La Gestione dei comportamenti quando diventano unnuke.ctsfoggia.it/Portals/0/Files/Autismo/Materiale...
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Dal fornaio con la
mamma ( A)
Maria dice “mamma
voglio la pizza”( B)
La mamma risponde:
«no» tra poco andiamo
a casa e devi pranzare
( C)
Maria alza il tono di voce:
ho fame voglio la pizza
bianca
Maria piange ,grida si
butta a terra e dice:
“Voglio la pizza, ho detto
che ho fame”
Maria smette di piangere
e si alza da terra
Maria mangia la pizza
ESERCITAZIONE
Dal fornaio con la
mamma ( A)
Maria dice “mamma
voglio la pizza”( B)
La mamma risponde:
no tra poco andiamo a
casa e devi pranzare (
C)
La mamma risponde no
tra poco andiamo a casa
e devi pranzare
Maria alza il tono di
voce: ho fame voglio la
pizza bianca
La mamma dice:Ho detto
di no. Il fornaio dice:
“Signora gliene taglio
solo un pezzetto, è
calda”
La mamma dice:Ho detto
di no “Signora gliene
taglio solo un pezzetto, è
calda”(antecedente)
Maria piange ,grida si
butta a terra e dice:
“Voglio la pizza, ho detto
che ho fame”
La mamma guarda il
fornaio e dice: “Solo
per questa volta te la
prendo, visto che hai
tanta fame”
La mamma guarda il
fornaio e dice: “Solo
per questa volta te la
prendo, visto che hai
tanta fame”
Maria smette di piangere
e si alza da terra
La mamma prende la
pizza dal fornaio e la
consegna a Maria
La mamma prende la Maria mangia la pizza La mamma completa la
ESERCITAZIONE
SITUAZIONE
A (Antecedente)
SITUAZIONE
B(comportamento
Inadeguato)
SITUAZIONE
C(Conseguenza)
(8:30) Marco si rifiuta
dice NO “questa
attività non la
voglio fare”…
SITUAZIONE
A (Antecedente)
SITUAZIONE
B(comportamento
SITUAZIONE
C(Conseguenza)
(9:30) (10:00) Si alza vuole
prendere i colori e
vuole essere aiutato
dalla Maestra.
Marco inizia ad
arrabbiarsi
SITUAZIONE
A (Antecedente)
SITUAZIONE
B(comportamento)
SITUAZIONE
C(Conseguenza)
(10:30) Si arrabbia, dice alla
maestra che i
compagni prendono il
suo scotch, lo butta
nel cestino, butta fogli
e libri a terra.
Lui dice: “Non me ne
importa”. Prende una
bottiglia d’acqua e la
lancia verso la
Maestra.
REGOLA n. 1
Quando un comportamento
«difunzionale» e diventa un
problema è bene decidere di
osservare il comportamento
REGOLA n. 3
Il linguaggio di chi osserva deve
essere descrittivo e operazionale:
es. evitare “E’…aggressivo”
es. descrivere l’azione: lancia
corre…piange…salta…urla…dà
calci…graffia…spinge…
REGOLA n. 4
Utilizzare la tecnica ABC per
scoprire la funzione
«comunicativa» del
comportamento
(Functional Analysis)
SITUAZIONE
A (Antecedente)
SITUAZIONE
B(comportamento
Inadeguato)
SITUAZIONE
C(Conseguenza)
(8:30) Marco lavora
è seduto nel banco
da solo, ripete le
tabelline e partecipa.
La M. dice: «come
sei bello quando sei
così». Marco
continua a
lavorare…ma
quando cambia
l’attività .
Marco si rifiuta
dice NO “questa
attività non la
voglio fare”…
La maestra dice
OK riposati
SITUAZIONE
A (Antecedente)
SITUAZIONE
B(comportamento
SITUAZIONE
C(Conseguenza)
(9:30) è passata un’ora,
Marco rimane seduto
nel banco, senza far
nulla, i compagni
lavorano, è solo,
giocherella con le mani,
osserva i compagni
…aspetta. Viene mi
dice che è triste.
La M. dice:…ora devi
scrivere i compiti sul
diario, io non te li
scrivo, tutti li scrivono
da soli.
(10:00) Si alza vuole
prendere i colori e
vuole essere aiutato
dalla Maestra.
ma Marco inizia ad
arrabbiarsi
La maestra dice “Non
posso devo fare”
matematica”.Ora devi
scrivere i compiti sul
diario, io non te li
scrivo, tutti li
scrivono da soli.
Comprendo…
• Dall’osservazione emerge che Marco dopo
la prima ora si demotiva e se non viene
impegnato e incoraggiato inizia a
provocare con piccoli comportamenti
problematici fino a diventare
“incontrollabile”.
SITUAZIONE
A (Antecedente)
SITUAZIONE
B(comportamento)
SITUAZIONE
C(Conseguenza)
(10:30) è l’ora della
merenda M. chiede il
permesso di mangiare,
finisce, ma continua ad
essere solo…non è
impegnato in nulla,
cerca di avvicinarsi ad
un compagno. Cerca
dei fogli, per disegnare
ma non riesce ad averli
L’Ins. dice adesso li
riprendi..
Si arrabbia, dice alla
maestra che i
compagni prendono il
suo scotch, lo butta
nel cestino, butta fogli
e libri a terra.
Lui dice: “Non me ne
importa”. Prende una
bottiglia e la lancia
verso la Maestra.
L’Ins. dice adesso li
riprendi..
La Maestra si
avvicina a lui e si
arrabbia moltissimo.
La lezione si
interrompe e tutti i
compagni osservano…
REGOLA n. 5
Se lo scopo è evitare delle attività, l’evitamento
potrebbe essere sollecitato dal bisogno di
interrompere il compito a causa della
stanchezza, difficoltà o noia ( nel caso di compiti
troppo facili) dal livello di frustrazione che il
compito provoca . In questo caso bisogna
fornire un comportamento alternativo
Cosa posso fare?
• In questo caso potrei intervenire
sull’antecedente….per modificare la
situazione iniziale e prevenire.
• Posso impegnare il bambino con
un’attività alternativa
• Posso rinforzare solo i comportamenti
positivi ( rinforzi differenziali), senza porre
l’attenzione sul comportamento
problematico
1. Definire il comportamento
in termini di movimenti
Come osservare un comportamento problematico
2. Descrivere da quanto tempo si
presenta
3. Specificare con quale frequenza
3. Individuare cosa lo ‘scatena’e in
quali contesti si manifesta
4. Individuare la nostra reazione
in termini di ‘comportamento’
5. Individuare cosa lo rinforza o
cosa lo alimenta
6. Individuare cosa fare per non
rinforzarlo
7. Sostituire i comportamenti
problematici con comportamenti
adeguati
Temple Grandin's 'hug machine' –
HELP WITH Autism ..
Scrive ancora Temple Grandin (1994):Il pensiero visivo viene utilizzato per ogni
sorta di ragionamento ed elaborazione logica che riguarda concetti astratti.
[… ] quando penso ad un concetto astratto, come i rapporti con le persone, uso
immagini visive, come quella di una porta di vetro scorrevole. Era necessario
cominciare un rapporto con dolcezza perché, se ci si precipitava troppo
rapidamente
in avanti, si rischiava di mandare la porta in frantumi. Pensare alla porta non mi
bastava. Bisognava che la varcassi realmente. Quando ero al liceo e
all’università,
mi servivo di vere e proprie porte per simbolizzare i più importanti cambiamenti
della mia vita, come il conseguimento di un diploma. Le porte mi servivano da
linguaggio visivo per esprimere le idee che
normalmente si traducono con le parole.
[….] Adesso non mi servo più delle porte scorrevoli per comprendere le
relazioni
interpersonali, ma devo comunque legare un rapporto particolare a qualcosa
che ho
letto o vissuto. Per esempio, una lite fra i miei vicini somiglia al conflitto tra gli
U.S.A. e l’Europa a causa dei diritti doganali. Tutti i miei ricordi sono immagini
visive di avvenimenti precisi.
CON CHI USARE GLI AUSILI VISIVI?
• AUTISMO
• AFASIA
• DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE
• DISTURBO DEL COMPORTAMENTO
• X-FRAGILE
• DISTURBI DEL LINGUAGGIO
• Disabilità cognitiva
• TRAUMA CEREBRALE
Cosa “passa” di quello che
diciamo?
55% visivo:i gesti
L’espressione facciale
Il movimento del corpo
Gli oggetti che ci circondano
37%:vocaleL’intonazione della voceIl ritmoIl volume
7%:verbaleLe parole
Perché la nostra comunicazione
verbale non è sufficiente?
• Gli alunni hanno?:
• Difficoltà a spostare e ristabilire l’attenzione
• Difficoltà a prestare attenzione ai suoni di
primaria importanza in presenza dei rumori di
fondo
• Difficoltà di comprensione del linguaggio verbale
• Elaborazione lenta dell’informazione
QUALI SONO gli ausili visivi?
(TUTTO QUELLO CHE SI VEDE)
• GESTI
• MOVIMENTO DEL CORPO
• OGGETTI
• FOTO
• MATERIALE STAMPATO
• IMMAGINI
• ETICHETTE
Cosa fare? Individuare come l’alunno
comunica
• Parla? (cosa comprende)?
• Non parla? (Come si fa capire)?
• Usa i gesti? (Quali)?
• Quali sono i suoi interessi?
• Come gioca?
• Quali sono i suoi cibi preferiti?
1966 Schopler
T.E.A.C.C.HChildren
Trattamento educativo
per bambini autistici e
con disabilità
comunicative
“Dove” e “quando”
Dividere la giornata in segmenti:
• Usare un oggetto per ogni “segmento”
• Un’immagine
• Un disegno
• Spostamento da un ambiente all’altro
• Cambio di attività
• cambio di operatori
La filosofia TEACCH propone la strutturazione dell'ambiente
attraverso un' organizzazione degli spazi e delle attività
con schemi visivi che consentono prevedibilità e controllo.
SCHEMA DELLA GIORNATA
Organizzazione concreta della sequenza di azioni o attività che si svolgono nel tempo
OGGETTI
IMMAGINI/FOTO
SCRITTE
AGENDE
ORGANIZZAZIONE chiara della
STRUTTURA delle ATTIVITA’
Per compensare le difficoltà di comprensione di messaggi e situazioni.
Indicazioni concrete:
ARREDI
OGGETTI
MATERIALI
SCHEMA DI LAVORO
INDIPENDENZA
Superare le difficoltà legate a: IMMAGAZZINAMENTO
E USO DI AUTO-ISTRUZIONI
INTERIORIZZATE
GUIDE FISICHE
VISIVE
GRAFICHE
PECS
“PICTURE EXCHANGE COMMUNICATION
SYSTEM”
o
“SISTEMA DI COMUNICAZIONE MEDIANTE
SCAMBIO DI IMMAGINI”
anni 60 → California
ABA(Analisi Comportamentale
Applicata)
EIBI
(Intervento comportamentale intensivo precoce)
Metodo Lovaas
Intervento intensivo (40 ore alla settimana, circa6 ore al giorno) rapporto 1:1
FOTO
LOVAAS
Lovaas
MODELING: ModelloL‘imitazione di un modello competente (adulto o coetaneo) che
esegue il comportamento che vogliamo che il bambino
apprenda
MODELING: l‘imitazione di un modello competente (adulto
o coetaneo) che esegue il comportamento che vogliamo
che il bambino apprenda.
PROMPTING un suggerimento o aiuto che diamo al
bambino. I tipi di prompt possono essere: di tipo fisico,
verbale, gestuali (indicazione), ecc.
https://www.youtube.com/watch?v=FI1cu2u1eXk
youtube backward chaining
https://www.youtube.com/watch?v=8Sx_zJyYWrw
04 washing hands
VIDEO
Autism Training Solutions: Chaining and Task Analysis
CHAINING:CONCATENAMENTOIl costituisce una modalità d'insegnamento che
prevede una frammentazione dell'azione
insegnando i singoli passi secondo l'analisi del
compito (o Task analysis) .
TASK ANALYSIS:
descrizione delle diverse
fasi che compongono
l'obiettivo
comportamentale che ci
siamo prefissati
attraverso l'analisi del
compito, sia in
sequenza, sia nei
prerequisiti necessari.
https://www.youtube.com/watch?v=OqSNhlfoHx4
Shaping Link's Behavior
SHAPING:
modellagioTale tecnica consiste nel rinforzare ripetutamente quei comportamenti che,
seppur lontani dal comportamento meta prefissato, si avvicinano
progressivamente all’obiettivo. Il rinforzo va fornito, quindi, inizialmente ai
comportamenti positivi che son relativamente facili per il soggetto seppur
ancora distanti,