La legge 3 aprile 2001 n. 142“Il socio lavoratore”

Legacoop Toscana 2016 «Spazi di cultura gestionale» Olmo Gazzarri – Area Lavoro Legacoop Toscana

Sede della Società Artistico Vetraria di Altare (Sv)prima cooperativa italiana di produzione (1856-1978)

Atto di fondazione (2/12/1919) della cooperativa e immagine (anni ‘50) di alcuni soci operai della cooperativa Sacmi di Imola (Bo)

La Redenta, cooperativa di facchini, Firenze, anni 1950 (Archivio gruppo C.F.T.)

Le cooperative di lavoro: alcune tappe

1856: Altare (SV): nasce la prima «cooperativa di lavoro»: l’Associazione artistico-vetraria composta da maestri dell’arte vetraria per far fronte alla crisi del settore.

1886: nasce a Milano la Federazione nazionale delle cooperative (dal 1893 «Lega»)

1889: la legge 6216 consente anche alle cooperative di Produzione e Lavoro di accedere agli appalti di lavori pubblici. Giolitti riconosce ufficialmente il ruolo delle cooperative.

XX sec.: Anni 40 – Anni 70: la grande stagione delle cooperative di produzione e servizi

Cooperative di lavoro: radici Trovano origine nelle necessità primarie e nei bisogni

dei lavoratori, contro lo sfruttamento, nella propensioneall’autonomia e all’autogestione delle proprie capacità eprofessionalità.

Idea «eversiva», perché prevedeva una riconversionedell’apparato produttivo finalizzato non alla produzione divalori di scambio, ma al soddisfacimento di bisogni realidei lavoratori.

Il profitto non è il fine, ma lo strumento che consente lacontinuità aziendale e la costante realizzazione di queibisogni.

Riferimento indispensabile

Articolo 45 Costituzione, primo comma:«La Repubblica riconosce la funzionesociale della cooperazione a carattere dimutualità e senza fini di speculazioneprivata. La legge ne promuove efavorisce l'incremento con i mezzi piùidonei e ne assicura, con gli opportunicontrolli, il carattere e le finalità»

Le cooperative di lavoro

Scopo mutualistico dei soci:

Avere continuità di occupazione e le migliori condizioni economiche sociali

e professionali rispetto a quelle rintracciabili nel mercato del lavoro

Le cooperative di lavoro

Settori di mercato in cui si possono trovare cooperative di lavoro in Italia

•Manifatturiero, Costruzioni, Progettiste•Servizi, Logistica, Cultura, •Conduzione agricola•Sociali (A e B) (eccetto i consorzi di cooperative sociali)

•+ le cooperative di professionisti e del sapere

Cooperative di lavoro possono esistere in qualsiasi settore merceologico. Se ne ritrovano pressoché in ogni comparto della produzione e dei servizi.

Prima della “142”…- Nessuna disciplina specifica- Per anni la giurisprudenza opera in sostituzione del

legislatore: in parte anche oggi.- Tesi contrapposte :

- Teoria monistica: il lavoro del socio viene assorbito nell’adempimento del contratto associativo; saltano le tutele della legge per il lavoro subordinato (soprattutto nella cooperativa di grande dimensione)- Teoria dualistica: il contenuto

dello scambio mutualistico con la cooperativa è il lavoro da parte del socio, che deve trovare tutela di legge e ccnl

Da questa situazione confusa, in cui si alternavano caso per caso interpretazioni assai diverse, prese avvio, con il passaggio determinante

della Commissione Zamagni, il lungo percorso legislativo della L.142/01

La scelta del legislatore (2001 e 2003)

1. Il perseguimento dello scopo mutualistico si realizza attraverso la previsione che al patto associativo si affianca un ulteriore (e distinto) contratto di lavoro funzionalmente legato al primo. (Art 5 c. 2 bis L.142)

2. Non si estendono ai soci lavoratori tutte le tutele previste per i dipendenti “privati”, ma, tuttavia, si identificano solo alcune deroghe alla disciplina generale, che vige integralmente per il resto.

3. L’intervento del 2003 (“L.Biagi”) su questo punto non ha cambiato di molto l’impostazione originaria. Rimane la centralità del rapporto sociale rispetto a quello di lavoro e la specialità del rapporto di lavoro del socio lavoratore.

Legge n. 142 / 2001: l’articolato

Articolo 1 comma 1:“A chi si applica?”

“1. Le disposizioni della presente legge si riferiscono alle cooperative nelle quali il rapporto mutualistico abbia ad oggetto la prestazione di attività lavorativeda parte del socio, sulla base di previsioni di regolamento che definiscono l'organizzazione del lavoro dei soci.” …

Nelle cooperative di lavoro, vengono in risalto

determinate e qualificanticaratteristiche personali e

professionalidel socio

Articolo 1 comma 2:Prerogative dei soci

concorrono alla GESTIONE (distinzione CdA – Assemblea)

partecipano alla definizione della STRATEGIA e alla PRODUZIONE

Partecipano al RISCHIO d’impresa Mettono a disposizione le proprie

CAPACITA’ PROFESSIONALI secondo le compatibilità economiche consentite alla cooperativa dalle condizioni di mercato

Articolo 1 comma 3: l’“ulteriore” rapportocosì come risultante dalla modifica apportata dalla L. 30 del 2003

«Il socio lavoratore è il soggetto che, con la propria adesione o successivamente all’instaurazione del rapporto associativo stabilisce con la società un ulteriore rapporto di lavoro in forma subordinata, autonoma o qualsiasi altra forma non occasionale con cui contribuisce al raggiungimento degli scopi sociali»

«Con» o «dopo l’adesione» Qualsiasi forma (non occasionale)

“…Con cui contribuisce comunque al raggiungimento degli scopi sociali…”

Ricapitolando: Il socio lavoratore: «due vestiti per un corpo solo»

SOCIO- Resp patrimoniale- Onere gestionee partecipazione- Ristorno - Controversie: Giudice

ordinario

LAVORATORE- CCNL, se subord- Tutti i diritti salute e

sicurezza- Diritti sindacali- Controversie: Giudice

lavoro

Socio lavoratore

Articolo 2:i diritti del socio lavoratore

Per i subordinati: L’art. 2 della l.142/2001, prevede la non applicabilità dell’art. 18, l. 300/1970 (oggi molto ridotto) ogniqualvolta venga a cessare con il rapporto di lavoro anche quello associativo. Altrimenti, tutela completa.

Per tutti “gli altri” valgono:

I rapporti di lavoro instaurabili

Lavoro subordinato: f.t. / p.t.; a t.d. Lavoro autonomo: artt 2222 e 2230 c.c. Nuove tipologie (d.lgs. 81/2015):

intermittente (art 13 e ss.) – apprendistato (soci speciali) (2527 c.c.) – co.co.co. (art 2 e 409 c.p.c.)

Non ammissibili: lavoro accessorio art. 48 e ss. (voucher); associazione in partecipazione con apporto di lavoro;…Tutti gli

occasionali.

Inquadramento previdenziale e assistenziale

Le cooperative (salvo eccezioni per agricole sociali e piccola pesca) sono inquadrate in base al settore economico e merceologico di appartenenza secondo i criteri generali previsti per la generalità delle aziende (art 49 l.88/89), secondo le normative previste per le diverse tipologie di rapporti di lavoro. (INPS e INAIL)

Le coop s.r.l. possono usufruire della qualifica di impresa artigiana e ottenere il relativo trattamento previdenziale, rispettandone i limiti quantitativi di settore (Cass. S.U. 5/06/2000 n. 401, Circolare INPS 26/07/2001 n. 150)

Salvaguardia dei soci

Dall’instaurazione dei predetti rapporti associativi e di lavoro derivano i relativi effetti di natura previdenziale e fiscale e tutti gli altri effetti giuridici previsti dalla «142» e dalle altre leggi «in quanto compatibili con la posizione del socio lavoratore» (Art 1, ult. comma, l.142/01)

Eventuali «incompatibilità»…Un esempio di questo filtro (del restodifficile da definire con precisione) è lanorma per cui i soci lavoratori non sonocomputabili ai fini dell’applicazione degliobblighi del collocamento obbligatorio exl.68/99 e sono incompatibili tutte le normeche prevedono obblighi di assunzione di c.d.categorie protette al superamento dideterminate soglie dimensionali.

Ammissione di un socio lavoratore

1. (Sia “già interno”, sia “esterno”) fa domanda al CdA specificando anche quale tipo di rapporto di lavoro vuole instaurare tra quelli previsti nel regolamento interno.

2. CdA verifica il possesso dei requisiti statutari e svolge una precisa verifica della compatibilità del lavoro disponibile con il lavoro richiesto; dispone accoglimento o rigetto (validi dal momento della ricezione da parte del richiedente) di cui dare atto nei verbali e nella relazione sulla gestione annuale.

Ovviamente la natura del rapporto di tipo autonomo la si evincerà dalla natura effettiva della prestazione:

non basta la dichiarazione delle parti.

Adempimenti per l’instaurazione del rapporto di lavoro con un socio lavoratore subordinato

esterno

Comunicazione preventiva (1 g. prima) di assunzione al CPI

Iscrivere il socio lavoratore nel LUL(N.B.: obbligo LUL scatta solo se ci sono solo soci subordinati o co.co.co.. Gli amministratori devono essere iscritti nel LUL solo se non sono liberi professionisti e solo con riferimento al mese in cui percepiscono compensi: se l’impresa non ha dipend/collab non deve fare LUL per registrare il solo amministratore che non percepisca compensi.)<> Iscrizione del lavoratore a libro soci con indicazione della cifra di capitale sociale sottoscritta e versata.<> Consegna statuto e regolamento interno. Se il socio lavoratore è interno, solo i punti <>

Cause estintive delrapporto sociale e di lavoro

1) Se si risolve il rapporto societario

(sia per recesso sia per esclusione) Art 5 c.2 L.142: automatismo e unico atto, ovvero…

Viene meno senza bisogno di ulteriori atti il rapporto lavorativo (fatta salva diversa disposizione statutaria)

La risoluzione non è incondizionata: ma legata alle fattispecie del recesso e dell’esclusione (legge e statuto)

Recesso (2532 c.c.) … che non può mai essere parziale

Casi previsti dalla legge: se è vietata la cessione di quote o azioni o nel caso di deliberazioni della maggioranza su cambiamento dell’oggetto o del tipo di società o il trasferimento della sede sociale all’estero (2437c.c.)

Casi di recesso (solitamente) previsti dallo statuto: Che abbia perso i requisiti per l’ammissione; Che non si trovi più in grado di partecipare al

raggiungimento degli scopi sociali Che abbia visto risolto l’ulteriore rapporto di lavoro:a. Subordinato – in presenza di licenziamento per

giustificato motivo oggettivo.b. Altri - in presenza di recesso contrattuale comunicato

dalla cooperativa.

Sempre su cause estintive:

…se si risolve il rapporto societario

Per esclusione: (2533 c.c.) - giusta causa o giustificato motivo soggettivo - nei casi previsti dallo statuto (necessario dettaglio! Ad es.:

‘non partecipazione a tot assemblee’; ‘non rispetto dell’impegno a versare le quote di capitale entro i termini concordati’; incompatibilità senza autorizzazione o atti concorrenti; danni gravi;… )

- per mancanza o perdita dei requisiti per partecipazione alla società (ad es.: superamento periodo di conservazione posto per malattia; pensionabilità;…)

- 2286 e 2288 c.c. prevedono anche «interdizione dai pubblici uffici» o «fallimento»

Sempre su cause estintive

2) Se cessa il rapporto di lavoro

Nel caso di licenziamento del socio lavoratore per cause oggettive (art 8 c.2 L. 236/93, o L.223/91),

quando la cooperativa (per cambio appalto, scomparsa posto di lavoro, ecc…) non può garantire ai soci una prestazione di lavoro, la conseguenza della situazione concreta e documentabile è l’esclusione da socio.

Ma N.B.!!! Devono essere inserite negli statuti delle clausole che legittimino l’esclusione per g.m.o. e dunque il venir meno del sottostante rapporto di lavoro.

Oppure «sorti disgiunte»: ovvero, finito il rapporto lavorativo, permane il legame sociale (tempo?)

Il rapporto di lavoro può cessare anche per dimissioni per giusta causa = recesso da socio (con Naspi!)

Articolo 3: il trattamento economico

Trattamento minimoper il socio lavoratore

Proporzione fra qualità e quantità Non inferiore ai minimi contrattuali / ai

compensi medi per prestazioni analoghe

Sempre sul trattamento economico

Ai soci lavoratori subordinati va garantita retribuzione non inferiore ai minimi contrattuali per:

i. Paga base ii. Contingenza iii. Edriv. Altre voci retributive fisse v. Numero mensilitàvi. Scatti anzianità

Sempre sul trattamento economico In presenza di più CCNL applicabili nella categoria, le

cooperative che svolgono attività ricomprese inquell’ambito di applicazione, devono dare ai proprisoci lavoratori trattamenti economici non inferiori aquelli dettati dai CCNL stipulati dalle OO.DD. e SS.comparativamente più rappresentative a livellonazionale nella categoria (Sent. C. Cost. 51/2015).

Salvo che la cooperativa applichi il CCNL di categoria, nelle cooppiccola pesca si può corrispondere ai soci lavoratori un compensoproporzionato all’entità del pescato, secondo previsioni regolamentointerno.

Sempre sul trattamento economico Trattamenti ulteriori

Il socio lavoratore subordinato ha tre livelli retributivi

Minimi CCNL

Secondo LivelloAz.le o Territ.le

Ristorno (salariale o a capitale)

obbligatorioLa sottoscrizione dei relativi

contratti è autorizzatadal cda o dall’assemblea

Entro limiti e possibilitàdi legge

lo decide l’assembleaSulla base di criteri stabiliti

in regolamento

Ai fini previdenzialinon è reddito da lavoro dipendente,

quindi solo prelievo fiscale;Non gode del privilegio 2751bis n.1 c.c.

(Artt. 4 e 5 l. 142/01)

Il ristorno per il socio lavoratore(concretizzazione del vantaggio mutualistico)

L’assemblea può deliberare in sede di approvazione del bilancio d’esercizio un ristorno in misura non superiore al 30% dei trattamenti economici complessivamente dovuti (desumibili dal regolamento interno) N.B.: il 30% è calcolato su ogni singolo socio. NON E’ UN DIRITTO!

Calcolo: avanzo di gestione rigo 23 C.E. –(D+E se positivi) * percentuale di prevalenza

Per i soci subordinati: NO contributi, solo IRPEF

Erogazione del ristorno

Disciplina rinviata a statuto/regolam. Può essere erogato1. ad integrazione del salario.2. aumento gratuito del capitale sociale

sottoscritto e versato. 3. distribuzione di azioni gratuite di

sovvenzione o di p.c.4. sistema misto! (sempre entro il 30%!)

Articolo 6: il regolamento interno Obbligatorio, altrimenti gestione commissariale Approvato dall’assemblea (maggioranza assoluta dei presenti)

Depositato entro 30 gg in DTL (no sanzione)

Contenuti obbligatori: Richiamo ai CCNL applicabili ai subordinati Modalità di svolgimento mansioni per subordinati e per

gli altri, con richiamo per questi alle leggi vigenti per tipologia

Certificabilità del regolamento (artt 75 e ss del D Lgs 276/03) resta un mistero!

Funzioni principali del regolamento interno

1. Delineare la struttura organizzativa della cooperativa

2. Definire la tipologia dei rapporti (“ulteriori”) di lavoro fra soci e cooperativa

3. Precisare il trattamento economico spettante ai soci lavoratori

Sempre sul regolamento… Circolare n. 10 / 2004 Min Lav

Non deve essere una “copia del CCNL”, poiché:1. c’è l’art.1 comma 3, criterio della compatibilità con la posizione del

socio lavoratore2. c’è l’art. 6 lett. b), che lascia al regolamento la possibilità di fissare

le modalità di svolgimento della prestazione lavorativa da partedei soci. (Si devono trattare aspetti sulla qualità del lavoro più chesulla quantità di esso)

Deve prevedere criteri quali-quantitativi per l’attribuzione del ristorno (se non c’è un regolamento apposito)

Deve essere approvato (come minimo) a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Può essere modificato in qualsiasi momento dall’assemblea.

“Piano di crisi”: (lett. D art 6) E’ un atto endosocietario Obiettivo salvaguardia occupazione soci a fronte di una crisi. Non ci sono vincoli normativi ai contenuti della delibera

assembleare: non si applicano i criteri previsti per l’autorizzazione alla CIGS

Dall’incrocio di varie interpretazioni direttive e norme (Dirett. Min Lav e Tesoro 19/4/2001; L. 28/01/2009 n.2; D.M.19/05/2009 n.46441) si può trarre questa definizione generale della situazione in cui si può ricorrere al piano: gravi eventi transitori e temporanei dovuti a situazioni di mercato o eventi naturali che comportino, … significativa carenza di liquidità, mancanza di lavoro, di commesse, ordini o clienti.

La delibera vincola tutti i soci, anche i dissenzienti. Non per gli aumenti di capitale.

Piano di crisi «142»: in concreto…

Attribuzione all’Assemblea della facoltà dideliberare Piano di Crisi (anche inparallelo ad ammortizzatori sociali) conriduzione temporanea di ristorni, dividendi(e fino a qui…) e previsione di forme diapporto anche economico da parte deisoci lavoratori, in proporzione alledisponibilità.

«Forme di apporto anche economico»… CIOE’? Rinuncia/congelamento di parte della

retribuzione, riduzione di istituti contrattuali, nazionali, territoriali, aziendali, anche al di sotto del minimo CCNL.

Sottoscrizione di titoli cooperativi (poco usato)

Ricapitalizzazioni o finanziamenti dei soci Investimenti e riorganizzazione della coop

Minimali contributivi(risposta del Min Lav a interpello n. 48 del 5-6-2009)

l'obbligazione contributiva andràquantificata sulla base di un imponibilecorrispondente alle somme effettivamentecorrisposte ai lavoratori, nel rispettotuttavia del minimale contributivogiornaliero di cui all'art. 1, comma 2, delmedesimo D.L. n. 338/1989

Piano di crisi: «forma di apporto» Cosa non toccare:Le quote di TFR maturate mensilmente non possono essere oggetto di rinuncia da parte dei soci. Ma nemmeno lo stock! Cosa si può toccare:Ad esempio: 13esima, ad personam, superminimi, premi aziendali, premi produttività; e, in misura percentuale, le retribuzioni globali di fatto dei soci…

E’ possibile derogare in pejus le normative contrattuali dei CCNL

Per le sociali di tipo b vi è la possibilità di deroga in pejusrelativamente all’inserimento dei lavoratori svantaggiati, con limite temporale di 3 anni IN ACCORDI SINDACALI su piani individualizzati.

Per le cooperative della piccola pesca NEL REGOLAMENTO derogabilità in pejus

Rapporti tra Legge 142/2001 e Legge 223/1991

A) “Piano di crisi aziendale” (legge 142/01 )B) programma di crisi aziendale (legge

223/91, norme su ammortizzatori sociali).

Presupposto comune è la grave crisi aziendale.

A) Il piano di crisi 142/2001:è uno strumento endo-societario, destinato ad avereefficacia solo all’interno dell’impresa in riferimento ai socilavoratori; contiene le soluzioni che l’assemblea reputaopportuno mettere in atto affinché la cooperativa possauscire, con le proprie forze, dal momento di difficoltà. Lalegge riconosce all'assemblea della cooperativa la piùampia libertà di intervenire per preservare il benessereeconomico ed i livelli occupazionali della società. Essendo un atto endosocietario, non è mai

indispensabile l’intervento dei sindacati. Salva la valutazione dell’opportunità di coinvolgerli.

B) Ammortizzatori sociali legge 223/1991 e d. 148/2015:il peso finanziario che lo Stato è chiamato a sobbarcarsi,con l'erogazione degli ammortizzatori sociali e l'impattosociale di eventuali licenziamenti collettivi vincolano leaziende a seguire determinate procedure sindacali everifiche della PA. E’ un procedimento ad evidenzapubblica, che si può concludere con l’intervento statale asostegno dell’impresa, attraverso l’erogazione diintegrazioni salariali. E’ indispensabile, in generale, l’intervento e la

sottoscrizione di appositi accordi da parte dei sindacati dei lavoratori

Sospensione del socioal fine di salvaguardare nel lungo periodo l’occupazione dei soci

Interpello 1/2013 MinLav e Sent. Cass. 22816/2009: regolamento interno può prevedere sospensione rapporti di lavoro (prestazione lavorativa e retribuzione) in occasione di riduzioni dell’attività lavorativa dovute a cause di forza maggiore o crisi determinate da difficoltà temporanee della cooperativa, tali da non richiedere/consentire intervento di ammortizzatori sociali.

Pensato per cambi di appalto. Sconsigliata applicazione al di fuori di quei casi.

Segue: Sospensione del socio

Regolamento interno deve obbligatoriamente: - specificare le cause che legittimano la

sospensione e le modalità di utilizzo.

- Individuare turnazioni e rotazioni per usodel personale socio secondo un criterioequo, nel periodo di sospensione.

Piano di avviamento (lett. f) All’avvio della cooperativa Largamente inapplicato Deroga in pejus mitigata da riferimento a

“Accordi collettivi tra centrali cooperative e sindacati”. Non siglati.

Sempre sul regolamento… per finire: Se il regolamento non è stato approvato

non possono essere instaurati rapporti di lavoro con i soci diversi dal subordinato e non possono essere attivate le procedure di crisi aziendale, ecc…(art. 6 lett. d, e, f)

Responsabili amministrativi: OCCHIO!!! Prima di verificare la scheda della prevalenza, ripassare sempre il regolamento interno!

- Ci sono degli EFFETTI SUL CALCOLO DELLA PREVALENZA MUTUALISTICA della scelta fatta nel regolamento riguardo al tipo di contratto di lavoro instaurabile fra socio e cooperativa:

- necessità di “Costi omogenei” nel rapporto costo lav soci / costo lav totale

E, visto che si parla di prevalenza: altre deroghe

Non si computano per il calcolo 2513 c.c. il costo del lavoro delle unità lavorative non socie assunte

in forza di un obbligo di legge o di CCNL o di convenzione con la PA;

quello delle unità lavorative che, per disposizione di legge, non possono acquisire la qualità di socio di cooperativa;

quello delle unità lavorative non socie di nazionalità straniera impiegate in attività della cooperativa all’estero.

CdA o Amministratore unico?

Nelle cooperative di lavoro è assaiconsigliabile prevedere statutariamente ilCdA, organo amministrativo collegiale,piuttosto che l’Amministratore unico.

E’ peraltro vietato che l’amministratoreunico sia lavoratore dipendente dellacooperativa

Le cooperative sociali

La legge 381/1991: «l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione di servizi socio sanitari ed educativi e lo svolgimento di attività diverse (…) finalizzate al reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate»

Coop sociali: Alcune particolarità

I soci volontari: In A e B Non più della metà del numero

complessivo dei soci. Non si applicano CCNL e norme su

lavoro (aut o sub), tranne sicurezza. Solo rimborso spese documentate.

I soci svantaggiati

Elenco nella l.381/1991 A loro si applica la l.142/2001. Previo accordo sindacale, margini di

flessibilità nell’applicazione del CCNL A tutti i soci e addetti della cooperative

sociali di tipo b) si applicano le norme relative al settore in cui operano (e dei CCNL di settore)

i Workers Buyout (WBO)e la promozione di nuove cooperative di lavoro

Recupero d’impresa fra le funzioni storiche della cooperazione di lavoro.

1985: Legge 49/1985, c.d. Legge Marcora incentivi governativi alla costituzione di cooperative di lavoro fra lavoratori di imprese in crisi. «Ammortizzatori a capitale sociale»

Attualmente: NASPI residua a capitale Ruolo fondamentale dei fondi per la promozione e lo sviluppo della

cooperazione (l.59/92) Progetti in Italia 55, n° soci coinvolti 1.100, n° lavoratori interessati

1.325 (Dati Coopfond dal 2008 al 2016) La finanza, la cultura cooperativa e il controllo manageriale: priorità.

Il problema delle false coop

Un problema antico: già in periodo giolittiano alle prime misure legislative di favore alla nascita e al sostegno di cooperative, si associa e viene denunciato il fenomeno, da allora ricorrente, della cooperazione falsa (o spuria) soprattutto in tema di coop di lavoro.

La realtà di tutti i giorni…

Protocollo cooperazione 10 ottobre 2007: gli osservatori provinciali della cooperazione: il loro ruolo.

(dal Protocollo Cooperazione Governo –sindacati –associazioni cooperative del 10/10/2007)

La proposta di legge di iniziativa popolare dell’Alleanza

www.stopfalsecooperative.it- la cancellazione dall’Albo delle Cooperative e la conseguente perdita della qualifica di cooperativa, per le imprese che non siano state sottoposte alle revisioni/ispezioni;- definizione di un programma di revisioni, in via prioritaria, per quelle cooperative che non siano state sottoposte da lungo tempo alle revisioni o alle ispezioni, così come per le cooperative appartenenti ai settori più a rischio;- tempestiva comunicazione dello scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno di cooperative che nascono e cessano l’attività nel giro di pochi mesi accumulando debiti nei confronti dell’Erario;- creazione di una cabina di regia al Mise che coordini i soggetti chiamati a vigilare sulle cooperative evitando sovrapposizioni e duplicazioni di adempimenti attraverso intese con consentano di coordinare revisori provenienti anche da altre Amministrazioni.

Le sfide ancora aperte…

Socio vs. lavoratore? Il mercato «selvaggio» e il «guado», nell’incerta legislazione specifica.

La cultura cooperativa come antidoto agli atteggiamenti spuri.

L’insidia della demutualizzazione. Di fronte alla «società senza lavoro», la

sfida dell’innovazione. …

Cooperative di lavoro:le norme «fondamentali»

I principi della cooperazione dell’A.C.I. L’Art. 45 Costituzione Italiana Gli articoli da 2511 a 2545 octiesdecies C.C. La legge «Basevi» D.Lgs.C.P.S., n. 1577/1947 e legge n. 59/1992 La legge 142/2001 (legge sul socio lavoratore) Il D. Lgs. 6/2003 (riforma diritto societario) Il D. Lgs. 220/2002 (vigilanza in coop) Art. 7, 4 c., D. L. 248/2007 (trattam econ socio lav) La legge 381/1991 (cooperative sociali)

…FineGrazie per

l’attenzione!!!Olmo Gazzarri, Area Lavoro Legacoop Toscana

olmo.gazzarri@arcpl.toscana.it