La gestione forestale sostenibile nella Regione Veneto

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a cura di PEFC-Italia La gestione forestale sostenibile nel Veneto giunta regionale

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a cura di PEFC-Italia

La gestione forestalesostenibile nel Veneto

giunta regionale

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© Copyright: Regione del Veneto Direzione Regionale Foreste ed Economia Montana.30172 Mestre – Venezia, Via Torino, 110.

IdeazioneAntonio Brunori, Giovanni Tribbiani

Elaborazione testiAntonio Brunori, Manuela Regni

IllustrazioniGiovanni Tribbiani

FotoArchivio fotografico della Direzione Foreste ed Economia Montanae Antonio Brunori (AB)

Progetto grafico e impaginazioneIdeograph

StampaDimensione Grafica - Spello

Si ringraziano:Giovanni Carraro, Maurizio Dissegna, Isabella Pasutto e DanieleSavio per i suggerimenti, le correzioni e l’aiuto fornito durante tuttoil corso dei lavori. Inoltre si ringraziano Luigi Alfonsi e RobertoZampieri per le correzioni della parte relativa alla “Difesa idrogeo-logica” e Emanuela Ramon per le correzioni della parte relativa alla“Lotta agli incendi”.

La riproduzione di questo libro o parte di esso e la sua diffusione inqualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie ealtro sono proibite senza il permesso della Regione Veneto.

Finito di stampareNovembre 2005

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Presentazione

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La Regione del Veneto ha una superficieboscata di circa 420.000 ettari, pari al 23% delproprio territorio.

I boschi veneti si presentano con un mosaicodi ambienti forestali quanto mai variegato,in relazione alle differenti situazioni climati-che e geopedologiche e alla complessità deiprocessi storici e attuali di trasformazionedel territorio.

Per gestire e tutelare questa complessa real-tà ambientale è stata emanata la LeggeForestale Regionale (LR n. 52 del 1978), checonferma a tutt’oggi la continuità dell’impe-gno della Regione del Veneto di dotarsi distrumenti di regolamentazione diretti adattivare politiche di sostegno verso le popo-lazioni montane e atti a garantire la tuteladel territorio e la salvaguardia del patrimo-nio silvo-pastorale, con espressa attenzioneai molteplici beni e servigi che il bosco erogae nella consapevolezza che la funzione pro-duttiva rimane comunque di primariaimportanza.

Che il Veneto sia una delle prime regioni adessersi impegnata con successo nella pro-mulgazione di una legge quadro per il setto-

re forestale e nella definizione di regole dipianificazione basate sui principi della selvi-coltura naturalistica è un dato oggettivo, chelascia intuire come l’attenzione alle proble-matiche di tutela dei boschi e di gestionedelle risorse forestali sia solidamente radica-ta nella storia e nella cultura locali.Nel Veneto, prima che in altre regioni, si ècapito che la stabilità bioecologica del boscoè il presupposto per l'erogazione di molte-plici benefici e servigi che solo un ambienteforestale equilibrato può dare.Questo spiega le ragioni per cui molti boschiveneti hanno già ricevuto la certificazioneper la gestione forestale sostenibile secondoi criteri internazionali del PEFC.La presente pubblicazione si prefigge loscopo di illustrare, con termini accessibilianche ai non addetti ai lavori, i criteri adot-tati per la gestione equilibrata e quindisostenibile della risorsa bosco. L’auspicio che l’accompagna è che tutti colo-ro che avranno modo di prenderne visione,conoscendo meglio il bosco, possano amarloe rispettarlo, al fine di consegnarlo stabile,produttivo e sano alle generazioni future.

Giancarlo GalanPresidente della Regione Veneto

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La gestione forestale in Veneto pag. 5Le funzioni del bosco pag. 8Come si fa a conoscere il bosco pag. 10La difesa idrogeologica pag. 11Conoscenza delle risorse pag. 15La gestione attiva dei boschi pag. 17Gli strumenti di pianificazione forestale pag. 22Chi fa gestione e pianificazione pag. 23Dal globale al locale pag. 24Lotta agli incendi pag. 25La certificazione ambientale pag. 28La certificazione forestale in Veneto pag. 30Prova a rispondere pag. 32Informazioni generali sul Servizio Foreste pag. 33Ecco le soluzioni pag. 34

Per capire la gestione dei boschi in Veneto ti invitiamo aseguire, pagina dopo pagina, come operano i competentiServizi della Regione.

Indice

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La gestione forestale in Veneto

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Dagli anni ’70 ad oggi ogni Regione italiana ha sviluppato precise linee di politica e digestione forestale, con l’obiettivo di soddisfare le caratteristiche di ciascun territorio.

La Regione del Veneto, attraverso la propriaLegge forestale regionale (L.R. n. 52 del 13settembre 1978), si è da subito impegnata,oltre che nella valorizzazione del patrimoniosilvo-pastorale e della produzione legnosa,anche nella tutela del paesaggio e dell’am-biente naturale, nella conservazione del suoloe nella difesa idrogeologica del territorio, nelrecupero alla fertilità dei suoli degradati.

Una fustaia del Veneto (AB)

L’obiettivo finale è quello di favorire losviluppo socio-economico della collet-tività e, quindi, garantire il migliora-mento delle condizioni di vita e sicu-rezza della popolazione.Viste le molteplici funzioni che il boscoè chiamato ad assolvere, la Regione delVeneto, tramite la Direzione Foreste e iServizi Forestali periferici, ha da sem-pre garantito un’oculata gestione dellerisorse forestali sia pubbliche che pri-vate, adeguando le utilizzazioni e gliinterventi selvicolturali ai processivitali naturali del bosco, per favorirnenel tempo la stabilità e la qualità.

Segno di confine di una particella assestamentale (AB)

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La Regione del Veneto si è impegnata agestire le risorse forestali su basi naturali-stiche, cioè “imitando” le dinamiche osser-vate in Natura e anche programmare tuttigli interventi con criteri di efficienza eco-nomica. Questa gestione ha lo scopo disoddisfare i bisogni della gente, che oggivive sia in montagna che in città, cercandodi non compromettere le esigenze dellegenerazioni future (garantendo quindi laperpetuità di tutti i valori del bosco).

Nel Veneto la diffusa pianificazione fore-stale oggi interessa tutte le proprietà pub-bliche e negli ultimi anni si sta diffonden-do anche in quelle private ed è basata sul-l'applicazione dei principi della selvicoltu-ra naturalistica. Il ridimensionamento del-l'importanza produttiva a vantaggio dellealtre funzioni del bosco e la pianificazione,hanno consentito un rapido recuperoambientale delle foreste, dopo gli eccessivisfruttamenti avvenuti nel corso degli ulti-mi conflitti mondiali.

Come si può utilizzare un bosco e allo stes-so tempo conservarlo? Nella pratica è pos-sibile combinare la necessità della societàdi avere legname per le proprie case, pro-tezione per le proprie sorgenti, produzio-ne di ossigeno e assorbimento di gas serra,ambiente sano per piante e animali, alsicuro da frane e incendi, con le esigenzeturistico ricreative della persone, che desi-derano fare escursioni, raccogliere funghie frutti, di godere dei paesaggi e della sto-ria che i boschi raccontano?

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La gestione forestale sostenibile

Quadro delle superficisottoposte a pianificazione forestale

PROVINCIA SUPERFICIE SUPERFICIE % SUPERFICIEBOSCATA PIANIFICATA PIANIFICATA

(ettari) (ettari)

BELLUNO 225.760 129.867 58VICENZA 100.588 39.905 40VERONA 37.267 18.126 39

TREVISO - VENEZIA 38.732 16.961 44PADOVA - ROVIGO 7.681 5.219 68

TOTALE REGIONE 419.545 210.078 50

Tipico paesaggio montano del Veneto

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Per spiegare cosa sia questa forma di gestione forestale bastadire che cerca di:

La Regione del Veneto ha cercato di creare un equilibrio tra le diverse esigenze: ambientali, sociali ed eco-nomiche, il tutto basandosi su basi scientifiche e razionali. In sintesi ha attuato una gestione forestale soste-nibile!

•Mantenere la maggiore funzionalità dei popolamenti forestalicome presupposto per la fornitura di beni e servizi multifun-zionali.

•Garantire la perpetuità degli ecosistemi forestali, favorendo larinnovazione naturale del bosco.

•Garantire il mantenimento o il raggiungimento di livelli dimassa legnosa ottimali, anche allo scopo di dare un contributopositivo nei confronti del ciclo globale del carbonio e preveni-re l’inquinamento assicurando la crescita reale effettiva delleforeste.

•Porre particolare cura nella individuazione etutela di boschi particolarmente significativi dal

punto di vista storico e ambientale.

• Tenere conto non solo delle condizioni del soprassuolo,ma dell’intera biocenosi forestale con riferimento agli aspettilegati alla fauna.

Nelle prossime pagine si spiegherà, passo passo, lacomplessa azione che da anni svolge la Direzione Foreste e i Ser-

vizi Forestali Regionali del Veneto nella cura e gestione dei boschiRegionali e si capirà quindi il perchè la Direzione abbia ricevuto la certi-

ficazione ISO 14001 per il proprio Sistema di Gestione Ambientale, maanche perchè molti dei boschi veneti, tra i primi in Italia, abbiano ricevuto la cer-tificazione di buona gestione forestale secondo i criteri internazionali del PEFC!

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Una foresta ben gestita offre molteplici servizi per la collettività (AB)

Obiettivi della gestione forestale sostenibile

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Le funzioni del bosco

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Bosco d’alta quota a preminente funzione ecologica

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Il bosco contribuisce alla protezione del suoloe di conseguenza del territorio in diversimodi:

•evita l’erosione del terreno e le piene deitorrenti. Grazie alle radici che imbrigliano ilterreno e alle chiome che frenano la forzabattente della pioggia, il suolo forestale,rimane soffice e poroso. Il terreno può, così,funzionare come una spugna, trattenendo,al momento necessario, grandi quantitàd’acqua e riuscendo successivamente, a far-la defluire più lentamente con un effettobenefico sulla costanza della portata dei cor-si d’acqua;

•arresta la caduta delle pietre lungo i pendiidelle montagne ed attenua la forza del ven-to;

•previene il distacco delle valanghe graziealle chiome che intercettano la neve lascian-dola poi cadere a terra poco per volta a bloc-chi consolidando così il manto nevoso.

•conserva e talvolta addirittura recupera lafertilità naturale del suolo e della sua struttu-ra, grazie alla sostanza organica prodotta conle foglie e successivamente mineralizzata.

•protegge i centri abitati limitrofi dal degra-do del paesaggio, dai cattivi odori, dalrumore.

Funzione di Protezione

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Il bosco ospita una grande varietà di organi-smi vegetali e animali, che hanno strettirapporti tra loro e con l’ambiente che liospita.

Il bosco, grazie a queste caratteristiche, è unbene sociale per eccellenza che, oltre a svol-

gere numerose funzioni, estende i suoibenefici sull’intero ambiente e a vantaggiodi tutta la collettività.

Da esso dipende la sicurezza del territorio,la produzione del legno e di ossigeno, laqualità dell’ambiente in cui viviamo.

Quali sono le funzioni principali che il bosco svolge?Le funzioni che principalmente un boscosvolge sono:

• Protettiva• Ecologica• Produttiva• Turistico ricreativa

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Per le molte persone che sono costrette, ad esem-pio per necessità lavorative, a vivere in grandicittà la visione di un bosco ben gestito può dive-nire sicuramente fondamentale. Infatti il bosco:

•trasmette sensazioni di bellezza, di serenità edi pace a coloro che lo frequentano;

•rappresenta una scuola senza pareti in cuiosservare e imparare a conoscere la natura,l’ambiente e il territorio;

•offre tantissime occasioni di svago per turistisportivi e tutti coloro che vogliono trascorrere ilproprio tempo libero all’aperto e in ambientinaturali.

Funzione EcologicaI boschi rivestono un ruolo fondamentale dalpunto di vista ecologico, in quanto:

•aiutano a conservare la biodiversità ovvero ilmantenimento di una molteplice varietà di orga-nismi vegetali e animali viventi;

•contribuiscono a depurare l’acqua e a regolarne ilciclo, anche a valle delle zone montane boschive;

•assorbono carbonio dall’atmosfera, e contribui-scono, di conseguenza, a ridurre la quantità dianidride carbonica nell’aria e a contrastare l’ef-fetto serra globale. Si calcola che ogni anno leforeste della regione immagazzinino nei loro anel-li legnosi gran parte del carbonio emesso nell’at-mosfera dal traffico automobilistico

Il bosco fornisce importanti prodotti tra cui:

•legno, che costituisce un prodotto naturale, eco-logico. Il legno può essere utilizzato sia percostruire edifici, mobili strutture sportive, ponti,ecc., che come legna da ardere (che è un’impor-tante fonte di energia rinnovabile per riscalda-mento). Esso, inoltre, rappresenta un’importantefonte di reddito e di lavoro per le comunità dimontagna.

Tipico paesaggio forestale a preminente funzione turistica (Archivio fotografico Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi)

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•ossigeno, producendo il legno gli alberi fissanoil carbonio atmosferico e liberano ossigeno conun’azione disinquinante e riequilibratrice deicomponenti dell’atmosfera.

•prodotti non legnosi quali: piccoli frutti, fun-ghi, castagne, selvaggina, ecc.

Funzione di Produzione

Funzione Turistico-Ricreativa

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Percorsi per capire meglio il bosco

È difficile riacquisire la capacità di affidarsi ai sensi soprattutto se le occasioni diaddentrarsi in un bosco sono rare. Per questo motivo gli Enti che gestiscono i boschihanno predisposto dei percorsi che facilitano sia l’ingresso all’interno del bosco chela sua conoscenza. Il più delle volte in questi sentieri vengono sistemati pannelli incui si possono reperire delle informazioni riguardanti:

• Cartine che riportano i diversi percorsi con le relative lunghezze;• Informazioni sulle popolazioni vegetali e animali presenti;• Curiosità o cenni storici del bosco in questione.

Se si vuole capire ciò che i boschi voglionocomunicarci, occorre acquisire, anzi riacqui-sire, gli strumenti necessari, ovvero i nostrisensi. Basta entrare dentro a un bosco ecominciare per esempio a:

•OSSERVARE: si possono ricercareimpronte per capire quali sono le speciedi animali che popolano il bosco. In basealla forma delle foglie scoprire quali spe-cie vegetali sono presenti; su piante isola-te si può capire verso quale punto è ilnord in base al lato del tronco su cui èpresente il muschio.

•ASCOLTARE: i suoni all’interno di unaforesta sono meno immediati rispetto aquelli artificiali a cui il nostro orecchio è

abituato. Ponendo attenzione, però, sipossono distinguere, in base al cinguettio,le diverse specie di uccelli oppure indivi-duare la presenza di un ruscello ancoraprima di vederlo.

•TOCCARE: alberi fiori o arbusti apparen-temente simili possono in realtà apparte-nere a specie differenti e si può capirlotoccando le foglie o la corteccia.

•ANNUSARE: stimolando questo senso sipuò arrivare a rilevare la presenza di fun-ghi, di muschio, di zone più o menoumide, identificare le specie attraversol’odore di foglie e aghi, tutto a occhi ben-dati.

Per chi vive in città entrare in un bosco può corrispondere all’ingresso in una libreria peruna persona che non sa leggere. Perciò se si vuole apprendere tutto quello che il boscopuò insegnarci, si deve imparare a capire il suo modo di comunicarcelo.

Come si fa a conoscere il bosco

Come imparare da un bosco?

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Una parte rilevante del territorio regionale(circa il 45%) è costituita da rilievi che sisono formati in epoche geologiche relativa-mente recenti e pertanto sottoposti a feno-meni di erosione di varia intensità, determi-nati sia dalla pendenza dei versanti che dal-l’azione del clima. Quest’ultimo è infatti caratterizzato daperiodi siccitosi che si alternano a periodipiovosi, che negli ultimi anni si sono mani-festati in modo anomalo, soprattutto a cau-sa di precipitazioni particolarmente intense.Tutti questi fattori causano fenomeni di dis-sesto idrogeologico, che determinano l’ero-sione dei suoli, la formazione di frane, ildanneggiamento o la distruzione di infra-

strutture, il trasporto a valle dei materialisolidi, che possono depositarsi sul letto deicorsi d’acqua, provocandone l’innalzamen-to dell’alveo e il conseguente aumento delpericolo di rottura degli argini e di pienerovinose.Per contrastare questi fenomeni e garantirela salvaguardia delle popolazioni e deimanufatti, occorre quindi adottare, già suiterritori a monte, tutti quegli strumenti chepermettano di aumentare la sicurezza delterritorio, già in parte garantita dai boschi.Infatti la sistemazione di un bacino monta-no non ha solamente lo scopo di contrasta-re localmente il dissesto, ma di migliorarel’equilibrio idraulico lungo tutto il corsod’acqua alimentato dal bacino, fino alla suafoce. Nel loro insieme gli interventi di sistema-zione idraulico-forestale sono la manifesta-zione più evidente della cura e dell’atten-zione con cui, anno dopo anno, l’Ammini-strazione forestale della Regione del Venetoha governato il territorio, assicurandoneuna costante azione di salvaguardia, digestione e di presidio. Tutto ciò ha sicuramente contribuito ad evi-tare che, sino ad oggi, il Veneto abbia subi-to, nelle zone collinari e montane, le graviconseguenze che caratterizzano i fenomenidi dissesto idrogeologico.

La difesa idrogeologica

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Come evitare frane ed erosione

La sistemazione di un torrente permette di aumentare la sicurezzadel territorio

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Gli interventi di difesa idrogeologica si prefig-gono di raggiungere diversi obiettivi:

•Regimare i corsi d’acqua, per evitare che siverifichino deflussi a valle che possano cau-sare danni ai territori di pianura; recuperarel’efficienza delle superfici degradate; limita-re i fenomeni d’erosione e prevenire la loromanifestazione.

•Realizzare, nei territori ad elevato valorenaturalistico, interventi di sistemazione e dirinaturalizzazione che utilizzino materiali emetodologie in sintonia con l’ambiente.

•Migliorare la struttura, la composizione e ladensità dei boschi e salvaguardare l’integritàdegli ambienti costieri. Difese di sponda in pietrame

La legge forestale regionale del Veneto (L.R. 13 settembre1978, n. 52) ha riconosciuto alla conservazione del suolo,alla difesa delle coste ed alla manutenzione delle opere didifesa esistenti, importanza fondamentale per la conser-vazione del territorio, promuovendo a tal fine la realizza-zione di interventi di sistemazione idraulico-forestale e dimiglioramento boschivo.

Tali attività sono a totale carico finanziario della Regioneche, tramite la Direzione per le Foreste e l’EconomiaMontana ed i Servizi Forestali Regionali, interviene nel-l’ambito dei territori classificati montani ed in quelli sotto-posti a vincolo idrogeologico, attivando due proceduretecnico amministrative:

•Predisposizione dei programmi d’intervento in accor-do con le Comunità Montane;

•Progettazione ed esecuzione degli interventi, generalmen-te ricorrendo all’impiego di proprio personale specializza-to.

Gli interventidalla programmazione all’operatività

Quali sono gli obiettivi degli interventi?

Gabbionate in pietrame

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La progettazione e l'esecuzione dei lavori vieneeffettuata direttamente dai Servizi Forestali Regio-nali. Infatti l’esperienza accumulata da tali strutturein anni di attività ha insegnato che, frequentemente,l’orografia del territorio, la localizzazione del can-tiere, il tipo di dissesto a cui si deve porre rimedio,non consentono l’apertura di cantieri gestiti daimprese private, soprattutto a causa dei maggioricosti di intervento. Ne consegue che, in tali situazioni, solo l’interventodiretto e tempestivo dell’Amministrazione Foresta-le può evitare che il dissesto degeneri, producendoconseguenze, anche gravi, a carico delle infrastrut-ture e delle popolazioni, oltre che richiedere, nelfuturo, l’impegno di ingenti risorse con risultati nonsempre soddisfacenti.Ciascun Servizio Forestale Regionale provvede

Gli interventi si suddividono in due categorie:

Briglie a gradinata in pietrame e legname, tipico intervento intensivo

autonomamente alla progettazione dei lavori, all’approvvigionamento dei materiali d’opera, nonché alla rea-lizzazione delle opere previste, mediante l’impiego di personale appositamente assunto e direttamente gestitodalle singole strutture. Questa modalità di esecuzione dei lavori, richiedendo una rilevante componente di

Quali sono le tipologie d’intervento?

ESTENSIVI attuati sui versanti, si effettuanomediante il miglioramento dei boschi esistenti, sullabase delle prescrizioni dettate dalla pianificazioneforestale, al fine di esaltare la loro positiva azioneregimante e antierosiva. In presenza di erosionesuperficiale, questi interventi si realizzano mediantela copertura del suolo con materiali di diversa tipolo-gia e/o con la diffusione di specie vegetali, che hannolo scopo di coprire e proteggere il suolo dai fattori cli-matici e fisici sfavorevoli.

INTENSIVI realizzati nell’alveo dei corsi d’acqua.Sono tutti quegli interventi finalizzati sia alla regima-zione idraulica di un corso d’acqua, sia al conteni-mento dell’erosione del fondo e delle sponde. Questirisultati si ottengono mediante: opere trasversali(realizzate perpendicolarmente alla direzione del-l’acqua, al fine di ridurre la sua velocità , quali, adesempio: briglie, soglie, piazze di deposito) e operelongitudinali (con la funzione di proteggere le spon-de e il fondo dell’alveo da eventuali fenomeni erosi-vi, quali, ad esempio: rivestimenti spondali, scoglie-re, cunettoni). ?Chi esegue gli interventi?

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Qualora le condizioni di sicurezza del territorio e di conservazionenel tempo delle opere lo permettano, vengono applicate metodolo-gie di intervento proprie dell’ingegneria naturalistica. Per contra-stare l’erosione, per stabilizzare e rigenerare i suoli, si utilizza quel-l’insieme di tecniche che prevede l’impiego di piante odi parti di esse (talee),

eventualmente integrate con materiali morti (massi, tronchi,legname, geostuoie). Queste modalità d’esecuzione oltreche valorizzare il contesto ambientale e paesaggisti-co circostante, consentono di effettuare un’inter-connessione tra gli ecosistemi acquatico e ter-restre, poiché preservano o miglioranogli habitat delle forme di vitavegetali e animali, grazie almantenimento della conti-nuità e dell’uniformità delcontesto ambientale, noninterrotte da interventi eopere esclusivamente arti-ficiali.

manodopera (gli operai forestali), costituisce occasione di sviluppo dell’occupazione proprio in quelle zonecaratterizzate generalmente da situazioni economiche sfavorevoli e quindi da fenomeni di abbandono del ter-ritorio. Ne consegue un contenimento e un’alternativa occupazionale che permette, localmente, di integrare edi diversificare le fonti di reddito.

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Allestimento di un cantiere con l’elicottero

Le unità complessivamente occupate risultano essere poco meno di700 ( circa 2/3 sono lavoratori a tempo determinato, mentre la parterimanente è inquadrata stabilmente), con margini di fluttuazioneannuale, dovuti al ricambio delle maestranze (turn-over).Questa peculiare metodologia di esecuzione dei lavori comportaconseguenze positive, dovute:

•duttilità e flessibilità nella organizzazione e nella conduzione deicantieri con particolare riferimento a esigenze di natura manuten-toria di opere esistenti;

•una maggiore velocità di spesa delle risorse assegnate.

?Quali sono le modalità di esecuzionedegli interventi?

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Conoscenza delle risorse

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La prima carta forestale regionale è stataredatta negli anni 1981-1983 dal lavoro di ungruppo di rilevatori che hanno ricavato tuttele formazioni forestali della Regione median-

te osservazioni al suolo con tecniche tradizio-nali (cioè utilizzando strumenti topograficimanuali). Negli ultimi anni, tuttavia, è natal’esigenza di ridefinire i confini delle particel-

Per riuscire a gestire le foreste in modo corretto occorre avere ben chiare alcune loro caratteristiche,in particolare:

• Dove si collocano nel territorio regionale;• Quali sono le specie e le forme di gestione attuali che le caratterizzano;• Quali sono le loro attitudini produttive.

È una banca dati che associa alle unità elementari defini-te in cartografia una serie di informazioni utili alla lorogestione (composizione del bosco, grado di copertura,ecc.).

Come è fatta?La carta forestale regionale è composta dalla rappresen-tazione cartografica dell’insieme delle unità forestali ele-mentari. Queste unità vengono chiamate “particelleforestali”. Il criterio di individuazione delle particellecartografiche sul terreno della prima carta forestale, ulti-mata nel 1983, è dato dalla uniformità di 5 parametridescrittivi del popolamento: il tipo vegetazionale-coltu-rale, la composizione dendrologia, l’aliquota generale di copertura, il regime colturale, la strutturagenerale. La variazione di uno solo di detti parametri determina la chiusura di una particella e l'a-pertura di una contigua. Con questa procedura sono state individuate e, inizialmente, riportatemanualmente su Tavolette IGM alla scala 1:25.000, 9.760 particelle cartografiche corrispondenti aduna superficie boscata regionale di 389.189 ha.

Perché una nuova carta forestale regionale?

I limiti delle unità particellari della nuova carta forestalesono stati digitalizzati sulle ortofoto

digitali del volo IT2000

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?Che cosa è la carta forestale regionale?

I tecnici forestali per poter pianificare il proprio lavoro hanno bisogno di queste informazioni, chepossono ricavare da strumenti cartografici quali la carta forestale regionale, l’inventario forestaleregionale dei boschi pubblici e l’inventario forestale regionale dei boschi non pubblici.

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Per riuscire a costruire una carta forestale o uninventario regionale è necessario partire dallamisura diretta degli alberi che compongono leforeste. Misurare gli alberi non è mai stato facile.Finché si tratta di legna tagliata, basta pesarla.Quando, però, occorre conoscere la dimensione difusti d’albero o di interi boschi, insorgono dellecomplicazioni. Se si vuole misurare un fusto d’al-bero non basta determinarne la larghezza (perconvenzione si utilizza il diametro a petto d’uo-mo, cioè alla distanza di 1,30 m da terra) e l’altez-za; occorre anche qualcosa che ne definisca laforma più tendente al cilindrico o al conico. Se poi dalla misura dell’albero si vuole passare aquella del bosco occorre sapere almeno quantisono gli alberi che lo compongono e quanto sonodiversi tra loro. Osservando un grande numero di

alberi abbattuti, ci si è accorti che, a parità di dia-metro ed altezza, gli alberi, in una stessa zona,tendono ad avere lo stesso volume legnoso seappartenenti alla medesima specie e tipo di bosco. Con i dati raccolti misurando questo campione dialberi, attraverso alcuni strumenti come ad esem-pio l’ipsometro (un misuratore d’altezza), il caval-letto dendrometrico (misuratore del diametro), labussola, la rotella metrica, si può costruire unatabella, (chiamata tavola dendrometrica, dalgreco “misurare gli alberi”), da cui, a partire daldiametro e dall’altezza di un albero, si ricava ilvolume legnoso. Questo volume, a seconda dellatipologia di tavola dendrometrica utilizzata, puòessere riferito al singolo albero o ad un ettaro diforesta di una specifica zona forestale per cui latavola è stata costruita.

Le tecniche per “capire”un bosco

le forestali, per rilevare le variazioni delle for-mazioni boschive e di conformare il livello diprecisione geografica al nuovo sistema di classi-ficazione su base tipologica. Su questi presup-posti nel 2000 è cominciata l’elaborazione di unanuova carta forestale attraverso metodologie dirilevamento di elevata precisione (digitalizza-zione su ortofoto digitali con risoluzione di 1 m,analisi stereoscopica di foto aeree, ecc.; vedi box“metodi di rilevamento”) che hanno consentitodi ottenere un prodotto cartografico ad unascala 1:10.000.

Un inventario forestale è l’insieme di una seriedi dati sulle foreste della regione da cui si rica-vano informazioni sui boschi, distinguendoli trapubblici e privati, relativamente alla produttivi-tà (m3/ha/anno) e ai parametri stazionali e sel-vicolturali. L’inventario forestale è strutturato

in modo da consentire aggiornamenti successiviattraverso la rimisurazione nelle aree di saggiolocalizzate con precisione e permanentemente(con picchetti metallici) nei vari soprassuoliforestali.

Che cos’è un inventario forestale?

Segnatura permanente di un’area di saggio dell’inventarioforestale regionale con picchetto metallico

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?La gestione attiva dei boschi

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iPer intervenire in un bosco occorre: •avere una precisa conoscenza del territorio e

del bosco;

•scegliere quali alberi vanno tagliati, in basealla conoscenza acquisita;

•tagliare gli alberi selezionati lasciando quelliche permetteranno al bosco di svolgere almeglio le sue molteplici funzioni.

La scienza che insegna all’uomo a conoscere iboschi e quindi capire quanti e quali alberitagliare è la selvicoltura.

Cosa significa intervenire in un bosco?

Nel bosco tagliare è sinonimodi migliorare

Le cure colturali sono degli interventi mirati allariduzione della densità degli alberi ovvero ladiminuzione del numero di alberi che insistono suuna certa superficie.Le cure colturali vengono distinte in:

•Sfolli, quando gli interventi vengono ese-guiti su alberi che non hanno ancora rag-

giunto 10-15 anni di vita;

•Diradamenti, quando gli interventi vengo-no eseguiti su alberi che hanno superato i15 anni di vita: generalmente questi alberisono caratterizzati dall’avere un diametrosuperiore ai 10 cm.

L’uomo, attraverso interventi selvicolturali dis-tribuiti, sia nello spazio che nel tempo, cerca diottenere, contemporaneamente e in armoniacon la natura, un insieme di obiettivi:

•ecologici•economici •culturali •paesaggisticiTutti gli interventi selvicolturali finalizzati alraggiungimento anche di uno solo tra questibenefici vengono definiti: cure colturali.

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Fase di esbosco di una utilizzazione forestale

Bosco misto di conifere e latifoglie delle Prealpi Venete

Cosa sono le cure colturali?

Questa scienza è lo strumento che l’uomo uti-lizza per fare una gestione attiva dei boschi.

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L’operazione che porta all’eliminazione di un alberoin un bosco viene definita taglio di abbattimento.Praticamente i tagli di abbattimento si eseguono allostesso modo, ma si differenzianotra loro a seconda dello scopoper cui vengono eseguiti:

•Di raccolta sono quandogli alberi, superata unacerta età (stabilita perlegge), o comunque supe-

rata una certa soglia dimensionale (ovverouna certa altezza e/o un certo diametro) ven-gono abbattuti per ricavare legname.

•Di rinnovazione quando l’eliminazione dialcuni alberi è finalizzata a favorire la rinno-vazione o la crescita delle giovani piantinegià presenti.

•Tagli colturali quando si interviene pereseguire le cure colturali, di cui si è parlatosopra.

La distinzione tra i diversi tagli nella praticanon è sempre così netta; infatti l’eliminazionedi piante adulte al di là dello scopo per cui si

esegue ha sempre molteplici conseguenze(creazione di spazi “vuoti”, nascita di nuovepiantine, espansione delle chiome degli individuicircostanti, ecc..). Allo stesso modo l’utilizzazio-ne di alberi a fini produttivi in molti casi portaall’innesco dei processi di rinnovazione.

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Piante individuate per il taglio

A che cosa servono le cure colturali?Le cure colturali sono interventi di selezione dei sog-getti arborei migliori che simulano e anticipano lenaturali dinamiche di competizione. Queste, quindi, permettono agli alberi che rimango-no di accrescersi più velocemente e in maniera piùequilibrata grazie ad una maggiore disponibilità inluce, acqua ed elementi nutritivi.Questi interventi hanno lo scopo di:

•Valorizzare il bosco: attraverso le cure colturali sipossono favorire determinate specie, oppure glialberi che hanno fusti con migliori caratteristichestrutturali (forma regolare, grande vigore, scarsapresenza di rami sul fusto), ovvero tutti queglialberi che potenzialmente avranno un valore eco-nomico più elevato.

•Salvaguardare il bosco: le cure colturali servonoanche a limitare o evitare danni causati dalla propa-gazione di funghi, insetti e parassiti; in questo casovengono abbattute ed asportate dal bosco le piantepiù malate e instabili, che possono rappresentare unpericolo sia per gli altri alberi che per chi frequenta ilbosco.

•Diversificare il bosco: Le cure colturali possonoessere effettuate per motivi di ordine biologico (es.per il mantenimento e lo sviluppo di specie chepreferiscono un ambiente illuminato -specie eliofi-le - in popolamenti misti).

Quali alberi tagliare?

Quali tipologie di taglio esistono?

Decidere quali e quanti alberi tagliare non è cosa semplice. Per fare la sceltagiusta è necessario prima di tutto conoscere il bosco nel quale si dovrà inter-venire e poi aver ben presente lo scopo per cui si va ad eseguire il taglio.

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Le linee guida che caratterizzano la selvicoltura inVeneto fanno riferimento ai seguenti principi:

•Garantire la perpetuità delle foreste favorendonela rinnovazione naturale;

•Consentire un prelievo di legname inferiore allacapacità di crescita del bosco;

•Conservare e aumentare la biodiversità attraver-so l’affermazione di boschi a composizionemista;

•Proteggere e conservare la flora e la fauna selva-tiche;

•Salvaguardare e valorizzare le tradizioni localied i boschi importanti dal punto di vista ambien-tale, ecologico, storico e paesaggistico.

La gestione sostenibile prevede un prelievo di legnameinferiore alla capacità di crescita del bosco

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Linee guida della selvicoltura

Quali boschi troviamo? I boschi possono essere classificati in tanti modidifferenti a seconda della caratteristica che siprende in considerazione. Tra le più importanti,ad esempio troviamo quella che suddivide iboschi di latifoglie da quelli di conifere. Appar-tengono alle latifoglie tutti gli alberi che possiedo-no il lembo delle foglie allargato come tra i tanti:l’acero, la quercia, il faggio, l’ontano, il tiglio. Alleconifere (o aghifoglie) invece appartengono tuttequelle piante le cui foglie hanno la caratteristicaforma di un ago come ad esempio il pino o l’abe-te. Un altro importante tipo di classificazione peri boschi si basa sul tipo di rinnovamento delbosco, cioè su come i nuovi alberi si sostituisconoa quelli oramai vecchi o tagliati dall’uomo.I boschi si possono rinnovare:

•attraverso i semi provenienti dalle piante matu-re: i boschi vengono chiamati fustaie;

•attraverso i polloni, che nascono alla base deltronco quando gli alberi vengono tagliati: ilbosco si definisce ceduo.

I boschi di latifoglie possono essere governati siaa fustaia che a ceduo, mentre quelli di coniferepossono essere governati solo a fustaia in quantonon hanno capacità pollonifera (ovvero quandogli alberi vengono tagliati non hanno la capacitàdi emettere polloni alla base del tronco). In Veneto è molto difficile trovare boschi puri dilatifoglie o di conifere, solitamente sono mescola-ti l’uno all’altro; ciò avviene come meccanismo diconservazione in quanto i boschi puri risultanopiù fragili e vengono colpiti più facilità da malat-tie e/o insetti.

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Le regole da seguire per tagliare il boscoNella Regione Veneto chiunque voglia eseguiredegli interventi selvicolturali, deve seguire delleregole decise dalla Pubblica Amministrazione. Questo è necessario al fine di evitare che tagli trop-po intensi, o eseguiti male, vadano a compromette-re il mantenimento e lo sviluppo dei boschi.Le regole prevedono che ogni intervento selvicoltu-rale sia approvato previa compilazione di una seriedi documenti, più o meno dettagliati. In generale il documento progettuale che garantiscela salvaguardia del patrimonio forestale oggetto diutilizzazione è il “Progetto di taglio”. La sua applicazione ha però delle limitazioni legatealle dimensioni delle utilizzazioni.

Boschi fragili ?Particolare attenzione deve essere posta quan-do gli interventi vengono eseguiti in boschimolto fragili dal punto di vista ambientale; inqueste circostanze bisogna valutare la situa-zione in maniera più approfondita e quindi

predisporre di un “Progetto speciale ditaglio”. Il “Progetto speciale di taglio” richie-de una valutazione attenta degli impatti sul-l’ambiente ed in particolare sulla flora o sullafauna protette.

In Veneto è stato sviluppato un innovativo sistemadi accatastamento del legname

Esempio di diradamento in fustaia coetanea

Se i tagli sono inferiori a 100 m3 di legno per lefustaie (corrispondente a circa 250 piante dimedie dimensioni), o interessano superficiinferiori a 2.5 ha per i cedui (ovvero un’areaall’incirca pari a cinque campi di calcio messil’uno accanto all’altro), non occorre redigereun progetto di taglio, ma si può procedere allacompilazione di documenti di più semplicestesura, ovvero:

•relazione di taglio: in caso di boschi soggettia panificazione forestale

•dichiarazione di taglio: in caso di boschi nonsoggetti a pianificazione forestale

Se il taglio è piccolo ?

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La tradizione della buona gestione in Veneto

In Veneto la buona gestioneforestale ha delle radici cherisalgono alle antiche comu-nità alpine (tra cui i Cimbri)e alla Serenissima. Queste comunità, senzapossedere i moderni stru-menti della pianificazioneforestale, sapevano quandoe quanto tagliare, e soprat-tutto stavano molto attentialla tutela delle foreste. Ad esempio all’interno dellacomunità dei Cimbri ognicapofamiglia, in estate, sce-glieva quali alberi tagliare,stando ben attento ad abbattere solo lo stretto necessario per il sostentamento della propria famiglia;sapeva, infatti, che se avesse tagliato un numero di alberi eccessivo avrebbe rischiato di impoverire laforesta e con essa la comunità stessa.

Antichi sistemi manuali di segagione dei tronchi adottati dai Cimbri

Quali gli strumenti peruna moderna gestione forestale?La pianificazione forestale rappresenta unostrumento essenziale per realizzare unabuona gestione forestale. Fare pianificazione significa avvalersi di leggiche regolino le utilizzazioni boschive andan-do a garantire che dalle foreste non si asporti-no quantità di legno superiori a quanto esseriescono a produrne. In Veneto la pianificazione forestale vieneattuata attraverso i piani di riassetto foresta-le e i piani di riordino forestale.

La risina, un antico sistema di esbosco (AB)

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La Regione del Veneto consapevole dell’importan-za della pianificazione forestale quale strumentoper conseguire la gestione sostenibile delle foreste,finanzia, anche totalmente, la redazione dei pianidi riassetto e di riordino forestale. In Veneto iboschi di proprietà pubblica e quelli privati gestitiin modo collettivo sono tutti pianificati e gli inter-venti boschivi vengono regolamentati dai piani diriassetto forestale che rappresentano uno strumen-to indispensabile dell’azienda forestale per pro-grammare i tagli boschivi e degli investimenti peril miglioramento dei prati e pascoli montani. Intotale esistono o sono in via di realizzazione 157

piani di riassetto forestale per una superficie bosca-ta complessiva di quasi 130.000 ha. I boschi privati,salvo pochi casi, non sono gestiti dai piani di rias-setto forestale, a causa delle ridotte dimensionidelle singole proprietà e pertanto la legge forestaleregionale offre ai Comuni o agli Enti Parco la pos-sibilità di predisporre piani di riordino forestale.Questi nuovi piani dettano norme di buona gestio-ne forestale per le proprietà di piccole dimensioni,anche a livello di singolo mappale boscato stabilen-do le modalità di taglio che deve seguire il proprie-tario privato; in Veneto ne esistono 41 interessandoben 80.000 ha boscati.

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Gli strumenti di pianificazione forestale

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Il portale del Web-GIS del Settore Primario

con archivi di natura informatizzata (alfanu-merica), permettendo la predisposizione dielaborazioni e sintesi tematiche a supportodell’attività di pianificazione forestale e deiprocessi decisionali ai diversi livelli. Per con-sentire ad un’ampia utenza la consultazionedegli strati informativi cartografici, è statamessa a punto un’interfaccia Web-GIS disemplice utilizzo, che permette la sovrappo-sizione alle cartografie di base (Carta TecnicaRegionale, ortofoto e catasto) delle banchedati geografiche settoriali (carta forestale,carta pedologica, siti Natura 2000 e altreancora). Questo agevola la georeferenziazio-ne delle azioni programmatiche e degli inter-venti, velocizzando anche le decisioni opera-tive.

Il Sistema Informativo Forestale consente la cor-relazione di informazioni di tipo cartografico

Gli strumenti informativi a supporto della pianificazione

Page 23: La gestione forestale sostenibile nella Regione Veneto

?I dati di sintesi degli ultimi anni, relativi alle utilizzazioni forestali, suddivisi per tipologia digestione (pianificata o meno), indicano che:

NELLE FUSTAIEnon pianificate: c’è una stagnazione dell’utilizzo (i proprietari privati, infatti, pensano, erro-neamente, che non intervenendo selvicolturalmente, e lasciando quindi gli alberi liberi di cre-scere indisturbati, il valore di questi ultimi vada ad accrescersi proporzionalmente all’incre-

mento legnoso);

pianificate: anche se esiste una diffusa crescita della bio-massa legnosa si è avuto una leggera ripresa dei prelie-

vi (l’Amministrazione Regionale è consapevole chetagliare significa migliorare la qualità dell’albero equesto corrisponde ad un incremento di valore).

NEI CEDUInon pianificati: negli ultimi anni è stato riscontratoun aumento dei prelievi (i proprietari privati tendo-no a sfruttare quanto più possibile il bosco noncapendo che questo tipo di atteggiamento depaupe-ra le riserve energetiche degli alberi che dopo pocotempo non sono più in grado di riprodursi);

pianificati: i dati raccolti rilevano una diminuzionedei prelievi (l’Amministrazione Regionale ha la con-sapevolezza che da un bosco si deve prelevare menodi quanto esso produca, questo al fine di prolungarela sua produttività e non depauperare le risorseenergetiche che occorrono agli alberi il rinnovamen-to del bosco stesso).

Chi fa gestione e pianificazione

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Perchè i boschi pianificati e quelli non pianificati vengono utilizzatiin modo diverso?

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Dal Globale al Locale

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Che cosa è la Direttiva Habitat92/43/CEE?La Direttiva Habitat 92/43/CEE è uno stru-mento legislativo, emanato dal Consigliodei Ministri dell’Unione Europea, miratoalla conservazione degli habitat naturali eseminaturali, nonché della flora e della fau-na selvatiche. L'obiettivo finale della Diret-tiva è quello di creare e tutelare, una reteeuropea di siti di interesse comunitario e dizone di protezione speciale attraverso laquale garantire il mantenimento e, all'occor-renza, il ripristino in uno stato di conserva-zione soddisfacente degli habitat naturali edelle specie da tutelare.

Che cos’è il protocollo di Kyoto?L’Italia nel 1992, a Rio de Janeiro, insiemeagli altri paesi industrializzati, ha firmatouna convenzione attraverso la quale siimpegna a ridurre le proprie emissioni digas serra (ad esempio l’anidride carbonica -CO2). All’interno di questo protocollo, cheviene chiamato protocollo di Kyoto, sonostati sottoscritti degli impegni rilevanti siadal punto di vista ambientale che economi-co; infatti il protocollo di Kyoto è stato strut-turato in maniera tale che i paesi chiamati aridurre le emissioni di gas serra abbiano deipremi a livello economico in funzione siadella diminuzione dell’inquinamento pro-dotto che degli aumenti di assorbimento diCO2 (dovuti ad esempio alla creazione dinuovi impianti forestali e all’immobilizza-zione in boschi adeguatamente gestiti).

I boschi rappresntano un serbatoio di CO2

La buona gestione forestale salvaguardiagli habitat e la fauna protetti

La Regione del Veneto ha strutturato un’ampia e ben approfondita legislazione in tutela del-l’ambiente e in special modo delle foreste, dimostrandosi particolarmente attenta al territorioe al suo equilibrato sviluppo. Negli ultimi anni la gestione del territorio è stata svolta ancheavvalendosi di strumenti internazionali, tra cui le linee guida fornite dalla Comunità Europea(Direttiva Habitat 92/43/CEE) e gli accordi che l’Italia ha sottoscritto insieme ad altri paesiindustrializzati (protocollo di Kyoto).

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Gli incendi boschivi possono generarsi acausa di diversi fattori:

•L’uomo risulta la causa a cui è attribuibilela maggior parte degli incendi boschivi. Troppo spesso la disattenzione, l’incuriae la maleducazione sono l’origine di verie propri disastri ambientali. L’incauta bruciatura di sterpaglie o unmozzicone di sigaretta gettato via connoncuranza sono le cause più tipiche diun incendio colposo. Tuttavia, gli incendi

boschivi si svilup-pano prevalente-mente per causedolose, ossia perl’azione criminaledi chi, volutamen-te, intende distrug-gere il bosco.Il fulmine rappre-senta la causa natu-rale per eccellenza;quando colpisce unalbero, provocaun’esplosione dalla

quale scaturiscono numerose scintille emateriali incandescenti che, disperdendo-si, possono favorire lo sviluppo del fuoco.

•L’autocombustione è spesso impropria-mente indicata quale responsabile diincendi boschivi. Ma nel clima dei boschidel Veneto è praticamente impossibile chequesto fenomeno accada. È un processofisico–chimico che si verifica all’interno dispessi strati di sostanza organica la cuidecomposizione sviluppa calore, fino adinnescare l’incendio.

Lotta agli incendi

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Fronte del fuoco in un incendio boschivo

Il bosco, come tutti i beni preziosi, è estrema-mente fragile a causa dei molteplici fattori dirischio che mettono a repentaglio gli equili-bri che regolano questi ambienti.Agli eventi naturali, che da migliaia di annisono occasione di distruzione, ma al contem-po di rinnovazione delle foreste (fenomeniatmosferici estremi, fattori climatici avversi,

erosione del suolo), si sommano anche even-ti imputabili alle azioni dell’uomo.Un elemento in particolare rappresenta unagravissima minaccia per l’ecosistema foresta:il FUOCO.La gestione attiva dei boschi è il migliormodo per prevenire gli incendi che peròrimangono un pericolo anche in Veneto.

Quali sono le cause degli incendi?

25Elicottero “Ecureuil” del ServizioAntincendi in azione

Page 26: La gestione forestale sostenibile nella Regione Veneto

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Caratteristiche climatiche: è sicuramente il fat-tore preponderante infatti esso ha un’influenza

diretta: periodi siccitosi o inverni miti conscarso innevamento; indiretta: portando allo sviluppo di una vege-tazione maggiormente infiammabile, a causadei tessuti aventi scarso contenuto idrico.

Caratteristiche topografiche ed orografiche delterritorio: rappresentano un fattore che condi-ziona l’evolversi e il propagarsi di un incendio;Caratteristiche vegetazionali: tale fattore modi-fica la natura e l’infiammabilità del combustibi-le e ha importanti ripercussioni sullo sviluppo diun incendio. La vegetazione presente può infattiessere molto, poco o mediamente infiammabile.

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Secondo studi sulle serie storiche, nel Veneto, gli incendi si ripresentano con maggior frequenza inparticolari periodi dell’anno, differenti a seconda della zona che si prende in considerazione:

Il fumo prodotto da un incendio può ostacolarne le fasi di spegnimento

Quali sono i periodi più rischiosi nella Regione Veneto?

L’importanza di prevenireTutte le casistiche dimostrano quanto sia importante prevenire e prevedere l’evento incendio.Intervenendo innanzitutto sull’abbassamento o addirittura ove possibile sull’eliminazione deifattori predisponenti. In secondo luogo è necessario dislocare i mezzi di intervento vicino allezone maggiormente esposte al rischio incendio andando a ridurre i danni intervenendo celer-mente.

Sono molteplici i fattori che concorrono adaumentare il rischio incendi:

?Quali i sono fattori che aumentano il rischio incendi?

•Nelle aree boscate alpine il fenomeno “incendio”si concentra in particolare nei primi mesi del-l’anno, marzo in particolare. Il periodo coincidecon il riposo vegetativo, lo strato erbaceo è seccoe la vegetazione si trova in elevate condizioni didisidratazione.

•Nelle province di Rovigo, Padova e Venezia, si registraun andamento diverso (tipicamente mediterraneo)dovuto sia alle diverse tipologie vegetazionali che alledifferenti condizioni meteorologiche dell’estate (aridi-tà, ventosità, precipitazioni scarse); il tutto acuito dauna maggiore presenza dell’uomo dovuta ad un’ ele-vata frequentazione turistica.

Page 27: La gestione forestale sostenibile nella Regione Veneto

?Chi interviene per spegnere gli incendi?di?

Quando arriva la segnalazione di un incendio boschivo allaSala Operativa Regionale vengono attivate le opportune proce-dure d’emergenza previste dal sistema integrato di ProtezioneCivile. In prima linea operano congiuntamente le squadreantincendio:

•dei Servizi Forestali della Regione del Veneto•dei Vigili del Fuoco •del Corpo Forestale dello Stato

Ad essi si affiancano i Volontari appartenenti alleOrganizzazioni di Volontariato Antincendio

boschivo (AIB) convenzionate con la Regionedel Veneto. Le squadre sono distribuite inmodo capillare su tutto il territorio regionale. Talvolta le squadre a terra non sono sufficienti

(ad esempio nel caso di orografia molto accidentata), quindi il loro lavoro viene integrato conmezzi aerei più o meno potenti a seconda della necessità che la situazione richiede.

Il Servizio Antincendi della Regione del Veneto dispone di speciali elicotteri (del tipoAS 350 B3 “Ecureuil”) che sono in grado di scaricare sul-

le fiamme fino ad 800 litri d’acqua per ogni lancio; incasi di estrema gravità possono essere attivati anche

i mezzi aerei della Protezione Civile Nazionale, cheessendo più grandi e potenti (ad esempio il

Canadair CL415 riesce a scaricare sulle fiammefino a 6000 litri d’acqua) hanno un effetto piùincisivo. Si tiene a precisare che per quantoefficaci e potenti i mezzi aerei non possonosostituire le squadre a terra che rimangono lacomponente più importante nello spegni-mento di un incendio boschivo.

Fase di spegnimento di un incendio boschivo

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Il Triangolo del Fuoco

Il fuoco è un elemento naturale presente da sem-pre sul nostro pianeta e che richiede, per il suosviluppo, la contemporanea presenza di tre ele-menti:

•il combustibile, ovvero la materia che brucia •il comburente, ossia l’ossigeno presente nell’aria •il calore, che permette l’innesco della combu-

stione

L’insieme di questi tre fattori costituisce il cosid-detto “triangolo del fuoco” e le operazioni volteallo spegnimento di un incendio hanno comeobiettivo l’eliminazione di uno o più dei suoi lati,in quanto sottraendo al sistema uno dei tre ele-menti (combustibile, comburente o calore) lacombustione non può più avere luogo e, se già inatto, si estingue.

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La certificazione ambientale

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Il settore forestale è un settore molto diffici-le, in quanto, se le attività gestionali nonvengono condotte correttamente si possonoavere impatti negativi sull’ambiente, sullerisorse naturali, sul paesaggio e sull’econo-mia locale. Al contrario, se la gestione dei boschi vieneeffettuata secondo criteri attenti e seguendoalti standard di compatibilità naturale, essainduce impatti positivi per l’ambiente e perla società ed è fondamentale per manteneresani e vitali gli ecosistemi forestali. Considerati, quindi, i tanti interessi in gioco,offrire garanzia di una corretta gestionedelle risorse, è una necessità soprattutto perun’Amministrazione Pubblica.

Avere, inoltre, una certificazione che lo con-fermi in maniera indiscutibile, dà una mag-giore sicurezza. L’origine latina della paro-la “certificazione” è certum-facere, cioè darecertezze, offrire garanzia. Una certificazioneche dia garanzia sulla gestione dell’ambien-te, applicata al settore forestale, è, quindi,uno strumento che permette:

•di comunicare alle persone quali sono lerealtà forestali che applicano dei criteririgorosi di buona gestione forestale;

•ai tecnici e ai responsabili forestali di indi-viduare i limiti per una corretta gestionedei propri boschi e di capire ciò che posso-no fare per migliorarla.

Cosa è la certificazioneambientale ISO 14001?È una norma che fornisce ad un’orga-nizzazione (ad esempio un’azienda ouna Pubblica Amministrazione) le rego-le da seguire al fine di ridurre o mante-nere minimi gli impatti delle proprieattività (produzione di beni o servizi),sull’ambiente. La Direzione Foreste della Regione delVeneto si è certificata ISO 14001 sin dal2001.

La certificazione fornisce le regole al fine di ridurre gliimpatti delle proprie attività sull’ambiente

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In pratica funziona così:

•L’azienda che richiede la certificazioneelabora il proprio Sistema di GestioneAmbientale (SGA): attraverso questodocumento, vengono assunti una serie diimpegni nei confronti dell’ambiente.

•Un ente di certificazione esterno, o di par-te terza, si assicura che tale azienda agiscain modo conforme a quanto dichiarato neipropri documenti e alla norma di riferi-mento; cioè l’ente di certificazione control-la l’applicazione degli impegni ambientaliassunti e le modalità di riduzione degliimpatti negativi stabiliti dall’aziendamedesima.

Nella Regione del Veneto da secoli vengonoapplicate tradizioni di buona gestione forestale,attente al valore ecologico e naturalistico deiboschi; e, proprio grazie a queste pratiche, iboschi della regione si sono mantenuti sino ad

oggi nelle miglioricondizioni.La Regione delVeneto, però, havoluto fare un pas-so in avanti, andan-do ad operareall’interno di unsistema di gestionecodificato e bendefinito, in grado di

garantire un miglioramento continuo delle pro-prie prestazioni e dei servizi nell’ottica di unariduzione degli impatti sull’ambiente e in parti-colare nel settore della foresta. Nel 2001 la Dire-zione Foreste ha avviato il processo di realizza-zione di un sistema di gestione ambientale,ottenendo la certificazione (secondo la normainternazionale UNI EN ISO 14001, con registra-zione n. 3674) del proprio Sistema di GestioneAmbientale (SGA) relativamente alla pianifica-zione forestale e alla selvicoltura, dimostrando,attraverso il puntuale monitoraggio delle dina-miche evolutive del soprassuolo arboreo, che lostato attuale delle foreste presenti nel Veneto ela sostenibilità della loro gestione sono più chesoddisfacenti.

I passi per la certificazione ambientale della Direzione Foreste

Come si ottiene la certificazioneambientale ISO 14001?

Il campo d’azione della certificazio-ne riguarda la pianificazione fore-stale e la selvicoltura

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L’Ente di certificazione Certiquality di Milanoha emesso il certificato nel 2001

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La certificazione forestale in Veneto

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Da alcuni anni esiste uno strumento percomunicare il proprio modo di gestire cor-rettamente i boschi: è la certificazione dibuona gestione forestale. Proprio laRegione del Veneto è stata una delle primePubbliche Amministrazioni italiane a cre-dere in questo strumento e, assieme adaltre Amministrazioni regionali e aFederforeste, ha fondato nel 2001 l’associa-zione per la promozione della certificazio-ne forestale PEFC in Italia.

La Regione del Veneto ha contribuito siaoperativamente che finanziariamente allacostituzione di tale associazione senza finidi lucro, in quanto fermamente convintadell’importanza della diffusione di unostrumento che dia garanzia della correttagestione dei boschi. Rispetto alla certifica-zione ISO 14001 che dà garanzie sulle pro-cedure, la certificazione forestale entranelle modalità operative del lavoro inbosco.

Che cosa è il PEFC?Il significato della sigla è l’inglese “Pro-gramme for Endorsement of Forest Certifica-tion schemes”, che tradotto vuol dire Pro-gramma di riconoscimento degli schemi dicertificazione forestali. In pratica è unsistema di regole che permette di validare,in ogni singolo Stato del mondo, una seriedi linee guida e di indicatori di buonagestione forestale, al fine di poter verifica-re (e poi certificare) se il proprietario e ilgestore dei boschi fanno effettivamentebuona gestione dei boschi, cioè in manierasostenibile. Lo schema PEFC è stato svi-luppato nel 1998 in primo luogo da pro-prietari forestali e dall’industria del legnoeuropei del Nord Europa per facilitare ilmutuo riconoscimento degli schemi di cer-tificazione forestale nazionali. A fine 2005risultano certificati secondo il sistemaPEFC oltre 122 milioni di ettari di foreste.In Italia sono 350.000 ettari in Veneto, Friu-li, in provincia di Bolzano e in Toscana (sulmonte Amiata).Legname sul letto di caduta a seguito di una utilizzazione boschiva

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A partire dal 2003 varie realtà forestali italiane han-no ottenuto la certificazione di gestione forestalesostenibile. Nel Veneto un gruppo di proprietariforestali, perlopiù Regole e proprietà collettive, sisono riunite in gruppo e hanno verificato se il pro-prio modo di curare e di gestire le proprietà foresta-li fosse conforme alle indicazioni di buona gestio-ne che assicurano la certificazione PEFC. Al Gruppo PEFC Veneto hanno aderito nume-rose proprietà forestali pubbliche(Comuni) e private di tipo regoliero,tutte soggette a piano di riassetto fore-stale. Il Gruppo “PEFC – Veneto” hal’obiettivo di diffondere a livelloregionale la cultura della gestioneforestale sostenibile, attraverso l’appli-cazione e la promozione del sistema diGestione Forestale Sostenibile indicatodal PEFC. Nel 2005 i proprietari di forestecertificate ammontano a 27 con una superficieforestale certificata pari a 35.149,58 ettari.

La certificazione PEFC e il logo

Esistono due tipi di certificazionericonosciute dal PEFC: uno per i

proprietari e gestori del bosco(che si applica ai boschi), l’altraper chi acquista e trasforma illegno (che si applica sul legnoe sui suoi derivati, come la car-

ta). La certificazione di gestioneforestale riguarda il fatto che una

proprietà forestale venga gestitasecondo criteri di sostenibilità e di correttezza tecni-ca e ambientale. Il legname proveniente da forestecertificate per la corretta gestione forestale, poi,deve poter rimanere rintracciabile nelle varie fasi

delle successive lavo-razioni, sino al pro-dotto finito. Questosecondo tipo di certi-ficazione viene deno-minato “di rintrac-ciabilità” (chain ofcustody), per per-mettere al consuma-tore finale di ricono-scere la provenienzada boschi certificatiattraverso il logo PEFC.

Ci sono boschi certificati in Veneto?

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Molte Regole del Venetosi sono certificate PEFC (AB)

PEFC/18-22-01

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Prova a rispondere

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1 Qual’è la differenza tra un albero e un arbusto?

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Quanti boschi ci sono in Veneto?

Quanto legno producono i boschi del Veneto?

Quali alberi posso trovare in un bosco del Veneto?

Cos’è un bosco ceduo?

Cos’è una fustaia?

Che cos’è un pollone?

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Se hai letto attentamente il libro, saprai rispondere a quasi tutte queste domande:

Dopo aver provato da solo vai a pagina 34 per verificare se le tue risposte sono corrette.

8 Tutti gli alberi possono emettere polloni?

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Informazioni generali sul Servizio Foreste

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Quanto spiegato nel libro è quotidianamente vissuto dalla Direzione Foreste e dai Servizi ForestaliRegionali. Scopri dove trovarlo sul territorio...

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Page 34: La gestione forestale sostenibile nella Regione Veneto

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Si possono chiamare alberi solo le piante legnoseperenni caratterizzate da un fusto principale detto“tronco” e da rami che si originano a qualche metrodal suolo. Quindi il nocciolo non è un albero, ma unarbusto ovvero una pianta perenne legnosa confusto ramificato fin dalla base, di bassa statura (da 1a 5 m) nella quale, in generale, non è possibile indi-viduare chiaramente un fusto principale.

Mettendo su una superficie piana tutti i boschidel Veneto (4.200 Km2) andrebbero ad occuparequasi il 23% dell’intera superficie regionale(18.379 Km2): considerando che 1 Km2

equivale a 100 ettari ed un campoda calcio è grande poco più di etta-ro allora i boschi del Veneto, copri-rebbero una superficie equivalentea circa 42 mila campi da calciomessi l’uno accanto all’altro!!!

I boschi del Veneto produconoogni anno 1,4 milioni di m3 dilegno. Solo una piccola parte diquesto legname viene tagliata rego-larmente per produrre case, mobili,o legna da ardere. Il restante 80%dell’incremento legnoso contribui-sce quindi all’accrescimento deiboschi.

I boschi del Veneto possono essere composti dalatifoglie ovvero piante le cui foglie ampie hanno illembo allargato come l’acero, la quercia, l’ontano, ilfaggio o il tiglio, oppure da aghifoglie (conifere) cioèquelle piante le cui foglie hanno la caratteristica

forma di un ago (ad esempio il pino o l’abete).Molto spesso però i boschi veneti sono misti.

Un bosco ceduo è un bosco in cui la rinnovazio-ne avviene attraverso i polloni che nascono alla basedel tronco quando gli alberi vengono tagliati (iboschi del Veneto sono rappresentati per il 57% daboschi cedui).

Le fustaie sono boschi in cui la rinnovazioneavviene grazie ai semi provenienti dalle

piante mature (nel veneto il 43% deiboschi è costituito da fustaie).

Il pollone è il ramo origina-to dalla base del tronco o dalleradici di un albero; crescendo ipolloni possono dare vita averi e propri alberi che riesco-no a raggiungere l’età di alcu-ne decine di anni. Questo siverifica perchè esistono dellegemme chiamate dormientiche possono restare inattiveper anni, fino a quando inter-viene un evento, come iltaglio, che mette sotto stressciò che rimane della pianta,

spingendola a reagire con l’emissione di nuovigetti.

No, solo quando una latifoglia viene tagliata dallabase del fusto rinascono tanti piccoli alberelli, dettipolloni. La stessa cosa non avviene per le conifere.

Ecco le soluzioni

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Approfondimenti bibliografici

AA.VV (Monografia per il Veneto a cura di Carraro G., Munari G., Savio D.,Attraverso le regioni forestali d’italia (Millenario di S. G. Gualberto), FondazioneS. Giovanni Gualberto, Edizioni Vallombrosa, 2000.

Bernetti G., Atlante di selvicoltura, dizionario illustrato di alberi e foreste Edagricole,Bologna, 2005.

Carraro G., Minuzzo M., Savio D. - Montagna e gestione forestale nel Veneto,Direzione Regionale per le Foreste e l’Economia Montana, Mestre (VE), 2001.

Del Favero R., Abramo E., Andrich O., Cassol M., Corona P., Lasen C.,Marchetti M., Carraro G., Dissegna M., Giaggio C., Savio D., Zen S., Biodiversità eIndicatori nei tipi forestali del Veneto, Direzione Regionale per le Foreste el’Economia Montana, Mestre (VE), 1999.

Del Favero R., Abramo E., Andrich O., Cassol M., Corona P., Lasen C., MarchettiM., Carraro G., Dissegna M., Giaggio C., Savio D., Zen S., Sintesi del SistemaInformativo Forestale del Veneto, Direzione Regionale per le Foreste e l’EconomiaMontana, Mestre (VE), 2001.

De Nale M., Cansiglio «terra cimbria», Associazione culturale Cimbri delCansiglio, Belluno, 2002.

Savio D., L’attività tecnico-amministrativa della Regione del Veneto nel settoreforestale, Regione del Veneto, Direzione Foreste ed Economia Montana,Mestre (VE), 1999.

Se vuoi approfondire gli argomenti trattati nel libro...

Page 36: La gestione forestale sostenibile nella Regione Veneto

La Regione del Veneto con questo libro vuole mettere in evidenza il lavoro svoltodagli attori che quotidianamente operano sul territorio impegnandosi per attuareuna gestione forestale sostenibile. Infatti nel Veneto, prima che in altre regioni si ècapita la necessità di creare un equilibrio tra le esigenze ambientali, sociali ed econo-miche attraverso criteri di gestione fondati su basi scientifiche e razionali. Criteri che hanno permesso alla Direzione Foreste e ai Servizi Forestali Regionali diricevere la certificazione ISO 14001 per la gestione ambientale e a molti dei boschiveneti di ottenere per la prima volta in Italia la certificazione di gruppo di buonagestione forestale PEFC.