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La malattie infettive sono causate
Da poche specie che hanno evoluto adattamenti specifici per il parassitismo
Da situazioni che favoriscono l’attecchimento di specie non adattate
Patogeno: Una specie microbica che abbia EVOLUTO STRATEGIE DI ADATTAMENTO volte a parassitare un ospite
Una specie patogena è «professionale»
Il potere patogeno è un attributo della specie, e viene definito dalla precisazione dell’ospite
Vibrio cholerae è patogeno per l’uomo;
Aeromonas salmonicida è patogeno per i pesci
I microrganismi che non hanno evoluto strategie particolari per il parassitismo
Saprofiti (ambiente) Commensali (associati a viventi)
Patogeno: Una specie microbica che abbia evoluto strategie di adattamento volte a parassitare un ospite
Una specie patogena «adattata» è definita «patogeno primario»
Gli strumenti e le strategie sono diversi da specie a specie ma l’esito è lo stesso
batteri commensali o ambientali, in situazioni particolari che ne permettono la moltiplicazione, o in distretti dove abitualmente non sono presenti
Possono provocare infezioni e si definiscono «patogeni opportunisti»
In questo caso la patogenicità non dipende dall’evoluzione di abilità specifiche, ma dalle circostanze
vomito
In mezzo ai commensali si possono nascondere potenziali insidie
L’ospite è considerato un PORTATORE
A volte, anche l’equilibrio tra alleati è molto difficile e faticoso da mantenere…
ALTERAZIONI DELL’EQUILIBRIO
DISMICROBISMI RISPOSTA ALTERATA
PERMEABILITA’ ALTERATA
MALATTIA
Possibile prevalenza o attecchimento di specie dannose
Possibile “invasione di campo” da parte di commensali
Il potere patogeno è un attributo della specie, e viene definito dalla precisazione dell’ospite
Vibrio cholerae è patogeno per l’uomo;
Aeromonas salmonicida è patogeno per i pesci
All’interno di una specie patogena il grado di espressione della patogenicità, in un determinato
ceppo, ne definisce la virulenza..
Anche quando è avirulento, un ceppo appartenente a una specie patogena
continua a essere considerato patogeno
1. Il parassita si ritrova in tutti i casi di una determinata malattia, in circostanze tali da far ritenere che esso sia responsabile delle alterazioni patologiche e
del decorso clinico della malattia
2. Il parassita non si ritrova in altre malattie come parassita non patogeno
3. Dopo il suo isolamento dal malato e ripetuti passaggi in vitro, il parassita deve riprodurre la malattia, se inoculato
4 (?) il microrganismo deve essere reisolato dall’animale infettato sperimentalmente
La complessità e la varietà dei fattori di virulenza sono state da sempre oggetto di studio
La definizione del “potere patogeno” è stata considerata tenendo conto delle sole potenzialità dei microrganismi
“postulati di Koch” (1890)
Ma già all’epoca di Koch erano evidenti eccezioni come
Il colera: V. cholerae può essere isolato anche da individui sani (non è valido il secondo postulato)
La lebbra: M.leprae non si coltiva in vitro (non è applicabile il terzo postulato)
Da allora molti altri casi di difficile definizione sono stati messi in evidenza, anche perché la situazione della medicina è
profondamente cambiata dai tempi di Koch
L’interazione ospite-parassita è complessa: non si può prescindere dal considerare entrambi gli organismi coinvolti
DIFESE ADATTATIVE Difese a ponte
Intermedie NK + B-B1
Linfociti B, linfociti T BARRIERE,
INFIAMMAZIONE
RAPIDITA’
SPECIFICITA’
COMPLEMENTO
DIFESE INNATE
VANNO QUINDI CONSIDERATE SIA LE DIFESE DELL’OSPITE SIA I FATTORI DI VIRULENZA DEL PATOGENO
OSPITE…
I neutrofili “pattugliano” i tessuti
NORMALITÀ
Possono fagocitare particelle estranee, lentamente
In mancanza di segnali di pericolo vanno in apoptosi rapidamente
Pericolo Segnale chemotattico migrazione
Alla concentrazione massima del segnale la mobilità cessa
Segnale di pericolo Infiammazione
Le sentinelle sono i PRR Pattern
Recognition
Receptors
LE CELLULE DELL’IMMUNITA’ INNATA HANNO GLI STESSI PPR
OGNI TIPO DI PPR E’ IDENTICO NELLE CELLULE DI UN INDIVIDUO (gene presente nella linea germinale)
I PPR possono essere situati: sulla membrana All’interno dei vacuoli fagocitari Nel citoplasma o essere solubili (es. opsonine)
TLR-Toll like receptors NRL Nod-like receptors
L’INTERRUTTORE E’ IL PATTERN RICONOSCIUTO DAI PPR
ON
OFF
Microbe
Associated
Molecular
Pattern
Si stima che il sistema immunitario innato ne riconosca CIRCA 1000
IN CONDIZIONI DI NORMALITÀ IL MECCANISMO DELL’INFIAMMAZIONE
DEVE ESSERE INATTIVO NORMALITA’
OFF
INFEZIONE ON
Ogni PPR riconosce un MAMP
I MAMP sono strutture essenziali per la cellula batterica
ON
OFF
COLITE PSEUDOMEMBRANOSA
Clindamicina Lincomicina, antibiotici attivi sugli
anaerobi
Modificazioni del microbiota
Espansione di Clostridium difficile
Cefalosporine di III generazione, largo spettro,
molto attive
Una specie quantitativamente poco rappresentata ma presente nel microbiota intestinale del 40% circa
della popolazione
antitumorali (metatressato)
Senza la presenza del microbiota concomitante C. difficile, naturalmente resistente a questi farmaci, si moltiplica e produce tossine, causando la
colite pseudomembranosa
TLR1
TLR4 TLR6 TLR2
TLR5
TLR7
TLR9
TLR8
TLR3
FAGOSOMA
Dominio TIR (Toll and interleukin 1 Receptor) intracellulare
Dominio LRR Leucine Rich Repeat
LPS
flagellina
Lpp batteriche + LTA
LRR NOD1
LRR NOD2
Prodotti di degradazione del peptidoglicano
DNA batterico
dsRNA
ssRNA
peptidoglicano + Lpp batteriche
RUBOR: Aumentato flusso
sanguigno
TUMOR: Edema
CALOR: iperemia e >metabolismo cellulare
DOLOR: Mediatori chimici e compressione dei nervi
Aulo Cornelio Celso (25 a.C. - 50 d.C.)
RICONOSCIMENTO MAMP INFIAMMAZIONE ACUTA
FUNCTIO LAESA:
Rudolf L. K. Virchow 1821 –1902
Acquisizione di geni (isole di patogenicità fagi, plasmidi, ICE…..)
Perdita di geni
Modificazioni del genoma
Strategie di parassitismo
PER UNA SPECIE MICROBICA, EVOLVERE UNO STILE DA PATOGENO COMPORTA
Nutrienti semplici solubili (zuccheri..) Ferro Nutrienti complessi (glicogeno..)
Nell’organismo ospite i nutrienti solubili scarseggiano
I batteri capaci di utilizzare quelli complessi sono favoriti
L’acquisizione di alcuni geni metabolici, se favorisce l’adattamento all’ambiente ospite, può aumentare la virulenza
L’urina non è un terreno colturale del tutto idoneo per i batteri acidità
concentrazione di urea
osmolarità alta e variabile
bassa concentrazione di nutrienti + scelta limitata
AMINOACIDI
PICCOLI PEPTIDI
Scarsità di carboidrati
I ceppi UPEC sono in grado di utilizzare la D-serina, tossica per i ceppi commensali
Deaminandola grazie a una D-serina deaminasi (DsdA) piruvato
L’inattivazione di DsdA abbassa la virulenza del ceppo
! *#
Un esempio di questo vantaggio è la particolare capacità evoluta dai ceppi UPEC
Nella corsa al ferro chi ha il sideroforo migliore parte avvantaggiato
Molto spesso i geni per i siderofori sono su elementi mobili o su PAI
Ceppi di E. coli, Salmonella e Shigella hanno acquisito questo gene per LGT
E. aerogenes, produce un sideroforo molto potente, l’aerobactina
Che però è sequestrata dalla lipocalina-2 dell’ospite
Uno dei siderofori più comuni tra gli enterobatteri è l’enterobattina
Fe
In una delle PAI di Salmonella c’è il gene per la salmochelina, una forma glicosilata non riconosciuta dalla lipocalina-2 ma neppure dai recettori per l’enterobattina
Salmonella però ha acquisito anche il gene per un recettore
alternativo
Fe
acquisire è essenziale
Ma anche liberarsi di qualcosa può essere molto utile..
Per evolvere verso il parassitismo, i “GENI DI AVIRULENZA” vanno eliminati
Non sì può essere veramente professionali in due stili di vita divergenti
La via dell’evoluzione è costellata di scelte
I cambiamenti che accompagnano l’adozione di uno stile di vita da patogeno, rivelano geni di ANTIVIRULENZA nei patogeni emergenti
L’eliminazione patoadattativa di questi loci migliora la fitness nel nuovo stile di vita
Es. UPEC: espressione adesine fimbriali Vantaggio per l’infezione ridotta fitness in situazioni non patologiche
l’evoluzione verso la patogenesi diventa via via sempre più conveniente
ma, contemporaneamente, può ridurre quella nello stile precedente
studi sui virotipi di Escherichia coli, e i dati molecolari accumulati su
cromosoma
Plasmide di virulenza (shigella)
Hanno dimostrato che le “specie” di Shigella si sono evolute all’interno della specie E. coli, attraverso
GLI STESSI MECCANISMI HANNO PORTATO AI VIROTIPI DI E. COLI
Acquisizione/perdita del plasmide pINV
Infezioni da batteriofagi
Acquisizione/perdita di caratteri metabolici
Riarrangiamenti del genoma
EVOLUZIONI PATOADATTATIVE:
EIEC e Shigella sono Lisina Decarbossilasi-negativi
inattivazione di enterotossine
V I R
L D C
EIEC e Shigella EPEC EHEC
+
A D E S I O N E
Inibizione di intimina
INATTIVAZIONE DEI LOCI DI ANTIVIRULENZA
Hanno perso i geni biosintetici per l’acido quinolinico, un intermedio della via biosintetica, che inibisce diverse funzioni correlate alla virulenza
passaggio da cellula a cellula Invasione di cellule HeLa migrazione transepiteliale dei PMN indotta dal patogeno
Ac. quinolinico
EIEC e Shigella, invece, sono auxotrofi per l’acido nicotinico
La maggior parte dei batteri lo sintetizza
L’acido nicotinico (niacina, vit.B3) è essenziale per la sintesi dei coenzimi NAD e NADP indispensabili per tutti gli esseri viventi
OmpT è una proteasi di membrana di origine fagica
Degrada IcsA, la proteina che polimerizza l’actina dell’ospite in Shigella e in EIEC
Questo gene, infatti, è andato perso nel cromosoma di Shigella e dei ceppi EIEC
OmpT OmpT OmpT
ompT è un gene di antivirulenza: la sua espressione ostacolerebbe la mobilità intracellulare di questi patogeni
Tutto ciò che favorisce l’espressione della patogenicità va considerato un fattore di virulenza
“relatività” del concetto di patogenesi riconsiderare la definizione di “Fattore di virulenza”
Una versione molecolare dei postulati di Koch, enunciata da Falkow recita:
Il fattore di virulenza deve essere presente nel patogeno
Inattivare un gene di virulenza comporta una diminuzione della
virulenza stessa
La reversione dell’inattivazione deve ripristinare la virulenza
Il gene di virulenza deve essere espresso nel corso dell’infezione
Patogeno obbligato ospite-dipendente
Rickettsia Mycoplasma
Patogeno virulento ospite-dipendente
M. tuberculosis B. pertussis
Isolamento della popolazione Perdita di ricombinazione
Patogeno virulento a ristretto spettro d’ospite
S. Typhi
Specializzazione verso un ospite
Acquisizione di PAI
Perdita massiva di geni, accumulo di pseudogeni, decadimento del genoma
Ancestrale benigno, a vita libera
E. coli
Patogeno a largo spettro
E. coli O157H7 S. Typhimurium B. bronchiseptica
M. leprae
LA STRADA VERSO LA PATOGENESI PUO’ ESSERE LUNGA
Patogeno
NON patogeno tRNA
Molti geni che codificano fattori di virulenza possono trasferirsi orizzontalmente e si trovano spesso nelle PAI (PAthogenesis Islands)
Le PAI sono presenti solo nei ceppi virulenti e hanno una struttura a mosaico, frutto di diversi e successivi eventi di integrazione; il contenuto G+C è
diverso dal resto del cromosoma
tRNA mobA int virA virB
DR DR
IL PROCESSO COMPORTA SPESSO L’ACQUISIZIONE DI TRATTI PER TGO
(trasferimento genico orizzontale)
Progresso evolutivo della formazione di PAI
tempo
nei geni delle integrasi si verificano mutazioni puntiformi
inattivazione/delezione nei geni di mobilita’
nei geni inattivati si creano vaste delezioni
I codoni nei geni estranei si adattano al resto del cromosoma
Un fago o un plasmide si integra nel cromosoma
int vir mob
int vir mob
int vir mob
vir
vir
vir Dopo molto tempo restano solo i geni di virulenza, integrati nel cromosoma
IL PRIMO PASSO VERSO L’INFEZIONE E’ IL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE
o con la propagazione attraverso vettori
la cute puo’ essere superata attraverso lesioni anche minime
PER LE MUCOSE SONO ESSENZIALI I FATTORI DI ADESIONE
I patogeni usano proteine specifiche (adesine) per legarsi alle mucose e non essere allontanati
La cellula batterica e la cellula ospite sono entrambe cariche negativamente
SI RESPINGONO
Questo, per un batterio patogeno, è un problema!
Per superare la repulsione le adesine sono localizzate sull’estremità delle FIMBRIE (PILI)
Appendici proteiche composte di piccole subunità di pilina
batteri privi di fimbrie non possono colonizzare
non sono in grado di infettare
CURLI
Fimbrie arricciate osservate in virotipi di E. coli e in salmonelle
Strutturalmente e biochimicamente identiche alle fibre amiloidi eucariotiche
legano fibronectina o proteine circolanti (plasmina), e soprattutto il complesso maggiore di istocompatibilità di classe I (MHC I)
I batteri che li possiedono aderiscono a superfici biologiche e artificiali
La curlina si libera nell’ospite e ha una moderata attività tossica
poro formato da PilQ
assemblaggio della fibra
Disassemblaggio della fibra
Anche i pili di DI TIPO IV possono aiutare a superare le forze repulsive
Il pilo si aggancia alla superficie e si “contrae” trascinando la cellula
Si possono aggregare a formare fasci
ELUSIONE DELLE DIFESE DELL’OSPITE
IMPEDIRE L’ATTIVAZIONE DEL COMPLEMENTO
Es. Neisseria meningitidis (meningococco) produce una capsula che contiene acido sialico, presente
anche sulle cellule umane
Neisseria gonorrhoeae (non capsulata) produce un lipo-oligosaccaride (LOS) strutturalmente simile agli sfingolipidi della membrana cellulare umana, scarsamente riconoscibile come estraneo. Il LOS viene anche sialilato in vivo, usando molecole dell’ospite
STRATI S
MASCHERAMENTO DEI RECETTORI PER IL COMPLEMENTO
Impedire la penetrazione del M.A.C
Es. Salmonella: rivestimenti esterni
REPRIMERE L’ATTIVAZIONE Poxvirus: contiene una proteina che inattiva quella adibita al controllo
dell’attivazione di C’
PREVENZIONE DELLA FAGOCITOSI
INIBIZIONE DEL RICHIAMO DEI PMN
MODULAZIONE NEGATIVA DELLA PRODUZIONE DI MOLECOLE
CHEMOTATTICHE
VARIAZIONE DI ANTIGENI SUPERFICIALI
OSTACOLO AL RICONOSCIMENTO
PARALIZZARE IL CITOSCHELETRO DI ACTINA DEI FAGOCITI
OSTACOLO ALLA FAGOCITOSI
CIRCONDARSI DI UNA CAPSULA VISCOSA (BATTERI DIFFUSI
DAL SANGUE)
Es. Yersinia pseudotuberculosis
L’ESPLOSIONE DEI LISOSOMI NEL CITOPLASMA
microrganismi relativamente resistenti agli enzimi lisosomiali, come per es. Streptococcus pyogenes
UCCISIONE DEI FAGOCITI
Sono in grado di causare..
Tradizionalmente, i batteri patogeni sono divisi in due grandi categorie
TOSSIGENICI INVASIVI
tendono a restare localizzati e agiscono a distanza per mezzo di
esotossine
producono in genere sostanze extracellulari (anche tossine) che
facilitano l’invasione
capaci di moltiplicarsi velocemente e diffondere nell’organismo
ESOTOSSINE
rilasciate dalla cellula
azione anche a distanza
LE TOSSINE BATTERICHE SONO DIVISE IN
v
ENDOTOSSINE (Gram-negativi)
Associate alla cellula /frazione lipidica della
membrana esterna
Le endotossine possono essere liberate da cellule
in crescita attiva
Da una lisi (difese immuni/antibiotici)
E agire a distanza, trasportate da sangue o linfa
Le esotossine possono ancora essere suddivise per
BERSAGLIO STRUTTURA
MECCANISMO
Endotossine diverse condividono gli stessi effetti
BERSAGLIO
TOSSINE NEUROTROPE, le cui cellule bersaglio sono localizzate nel sistema nervoso centrale o periferico (Es. tetanica, botulinica) ENTEROTOSSINE, attive a livello
delle cellule della mucosa intestinale (es colerica)
TOSSINE PANTROPE, in grado di danneggiare qualsiasi cellula in possesso di recettori idonei a fissare la tossina (Es. Difterica)
TOSSINE
ESOTOSSINE
CITOLISINE
TOSSINE A,B
TOSSINE SUPERANTIGENE
ENDOTOSSINA
FRAZIONE LIPIDICA della membrana
esterna
Produzione di citochine
% attivazione 1: 10.000
Linfocita T
TCR
Macrofago
MHC-II
Risposta normale: l’antigene processato da una cellula APC è presentato su MHC-II
TCR è molto selettivo: il legame con l’antigene-MHC è
breve e specifico
interagisce con il recettore TCR, di cui lega 2 regioni variabili, specifiche
Cascata di chinasi
Attivazione e moltiplicazionedei linfociti T
RISPOSTA ADATTATIVA
SUPERANTIGENI
% attivazione 1: 5
I superantigeni interagiscono con una porzione di MHC-II che non partecipa alla presentazione dell’antigene e si legano a una sola regione variabile di TCR
Linfocita T
TRC
Macrofago
MHC-II
Attivazione abnorme elevatissima secrezione di citochine e interleuchine shock (SIRS)
tossine superantigene sono prodotte da stafilococchi, streptococchi, micoplasmi (monodermi) eYersinia pseudotuberculosis (diderma)
Mancata risposta adattativa
le esotossine dei microrganismi tossigenici
sono:
necessarie per la malattia
non indispensabili per la vitalità del microrganismo
Altrettanto chiaro è il COINVOLGIMENTO delle tossine
pertussica
tetanica
botulinica
Shiga
carbonchiosa
la loro inattivazione coincide con l’abolizione della virulenza
Le tossine proteiche sono fortemente antigeniche, è stato quindi possibile ottenere:
ANTITOSSINE
TOSSOIDI
ANATOSSINE
anticorpi specifici che possono bloccarne l’attività
Esotossine che hanno perso l’attività tossica per invecchiamento; restano antigeni vaccini
Tossoidi ottenuti con trattamenti artificiali (vaccini antitetanico e antidifterico)
Ogni esotossina di tipo II ha un meccanismo d’azione caratteristico
La tossina tetanica e la tossina botulinica hanno una struttura molto simile e agiscono entrambe sul tessuto nervoso
Ma provocano effetti opposti
TETANO BOTULISMO Paralisi spastica Paralisi flaccida
La tossina difterica è una NAD+-diftamide ADP-ribosiltransferasi tagliando la diftamide175 (nel fattore EF2 dei mammiferi
La tossina colerica e la tossina pertussica agiscono da adenil-ciclasi, con recettori diversi e differenti proprietà biologiche….
TOSSINE PROTEICHE (ESOTOSSINE) proteine solubili prodotte da batteri vivi durante la fase
esponenziale di crescita sono i veleni più potenti per l’uomo
Le specie batteriche che producono esotossine causano in genere malattie in cui la tossina ha un ruolo importante
Letalità delle tossine proteiche in confronto a quelle di alcuni veleni
Tossina Dose Tossica
(mg/Kg) ospite (X) Rispetto alla dose tossica di:
stricnina endotossine Veleno di serpente
botulinica 0,8 x 10-8 topo 3 x 106 3 x 107 3 x 105
tetanica 4,0 x 10-8 topo 1 x 106 1 x 107 1 x 105
Neurotossina Shigella
2,3 x 10-6 coniglio 1 x 106 1 x 107 1 x 105
difterica 6,0 x 10-5 cavia 2 x 103 2 x 104 2 x 102
Ogni esotossina ha un meccanismo d’azione caratteristico
La tossina tetanica e la tossina botulinica hanno struttura simile e agiscono entrambe sul tessuto nervoso
Ma provocano effetti opposti
TETANO BOTULISMO
Blocco dei neuroni inibitori
Paralisi spastica
Blocco della placca motrice
Paralisi flaccida
subunità A: responsabile dell’attività biologica
B A
B
MOLTE ESOTOSSINE HANNO UNA STRUTTURA A,B
La componente biologica della tossina resta inattiva finchè non si libera dalla tossina nativa
A
subunità B: lega il recettore, e trasporta “A” nella cellula
La maggior parte delle tossine di tipo A/B è esportata attraverso il sistema di secrezione di tipo II
TIPO A/B
Subunità sintetizzate insieme nello stesso peptide
Sito di taglio
COOH
NH2
S S
es. Tetanica, botulinica, difterica-
..
TIPO A+B : le subunità sono sintetizzate separatamente e si associano a livello del bersaglio
A2 A1
B B
es. tossina carbonchiosa
TIPO A-B : le subunità sono sintetizzate separatamente ma si associano prima del legame al loro bersaglio
A CTX (colera), PTX (pertosse),
LT (E. coli ETEC), STX (Shiga toxin)
“A-5B” indica che il dominio di legame è formato da 5 subunità identiche
Tossine che agiscono nella cellula:
la subunità B si lega al recettore e forma un poro attraverso cui la subunità A entra nel citoplasma
(es. Colera)
INGRESSO DIRETTO
INGRESSO INDIRETTO
la tossina nativa entra nella cellula in un endosoma. Il pH si abbassa causando la
separazione di A e B; la subunità B provoca il rilascio di A nel citoplasma attraverso la
membrana dell’endosoma (es. Antrace)
A A
(C. tetani C. botulinum) entrambe metallo-proteasi a zinco bersaglio diverso manifestazioni diverse
«B»: adsorbita dalle terminazioni dei neuroni
motori, risale verso midollo spinale e tronco cerebrale
«A» si libera e scinde le proteine SNARE, essenziali per il rilascio dei
mediatori
BLOCCO DEI NEURONI INIBITORI: CONTRAZIONE SPASTICA
Raggiunge le sinapsi inibitorie che rilasciano acido γ-butirrico e glicina
BO-TOX (7 tipi antigenici da A a G)
adsorbita dalla mucosa intestinale
blocca il rilascio dell’acetilcolina dalla placca motrice,scindendo
le proteine SNARE
PARALISI FLACCIDA
TE-TOX (1 tipo antigenico)
Celeberrima raffigurazione di un caso di tetano, risalente alle campagne napoleoniche
C. tetani è un batterio ubiquitario e sporigeno, ogni individuo non vaccinato può contrarlo a seguito di ferite, anche di lieve entità, morsi o beccate di animali,
graffi causati da spine di piante… L’unica difesa sicura è la prevenzione vaccinale. La mortalità nei casi di tetano è di circa il 45%.
In Italia, importante causa di mortalità, anche materno-
infantile, fino all’inizio degli anni 60, quando fu introdotta la vaccinazione obbligatoria
Come conseguenza dell’elusione dell’obbligo vaccinale, i casi di tetano in età infantile, non
registrati per molti anni, sono riapparsi
LA TOSSINA DIFTERICA (A/B) ADP-ribosila la diftamide (istidina modificata) nel fattore EF2 dei mammiferi
La sua dose letale è di 0,1 μg/Kg
INIBIZIONE DELLA SINTESI PROTEICA
TOSSINA DI SHIGA (A-5B)
taglia (3′) l’rRNA 28s (sub. 60S)
impedendo il legame dell’aminoacil-tRNA al sito A
60S
28s 28s
B
B B
La tossina si lega al recettore Si internalizza in un
vacuolo ricoperto di clatrina
L’ endosoma si acidifica, il dominio T cambia conformazione
e si insinua nella membrana
la frazione attiva si libera nel citoplasma
ADP-ribosila il fattore EF2 e uccide la cellula
ALCUNE ESOTOSSINE PROVOCANO L’ALTERAZIONE DEL CONTENUTO DI cAMP
stimolatorie (Gs) Esempio tossina colerica
2) Con un’attività adenilato-ciclasica diretta
Esempio fattore dell’edema (B. anthracis)
1) Attraverso la modulazione delle proteine G
inibitorie (Gi) Esempio tossina pertussica
tossina CT Vibrio cholerae), tossina LT (E. coli ETEC)
A2
Attivazione adenilato ciclasi
cAMP, cAMP…
H2O, elettroliti
Le subunità B si legano al recettore GM1
internalizzano la subunità A
Il glutatione intracellulare riduce “A” nei frammenti A1 ed A2
A1 si lega ad α(s) bloccandola in stato attivato
α(s)
α(i)
ALTERAZIONE DEL CONTENUTO DI cAMP
MECCANISMO D’AZIONE-2
Molte altre enterotossine, e la tossina della pertosse, hanno struttura e meccanismo simili
A2
PA PA
Protective antigen ( sub “B”) si lega al recettore
una proteasi di membrana stacca un frammento di 20 kDa che lascia esposto un sito di legame
63 63
LF EF
LF e EF (due sub “A”) competono per il legame
LA TOSSINA CARBONCHIOSA HA UN DOPPIO MECCANISMO (due subunità “A”)
un processo di endocitosi recettore-mediato, porta i complessi in un endosoma Le subunità «A» si liberano nel citoplasma quando l’endosoma si acidifica
LF EF
LF inibisce le MAP-chinasi e altera il metabolismo della cellula al punto da ucciderla
EF, attivata dalla calmodulina, agisce da
adenilciclasi
Per essere efficaci le tossine secrete devono attraversare la membrana
Attraverso la membrana interna: -SEC (sistema generale di traslocazione) -TAT /twin arginine traslocase
SEC-dipendenti T2SS, T5SS (T4SS)
SEC-indipendenti T1SS T3SS (T4SS)
Traslocazione attraverso la membrana esterna (didermi)
Traslocano proteine che sono state portate al periplasma da SEC
Traslocano proteine direttamente senza l’intervento di SEC
Le specie che modificano il citoscheletro delle cellule dell’ospite
Shigella, Salmonella e EPEC (uno dei virotipi di E. coli)
Possiedono in genere uno o più sistemi di secrezione di tipo III (TTSS)
In alcuni patogeni enterici, i sistemi di secrezione di tipo III traslocano negli enterociti le proteine responsabili delle alterazioni del citoscheletro
I virotipi di E. coli enteropatogeni ed enteroemorragici (EPEC ed EHEC): restano all’esterno della cellula ospite
ma intimamente connessi alla superficie cellulare
Il sistema di secrezione III trasloca il recettore Tir nella cellula ospite, mentre le fimbrie vengono perse
Dopo la prima adesione, mediata da fimbrie specifiche
“Tir” ha una struttura a forcina con due domini transmembrana e un loop per l’attacco dell’intimina
N C
L’intimina si lega a due molecole contigue del recettore Tir
il contatto provoca la fosforilazione di Tir e induce una cascata che porta alla formazione del «piedistallo»
La conseguente perdita dei microvilli causa una diarrea da malassorbimento
E attiva il trasferimento di CagA che, all’interno delle cellule epiteliali, viene fosforilato
Helicobacter pylori possiede un T4SS: l’adesina CagL, situata all’estremità del pilo, interagisce con un’integrina
Un altro microrganismo che provoca la formazione di piedistallo è Helicobacter pylori, con un meccanismo diverso, mediato da un T4SS
CagA-P induce il rimodellamento del citoscheletro, con la formazione del piedistallo, e il rilascio di
citochine pro-infiammatorie
Nei ceppi particolarmente virulenti, è presente anche il gene che codifica la
tossina vacuolizzante VacA
Altri patogeni invadono attivamente gli enterociti (cellule non fagocitarie)
Il secondo (TTSS2) è utilizzato dal batterio per modificare il citoscheletro
dell’ospite restando all’interno di un vacuolo legato alla membrana.
L’effetto è la formazione di
estroflessioni radiali dal fagosoma modificato in cui si trova il
microorganismo
Salmonella ha due T3SS:
TTSS1 permette l’ingresso dei batteri nell’enterocita, attraverso il fenomeno del «ruffling» (polimerizzazione disordinata di
filamenti di actina nella membrana dell’enterocita)
si replica nel citoplasma
e diffonde da cellula a cellula polimerizzando l’actina dell’ospite
All’interno dell’enterocita, a differenza di Salmonella, esce dal vacuolo
Fino a formare dei «filipodi» che si rompono rilasciando i batteri nella cellula adiacente
Shigella: non è in grado di entrare negli enterociti dal lato luminale: passa la mucosa attraverso le cellule M ed entra nelle cellule mucosali dal lato
basolaterale, grazie al proprio T3SS
Il patogeno altera l’assetto superficiale del fagosoma impedendo il reclutamento del
lisosoma (es. Mycobacterium tuberculosis; Legionella)
INIBIZIONE DELLA FORMAZIONE DEL FAGOLISOSOMA
ANCHE QUANDO SONO FAGOCITATI DA MACROFAGI O PMN, I PATOGENI POSSONO UTILIZZARE VARIE STRATEGIE PER SOPRAVVIVERE
Alcuni patogeni lisano la membrana del fagosoma; oltre a Shigella questa strategia si osserva in Listeria (batterio Gram-positivo)
FUGA DAL FAGOSOMA
Una strategia diversa è quella di restare nel fagosoma (o fagolisosoma)
VITA INTRACELLULARE
Adattandosi a resistere alle mutate condizioni ambientali
alcuni microrganismi che sopravvivono nei macrofagi (Salmonella, Mycobacterium) attivano rapidamente set di geni per sopravvivere nelle
condizioni estreme del fagolisosoma
Blocco esplosione+ antiapoptosi
ANAPLASMA: UN CASO LIMITE
Lo si rappresentare schematicamente con un grafico, Mettendo in relazione il danno provocato con lo stato immunitario
dell’ospite (ipo- normo- o iper- reattivo)
Entità del
danno
STATO IMMUNITARIO
L’entità del danno varia con il grado di virulenza
Come valutare il potere patogeno di un microrganismo, tenendo contemporaneamente conto del peso dell’interazione con l’ospite?
patogeno
II
Patogeno; la risposta può aggravare il
quadro III
Bassa patogenicità + danno da risposta
IV
Patogeno + danno da risposta V
Scarsa patogenicità
I
risposta alla presenza di un microrganismo VI
I microrganismi di classe 1 Es. Legionella pneumophila
sono associati a malattie solo in individui con funzioni immunitarie insufficienti
non provocano infezioni sintomatiche in individui con uno stato immunitario
normale
sono di solito considerati opportunisti o commensali
Classe 2: la capacità di provocare malattia in individui normali è indice della capacità di evadere
le difese immunitarie
La risposta immune indotta nell’ospite normale dai patogeni di classe 2 non è tale da provocare danni dopo la risoluzione dell’infezione acuta es. pneumococco
patogeni tossigenici: la loro curva è piatta
le tossine sono attive rapidamente e a dosi tanto basse da rendere inifluente la reattività immunitaria dell’ospite
Es.Tetano e difterite non lasciano immunità
Agiscono in quantità troppo esigua per innescare una risposta
l’immunità può essere ottenuta inoculando l’anatossina ma in quantità tali da provocare una risposta
Il danno provocato dai microrganismi della classe tre può essere mediato dal patogeno (in individui con
immunità debole o normale)
Ma anche effetto di una violenta reazione infiammatoria se la risposta immunitaria dell’ospite
è imponente
es. Escherichia coli O157:H7 (ceppo EHEC)
trasmesso con l’ingestione di hamburger poco cotti
in individui normali provoca diarrea con sangue nelle feci e assenza di febbre
in individui con immunità insufficiente provoca diarrea emorragica molto grave
se al danno provocato dal patogeno si associa quello provocato da una forte reazione dell’ospite si ha la sindrome uremico-emolitica (HUS)
Classe V: al danno causato dal patogeno, si aggiunge un danno protratto o cronico, dovuto alla risposta dell’ospite, che tende ad aumentare con l’entità di
quest’ultima.
Classe IV: poche specie, con bassa virulenza intrinseca, attaccano aggredire solo ospiti con immunità compromessa, ma possono provocare una violenta reazione
infiammatoria (che provoca danno) in alcuni individui. Es Aspergillus
Classe VI: categoria pressoché virtuale, non definisce in pieno patogeni noti. É stata definita per includere una crescente lista di malattie, che si ritengono
causate da una risposta immunitaria abnorme alla presenza di qualche microrganismo particolare o del microbiota commensale in toto.