LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI · 2020. 5. 2. · La classificazione dei rifiuti I principi...

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LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI IL PRODUTTORE Normativa, documenti, comunicazioni obbligatorie e sanzioni. Relatori: Francesco Vena - Marcello Sparacio 02/05/2020 1

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LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALILA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI

IL PRODUTTORE Normativa, documenti, comunicazioni

obbligatorie e sanzioni.Relatori:Francesco Vena - Marcello Sparacio

02/05/2020 1

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Le norme e i principi generali

In materia di gestione dei rifiuti la norma di riferimento

nazionale è rappresentata dalla Parte IV del DLgs 3 aprile 2006, n.

152 (cd. “Codice ambientale”).

Tuttavia, tale disciplina modificata dal DLgs dal 25 Dicembre 2010Tuttavia, tale disciplina modificata dal DLgs dal 25 Dicembre 2010

n. 205 può essere considerata una “disciplina-quadro” perché

la gestione dei rifiuti è oggetto di numerose altre disposizioni che,

comunque, rinviano per la condotta generale sempre al citato

“Codice ambientale”.

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Le norme e i principi generaliAltre disposizioni in materia di rifiuti si integrano e si aggiungono

a quelle del DLgs 152/2006. Alcune particolarmente importanti ai

fini della corretta gestione della documentazione e delle

comunicazioni obbligatorie per legge.

� Dm 1 aprile 1998, n. 145 - Formulario identificazione rifiuti� Dm 1 aprile 1998, n. 145 - Formulario identificazione rifiuti

� Dm 1 aprile 1998, n. 148 - Registro di carico e scarico

� Circolare Ambiente/Industria 4 agosto 1998 - Registri e formulari

� Legge 25 gennaio 1994, n. 70 - Modello Unico Dichiarazione

� Dpcm 24 Dicembre 2018 - Modello Mud

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Le norme e i principi generaliTutta la disciplina è sempre animata da due fondamentali divieti:

1. il divieto di abbandonare e depositare in modo incontrollato rifiuti sul suolo e nel suolo, oltre che di immetterli nelle acque superficiali e sotterranee (articolo 192, DLgs 152/2006);

2. il divieto di miscelare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi, 2. il divieto di miscelare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi, oppure con rifiuti pericolosi aventi caratteristiche di pericolo diverse (articolo 187) e presenti nell’allegato I alla Parte quarta del DLgs 152/2006.

Altri importanti principi in materia sono:

1. favorire la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti

2. incentivare il riciclaggio e il recupero per ottenere prodotti, materie prime, combustibili o altre fonti di energia.

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Le norme e i principi generaliLa disciplina prevede, inoltre, una serie di obblighi a carico dei soggetti che

intervengono nella gestione dei rifiuti, che vanno dalla necessità di disporre di

autorizzazioni/iscrizioni per esercitare attività di gestione di rifiuti, alla tenuta

di registri di carico e scarico, all’uso del formulario di identificazione per il

trasporto.

Per il recupero di particolari tipologie di rifiuti viene previsto un sistema di

Consorzi, rappresentato da Conai, dai Consorzi di filiera e da Conip per gli

imballaggi, Polieco per i rifiuti in polietilene, Conou per gli oli minerali, Cobat

per le batterie al piombo, Conoe per gli oli vegetali. A questi si affianca

Ecopneus, il sistema per la gestione degli pneumatici fuori uso, nonché i

sistemi collettivi per la gestione dei Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche

ed elettroniche).

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La definizione di rifiuto e il cer

Per rifiuto deve intendersi “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfio abbia l’ intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi” (articolo 183, comma 1, letteraa), Dlgs 152/2006). Il criterio di identificazione, dunque, è duplice:• “qualsiasi sostanza od oggetto” ;• purché di essa il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsene.

Il duplice criterio è ribadito nell’Elenco europeo dei rifiuti (decisione 2000/532/Ce) ove si specifica che un materiale presente nell’Elenco non è in ogni casoun rifiuto, ma solo quando esso ne soddisfa la definizione.

Nell’Elenco i rifiuti sono individuati in base al Cer (Codice europeo dei rifiuti).

Il Cer rappresenta la guida per l’identificazione dei rifiuti che sono catalogati in20 capitoli distinti principalmente in base al loro settore di provenienza o, inalcuni casi, in base alla loro origine.

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La classificazione dei rifiuti

I principi per la classificazione dei rifiuti sono dettati all’articolo 184, D.lgs 152/2006 nelquale la prima e più importante distinzione è fondata sull’origine dei rifiuti infunzione della quale sono definiti i diversi obblighi, oneri, responsabilità,comportamenti da adottare.

Il criterio dell’origine individua due grandi famiglie i “rifiuti urbani” e i “rifiutispeciali”, che attraverso il criterio della pericolosità si distinguono in pericolosi e nonspeciali”, che attraverso il criterio della pericolosità si distinguono in pericolosi e nonpericolosi.

Lo strumento decisivo ai fini della classificazione di un rifiuto è l’Elenco Europeo deirifiuti che ha recepito la Decisione 2000/532/Ce. Esso contiene i codici dei rifiutisuddivisi per origine e per classificazione. I criteri per l’attribuzione del codice sonodefiniti nella introduzione di detto allegato e consentono, attraverso passi successivi, digiungere al codice del rifiuto (benché non sempre in modo semplice o senzaambiguità); individuato il codice del rifiuto e definito il rifiuto come pericoloso o nonpericoloso, immediatamente diviene inquadrabile il regime giuridico di gestione delrifiuto stesso.

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La classificazione dei rifiuti

La classificazione dei rifiuti si prefigge due scopi:

� determinare a quale tipo di codice appartiene il rifiuto, se a quelli pericolosi assoluti, non pericolosi assoluti o se il rifiuto appartiene ad una voce con un codice “a specchio”(può essere pericoloso oppure non pericoloso a seconda dei casi);casi);

� assegnare le caratteristiche di pericolo codificate HP.

Il comma 4 dell’articolo 184 del D.Lgs. 152/2006 stabilisce che

“Sono rifiuti pericolosi quelli che recano le caratteristiche di

cui all'allegato I della parte quarta del presente decreto”

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La classificazione dei rifiuti

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Oneri e Responsabilità del produttore di rifiuti

La responsabilità del produttore-detentore è individuatadall’articolo 188, commi 1, 2 e 3 del Dlgs 152/2006 nel quale insintesi egli deve:• caratterizzare o far caratterizzare il rifiuto prodotto;• controllare che il trasportatore sia in possesso di regolare e validaiscrizione all’Albo gestori da parte del soggetto che esegue il trasporto;iscrizione all Albo gestori da parte del soggetto che esegue il trasporto;diversamente, concorre con esso nel reato di traffico illecito o nellagestione abusiva;• accertarsi, per quanto riguarda particolari operazioni di recuperoche, oltre alla avvenuta comunicazione d’inizio attività all’autoritàcompetente, il recupero sia stato effettuato nel rispetto delle normetecniche e delle condizioni specifiche previste dalla norma per lasingola tipologia di rifiuti impiegati.

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Oneri e Responsabilità del produttore di rifiuti

La responsabilità del detentore per il corretto recupero o smaltimento deirifiuti è esclusa in caso di:a) conferimento dei rifiuti al servizio pubblico di raccolta;b) conferimento dei rifiuti a soggetti autorizzati alle attività di recupero o dismaltimento, a condizione che il detentore abbia ricevuto il formulario di cuiall’articolo 193 controfirmato e datato in arrivo dal destinatario entro tre mesidalla data di conferimento dei rifiuti al trasportatore, ovvero alla scadenza deldalla data di conferimento dei rifiuti al trasportatore, ovvero alla scadenza delpredetto termine abbia provveduto a dare comunicazione alla Provincia dellamancata ricezione del formulario. Per le spedizioni transfrontaliere di rifiutitale termine è elevato a sei mesi e la comunicazione deve essere effettuata allaRegione.

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Oneri Responsabilità del produttore di rifiuti

Il produttore/detentore non si spoglia della responsabilità dei suoi rifiuti

consegnandoli al trasportatore, ma conserva l’onere della vigilanza circa il buon

esito del viaggio dei rifiuti fino al destinatario che deve essere necessariamente

conosciuto al momento della partenza.

Se il produttore/detentore non riceve la quarta copia controfirmata dal

Responsabile del sito di destinazione entro i tre mesi previsti dalla norma, laResponsabile del sito di destinazione entro i tre mesi previsti dalla norma, la

responsabilità condivisa impone al produttore/detentore medesimo l’obbligo di

Denuncia alla Provincia.

“Il produttore-detentore di rifiuti speciali (…) puo consegnarli ad altri soggetti ma,

in tal caso, ha l’obbligo di controllare che si tratti di Soggetti autorizzati alle

attività di recupero o smaltimento; ove, per contro, tale doverosa verifica sia

omessa, il produttore-detentore risponde a titolo di concorso con il soggetto

qualificato (nella specie smaltitore), nella commissione del reato di cui all’articolo

51, comma 1, Dlgs 22/1997 (attività di gestione non autorizzata).”

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Il deposito temporaneo di rifiuti

Le condizioni alle quali è sottoposto il deposito temporaneo sono riferite in particolare a

quelli cui sono sottoposti i rifiuti pericolosi e rifiuti contenenti Pop, i limiti temporali e

quantitativi del deposito nonché le modalità di raggruppamento di rifiuti diversi tra loro.

Il deposito temporaneo è un “regime derogatorio” che consente al produttore di

rifiuti di evitare le autorizzazioni e gli iter tipici della gestione dei rifiuti. Infatti, la

produzione dei rifiuti si colloca al di fuori e prima della loro gestione. Questa opzione è

offerta al produttore e consente di non avere bisogno dell’autorizzazione, se rispetta leofferta al produttore e consente di non avere bisogno dell’autorizzazione, se rispetta le

prescrizioni normative, per stoccare i rifiuti che produce.

Non sono possibili vie di mezzo. Se non si seguono le regole precise del deposito

Temporaneo può verificarsi uno dei reati seguenti:

• deposito incontrollato o abbandono, sanzionato anche penalmente, dall’articolo256, comma 2, Dlgs 152/2006;

• discarica abusiva, sanzionata dal medesimo articolo 256, comma 3, se l’abbandono

è reiterato nel tempo e rilevante in termini spaziali e quantitativi.

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Il deposito temporaneo di rifiuti

Il D.Lgs. 152/2006 all’articolo 183, comma 1, lettera bb) definisce il

deposito temporaneo come “il raggruppamento dei rifiuti e il

deposito preliminare alla raccolta ai fini del trasporto di detti rifiuti

in un impianto di trattamento, effettuati, prima della raccolta, nelin un impianto di trattamento, effettuati, prima della raccolta, nel

luogo in cui gli stessi sono prodotti, da intendersi quale l'intera area

in cui si svolge l'attivita' che ha determinato la produzione dei rifiuti

o, per gli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile,

presso il sito che sia nella disponibilita‘ giuridica della cooperativa

agricola, ivi compresi i consorzi agrari, di cui gli stessi sono soci,

alle seguenti condizioni: omissis……..”

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Il deposito temporaneo di rifiuti

Le prescrizioni del deposito temporaneo per stoccare i rifiuti prodotti per nonincorrere nelle sanzioni previste sono:

1) i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al regolamento (CE)850/2004, e successive modificazioni, devono essere depositati nel rispettodelle norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l'imballaggio dei rifiuticontenenti sostanze pericolose e gestiti conformemente al suddettoregolamento;

2) i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di2) i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o dismaltimento secondo una delle seguenti modalita' alternative, a scelta delproduttore dei rifiuti:

� con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantita' indeposito;

� quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 30metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi.

� In ogni caso, allorche' il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limiteall'anno, il deposito temporaneo non puo' avere durata superiore ad un anno;

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Il deposito temporaneo di rifiuti

3. il "deposito temporaneo" deve essere effettuato per categorie omogenee dirifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonche', per i rifiutipericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanzepericolose in essi contenute;

4. devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio el'etichettatura delle sostanze pericolose;

5. per alcune categorie di rifiuto, individuate con decreto del Ministerodell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il

5. per alcune categorie di rifiuto, individuate con decreto del Ministerodell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con ilMinistero per lo sviluppo economico, sono fissate le modalita' di gestione deldeposito temporaneo;

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Il registro di carico e scarico rifiutiL’obbligo di tenuta del registro è previsto dall’articolo 190, Dlgs 152/2006.Il modello è previsto dal Dm 148/1998 (come modificato dall’articolo 193,Dlgs 152/2006), mentre per le modalità di tenuta, stampa, numerazione evidimazione si dovrà seguire la disciplina contenuta nell’articolo 190 citato.

Per quanto riguarda le indicazioni operative per la tenuta del registro sonoancora applicabili le disposizioni di cui alla circolare del Ministrodell’ambiente e del Ministro dell’industria del 4 agosto 1998.dell’ambiente e del Ministro dell’industria del 4 agosto 1998.

La registrazione deve essere riferita a ogni singolo formulario dal qualedevono essere desunte tutte le informazioni da riportare nel registro stesso.

Il registro (articolo 190, comma 9, Dlgs 152/2006) ha specificato l’alternativatra kg, litri o metri cubi; spetta al produttore effettuare la scelta dell’unità dimisura, che deve essere mantenuta dal trasportatore fino a destino.

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Il registro di carico e scarico rifiuti

I produttori devono annotare il registro “almeno”

entro 10 giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto

(carico) e dallo scarico del rifiuto prodotto.(carico) e dallo scarico del rifiuto prodotto.

Inoltre, devono tenerlo presso ogni impianto di

produzione, e integrato con i formulari, conservarlo

per cinque anni dalla data dell’ultima registrazione.

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Il registro di carico e scarico rifiuti

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Il registro di carico e scarico rifiuti

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Sistema sanzionatorio

per i registri di carico e scarico dei rifiuti

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Sistema sanzionatorio

per i registri di carico e scarico dei rifiuti

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Il formulario di trasporto dei rifiuti

Il formulario di identificazione dei rifiuti è il documento che deveaccompagnare il trasporto dei rifiuti.

L’obbligo, è a carico delle imprese e degli enti che effettuano taleTrasporto (articolo 193, Dlgs152/2006).

Il formulario sostituisce tutti gli altri documenti previsti per il trasporto diIl formulario sostituisce tutti gli altri documenti previsti per il trasporto dirifiuti, compreso il modello “F” di cui al Dm 16 maggio 1996, n. 392, pergli oli minerali usati, ed escluso quanto previsto dalla normativa Adr sullemerci pericolose.

Il formulario di trasporto deve essere conforme al modello contenuto nelDm 1°aprile 1998, n. 145 e le regole da osservare per la tenuta delformulario sono integrate dalla citata circolare Ambiente/Industria del 4agosto 1998, contenente le istruzioni ministeriali per la compilazione deldocumento.

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Il formulario di trasporto dei rifiuti

Secondo quanto indicato dall’articolo 193, Dlgs 152/2006,:“Il formulario di identificazione di cui al comma 1 deve essere redatto in quattroesemplari, compilato, datato e firmato dal produttore dei rifiuti e controfirmate daltrasportatore che in tal modo da atto di aver ricevuto i rifiuti. Una copia del formulariodeve rimanere presso il produttore e le altre tre, controfirmate e datate in arrivo daldestinatario, sono acquisite una dal destinatario e due dal trasportatore, che provvede atrasmetterne una al predetto produttore dei rifiuti. Le copie del formulario devono essereconservate per cinque anni”.conservate per cinque anni”.“Il trasportatore non e responsabile per quanto indicato nella Scheda Sistri – Areamovimentazione o nel formulario di identificazione di cui al comma 1 dal produttore odal detentore dei rifiuti e per le eventuali difformità tra la descrizione dei rifiuti e la loroeffettiva natura e consistenza, fatta eccezione per le difformità riscontrabili con ladiligenza richiesta dalla natura dell’ incarico”.“Durante la raccolta ed il trasporto i rifiuti pericolosi devono essere imballati edetichettati in conformita' alle norme vigenti in materia di imballaggio e etichettaturadelle sostanze pericolose.”

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Il formulario di trasporto dei rifiuti

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Il sistema sanzionatorio per

il formulario di trasporto dei rifiuti

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Il sistema sanzionatorio per

il formulario di trasporto dei rifiuti

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I rifiuti e la disciplina ADR

L’articolo 265, comma 2, del Dlgs 152/2006, afferma che “In particolare i

rifiuti pericolosi sono assimilati alle merci pericolose” e l’articolo 193,

comma 4, evidenzia che “durante la raccolta ed il trasporto i rifiuti

pericolosi devono essere imballati ed etichettati in conformita' alle norme

vigenti in materia di imballaggio e etichettatura delle sostanze pericolose.”vigenti in materia di imballaggio e etichettatura delle sostanze pericolose.”

Il Codice della strada all’articolo 168 con il conseguente apparato

sanzionatorio stabilisce che, siano merci o rifiuti, se soddisfano i requisiti

viaggeranno in regime Adr.

Pertanto oltre alla disciplina specifica stabilita dal Dlgs 152/2006, durante

la fase del trasporto occorrerà rispettare, ove applicabili, le norme Adr.

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I rifiuti e la disciplina ADRIl trasporto di sostanze ed oggetti pericolosi sulla strada è regolato dallo

Accordo Europeo Relativo al Trasporto Internazionale di Merci Pericolose

sulla Strada" abbreviato A.D.R. firmato a Ginevra nel 1957 e ratificato in

Italia con la legge n.1839 del 12 Agosto 1962.

La direttiva comunitaria 94/55/CEE del 21/11/94 ha, in seguito, reso

obbligatorio il recepimento e l' applicazione di queste norme anche aiobbligatorio il recepimento e l' applicazione di queste norme anche ai

trasporti in ambito nazionale. L' A.D.R. viene aggiornato ogni due anni.

I rifiuti speciali pericolosi sono merci che possono rientrare in un

contesto A.D.R. A tutt’oggi non esiste , data la difficoltà di definire la

composizione esatta dei rifiuti, una norma che indichi una

corrispondenza automatica fra codice CER del rifiuto speciale e codice

specifico del materiale pericoloso definito come numero ONU (UN),

composto da 4 cifre numeriche alle quali, univocamente in tutto il mondo,

corrisponde la merce pericolosa trasportata.02/05/2020 29

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I rifiuti e la disciplina ADRLa tabella riporta alcuni CER (Catalogo Europeo Rifiuti) di rifiuti classificati pericolosi(es.oli minerali, batterie al piombo, filtri olio, vernici-solventi etc.) che risultano sottopostianche alle norme ADR, durante la fase di trasporto su strada.

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La comunicazione annuale dei rifiuti

Il MUD

Il Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD),istituito con la Legge n. 70/1994, è un modello attraverso ilquale devono essere denunciati i rifiuti prodotti dalleattività economiche, trasportati, intermediati, smaltiti,avviati al recupero e i rifiuti raccolti dal Comune, nell'annoprecedente la dichiarazione.precedente la dichiarazione.

Il modello va presentato entro il 30 aprile di ogni anno,con riferimento all ’ anno precedente alla Camera diCommercio competente per territorio.

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La comunicazione annuale dei rifiuti

Il MUD

In assenza di modifiche di legge il MUD da presentare entro il 30 aprile 2020, sarà quello

previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 dicembre 2018,

pubblicato nel Supplemento ordinario n. 8 alla Gazzetta ufficiale - serie generale - n. 45 del

22 febbraio 2019

La presentazione del MUD avverrà con modulistica ed istruzioni già utilizzate per le

dichiarazioni presentate nel 2019.dichiarazioni presentate nel 2019.

La presentazione alla Camera di Commercio può avvenire esclusivamente via telematica:

non è più possibile la spedizione postale o la consegna diretta del supporto magnetico.

I soli soggetti che producono, nella propria Unità Locale, non più di 7 rifiuti e, per

ogni rifiuto, utilizzano non più di 3 trasportatori e 3 destinatari finali possono

presentare la Comunicazione Rifiuti semplificata su supporto cartaceo.

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La comunicazione annuale dei rifiuti

Il MUD

La spedizione telematica alle Camere di commercio deve essere effettuataTramite il sito www.mudtelematico.it.

Sono previste sanzioni per il ritardo nella presentazione del MUD o per lamancata presentazione. La presentazione della Dichiarazione MUDeffettuata dopo il termine previsto dalla normativa, ma entro 60 giornidalla scadenza (è necessario contare esattamente 60 giorni, e nondalla scadenza (è necessario contare esattamente 60 giorni, e nonsemplicemente due mesi), comporta una sanzione da Euro 26,00 a Euro160,00.La presentazione successiva ai 60 giorni dalla scadenza, l'omessadichiarazione e la dichiarazione incompleta o inesatta comportano unasanzione amministrativa pecuniaria da 2.600,00 euro a 15.500,00 euro(così come previsto dall'art. 258, comma 1, del D. Lgs. 152/2006).L'ente che applica le sanzioni è la Provincia.

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Il minicorso che avete seguito ha lo scopo di dare le

nozione fondamenti per la corretta gestione dei rifiuti

prodotti dalla vs. attività.

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RifiutiAMO mira ad offrire un servizio in grado di

salvaguardare l’ambiente grazie alla semplificazione della

gestione dei rifiuti, per trasformarli in risorsa, inoltre, ritiene

fondamentale la sicurezza nei luoghi di lavoro e la

promozione di certificazioni per la qualità e l’ambiente.

www.rifiutiamo.eu – [email protected] - 3922675922