La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

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La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza Forlì 26 ottobre 2006

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La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il

Ministero e il Centro di Referenza

Forlì 26 ottobre 2006

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Emergenza influenza-pandemia

• “La capacità di intervento contro una pandemia influenzale è una delle principali priorità dell’Unione europea e la Commissione europea riveste un ruolo importante affiancando gli Stati membri nella pianificazione degli interventi e nello sviluppo di una risposta coordinata a livello di Unione europea”

Markos Kyprianou commissario europeo per la Salute e tutela dei

consumatori.

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La CE ha messo in pratica i propositi con una serie di

iniziative

• esercitazioni di simulazione a livello europeo• la revisione della pianificazione della capacità

d’intervento a livello nazionale• stanziamento di 20 milioni di euro per progetti di ricerca• una serie di incontri con le case farmaceutiche che

verteranno sui vaccini e sui farmaci antivirali• un impegno per uno stanziamento di 211 milioni di euro

per aiutare i paesi terzi a debellare l’influenza aviaria

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EMERGENZA

Ogni situazione in cui i mezzi ed il personale disponibili in una determinata area risultino insufficienti all’esecuzione di un efficace intervento sanitario.

Si tratta di avvenimenti improvvisi che richiedono un’azione decisa ed immediata (OMS).

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UNA GESTIONE EFFICACEDEI PIANI DI INTERVENTO

È LEGATA

Rapidità di intervento

Professionalità degli operatori

Capacità di coordinamento

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MALATTIE EX LISTA A OIE

DEFINIZIONE:

Malattie infettive altamente contagiose in grado di diffondersi rapidamente tra nazioni diverse, con gravi conseguenze socio-economiche o di sanità pubblica.

Sono malattie che possono condizionare i commerci internazionali di animali e loro prodotti.

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AFTA EPIZOOTICA VAIOLO OVINO

MALATTIA VESCICOLARE DEI SUINI

PLEUROPOLMONITE CONTAGIOSA DEI BOVINI

STOMATITE VESCICOLAREDERMATITE NODULARE CONTAGIOSA

PESTE BOVINA PESTE SUINA CLASSICA

PESTE DEI PICCOLI RUMINANTI

PESTE SUINA AFRICANA

PESTE EQUINA PSEUDOPESTE AVIARIA

FEBBRE DELLA VALLE DEL RIFT

INFLUENZA AVIARIA

BLUETONGUE

MALATTIE EX LISTA A OIE

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PREPARAZIONE E GESTIONEDEI PIANI DI INTERVENTO

fase preparatoria: programmazione degli interventi

conoscenza del territorio

identificazione delle risorse, delle strutture e del personale di riferimento

educazione sanitaria, formazione ed aggiornamento

valutazione

informazione

fase dell’emergenza

attività preliminari

attività operative

fase del ritorno alla normalità

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FASE PREPARATORIACONOSCENZA DEL TERRITORIO

Acquisizione, ai vari livelli, del necessario patrimonio di informazione sulle realtà produttive, commerciali e strutturali di interesse veterinario esistenti sul territorio di competenza

(allevamenti, mangimifici, impianti per la distruzione delle carcasse, luoghi atti all’interramento degli animali, macelli, industrie di trasformazione degli alimenti, impianti frigoriferi)

popolazioni di animali sinantropici e selvatici

situazione epidemiologica

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Dispersione della popolazione avicola

65% della produzione avicola nazionale

3.300 allevamenti avicoli

95 milioni di volatili accasabili/ciclo

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FASE PREPARATORIACONOSCENZA DEL TERRITORIO

Attivare azioni di sorveglianza monitoraggio e controllo dei fattori di rischio presenti nel territorio

PER

Prevedere e prevenire situazione di emergenza

Programmare gli interventi

Definire mezzi e risorse necessarie

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Epidemia di Epidemia di influenza influenza aviaria ad aviaria ad alta alta patogenicità patogenicità (H7N1)(H7N1)

Distribuzione geografica dei focolai

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Distribuzione geografica dei focolai

Epidemia di influenza aviaria a Epidemia di influenza aviaria a bassa patogenicità (H7N3)bassa patogenicità (H7N3)

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PREPARAZIONE E GESTIONEDEI PIANI DI INTERVENTO

E’ necessario organizzare attentamente

le attività dei servizi nelle tre fasi in cui

deve articolarsi l’azione veterinaria in caso

di emergenze

Fase preparatoria: programmazione degli interventi

Fase dell’emergenza

Fase del ritorno alla normalità

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FASE ORDINARIA

BASE INFORMATIVA

Presupposto essenziale alla definizione, in caso di emergenza, di una razionale ed efficiente strategia di controllo

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BASE INFORMATIVA situazione epidemiologica in ambito nazionale e

internazionale (definizione di flussi informativi, programmi di sorveglianza)

censimento aggiornato popolazioni animali e strutture (allevamenti, stalle di sosta, macelli, caseifici, ecc.)

flussi di importazione e commerciali protocolli operativi misure di polizia veterinaria (fac-simili ordinanze e

decreti) modalità di trattamento e smaltimento delle spoglie

animali (mappe idrogeologiche, stabilimenti per la distruzione delle carcasse, autocarri a tenuta, personale addestrato, ecc.)

metodi di disinfezione (stazioni mobili di disinfezione, personale addestrato, disinfettanti, ecc.)

censimento aggiornato, delle strutture ed attrezzature disponibili per le emergenze (dotazioni asl)

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Virus e volatili> il ruolo dei migratori

N

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DOCUMENTAZIONI

• raccolta della normativa

• pubblicazioni scientifiche, bollettini informativi, ecc.

• cartine topografiche

• modulistica

BASE INFORMATIVA

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AUDIT REGIONALE PIANO EMERGENZA INFLUENZA

AVIARIADefinizione di responsabilità e risorse

Coordinamento con altre strutture dell’AUSL

Normativa/documenti di riferimento disponibili

Gestione dell’anagrafe avicola

Disponibilità di elenchi di personale/ditte da coinvolgere per la gestione dei focolai

Disponibilità dati di enti/referenti esterni

Disponibilità di altre informazioni rilevanti per la gestione dei focolai

Disponibilità di materiali necessari per l’intervento in caso di focolai sospetti o confermati

Disponibilità di DPI necessari per l’intervento in caso di focolai sospetti o confermati e formazione per il loro impiego

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Attivazione della fase di emergenza

Organizzazione degli interventi in caso di sospetto focolaio e focolaio confermato

Definizione delle zone di restrizione

Coinvolgimento di altri Enti/organizzazioni

Comunicazione

Formazione

Vigilanza sull’applicazione delle norme di biosicurezza negli allevamenti avicoli

Vigilanza sull’applicazione del D.L.vo 626/94

Vaccinazione con vaccino antinfluenzale stagionale

Sorveglianza attiva delle persone potenzialmente esposte

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Progetto di audit regionale sul piano di emergenza influenza aviaria

ATTIVITÀ DI AUDIT

• Scopo: migliorare le capacità di intervento delle AUSL in caso di insorgenza nella popolazione animale di focolai sospetti o confermati di IA

• Obiettivo generale: verificare il livello di adeguatezza dell’organizzazione dell’AUSL per affrontare l’emergenza IA facendo emergere i punti di forza sviluppati e eventuali criticità.

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•UNITA’ DI CRISI CENTRALE•UNITA’ DI CRISI REGIONALE•UNITA’ DI CRISI LOCALE

ASSETTI ORGANIZZATIVI

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ASSETTI ORGANIZZATIVILa UCC in fase di emergenza provvede a:•coordinare l'azione delle unità di crisi regionali e

fornire supporto organizzativo e tecnico-scientifico;•coordinare i provvedimenti adottati dalle unità di crisi

regionali, al fine di armonizzare i comportamenti delle regioni in materia di gestione delle emergenze;

•fornire le risorse straordinarie eventualmente necessarie per la gestione delle attività di emergenza;

•attivare, in collaborazione con il CNCM, i flussi informativi necessari alla gestione dei piani;

•valutare, in collaborazione con il CNCM, la situazione epidemiologica determinatasi e definire le strategie d’intervento;

•disporre accertamenti sanitari e verifiche epidemiologiche ad integrazione o supporto di quanto effettuato a livello regionale;

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• definire, in collaborazione con il CNCM, i criteri per l’abbattimento preventivo degli allevamenti a rischio;

• definire, in collaborazione con il CNCM, gli eventuali scenari di intervento in caso di vaccinazione di emergenza;

• verificare, anche mediante l'intervento in loco, la corretta applicazione delle misure di profilassi e Polizia Veterinaria adottate e l'efficacia degli interventi effettuati in sede locale;

• definire a livello nazionale l'adozione di misure di profilassi e Polizia Veterinaria e di controllo sanitario;

• garantire la tempestiva diffusione a livello nazionale, delle informazioni sulla situazione epidemiologi ca;

• supportare il Ministero della Salute nei rapporti con i competenti Organismi internazionali;

• tenere i contatti con altre Amministrazioni Pubbliche, con le forze dell’ordine e con altri servizi civili.

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• Ha compiti di indirizzo e coordinamento in applicazione delle indicazioni e delle normative nazionali e della UE

GOVERNO REGIONALE

• può emanare provvedimenti con misure di carattere più restrittivo rispetto alle misure nazionali • può emanare provvedimenti in applicazione di misure nazionali o UE (es. zone di restrizione) quando hanno implicazioni che vanno oltre il livello locale

La Regione:

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• Ordinanze del Presidente della Giunta contingibili e urgenti che seguono il seguente iter

PROVVEDIMENTI IN EMERGENZA

Stesura da parte del servizio proponente

Controllo ufficio giuridico D.G. Sanità

Firma assessore

Parere di regolarità amministrativa dell’ufficio legislativo

Firma del Presidente della Giunta Regionale

Firma Direttore Generale

Numerazione dell’ordinanza

Pubblicazione dell’ordinanza

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Collaborazione tra Direzione Generale Sanità, Servizio di Protezione Civile e IZS

PIANO REGIONALE DI CONTROLLO DELL’INFLUENZA

AVIARIA

Nato per risolvere le più rilevanti criticità per la gestione dei focolai:

• Reperimento del personale che effettua le operazioni di estinzione dei focolai

• Smaltimento delle carcasse

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ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Regionale

L’Unità di Crisi Regionale è composta da: Responsabile del Servizio Veterinario della Regione Emilia-Romagna (Responsabile Unità di Crisi) Coordinatore delle Sezioni Provinciali IZS della Regione Emilia Romagna Direttori dei Dipartimenti di sanità pubblica e dei Servizi veterinari delle AUSL interessate dall’Infezione ed eventualmente di quelle limitrofe Responsabile CEREV della Regione Emilia-Romagna Altre figure tecniche eventualmente nominate dal

Attivazione

L’Unità di Crisi Regionale è attivata dal Responsabile del Servizio

Veterinario Regionale che la presiede.

istituita dal DPGR 38/2006

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ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Regionale

Si attiva in caso di emergenza veterinaria epidemica, in particolare in caso di focolai delle seguenti malattie:

- Influenza aviaria- Malattia di Newcastle- Afta epizootica- Malattia vescicolare suina- Peste suina classica- Peste suina africana- Febbre catarrale degli ovini- Pleuropolmonite contagiosa dei bovini

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ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Regionale

Raccoglie le informazioni ed i dati relativi alla situazione epidemica determinatasi a livello regionale

Coordina l’azione delle unità di crisi locali anche fornendo indirizzi operativi e tecnico scientifici

Attiva la raccolta e l’analisi dei dati delle indagini epidemiologiche effettuate dalle unità di crisi locali

Collabora nella definizione degli ambiti territoriali delle zone sottoposte a restrizione, predisporre le prescrizioni ed i relativi atti, curandone l’adozione formale nel caso di provvedimenti di valenza regionale

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Verifica, anche mediante interventi sul territorio, la corretta applicazione delle misure di profilassi e Polizia Veterinaria adottate sul territorio stesso

Dispone l’eventuale abbattimento preventivo degli allevamenti a rischio seguendo i criteri stabiliti

Garantisce il flusso delle informazioni e dei dati a livello nazionale, interregionale e locale

Tiene i rapporti con Enti, Organismi locali e regionali e categorie interessate

Coordina le iniziative di informazione e comunicazione

ASSETTI ORGANIZZATIVI:L’Unità Crisi Regionale

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ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale

L’Unità di Crisi Locale è composta almeno da:

- Responsabile dell'Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria (Responsabile dell’unità di crisi)- Medici Veterinari della A.S.L. tra cui: il referente delle emergenze, il responsabile dell’area di sanità animale- Un veterinario della sezione provinciale dell’I.Z.S. - Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica (in caso di malattia zoonosica)- Altre eventuali figure tecniche designate dal

responsabile dell’Unità di crisi

AttivazioneL’Unità di Crisi Locale è attivata dal Responsabile dell'Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria

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ASSETTI ORGANIZZATIVI:L’Unità Crisi LocaleSi attiva in caso di focolaio di malattia veterinaria epidemica, in particolare in caso di focolai delle seguenti malattie:

- Influenza aviaria- Malattia di Newcastle- Afta epizootica- Malattia vescicolare suina- Peste suina classica- Peste suina africana- Febbre catarrale degli ovini- Pleuropolmonite contagiosa dei bovini

Page 41: La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale

-Coordina gli interventi in caso di sospetto focolaio / focolaio di malattia

-Coordina l’applicazione nell’azienda infetta delle misure previste dal Regolamento di Polizia Veterinaria e dalla legislazione vigente in materia

-Coordina l’attuazione operativa delle disposizioni e delle direttive impartite dall’unità di crisi regionale

-Coordina gli interventi di rintraccio di animali e prodotti sospetti di contaminazione

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- Definisce le modalità per l'estinzione dei focolai in atto e per l’applicazione degli abbattimenti preventivi, con particolare riferimento all'abbattimento degli animali, alla distruzione delle carcasse animali e del materiale contaminato, alle operazioni di disinfezione e risanamento, identificando la direzione operativa della squadra che si occupa dell’intervento nel focolaio

- Definisce e coordina le procedure e le modalità operative necessarie per spostare gli animali morti ed i materiali contaminati dall'azienda infetta per destinarli ai luoghi scelti per la loro distruzione o risanamento

- Definisce gli ambiti territoriali delle zone sottoposte a restrizione in assenza di indicazioni regionali e predispone le prescrizioni e i relativi atti, curandone l'adozione formale

ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale

Page 43: La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale

- Definisce le misure sanitarie e le modalità operative e gestionali da attuare nell'ambito delle zone soggette a restrizione in assenza di indicazioni regionali

- Provvede a reperire e coordinare le risorse necessarie, ad integrazione di quelle disponibili, per l’espletamento di interventi di emergenza sia nel focolaio che sul territorio

- Attiva il responsabile della gestione degli aspetti amministrativi connessi al reperimento e all'impiego delle persone, dei mezzi e delle attrezzature necessarie

- Raccoglie ed aggiorna i dati epidemiologici dei focolai

Page 44: La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

- Organizza le vaccinazioni di emergenza, se previste

- Coinvolge il Servizio di Sanità Pubblica, per gli aspetti di competenza, se la malattia rappresenta una zoonosi.

- Tiene i contatti con le Amministrazioni pubbliche, con la Prefettura e con gli altri servizi civili

- Coordina la vigilanza sull’applicazione da parte degli allevatori e degli addetti del settore delle misure territoriali di Polizia veterinaria

- Alimenta i sistemi informativi

ASSETTI ORGANIZZATIVI: L’Unità Crisi Locale

Page 45: La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

• coordina l’attuazione operativa delle disposizioni e delle direttive impartite dall’unità di crisi regionale;

• definisce gli ambiti territoriali delle zone sottoposte a restrizione, predispone le prescrizioni e i relativi atti, curandone l'adozione formale;

• raccoglie ed aggiornare i dati, epidemiologici dei focolai;

• definisce le misure sanitarie, e le modalità operative e gestionali da attuare, nell'ambito delle zone soggette a restrizione;

ASSETTI ORGANIZZATIVI:L’UCL

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• organizza le vaccinazioni di emergenza

• assicura il supporto tecnico e operativo all’Osservatorio epidemiologico regionale;

• tiene i contatti con le Amministrazioni pubbliche, con la Forza Pubblica e con gli altri servizi civili;

• alimenta i sistemi informativi a supporto dei piani.

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GRUPPO DI ESPERTI• L’ Autorità Centrale si avvale di esperti in grado di

assicurare costantemente un livello di conoscenza elevato ed aggiornato sulla malattia e sulla gestione dell‘emergenza epidemica. Tali esperti possono far parte delle Unità di Crisi ai vari livelli operativi.

• A seconda delle esigenze operative il gruppo di esperti potrà cooptare :

• Rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità,• Rappresentanti della struttura di interfaccia

nazionale con l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare,

• Rappresentanti degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali,

• Docenti Universitari• Rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura,• Rappresentanti dei Servizi Veterinari Regionali• Esperti in Malattie della Lista OIE e in Gestione delle

Emergenze Epidemiche.

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FASE DI EMERGENZA

MALATTIE DELLA LISTA DELL’OIE

 ALLA SEGNALAZIONE DEL SOSPETTO:

Identificare chi la effettua

Individuare l’allevamento interessato

Allertare il settore veterinario e l’istituto zooprofilattico

Organizzare una risposta immediata sulla base di quanto previsto dal “piano emergenze”

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Articolo 1Oggetto e campo di applicazione

1. La presente direttiva stabilisce:a) talune misure preventive relative alla sorveglianza, all'individuazione precoce dell'influenza aviaria, nonché alla sensibilizzazione delle autorità competenti e degli allevatori e a una loro maggiore preparazione ai rischi che tale malattia comporta;b)le misure minime di controllo da applicare in caso di comparsa di un focolaio di influenza aviaria nel pollame o in altri volatili in cattività, nonché per l'individuazione precoce di una possibile trasmissione dei virus dell'influenza aviaria ai mammiferi;(c) altre misure sussidiarie volte ad impedire la diffusione di virus influenzali aviari ad altre specie.2. Gli Stati membri restano liberi di adottare misure più rigorose nel settore oggetto della presente direttiva.

Direttiva 2005/94

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Articolo 5Notifica

1. Gli Stati membri provvedono affinché la sospetta presenza e la presenza di influenza aviaria siano obbligatoriamente e immediatamente notificate all'autorità competente.2. Oltre a quanto prescritto dalla normativa comunitaria relativa alla notifica dei focolai di malattie degli animali, gli Stati membri – in forza dell'allegato II – notificano alla Commissione ogni influenza aviaria confermata dall'autorità competente in macelli, mezzi di trasporto, posti d'ispezione frontalieri e altri luoghi alle frontiere comunitarie e in impianti o stazioni di quarantena operanti a norma della legislazione comunitaria in materia di importazioni di pollame o altri volatili in cattività;3. Gli Stati membri notificano i risultati della sorveglianza dell'influenza aviaria condotta sui mammiferi.

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NOTIFICA DI “SOSPETTO”Manuale emergenza influenza aviaria vers. 1.1

Volatile sospetto d’infezione: “presenta sintomi clinici o lesioni post-mortem tali da indurre a

sospettare la presenza della malattia ovvero in cui sia stata accertata la presenza del virus IA sottotipo H5 o H7. “

In caso di CONFERMA DEL “SOSPETTO” (dopo la visita in allevamento,in attesa della

conferma diagnostica, che determina il “focolaio”) :

inviare 3 fax (allegato 11 del manuale) a:

1) Servizio Veterinario Regionale2) CEREV3) Ministero della Salute

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Allegato 11INFLUENZA AVIARIA

MODELLO NOTIFICA SOSPETTO FOCOLAIO(da inviare via fax all’Ufficio Veterinario Regionale e all’Osservatorio Epidemiologico)

ASL N. ..…….…………… data………../…………/…………..

DR…………………………………………………. Recapito telefonico………………...………….

Fax ………………………………….……….….DATA segnalazione sospetto da parte dell’allevatore o del veterinario aziendale………../…………/…………..

DATA SEQUESTRO AZIENDA fatta dal Veterinario Ufficiale (allegato 3 manuale) ………../…………/…………..

AZIENDA:

Codice Aziendale (Da riportare obbligatoriamente) Denominazione azienda…………………………………….………..………………………………. Via/Località ..………………..……………………..…………….……………………………………. Comune ……………………………………………………….……………...…Prov………………

SPECIE, INDIRIZZO PRODUTTIVO E CAPI PRESENTI AL MOMENTO DEL SEQUESTRO

n° totale volatili vivi e morti per influenza aviaria

Capi abbattuti/macellatiBroiler n. ___________ Polli riprod. n. ___________ Ovaiolelegg.

n. ___________

Tacch.carne

n. ___________ Tacch. riprod. n. ___________ Faraone n. ___________

Oche n. ___________ Anatre n. ___________ Quaglie n. ___________

Fagiani n. ___________ Capponi n. ___________ Galletti n. ___________

Altro _______________________________________________________________________ n. ___________

ANAMNESI

Specieanimale

Data iniziosintomi

Sintomi Stima % mortalità perinfluenza aviaria

--------------------- --------------- ----------------------------------------------- -------------------------------------------------------------

--------------------- --------------- ----------------------------------------------- -------------------------------------------------------------

--------------------- --------------- ----------------------------------------------- -------------------------------------------------------------

Il Veterinario

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Inoltre deve essere compilato (già al momento della conferma del sospetto)

l’ALLEGATO 12 al Manuale operativo.

Raccolta informazioni relative a materiali e prodotti presenti in

allevamento al momento del sequestro dell’azienda,

da sottoporre a distruzione in caso di conferma dell’infezione, e per i quali è

previsto l’indennizzo all’allevatore. Tale raccolta di informazioni, risulta

essenziale al fine di avviare correttamente la successiva pratica di

indennizzoAndrà inviato al termine delle operazioni di

estinzione del focolaio.

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ALLEVAMENTO

SOSPETTO Censimento e registrazione volatili

Sequestro sanitario

Evitare che il personale dell’azienda visiti altri allevamenti (dichiarazione di impegno)

Individuazione punti di accesso in allevamento (accesso controllato, disinfezione, ecc.)

Esecuzione indagine epidemiologica

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CONFERMA: NOTIFICA DEL FOCOLAIOManuale emergenza influenza aviaria vers. 1.1

In caso di focolaio primario, ottenuta la conferma di laboratorio di Influenza aviaria, scattano le procedure d’emergenza atte all’estinzione del focolaio e al controllo dell’infezione nell’area colpita.

Il veterinario responsabile di area deve attuare una serie di atti formali predisponendo i seguenti adempimenti:

6 telefax di denuncia di malattia infettiva (modello previsto dal Regolamento di Polizia

Veterinaria)

- al Sindaco del Comune territorialmente competente- al Direttore generale della ASL,- al Ministero della Salute, - al Servizio Veterinario regionale - al CEREV Osservatorio Epidemiologico - all’Osservatorio Epidemiologico del Centro di

Referenza,

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Deve inoltre informare per le vie brevi

(telefonicamente o via fax)

- polizia- carabinieri- guardia di finanza- enti o associazioni

interessate- perito iscritto al tribunale per la stima degli indennizzi

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FOCOLAIO UFFICIALMENTE CONFERMATO

- comunicazione a ministero e regione

- emanazione ordinanze già predisposte

- valutazione indennizzo(animali, attrezzature, alimenti, ecc.)

- estinzione focolaio abbattimento e distruzione animali distruzione materiali e rifiuti contaminati lavaggio e disinfezione

- gestione zona infetta censimento allevamenti e numerazione animale specie

recettive

vigilanza sistematica negli allevamenti (precoce identificazione dei focolai, …)

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Al termine delle operazioni inviare:

ALLEGATO 12 al manuale operativo:

“Scheda riepilogativa di estinzione del focolaio - notifica di avvenuto

abbattimento/macellazione, distruzione materiali e disinfezione”

a:

• Servizio Veterinario Regionale• Cerev• Ministero della Salute

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CARATTERISTICHE EPIDEMIOLOGICHE DELLA MALATTIA

MODALITÀ DI TRASMISSIONE

PREDISPOSIZIONE DI UN PROTOCOLLO DI INDAGINE

INDAGINE EPIDEMIOLOGICA IN

ALLEVAMENTO

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L'indagine epidemiologica include almeno i seguenti aspetti:

a) la durata della possibile presenza dell'influenza aviaria nell'azienda o in altre strutture o in mezzi di trasporto;b) la possibile origine dell'influenza aviaria;c) l'individuazione di eventuali aziende a contatto;d) la movimentazione di pollame, di altri volatili in cattività, di persone, mammiferi, veicoli o qualsiasi materiale o altro mezzo attraverso cui il virus dell'influenza aviaria possa essersi diffuso.

Page 61: La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

• ANAGRAFICI • GENERALI SULL’ALLEVAMENTO:

- Specie allevate - Consistenza - Indirizzo produttivo - Alimentazione - Topografia (numero e disposizione e caratteristiche dei ricoveri)

• SUL MOVIMENTO DEGLI ANIMALI • SUI CONTATTI INDIRETTI CON ALTRI ALLEVAMENTI • SUGLI ALLEVAMENTI VICINI • ANAMNESTICI, CLINICI, ANATOMO-PATOLOGICI

RACCOLTA DATI

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RACCOLTA DATI PER INDIVIDUARE:

• ORIGINE DELL’INFEZIONE

• PERIODO “A RISCHIO”

• ALLEVAMENTI A RISCHIO PER CONTATTI DIRETTI O INDIRETTI CON IL FOCOLAIO

• FATTORI DI RISCHIO:

- Diffusione contagio

- Estensione area a rischio

• GRUPPO EPIDEMIOLOGICO:

- Analisi e interpretazione dei dati

- “Tracing”

INDAGINE EPIDEMIOLOGICA

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TRACING (rintraccio dei movimenti)

Periodo massimo di incubazione della malattia

DATA PRESUNTA ENTRATA VIRUS

IN AZIENDA DATA INIZIO

SINTOMI

DATA SEQUESTRO

PERIODO A RISCHIO DI INTRODUZIONE DELL’INFEZIONE

PERIODO A RISCHIO DI DIFFUSIONE DELL’INFEZIONE

Tempo

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PRIORITÀ:

• Rapida identificazione dei focolai (diagnosi precoce)

• Immediata attivazione di interventi razionali per:

- Limitare la diffusione del contagio

- Estinguere i focolai • Evitare un carico eccessivo di

lavoro per il laboratorio

INTERVENTI NEGLI ALLEVAMENTI A RISCHIO

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• MOVIMENTAZIONE VOLATILI DOMESTICI - Acquisto animali - Trasporto

• CONTATTO FRA VOLATILI D’ALLEVAMENTO E SPECIE SELVATICHE

• CO-PRESENZA DI SPECIE AVICOLE DIVERSE NELLO STESSO ALLEVAMENTO

• CONTATTO FRA VOLATILI D’ALLEVAMENTO ED ANIMALI DI ALTRE SPECIE

INFLUENZA AVIARIAFATTORI DI RISCHIO

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SOSPETTO DI MALATTIAprogrammazione eventuale vaccinazione accerchiante

censimento allevamenti a rischiopredisposizione mezzi (vaccino, personale, ecc.)

valutazione possibilità distruzione carcasseincenerimentoinfossamentotrasformazione industriale

consistenza dell’azienda infettaimpatto ambientalemappe idrogeologichedisponibilità di manodopera specializzatadisponibilità di attrezzaturepresenza e potenzialità impianti di trasformazionedisponibilità adatti mezzi di trasportocostirapidità di estinzione del focolaio

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L'autorità competente tiene conto dell'indagine epidemiologica nel:a) decidere in merito alla necessità di applicare misure aggiuntive di lotta contro la malattia, secondo quanto previsto dalla presente direttiva;b) concedere deroghe secondo quanto previsto dalla presente direttiva.

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Articolo 10Misure aggiuntive fondate su un'indagine

epidemiologica

1.Sulla base dei risultati preliminari di un'indagine epidemiologica l'autorità competente può applicare le misure di cui ai paragrafi 2, 3 e 4, soprattutto laddove l'azienda sia ubicata in una zona ad alta densità di pollame.

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Articolo 12Deroghe

1. Gli Stati membri stabiliscono norme specifiche per la concessione delle deroghe di cui all'articolo 11, paragrafo 2 e agli articoli 13 e 14, comprese misure e condizioni alternative adeguate. Dette deroghe sono basate su una valutazione del rischio effettuata dall'autorità competente.2. Gli Stati membri comunicano immediatamente alla Commissione eventuali deroghe concesse a norma dell'articolo 13, paragrafo 1, e a norma dell'articolo 14.

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Articolo 16Istituzione di zone di protezione e sorveglianza e

di ulteriori zone soggette a restrizioni in presenza di focolai di HPAI

Nell'istituire le zone di protezione e sorveglianza di cui al paragrafo 1, l'autorità competente tiene conto perlomeno dei criteri di seguito elencati:a) l'indagine epidemiologica;b) la situazione geografica, con particolare riferimento alle barriere naturali;c) l'ubicazione e la vicinanza delle aziende e la stima del numero di capi di pollame; d) i flussi della movimentazione e degli scambi di pollame e altri volatili in cattività;e) le attrezzature e il personale disponibili per controllare l'eventuale movimentazione, all'interno delle zone di protezione e sorveglianza, del pollame o degli altri volatili in cattività, delle loro carcasse, del concime, delle lettiere o dello strame usato, soprattutto nel caso in cui il pollame o gli altri volatili in cattività da abbattere e da eliminare debbano essere spostati dall'azienda d'origine.

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FOCOLAIO UFFICIALMENTE CONFERMATO

- comunicazione a ministero e regione

- emanazione ordinanze già predisposte

- valutazione indennizzo(animali, attrezzature, alimenti, ecc.)

- estinzione focolaio abbattimento e distruzione animali distruzione materiali e rifiuti contaminati lavaggio e disinfezione

- gestione zona infetta censimento allevamenti e numerazione animale specie

recettive

vigilanza sistematica negli allevamenti (precoce identificazione dei focolai, …)

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focolai

15/07/2006

5600 tacchin

i

3800 tacchin

i

6800 tacchin

i

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dati anagrafici dei focolai

COD317

Tipo Zona

COMUNE Nome Specie CapiSesso

Accasament

o

Data macellazione

N. vaccinazio

ni

Data ultima

vaccinazione

N° Giorni

da ultima

vaccinazione

004RO015

LPPA BADIA POLESINE

Tex Tacchini - Macello

6800 F 04/05/2006

02/08/ 2006

065VR060

DPPA ROVERCHIARA

Black Tacchini - Macello

5600 M 15/03/2006

22/08/ 2006

1 14/05/ 2006

62

079VI618

MPPA POIANA MAGGIORE

Dylan Tacchini - Macello

3800 M 02/03/2006

09/08/ 2006

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Allevamentiper specie presente

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Focolaio in zona densamente popolata

DPPA

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Focolaio in zona mediamente popolata

MPPA

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Focolaio in zona scarsamente popolata

SPPA

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Zone di restrizione

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Dppa 1 km

1 allevamentoTacchini da carne5500 capi

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DPPA 3 km

13 allevamenti 561.760 capi

Di cui3 tacchini38.060 capi8 broiler358.400 capi1 riprodutt.133800 capi1 faraone 31500 capi

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DPPA restrizione10 km

102 allevamenti totale

39 tacchini654789 capi

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MPPA 1 km

0 allevamenti

Page 83: La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

MPPA 3 km

10 allevamenti totale

1 allevamento tacchini6500 capi

9 allevamento broiler450700 capi

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MPPA restrizione 10 km

74 allevamenti totale1.911.680 capi

40 allevamentitacchini630.580 capi

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SPPA 1 km

1 allevamento tacchini10400 capi

Page 86: La gestione dei focolai nei rapporti istituzionali con il Ministero e il Centro di Referenza

SPPA 3 km

O allevamenti

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SPPA restrizione10 km

9 allevamenti totale247500 capi

0 tacchini

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accasati

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Tipologia di area

Totale

Allevamenti Volatili

DPPA 1 5500

MPPA 2 11000

SPPA 1 10400

Allevamenti avicoli presenti entro la Buffer Zone di 1km attorno all’allevamento focolaio

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Tipologia di area

Ipotesi 3km Ipotesi 4km Ipotesi 5km

Allevamenti Volatili

Allevamenti Volatili

Allevamenti Volatili

DPPA 3 38060 915558

9 1222912

9

MPPA 1 6500 2 26000 2 2600

SPPA 0 0 0 0 0 0

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Allevamenti di galline

ovaiole

Meno di 3 giorni alla macellazione

Meno di 10 giorni alla macellazione

DPPA 2 8 14

MPPA 0 2 6

LPPA 0 1 1

Per le Zone di Sorveglianza di 10 km è previsto, per 4 giorni, il fermo totale delle movimentazioni e, a seguire,

le limitazioni previste dal piano di emergenza.A tale scopo, si riporta di seguito la situazione degli

allevamenti, relativi al numero di giorni alla macellazione o alla fine del ciclo di produzione.

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Area

Tacchini da carne

BroilerPolli

riproduttori

Faraone Totale

N. All.

N. Campioni

N. all

N. Campioni

N. all

N. Campioni

N. all

N. Campioni

N. all

N. Campioni

DPPA 3 60 8 160 1 20 1 20 13 260

MPPA 1 20 9 180 0 0 0 0 10 200

SPPA 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

prove sierologiche per individuare la presenza di circolazione virale negli

allevamenti

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Macello zona di protezione

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Macello zona di sorveglianza

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Influenza aviaria

(H5N1) nei volatili

selvatici in Italia

Situazione al

24.02.2006

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Municipalities where confirmed cases of H5N1 in wild birds were found in Sicilia region

Protection zone: opening 13/02/2006closing 01/03/2006

Surveillance zone: opening 14/02/2006 closing 06/04/2006

Municipality with confirmed case

Protection area

Surveillance area

Province