dietro il PIN?” ci chiedono talvolta. Nessuno… purtroppo… infatti stiamo cercando

finanziatori. Ma per il momento il funzionamento delle sedi è interamente affidato ai

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volontari, i quali impiegano sia ore del loro tempo che il loro denaro, per pagare tutti i mesi

l’affitto, la luce, il riscaldamento…

Mi rivolgo a chi già collabora per stimolarli a fare di più, poiché le sedi non possono venire

finanziate da una sola persona più coraggiosa delle altre, ma da un gruppo che deve

marciare coeso come una testuggine romana. Ognuno deve sentirsi responsabile per

l’intero gruppo… perché così è!

Mi rivolgo a chi ancora non collabora chiedendo loro: Cosa state aspettando? Volete il

cambiamento ma sperate siano altri a doverne pagare le spese, in tutti i sensi. La nuova

Età dell’Oro non vi cadrà addosso come la pioggia: dovrete combattere per edificarla o

nemmeno ne verrete sfiorati. La vera libertà va conquistata, a chi la implora si risponde con

gli sputi in faccia.

Salvatore Brizzi

NON DUCOR DUCO

(non vengo condotto, conduco)

Clicca sull’immagine per vedere l’intervento di Brizzi per il Partito Italia Nuova a

Torino:

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megliocrazia, partito, Partito Italia Nuova, rinascita italica, Salvatore Brizzi, voto

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