La gestione ambulatoriale della malattia renale
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La gestione ambulatoriale della malattia renale
Sassari 16 settembre 2006
La popolazione affetta da insufficienza renale cronica è in costante aumento in tutti i paesi industrializzati.
Negli USA e nei Paesi europei incidenza e prevalenza dell’IRC terminale sono raddoppiate negli ultimi dieci anni.
1. Danno renale da almeno tre mesi definito da anormalità strutturali o funzionali del rene con o senza calo del GFR che si evidenzia con:
Anormalità patologiche; o Markers del danno renale
incluse anomalie nella composizione del sangue e/o delle urine, oppure anormalità nei controlli per immagini.
2. GFR <60mL/min/1.73 m2 per oltre 3 mesi con o senza danno renale
Per insufficienza renale cronica secondo il K/DOQI si intende:
Stadiazione delle nefropatie croniche (NKF - DOQI)
Nefropatia con filtrato glomerulare normale (>90 ml/min/1.73 m2)
Nefropatia con lieve calo del filtrato glomerulare (89 – 60 ml/min/1.73 m2)
Nefropatia con moderato calo del filtrato glomerulare (59 – 30 ml/min/ 1.73 m2)
Nefropatia con grave calo del filtrato glomerulare (29 – 15 ml/min/1.73 m2)
Insufficienza renale terminale (<15 ml/min/1.73 m2)
Equazioni predittive della velocità di filtrazione glomerulare (GFR)
Cockroft-Gault:
GFR = (140 – età x peso corporeo (Kg))/72 x Creatininemia
MDRD:
GFR = 170 x (Creatininemia)-0.999x (Età)-0.176 x (0.762 se Femmina) x (1.180 se Afro-Americano) x (BUN/2.14)-0.170 x x (Albumina)0.318
MDRDs:
GFR = 183.3 x (Creatininemia)-1.154 x (Età)-0.203 x (0.742 se Femmina)
Età
Compilare i soli campi: 49,0creatinina, sesso, anno di nascita, peso corporeo e cistatina c.
Creatinina Sesso Anno di nascita2,5 F 1957
Peso corporeo (Kg) Cistatina C MDRD1 MDRD2 Media
"(1)"
"(2)"
"(3)"
32,5
MDRD1 Levey ed altri Annals of Internal Medicine 130:461-470,1999
MDRD2 Levey ed altri J Am Soc Nephrol 11:A0828, 2000(abstr)
92 2,24 29,1
20,5
31,6
27,9
Valutazione cleareance della creatinina con formule predittive MDRD, Cockcroft-Gault e Cistatina C
Legenda: Femmina: F Maschio: M
Formula per la Cistatina C (1): Grubb, Bjork ed altri Scand J Clin Lab Invest 2005;65(2): 153-162
Formula per la Cistatina C (2): Hoek, Kemperman ed altri Nephrol Dial Transplant 2003 Oct;18(10):2024-31
Formula per la Cistatina C (3): Larsson, Malm ed altri Scand J Clin Lab Invest 2004;64(1):25-30
Cleareance della creatinina in ml/min
36,0
26,7Media cistatina
Cockcroft-Gault
39,5
Cistatina C
Con danno renale Senza danno renale
Gfr(ml/min/1.73m2)
Conipertensione
Senzaipertensione
Conipertensione
Senzaipertensione
>90 1 1 Ipertesi Normali
60-89 2 2 Ipertesi con calo di GFR
Pazienti con calo di GFR
30-59 3 3 3 3
15-29 4 4 4 4
<15 5 5 5 5
Ipertensione arteriosa
Ipertensione arteriosa
Meccanismi patogenetici di ipertensione arteriosa nell’I.R.C.
•Ipertensione essenziale presistente
•Espansione di volume extracellulare
•Stimolazione del sistema Renina-Angiotensina Aldosterone
•Aumentata attività simpatica
•Fattori endogeni simil digitalici
•Prostaglandine/Bradichinine
•Alterazione in fattori di origine endoteliale (ossido nitrico/endotelina)
•Accresciuto peso corporeo
•Somministrazione di eritropoietina
•Secrezione di ormone paratiroideo/Accresciuto Calcio intracellulare/Ipercalcemia
•Albero arterioso calcificato
•Malattia vascolare renale e stenosi dell’arteria renale
•Trapianto da cadavere di donatore con storia familiare di ipertensione
•Ciclosporina, Tacrolimus ed altre terapia immunosoppressive e corticosteroidee
Ipertensione arteriosa
Ottimale <120 mm Hg e <80 mm Hg
Normale <130 mm Hg e <85 mm Hg
Pre ipertensione
130 -139 mm Hg o 85 – 89 mm Hg
Ipertensionestadio I°
140 -159 mm Hg o 90 – 99 mm Hg
Ipertensionestadio II°
160 -179 mm Hg o 100 -109 mm Hg
Ipertensionestadio III°
>180 mm Hg o >110 mm Hg
Classificazione della pressione arteriosa per adulti sopra i 18 anni (JNC – VI)
Ipertensione arteriosa
E’ importante misurare in modo standardizzato la pressione arteriosa prima controllando “manualmente” sull’arteria radiale il valore di sistolica e poi, dopo avere portato a zero mmHg lo sfigmomanometro lo si riporta velocemente 20 - 30 mmHg sopra il valore precedente per sentire l’inizio della pressione sistolica scendendo lentamente fino alla fine dei rumori per la diastolica.
Non sottovalutare l’”Allarme camice bianco” che può essere molto importante nel determinare l’ipertensione “falsa” ma può creare un’alibi a quella “vera”.
Attuare tutte le metodiche per cercare di minimizzarlo:
Due o tre misurazioni in vari momenti della visita clinica
Automisurazione domiciliare
ABPM
Ipertensione arteriosa
Ricordare la variazioni della pressione arteriosa
Circadiane Annuali
Più alta nella veglia
Più bassa nel sonno
Più alta nei mesi freddi
Più bassa nei mesi caldi
• Ipertensione arteriosa• Obesità addominale• Ipertrigliceridemia• Bassi valori di colesterolo HDL• Iperglicemia a digiuno
Sindrome m
etabolica
0,9
9,2
0123456789
10
0 1 2 3 4 5
Prevalenza%
Fattori di rischio della Sindrome Metabolica
Insufficienza renale cronica
Fattori di rischio emergenti
Infiammazione (elevati valori di PCR)
Iperomocisteinemia
Alta attività del simpatico
Alti livelli di Dimetil Arginina asimmetrica ADMA
Problematiche comuni del paziente con danno renale
Proteinuria (micro e macro)
Ematuria (micro e macro)
Anemia
Disturbi nutrizionali
Dolore
Disturbi metabolici
Problematiche comuni del paziente con danno renale
Micro e macro proteinuria
Micro e macro ematuria
Anemia
Disturbi nutrizionali
Dolore
Disturbi metabolici
Proteinuria
Proteinuria clinica o Macroproteinuria
Escrezione delle 24 ore:
Valori alterati
>500mg/die
Escrezione delle 24 ore:
150 - 500mg/die
MicroproteinuriaValori alterati
Proteinuria
Albuminuria clinica o Macroalbuminuria
Escrezione delle 24 ore:
Valori alterati
>300mg/die
Rapporto proteina/creatinina: >300µgAlbumina/mgCreatinina
Escrezione delle 24 ore:
30 - 300mg/die
Rapporto proteina/creatinina: 17-250 µgAlb/mgCr (uomo)
25–355 µgAlb/mgCr (donna)
MicroalbuminuriaValori alterati
Proteinuria
La proteinuria è uno dei migliori marker di danno renale in particolare glomerulare.
E’ uno dei più significativi indici predittivi di progressione delle malattie renali e di risposta alla terapia antiipertensiva.
Lo studio RENAAL che aveva come endpoint il raddoppio del valore della creatinina basale e la progressione verso l’uremia terminale per studiare quali fossero i fattori di rischio in pazienti nefropatici diabetici in buon controllo pressorio, ha dimostrato che la proteinuria era il fattore indipendente più consistente per gli endpoints suddetti anche nei pazienti trattati.
ProteinuriaRene
Inibitore della renina
Angiotensinogeno
Ang IRenina
ACE
Ang IIARBs
ACEIs
Recettore AT1
Feedback compensatorio
Mediatori dell’infiammazione, Molecole di adesione, Crescita cellulare, Apoptosi
Disfunzione endoteliale
ALBUMINURIA
ProteinuriaVasi
Inibitore della renina
Angiotensinogeno
Ang IRenina
ACE
Ang IIARBs
ACEIs
Recettore AT1
Feedback compensatorio
Mediatori dell’infiammazione, Molecole di adesione, Crescita cellulare, Apoptosi
Disfunzione endoteliale
ATEROSCLEROSI
Proteinuria
Trattare la proteinuria
Usare ACE inibitore.
Usare ACE inibitore e Sartanico (ARB) favorisce il miglioramento della proteinuria.
Curare la pressione arteriosa con altri farmaci associati se non si raggiunge il target ottimale.
Usare le statine che migliorano le funzioni endoteliali e fanno diminuire l’ossidazione causata dalle lipoproteine a bassa densità e forse hanno anche un effetto diretto sull’albuminuria.
Ematuria
L’ematuria è una alterazione urinaria spesso asintomatica che va indagata in un contesto di dati clinici e di sintomi.
L’area di competenza del nefrologo copre solo una minima parte delle malattie che possono indurre ematuria.
Lo stick urinario ha grande valore nello studio delle macroematurie ed è indispensabile nelle microematurie.
La prevalenza della microematuria nella popolazione sana si aggira tra il 2.5% ed il 5%
Ematuria
Fenomeno da inquadrare in una doppia dimensione temporale cioè:
In base all’età del paziente
In base alla transitorietà o persistenza del sintomo
Ematuria
Microematuria transitoria a prescindere dall’età si ha nelle infezioni urinarie ricorrenti (valutare anche leucocitosi e sintomatologia)
Condizione particolare a metà strada tra transitoria e ricorrente è l’ematuria ciclica nelle donne con endometriosi vescicale peraltro non molto frequente
Nello sforzo fisico (età<40 anni)
Nei traumi
Ematuria
Tra le forme persistenti:
Drepanocitosi e cause ematologiche
Rene policistico dell’adulto che si manifesta clinicamente tra i 20 ed i 60 anni.
Malattie glomerulari che hanno picchi di incidenza nell’infanzia ed in vecchiaia.
Neoplasie del tratto urogenitale che si manifestano dai 45-50 anni in poi.
Stesso range d’età per l’iperplasia prostatica benigna.
Ematuria
Una causa di microematuria è, forse, l’uso di farmaci anticoagulanti ed in particolare Coumadin, non è sufficientemente studiata e comunque non deve portare ad una rinuncia del loro uso.
Buona parte delle cause viste sono sostenute da malattie urologiche.
Valutare le informazioni dell’esame urine riguardo la presenza di coaguli (cause non glomerulari)
Cilindri ematici e proteinuria oltre 0.5g/24 ore (cause glomerulari)
Morfologia degli eritrociti
Ematuria
Dipstick test
Sedimento urinario
Ematuria glomerulare Ematuria non glomerulare
Test ulteriori per confermare o estendere il sospetto di malattia renale nei confronti di uropatia: Proteinuria, Creatinina, Urinocoltura, Citologia urinaria.
Imaging: ecografia renale
Biopsia renale Ulteriori controlli di imaging:Tac; Urografia; Cistoscopia;
Dolore
Il dolore renale “puro”è di tipo viscerale continuo e gravativo.
Il dolore si avverte con maggiore intensità in regione lombare e con riferimento dermatomerico anche al fianco omolaterale sopra la linea ombelicale trasversa.
Non ha tendenza ad irradiarsi ma se è interessata la capsula renale può impegnare il diaframma per contiguità
Il dolore pielico ed ureterale è di tipo colico con crisi dolorose che possono essere molto intense anche protratte e simulare così il dolore renale puro.
Dolore
Il dolore del terzo inferiore dell’uretere si presenta con una caratteristica irradiazione alla vescica con dolore sovrapubico ed all’inguine omolaterale ed all’uretra.
Il dolore ureterale si embrica lungo tutto l’uretere ma la sintomatologia vescicale (Pollacchiuria , Stranguria etc) compare quando è interessato il terzo inferiore.
In tutti i casi spesso si associa nausea, vomito e febbre.
Dolore
Diagnosi differenziale con Intestino, soprattutto Colon, poi Fegato, Colecisti, Pancreas e Milza.Il dolore renale puro nella pratica clinica è associato a condizioni di origine infettiva come le Pielonefriti o gli Ascessi renali, le Rotture di Cisti Renali sono rare, i Traumi renali. Nel dolore di tipo colico pielo-ureterale essenzialmente bisognerebbe escludere l’ostruzione con dilatazione calico pielica che, se presente, normalmente si manifesta con aspetti di dolore renale puro e quindi rende necessaria una valutazione per immagini con una certa sollecitudine.
Dolore
Aiuti diagnostici di carattere laboratoristico sono:
Esame urine estemporaneo
Urinocoltura
Ecografia renale
Se la sintomatologia dolorosa e/o febbrile appare intensa è necessaria l’ospedalizzazione.
Anem
iaNormocromica
Normocitica
Ipoproliferativa
Anemia nell’insufficienza renale cronica:
Quando i valori di emoglobina sono:
<13.5 g/dL nel maschio adulto
<12.0 g/dL nella femmina adulta
Anem
iaA quale GFR inizia lo stato anemico?
< 60 mL/min/1.73 m2 nel maschio;
< 40 mL/min/1.73 m2 nella donna;
Se si usa l’equazione MDRD il valore di GFR è 50 mL/min per ambedue i sessi
In questa fase bisogna andare a cercare tutte le potenziali cause di anemia da correggere eseguendo:
Emocromo completo
Conta assoluta dei reticolociti (v.n. 40.000-50.000 cellule/µL)
Ferritina
TSAT%
Ricerca perdita sangue occulto nelle feci
Anem
iaTestare lo status del ferro ha due scopi:
Valutare il potenziale contributo del deficit di ferro all’anemia
Determinare se è necessario andare a cercare perdite occulte gastrointestinali.
Nei pazienti con I.R.C. non in trattamento sostitutivo non bisognerebbe instaurare terapia marziale se la ferritina è superiore a 500ng/mL e la TSAT maggiore del 20%.
Con TSAT minori del 20% cercare situazioni come infiammazione e sequestro reticoloendoteliale del ferro.
Anem
iaI livelli di Hb da mantenere nei pazienti con Malattia Renale Cronica devono essere non inferiori a 11.0 g/dL.Non esistono evidenze che livelli di HB superiori a 13 g/dL siano di beneficio.
Anem
iaCarenza assoluta di ferro = TSAT<15% e Ferritina<12µg/dL
Carenza funzionale di ferro = Anemia; TSAT<20%; Ferritina>100mg/dL; pHRc>10%
Sovraccarico di ferro = TSAT>45%; Ferritina>400mg/dL
Disturbi
nutrizionaliMalnutrizione
proteicaI.R.C.
Inadeguato apporto nutrizionale
Alterazioni intermedie del metabolismo
Infiammazione
Aterosclerosi
(MIA)
Intolleranza glucidica
I.R.C.Resistenza periferica all’azione dell’insulina
Alterata secrezione di insulina
DislipidemiaI.R.C.
Accumulo di APO B con aumento di VLDL ed IDL Riduzione HDL
Disturbi
nutrizionaliCause di ridotto apporto nutrizionale in I.R.C.
Patologie apparato gastro-intestinale
Diguno prolungato
Inappetenza
Nausea
Stato infiammatorio cronico
Neoplasie
Cause Organiche
Disturbi
nutrizionaliPovertà
Solitudine
Stato dentale insufficiente
Alcolismo
Cause Socio-ambientali
Disturbi
nutrizionali
Tests diagnostici per valutare lo stato nutrizionale
Tests cliniciEsami
laboratorioTests
strumentaliEsame obiettivo Protidemia totale TAC
Anamnesi generale e dietetica
Albuminemia Bioimpedenzometria
Antropometria Prealbuminemia Densitometria
Determinazione massa corporea
Immunoglobuline seriche
Potassio corporeo totale
SGNA Tranferrinemia Azoto corporeo
MIS Conta linfocitaria
PCR
Disturbi
nutrizionali[ ]
100*abituale Peso
attuale Pesoabituale Peso −
Variazione del peso corporeo
La perdita del 30% - 40% viene definita Cachessia
Perdite del 5% indicano buona nutrizione
Perdite del 5% - 10% indicano media malnutrizione
Perdite >10% indicano grave malnutrizione
Nell’anoressia nervosa si arriva in breve al 45% - 55%
Disturbi
nutrizionali
Body Mass Index ( B.M.I.) Indice di Quetelet
( )
=
2altezza di Metri
peso di KgBMI
Classificazione
BMI Rischio comorbidità
Sottopeso < 18.5 Basso
Normopeso 18.5 – 24.9 Medio
Sovrapeso >25
- Preobeso 25 – 29.9 Aumentato
- Obesità I° 30 – 34.9 Moderato
- Obesità II° 35 – 39.9 Severo
- Obesità III° >40 Molto severo
Disturbi
nutrizionaliValutazione semplificata dello status nutrizionale
Albumina g/dL 3,5 - 5,0 3,0 - 3,5 2,5 - 2,9 < 2,5Transferrina µg/dL 200 - 400 150 - 200 100 - 148 < 100Prealbumina mg/dL 20 - 40 18 - 22 10 - 17 < 10
Conta linfocitaria n/mm3 1500 - 4000 1200 - 1500 800 - 1199 < 800
Lieve malnutrizione
Moderata malnutrizione
Severa malnutrizione
Albumina g/dL
Prealbumina mg/dL
3,5 - 5,0
200 - 400
20 - 40
Conta linfocitaria n/mm3 1500 - 4000
Sindrome nefrosicaMalattia epaticaStato infiammatorioIperidratazioneInfezioni cronicheMalattia epatica cronicizzataSovraccarico marziale
Transferrina mg/dL
Valori normali
Terapia marzialeInfezioni viraliTerapia corticosteroideaNeoplasie del colon
Sindrome nefrosicaRiduzione caloricaMalatia epaticaStress acuto
Disturbi
nutrizionaliPerché la dieta nei pazienti nefropatici?Obiettivi:
Mantenere uno stato nutrizionale non deficitario
Ridurre la progressione dell I.R.C.
Prevenire e ridurre i disordini metabolici
Ritardare la comparsa dell’iperparatiroidismo IIario
Prevenire o ritardare la comparsa di malattie cardiovascolari, cerebrovascolari e vascolari periferiche
Prevenire lo sviluppo di patologie ad alto tasso di mortalità
Disturbi
nutrizionaliChe dieta nei nefropatici?
La FAO raccomanda per la popolazione generale nelle nazioni occidentali un apporto proteico ideale di 0.75g/Kg/die.
In Europa l’apporto proteico medio è di 1.3g/Kg/die.
Quanto consigliato dalla Fao è ottimale anche per i pazienti nefropatici.
Disturbi
nutrizionali
Nel corso della nefropatia i pazienti si riducono spontaneamente l’apporto proteico fino a circa 0.86g/Kg/die quando il GFR è sotto i 30 ml/min.
Purtroppo riducono soprattutto l’apporto calorico arrivando presto ad un bilancio azotato negativo.
E’ per questo motivo che la dieta ha attualmente il grande significato di permettere apporto proteico di 0.75 g/Kg/die ed apporto calorico di 35 Kcal/Kg/Peso ideale/die sotto i 60 anni; 30 – 35 Kcal/Kg/Peso ideale/die sopra i 60 anni.
Il 75% di proteine devono essere ad alto valore biologico (Carne, Uova, Carboidrati)
Importante non ridurre l’apporto calorico in pazienti con BMI fino a 30
Disturbi
metabolici
I reni dei pazienti uremici eliminano quantità “normali” di Sodio (12 g/die introdotti con la nostra dieta), fino a valori molto bassi di filtrato senza che si verifichino edemi, se la funzione cardiaca lo permette, ne deriva quindi che una introduzione di 1 – 3 g/die di sodio con 1500 – 3000 ml di acqua al giorno sono compatibili con un normale mantenimento del bilancio idro-salino.
I pazienti con IRC non sanno però adattarsi ad un carico acuto di Sodio o ad una sottrazione improvvisa.
Disturbi
metabolici
Il controllo della Potassiemia è mantenuto fisiologicamente nell’IRC con tre meccanismi
La secrezione tubulare del Potassio tende ad aumentare per unità di GFR rispetto alla riduzione del filtrato almeno finchè la diuresi è mantenuta ( 1000 ml/die).
Ridotto apporto nutrizionale per anoressia e/o consigli dietetici.
Escrezione fecale di Potassio aumentata nell’IRC.
Pazienti con > 15 ml/min di GFR non presentano iperpotassiemie severe se non associate ad oliguria, ipoaldosteronismo, acidosi metabolica, introito eccessivo di potassio dietetico, uso di F.A.N.S., ACE inibitori, β bloccanti.
Disturbi
metabolici
Il controllo dell’Iperparatiroidismo secondario si deve praticare precocemente dal momento che già sui 40 ml/min di GFR comincia a diminuire la capacità di eliminare il fosforo con le urine pur in presenza di fosforemia normale.
Questo avviene per l’aumento compensatorio del PTH che inizia ad aumentare quando il filtrato è sui 60 ml/min.
Bisogna iniziare dieta a basso tenore di fosforo (ipoproteica) e se questo fosse insufficiente iniziare la terapia con chelanti del fosforo per mantenere la fosforemia tra 2.7 – 4.6 mg/dl in stadio III° e IV°.
Disturbi
metabolici
L’Acido urico è il principale prodotto urinario del metabolismo delle purine nell’uomo.
A causa di alcune mutazioni genetiche avvenute nel Miocene noi non possediamo Uricasi epatica ed eliminiamo A.U. come tale e non nella sua forma più solubile Allantoina.
Il rischio è la precipitazione dell’A.U. in forma cristallina nei tessuti molli nel rene e nelle vie urinarie in nefropatici, obesi, ipertesi e pazienti con sindrome metabolica
Disturbi
metabolici
I livelli ematici di A.U. riflettono le anomalie di bilancio esterne quindi aumentano in presenza di lisi cellulare o quando aumenta il riassorbimento tubulare.Nell’insufficienza renale cronica diminuisce la clearance degli urati ed il frequente uso di diuretici favorisce iperuricemia.
L’acido urico viene attualmente considerato un marker precoce di danno microvascolare e gioca un ruolo importante nella genesi dell’ipertensione arteriosa
Una m
odesta proposta
Frequenza controlliEsami
laboratoristici e strumentaliM.M.G. Nefrologo
Stadio I° (GFR >90 ml/min)
Una volta all’anno monitorare i markers di nefropatia se presenti
Per la diagnosi ed eventuale terapia da concordare
Creatininemia, Calcolo del GFR,Microalbuminuria e/o ProteinuriaEsame urine
Stadio II° (GFR 89-60 ml/min)
Due volte all’anno Per la diagnosi o per una non conformità dei target prefissati
Gli stessi di sopra + Bun, Elettroliti e Ca, Glicemia Emocromo e Pcr Assetto lipidico
Stadio III° (GFR 59-30 ml/min)
In caso di non conformità dei target prefissati e per monitorare la pressione arteriosa
Tre volte all’anno Gli stessi di sopra + PTHi, Emogasanalisi, Uricemia, Proteinuria delle 24 ore, Ferritina, TSATSideremia,Eco renale e cardiaca
Stadio IV° (GFR 29-15 ml/min)
Controllo P.A. e valutazione clinica al bisogno
Ogni 1-2 mesi
Stadio V° (GFR <15 ml/min)
Controllo P.A. e valutazione clinica al bisogno
Ogni 15 – 30 giorni
Una m
odesta propostaGestione del nefropatico a cura del MMG per gli stadi I° e II°
Nefrologo presente nella sola fase di diagnosi e di eventuale terapia da concordare
Una m
odesta propostaLa frequenza dei controlli laboratoristici è di una volta per anno nello stadio I° e di due volte per anno in quello II°
I controlli laboratoristici proposti sono di facile programmazione:
Una m
odesta proposta
• Creatininemia• Calcolo GFR• Proteinuria e/o
Microalbuminuria• Esame urine
• Creatininemia• BUN• Calcolo del GFR• Proteinuria e/o
Microalbuminuria• Esame urine• Elettroliti siero• Calcemia• Glicemia• PCr• Assetto lipidico
STADIO II°STADIO I°
Email: [email protected]
Legenda Livello 1 = fortemente raccomandato. Livello 2 = mediamente raccomandato Livello 3 = raccomandato
Strategie renoprotettive ordinate secondo livelli di raccomandazione
Intervento Risultati da raggiungere/commento
1. Controllo della pressione arteriosa Livello 1
Pressione sistolica da seduto uguale od inferiore a 120 mm Hg, se tollerata. Questo risultato è raccomandabile per tutti i pazienti con malattia renale progressiva ma è di particolare importanza se la protenuria eccede i 3 g/24 ore.
2. Terapia con ACE inibitore Livello 1
Terapia con bloccanti il recettore per l’angiotensina ARB se intolleranza ad
ACE I Livello 3
Usare ACE I anche se normotesi. La renoprotezione è stata dimostrata anche con dosaggi medio-bassi di ACE terapia.La dose ottimale è sconosciuta. Se il paziente è proteinurico lo scopo sarà ridurre la proteinuria a meno di 1 g/24 ore. L’ACE inibitore sarà utilizzato prIncipalmente per ridurre la proteinuria. Gli ACE I non sono generalmente potenti agenti antipertensivi nell’ IRC, ne deriva che non bisogna aumentarne oltremodo il dosaggio per raggiungere la normotensione.
3. Controllo della glicemia nei diabetici Livello 1
Nel diabete di tipo I° il risultato è emoglobina glicata all’interno di 2 punti percentuali dei limiti superiori del normale. Nel diabete di tipo II° il risultato sarà Hgb A1C normale.
4. Interventi dietetici: Apporto proteico Livello 1 Introduzione di NaCl Livello 3 Introduzione di liquidi Livello 2
Lo scopo da raggiungere è l’ideale apporto di 0,7-0,8 g/Kg/peso corporeo/giorno. Per raggiungerlo potrà essere necessario anche prescrivere una dieta da 0,6 g/Kg. Da 80 a 120 mmol/24 ore (circa da 2 a 3 g di Na/ die) per ottimizzare l’effetto antiproteinurico degli ACE I, ARB e Calcio antagonisti diydropiridinici. Non bisogna restringere il sodio in caso di nefropatia sodio-disperdente. Eventuale terapia concomitante con NaHCO3 non rientra nel conteggio totale. L’apporto di forti quantità di liquidi può risultare in un volume urinario giornaliero eccedente i 2 L che non è di beneficio ed è stato associato ad un più rapido declino del GFR. Queste raccomandazioni non si applicano in presenza di un diabete insipido nefrogenico od ipotalamico. Beneficiano invece in modo particolare di un modesto apporto di liquidi pazienti con ADPKD.
Somm
ario com
portamentale
5. Controllo dei lipidi
Livello 1 per la cardioprotezione Livello 2 per beneficio renale
Colesterolo LDL <120 mg/dl (<100 mg/dl è la miglior scelta in caso sia presente o si sospetti aterosclerosi). Uso di terapia con inibitori dell’ HMG COA reduttasi, che diminuiscono i livelli di colesterolo LDL ma hanno anche un effetto antiinfiammatorio renoprotettivo.
6. Niente fumo di sigarette Livello 1 per un beneficio generale Livello 2 per un beneficio renale
Non fumare
7. Evitare l’uso regolare di F.a.n.s. Livello 3 sulla base dell’evidenza pubblicata Livello 1 sulla base dell’evidenza clinica
F.a.n.s. una o due volte a settimana (mal di testa e cose simili) sembrano essere sicuri. Farmaci che non sembrano essere dannosi per la funzione renale sono:Aspirina anche a lento rilascio, Paracetamolo, Destropropoxifene e Tramadolo.
8. Controllare l’omocisteina plasmatica Livello 2 per la protezione cardiovascolare Livello 3 per il beneficio renale
Usare acido folico (2 – 15 mg/dl/die) per ridurre al normale l’omocisteina plasmatica. Può essere difficoltoso nell’ IRC terminale. I livelli di vit B12 devono essere normali. Supplementi di vitamine B6 e B12 possono essere necessari.
9. Controllare l’iperinsulinemia Livello 2 per la protezione cardiovascolare Livello 3 per il beneficio renale
Perdere il peso corporeo in eccesso, fare esercizio fisico, l’iperinsulinemia (peptide C elevato) è un potente fattore di rischio cardiovascolare e può promuovere la glomerulosclerosi.
10. Usare antiossidanti Livello 3
200 mg/die di vitamina C sono consigliati, la vitamina E può essere utile.
11. Correggere l’anemia Livello 1 per beneficio generale Livello 2 per il beneficio renale
E’ raccomandata Emoglobina tra 11 e 12 g/dL. Di solito è necessaria terapia con eritropoietina.
12. Evitare l’ipokaliemia Livello 1 per beneficio generale Livello 3 per beneficio renale
Può essere importante soprattutto nei pazienti con ADPKD per prevenire la crescita delle cisti.
13. Controllare l’iperfosfatemia Livello 1 per beneficio generale Livello 3 per beneficio renale
Il risultato da raggiungere è la fosforemia normale. Pùo essere necessaria la restrinzione dietetica e l’uso di chelanti del fosforo.
14. Terapia con Aspirina a basse dosi Livello 1 per beneficio generale Livello 3 per beneficio renale
Lo scopo è quello di attenuare gli effetti degli accresciutti livelli di procoagulanti che promuovono la progressione del danno renale. Si raccomanda Aspirina alla dose di 81 mg/die. Non usare in caso di pressione arteriosa non controllata o di sanguinamento renale. L’aggiunta di Dipiridamolo in terapia può dare ulteriori benefici.
15. Terapia estrogenica nelle donne Livello 2 per beneficio generale Livello 3 per beneficio renale
Lo scopo è rimpiazzare gli usuali livelli di estrogeni nelle donne in post menopausa con malattia renale per le quali non sia controindicata la terapia estrogenica. Gli effetti degli estrogeni possono spiegare la più lenta progressione della malattia renale nelle donne rispetto agli uomini.
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