LA GIOIA PASQUALE ARRIVI NELLE STRADE...parrocchia Natività di Maria Santissima, in località...

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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 11 N. 100 - MARZO 2018 LA GIOIA PASQUALE ARRIVI NELLE STRADE In tutte le Chiese cristiane risuona l’annuncio della Pasqua: Cristo è risorto! La tradizione orientale attende la risposta: È veramente ri- sorto. Per noi l’espressione della gioia pa- squale è tutta condensata nel canto dell’Alle- luia. Tradotta in lingua italiana l’espressione ebraica vuol dire: lodate il Signore. Sant’Ago- stino esortava a farlo senza stonature; ossia a lodare il Signore avendo la lingua intonata con la coscienza, cioè con la vita. Proprio di questo canto diceva: canta e cammina (Ser- mone 256). Ed allora, dov’è possibile speri- mentare la presenza del Signore risorto? So- lo nelle nostre chiese, dov’è cantato l’Exsultet pasquale? Una nota sequenza liturgica rivol- ge a Maria di Magdala questa domanda: Rac- contaci, Maria, che hai visto sulla via? Ed ella risponde: la tomba del Cristo vivente, la glo- ria del risorto. L’evangelista Luca ci racconta di due discepoli che andavano verso Emmaus e che lì Gesù si fece riconoscere da loro; tor- nati poi a Gerusalemme, narrarono agli Undi- ci «ciò che era accaduto lungo la via» (24, 35). La strada, dunque. Anch’essa è luogo adatto per l’incontro con Cristo. Lo pensavo, mentre leggevo il documento finale scritto dai giovani della riunione pre-sinodale che si è svolta a Roma dal 19 al 24 marzo 2018. Vi leggiamo fra l’altro: «Auspichiamo che la Chiesa ci venga incontro nei diversi luoghi in cui è poco o per niente presente. In particolar modo, il luogo in cui speriamo di essere incontrati dalla Chiesa sono le strade, dove si trovano perso- ne di tutti i tipi. La Chiesa dovrebbe provare a sviluppare creativamente nuove strade per andare ad incontrare le persone esattamente là dove stanno, nei luoghi a loro consoni e do- ve comunemente socializzano ...» (n. 13). È forse il caso di tornare ad elaborare il tema della «strada»: non più solo metafora della vita, oppure luogo di distrazione, se non addi- rittura di perdizione, ma anche luogo di evan- gelizzazione. Perché cominciasse l’evangeliz- zazione, un angelo del Signore disse a Filippo: «Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla stra- da che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta» (Atti 8, 26). Strano modo d’evange- lizzare sulle strade. Benché deserte, ma fin- ché s’incontrerà qualcuno. X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 12 settimana delleducazione 2 milleflash 4 i giovani della diocesi 5 rallegratevi con me 6 messa di san giuseppe 7 pietro larin diacono 8 il forum di anagni 9 rubrica biblica 10 giornata della salute 11

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 11 N. 100 - MARZO 2018

LA GIOIA PASQUALE ARRIVI NELLE STRADEIn tutte le Chiese cristiane risuona l’annunciodella Pasqua: Cristo è risorto! La tradizioneorientale attende la risposta: È veramente ri-sorto. Per noi l’espressione della gioia pa-squale è tutta condensata nel canto dell’Alle-luia. Tradotta in lingua italiana l’espressioneebraica vuol dire: lodate il Signore. Sant’Ago-stino esortava a farlo senza stonature; ossia alodare il Signore avendo la lingua intonatacon la coscienza, cioè con la vita. Proprio diquesto canto diceva: canta e cammina (Ser-mone 256). Ed allora, dov’è possibile speri-mentare la presenza del Signore risorto? So-lo nelle nostre chiese, dov’è cantato l’Exsultetpasquale? Una nota sequenza liturgica rivol-ge a Maria di Magdala questa domanda: Rac-contaci, Maria, che hai visto sulla via? Ed ellarisponde: la tomba del Cristo vivente, la glo-ria del risorto. L’evangelista Luca ci raccontadi due discepoli che andavano verso Emmause che lì Gesù si fece riconoscere da loro; tor-nati poi a Gerusalemme, narrarono agli Undi-ci «ciò che era accaduto lungo la via» (24, 35).La strada, dunque. Anch’essa è luogo adattoper l’incontro con Cristo. Lo pensavo, mentre

leggevo il documento finale scritto dai giovanidella riunione pre-sinodale che si è svolta aRoma dal 19 al 24 marzo 2018. Vi leggiamo fral’altro: «Auspichiamo che la Chiesa ci vengaincontro nei diversi luoghi in cui è poco o perniente presente. In particolar modo, il luogoin cui speriamo di essere incontrati dallaChiesa sono le strade, dove si trovano perso-ne di tutti i tipi. La Chiesa dovrebbe provare asviluppare creativamente nuove strade perandare ad incontrare le persone esattamentelà dove stanno, nei luoghi a loro consoni e do-ve comunemente socializzano ...» (n. 13). Èforse il caso di tornare ad elaborare il temadella «strada»: non più solo metafora dellavita, oppure luogo di distrazione, se non addi-rittura di perdizione, ma anche luogo di evan-gelizzazione. Perché cominciasse l’evangeliz-zazione, un angelo del Signore disse a Filippo:«Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla stra-da che scende da Gerusalemme a Gaza; essaè deserta» (Atti 8, 26). Strano modo d’evange-lizzare sulle strade. Benché deserte, ma fin-ché s’incontrerà qualcuno.

X Marcello Semeraro, vescovoappuntamenti 12

settimana dell’educazione 2

milleflash 4

i giovani della diocesi 5

rallegratevi con me 6

messa di san giuseppe 7

pietro larin diacono 8

il forum di anagni 9

rubrica biblica 10

giornata della salute 11

Sabato 10marzo, nelmonastero

dell’ImmacolataConcezione adAlbano, si è te-nuta la celebra-zione in occasio-ne del settante-simo anniversa-rio della mortedella Sorella

Clarissa suor Maria Chiara Damato. La cerimonia è stata pre-sieduta dal vescovo di Albano Marcello Semeraro, con la pre-senza del postulatore della causa di canonizzazione monsi-gnor Sabino Lattanzio, parroco di San Giacomo in Barletta.Semeraro si è soffermato sull’obbedienza verso Dio che nonconsiste solo nell’ascoltare, ma piuttosto nel cominciare adagire, e questo aiuta ciascuno a entrare nella verità. Sul-l’esempio di suor Maria Chiara ha spiegato che: «La santità èsempre un gioco di chiamata e risposta; è sempre un gioco dilibertà. Non è qualcosa di meccanico: essa si sviluppa semprenel dramma, nel combattimento spirituale, nella fatica. SuorMaria Chiara Damato – ha concluso il vescovo – ha combattu-to la propria umana debolezza; è rivenuta alla luce sceglien-do la libertà». Nata a Barletta il 9 novembre del 1909, a 19 an-ni è entrata nel monastero delle Clarisse di Albano Laziale,dove si è dedicata alla preghiera, alla carità, al rapporto pro-fondo con Gesù. A causa della sua malattia, la tubercolosi, èmorta nel sanatorio di Bari a soli 38 anni, il 9 marzo del 1948.Per la profonda fede e devozione a Dio, attualmente è in cor-so la causa per la sua canonizzazione. Il 2 aprile 2011 papaBenedetto XVI l’ha dichiarata Venerabile.

Donatella Lepore

Torna anche que-st’anno l’appun-tamento con la

“Settimana dell’Edu-cazione”, promossodall’Ufficio diocesanoper l’educazione, lascuola e l’insegna-mento di Religionecattolica, che dal 16al 22 aprile vedrà im-pegnati insieme inse-gnanti, alunni, fami-glie e oratori del ter-

ritorio della diocesi di Albano. Dall’idea del 2013 si è giuntialla quinta edizione di un evento ormai diventato parte del-la vita scolastica del territorio della nostra Chiesa locale.

Il tema proposto “E mo ‘ndo vado?” si inserisce nella rifles-sione pastorale che prende spunto dal tema del convegnodiocesano 2017 “Discernimento cuore dell’accompagnare”.L’argomento, declinato nei diversi ambiti della vita quotidiana,è il filo conduttore dei laboratori interdisciplinari e delle mol-teplici iniziative di incontro, ascolto e confronto che si svolge-ranno nelle singole scuole. La premiazione dei lavori avverrà nel corso di quattro eventiconclusivi, di festa, riflessione e incontro. A inaugurarli saràla Scuola secondaria di II grado, il 20 aprile alle 9,30, pressol’auditorium del Liceo “Meucci” di Aprilia. Sarà poi la voltadella Secondaria di I grado, il 21 aprile alle 14,30 presso la sa-la di Colle Fiorito a Pomezia, della Scuola Primaria, il 28 apri-le alle 15,30 presso la parrocchia SS. Trinità di Genzano e del-la Scuola dell’Infanzia, il 5 maggio alle 15,30 presso la parroc-chia dei Santi Pio e Antonio ad Anzio.

Elisa Ognibene

dalla diocesi2

L’amore sifa strada”e conti-

nua a cammina-re un passo allavolta, senza maistancarsi. “Trepassi con i gio-vani innamora-ti”, il ciclo di ap-

puntamenti organizzato dal settore Giovani dell’Azionecattolica di Albano insieme all’ufficio diocesano per laPastorale della famiglia, è l’ulteriore conferma di un la-voro di coinvolgimento e di corresponsabilità.Un segno importante sia per la modalità condivisa del-l’iniziativa, ma soprattutto per la scelta dei destinatari:giovani coppie che vivono il prezioso tempo del fidanza-mento come esperienza di crescita personale nell’amore.Lunedì 19 marzo si è svolto il secondo incontro del per-corso, sul tema “Ti unirai…”: con la psicologa Laura Mon-ti, presidente diocesano di Ac, si è affrontato il tema del-l’intimità come modalità e luogo in cui curare e far cre-scere l’amore. In precedenza, il 12 febbraio, nel primo in-contro “Lascerai... L’amore inizia dalla separazione”, donCarlino Panzeri aveva incentrato la riflessione su questacontraddizione apparente che si risolve con la consape-volezza che l’autonomia della persona è il prerequisitodella relazione di coppia: non si costruisce sul “bisognodell’altro” ma sul “voglio camminare accanto a te”.Il terzo e ultimo incontro dal titolo “E diventerai...L’amore si fa storia (solo) in un bene più grande”, si ter-rà il 21 maggio in seminario, guidato dagli sposi Luisan-na e Massimo Camaglia.

Tommaso Gavi

AMORE E GIOVANITre incontri dell’AC in collaborazione con la Pastorale Familiare

OBBIEDIENZA A DIO70° anniversario del transito di suor Maria Chiara Damato

LA SETTIMANA DELL’EDUCAZIONEDal 20 aprile al 5 maggio le premiazioni dei lavori

milleflasha cura di GIOVANNI SALSANO

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Festa alle Ville Pontificie con i giovani convocati da PapaI giovani della diocesi diAlbano hanno accolto sa-bato 24 marzo, alle Villepontificie di Castel Gan-dolfo, per un momento diincontro, condivisione efesta, i partecipanti allariunione pre-sinodale,convocata a Roma da pa-

pa Francesco. Hanno partecipato circa 500 tra ragazze e ra-gazzi provenienti da tutto il mondo, in rappresentanza deigiovani dei 5 continenti, impegnati nel cammino in prepara-zione alla XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo deivescovi, nel prossimo ottobre, sul tema “I giovani, la fede eil discernimento vocazionale”. La serata, nel corso dellaquale si è svolto il concerto di suor Cristina Scuccia, notaper la sua partecipazione a “The voice”, è terminata con unacena con prodotti tipici del territorio dei Castelli romani.

Primo convegno di Pastorale GiovanileSi svolgerà domenica 22 aprile, a partire dalle 16 presso laparrocchia Natività di Maria Santissima, in località Vallela-ta, ad Aprilia, il primo convegno di Pastorale giovanile, sultema “Considerate questo tempo”, rivolto ad animatori ededucatori della diocesi di Albano. L’evento è a cura del Ser-vizio diocesano per la Pastorale giovanile e del Centro ora-tori diocesano, diretti da don Salvatore Surbera e don Vale-rio Messina. Relatore al convegno sarà Marco Moschini,professore associato presso l’Università di Perugia e diret-tore del corso di perfezionamento in Progettazione, gestio-ne e coordinamento dell’Oratorio.

Ufficio matrimoni: calendario apertura zona mareL’ufficio Cancelleria della curia di Albano ha reso noto il ca-lendario di apertura dell’ufficio Matrimoni nella zona pa-storale mare della diocesi (comprendente i comuni di Anzioe Nettuno), il martedì in due parrocchie: il SacratissimoCuore di Gesù a Nettuno e Santi Anna e Gioacchino a Lavi-nio (orario 9,30 – 11,30). A Nettuno il servizio, con il Cancel-liere don Andrea De Matteis, sarà presente nei giorni 3 e 17aprile, 8 e 22 maggio e 5 e 19 giugno, mentre a Lavinio neigiorni 10 e 24 aprile, 15 e 29 maggio e 12 e 26 giugno.L’apertura, come avviene da alcuni anni, intende facilitarele coppie di fidanzati delle due città, particolarmente di-stanti dalla curia di Albano, in cui l’ufficio, diretto da donAntonio Salimbeni, è aperto di lunedì, martedì, mercoledì evenerdì dalle 8,30 alle 12,30.

Riconosciute le virtù eroiche di Maria Bordoni, ora VenerabileIl 6 marzo, papa Francesco ha au-torizzato la Congregazione dellecause dei Santi a promulgare i de-creti riguardanti le virtù eroichedella Serva di Dio, ora Venerabile,Maria Antonella Bordoni, laica, delTerz’Ordine di San Domenico, fon-datrice dell’Opera Mater Dei (in-sieme a monsignor DomenicoDottarelli). Il vescovo Marcello Se-meraro e la Chiesa di Albano si so-

no uniti alla gioia delle sorelle dell’Opera Mater Dei, attiveda anni sul territorio, nell’accoglienza di minori provenien-ti da famiglie disagiate e, dal 2001, anche ragazze madrinella casa famiglia “Cuore di Maria”, a Castel Gandolfo, so-stenuta dai fondi 8×1000. Dal 2015, le Piccole figlie dellaMadre di Dio sono tornate anche a San Pietro apostolo, adArdea, dove Maria Bordoni ha vissuto per anni.

Suore Apostoline: eletta la superiora generaleMartedì 13 marzo, nel corsodel 5° capitolo generale ordi-nario che si è svolto pressola Casa Divin Maestro diAriccia, suor Marina Berettiè stata eletta Superiora ge-nerale delle suore Apostoli-ne. Per suor Marina si trattadel secondo mandato nellacarica. La fase delle votazio-ni è stata preceduta, lunedì

12 marzo, da una giornata di silenzio, di incontro con la Pa-rola di Dio e di discernimento, a cura di don Tullio Locatel-li Csj. Nella diocesi di Albano, le suore Apostoline sono pre-senti nella casa madre di Castel Gandolfo, mentre altre co-munità si trovano a Velletri (centro Santa Maria dell’Acero),Roma, Pisa e poi in Brasile e in Polonia.

Gli adulti dell’AC si incontrano ad ApriliaÈ in programma domenica 8 aprile alle 16, presso la Birre-ria Brancaleone di Aprilia, in via Marconi 103, un incontro-confronto sul tema “Attraverso il territorio, prefiguriamoscenari... e la vita cambia”, a cura del settore Adulti del-l’Azione cattolica di Albano. L’evento vuole permettere atutti i partecipanti di interrogarsi su quali possono essere lescelte per vivere da credenti il territorio. Sarà presente ilcoordinatore nazionale dell’area della Formazione di Azio-ne cattolica, Luca Micelli, che analizzerà la figura di GiorgioLa Pira, in quanto testimone di una cittadinanza pienamen-te attiva e cristianamente formata.

GIOVANI CRESIMANDI AL CENTRO MARIAPOLILo scorso 11 marzo il vescovo ha incontrato i ragazzi della nostra Diocesi che riceveranno il sacramento della confermazione

i giovani della nostra diocesi 5

Domenica 11 marzo, il Centro Ma-riapoli di Castel Gandolfo è stato loscenario della sesta edizione del

CresiFest, la festa che da anni rappre-senta non solo un momento di condivi-sione, gioia e divertimento, ma ancheun’importante occasione d’incontro edialogo tra il vescovo Marcello Semeraroe i cresimandi, provenienti dagli otto vi-cariati territoriali della diocesi di Albano. “Mai soli, nel Cammino” è stato il temadell’evento, organizzato con la collaborazione dell’ufficio Catechi-stico diocesano e il Servizio della Pastorale giovanile. I circa 1300ragazzi che nel primo pomeriggio hanno invaso il centro Maria-poli hanno ricevuto un’accoglienza animata da intrattenimentomusicale, offerto dai Tele Funk’n, un simpatico e spumeggiantegruppo di ragazzi che – tra scherzose coreografie e la squillantemusica di trombe, sassofoni e tamburi – ha movimentato l’atmo-sfera insieme al gruppo musicale congolese “Symphonie Céle-ste”. Percorrendo il corridoio principale, i ragazzi hanno potutoconoscere anche alcune realtà pastorali presenti nella diocesigrazie agli stand appositamente allestiti dagli uffici della curia: ilCentro oratori (Cod) e l’ufficio Sport e tempo libero, il Centro mis-sionario (con i “Giovani costruttori per l’umanità”), l’ufficio Scuo-

la con i giovani della Pasto-rale universitaria, la Caritasinsieme alla Migrantes, l’uf-ficio Comunicazioni sociali ela Fattoria Riparo. A scaldarel’atmosfera nel salone, sonostati invece i “Live Remix”,un’energica band di Latina. L’evento è stato condotto sulpalco da Paolo Russo e Si-mona Caravetta e partico-

larmente significativa è stata la preziosa testimonianza del gio-vane calciatore di Guidonia Montecelio, Arturo Mariani, 24 anni,un giocatore della nazionale italiana mutilati, nato con unagamba sola che ha trasmesso ai ragazzi la propria passione perlo sport e un messaggio di vita caratterizzata dalla forza e dalladeterminazione che lo hanno portato a prendere parte ai mon-diali di calcio in Messico nel dicembre 2014. Momento importante è stata la catechesi del vescovo, il qualerispondendo ad alcune domande ha invitato i ragazzi a non sco-raggiarsi di fronte alle difficoltà e a rimanere sempre in ricercadi Lui, continuando ad essere testimoni della fede anche per imolti loro coetanei “lontani” dalla Chiesa.

Francesca Sorrentino

Lo scorso 22 marzo, in oc-casione della Giornatamondiale della Gioventù

diocesana, presso la parrocchiadi San Bonifacio in Pomezia, si ètenuto il secondo dei tre incon-tri sulla Parola pensati comepropedeutici al cammino dioce-sano in preparazione al Sinododei vescovi sui giovani. L’iconabiblica che ha accompagnato ilmomento di preghiera è stato ilbrano tratto dal Vangelo secon-do Giovanni (19, 25-27), nelquale Maria e il discepolo amato stanno con Gesù sotto lacroce. È proprio a partire da questo episodio che il vescovoMarcello Semeraro ha sviluppato la sua riflessione sull’ami-cizia, riletta nell’ottica della fiducia e incentrata su tre pun-ti: il primo è lo stare, come verbo statico che però nel casodi Maria presuppone un movimento, quello relativo al perso-nale cammino interiore da lei compiuto per arrivare a viverel’esperienza della crocifissione del figlio. Il secondo è l’ac-compagnamento, elemento caratteristico dell’educatore,ma anche di ogni adulto: un accompagnamento vissuto co-me “stare con”. «Accompagnare – ha ricordato il vescovo –non è portare qualcuno da qualche parte, ma è un fare la

strada insieme, lasciando alla fine lapersona libera di proseguire il pro-prio percorso». Infine, Semeraro hasottolineato la reciprocità e lo scam-bio, quali fattori importanti per favo-rire la fiducia, elemento indispensa-bile di ogni relazione e testimoniatoda Maria. Lo stare di Maria sotto lacroce, infatti, richiama la sua fiduciaa Gesù nella prova, una fiducia chesi contrappone alla fuga di tutti glialtri, i quali, nel momento di biso-gno, hanno abbandonato il Signore,l’hanno tradito o rinnegato. Stare è

dunque espressione di fedeltà, una fedeltà che dice comu-nione con Gesù. Il brano evangelico di riferimento, come giàavvenuto per il precedente incontro, è anche una delle cin-que immagini che compongono il polittico per il sinodo deigiovani 2018: uno strumento pastorale offerto alla comunitàcome segno di un cammino comune. Il momento di preghie-ra si è concluso con la condivisione di un’agape fraterna neilocali dell’oratorio parrocchiale e offerto dalla comunitàparrocchiale di San Bonifacio. L’appuntamento per il terzo eultimo incontro sulla Parola è per sabato 9 giugno alle ore20.45 presso la parrocchia San Barnaba in Marino.

Salvatore Surbera

LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙSemeraro ai giovani: «Accompagnare: fare strada insieme»

la storia del documento6

IL METODO DEL DISCERNIMENTO NEL CAMMINO DEI RISPOSATI

Accogliere, discernere, ac-compagnare e integrare.I quattro verbi chiave del

capitolo VIII dell’esortazioneapostolica di papa Francesco,Amoris Laetitia, sono gli stessisu cui si fonda il recente cam-mino pastorale della Chiesa diAlbano. E sono gli stessi su cuifondare anche il cammino dacompiere con i fedeli divorziatie risposati civilmente che in-tendono essere parte attivadelle comunità parrocchiali.

Una strada da percorrere insiemeUn cammino di discernimento e accoglienza, di braccia allar-gate e mani tese, ma anche di profonda comprensione e re-sponsabilità. Per accompagnare caso per caso, persona dopopersona nell’autenticità dell’essere Chiesa. Un cammino deli-neato dall’istruzione pastorale del vescovo di Albano, Marcel-lo Semeraro “Rallegratevi con me”, per “Accogliere, discerne-re, accompagnare e integrare nella comunità ecclesiale i fe-deli divorziati e risposati civilmente” (edita da MiterThev, [email protected]): un testo che da un lato offre

orientamenti chiari per il discernimento con i fedeli divorziatie risposati civilmente, e dall’altro rappresenta uno strumentoimportantissimo per il cammino della Chiesa locale.

Un metodo come strumento pastoraleIn esso, il vescovo presenta e sintetizza il metodo pastoraleche deve caratterizzare l’agire dei sacerdoti e delle comunitàcristiane. Accogliere, ascoltare, accompagnare e discernerenon è un atteggiamento da assumere soltanto di fronte a si-tuazioni di fragilità, ma lo stile tipico dell’azione pastorale, ilmodo di vivere e di servire dei sacerdoti, dei cristiani, dellaChiesa. Si parte dal racconto delpercorso compiuto dalla Chiesa diAlbano, in un’ottica sinodale primae dopo l’uscita di Amoris Laetitia,attraverso i percorsi a cura dellaPastorale della famiglia o l’istitu-zione del Servizio giuridico pastora-le nella curia diocesana, e attraver-so gli incontri del vescovo stessocon i sacerdoti e i consigli, impe-gnati nel discernimento fra ciò chenell’esortazione avrebbe potuto es-sere percepito come conforto perquanto da tempo si fa, e quanto, in-

L’Istruzione pastorale del vesco-vo Marcello Semeraro “Ralle-gratevi con me” è il frutto di un

lungo lavoro condiviso dal presule conil presbiterio diocesano, nello stile pa-storale della sinodalità che caratteriz-za la Chiesa di Albano. Un lavoro ini-ziato anche prima della pubblicazionedell’esortazione apostolica post sino-dale Amoris Laetitia di papa France-sco, ma che da questa ha ricevutonuova linfa, preziose indicazioni e grande incoraggiamento. Da molto tempo la Chiesa di Albano mostra fattiva attenzio-ne ai suoi fedeli che vivono in situazione di separazione, di-vorzio e nuova unione e già dal 1997 l’Ufficio diocesano perla Pastorale della famiglia realizza annualmente e con rego-lare scadenza percorsi di vita e di fede con gli in tale condi-zione, in incontri che non son “per loro”, ma “con loro”, con-divisi da ogni fedele e da tutte le famiglie per scrivere insie-me l’unico Vangelo del matrimonio e della famiglia. In se-guito alla pubblicazione di Amoris Laetitia, il vescovo e i sa-cerdoti diocesani hanno avviato un processo di accoglienza,studio, approfondimento e ricerca che si è intensificato neivari ambiti della vita diocesana, con l’obiettivo di dare con-cretezza a quanto richiesto nell’esortazione. Un percorso

che ha permesso di cogliere lerichieste e di percepire le prio-rità che giungevano dalle situa-zioni concrete presenti nellevarie comunità della diocesi. Iprimi passi ufficiali sono staticompiuti il 29 febbraio 2016 conla costituzione, da parte dimonsignor Semeraro, del Ser-vizio giuridico- pastorale e lapubblicazione di un decreto (il

24 marzo 2016) con cui il vescovo ha conferito al TribunaleDiocesano di Albano la competenza per la trattazione dellecause di nullità matrimoniale nel «processo breviore». Il cammino nella sinodalità è proseguito attraverso le sedu-te ordinarie del Consiglio presbiterale nell’anno pastorale2016-2017, dedicate alla riflessione, all’approfondimento eal discernimento sulle forme di concreta risposta ai fedelidivorziati e risposati civilmente e con i due soggiorni di for-mazione tenuti a Vitorchiano, nei quali sono stati coinvoltitutti i sacerdoti. Grazie al loro interessamento e alla loro di-sponibilità all’ascolto e alla condivisione, è stato possibilecercare e definire insieme i criteri-base per dare consisten-za al cammino di discernimento già intrapreso.

Valentina Lucidi

UNA CONVINZIONE MATURATA E CONDIVISAUn testo che nasce dalla scelta di un cammino sinodale

accogliere per difendere la genitorialità 7

IL METODO DEL DISCERNIMENTO NEL CAMMINO DEI RISPOSATIvece, è da intendere come stimolo a fare meglio. «Tuttavia –ha detto il vescovo Semeraro – non è solo questo.

Non solo indicazioni ma vere scelte operativeÈ pure una istruzione perché, oltre a contenere riflessioni edesortazioni, individua scelte operative, indica mete e fissa lineeguida per raggiungerle. Fermo restando che le nostre comuni-tà ecclesiali sono chiamate a essere accoglienti verso tutte lefragilità che affliggono le famiglie, questa istruzione si concen-tra su quei fedeli che, divorziati e risposati civilmente, essendo-si riavvicinati alla fede desiderano intraprendere un cammino

per una più forte partecipazio-ne alla vita comunitaria». Sitratta, quindi, di persone datempo avviate in un percorso difede e non di una categoria. Al-tri verbi - cercare, capire e cu-rare - rappresentano un tripli-ce invito del vescovo a un im-pegno corale. «Da parte delvescovo, di un parroco o di unconfessore – ha aggiunto Se-meraro – non si tratta affatto diconcedere una sorta di per-messo per accedere alla co-

munità dei fedeli, o più semplicemente per poter “fare la comu-nione”. Questo chiarimento e� di capitale importanza, anche alfine di non alimentare equivoci nell’opinione pubblica che attra-verso taluni media semplifica l’argomento con un categorico:“tutti i divorziati risposati civilmente possono accedere ai sa-cramenti”. Posta in questi termini la questione e� radicalmentefuorviante rispetto all’obbiettivo della nostra azione pastorale».L’istruzione indica anche azioni concrete per impegnare i sa-cerdoti e le comunità parrocchiali nell’accoglienza e nell’inte-grazione di chi si avvicina con il desiderio di essere riammessoalla partecipazione della vita ecclesiale, per imparare a legge-re tra le righe di ogni storia personale, cercando di creare lecondizioni perché chi ne ha bisogno e vuole davvero cercare lavolontà di Dio: situazione che comporta un congruo tempo diaccompagnamento e di discernimento, che varia da situazionea situazione. «Non si tratta – ha spiegato il vescovo di Albano –di pensare a un “diritto” acquisito indistintamente da tutti colo-ro che si trovano nella specifica situazione di essere divorziatirisposati civilmente. Si deve, piuttosto, parlare di accoglienzada parte nostra della persona, e della coppia, che non soltantovive in una relazione concreta, ma che pure ha costituito neltempo una famiglia. Ora, pero�, queste persone domandano dicompiere un cammino di fede proprio a partire da una presa dicoscienza della propria situazione davanti a Dio».

Giovanni Salsano

Lo scorso 19 mar-zo, in occasionedella solennità li-

turgica di San Giusep-pe, il vescovo MarcelloSemeraro ha celebratola Messa nella casaper i papà separati“Mons. Dante Bernini”di Tor San Lorenzo, in-sieme ad alcuni sacer-doti e agli ospiti dellastruttura. La celebrazione è stata occasione per condivide-re il pasto, la vita, le difficoltà, le sofferenze e la gioia di ri-cominciare a vivere in uno spazio a misura d’uomo dove po-ter recuperare una genitorialità minata. Nell’omelia il ve-scovo, partendo dalla figura di san Giuseppe, ha sottolinea-to l’aspetto della custodia. «Giuseppe – ha detto Semeraro- è chiamato custode della Sacra famiglia e della chiesa.Chi custodisce conserva nel cuore la crescita di ciò che cu-stodisce, perché la vede importante e preziosa. San Giu-seppe nella sacra scrittura, come parallelo di Giuseppel’egiziano, è un uomo che sogna. È uno però che dal sognosi risveglia ed è capace di passare subito dal progetto allarealtà. È dunque anche capace di vegliare. La sacra scrittu-

ra ci ricorda che “non dorme il custode di Israele”(salmo 121). Chi custodisce fa crescere, ha speran-ze, sa entrare nella realtà: difende, non dorme. Unpo’ come quando qualcosa ci sta a cuore e noi dicia-mo “non ho dormito la notte” perché la realtà ha re-so inquieto e sollecito il nostro cuore. Queste sonole caratteristiche che dovrebbero passare in ciascu-no di noi. Il peccato all’origine ha prodotto un fruttocattivo che è condensato nella frase: “sono forse ioil custode di mio fratello?” È la parola di Caino. Noi,però, siamo gli uomini che Cristo ha salvato da que-sto peccato. Il recupero allora è proprio nel senso

della custodia». Il vescovo, concludendo l’omelia, ha riser-vato anche un pensiero alla circostanza. «Vorrei ringrazia-re il Signore per questa realtà verso la quale ho trovato unareazione positiva e sollecita. Credo che forse stiamo ri-spondendo a un’indicazione, ai segni dei tempi. La presen-za dei sacerdoti mi fa capire che qui c’è qualcosa in cui leenergie della chiesa diocesana si concentrano. C’è unapartecipazione in cui le varie risorse confluiscono. Stiamomettendo i piedi proprio sulla strada di Gesù e vogliamo se-guirne le orme. Anche il Papa, quando gli parlai di questainiziativa, mi ha incoraggiato nel proseguire in questa dire-zione, vedendolo come un servizio alla paternità».

Alessandro Paone

RECUPERARE LA GENITORIALITÀ«Il vescovo Semeraro: custodire per far crescere»

dal territorio8

A SERVIZIO DELLA CHIESALo scorso 18 marzo il vescovo ha ordinato diacono transeunte il seminarista Pietro Larin

Il 18 marzo, nella Messa delle18 in Cattedrale, il vescovoMarcello Semeraro ha celebra-

to l’ordinazione diaconale di PietroLarin, 26 anni, nato a Roma e pro-veniente dalla comunità parroc-chiale della Santissima Trinità aGenzano. Proprio qui, si è inseritogradualmente come educatoredella fede. A seguito di un cammi-no di discernimento vocazionalecon il parroco don Pino Continisio,ha conseguito il baccalaureato in Sacra Teologia, presso il se-minario di Anagni. Attualmente, frequenta il sesto anno delpercorso formativo presso il seminario regionale pugliese diMolfetta, svolgendo al contempo servizio presso la parrocchiaCuore Immacolato della Vergine Maria ad Albano Laziale. Quali sono state le tappe più significative del tuo percorso?«Sono partito da quella piccola chiesa domestica che è lamia famiglia. Da lì papà e mamma mi hanno iniziato alla fe-de. Una tappa significativa è stata l’esperienza vissuta pres-so il seminario di Anagni. Qui, mi sono posto in un attentoascolto per discernere la volontà di Dio sulla mia vita. Equesto è avvenuto attraverso i quattro pilastri della forma-zione: spirituale, intellettuale, umano e pastorale».

Hai un modello a cui ispirarti nel servizio?«Non ho una figura precisa in mente. Piutto-sto uno stile di vita. Penso all’immagine e al-la frase che ho scelto come segno dell’ordi-nazione. È un’immagine tratta dai mosaici dipadre Rupnik che rappresenta il momento incui Gesù lava i piedi ai suoi discepoli. È un’im-magine che mi commuove: il gesto che vienecompiuto è il servizio, la diaconia. E non a ca-so, il vangelo che ho scelto recita: “Se uno mivuole servire, mi segua, e dove sono io, là sa-rà anche il mio servitore” (Gv 12,26). A riguar-

do, il vescovo Semeraro durante l’omelia ha precisato: “È la pri-ma volta che nei vangeli il servizio compare unito alla sequela.Il servizio è discepolato e la sequela è servizio. Gesù lo chiamadiakonia, ma è ben più di un ministero nella comunità; è una ca-ratteristica del discepolato in quanto tale”››.Quali emozioni hai vissuto in questo tempo di preparazione?«Anzitutto la preghiera personale e comunitaria. Ho sentito lavicinanza spirituale sia delle persone che mi hanno visto cre-scere, sia di quelle che non ho potuto conoscere personal-mente. Ho provato non solo gioia, ma anche una sana inquie-tudine che mi ha spinto sempre di più ad affidarmi a Cristo ea questa Chiesa diocesana a cui vorrò dedicare la mia vita».

a cura di Irene Villani

UNA VITA ALLA RICERCA DI DIOLa storia di una laica impegnata in parrocchia

Ci sono testimonianze di fe-de che vale la pena raccon-tare. Storie di vite scelte,

benedette, spezzate e donate.Angela Ceglia, catechista dellaparrocchia Sant’Antonio di Pado-va, a Santa Palomba, mi fa acco-modare in una stanza piena di li-bri. Fuori dalla finestra mi mo-stra i terreni della sua aziendabiodinamica. «Ho vissuto la miavita all’ombra delle Sue ali». An-gela ricorda la sua infanzia nel-l’Italia dilaniata dal secondo con-flitto mondiale. La fede l’ha ere-ditata da una famiglia molto cre-dente, devota alla Madonna di Pompei. Lei però è attrattadal Cammino neocatecumenale di Kiko Arguello e ne di-venta una seguace. Gira il mondo evangelizzando, troval’amore, forma una famiglia. Sembra essere avviata aun’esistenza da favola, una di quelle dove tutti vivono persempre felici e contenti. Poi la crisi. Il marito l’abbandonaper un’altra donna e la lontananza dalla comunità la spin-ge verso la depressione. La felicità sembra averle voltato lespalle. «Ogni volta che ripenso alla mia vita mi dico: “Il Si-gnore mi ha protetto” - ha raccontato Angela -. Ero a Brisi-

ghella, nel ravennate. Era lanotte di Pasqua e il mio nuovocompagno non aveva alcunaintenzione di andare a Messa.Eravamo diretti in un risto-rante, quando sentii il biso-gno impellente di entrare inuna chiesetta. Mi misi a pre-gare. Dopo tanto tempo. A uncerto punto ho urlato. Volevoche il mio grido di dolore sa-lisse fino al cielo. All’improv-viso sentii come se qualcunomi stesse toccando sulla te-sta. Una voce dentro di me midisse: “Sei perdonata”». Spo-

sa il compagno in Olanda con rito protestante e alla mortedel primo marito può convolare a nozze con rito cattolico.Oggi ha 83 anni, è bisnonna, vedova e mai così vicina al Si-gnore. Impegnata in parrocchia, offre il suo servizio dove ri-chiesto e dice: «Non capisco i cristiani tiepidi - ammetteAngela -. Una volta che ti sei lasciato incontrare da Cristo,come puoi rimanere indifferente?». Lei oggi non può. Lei sicommuove ancora annunciando il suo incontro con Lui.

Mirko Giustini

dal territorio 9

GIOVANI E VOCAZIONESabato 17 marzo ad Anagni si è svolto il XXIII forum interdisciplinare

Èstata un’occasione per confron-tarsi sul tema del discernimen-to, in vista del Sinodo di ottobre,

il XXIII Forum teologico interdiscipli-nare, che si è tenuto all’Istituto teolo-gico leoniano di Anagni, sabato 17marzo, organizzato in collaborazionecon gli uffici pastorali regionali dellaConferenza episcopale laziale.A prendere per primo la parola è sta-to monsignor Mariano Crociata. Ilvescovo della diocesi di Latina – Ter-racina – Sezze – Priverno ha inizialmente citato il ConcilioVaticano II, ricordando che “la Chiesa è la vera giovinezza delmondo”, e ha poi rammentato il compito della Chiesa, quel-lo di capire e farsi capire dalla gente, con i giovani come pri-vilegiati destinatari. Ha poi affrontato il criterio del discerni-mento ecclesiale, sottolineando che bisogna «Guardare aigiovani e agli uomini di oggi con gli occhi di Cristo: questo ilpercorso che oggi ci si apre dinanzi tra ascolto del mondo eautocoscienza ecclesiale». In ultimo, Crociata ha affermatoche «Ci vogliono adulti veri che abbiano fatto essi stessi ilpercorso vocazionale con la voglia di continuarlo ancora.Essere adulto sarà il frutto riuscito bene di un discernimen-to che ha nella fase giovanile il momento fondamentale».

Molto apprezzato è stato l’inter-vento di Filomena Sacco, assisten-te di Teologia morale presso l’Ac-cademia Alfonsiana e incaricatapresso l’Istituto teologico leoniano:una lettura del mondo giovanilecome soggetto della Chiesa, cheha richiamato la famiglia, la scuo-la e la parrocchia a uno sforzo co-mune, cercando di creare una per-sonalità armonica. S’invita, in pra-tica, a educare alla libertà respon-

sabile: un’educazione che non imprigiona la libertà, ma cheaiuta il giovane a usarla bene, non dimenticando la presenzadella Chiesa, come fontana del villaggio, in cui i giovani pos-sono dissetarsi, in particolare di speranza.«Sgorga dalla comune sorgente dell’essere discepoli del Si-gnore» il cammino di fede a cui è legata la scelta vocaziona-le: da quest’immagine è iniziata la relazione di don Nico DalMolin, fino al 2017 direttore dell’Ufficio nazionale della Pasto-rale per le vocazioni, che ha sottolineato come occorra esse-re servi del discernimento nella Chiesa, che «Può cambiare –ha aggiunto il sacerdote – lungo il corso dei tempi e della sto-ria; ma ciò che conta è vivere la Beatitudine del servizio».

Matteo Lupini

CORSO DI LEGATORIA AL MUDIIn sinergia con il Sistema Bibliotecario dei Castelli romani e l’asociazione Pintus per imparare un arte dimenticata

Èin corso di svolgimentopresso il Museo diocesa-no di Albano un corso di

Legatoria artigianale: un even-to patrocinato dal Sistema bi-bliotecario dei Castelli romanie in collaborazione con l’asso-ciazione culturale Picus.Il corso, che ha una durata diquindici lezioni di due ore circa,è suddiviso in una parte teori-ca, a carattere informativo sul-la rilegatura in generale, e unaparte di laboratori pratici, durante i quali i frequentatori po-tranno misurarsi con le tecniche di legatoria. Gli allievi, dota-ti di tutti gli strumenti necessari, attrezzi, materiali di consu-mo, fascicoli dei libri da rilegare e dispense su ogni argomen-to trattato a livello teorico, possono confrontarsi direttamen-te con i segreti della legatoria, utilizzando in prima personale antiche tecniche usate dagli artigiani.I libri che vengono rilegati hanno un contenuto in stretta atti-nenza con il corso, che vede la realizzazione di diversi proget-ti a difficoltà crescente. Gli allievi partono con semplici qua-derni per arrivare a confezionare dei libri veri e propri, legatia filo refe e protetti da copertine rigide. Docente del corso è Angelo Tetti, un uomo con un trascorso

in mezzo ai libri. Una vera e propriapassione per la rilegatura che por-ta avanti dal 1985 in una libreria adAlbano, dove ha associato un labo-ratorio di restauro e legatoria. PerAngelo Tetti il rilegatore è un arti-giano: «L’artigiano – sostiene – de-ve pensare continuamente: l’arti-giano deve creare, ponderare, esa-minare e trovare soluzioni miglioriper questo o quel lavoro, l’artigia-nato è creatività». Purtroppo, la cri-si in questo settore è forte, e uno

degli obiettivi del corso è trasmettere la passione per questaprofessione, sperando di trovare qualcuno a cui affidarel’esperienza maturata in tutti questi anni, per non disperde-re un valore culturale così importante. L’argomento di grande fascino ha riscosso un enorme suc-cesso al punto che il corso verrà replicato, considerato l’ele-vato numero dei non iscritti per mancanza di posti. Per chiha una buona manualità, per chi è mosso da semplice curio-sità o per chi pensa di potersi confrontare con un nuovo me-stiere, l’appuntamento è rimandato a dopo l’estate. Per info,prenotazioni e costi sul corso si può contattare direttamenteil numero di telefono 333 99 99 883.

Emanuele Scigliuzzo

rubrica biblicaa cura di ombretta pisano

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La normativa cui Gesùsi riferisce, e che èpassata alla storia con

il nome di “Legge del Ta-glione” (Lex Talionis), latroviamo in Es 21, 23-25 eLv 24,19-20. Essa serve atutelare quanto più possibi-le la pace, garantendo lagiustizia ed evitando, altempo stesso, la vendettasproporzionata che la Bib-bia conosce bene (“Ho ucci-so un uomo per una miascalfittura e un ragazzo perun mio livido. Sette voltesarà vendicato Caino, maLamec settantasette” - Gen

4,23-24). Pena comune a tutti i popoli antichi, la leggeconsiste nell’infliggere all’autore di una lesione persona-le un’uguale lesione, né maggiore, né minore.

Retribuzione proporzionataCon questa norma la Bib-bia si pone sulla linea dellagrande tradizione legislati-va dell’antico Vicino Orien-te e del mondo romano. Giàconosciuta nel codice diHammurabi (18° sec. a.C.)e in altre raccolte di leggisumero-accadiche, si basasul principio di uguaglian-za di retribuzione: la penaper l’omicidio è la  morte,ma se la vittima è il figlio diun altro uomo, all’omicidaverrà ucciso il figlio; se lavittima è uno  schiavo,l’omicida pagherà un’am-menda per risarcire la per-dita economica. Nella Bibbia questo principio di pari retri-buzione è indicato nella frase «si farà a lui come egli hafatto all’altro... gli si farà la stessa lesione che egli ha fat-to all’altro». Tuttavia, nell’interpretazione rabbinica diquesta norma non vi è sanzione fisica (eccettuati alcunicasi di omicidio volontario), ma si applica una pena pecu-niaria correlata al danno provocato. Nel diritto romano, unversetto delle XII Tavole commina la pena del Taglione perlesioni che comportano la perdita di un senso, o di un or-gano o dell’uso di questo, ma già per la stessa legge del-le XII Tavole il taglione può essere evitato mediante un ri-sarcimento, diventato poi obbligatorio nel 2° secolo a.C..Quindi, non si sa fino a che punto la Legge del Taglione siamai stata effettivamente applicata alla lettera.

Porgere la guanciaLa Legge del Taglione soddisfa forse la giustizia, ma nonannulla la spinta alla vendetta, che moltiplica la violenzae che nasce e si nutre dell’interiorità della persona. Perdisattivarla, occorre annullare la spinta emotiva che cer-ca soddisfazione e che tende ad alimentare il fuoco dellalite. Attraverso l’immagine della guancia percossa, ungesto di affronto, disprezzo e umiliazione, la Bibbia indi-ca nell’accettazione delle conseguenze del proprio com-portamento, fosse anche la rinuncia al proprio diritto, lavia per evitare l’escalation dell’ira.Nel libro delle Lamentazioni (3,28-30) all’uomo che si tro-va a soffrire per qualche grave disgrazia è chiesto: “Siedaisolato e taccia, (…) dia la sua guancia a chi lo percuote, sisazi di vergogna” (vv. 28-30). Si tratta, per lui, di accettareil suo peso e la sua vergogna, nella speranza/certezza cheil Signore non abbandona. Isaia dice: «Ho presentato il miodorso a chi lo colpiva, le mie guance a coloro che mi strap-pavano la barba, non ho sottratto la faccia agli insulti e aglisputi» (50,6). Davanti all’avversario che vuole che gli si ri-sponda con pari violenza, chi non risponde e non accetta laprovocazione mette in qualche modo a tacere la controver-sia e dà un’occasione alla pace.

Disarmare il malvagioGesù si pone perfetta-mente all’interno diquesto filone biblico,radicalizzando la nor-ma. Prendendo di mirainnanzitutto il mecca-nismo d’ira che nasceall’interno del cuore,non esita a esprimersichiaramente e decisa-mente: «non oppone-tevi». Si tratta di ri-nunciare al proprio di-ritto, in modo da noncominciare nemmenoil processo di chi ti

vuole portare in giudizio per avere qualcosa di tuo. Il domi-nio nel mondo della spirale di odio e violenza, dice Gesù,può essere fermato solo se si rinuncia al proprio diritto ese si stacca il cuore da ciò che si possiede, che si tratti del-l’onore (percossa sul viso), della tunica o dei soldi. Questoha un duplice effetto: da una parte spezza la spirale d’odio,dall’altra “disarma” il malvagio, che non impiega la forzaper sottrarre qualcosa. Gesù invita sempre a individuare, nelle situazioni, il benesuperiore da salvaguardare e a determinare il proprio agi-re sulla base di quel bene. Un comportamento esigente,difficile, di smisurata generosità che Gesù stesso ha ab-bracciato nell’ora della sua Passione e che si impara pocoa poco, staccando il cuore dalle cose giorno per giorno.

“NON VI OPPONETE AL MALVAGIO”Spezzare la spirale dell’odio

38Avete inteso che fudetto:  Occhio per occhio edente per dente;  39ma io vidico di non opporvi al mal-vagio; anzi se uno ti percuo-te la guancia destra, tu por-gigli anche l’altra; 40e a chi tivuol chiamare in giudizioper toglierti la tunica, tu la-scia anche il mantello. 41E seuno ti costringerà a fare unmiglio, tu fanne con luidue. 42Dà a chi ti domanda ea chi desidera da te un pre-stito non volgere le spalle.

(Mt 5,38-42)

mondialità e cultura 11

PARLARE DI ESISTENZAMartin Heidegger e l’ermeneutica della fatticità

Parliamo di esistenza, attraverso leparole del filosofo tedesco MartinHeidegger, specificamente nell’ope-

ra “Essere e Tempo”. Egli coglie l’uomo nelsuo quotidiano, nel quale cercare i cosid-detti esistenziali, in modo non continuo ri-spetto alla tradizione, impossibile da riget-tare completamente, ma altrettanto diffici-le da accogliere in modo globale. Nella tra-dizione, infatti, avviene l’“appiattimentodell’essere”, e cioè l’essere consideratocome ente, come presenza in quanto pre-sente. Quella di Heidegger è un’ermeneu-tica della fatticità, cioè una critica consape-vole della tradizione: la filosofia critica ha ilcompito, attraverso la formulazione di concetti, di mettere indiscussione altri stessi concetti. Heidegger, poi, si chiedecome sia possibile arrivare alla concretezza del quotidiano,formulando una critica del soggetto trascendentale. Se il DaSein, cioè, l’Esserci, si legge come essere concreto nel mon-do, come può avvenire questo? Di certo, non si percepiscel’essere come ente, ma non si dà mondo senza Da Sein, esarà lo stesso Da Sein, ad aprire, a suo volta, esso stesso ilmondo. Si deduce che il Da Sein sia determinato dalle mol-

teplici caratteristiche del mondo in cui sitrova a vivere. La tematizzazione del Da Seinavviene, in questo modo, nella contingenzae nell’accidentalità, ed è qui che si giustifical’affermazione secondo la quale l’esseredell’esserci si dà nel quotidiano. Riguardogli esistenziali, sopra citati, essi sono tre: lacomprensione, la disposizione emotiva e ildiscorso. La comprensione è intesa come ilprocesso con cui si intuisce il mondo, comeorizzonte di significati che si richiamano l’unl’altro, per costituire poi quell’orizzonte disenso nel quale l’uomo vive e comprende lasua esistenza; la disposizione emotiva, inve-ce, è lo stato nel quale l’essere si trova di-

sposto, nella cui disposizione, appunto, comprende la pro-pria quotidianità; infine, il discorso è inteso da Heidegger nontanto come insieme di parole, ma come possibilità di artico-lazione del parlare, che si articola nel linguaggio. Si parleràin seguito della differenza tra esistenza inautentica e auten-tica dell’esserci, attraverso il passaggio dall’ “innanzitutto eperlopiù”, alla dimensione più alta dell’esistenza stessa, en-trambe ontologicamente costitutive dell’essere dell’esserci.

Chiara Maffeis

LA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE«La salute non è un bene a cosumo, ma un diritto universale»

Durante la prima Assembleamondiale della salute, nel1948, si decise di istituire

una giornata dedicata alla salutein tutto il mondo. Dal 1950 la Gior-nata mondiale della salute (WorldHealth Day) si celebra il 7 aprile.Una data non casuale: il 7 aprile1948, infatti, venne fondata l’Orga-nizzazione mondiale della sanità. La ricorrenza, tra l’altro, quest’an-no in Italia coincide con il 40° an-niversario della nascita del Servi-zio sanitario nazionale, istituito il23 dicembre del 1978.La Giornata mondiale della salute si pone come punto di par-tenza di un percorso mirato a migliorare le condizioni di salu-te in tutto il mondo. Ogni anno viene scelto un tema specifico.Quello del 2018 è la copertura sanitaria universale. Questo loslogan: “Universal health coverage: everyone, everywhere”(“Copertura sanitaria universale: per tutti e dovunque”). La giornata rappresenta, inoltre, l’occasione per ricordare aipotenti l’importanza di adoperarsi concretamente per l’obiet-tivo della copertura sanitaria universale. Garantire a tutti ser-vizi sanitari di buona qualità e senza barriere economiche re-sta, tuttavia, quasi un miraggio, vista la situazione della sani-

tà in tantissimi paesi nel mondo. Una questione che alla Chiesasta da sempre a cuore. Nel2016, in occasione di un incon-tro con medici e volontari inAfrica, papa Francesco affermòche la salute «non è un bene diconsumo, ma un diritto univer-sale per cui l’accesso ai servizisanitari non può essere un pri-vilegio». Salute, insistette ilPontefice, «soprattutto quelladi base, che è di fatto negata indiverse parti del mondo e inmolte regioni dell’Africa». Il di-

ritto a essere curati, aggiunse Bergoglio, diventa così «un pri-vilegio per pochi, quelli che possono permetterselo. L’accessi-bilità ai servizi sanitari, alle cure e ai farmaci rimane ancoraun miraggio. I più poveri non riescono a pagare e sono esclu-si dai servizi ospedalieri, anche dai più essenziali e primari».In occasione del World Health Day 2018, infine, è prevista lapubblicazione di una serie di analisi sulla copertura sanitariain 25 stati, i cui risultati saranno presentati a giugno a Tallinn,la capitale dell’Estonia, in occasione del meeting “Health Sy-stems for Prosperity and Solidarity: leaving no one behind”.

Francesco Minardi

appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 11, numero 100 - marzo 2018

APPUNTAMENTI01 APRILEPasqua di Resurrezione

03 APRILERiapertura degli uffici di curia

08 APRILEII domenica di Pasqua

• Giornata diocesana dei MinistrantiL’appuntamento è dalle ore 9.00 alle ore 17,00per tutti i ministranti e i loro genitori della nostradiocesi.• Riconsegna della veste biancaAlle ore 17,00, presso la cattedrale di San Pan-crazio Martire, i neofiti adulti che hanno ricevutoil battesimo la notte di pasqua riconsegnano laveste bianca al vescovo.

10 APRILE• Riunione dei direttori di curiaCuria vescovile, ore 10.00.• Il vescovo incontra i consigli pastoraliL’incontro, per il vicariato di Nettuno, si terrà al-le ore 19,30 presso la parrocchia Santa Barbarain Nettuno.

11 APRILEIl vescovo incontra i consigli pastoraliL’incontro, per il vicariato di Ariccia, si terrà alleore 19,00 presso la parrocchia Santissimo Salvato-re in Genzano.

12 APRILEIl vescovo incontra i consigli pastoraliL’incontro, per il vicariato di Ardea-Pomezia, si ter-rà alle ore 19,30 presso la parrocchia San Lorenzoin Tor San Lorenzo di Ardea.

13 APRILEIl vescovo incontra i consigli pastoraliL’incontro, per il vicariato di Anzio, si terrà alle ore19,30 presso la parrocchia San Benedetto in Anzio

13 APRILEIl vescovo presenta l’istruzione pastoraleL’incontro, per i sacerdoti, diaconi, religiosi e ope-ratori pastorali della diocesi, si terrà allre 16,30ore presso l’istituto dei padri Somaschi.

16 APRILEIl vescovo incontra i consigli pastoraliL’incontro, per il vicariato di Ciampino e Marino, siterrà alle ore 19,30 presso l’istituto dei padri car-melitani in Sassone.

17 APRILEIl vescovo incontra i consigli pastoraliL’incontro, per il vicariato di Albano, si terrà alleore 19,30 presso il Seminario vescovile in Albano.

18 APRILEIl vescovo incontra i consigli pastoraliL’incontro, per il vicariato di Aprilia, si terrà alle ore20,30 presso la parrocchia Ss. Pietro e Paolo in Aprilia.

19 APRILERitiro spirituale mensile del cleroL’incontro si terrà alle ore 9,30 presso il Seminariovescovile.

20 APRILECompleanno del vescovo emerito mons. D. Bernini

29 APRILEIncontro diocesano con i Consigli pastorali per gli af-fari economiciL’incontro si terrà presso la parrocchia Natività diMaria Santissima in Vallelata alle ore 15.30.

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Tommaso Gavi, Mirko Giustini, Donatella Lepore,Matteo Lupini, Chiara Maffeis, Francesco Minardi,Monia Nicoletti, Elisa Ognibene, Antonello Palozzi,Ombretta Pisano, Giovanni Salsano, Emanuele Sci-gliuzzo, Francesca Sorrentino, Salvatore Surbera,Irene Villani.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

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Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Capo D’Acqua, 22/B00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 28.03.2018

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