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Walter Ferreri LA LUNA origine culto miti credenze influssi GRUPPO EDITORE GRUPPO EDITORE

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Walter Ferreri

LA LUNAorigine culto miticredenze infl ussi

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La Luna

In ricordo di mia Madre,

senza la quale né questo, né qualsiasi altro mio lavoro sarebbe mai esistito.

In copertina: la luce cinerea lunare ripresa da Juri Cenciarelli

Walter Ferreri

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SOMMARIO

Prefazione........................................................................................................... 3Introduzione ..................................................................................................... 5Dalla preistoria a Galileo ................................................................................... 9Raffigurazione fantasiosa sulle macchie lunari ................................................. 13Mappe lunari ...................................................................................................... 15Notizie generali sulla Luna ................................................................................ 17Origine della Luna ............................................................................................. 20I viaggi lunari immaginari ................................................................................ 28Le missioni spaziali lunari ................................................................................ 30Le fasi della Luna - La settimana ..................................................................... 36La Luna è al primo o all’ultimo quarto?............................................................ 42Strumenti per l’osservazione.............................................................................. 43Consigli per l’osservazione................................................................................ 45Due-tre giorni dopo la Luna nuova.................................................................... 48Dopo quattro-cinque giorni ................................................................................ 51Il primo quarto .................................................................................................. 56Due-tre giorni dopo il primo quarto................................................................... 62Luna quasi piena e piena.................................................................................... 70Eclissi di Luna ................................................................................................... 76Dopo il plenilunio .............................................................................................. 79Come fotografare la Luna .................................................................................. 80Influssi della Luna.............................................................................................. 82Le maree............................................................................................................. 84Influssi meteorologici......................................................................................... 88Motti e credenze popolari dell’influenza della Luna sul tempo ........................ 90Influssi sismici ................................................................................................... 94Influssi nel regno vegetale ................................................................................. 97La Luna rossa ..................................................................................................... 99Influssi nel regno animale.................................................................................. 101Influssi negli esseri umani ................................................................................. 104La licantropia ..................................................................................................... 111Miti, tradizione e culto ....................................................................................... 113Blue Moon.......................................................................................................... 120La Terra vista dalla Luna ................................................................................... 121Motti, massime e proverbi sulla Luna ............................................................... 123Alcuni dati interessanti....................................................................................... 124Calendario perpetuo ........................................................................................... 125Mappa lunare...................................................................................................... 126Carta della Luna ................................................................................................. 128Bibliografia essenziale ...................................................................................... 134

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Prefazione

Messaggera di pallida luce nelle notti, la Luna, piccola compagna della Terra, è sta-ta per l’umanità motivo di venerazione, incanto, curiosità e studio. Gli antichi ele-varono al suo culto templi famosi, i moderni hanno eretto monumenti di sapereastronomico al suo moto “tra le ninfe eterne”.Ormai sono trascorsi parecchi anni da quando l’uomo vi mise piede per la primavolta (21 luglio 1969) e non è lontano il tempo in cui sulla Luna sorgerà una basepermanente, luogo ideale per lo studio dell’astronomia. Ma, nonostante il progres-so, la Luna continua ad emanare un fascino indescrivibile, che può essere apprez-zato da chiunque nelle notti in cui la sua falce argentata illumina il cielo.Questo volume vuole essere un’agile guida alla conoscenza del nostro grande eunico satellite naturale, evitando le pedanterie dei testi accademici e soffermando-si su informazioni e curiosità ritenute tra le più interessanti. La Luna è sicuramen-te l’astro che dà più soddisfazione per chi esplora il cielo con piccoli telescopi, per-ché non approfittarne? Del resto, è sperabile che il lettore non si accontenti di “co-noscere la Luna” solo attraverso la lettura e l’esame delle illustrazioni accluse, mache senta il desiderio di vedere queste cose di persona. Il vedere con i propri occhile montagne, i crateri e le pianure della Luna procura una soddisfazione che l’a-stronomo in poltrona non conosce, né merita di conoscere. Molti degli astronomipiù celebri hanno cominciato i loro studi sulla Luna con un telescopio tascabile. Illoro interesse era stato suscitato dalle letture, ma il fascino che esercitò su di loro lavisione diretta del mondo a noi più vicino, tra quanti ce ne sono nel cielo, riuscì atrasformare questo primo interesse in uno studio serio.

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La Luna, con le

sue macchie e

l’aspetto mutevole

ha da sempre

colpito

l’immaginazione

degli uomini.

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Introduzione

La Luna è probabilmente il primo astro preso di mira da chi inizia a osservare ilcielo con uno strumento. Del resto, come sottrarsi all’invito della sua grande falceargentata?La prima cosa che s’impara sull’osservazione lunare è che il periodo di Luna pie-na è il meno adatto allo studio della conformazione della superficie, perché l’illu-minazione frontale cancella letteralmente anche formazioni altrimenti rimarche-voli, come i crateri Ptolemaeus o Theophilus. Ma la prima volta che osserverete laLuna nella fase intorno ai quarti, anche se solo con un piccolo telescopio, rimar-rete incantati; una quantità enorme di crateri, formazioni montuose, picchi e valliappaiono attraverso l’oculare. Chi ha la fortuna di vedere questo spettacolo con te-lescopi rifrattori da almeno 10 cm o telescopi riflettori da almeno 15 cm in una se-ra adatta, non lo dimenticherà facilmente e lo ricorderà come uno degli spettacolipiù belli.Molti osservatori del passato hanno avuto il coraggio di eseguire una mappa dellaLuna.Dopo le prime semplici cartografie, come quelle di Riccioli, Hevelius e Mayer, siarrivò, nel secolo XIX, a quelle più impegnative di Lohrmann, Beer e Madler, J.Schmidt, per culminare, nel XX secolo, con quella di H.P. Wilkins. La mappa diWilkins da 300 pollici di diametro (762 cm) riporta la posizione di circa 100milacrateri (!) e venne rifinita principalmente con l’ausilio del più grande telescopio ri-frattore d’Europa: quello da 83 cm di Meudon (Parigi).La maggiore mappa lunare eseguita da un italiano è quella di Guido Ruggieri, unastrofilo dalle capacità non comuni, scomparso nel 1976. Questa mappa, molto uti-le per chi inizia, era stata stampata in un numero limitato di copie, ma fortunata-mente è stata più volte ristampata ed ora è reperibile con facilità.Metà della Luna viene costantemente illuminata dal Sole (tranne che durante leeclissi), ma noi vediamo per intero questa metà solo quando la Terra si trova tra ilSole e la Luna, cioè quando si ha la fase di Luna piena. Quando la Luna non si tro-va in opposizione, cioè a 180° dal Sole, ne vediamo illuminata solo una parte.In media la Luna sorge ogni notte 50 minuti più tardi, ma in realtà l’ora in cui sor-ge varia considerevolmente secondo i mesi. In alcune sere, nel periodo di Luna pie-na dell’equinozio di autunno (intorno al 23 settembre), la Luna sorge ogni notte concirca 20 minuti di ritardo, perché in quel periodo l’angolo tra eclittica e orizzonte èminimo. Così abbiamo il chiaro di Luna nelle prime ore della sera per un periodopiù lungo del solito. Il percorso lunare è prossimo all’eclittica (o percorso del Sole);però, mentre il Sole è alto in estate e basso in inverno, la Luna intorno alla fase di

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Luna fedele compagnaprofumid’armonico cosmo.

Perdo l’immaginedella tua lucente voce.

Flavio Vacchetta

LUNA FEDELE COMPAGNA

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piena è bassa in estate e alta in inverno. Sorgendo o tramontando, la Luna pienapuò assumere forme strane, specialmente quando la si vede attraverso un’atmosfe-ra densa e nebbiosa. Qualche volta sembra ovale per un effetto di rifrazione.

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Sulla Luna un piccolo strumento è sufficiente a rilevare una grande quantità

di particolari. Tutti quelli visibili in questa foto sono accessibili a un potente

binocolo!

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Una piccola mappa della Luna che riporta le formazioni principali

e, in alto, come la si può vedere con un piccolo binocolo.

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DALLA PREISTORIA A GALILEO

Quando la crosta della Terra si raffreddò abbastanza da permettere al vapore del-l’atmosfera di condensarsi dapprima in goccioline, poi in ruscelli e stagni e infinein mari e oceani, uno squarcio nelle nuvole avrebbe permesso alle creature viventidi gettare un’occhiata al Sole dardeggiante di giorno o alla Luna argentata di notte.Allora sulla Terra non c’era la vita, ma le grandi maree di quegli oceani, ancora ingran parte fatti di vapore, lasciarono una prova del fatto che la Luna non soltantoesisteva già, ma era più vicina alla Terra di quanto non lo sia ora.Oggi la Luna impiega un mese a girare intorno alla Terra, ma in quei giorni del no-stro mondo una Luna nuova succedeva all’altra in un tempo che era la metà del-l’attuale; la sua grande faccia, riflettendo la luce del Sole, doveva illuminare le not-tate con un’intensità per noi sconosciuta.Col passare del tempo apparvero le prime creature viventi; dapprima i trilobili, nelPaleozoico inferiore, e in seguito i pesci nel Devonico. Nel Mesozoico, che ebbetermine circa 80 milioni di anni fa, apparvero rettili, dinosauri giganteschi e i primiuccelli-rettili, gli pterodattili. In questa era apparvero anche gli animali acquaticicome gli ittiosauri con i loro enormi occhi e i plesiosauri con il lungo collo. L’erasuccessiva, il Cenozoico, fu caratterizzata da un’intensa attività vulcanica, da epo-che glaciali e dalla comparsa di mammiferi, compresi gli uomini. Durante tuttoquesto tempo la Luna andava lentamente allontanandosi dalla Terra. Allora, comeora, essa le volgeva già costantemente la stessa faccia, perché il nostro pianeta l’a-veva “bloccata” nella posizione tale da rivolgerci l’emisfero più denso. Essa avevaassunto l’aspetto che noi vediamo oggi quando i primi uomini volsero lo sguardoalla sua faccia splendente e la venerarono come divinità.All’alba della storia, prima ancora che fossero costruite le piramidi, uomini intel-ligenti e acuti osservatori compresero che la Luna era un corpo che girava intornoalla Terra, compresero anche che era un corpo opaco, come la Terra, e che quindinon risplendeva di luce propria, ma rifletteva quella del Sole. Quando la si vede-va poco discosta dal Sole, soltanto una piccola porzione del lato più prossimo adesso era luminosa, mentre via via che essa si allontanava la porzione luminosa cre-sceva, diveniva esattamente la metà quando le posizioni del Sole, della Terra edella Luna formavano un angolo retto e, infine, la faccia era tutta luminosa quan-do si trovava proprio in opposizione al Sole, cioè quando sorgeva al tramonto escompariva all’alba. Esattamente questi sono i fenomeni che dovrebbero verifi-carsi se la Luna fosse una sfera opaca illuminata dal Sole, che compie in un meseun giro completo intorno alla Terra.La Luna appariva talmente più grande di qualsiasi altro corpo celeste luminoso, ec-cetto il Sole, che ovviamente essa doveva essere o più grande o più vicina di tuttigli altri. Poiché qualche volta, passando davanti al Sole, essa lo nascondeva, ovve-ro ne provocava un’eclisse, era chiaro che doveva essere più vicina a noi del Solee poiché nascondeva anche tutte quelle stelle che venivano per caso a trovarsi sulsuo percorso, non ci poteva essere dubbio che la Luna si trovasse più vicina a noi di

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La Luna era oggetto di venerazione e osservazione di molti popoli antichi, come

i Babilonesi, che ne determinarono il moto dalle loro ziggurat.

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tutti gli altri corpi celesti. Inoltre, il suo disco era cosparso di macchie e queste ri-manevano sempre nella stessa posizione; ciò poteva significare una sola cosa e cioèche la Luna ci rivolgeva sempre la stessa parte. Le macchie potevano ricordare unafaccia umana appena abbozzata: due occhi, un naso, una bocca, cose che anche og-gi ognuno di noi può vedere purché dia un’occhiata alla Luna quando la sua fase èintorno a quella di piena. E poiché questa faccia sembrava fissare gli uomini, essiincominciarono a parlare dell’uomo della Luna. Che cosa potevano mai essere que-ste macchie? Erano foreste, mari, era la Luna un mondo come il nostro e, in tal ca-so, era abitata? Queste sono le domande che si posero i popoli antichi, ma dovette-ro passare secoli prima che si potesse trovare una risposta.La Luna aveva inoltre qualche influenza sulla Terra. Gli antichi cinesi avevano no-tato che le maree delle loro coste erano in qualche modo connesse con la Luna. Piùtardi, Giulio Cesare, preparandosi ad andare in Britannia, scelse il periodo di mas-sima alta marea, la marea di primavera, e scrisse che le maree erano alte perché laLuna era piena, mettendo così chiaramente in relazione il livello dell’acqua con laposizione della Luna.E se il mare era influenzato dalla Luna, perché non lo dovevano essere le piante, glianimali o anche gli uomini? I primi astronomi furono anche sempre astrologi e co-struirono un sistema completo delle supposte influenze dei corpi celesti sui destinidegli uomini. Ma per costruire degli oroscopi era necessaria un’osservazione at-tenta della Luna. Così, confrontando le osservazioni che via via venivano fatte, siscoprì che la Luna ritornava in una posizione quasi identica rispetto al Sole in untempo pari a 18 anni, 10 giorni e 8 ore. A un’eclisse, quindi, doveva seguirne un’al-tra dopo circa 18 anni. Questo periodo di tempo fu chiamato Saros e fu effettiva-mente usato per predire le eclissi prima della nascita di Cristo. Un rinomato astro-nomo, Talete di Mileto, predisse un’eclisse nell’Asia Minore per il 28 maggio del585 a.C., proprio nella regione da lui indicata. Quel giorno due popoli antichi, i Li-di e i Medi, si stavano affrontando in battaglia quando il Sole scomparve. Il terroresi impadronì degli eserciti, che si diedero dapprima a una fuga precipitosa e che po-co dopo conclusero la pace.Circa un secolo prima dell’era di Cristo la distanza della Luna era stata determina-ta con una precisione discreta, si conosceva il suo diametro ed erano state notateanche alcune irregolarità del suo moto. Questi furono successi veramente notevoliper un’epoca in cui gli strumenti erano primitivi e nella quale, per la prima volta, sicominciava lentamente a raccogliere le prime conoscenze scientifiche.Se gli antichi avessero posseduto telescopi, avrebbero probabilmente trovato chel’aspetto della Luna era molto simile o quasi identico a quello di oggi, ma, man-cando questi, furono riservate ai posteri le sorprese dei suoi altissimi monti e deisuoi fantastici crateri. Solo all’inizio del XVII secolo entrarono in uso i telescopi efu come se la Luna ci fosse stata portata più vicino. In realtà, i primi telescopi era-no molto imperfetti e ingrandivano molto poco, ma tuttavia scoprirono un nuovomondo. I cieli apparvero trasformati: si vide la Via Lattea composta di molte stellee sulla superficie del Sole comparvero molte macchie. I pianeti svelarono le loro

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superfici, ma fu soprattutto la Luna il banco di prova della grande utilità di questistrumenti. A quei tempi l’umanità era ancora eccitata per la scoperta dell’America,il nuovo mondo, e tuttavia ciò non offuscò la meraviglia destata dai paesaggi luna-ri. Di tutti i mondi esistenti nel cielo, la Luna fu il primo a rivelare i suoi segreti e viavia che i telescopi migliorarono, essa fu vista sempre più chiaramente, finché, oggi,il meraviglioso panorama che essa ci offre quando il Sole illumina la sua faccia, ènoto con una precisione quasi paragonabile a quella con cui si conosce la Terrastessa. Nessun altro oggetto celeste mostra una varietà così grande di interessantidettagli e scene di tale magnificenza quali la Luna attraverso un potente telescopio.

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Raffigurazione fantasiosa sulle macchie lunari

Guardando la Luna a occhio nudo durante la fase di plenilunio si nota facilmentecome la disposizione delle sue macchie (i cosiddetti “mari”) ricordi un volto bona-rio e sorridente.Questa raffigurazione aveva già attirato l’attenzione dei nostri antenati, come rife-risce Plutarco nel suo opuscolo De facie in orbe Lunae apparente.Oggigiorno, che la gente dedica molto poco tempo alla contemplazione degli astrie che quando lo fa ricorre spesso a strumenti ottici, il problema di ciò che si vede aocchio sulla faccia della Luna è stato quasi del tutto dimenticato. Al contrario, pri-ma dell’invenzione del cannocchiale (ma anche in seguito), l’umanità ha fantasti-cato parecchio su ciò che potevano essere “quei segni bui” – come li chiamavaDante – e su che cosa rappresentavano. È, comunque, curioso e interessante ricor-dare con che cosa erano state identificate le macchie lunari, oltre all’immediata per-cezione di un viso appena abbozzato con due occhi, un naso e una bocca.Secondo Aquilino, le macchie ricordano il volto di una matrona che guarda in alto.Ma, senza dubbio, un’intuizione più felice fu quella di un poeta triestino, FilippoZamboni, che vi intravide due teste all’atto di baciarsi. In realtà, mentre è abba-stanza facile ravvisare il volto dell’uomo sulla destra, risulta piuttosto difficile

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Raffigurazioni fantasiose delle macchie lunari. In alto a sinistra: il volto di

una matrona; in alto a destra: due teste all’atto di baciarsi; in basso a sinistra:

uno scoiattolo con la nocciola; in basso a destra: un coniglio o una lepre.

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identificare il viso femminile sulle macchie poste a sinistra del disco. O, ancora, vi-sibili con un po’ di attenzione, sono stati proposti i contorni di animali; ora unoscoiattolo con la nocciola, ora un coniglio o una lepre. Oltre ai disegni qui riportati,sono state ideate altre versioni su ciò che potevano richiamare alla mente le macchielunari, tra le quali Adamo ed Eva, Caino con un fardello di spine, Giuda, un uomodecapitato ecc. Ma queste ultime interpretazioni richiedono un maggiore sforzod’immaginazione per venire identificate con la disposizione dei “mari” lunari.

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Una Luna un po’

“vivificata”, con

la visione del

“bacio”, dovuta

all’immaginazione

del poeta triestino

Filippo Zamboni.

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MAPPE LUNARI

Si dice che nel 1608, a Middelbourg, per caso un occhialaio olandese di nome Lip-pershey inventò il telescopio. Anzi, la leggenda narra che l’invenzione avvenne ca-sualmente per merito dei figli del Lippershey. Questi, giocando con alcune lenti delpadre, videro a un certo punto l’immagine di un gallo sovrastante il tetto di un cam-panile ingrandita. Comunque siano andate le cose, è circa in questo tempo che, inOlanda, fu inventato il telescopio. Galileo ebbe notizia di questo avvenimento e inbase a scarne descrizioni fabbricò da sé un telescopio che chiamò “cannocchiale”(dalle contrazioni di cannone-occhiale). Fu con questo strumento che il grandescienziato fece le sue scoperte sui corpi celesti a iniziare dalla Luna. Egli descrisse le sue osservazioni nel Sidereus Nuncius che contiene il primo dise-gno della Luna vista attraverso un telescopio. Questo disegno è grossolano e con-venzionale, ma mostra l’aspetto rugoso della superficie della Luna e uno dei crate-ri più caratteristici del nostro satellite. Galileo fu colpito dal grande numero di que-sti crateri, che egli confrontò con gli “occhi” della coda di un pavone.Nel XVII secolo altri uomini, come Fontana, Scheiner ed Hevelius, cominciaronoa scrutare il cielo con il telescopio appena entrato in uso. Quest’ultimo, un ricco cit-tadino di Danzica (il cui nome originale era Johannes Hevelke), non soltanto com-pì osservazioni sulla Luna, ma scrisse su questo argomento un libro intitolato Sele-

nographia che conteneva disegni della Luna nelle diverse fasi, nonché una mappa.Hevelius, in realtà, aveva preparato le lastre di rame con cui furono stampati la suamappa e i suoi disegni, ma dopo la sua morte furono trasformate in una teiera!La mappa di Hevelius era, naturalmente, appena uno schizzo ma per parecchi annicontinuò a far testo anche se un’altra mappa pubblicata nel 1651, cioè solo quattroanni dopo quella di Hevelius, andava riscuotendo sempre più fiducia. Non è diffi-cile capire la ragione di questo fatto. Hevelius in un primo tempo aveva pensato diindicare i principali crateri e le altre parti della Luna con i nomi degli uomini più il-lustri, ma ebbe paura di far ciò per timore di offendere qualcuno dimenticato percaso. Ma il gesuita emiliano Giovanni Battista Riccioli, l’autore della seconda map-pa, non ebbe tali timori e impose ai crateri i nomi di varie persone, non trascuran-do i suoi amici. È incredibile quanti amici egli scoprì di avere quando il fatto fu ri-saputo! Tra le persone così onorate c’erano il suo amico Grimaldi e lui stesso! Lamappa era, in realtà, basata sulle osservazioni del solo Grimaldi, mentre il nome delRiccioli è stato tramandato solo per il fatto che questo sistema si è usato fino ai no-stri giorni.La prima mappa della Luna veramente accurata fu disegnata da Tobias Mayer diGottinga. Dopo la sua morte fu trovata fra le sue carte una mappa di soli 20 cm didiametro, che fu pubblicata, insieme con altri lavori, 13 anni più tardi, nel 1775. Lamappa di Mayer rimase la migliore fino al 1824, quando un geometra di Dresda, dinome Lohrmann, pubblicò i primi quattro fogli di una mappa, che aveva intenzio-ne di completare in modo che ne risultasse un lavoro ricco di dettagli e con un rapporto di grandezze tale che il diametro della Luna misurasse sulla carta circa

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94 cm. Purtroppo, Lohrmann perse la vista e dovette rinunciare al progetto. Moltodopo la sua morte, che avvenne nel 1840, furono raccolte le parti mancanti e il tut-to fu pubblicato nel 1878.Gli abitanti di Berlino negli anni tra il 1830 e il 1837 avrebbero potuto notare unpiccolo osservatorio di proprietà di W. Beer. Era un’attrezzatura ridotta, con un te-lescopio a rifrazione da 9,5, cm, cioè del tipo di quelli che si vedono nelle vetrinedei negozi di ottica. Un amico di Beer, di nome Madler, era solito partecipare alleosservazioni della Luna e i due amici pubblicarono il loro lavoro nel 1837. Essieseguirono una mappa completa del diametro di 94 cm e l’accompagnarono con unvasto libro di consultazione. In questa mappa erano illustrati più di 7mila crateri equest’opera, che fece testo fino al 1878, ha posseduto un grande valore fino allaprima metà del XX secolo.Nel 1878 fece la sua apparizione un’opera di impegno ancora maggiore e cioè unamappa della Luna di più di 180 cm di diametro. L’autore di questo pregevolissimolavoro iniziò le sue osservazioni sulla Luna per mezzo di un telescopio tascabileappeso a un lampione! La maggior parte dei dettagli fu però osservata con il tele-scopio da 15 cm dell’Osservatorio di Atene del quale l’autore, J. Schmidt, era diret-tore. Schmidt non visse a lungo dopo la pubblicazione della sua mappa, che fustampata a cura del governo prussiano. Coloro che han fatto la fatica di contare icrateri che compaiono nella mappa di Schmidt dicono che siano 33mila.Il primo atlante fotografico della Luna, costituito da 71 tavole, venne presentatosoltanto nel 1909 a opera dei francesi M. Loewy e P. Puiseux.Dopo quella di Schmidt fu eseguita un’altra grande mappa nel 1910 da parte di W.Goodacre; questa era un poco più grande della precedente, ma difettosa in prossi-mità del bordo o “lembo”.Da allora altri osservatori hanno pubblicato varie mappe di tutta la Luna o di partedi essa; tra questi, Karel Andel, un astronomo cecoslovacco, e Fauth, un astronomotedesco.Nel 1946 H.P. Wilkins ne ha realizzata una da ben 7,6 metri di diametro, che ripor-ta l’immagine di circa 100mila crateri! Quella del Wilkins è rimasta la maggioremappa lunare realizzata visualmente da un solo osservatore; per trovarne di più det-tagliate occorre fare riferimento a quelle fotografiche realizzate al Pic du Midi e inArizona (anni 60) per le missioni Apollo e – naturalmente – a quelle realizzate conil contributo delle sonde spaziali.La mappa pubblicata in questo libro è stata realizzata da un grande astrofilo italia-no: Guido Ruggieri, scomparso nel 1976. Essa è stata appositamente preparata perl’appassionato che desidera osservare la Luna con un piccolo telescopio. Vennepreparata nel 1958 in base alle fotografie degli Osservatori di Parigi, Lick e MonteWilson.

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Notizie generali sulla Luna

L’unico satellite naturale della Terra, la Luna, è anche l’unico astro che sia stato vi-sitato dall’uomo (il primo uomo a mettere piede sul suolo lunare è stato Neil Arm-strong, seguito da Edwin Aldrin, scesi nel Mare Tranquillitatis il 21 luglio 1969 nelquadro della missione Apollo 11).La Luna si è formata, insieme alla Terra, circa 4,6 miliardi di anni fa. Ha un picco-lo nucleo ricco di ferro, ma è composta per lo più da rocce e la sua superficie è fit-tamente costellata di crateri prodotti principalmente dall’impatto di asteroidi e co-mete fino a circa un miliardo di anni dopo la sua formazione. Ha avuto un’attivi-tà vulcanica più o meno intensa fino a circa 2 miliardi di anni fa, che ha inondato di basalto fuso grandi aree della superficie (note come “mari” pur non contenendoacqua).La Luna è un corpo essenzialmente privo di atmosfera perché l’attrazione gravita-zionale alla sua superficie è solo circa 1/6 di quella della Terra; troppo debole perimpedire a un’atmosfera di evadere nello spazio.

Dati numerici sulla Luna

– Distanza media dalla Terra: 384.401 km = 60,27 raggi equatoriali terrestri.– Distanza minima della Luna dalla Terra (perigeo): 356.400 km.– Distanza massima della Luna dalla Terra (apogeo): 406.700 km.– Distanza Terra-Luna in tempo-luce: 1,3 secondi.– Eccentricità dell’orbita della Luna intorno alla Terra: 0,0549.– Distanza media del centro di gravità del sistema Terra-Luna dal centro della Terra:

4670 km.– Diametro angolare medio della Luna (geocentrico): 31’05”,2.– Diametro angolare della Luna al perigeo: 33’28”,8.– Diametro angolare della Luna all’apogeo: 29’23”,2.– Magnitudine della Luna piena: –12,6.– Inclinazione dell’orbita lunare sull’eclittica: 5°8’43”,4.– Periodo orbitale siderale (cioè rispetto alle stelle):

27g7h43m11,5s = 27,321661 g.– Mese sinodico (ritorno alla stessa fase): 29g12h44m2,8s = 29,530588 g.– Mese anomalistico (ritorno al perigeo): 27g13h18m33,1s = 27,554550 g.– Periodo di rotazione della linea dei nodi (moto retrogrado): 18,61 anni.– Periodo di rotazione del perigeo (moto diretto): 8,85 anni.– Velocità orbitale media della Luna intorno alla Terra: 3681 km/h = 1,023 km/s.– Velocità angolare media della Luna in cielo: 33’ all’ora.– Moto medio diurno della Luna rispetto alle stelle: 13°,176358.– Intervallo medio tra due successivi passaggi della Luna in meridiano:

24h50,47m.– Librazione in longitudine: 7°54’.

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– Librazione in latitudine: 6°50’.– Percentuale della superficie lunare osservabile dalla Terra: 59%.– Inclinazione dell’equatore lunare sul piano dell’eclittica: 1°32’,5.– Inclinazione dell’equatorre lunare sul piano della sua orbita: 6°41’.– Diametro della Luna: 3476 km.– Circonferenza della Luna all’equatore: 10.920 km.– Area della superficie lunare: 37.960.000 km2 o 0,074 di quella della Terra.– Volume della Luna: 21.990.000.000 km3 o 2,03% del volume della Terra.– Massa della Luna: 73.520.000.000 di miliardi di tonnellate o 1/81,3 di quella della

Terra.– Densità media della Luna: 3,341 = 0,606 di quella della Terra.– Gravità alla superficie lunare: 162,2 cmxs–2 = 16,5% di quella della Terra.– Velocità di fuga della Luna: 2,38 kmxs–1 (11,2 sulla Terra).– Illuminazione sulla Terra per la Luna piena: 0,25 lux.– Illuminazione sulla Luna per la Terra piena: 16 lux.– Temperatura sulla superficie lunare di notte: da –170 a –185 °C.– Temperatura massima sulla Luna di giorno: +130 °C.– Temperatura costante alla profondità di un metro sotto la superficie: –35 °C.– Percentuale della superficie lunare occupata in totale dai “mari”: 16,9%.– Percentuale della superficie occupata dai “mari” nell’emisfero rivolto verso la Terra:

31,2%.– Percentuale della superficie occupata dai “mari” nell’emisfero invisibile dalla Ter-

ra: 2,6%.Le forze di marea hanno rallentato la rotazione della Luna fino a bloccarne verso laTerra l’emisfero con maggiore massa, cosicché la Luna rivolge alla Terra pratica-mente sempre la stessa faccia. Abbiamo detto “praticamente”, perché la Luna appa-re oscillare intorno a una posizione media. Grazie a queste oscillazioni (dette libra-zioni), noi in pratica vediamo un po’ di più della metà della superficie lunare. Con-siderando anche i diversi punti nella superficie terrestre, nel complesso dal nostropianeta si può vedere il 59% di tutta la superficie lunare.La superficie della Luna presenta aree di colorazione marcatamente diversa. Oggisappiamo che le aree più scure, per lo più molto estese e relativamente lisce, i cosid-detti mari, si distinguono da quelle più chiare, per lo più accidentate e ricoperte dacrateri, e chiamate terre, per una diversa natura del suolo. I “mari”, pur essendo ef-fettivamente grandi bacini, hanno raccolto non acqua ma materiali basaltici che han-no livellato le diseguaglianze della superficie, cancellando tutti i crateri più antichi eforse compensando grandi cedimenti della crosta. Poiché le lave basiche che com-pongono i “mari” hanno un modestissimo potere riflettente, essi appaiono scuri.Altre strutture di grandi dimensioni sulla Luna sono le catene di montagne, chespesso hanno ricevuto i nomi di quelle terrestri. Ma le strutture più tipiche della to-pografia lunare sono i circhi e i crateri. Queste formazioni, di vario diametro, sonola testimonianza di un bombardamento molto intenso di meteoriti di massa più omeno grande, solo in parte cancellata da grandi effusioni di lava soprattutto nelle

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zone della Luna in cui la crosta era più debole o sottoposta a più intense sollecita-zioni. Un numero relativamente piccolo di crateri potrebbe essere dovuto al vulca-nesimo.

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La Luna prossima all’orizzonte sembra più grande, ma è un’illusione ottica.

Questa serie di fotografie della Luna che sorge dimostra che essa non è più

grande rispetto a quando è alta nel cielo.

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ORIGINE DELLA LUNA

Nel quarto giorno della versione biblica sull’origine dell’Universo, Dio disse: “Visiano luminari nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte, e serva-no da segni per le ricorrenze, per i giorni e per gli anni, e servano da luminari nelfirmamento del cielo per far luce sulla Terra”. E così avvenne: Dio fece i due lu-minari maggiori, il luminare grande per dominare il giorno e il luminare piccolo perdominare la notte, e le stelle (Genesi, 1,14-16).La Luna, naturalmente, era il “luminare piccolo” e probabilmente in passato e so-prattutto nel Medioevo, nella nostra cultura occidentale, molti pensavano che eracome una lanterna appesa al firmamento vicino a noi per nostra comodità e che laragione per cui fosse lì era che Dio ce l’aveva messa.Nel 150 a.C. l’astronomo greco Ipparco (190-120 a.C.) era riuscito, servendosi diun sistema trigonometrico, a calcolare la distanza della Luna dalla Terra e a sco-prire (senza grossi errori) che questa corrispondeva a 60 volte il raggio terrestre.Prima di lui lo scienziato greco Eratostene (276-196 a.C.) aveva già determinatocon precisione il meridiano terrestre, utilizzando misure relative all’inclinazionedei raggi solari in differenti località. La distanza reale della Luna era quindi già no-ta agli studiosi greci fin dal secondo secolo a.C.Le moderne misurazioni hanno ritoccato in modo non determinante questi risulta-ti e oggi conosciamo questa distanza con precisione sbalorditiva: la Luna distadalla Terra – in media – 384.400 km. Se a tale distanza la Luna ci appare cosìgrande nel cielo, significa che deve avere un diametro di 3476 chilometri. La Lu-na non è quindi soltanto una piccola lampada appesa al firmamento, in realtà è unmondo di tutto rispetto. Nel 1609 Galileo, osservandola con il suo cannocchiale,vi scorse catene di monti e crateri e nel 1969 un uomo vi posò il proprio piede perla prima volta.Ora, uno degli enigmi che la scienza è chiamata a risolvere è come mai la Luna sitrovi lì nel cielo utilizzando le leggi fisiche a noi note, problema che si è rivelato dinon facile soluzione.Tra i primi a cercare di spiegare l’origine della Terra senza scomodare il sopranna-turale ci fu Georges de Buffon (1707-88), un naturalista francese autore di un’en-ciclopedia delle scienze naturali in 44 volumi, il primo dei quali, pubblicato nel1759, era dedicato al problema delle origini del Sistema Solare.Secondo Buffon una cometa era entrata in collisione con il Sole e l’urto aveva fat-to volare nel cosmo parte della materia di cui essa e il Sole erano composti. Questamateria si era poi raffreddata e condensata dando origine ai pianeti, inclusa la Ter-ra. Tutto ciò era avvenuto, secondo Buffon, 75mila anni prima, dato che quello erail tempo che la Terra avrebbe impiegato per raggiungere l’attuale stadio di raffred-damento.Ma perché proprio una cometa? Ai tempi di Buffon nessuno sapeva con precisioneche cosa fossero le comete. Di certo si sapeva che, quando apparivano nel cielo,erano a volte enormi (le loro dimensioni sono tuttavia determinate da materia ap-

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