La gestione delle aree protette in riferimento ai ... · • il turismo e la ricreazione •...

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22 Settembre 2008 Residenza Domus La Quercia, Viterbo nell’ambito del SEMINARIO RESIDENZIALE “ Analisi e risoluzione dei conflitti ambientali in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e impianti per la produzione di energia: aspetti tecnici, normativi, sociali e sanitari” La gestione delle aree protette in riferimento ai conflitti socio – economici Dr. Luca Belelli Marchesini – DISAFRI ,Università della Tuscia

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22 Settembre 2008Residenza Domus La Quercia, Viterbo

nell’ambito del SEMINARIO RESIDENZIALE“ Analisi e risoluzione dei conflitti ambientali in materia di gestione

del ciclo dei rifiuti e impianti per la produzione di energia:aspetti tecnici, normativi, sociali e sanitari”

La gestione delle aree protette in riferimento ai conflitti socio – economici

Dr. Luca Belelli Marchesini – DISAFRI ,Università della Tuscia

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Argomenti trattati:

•Inquadramento delle Aree Protette italiane

•Normativa di riferimento e strumenti di gestione delle Aree Protette

•Principali cause di conflitti socio economici nei territori delle AAPP (rassegna stampa)

•Tecniche di supporto decisionale nella gestione ambientale: Analisi Multi-Criteriale (AMC) e Partecipatory Rural Appraisal (PRA)

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Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareProtezione della Naturahttp://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=955&sid=8972d394c60593ee8e9b9191c7155191European Commission – Environment (Nature and Biodiversity)http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htmIUCN – Unione Mondiale per la Conservazione della Naturahttp://www.iucn.it/CBD – Convention on Biological Diversityhttp://www.cbd.int/default.shtmlPortale dei Parchi Italianihttp://ww.parks.itLegislazione- Aree Protette – Parchi e Riserve - Vincoli Paesaggisticihttp://www.ambientediritto.it/legislazione/aree%20protette/Parchie%20Riserve.htmAssociazione Italiana Guardie dei Parchi e Aree Protettehttp://www.aigap.it/Piano del Parco (Parco Foreste Casentinesi)http://www.parks.it/parco.nazionale.for.casentinesi/piano/index.html

Analisi Multi Criteriale nella painificazione territorialehttp://www.deart.unifi.it/bernettiG. Quattrone (2003) La gestione partecipata delle Aree Protette- Franco Angeli Editore, Milano.

Risorse Internet e bibliografiche di riferimento:

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•Cos’è un’area protetta?

La definizione ufficiale di un’area protetta adottata dall’IUCN è la seguente:

“Un’area terrestre o marina dedicata specialmente alla protezione e al mantenimento della biodiversità, delle risorse naturali e di quelle culturali associate, e gestita attraverso strumenti legali o altri mezzi riconosciuti”.

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Nonostante tutte le AAPP si riconoscono in alcuni obiettivi generali comuni, nella pratica ci possono essere gestioni molto diverse.

I principali scopi di gestione sono comunque:

• la ricerca scientifica

• la protezione della wilderness

• il mantenimento dei servizi ambientali

• la protezione di elementi naturali

• il turismo e la ricreazione

• l’uso sostenibile delle risorse

• il mantenimento dei valori culturali e tradizionali

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la legislazione nazionale sulle aree protette:

Legge 6 dicembre 1991, n. 394 - Legge quadro sulle aree protette

Legge 8 ottobre 1997, n. 344 – “Disposizioni per lo sviluppo e la qualificazione degli interventi e dell'occupazione in campo ambientale"

Legge 9 dicembre 1998, n. 426 – “Nuovi interventi in campo ambientale”

Decreto Min.Amb. 120 - 3 aprile 2000 - Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE

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Classificazione delle aree naturali protette

La legge 394/91 definisce la classificazione delle aree naturali protette e istituisce l'Elenco ufficiale delle aree protette, nel quale vengono iscritte tutte le aree che rispondono ai criteri stabiliti, a suo tempo, dal Comitato nazionale per le aree protette.

I Parchi nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.

Parchi Nazionali

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Parchi naturali regionali e interregionali

I Parchi naturali regionali e interregionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.

Riserve naturali

Le Riserve naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati.

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Zone umide di interesse internazionale

Le Zone umide di interesse internazionale sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar.

Altre aree naturali protette

Le Altre aree naturali protette sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvediementi formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.

Aree di reperimento terrestri e marine

Le Aree di reperimento terrestri e marine indicate dalle leggi 394/91 e 979/82, che costituiscono aree la cui conservazione attraverso l'istituzione di aree protette è considerata prioritaria.

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Secondo i dati aggiornati a maggio 2006 (Ministero dell’Ambiente) in Italia sono presenti:Parchi nazionali: 23 Superficie protetta: circa 1.400.000 ettari a terra e 71.812 a mare Aree marine Protette: 21, circa 188.000 ettari Riserve naturali dello Stato: 146.122.753 ettari Altre Aree naturali protette nazionali: 3, superficie 2.557.477 (comprende Santuario dei Cetacei). Parchi naturali regionali: 117, circa 1.200.000 ettari Riserve naturali regionali: 343, circa 250.000 ettari

Aggiungendo all'elenco altre aree protette regionali e non, si arriva ad un totale di 827 Aree Protette presenti in Italia, per una superficie di circa 3.094.859,48 ettari a terra e di 2.818.646 ettari a mare.

Consistenza AAPP in Italia

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La maggior parte delle AAPP è caratterizzata da una limitata superficie, dal punto di vista biologico-ecologico:il 70 per cento delle aree ha una estensione inferiore ai 1.000 ettari, il 60 inferiore ai 500 ha e il 33 inferiore ai 100 ettari.

In Italia l'istituzione di Aree Protette, oltre che alla legge quadro del 1991 e delle leggi regionali, è regolata da diverse norme:

La convenzione di Ramsar (aree umide), •l'Unesco (Man and Biosphere), •La Convenzione di Berna (specie e habitat),•La Direttiva UE "Uccelli", •La Convenzione di Barcellona,• La direttiva Habitat che istituisce i Siti di Importanza Comunitaria,• Le leggi sulla pesca (zone di tutela biologica) e sulla caccia (oasi di protezione).

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Parchi nazionali in Italia

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Denominazione Regione Tipologia A.P.

Organismo di Gestione Provvedimento Istitutivo

Superficie (ha)

a Terra

1 Parco nazionale della Maiella ABRUZZO Parco Nazionale Ente parco L. 394, 06.12.91 - DD.MM. 04.12.92 /

04.11.93 /22.11.94 - D.P.R. 05.06.95 62.838,00

2 Parco nazionale dell'Abruzzo, Lazio e Molise

ABRUZZO, LAZIO, MOLISE

Parco Nazionale Ente parco R.D.L. 257, 11.01.23 - D.P.R. 10.01.90 -

D.P.C.M. 26.11.93 - D.P.R. 24.01.2000 49.680,00

3 Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

ABRUZZO, MARCHE, LAZIO

Parco Nazionale Ente parco L. 394, 06.12.91 - DD.MM. 04.12.92 /

04.11.93 / 22.11.94 - D.P.R. 05.06.95 141.341,00

4 Parco nazionale del Pollino BASILICATA, CALABRIA

Parco Nazionale Ente parco L. 67, 11.03.88 - L. 305, 28.08.89 - D.M.

31.12.90 - D.P.R. 15.11.93 - D.P.R. 02.12.97 171.132,00

5 Parco nazionale dell'Aspromonte CALABRIA Parco Nazionale Ente parco L. 305, 28.08.89 - D.P.R. 14.01.1994 76.053,00

6 Parco nazionale della Calabria CALABRIA Parco Nazionale ex A.S.F.D. L. 503, 02.04.68 - DD.MM. 20.06.82 /

08.08.85 - L. 394, 06.12.91 11.803,00

7 Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano CAMPANIA Parco

Nazionale Ente parco L. 394, 06.12.91 - D.M. 04.12.92 - D.M. 05.08.93 - D.P.R. 05.06.95 178.172,00

8 Parco nazionale del Vesuvio CAMPANIA Parco Nazionale Ente parco L. 394, 06.12.91 - DD.MM. 04.12.92 /

04.11.93 / 22.11.94 - D.P.R. 05.06.95 7.259,00

9Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

EMILIA ROMAGNA, TOSCANA

Parco Nazionale Ente parco L. 305, 28.08.89 - D.M. 14.12.90 - D.P.R.

12.07.93 31.038,00

10 Parco nazionale dell'Appennino Tosco- Emiliano

EMILIA ROMAGNA, TOSCANA

Parco Nazionale Ente parco D. P. R. 21.05.2001 22.792,00

11 Parco nazionale del Circeo LAZIO Parco Nazionale

Comitato di gestione provvisoria

R.D.L. 285, 25.01.34 - L. 394, 06.12.91 5.616,00

Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette4° Aggiornamento (Delibera della Conferenza Stato Regioni n. 1500 del 25.7.2002)

pubblicato nel Supplemento ordinario n. 183 alla Gazzetta Ufficiale n. 214 del 12.9.2002

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12 Parco nazionale delle Cinque Terre LIGURIA Parco Nazionale Ente parco D.P.R. 6.10.99 3.860,00

13 Parco nazionale dei Monti Sibillini MARCHE, UMBRIA

Parco Nazionale Ente Parco

L. 67, 11.03.88 - L. 305, 28.08.89 - DD.MM. 13.07.89 / 03.02.90 - D.P.R. 06.08.93

69.722,00

14 Parco nazionale della Val Grande PIEMONTE Parco Nazionale Ente parco

L. 394, 06.12.91 - D.M. 02.03.92 - D.P.R. 23.11.93 - D.P.R. 24.06.98 - D. P. R. 18.05.01

11.340,00

15 Parco nazionale del Gran Paradiso PIEMONTE, VALLE D'AOSTA

Parco Nazionale Ente parco R.D.L. 1584, 03.12.22 - D.P.R. 03.10.79 70.318,00

16 Parco nazionale del Gargano PUGLIA Parco Nazionale Ente parco

L. 394, 06.12.91 - DD.MM. 04.12.92 / 04.11.93 / 17.11.94 - D.P.R. 05.06.95 - D.P.R. 18. 05. 01

118.144,0 0

17 Parco nazionale dell' Arcipelago di La Maddalena SARDEGNA Parco

Nazionale Ente parco L. 10, 04.01.94 5.100,00

18 Parco nazionale dell' Asinara SARDEGNA Parco Nazionale

Comitato di gestione provvisoria

D.M. 28.11.97 5.170,00

19 Parco nazionale dell' Arcipelago Toscano TOSCANA Parco

Nazionale Ente parco L. 305, 28.08.89 - DD.MM. 21.07.89 / 29.08.90 16.996,00

20 Parco nazionale dello StelvioTRENTINO ALTO ADIGE, LOMBARDIA

Parco Nazionale

Consorzio parco

L. 740, 24.04.35 - D.P.R. 26.09.78 - D.P.C.M. 26.11.93

133.325,0 0

21 Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi VENETO Parco

Nazionale Ente parco L. 67, 11.03.88 - L. 305, 28.08.89 - D.M. 20.04.90 - D.P.R. 12.07.93 15.132,00

22 Parco nazionale dell’Alta Murgia PUGLIA Parco Nazionale Ente Parco DPR 5/03/2004

23 Parco nazionale del Gennargentu SARDEGNA Parco Nazionale Da designare DPR 30 marzo 1998

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Classificazione

I parchi nazionali possono essere distinti in:

Parchi storici•Parco Nazionale del Gran Paradiso•Parco Nazionale d'Abruzzo•Parco Nazionale del Circeo•Parco Nazionale dello Stelvio•Parco Nazionale della Calabria

Parchi precedenti alla Legge quadro sulle aree protette del 6 dicembre 1991, n. 394 istituiti nell'ambito della legge 11 marzo 1988, n. 67 ('Finanziaria') e legge 29 agosto 1989, n. 305 ('Programmazione triennale per la tutela dell'ambiente').•Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi•Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e Campigna•Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano•Parco Nazionale dei Monti Sibillini•Parco Nazionale del Pollino•Parco nazionale dell'Aspromonte

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Parchi istituiti con la Legge quadro

•Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano•Parco Nazionale del Gargano•Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga•Parco Nazionale della Maiella•Parco Nazionale della Val Grande•Parco Nazionale del Vesuvio

Parchi istituiti con leggi successive alla Legge quadro

•Legge 4 gennaio 1994 n. 10. Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena•Legge 8 ottobre 1997 n. 344. Parco Nazionale dell'Asinara e Parco delle Cinque Terre•D.P.R. del 30 marzo 1998. Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei•DPR 5/03/2004 Parco Nazionale dell'Alta Murgia•DPR 21/5/2001 Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano

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Strumenti di gestioneUna concreta e razionale gestione del patrimonio naturale, culturale ed economico compreso nel sistema delle aree protette, può essere realizzata adottando gli organi e gli strumenti di gestione introdotti dalla Legge Quadro n.394 del 6 dicembre 1991.In particolare, per l'elaborazione di specifiche politiche di sviluppo delle aree parco che, attraverso il coinvolgimento delle popolazioni interessate, possano conciliare gli obiettivi di conservazione della natura con quelli di sviluppo socio-economico, la legge quadro introduce negli art. 11, 12 e 14 (Regolamento del Parco - Piano per il parco - Iniziative per la promozione economica e sociale) gli strumenti di gestione adottati dall'Ente parco e dalla Comunità del parco.

Organismi di gestioneLa legge quadro sulle aree protette agli art. 9, 10,11, 12 e 14 individua gli organi e gli strumenti di gestione per perseguire le finalità istitutive del Parco e i più generali obiettivi di conservazione e sviluppo sostenibile.Gli organi di gestione che compongono l'Ente Parco, che ha personalità di diritto pubblico, sede legale e amministrativa nel territorio del parco ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'ambiente, sono:il Presidenteil Consiglio Direttivola Giunta Esecutiva il Collegio dei Revisori dei Conti la Comunità del Parco

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PresidenteIl Presidente è nominato con decreto del Ministro dell‘Ambiente, d'intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale. Il Presidente ha la legale rappresentanza dell'Ente parco, ne coordina l'attività, esplica le funzioni che gli sono delegate dal Consiglio direttivo, adotta i provvedimenti urgenti che sottopone alla ratifica del Consiglio Direttivo nella seduta successiva.

Consiglio direttivo Il Consiglio direttivo è formato dal Presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro dell‘Ambiente, scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura o tra i rappresentanti della Comunità del parco.

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Comunità del ParcoLa comunità del parco è costituita dai presidenti delle Regioni e delle Province, dai sindaci dei Comuni e dai presidenti delle Comunità Montane nei cui territori sono comprese le aree del parco. La comunità del parco è organo consultivo e propositivo dell'Ente parco, il suo parere è obbligatorio:sul regolamento del parco; sul piano per il parco; sul bilancio e sul conto; delibera, previo parere vincolante del Consiglio direttivo, il piano pluriennale economico e sociale e vigilia sulla sua attuazione.Inoltre la Comunità del parco elegge al suo interno un Presidente e un Vice Presidente.Gli organi dell'Ente parco durano in carica cinque anni ed i membri possono essere confermati una sola volta.

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Regolamento del parcoDisciplina l'esercizio delle attività consentite entro il territorio del parco rispettando le caratteristiche proprie del parco stesso, disciplina in particolare:

•la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti; •lo svolgimento e la circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto; •lo svolgimento delle attività di ricerca scientifica e biosanitaria; •i limiti alle emissioni sonore, luminose; •lo svolgimento delle attività da affidare a interventi di occupazione giovanile, di volontariato, con particolare riferimento alle comunità terapeutiche, e al servizio civile alternativo; •l'accessibilità nel territorio del parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di handicap e anziani.

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Iniziative per la promozione economica e socialeLa Comunità del parco per promuovere le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle collettività residenti all'interno del parco, elabora, entro un anno dalla sua costituzione, un piano pluriennale economico e sociale. Il piano prevede:a. la concessione di sovvenzioni; b. la predisposizione di attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico, servizi ed impianti di carattere turistico-naturalistico; c. l'agevolazione o la promozione, anche in forma cooperativa, di attività tradizionali artigianali, agro-silvo-pastorali, culturali, servizi sociali e biblioteche, restauro; d. iniziative volte a favorire lo sviluppo del turismo e delle attività locali, nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco; f. attività ed interventi diretti a favorire l'occupazione giovanile ed il volontariato, nonchè l'accessibilità e la fruizione, in paritcolare per i portatori di handicap; g. l'organizzazione, d'intesa con la regione o le regioni interessate, di speciali corsi di formazione al termine dei quali viene rilasciato il titolo ufficiale ed esclusivo di guida del parco.Il piano ha durata quadriennale..

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Piano per il parco.L'Ente parco persegue la tutela dei valori naturali ed ambientali attraverso il piano per il parco che disciplina quanto segue:•l'organizzazione generale del territorio; •vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree o parti del piano; •sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani; •sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agroturistiche; •indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere.Il piano è predisposto dall'Ente parco entro sei mesi dalla sua istituzione ed è adottato dalla Regione entro i successivi quattro mesi, sentiti gli Enti locali

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Obiettivi generali del Piano sono:

•Conservare e migliorare le condizioni dei sistemi naturali •Regolare la pressione antropica nelle aree più sensibili del Parco attraverso una migliore organizzazione della fruizione; •Mantenere e migliorare le condizioni che garantiscano la diversità biologica; •Riqualificare e restaurare le situazioni di degrado; •Definire i modelli di intervento e di utilizzo dei boschi capaci di conservare e promuovere un loro uso sostenibile; •Tendere a creare condizioni di equilibrio tra le specie faunistiche presenti e tra queste ed i sistemi vegetazionali del Parco.

•Garantire la continuità tra i sistemi naturali interni ed esterni al Parco:•Favorire tutti gli interventi capaci di permettere le interrelazioni funzionali tra i sistemi naturali (animali e vegetali) presenti; •Promuovere iniziative in grado di realizzare i corridoi ecologici all’interno e all’esterno del Parco per espandere l’efficienza delle specie naturali;

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•Individuare e poi creare le condizioni per eliminare i fattori di alterazione ambientale o di rischio posti al di fuori dei confini del Parco;•Estendere i confini del Parco per comprendervi le aree di alta valenza naturalistica classificata a SIC e ZPS e per favorire l’irradiazione delle specie presenti.

•Mantenere e rivitalizzare gli insediamenti umani e produttivi presenti nell’area del Parco, ed in quelle immediatamente limitrofe, favorendo l’autosviluppo ecosostenibile del territorio e dei sistemi sociali funzionanti:

•Promuovere le attività produttive tradizionali presenti per favorire la loro qualificazione in funzione del miglioramento delle condizioni di vita delle comunità insediate; •Incentivare le azioni antropiche che possano essere fattore di mantenimento e di potenziamento della biodiversità; •Favorire il mantenimento, la riscoperta e la valorizzazione delle culture, delle tradizioni e delle forme di civiltà consolidatesi nel tempo nell’area del Parco; •Sostenere in particolare le iniziative produttive ecocompatibili promosse da forze imprenditoriali giovanili.

•Promuovere le iniziative di divulgazione naturalistica, di educazione ambientale e di conoscenza del territorio nei suoi aspetti ambientali e storico-culturali:

•Divulgare la conoscenza ambientale e l’uso sostenibile delle risorse naturali tra le popolazioni locali; •Realizzare strutture ed iniziative capaci di favorire la fruizione turistico-ambientale del Parco a tutte le fasce sociali della popolazione ed in particolare nelle categorie meno abili fisicamente; •Sostenere le forme collettive di visita e di fruizione del Parco che utilizzino mezzi veicolari poco inquinanti e tali da arrecare poco disturbo alle specie naturali

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•Mantenere e promuovere i valori e gli elementi culturali, storici ed artisti, etnografici e sociali tipici dell’area del Parco

•tutelare il paesaggio, nonché il patrimonio storico-architettonico e di cultura materiale; •tutelare e valorizzare il patrimonio di beni mobili che abbiano un valore storico, culturale e testimoniale.

•Favorire una fruizione appropriata del Parco:•riqualificare e razionalizzare le infrastrutture viarie che migliorino l'accessibilità delle persone e delle merci da e verso le aree più dense di servizi e caratterizzate da più forti relazioni e più intensi spostamenti; •privilegiare e sviluppare il sistema di trasporto collettivo, con particolare attenzione alle reti a basso impatto sul territorio; •ripristinare e riqualificare gli itinerari storici, quale struttura essenziale e peculiare del territorio, riconoscendo e valorizzando il ruolo documentario da essi svolto al fine di ricostruire, conoscere e comprendere la storia locale; •rafforzare il ruolo centrale degli spazi e delle attrezzature pubbliche attraverso interventi di riqualificazione e potenziamento dei servizi, delle attrezzature e dell'arredo verde; •valutare l'intero sistema stradale alla luce delle finalità ed in coerenza con la nuova zonizzazione del Parco

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Zone di protezione

La legge quadro pone l'obiettivo di coniugare le esigenze di conservazione e salvaguardia del patrimonio naturale con gli interessi delle popolazioni locali attraverso l'avvio di forme di sviluppo sostenibile all'interno dell'area protetta.La tutela dei valori naturali e ambientali, che la Legge affida all'Ente Parco, è perseguita attraverso lo strumento del Piano per il parco, che suddivide il territorio in funzione del diverso grado di protezione. Il territorio del Parco è dunque articolato 'in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela'.

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La zonizzazione del parco prevede quindi:

riserve integrali nelle quali l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità.

riserve generali orientate nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonchè interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell'Ente Parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione alle opere esistenti.

aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalità istitutive e in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente Parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta dei prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità.

aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del Parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori.

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Zonizzazione del Parco d’Abruzzo

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Zonizzazione Parco delle Foreste Casentinesi elaborata con GIS

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Rapporti tra il piano per il parco ed il territorio 'oltre il parco'Come già sottolineato il piano per il parco stabilisce una stretta relazione con le aree immediatamente limitrofe e più in generale con il grande sistema delle bioconnessioni.La Legge Quadro prevede alcuni strumenti ed iniziative in grado di orientare, e talora regolamentare, i suddetti rapporti (zone contigue, Carta della natura, Programma triennale per le aree naturali protette).

Zone contigue (L.394/91, art. 32)La legge Quadro prevede che le regioni, d'intesa con gli organismi di gestione delle aree naturali protette e con gli enti locali interessati, stabiliscano "piani e programmi e le eventuali misure di disciplina della caccia, della pesca, delle attività estrattive e per la tutela dell'ambiente, relativi alle aree contigue alle aree protette, ove occorra intervenire per assicurare la conservazione dei valori e delle aree protette stesse ...".

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Piano del Parco delle Foreste Casentinesi – Relazione Generale

Premessa Il Processo di Piano I caratteri del Piano Le relazioni con il Piano socio-economico L’organizzazione delle attività di pianificazione

1 Obiettivi del Piano Obiettivi del Piano

2 Elaborati di Piano Elaborati di Piano

3 L’ambiente ed il territorio 3.1 Il territorio 3.2 Geologia, pedologia, idrogeologia, clima 3.3 Flora e vegetazione

3.3.1 La vegetazione della fascia montana 3.3.2 La vegetazione della fascia submontana-collinare 3.3.3 Le principali emergenze floristiche

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3.4 Fauna 3.4.1 Gli anfibi 3.4.2 Chirotteri, micromammiferi, mesomammiferi, pesci 3.4.3 Gli uccelli 3.4.4 Ungulati e lupo

3.5 Generalità sugli aspetti forestali 3.6 Quadro degli strumenti di pianificazione vigenti

3.6.1 La pianificazione territoriale 3.6.2 La Pianificazione Comunale

3.7 Il sistema insediativo 3.7.1 Il patrimonio edilizio 3.7.2 Quadro economico e sociale

3.8 Servizi ed infrastrutture 3.8.1 Infrastrutture dell’accessibilità territoriale 3.8.2 La mobilità interna al parco 3.8.3 La sentieristica

3.9 Le acque 3.10 La pressione derivante dalle attività antropiche

3.10.1 Areali di maggiore fruizione 3.10.2 Il livello di potenziale interferenza paesaggistica

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4 I metodi di analisi del territorio e di proposizione 4.1 La metodologia di lavoro

4.1.1 Analisi delle aree elementari presenti nel territorio 4.1.2 Riaggregazione delle aree di vegetazione elementari ed

individuazione di gruppi con caratteristiche simili

5 Perimetrazione, Zonizzazione, Aree di Valorizzazione rurale 5.1 Perimetrazione 5.2 Zonizzazione

5.2.1 Zona A: “Riserva integrale” 5.2.2 Zona B: “Riserva Generale Orientata” 5.2.3 Zona C: “Area di Protezione” 5.2.4 Zona D: “Area di Promozione Economica e Sociale”

5.3 Area di valorizzazione rurale

6 Criteri di gestione 6.1 Gestione delle attività forestali

6.1.1 Boschi della zona B 6.1.2 Boschi della Zona C

6.2 Elementi connessi alla gestione forestale

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6.3 Pianificazione forestale (strumenti di pianificazione e gestione dei boschi e delle produzioni forestali)

6.4 Viabilità forestale 6.5 Attività agricole 6.6 Attività di ricerca scientifica, studio e monitoraggio 6.7 Rapporti fra attività agro-silvo-pastorali e fauna selvatica 6.8 Servizi del parco 6.9 Cartellonistica 6.10 Mobilità interna al parco 6.11 Rifiuti 6.12 Acque 6.13 Insediamenti 6.14 Funghi 6.15 Agriturismo 6.16 Turismo 6.17 Promozione delle nuove attività e valorizzazione di quelle esistenti 6.18 La continuità ecologica e sociale e l’area a valorizzazione rurale 6.19 Specifiche tecniche

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Cronaca dai territori delle Aree Protette: conflitti socio-economici (…..ma non solo)

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Progetto per energia pulita nel Parco Nazionale delle Cinque Terre

Energia alternativa: patto tra Enea e Regione Liguria per promuovere l'impiego di energie rinnovabili alle Cinque Terre.Ridurre i consumi investendo nelle energie alternative è una priorità assoluta per poter consegnare alle generazioni future un pianeta vivibile. Il Parco Nazionale Cinque Terre sposa l'energia pulita, grazie ad un progetto promosso da Enea e Regione Liguria che in questi giorni hanno stabilito un patto per studiare insieme un sistema di energia alternativa che punti sopratutto all'impiego del minieolico e dell'energia solare.

Energie rinnovabili

21 Luglio 2008

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Bando del Ministero dell'Ambiente per le energie rinnovabili e la mobilità sostenibile nelle aree protette

Bando del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare "Fonti rinnovabili, risparmio energetico e Mobilità sostenibile nelle Aree naturali protette" per il quale sono stati stanziati circa 1,9 milioni di euro.

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica possono essere ammessi al contributo impianti fotovoltaici, impianti solari termici, impianti eolici (fino ai 20 KWp), impianti a biomasse per usi termici, interventi di bioedilizia per il risparmio energetico negli edifici in dotazione all’Ente Gestore. Per la mobilità sostenibile, invece, sono ammissibili progetti per l’introduzione di veicoli a minimo impatto ambientale, di colonnine per la ricarica di mezzi elettrici, di servizi flessibili di trasporto collettivo e servizi di noleggio bici.

31/03/2008

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16 Settembre 08

Colpo al bracconaggio nel Parco dei Monti Simbruini

A seguito di attività di indagine sul bracconaggio avviate all'interno dell'area protetta i guardiaparco hanno effettuato una ispezione all'interno di una proprietà privata nel comune di Camerata Nuova in provincia di Roma, che ha portato al rinvenimento di due trappole a scatto costituite da gabbia metallica e porta a ghigliottina, innescate con esca alimentare e pronte all'uso. Le trappole, idonee alla cattura di frodo di cinghiali e di specie protette quali tasso ed istrice, sono state sequestrate insieme ad altre trappole a laccio rinvenute all'interno della stessa proprietà.

Agricoltura, caccia

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12 Agosto 2008 – P.N ALM

Resti di un Orso marsicano sul Monte Cavallo

I resti dell’orso marsicano rinvenuti sul Monte Cavallo, in comune di San Biagio Saracinisco in provincia di Frosinone, sono custoditi presso il Servizio Scientifico dell’Ente Parco a Pescasseroli. Si tratta di resti (ossa e peli) recuperati dal personale veterinario, scientifico e di sorveglianza del Parco, su segnalazione di alcuni escursionisti. I resti sono stati trovati in una caratteristica zona di svernamento. Si tratta di un orso maschio, dell’età di 12-15 anni, munito di auricolare a cui era stato applicato nel 2005 il radiocollare satellitare, che successivamente il plantigrado aveva perso, come avviene di norma dopo un certo periodo di tempo. Dai resti rinvenuti non è possibile stabilire le cause della morte, e quindi nulla si può escludere, ma, stando alle valutazioni degli esperti e dei ricercatori, "è molto probabile se non certo che si tratta di una morte naturale, stando alle caratteristiche della zona in cui è stato trovato, nei pressi di un anfratto grotta tipico luogo in cui questi animali si rifugiano per morire".

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21 Aprile 2008 PR Po TorineseSpento un incendio doloso sulle sponde del Meletta

CARMAGNOLA. Il 7 aprile, in una giornata di fortissimo vento, i guardiaparco del Parco del Po Torinese sono intervenuti per spegnere un principio di incendio di origine dolosa, appiccato lungo le sponde del torrente Meletta, nei pressi della Riserva Naturale Speciale della Lanca di San Michele. Sono in corso le indagini per individuare i responsabili, che molto probabilmente sono agricoltori locali. Se l’incendio non fosse stato prontamente spento dai guardiaparco, si sarebbe propagato alle vicine aree boscate della riserva.

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12 Marzo 2008Controllo Cinghiali nel Parco Sirente Velino

Il Parco Regionale Sirente Velino è pronto a far entrare in azione i selecontrollori per l’abbattimento dei cinghiali sotto il controllo della Polizia provinciale. Il consiglio di amministrazione dell’area protetta ha approvato il piano di interventi elaborato dall’Ente Parco. “Il piano di abbattimenti selettivi”, afferma il presidente del Sirente Velino, Nazzareno Fidanza, “punta a ridurre il numero dei cinghiali per diminuire i danni ai contadini e tamponare le emergenze. L’obiettivo principale per limitare i danni, però, è quello di utilizzare i recinti elettrificati e i campi di colture a “perdere” (grano e mais) impiantate vicino alle aree boschive”.

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31 Ottobre 2007

Accordo tra Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e Coldiretti per il progetto Chilometri Zero

Privilegiare i prodotti agricoli locali per sostenere gli agricoltori e tutelare l’ambiente montanoE’ stato presentato oggi, 31 ottobre, a Belluno, il progetto Coldiretti “Chilometri zero”, nato per sostenere il consumo di prodotti agricoli di origine regionale, riducendo così l’inquinamento legato ai trasporti e valorizzando le attività agricole locali. Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ha subito sposato la filosofia del progetto, che va nella stessa direzione di quella già avviata, nel 1999, con il progetto “Carta Qualità”.“Carta Qualità” è un circuito promozionale, che oggi riunisce quasi 200 aziende, al quale aderiscono produttori agricoli, artigiani, strutture turistiche che operano nei 15 Comuni del Parco e si impegnano a rispettare precisi standard di qualità e di tutela dell’ambiente redatti dall’Ente Parco.

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25 Maggio 2008 – P.N Dolomiti BellunesiE' nata la Birra Dolomiti

Presentata oggi, nella storica birreria di Pedavena, è prodotta con orzo coltivato nei Comuni del Parco Nazionale Dolomiti BellunesiE' nata la “Birra Dolomiti”. Prodotta dalla storica birreria di Pedavena, in provincia di Belluno, ha la particolarità di essere ottenuta con orzo coltivato nei Comuni del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Il progetto è nato per rispondere a due esigenze: una ambientale ed una turistico-promozionale. La prima è la necessità di sostituire una coltura ecologicamente banale e che richiede enormi quantità di acqua: il mais, con una coltura, l’orzo, che ha un fabbisogno di concimi e di acqua molto inferiore.

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Parco dell'Etna: riconsegnate ai Comuni proprietari otto ex discariche risanate dopo i lavori di recupero ambientale

Completata l'importante bonifica e riqualificazione paesaggisticaNicolosi, 15 maggio 2008 A conclusione dei lavori eseguiti dal Parco dell’Etna per il recupero ambientale di otto aree degradate, un tempo adibite a discariche comunali di rifiuti solidi urbani, nei comuni di Adrano, Belpasso, Bronte, Nicolosi, Trecastagni, Zafferana Etnea e Linguaglossa. "Gli interventi effettuati hanno permesso di ottenere una importante bonifica e riqualificazione paesaggistica ed ambientale delle discariche presenti all'interno del Parco dell'Etna – sottolinea il Commissario Foti”

Rifiuti

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6 Luglio 2007Federparchi al Parco del Vesuvio: ‘Soddisfazione per il risultato di Terzigno’

Scongiurata l'ipotesi di una discarica di rifiuti urbani nel territorio del ParcoSoddisfazione della Federparchi per il risultato ottenuto dal Parco nazionale del Vesuvio, che ha scongiurato l’apertura di una nuova discarica nel territorio del Comune di Terzigno. Il decreto per l’emergenza rifiuti in Campania, appena approvato dal Parlamento, prevede infatti che nel sito di una vecchia cava, a Terzigno, si realizzino il recupero morfologico e la riqualificazione ambientale attraverso lo smaltimento della Fos (frazione organica stabilizzata) e con un progetto da realizzare sotto la regia delle due Direzioni Generali competenti del Ministero dell’Ambiente.

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19 Agosto 2008

Raccogli, ricicla, riusa: tre "erre" per il Parco dei Castelli Romani

Al via la campagna informativa dell'Ente sulla raccolta differenziataRaccogli, ricicla, riusa. Il Parco dei Castelli Romani acquisisce e rielabora il motto che sostiene la diffusione della raccolta differenziata in tutta Italia e lo fa attraverso una campagna di informazione semplice ma d'impatto.

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Strumenti di supporto decisionale

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Fasi dellFasi dell’’analisi multicriterialeanalisi multicriteriale--11

Fase informativaFase informativaIndividuazione dei criteri di pianificazioneIndividuazione dei criteri di pianificazioneIndividuazione delle azioni (alternative) di Individuazione delle azioni (alternative) di pianificazionepianificazioneIndividuazione degli indici di valutazioneIndividuazione degli indici di valutazioneValutazione delle potenzialitValutazione delle potenzialitàà attuali e dei possibili attuali e dei possibili mutamenti indotti dalle alternative di pianificazionemutamenti indotti dalle alternative di pianificazione

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Fase decisionaleFase decisionaleIndividuazione del decisore o dei gruppi decisionali interessatiIndividuazione del decisore o dei gruppi decisionali interessatiValutazione, per ogni gruppo decisionale, delle aspettative Valutazione, per ogni gruppo decisionale, delle aspettative (preferenze rispetto a ciascun obbiettivo, vincoli (preferenze rispetto a ciascun obbiettivo, vincoli irrinunciabili, ecc.)irrinunciabili, ecc.)Ricerca del Ricerca del compromessocompromesso ottimaleottimale

Tecnicamente:Tecnicamente:Costruzione del modello di AMCCostruzione del modello di AMCIndividuazione del metodo di soluzione piIndividuazione del metodo di soluzione piùù appropriatoappropriato

Fasi dellFasi dell’’analisi multicriterialeanalisi multicriteriale--22

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Metodi Metodi multiattributomultiattributo Un esempio (quasi reale)Un esempio (quasi reale)

Problema:Problema:Indirizzi di gestione di una proprietIndirizzi di gestione di una proprietàà forestale forestale pubblicapubblica

Superficie 4.969 ettariSuperficie 4.969 ettari

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Alternative di piano Alternative di piano

Alternative di piano (6)Alternative di piano (6)A1 A1 Parco turistico naturalisticoParco turistico naturalistico

Superficie forestale gestita con criteri che tengano conto sia dSuperficie forestale gestita con criteri che tengano conto sia della ella protezione naturalistica che turisticaprotezione naturalistica che turisticaCostruzione di 7 aree di sosta attrezzateCostruzione di 7 aree di sosta attrezzate3 fabbricati destinati a museo o esposizioni tematiche3 fabbricati destinati a museo o esposizioni tematicheCostruzione di 4 itinerari tematici naturalisticiCostruzione di 4 itinerari tematici naturalisticiCosto (1992) 1,2 miliardiCosto (1992) 1,2 miliardiOccupazione 15 ULOccupazione 15 UL

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…… segue alternative di pianosegue alternative di piano

A2 A2 Riserva naturale e faunisticaRiserva naturale e faunisticaInterventi sul bosco a carattere strettamente naturalisticoInterventi sul bosco a carattere strettamente naturalisticoFruizione turistica su parte della proprietFruizione turistica su parte della proprietàà a numero chiuso e su a numero chiuso e su itinerari obbligatiitinerari obbligatiFabbricati (3) destinati a foresteria per ricerca e didattica e Fabbricati (3) destinati a foresteria per ricerca e didattica e a a laboratoriolaboratorioPunti permanenti di avvistamento e studio della faunaPunti permanenti di avvistamento e studio della fauna4 itinerari tematici4 itinerari tematiciCosto 1 miliardoCosto 1 miliardoOccupazione 10 ULOccupazione 10 UL

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…… segue alternative di pianosegue alternative di piano

A3 A3 Azienda pilota per la valorizzazione della produzione Azienda pilota per la valorizzazione della produzione forestaleforestale

Interventi sui boschi finalizzati alla produzione legnosa sostenInterventi sui boschi finalizzati alla produzione legnosa sostenibile ibile con lcon l’’ambienteambienteAttrezzature per la realizzazione dei tagli con tecniche a bassoAttrezzature per la realizzazione dei tagli con tecniche a bassoimpatto ambientaleimpatto ambientaleLaboratori e impianti specializzati per la valorizzazione di quaLaboratori e impianti specializzati per la valorizzazione di qualitlitàà del del materiale di provenienza localemateriale di provenienza localeFormazione professionale nellFormazione professionale nell’’artigianato del legnoartigianato del legnoCosto 1,5 miliardiCosto 1,5 miliardiOccupazione 23 ULOccupazione 23 UL

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…… segue alternative di pianosegue alternative di piano

A4 A4 Azienda multifunzionale a prevalente Azienda multifunzionale a prevalente produzione legnosaproduzione legnosa

Simile allSimile all’’alternativa di azienda produttiva pilota, ma parte alternativa di azienda produttiva pilota, ma parte delldell’’azienda (boschi e fabbricati) viene destinata allazienda (boschi e fabbricati) viene destinata all’’uso uso turistico ricreativoturistico ricreativoGli investimenti in attrezzature dGli investimenti in attrezzature d’’avanguardia sono minoriavanguardia sono minoriCosto 0,7 miliardiCosto 0,7 miliardiOccupazione 12 ULOccupazione 12 UL

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…… segue alternative di pianosegue alternative di piano

A5 A5 Parco multifunzionale a prevalente funzione Parco multifunzionale a prevalente funzione turisticaturistica

Simile al parco turistico, ma con parte dei boschi lasciati Simile al parco turistico, ma con parte dei boschi lasciati alla utilizzazione produttiva e parte della proprietalla utilizzazione produttiva e parte della proprietàà alla alla protezione naturalisticaprotezione naturalisticaCosto 0,810 miliardiCosto 0,810 miliardiOccupazione 12 ULOccupazione 12 UL

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…… segue alternative di pianosegue alternative di piano

A6 A6 Parco multifunzionaleParco multifunzionaleRappresenta il minimo comune denominatore fra tutte le Rappresenta il minimo comune denominatore fra tutte le alternative.alternative.Parte dellParte dell’’azienda a protezione, parte a produzione e parte azienda a protezione, parte a produzione e parte a valorizzazione turisticaa valorizzazione turisticaCosto 0,4 miliardiCosto 0,4 miliardiOccupazione 8 ULOccupazione 8 UL

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Individuazione Criteri/obbiettiviIndividuazione Criteri/obbiettivi

Sviluppo economico/Massimizzare la produzione Sviluppo economico/Massimizzare la produzione legnosalegnosaHabitat per la fauna selvatica/Massimizzare la Habitat per la fauna selvatica/Massimizzare la produzione alimentare asportabileproduzione alimentare asportabileServizi sociali/Massimizzare il numero annuo di visite Servizi sociali/Massimizzare il numero annuo di visite previstoprevistoFunzione occupazionale/Massimizzare le giornate di Funzione occupazionale/Massimizzare le giornate di lavoro annuelavoro annue

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Individuazione degli attributiIndividuazione degli attributi

Produzione Fauna Ricreazione Occupazionemc/anno q.s.v./anno n.vis./anno gg/anno

A1 Parco turistico 6120.98 0 0 1858.98A2 Riserva naturale 953.37 3932.85 3463.47 963.06

A3 Azienda forestale 1052.42 2570.85 8379.49 1544.37A4 Azienda multifunzionale legnosa 3701.17 2091.31 4455.41 1895.29

A5 Azienda multifunzionale naturalistica 2838.25 2645.92 5636.97 1816.67A6 Azienda multifunzionale pura 4477.03 1504.22 3204.64 1882.93

Alte

rnat

ive

Obbiettivi

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Distanza dallDistanza dall’’idealeideale

La misurazione della distanza dallLa misurazione della distanza dall’’ideale ideale èè un un metodo di normalizzazionemetodo di normalizzazioneSi definisce Si definisce

alternativa ideale alternativa ideale quellquell’’alternativa fittizia che ha il alternativa fittizia che ha il valore massimo per tutti i criterivalore massimo per tutti i criterialternativa alternativa AntiidealeAntiideale quellquell’’alternativa fittizia che alternativa fittizia che ha il valore minimo per tutti i criteriha il valore minimo per tutti i criteri

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Alternativa ideale e Alternativa ideale e antiidealeantiideale

Produzione Fauna Ricreazione Occupazionemc/anno q.s.v./anno n.vis./anno gg/anno

A1 Produzione legnosa 6120.98 0 0 1858.98A2 Riserva naturale 953.37 3932.85 3463.47 963.06

A3 Parco turistico ricreativo 1052.42 2570.85 8379.49 1544.37A4 Azienda multifunzionale puro 3701.17 2091.31 4455.41 1895.29

A5 Azienda multifunzionale naturalistica 2838.25 2645.92 5636.97 1816.67A6 Azienda multifunzionale produttiva 4477.03 1504.22 3204.64 1882.93

IDEALE 6120.98 3932.85 8379.49 1895.29ANTIIDEALE 953.37 0 0 963.06

Alte

rnat

ive

Obbiettivi

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La distanza dallLa distanza dall’’ideale e ideale e dalldall’’antiidealeantiideale

Geometricamente la Geometricamente la distanza fra due punti distanza fra due punti èè data in un sistema data in un sistema cartesiano (a due cartesiano (a due dimensioni) dal dimensioni) dal teorema di teorema di pitagorapitagora.. x1x1 x2x2

y1y1

y2y2

22 )12()12( yyxxd −+−=

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La distanza dallLa distanza dall’’ideale per due ideale per due obbiettivi del caso di studioobbiettivi del caso di studio

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

5000

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000

Produzione legnosa

Faun

a

A1 Produzione legnosaA2 Riserva naturaleA3 Parco turistico ricreativoA4 Azienda multifunzionale puroA5 Azienda multifunzionale naturalisticaA6 Azienda multifunzionale produttivaIDEALEANTIIDEALE

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Per piPer piùù di due criteridi due criteri……

Per piPer piùù di due criteri la distanza non di due criteri la distanza non èè pipiùùrappresentabile graficamente in quanto rappresentabile graficamente in quanto èèmultidimensionale.multidimensionale.EE’’ però possibile calcolarlaperò possibile calcolarla……

∑=

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛−−

=criteri

1

2

antiidealeideale

aalternativideale

vvn

i ii

ii

vvd

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PraticamentePraticamente…… prima fase: calcolo della matrice normalizzataprima fase: calcolo della matrice normalizzata

Produzione Fauna Ricreazione Occupazionemc/anno q.s.v./anno n.vis./anno gg/anno

A1 Produzione legnosa 6120.98 0 0 1858.98A2 Riserva naturale 953.37 3932.85 3463.47 963.06

A3 Parco turistico ricreativo 1052.42 2570.85 8379.49 1544.37A4 Azienda multifunzionale puro 3701.17 2091.31 4455.41 1895.29

A5 Azienda multifunzionale naturalistica 2838.25 2645.92 5636.97 1816.67A6 Azienda multifunzionale produttiva 4477.03 1504.22 3204.64 1882.93

IDEALE 6120.98 3932.85 8379.49 1895.29ANTIIDEALE 953.37 0 0 963.06

Alte

rnat

ive

Obbiettivi

38.0)06.96329.1895()37.154429.1895(

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antiidealeideale

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ii

ii

vv

Produzione Fauna Ricreazione Occupazionemc/anno q.s.v./anno n.vis./anno gg/anno

A1 Produzione legnosa 0.00 1.00 1.00 0.04A2 Riserva naturale 1.00 0.00 0.59 1.00

A3 Parco turistico ricreativo 0.98 0.35 0.00 0.38A4 Azienda multifunzionale puro 0.47 0.47 0.47 0.00

A5 Azienda multifunzionale naturalistica 0.64 0.33 0.33 0.08A6 Azienda multifunzionale produttiva 0.32 0.62 0.62 0.01

Obbiettivi

Alte

rnat

ive

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Seconda fase: Seconda fase: calcolo della distanzacalcolo della distanza

Produzione Fauna Ricreazione Occupazionemc/anno q.s.v./anno n.vis./anno gg/anno Distanza

A1 Produzione legnosa 0.00 1.00 1.00 0.04 1.41A2 Riserva naturale 1.00 0.00 0.59 1.00 1.53

A3 Parco turistico ricreativo 0.98 0.35 0.00 0.38 1.11A4 Azienda multifunzionale puro 0.47 0.47 0.47 0.00 0.81

A5 Azienda multifunzionale naturalistica 0.64 0.33 0.33 0.08 0.79A6 Azienda multifunzionale produttiva 0.32 0.62 0.62 0.01 0.93

Obbiettivi

Alte

rnat

ive

79.00.080.330.330.64A3 distanza 2222 =+++=

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Alternative nel metodo di calcolo Alternative nel metodo di calcolo delle distanzedelle distanze

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criteri

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vvmaxinfinito" metrica"con distanza

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Partecipatory

Rural

Appraisal

Famiglia di metodi, approcci e comportamenti che permettono alle popolazioni di esprimere e analizzare la realtà dove vivono e le loro condizioni di vita, di progettare loro stessi quali decisioni prendere e quali azioni promuovere, moritoranadone e valutandone i risultati (Chambers 1992; Kaen 1987)

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IL PRA impiega un’ampia gamma di tecniche per consentire alle popolazioni di esprimere e condividere le informazioni, stimolare la discussione e l’analisi:

La maggior parte di esse hanno base visuale:

-mostrare delle mappe di dove si vive con la localizzazione delle più importanti caratteristiche e risorse locali (acqua , bosco, scuole, altri servizi)

-produrre diagrammi di flusso indicanti i collegamenti, le sequenze, le cause, gli effetti, i problemi, le soluzioni

-produrre un calendario stagionale, durante l’anno, con informazioni riguardanti diversi fattori come, ad esempio, la disponibilità del cibo, la disponibilità di posti di lavoro, etc.

-creare delle matrici o delle griglie per classificare le risorse disponibili (es. raccolti) per comparare i vantaggi delle differenti varietà o come sono cambiate le condizioni nel tempo

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Esempio di tecnica: “Ranking and matrices”: utilizzata per identificare i modelli della mobilità spaziale circa le proposte di pianificazione riguardo il lavoro, l’educazione, il tempo libero

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Esempio di tecnica: “Ranking and matrices”

Utilizzati per scoprire le priorità dei partecipanti su uno specifico problema, così come le differenti percezioni circa i vantaggi e gli svantaggi di un particolare soggetto.

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Esempio di tecnica: “Pie charts”

Strumenti utilizzati per mettere a fuoco la discussione e collezionare informazioni che implicano proporzioni in cerchi o torte.

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Grazie per l’attenzione!

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Rete Natura 2000

Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente (una "rete") di aree destinate alla conservazione della diversita´ biologica presente nel territorio dell'Unione stessa ed in particolare alla tutela di una serie di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II della Direttiva "Habitat" e delle specie di cui all'allegato I della Direttiva "Uccelli" e delle altre specie migratrici che tornano regolarmente in Italia.La Rete Natura 2000, ai sensi della Direttiva "Habitat" (art.3), è costituita dalle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Attualmente la "rete" è composta da due tipi di aree: le Zone di Protezione Speciale, previste dalla Direttiva "Uccelli", e i Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC); tali zone possono avere tra loro diverse relazioni spaziali, dalla totale sovrapposizione alla completa separazione.L'individuazione dei siti da proporre è stata realizzata in Italia dalle singole Regioni e Province autonome in un processo coordinato a livello centrale. Essa ha rappresentato l'occasione per strutturare una rete di referenti scientifici di supporto alle Amministrazioni regionali, in collaborazione con le associazioni scientifiche italiane di eccellenza (l'Unione Zoologica Italiana, la Società Botanica Italiana, la Società Italiana di Ecologia).Le attività svolte, finalizzate al miglioramento delle conoscenze naturalistiche sul territorio nazionale, vanno dalla realizzazione delle check-list delle specie alla descrizione della trama vegetazionale del territorio, dalla realizzazione di banche dati sulla distribuzione delle specie all'avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio naturalistico, alla realizzazione di pubblicazioni e contributi scientifici e divulgativi.

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La costituzione della rete Natura 2000 è prevista dalla Direttiva n. 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla "Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche", comunemente denominata Direttiva "Habitat". L'obiettivo della Direttiva è peró piú vasto della sola creazione della rete, avendo come scopo dichiarato di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante attività di conservazione non solo all'interno delle aree che costituiscono la rete Natura 2000 ma anche con misure di tutela diretta delle specie la cui conservazione è considerata un interesse comune di tutta l'Unione.

La Direttiva 'Habitat'

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Il recepimento della Direttiva è avvenuto in Italia nel 1997 attraverso il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003. La conservazione della biodiversità europea viene realizzata tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali. Ció costituisce una forte innovazione nella politica del settore in Europa. In altre parole si vuole favorire l'integrazione della tutela di habitat e specie animali e vegetali con le attività economiche e con le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono all'interno delle aree che fanno parte della rete Natura 2000.Secondo i criteri stabiliti dall'Allegato III della Direttiva "Habitat", ogni Stato membro redige un elenco di siti che ospitano habitat naturali e seminaturali e specie animali e vegetali selvatiche, in base a tali elenchi e d'accordo con gli Stati membri, la Commissione adotta un elenco di Siti d'Importanza Comunitaria (SIC).Gli habitat e le specie sulla base dei quali sono stati individuati i siti Natura 2000 in Italia suddivisi per Regione biogeografica sono riportati in liste di riferimento:Lista di riferimento dei tipi di habitat e specie della regione alpina. Lista di riferimento dei tipi di habitat e specie della regione continentale. Lista di riferimento dei tipi di habitat e specie della regione mediterranea.Entro sei anni a decorrere dalla selezione di un sito come Sito d'Importanza Comunitaria, lo Stato membro interessato designa il sito in questione come Zona Speciale di Conservazione (ZSC).

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Nello stesso titolo della Direttiva "Habitat" viene specificato l'obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali (quelli meno modificati dall'uomo) ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.). Con ció viene riconosciuto il valore, per la conservazione della biodiversità a livello europeo, di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra uomo e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l'agricoltura non intensiva.Allegati alla Direttiva "Habitat"I TIPI DI HABITAT NATURALI DI INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI AREE SPECIALI DI CONSERVAZIONE II SPECIE ANIMALI E VEGETALI D'INTERESSE COMUNITARIO LA CUI CONSERVAZIONE RICHIEDE LA DESIGNAZIONE DI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE III CRITERI DI SELEZIONE DEI SITI ATTI AD ESSERE INDIVIDUATI QUALI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA E DESIGNATI QUALI ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE IV SPECIE ANIMALI E VEGETALI DI INTERESSE COMUNITARIO CHE RICHIEDONO UNA PROTEZIONE RIGOROSA V SPECIE ANIMALI E VEGETALI DI INTERESSE COMUNITARIO IL CUI PRELIEVO NELLA NATURA E IL CUI SFRUTTAMENTO POTREBBERO FORMARE OGGETTO DI MISURE DI GESTIONE VI METODI E MEZZI DI CATTURA E DI UCCISIONE NONCHé MODALITà DI TRASPORTO VIETATIInformazioni sulla Direttiva 'Habitat' sono reperibili sui seguenti siti della Comunità Europea:http://europa.eu.int/comm/environment/nature/home.htmhttp://www.europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l28076.htm

II valore delle aree seminaturali

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La Direttiva 'Uccelli'

La Direttiva "Habitat" ha creato per la prima volta un quadro di riferimento per la conservazione della natura in tutti gli Stati dell'Unione. In realtà peró non è la prima Direttiva comunitaria che si occupa di questa materia. E' del 1979 infatti un'altra importante Direttiva, che rimane in vigore e si integra all'interno delle previsioni della Direttiva "Habitat", la cosiddetta Direttiva "Uccelli" 79/409/CEE concernente la conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici. La Direttiva "Uccelli" prevede una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli, indicate negli allegati della Direttiva stessa, e l'individuazione da parte degli Stati membri dell'Unione di aree da destinarsi alla loro conservazione, le cosiddette Zone di Protezione Speciale (ZPS).Allegati alla Direttiva "Uccelli".Gli argomenti degli allegati sulla Direttiva 'Uccelli'I SPECIE SOGGETTE A SPECIALI MISURE DI CONSERVAZIONE II SPECIE DI CUI PUÓ ESSERE AUTORIZZATA LA CACCIA IN TUTTA L'UNIONE O IN ALCUNI STATI III SPECIE DI CUI PUÓ ESSERE AUTORIZZATO IL COMMERCIO IN TUTTA L'UNIONE O IN ALCUNI STATI IV MEZZI DI CATTURA VIETATI V AREE PRIORITARIE PER LA RICERCAInformazioni sulla 'Direttiva 'Uccelli' sono reperibili sui seguenti siti della Comunità Europea:http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l28046.htmhttp://europa.eu.int/comm/environment/nature/home.htm

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Strategie di Natura 2000 e innovazione nel concetto di protezione della natura

A partire dagli anni '80 il concetto di biodiversità e le problematiche relative alla progressiva perdita di diversità biologica a causa delle attività umane sono diventati oggetto di numerose convenzioni internazionali. Nel 1992, con la sottoscrizione della Convenzione di Rio sulla Biodiversità, tutti gli stati Membri della Comunità Europea hanno riconosciuto la conservazione in situ degli ecosistemi e degli habitat naturali come priorità da perseguire, ponendosi come obiettivo quello di "anticipare, prevenire e attaccare alla fonte le cause di significativa riduzione o perdita della diversità biologica in considerazione del suo valore intrinseco e dei suoi valori ecologici, genetici, sociali, economici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi ed estetici".Tale visione è presente a livello legislativo nelle due direttive comunitarie "Habitat" e "Uccelli" che rappresentano i principali strumenti innovatori della legislazione in materia di conservazione della natura e della biodiversità; in esse è colta l'importanza di una visione di tutela della biodiversità attraverso un approccio ad ampia scala geografica. L'approccio conservazionistico rivolto alle singole specie minacciate è superato e va affiancato da azioni volte alla tutela di tutta la diversità biologica, nelle sue componenti: genetica, di specie e di ecosistemi. Sulla scorta di tali considerazioni, l'Unione Europea, nell' art. 3 della Direttiva "Habitat", afferma la costituzione una rete ecologica europea denominata Natura 2000.

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Le conoscenze acquisite negli ultimi anni nel campo dell'ecologia e della biologia della conservazione hanno messo in evidenza come, per la tutela di habitat e specie, sia necessario operare in un'ottica di rete di aree che rappresentino, con popolazioni vitali e superfici adeguate, tutte le specie e gli habitat tipici dell'Europa, con le loro variabilità e diversità geografiche. La costituzione di una rete è finalizzata inoltre ad assicurare la continuità degli spostamenti migratori, dei flussi genetici delle varie specie e a garantire la vitalità a lungo termine degli habitat naturali.Con Natura 2000 si sta costruendo un sistema di aree strettamente relazionato dal punto di vista funzionale e non un semplice insieme di territori isolati tra loro e scelti fra i piú rappresentativi.Rete Natura 2000 attribuisce importanza non solo alle aree ad alta naturalità ma anche a quei territori contigui, indispensabili per mettere in relazione aree divenute distanti spazialmente ma vicine per funzionalità ecologica.Questa nuova impostazione di sistema si integra con la strategia del Consiglio d'Europa di promuovere un approccio piú comprensivo e meno parcellizzato del governo del territorio che ha portato alla adozione della Convenzione Europea sul Paesaggio.

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