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LA GESTIONE DEI SEDIMENTI NELLA LAGUNA DI VENEZIA: LE PREVISIONI DELL’ AGGIORNAMENTO DEL PIANO PER IL RECUPERO MORFOLOGICO E AMBIENTALE DELLA LAGUNA DI VENEZIA 8 MARZO 2012 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI MAGISTRATO ALLE ACQUE

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Workshop: "LA COMPETITIVITÀ DEI PORTI: LA GESTIONE DEI SEDIMENTI" - 8 Marzo 2012, Venezia Terminal Passegeri.Intervento di Valerio Volpe - Magistrato delle Acque di Venezia

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LA GESTIONE DEI SEDIMENTI NELLA

LAGUNA DI VENEZIA: LE PREVISIONI DELL’

AGGIORNAMENTO DEL PIANO PER IL

RECUPERO MORFOLOGICO E AMBIENTALE

DELLA LAGUNA DI VENEZIA

8 MARZO 2012

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTIMAGISTRATO ALLE ACQUE

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PIANO GENERALE DEGLI INTERVENTI

Il Magistrato alle Acque per rispondere agli obiettivi di competenza dello Stato indicati nella legislazione speciale per Venezia (L. 798/84) ha predisposto il Piano Generale degli interventi, articolato in 8 linee di azione.

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PIANO DEGLI INTERVENTI PER IL RECUPERO MORFOLOGICO DELLA LAGUNA

Nel 1993 viene predisposto il Piano degli interventi di recupero morfologico della laguna, che ha come obiettivo principale il risanamento morfologico, mantenendo all’interno della laguna la maggior quantità possibile di sedimenti.

Nel 1999 , su richiesta del Comitato ex art. 4 L.798/84 il Piano viene sviluppato secondo linee d’azione tese al recupero dei processi naturali che concorrono alla conservazione dell’ambiente lagunare.

Nel 2001, su richiesta del Consiglio dei Ministri, il Piano viene aggioranto.

Nel 2005, l’Ufficio di Piano chiede di inquadrare gli interventi morfologici in una prospettiva di sostenibilità considerando le attività socio-economiche che insistono in laguna, secondo un processo di partecipazione VAS.

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1930 – 1970 da 75 a 49 km2 1970 – 2000 da 49 a 40 km2

EROSIONE DELLE BARENE

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1930168 km2

200060 km2

1970105 km2

PERDITA DEI BASSI FONDALI A CAUSA C.R.L.M.

EROSIONE 1930 - 1970 EROSIONE 1970 - 2000

BACINO LIDO 14 cm 12 cm

BACINO MALAMOCCO 20 cm 33 cm

BACINO CHIOGGIA 8 cm 20 cm

MEDIA LAGUNA 14 cm 20 cm

La perdita media di sedimenti è di 2.2 milioni di m3/anno

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BILANCIO DEI SEDIMENTI

30

Dragati dai canali eutilizzati per recupero

morfologico400

Erosi dai bassifondali

Erosi dalle barene

70

Sedimenti sabbiosi provenienti dal mare

Sedimenti peliticipersi attraverso le

bocche

580

Depositati nei canali

1100Provenienti dal bacino

30

2100

Depositati sopra le barene

150

Le quantità sono espresse in migliaia di m3

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EVOLUZIONE LAGUNARE IN ASSENZA DEL PIANO MORFOLOGICO E AMBIENTALE

L’evoluzione della laguna, in assenza degli interventi previsti dal Piano Morfologico, anche in presenza di pressioni antropiche inferiori a quelle attuali, è minacciata da una rapida perdita di caratteri fisici, ecologici e paesaggistici che costituiscono valori primari e rilevanti, tutelati peraltro da disposizioni comunitarie e nazionali.

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Il Magistrato alle Acque in 25 anni ha realizzato strutture morfologiche con il riuso di circa 19.5 milioni di mc di sedimenti provenienti dal dragaggio dei canali.

Le strutture realizzate o in corso sono:

18 velme (superficie 2 km2)

106 barene (superficie 11 km2)

Pari al 27% delle barene naturali esistenti

e al 30% di quelle erose dal 1930 ad oggi

INTERVENTI DI RECUPERO MORFOLOGICO

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OBIETTIVI DEL PIANO PER IL RECUPERO MORFOLOGICO E AMBIENTALE

Le analisi su stato e trend evidenziano la necessità di intervenire per contrastare e, dove possibile, ridurre le cause che portano all’erosione delle forme lagunari intertidali. Il piano prevede interventi su medio-lungo periodo, necessari per garantire dinamiche sostenibili dal punto di vista idro-morfologico ed ecologico, tenendo conto degli scenari socio-economici.

Data l’indisponibilità di ingenti quantità di sedimenti da introdursi in laguna con meccanismi naturali e auto-sostenibili, un obiettivo morfologico realistico del Piano consiste nel contrastare il degrado morfologico attualmente presente. Gli interventi vanno individuati sulla base di obiettivi localizzati, tenendo conto delle condizioni di habitat suitability e di funzionalità ecologica. Si intende perseguire tale obiettivo morfologico ponendo in atto misure in grado di limitare il trasporto dei sedimenti dal canale ai bassofondali.

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INTERVENTI

Gli interventi morfologici prioritari sono orientati alla riduzione dell'attuale deficit di sedimenti e alla conservazione delle strutture morfologiche esistenti. Per questo dovranno essere basati su criteri di tipo idro-morfodinamico. Subordinatamente, si potranno prevedere interventi orientati alla ricostituzione di strutture morfologiche quali velme e barene, in luoghi e con metodologie dettate da considerazioni ambientali, paesaggistiche e morfodinamiche.

Gli interventi sono di carattere strutturale e gestionale con specifiche di carattere morfo-idrodinamico (MID), ecologico (ECO) e di miglioramento della qualità dell'acqua, dell'aria e dei sedimenti (QUAL).

Gli interventi strutturali sono di tipo prioritario (p) e subordinato (s).

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INTERVENTI

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INTERVENTI PRIORITARI: MID1 Ricostituzione di strutture morfologiche per limitare il trasporto di sedimenti verso i canali

principaliLa realizzazione di strutture morfologiche adiacenti ai canali di maggiori dimensioni assolve a due funzioni principali: a) contiene il moto ondoso dovuto al traffico portuale e diportistico (impedendo la propagazione del moto ondoso sui bassofondali circostanti i principali canali); b) limita il trasporto del sedimento in sospensione per onde da vento verso i canali e il suo irreversibile trasporto verso mare.

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INTERVENTI PRIORITARI: MID2 Difesa e protezione delle strutture morfologiche esistenti (bordi di barene) in zone soggette ad elevata

energia da moto ondosoProtezioni dei margini di barena addossate ai margini, protezioni, anche galleggianti, poste a distanza dal margine, o realizzazioni di barriere soffolte, distanziate dal margine, per favorire la parziale dissipazione del moto ondoso e il naturale ripascimento a tergo delle difese.

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INTERVENTI PRIORITARI: MID3 Difesa e protezione delle strutture morfologiche esistenti (bassi fondali) in zone soggette ad elevata

energia da moto ondoso3a Sovralzi sommersi per dissipazione delle onde3b Barriere galleggianti a protezione dei margini3c Strutture di dissipazione per la riduzione del fetch

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GESTIONE DEI SEDIMENTI PROTOCOLLO 1993 per il riutilizzo dei sedimenti di dragaggio

Elementi e composti

Classe A Classe B Classe C

Arsenico 15 25 50Cadmio 1 5 20Cromo 20 100 500

Mercurio 0,5 2 10Nichel 45 50 150Piombo 45 100 500Rame 40 50 400Zinco 200 400 3000

Idrocarburi totali 30 500 4000IPA 1 10 20PCB 0,01 0,02 0,5

Pesticidi organoclorurati

0,001 0,02 0,5

Se si considera che, sulla base dei limiti definiti dal Protocollo d’Intesa la condizione media di qualità della laguna è quella corrispondente alla classe B, in futuro il riutilizzo dei sedimenti di dragaggio di manutenzione dei canali lagunari sarà fortemente ridotto, comportando di conseguenza costi aggiuntivi per le attività di recupero morfologico.

Sedimenti superficiali

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BARENE E VELME ARTIFICIALI CON SEDIMENTI TIPO “A”

Ricostruzione di barene e velme con il riutilizzo dei sedimenti di dragaggio

6 anni 9 anni

1 annoin construzione

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BARENE ARTIFICIALI CON SEDIMENTI TIPO “B”

Per la realizzazione di 6 barene artificiali sono stati riutilizzati sedimenti debolmente inquinati classificati come di tipo B, adottando particolari accorgimenti, con costi decisamente superiori.La barena artificiale viene realizzata con una coronella larga circa 20m costituita da sedimenti di tipo A e da una copertura con sedienti di tipo A per uno spessore di 20-30 cm.

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FONTI ALTERNATIVE DI APPROVVIGIONAMENTO SEDIMENTI

L’approvvigionamento di sedimenti può avvenire da fonti alternative, con costi decisamente superiori:

• cave di sabbia in mare

• manutenzione di bacini idroelettrici montani.

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RISULTATI DEGLI STUDI SULLA QUALITA’ DEI SEDIMENTI

Il Magistrato alle Acque in questi anni ha condotto una serie di studi di approfondimento sulla qualità dei sedimenti, sulla tossicità, sul bioaccumulo e sugli effetti nella catena trofica. Gli studi eseguiti sono i seguenti:

• ICSEL Integrazione delle Conoscenze sull’Ecosistema Lagunare (MAV–CVN–THETIS-UNIVERSITA’ PADOVA-UNIVERSITA’ VENEZIA-CNR ISMAR, 2003-2006)

• Progetto SIOSED – Determinazione sperimentale degli effetti del riutilizzo dei più diffusi sedimenti della Laguna (MAV-CVN–THETIS-SELC-OGS-CNR ISMAR-SCRIPPS, 2005-2008)

•HICSED Sviluppo dei progetti ICSEL e SIOSED con la partecipazione di ICRAM, APAT, ISS, ARPAV, 2007-2011

•C.1.10 Valutazione dello stato degli habitat ricostruiti nell’ambito degli interventi di recupero morfologico, (MAV-CVN–THETIS-SELC-SCRIPPS, 2009-2011)

Nelle successive slides vengono riportati sinteticamente i principali risultati.

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Chimica sedimenti

ICSEL

Le valutazioni ecotossicologiche hanno evidenziato una tossicità non significativa a scala lagunare, con presenza di hot spot a tossicità potenziale nell’area industriale ed un ruolo importante nelle concentrazioni di ammoniaca nel determinare la tossicità dei sedimenti.

Effetti PROBABILIEffetti POSSIBILIEffetti TRASCURABILI O ASSENTI

Effetti SIGNIFICATIVIEffetti POTENZIALIEffetti TRASCURABILI O ASSENTI

Valutazione integrataecotossicologica

Presenza concentrazionidi ammoniaca

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Porto Marghera

Centro storico

SU

PE

RA

ME

NT

O D

EI

LIM

ITI

TA

BE

LL

AR

I

(No

rmal

ized

haz

ard

su

m)

Sacca di Goro

Marano & Grado

Sedimenti

grossolani di siti

di rif. Olandesi

Sedimenti fini di siti di rif.

OlandesiMare Adriatico sett

Fondo naturale

Effetti estremi

negli organismi

Laguna di Veneziatutta

B.S.

B.N.B.C.

B.CN.

Criteri di qualità

elab. S. Apitz

ICSEL

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SIOSED

Valutazioni integrate su sedimenti dragati e riutilizzati che considerano la chimica dei sedimenti, i saggi ecotossicologici e la struttura delle comunità bentoniche evidenziano come gli effetti sul biota dei sedimenti di tipo A e B non siano distinguibili.La struttura e la funzione delle comunità della macrofauna, dei batteri, del microfitobenthos, del fitoplancton e dei foraminiferi, si differenziano tra i siti indagati ma non vi e’ evidenza significativa che i contaminanti siano i fattori determinanti nel discriminare le aree di studio.

Dopo refluimento 6 mesi dopo

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HICSED

La valutazione integrata relativa ad aspetti chimici ed ecotossicologici ha evidenziato che non è sempre possibile distinguere i sedimenti tipo A dai sedimenti tipo B, mentre i sedimenti tipo C presentano significative differenze. È risultato che le classi del Protocollo 93 non sono adeguate a rappresentare l’effettiva tossicità dei sedimenti.

TIPOLOGIA SEDIMENTO (Protocollo 1993)

FREQUENZA CAMPIONI CON TOSSICITA’ SIGNIFICATIVA

FREQUENZA CAMPIONI CON TOSSICITA’ ASSENTE

A o B 16 % 40 %

C 50% 0 %

ISPRA (ex ICRAM e APAT), ISS e ARPAV , nell’ambito di HICSED hanno:• definito le metodologie di analisi chimiche ed ecotossicologiche sito specifiche per i sedimenti della laguna di Venezia, anche ai fini della revisione del Protocollo 1993;• prodotto un contributo tecnico alla revisione dei criteri di gestione in situ dei sedimenti della laguna di Venezia.

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Per concentrazioni medio-basse, l’inquinamento del sedimento non determina bioaccumulo negli organismi bentonici.

BIOACCUMULO

BIOACCUMULO

INQUINAMENTO

INQUINAMENTO

INQUINAMENTO DEL SEDIMENTO E BIOACCUMULO

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Dalle analisi sulle componenti biologiche (vegetazione alofila, avifauna svernante e nidificante, fauna delle barene a coleotteri, comunità nectonica dei bassifondi antistanti le barene e delle velme, vegetazione acquatica e comunità ad invertebrati delle velme e infine bioaccumulo di inquinanti nei tessuti degli organismi) non sono emerse significative differenze tra la qualità degli ecosistemi e la tipologia (classe A o B) del sedimento impiegato.

Pertanto è emerso che il contenuto dei microinquinanti nei sedimenti classificabili come tipo A o tipo B secondo il Protocollo del 1993 utilizzato per la realizzazione delle barene e delle velme artificiali è una condizione di secondo ordine rispetto ad altri fattori,che determinano la funzionalità (la salute) del sistema lagunare.

C.1.10

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PROSPETTIVE FUTURE

Dopo molti anni di studi ed indagini, la limitazione posta cautelativamente dal protocollo 1993 all’impiego di sedimenti di tipo “B”, appare poter essere superata in prospettiva sulla base dei criteri di gestione dei sedimenti, basati su un approccio integrato chimico- tossicologico (ICSEL, SIOSED, HICSED, C.1.10).

Il Magistrato alle Acque, secondo gli impegni assunti nel Piano di Gestione delle Alpi Orientali, sta attivando un Tavolo tecnico di confronto istituzionale sulla tematica relativa alla revisione dei criteri di gestione dei sedimenti nella laguna di Venezia.A livello preliminare i criteri operativi per la gestione dei sedimenti ex situ possono essere individuati dai seguenti steps:

• caratterizzazione chimico-fisica delle aree di dragaggio e di recapito;• valutazione dei possibili effetti biologici avversi (attraverso l’impiego anche di saggi tossicologici);• valutazione dell’effettiva possibilità di utilizzo in laguna.

Va traguardata la possibilità di effettuare agevolmente movimentazioni nell’ambito delle stesso corpo idrico (ai sensi della Direttiva 2000/60) e verso corpi idrici di qualità peggiore.