LA GAZZETTA · Giulietta non avessero tenuto nascosto il loro matrimonio?"; questa è la domanda...

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LA GAZZETTA ________________________________________________________________________________ ITSSE MATTIUSSI a.s. 2018 - 19 N. 2 Dirigente scolastico prof.ssa Alessandra Rosset A cura delle prof.sse Daniela Dose, Michela Oro. Il Seicento e la scienza. Conferenza ass. Bobbio con il dott.Greco Sabato 12 gennaio 2019 il saggista dott. Pietro Greco, membro attivo della sezione RAI-scienza, ha tenuto nella Biblioteca Civica di Pordenone una conferenza per l'Associazione Bobbio, creata dal Preside prof. Sergio Chiarotto, sulla storia ed evoluzione del pensiero scientifico nel Seicento. Si è trattato del primo incontro dell'Associazione, mentre l'attività si svilupperà in altri quattro tempi con scopo di promuovere il dibattito culturale e la conoscenza storica e politica. A questo incontro hanno infatti partecipato diverse classi dell' Istituto Tecnico Mattiussi e del Liceo Majorana, insieme a una ricca presenza di pubblico esterno. L’Assessore alla cultura del Comune di Pordenone, il dott Pietro Tropeano, ha tenuto un breve discorso iniziale sul valore della conoscenza scientifica come motore di progresso, in particolare nell'ambito medico nel Seicento. Il moderatore dell’incontro è stato il preside S. Chiarotto, che ha spiegato le finalità di questa serie di incontri, lasciando poi la parola al dott. Greco, il quale ha iniziato l’intervento analizzando la situazione sociale della popolazione europea nel Seicento, facendo capire il bisogno nuovo, provato dagli studiosi delle accademie, di rinnovamento e il desiderio di verificare le scoperte appena compiute. Il prof Greco ha poi concentrato il discorso sula civiltà italiana: ha presentato la figura di Galileo Galilei, le sue scoperte scientifiche e la sua produzione letteraria, in particolare le novità contenutistiche e stilistiche del “Sidereus Nuncius”. Ha dimostrato come lo scienziato pisano fosse mosso dalla volontà di verificare sempre nella realtà ogni ipotesi teorica, che servisse a comprendere meglio la “meccanica”dell'universo, Successivamente il relatore si è soffermato sulle “Leggi del moto” di Newton e sul valore del calcolo matematico per dimostrare la congruenza scientifica delle sue teorie sulla gravitazione. E’ stata anche definita la connessione interdisciplinare in ambito scientifico e le conseguenti applicazioni pratiche, per esempio nel Seicento in chimica- agli albori-, zoologia e botanica, per muovere così il mondo verso il miglioramento delle condizione di vita dei suoi cittadini; infine è stato trattato, dal relatore, il collegamento diretto tra scienza e tecnologia, le loro reciproche influenze dal Seicento fino ai giorni nostri. 1

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LA GAZZETTA________________________________________________________________________________

ITSSE MATTIUSSI a.s. 2018 - 19 N. 2Dirigente scolastico prof.ssa Alessandra Rosset

A cura delle prof.sse Daniela Dose, Michela Oro.

Il Seicento e la scienza.Conferenza ass. Bobbio con il

dott.Greco

Sabato 12 gennaio 2019 il saggista dott.Pietro Greco, membro attivo della sezioneRAI-scienza, ha tenuto nella Biblioteca Civicadi Pordenone una conferenza perl'Associazione Bobbio, creata dal Presideprof. Sergio Chiarotto, sulla storia edevoluzione del pensiero scientifico nelSeicento. Si è trattato del primo incontrodell'Associazione, mentre l'attività sisvilupperà in altri quattro tempi con scopo dipromuovere il dibattito culturale e laconoscenza storica e politica. A questoincontro hanno infatti partecipato diverseclassi dell' Istituto Tecnico Mattiussi e delLiceo Majorana, insieme a una ricca presenzadi pubblico esterno. L’Assessore alla culturadel Comune di Pordenone, il dott PietroTropeano, ha tenuto un breve discorso inizialesul valore della conoscenza scientifica come

motore di progresso, in particolare nell'ambitomedico nel Seicento. Il moderatore dell’incontro è stato ilpreside S. Chiarotto, che ha spiegato lefinalità di questa serie di incontri, lasciandopoi la parola al dott. Greco, il quale hainiziato l’intervento analizzando la situazionesociale della popolazione europea nelSeicento, facendo capire il bisogno nuovo,provato dagli studiosi delle accademie, dirinnovamento e il desiderio di verificare lescoperte appena compiute. Il prof Greco hapoi concentrato il discorso sula civiltàitaliana: ha presentato la figura di GalileoGalilei, le sue scoperte scientifiche e la suaproduzione letteraria, in particolare le novitàcontenutistiche e stilistiche del “SidereusNuncius”. Ha dimostrato come lo scienziatopisano fosse mosso dalla volontà di verificaresempre nella realtà ogni ipotesi teorica, cheservisse a comprendere meglio la“meccanica”dell'universo, Successivamente il relatore si è soffermatosulle “Leggi del moto” di Newton e sul valoredel calcolo matematico per dimostrare lacongruenza scientifica delle sue teorie sullagravitazione. E’ stata anche definita laconnessione interdisciplinare in ambitoscientifico e le conseguenti applicazionipratiche, per esempio nel Seicento in chimica-agli albori-, zoologia e botanica, per muoverecosì il mondo verso il miglioramento dellecondizione di vita dei suoi cittadini; infine èstato trattato, dal relatore, il collegamentodiretto tra scienza e tecnologia, le lororeciproche influenze dal Seicento fino aigiorni nostri.

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L’intervento si e' sviluppato in tutte le sue fasiattraverso una presentazione digitale perfacilitare la comprensione dell’argomento eper catturare con efficacia l'attenzione delpubblico; la conferenza si è conclusa alle11.30, lasciando in eredità molti spunti diriflessione soprattutto sul rapporto scienza etecnologia ai giorni nostri.

Elia GiustAlessia Dinica

4A SIA

Spettacolo promosso da Ass.Tesis"Solo il tuo nome mi è nemico,Shakespeare, la mediazione è

l'allenamento alla responsabilità"

Giovedì 17 gennaio 2019 presso l'Auditoriumdel liceo M.Grigoletti, l'Associazione"Thesis", in collaborazione con l'Ordine degliavvocati di Pordenone, ha sviluppato unprogetto creativo centrato sullarielaborazione originale di uno delle piùcelebri tragedie di Shakespeare, ossia "Romeoe Giulietta"."Come sarebbe andata la storia se Romeo eGiulietta non avessero tenuto nascosto il loromatrimonio?"; questa è la domanda che le dueattrici Maria Ariis e Paola Salvi si sono postee da lì è derivata una lettura nuova eaddirittura bizzarra del testo shakespeariano.L'iniziativa è stata intitolata "Solo il tuo nomemi è nemico, Shakespeare, la mediazione èl'allenamento alla responsabilità" e hapromosso uno spettacolo di circa un'ora per

studenti delle scuole superiori di secondogrado.Oltre alle due attrici, in scena, ha partecipatoanche l'avvocatessa Grazia Pirozzi in difesadell'istituto della Mediazione forense tantocaldeggiato dall'Ordine degli Avvocati diPordenone. La storia è rimasta fedele all'originaleshakespeariano solo fino al primo incontro deidue giovani amanti e il loro successivo eimprevisto matrimonio; da lì è iniziata larivisitazione e la costruzione, a nostro avviso,molto ardita della storia: i due innamoratidecidono di confessare ai genitori il loroprecipitoso matrimonio, quindi le due madri(donna Capuleti e donna Montecchi)decidono di rivolgersi a un mediatore(interpretato appunto dall'avvocatessa Pirozzi)per risolvere serenamente la questionesentimentale e di politica familiare nelcontesto storico delle faide tra componentidelle oligarchie nei Liberi comuni medioevaliitaliani; a questo punto della narrazione lospirito tragico si trasforma quasi in unacommedia, e il conflitto tra le due madrisuscita sorrisi se non aperte risate nella loroarte di argomentare. Inizialmente infatti ledue madri chiedono l'annullamento delmatrimonio e l’esilio dei rispettivi figli, ma, aseguito a dei colloqui individualizzati con ilMediatore giuridico, acconsentono entrambe ariconoscere il matrimonio, rispettando lecondizioni concordate con il mediatore(pubbliche scuse e finanziamento di unastatua d'oro composta dai due giovani sposi),dando così inaspettatamente alla tragedia unlieto fine.Abbiamo gradito la messa in scena, anche senon essendo un puro reading, forse sarebbestato più opportuno rappresentare la scena suun palcoscenico vero, così da vedere megliole protagoniste, inoltre siamo rimasti delusidal breve spazio lasciato al testo originale diShakespeare: ci aspettavamo una lettura piùfedele e comunque il finale tragico, perchèla lettura originale di un testo sacro dellaletteratura non può, a nostro avviso, alterare lanatura del genere stesso; per questo abbiamoanche trovato troppo forte e incisivo lospazio lasciato alla componente giuridica.Comunque è stato un lavoro riuscito nel suo

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intento: grazie alla giurisprudenza la tragediasi è trasformata in commedia...e tutti visserofelici e contenti.

Daniele Z. e Riccardo D. 4A SIA

Visita guidata a Venezia 29.01.2019

Buongiorno.Desidero raccontarle il seguente episodioaccaduto al termine della visita a Venezia conle classi 2A e 2B afm. Conclusa la visita alghetto, ci siamo avviati di buona lena perarrivare al Tronchetto, dove si era concordatoil punto di ritrovo per tornare a casa alle ore17.30. Siamo arrivati con qualche minuto dianticipo e lì la prof.ssa Chiarot ci riferisceche l'autista del pullman le ha comunicato chesarebbe arrivato con 15 minuti di ritardo.Dunque abbiamo aspettato per 30 minuti inmezzo alla strada, sotto un binario di un tramal buio e al freddo. Per noi insegnanti non èstato facile in considerazione del fatto cheeravamo in mezzo al pericolo e al buio, fuorida ogni logica di sicurezza e prevenzione delpericolo. Siamo arrivati a PN alle 19.08,gestendo anche il patema di un ragazzino cheaveva l'ultima corriera alle 19.20 per tornarea casa a Maniago.

Le chiedo per favore di aiutarci a formalizzareuna nota di demerito a questa compagnia, Ideal viaggi, che non ha dimostrato cura dellepersone, in particolare di giovani studenti.

La giornata della memoria

Per celebrare la data del 27 di gennaio, lagiornata della Memoria, nella grigia e freddamattinata di lunedì 28, le classi 2A e 2B delnostro istituto tecnico economico hannopartecipato alla celebrazione avvenuta per laprima parte in “Piazza Maestri del Lavoro” aPordenone e successivamente nel Palazzodella Provincia stessa.

Verso le ore 9:30 abbiamo assistito alladeposizione della corona al Monumento delDeportato, ed in seguito abbiamo ascoltato ildiscorso del Sindaco e di altre autorità. In unsecondo momento, abbiamo avuto l’occasionedi ascoltare le parole di un’ex deportato delcampo di concentramento di Dachau, neipressi di Monaco di Baviera, il quale con untono di voce addolorato ci ha raccontatobrevemente la sua storia, ma “fortunatamente”non è stata così tragica come quella di moltialtri, dato che è stato deportato verso la finedella Seconda Guerra Mondiale e perciò èriuscito a salvarsi e a tornare a casa.

Per ultimo abbiamo seguito le parole di unasignora di religione ebraica e di nazionalitàisraeliana, che ha sottolineato in maniera forteed accentuata il rispetto tra i popoli, senza lapresenza di pregiudizi, e il diritto degli ebreiad avere una patria, lo Stato d'Israele appunto.

Finito il breve intervento di altri invitati, noialunni e le autorità ci siamo recati nel Palazzodella Provincia, ove è stata posta una secondacorona presso una targa commemorativa,all’esterno della struttura, mentre all’internodel Palazzo c’è stata la consegna dellemedaglie d’onore, nella sala consiliare, apersone o eredi che hanno vissuto sulla loropelle la tragedia della Shoà nel nostroterritorio.

Al termine della consegna, autorità, giornalistie fotografi si sono allontanati mentre noialunni, accompagnati dai nostri docenti,abbiamo assistito ad una breve presentazionedel nuovo libro sul tema delle deportazionidegli ebrei durante il Nazismo, ossia “IlSilenzio di Abram: mio Padre dopo“Auschwitz”, dello scrittore MarcelloKalowski.

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Quest'uomo, determinato e commosso allostesso tempo, ha avuto il coraggio e la volontàdi raccontare la Shoah attraverso il suo puntodi vista e quello delle vicende vissute dalpadre, il quale a fatica parlava al figliodell’accaduto, in quanto rimase per sempretraumatizzato da quell’esperienza, che glicambiò la vita e lo condusse a una grave crisidepressiva.

Dunque il 27 gennaio è una data che nonandrà mai dimenticata e va onorata conconsapevolezza e la volontà di trasmettere aciascuno di noi i valori più autentici di unasocietà capaci di rispettare ogni individuo.

INTERVISTA AL Dottor MAURIZIOMASCARIN.

Medico al CRO di Aviano

1. Quando e come è nata lapassione per questo lavoro?

Ho iniziato, dopo la laurea, a lavorare in uncerto modo, pensando di fare il medico.Credevo che in medicina “combattere per lavita” significasse scoprire e controllare imeccanismi più reconditi delle nostre cellule.Credevo che prima bisognasse curare lamalattia e poi programmare la vita. Credevoche tra salute e scuola si dovesse

indubbiamente scegliere la prima. Credevoche apprendere significasse conoscere lerisposte corrette. Solo dopo alcuni anni, hocapito che l’intelletto non sempre ha bisognodi risposte giuste, a volte vanno bene anche lerisposte sbagliate e, certe volte, anche di nonconoscere le risposte. Tutto è cominciato, come spesso accade,grazie a degli input giunti dagli stessi pazientie dalle loro famiglie. Lisa, una delle primegiovani pazienti dell’Area Giovani, ciraccontò del suo sofferto arrivo al Centro diRiferimento Oncologico di Aviano …“corridoi lunghi e grigi le avevano fattocapire che il percorso della sua malattiasarebbe stato difficile…lungo e grigio…”.Oggi nell’Area Giovani i corridoi grigi nonesistono più. Grazie ai suggerimenti deiragazzi e alla collaborazione di tantiprofessionisti, l’area riservata ai giovanissimiè un’esplosione di colori, di immagini allegre,di libri, musica e arredi famigliari. E questiambienti e i colori dei nostri ragazzi guidanoil nostro lavoro.

2. Che rapporto avete con ipazienti?

Frequentando i ragazzi ammalati, ho capitocosa significa e quanto importante siacondurre una “vita normale”. Ho imparato ildiritto “di uscire”, “di fare due passi”, “dialimentarsi da soli”, “di poter fare i propribisogni corporali senza essere guardati”, “dipoter stare in intimità con la persona che siama”. La malattia, specie se grave, modificale relazioni. Nella maggior parte delle volte,durante le terapie, aggrega, ma a volte creaanche una profonda e invalicabile solitudine.

Per evitare questo abbiamo stretto unasorta di “alleanza” tra i nostri ragazzi, lescuole, le associazioni di volontariato e igenitori. Ora dopo undici anni dall’apertura,sono gli stessi ragazzi ad essere portavocedelle iniziative che riguardano l’AreaGiovani, attraverso conferenze ed eventiorganizzati con le scuole e con la comunità.Il loro progetto e la loro esperienza sonodiventati oggetto di comunicazione esensibilizzazione nei confronti dellapopolazione ma soprattutto dei loro

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coetanei.3. Rimanete in contatto anche

dopo la terapia?L’adolescente oscilla continuamente tradesiderio di autonomia e bisogno diregressione. Un momento vuole le carezze e ilsuccessivo pretende di rimanere fuori tutta lanotte, senza alcun limite. Cerchiamo diseguirli ma senza soffocarli della nostrapresenza, anche dopo la fine delle terapie.Siamo continuamente alla ricerca della giustadistanza. Loro sanno di poter contare su dinoi, perché il nostro obiettivo è quello di farloro riconquistare l’adolescenza che avevanotemporaneamente perduto.

4. Come riuscite ad affrontare lesituazioni difficili?

Il cancro si prefigge come soluzione la morte,i ragazzi no, si nutrono di speranza di vita,trasformano le loro fragilità in risorse. Il lorotributo lo hanno donato nel momento in cuisono stati costretti a sacrificare la propriaadolescenza alla grave malattia che li hacolpiti. Giovani esseri in crescita, nel pienodel vigore, della progettualità per il futuro, siritrovano senza un “corpo”, ma soprattuttosenza un sostegno.Viviamo nel culto del corpo efficiente, bello,giovane, dedito all’esaltante arte dellaseduzione. Il malato non può sedurre perciò èabbandonato alla sua tetra segregazione.L’adolescenza poi è di per sé cambiamento enessun adolescente è in fondo contento delproprio corpo. La malattia e forse ancor di piùle terapie oncologiche sconvolgono questoprocesso, lo riportano indietro, lo modificanoed a volte lasciano segni permanenti.Il saper comunicare diventa quindi il nostroprincipale atto professionale. E se siamoprofessionali, comunichiamo noi stessi, laparte vera di noi stessi. Una buona comunicazione prevede questipunti: 1) Professionalità: dobbiamo saper starevicino le persone mantenendo uno statoemozionale, qualunque lavoro noi facciamo,anche se svolgiamo un lavoro semplice,apparentemente non importante. Specie difronte ad una persona malata, un lavoro

semplice non significa che non sia un lavoroemozionalmente importante.2) Umiltà: essere umili non significa mettersisempre in discussione, ma riconoscere i proprilimiti. 3) Divenire: dobbiamo pensare alnostro intervento in termini di divenire,pensando al domani non all'interventostraordinario di oggi. Così come la solidarietàè fatta da piccoli gesti quotidiani, anche ilvero dolore è fatto di tanti piccoli doloriquotidiani. 4) Condivisione: saper dare all'altro quelloche si può dare in modo spontaneo e sincero,sapendo ascoltare i ragazzi nel loro silenzio enel loro rumore.5) Rispetto: il rispetto di chi soffre, di chi èdiverso, di chi ha tempi diversi dai nostri.

5. Qual è stata o quali sono state leesperienze più significative?I lavori emozionalmente difficili, quelli che ticonsumano dentro con delle vergatequotidiane, li continui a fare perchérappresentano nel bene e nel male unacontinua scoperta. Tanto sono pesanti lebatoste, quanto sono grandi le soddisfazioni,come il vedere la laurea di un ragazzo che haicurato molti anni prima o il ripartire la vitasociale in un adolescente dopo la malattia. Ma purtroppo le esperienze più significative,restano sempre quelle dei ragazzi che sonoandati male, che ora non ci sono più. Di loroci ricordiamo i dettagli, i loro sguardi, ognisingola loro frase o commento, ma anche iloro silenzi. Credo veramente che se il lavoroche facciamo ha avuto in questi anni unmiglioramento ed è stato apprezzato, siadovuto quasi esclusivamente a loro, a queiragazzi sfortunati che hanno saputo da unletto di ospedale plasmare il modo di lavoraredi molte persone.

PROGETTO PACEUNA CANZONE CONTRO LA

GUERRA

L’anno scorso noi classe 2B dell’IstitutoMattiussi abbiamo avuto la fortuna dipartecipare al cosiddetto “Progetto per la

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pace”, che ci ha coinvolti in un laboratorio,nel quale abbiamo conosciuto Erica:appassionata di chitarra e cantautrice.

Lei ci ha fatto ascoltare alcune sue canzoni, epoi ne abbiamo composta una insieme;appunto sul tema della pace, perché il punto èche a tutti noi la pace può sembrare una cosascontata, ma non è affatto così!Oggi i paesi in cui i conflitti sono ancora incorso sono, In AFRICA:l’Egitto, in guerra contro estremisti islamici,la Libia con una guerra civile in corso,l’Afghanistan, dove ci sono scontri conestremisti islamici, il Mozambico dove ci sono scontri armati tramussulmani e cristiani, la Repubblica del Congo: scontri con gruppiribelli, la Somalia: guerra contro estremisti islamici,il Sudan: scontri con gruppi ribelli, in Africa.Nel MEDIO ORIENTE:l’Iraq: scontri con estremisti islamici,Israele: continui scontri fra israeliani epalestinesi, la Siria: guerra civile, lo Yemen: scontri con estremisti islamici,la Turchia: dittatura di Erdogan ancora piùdura dopo il tentativo di colpo di Stato nel2016NEL SUD AMERICA:la Colombia: scontri con gruppi ribelli,in Messico: scontri con gruppi delnarcotraffico.Le strofe che abbiamo scritto insieme miranoa far notare i problemi del mondo e anche nelnostro piccolo, ciò che accade attorno a noi; lacanzone è stata caricata su Youtube col titolo“E’ Tempo”, nel canale ufficiale del progetto

“per la pace”, purtroppo però non abbiamopotuto essere presenti alla marcia, la quale si èsvolta a ottobre in Umbria (la ricorrenzaannuale “cade” nel mese di ottobre).La verità è alquanto diversa nel mondoodierno, per molti Paesi la pace ed ilbenessere sono ancora un sogno, quasiutopico, per questo motivo bisogna battersiper i propri diritti e la marcia della pace è giàuna manifestazione molto rilevante a livellonazionale.

Ci siamo concentrati sulla cronaca locale einternazionale e subito è emerso che iproblemi più grandi sono le mafie, lo spacciodi stupefacenti e il terrorismo.A proposito di mafie o varie violenze gravi,molte persone non reagiscono, non rivelanoniente, oppure parlano tardi: quando sonopassati molti anni, per paura.I martiri del nostro tempo: come i giudiciFalcone e Borsellino, sono delle persone chehanno deciso di andare oltre il terrore per ilbene della collettività. Questa è la cosa piùnobile che potessero fare perché hannosacrificato la loro stessa vita. La guerra è il male, e bisogna cooperare perevitare nuove problematiche, la soluzione èRICORDARE.

Federico ToneguzziClasse 2B AFM

LA BALLATA DEI COLORI

NOI SIAMO IL ROSSO E IL GIALLO,

FACCIAMO INSIEME UN BALLO,

E PER COMBINAZIONE

VIEN FUORI L’ARANCIONE.

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NOI SIAM L’AZZURRO E IL ROSSO,

GIRIAMO A PIÙ NON POSSO,

UNITI CON AFFETTO

FORMIAMO IL VIOLETTO.

NOI SIAMO IL GIALLO E IL BLU,

CI RINCORRIAMO SU E GIÙ:

CIASCUNO DEI DUE SI PERDE,

E SALTA FUORI IL VERDE.

(L.SCHWARTZ, ANCORA … E POI

BASTA)

PAROLEAbbiamo parole per vendere,Parole per comprare,Parole per fare parole.

Andiamo a cercare insiemeLe parole per pensare.Andiamo a cercare insiemeLe parole per pensare.

Abbiamo parole per fingere,Parole per ferire,Parole per fare il solletico.

Andiamo a cercare insieme,Le parole per amare.Andiamo a cercare insiemeLe parole per amare.

Abbiamo parole per piangere,Parole per tacere,Parole per fare rumore.

Andiamo a cercare insiemeLe parole per parlare.Andiamo a cercare insiemeLe parole per parlare.

(Gianni Rodari)

Insieme per guardare il film“WALLS”

di Pablo Iraburu

Una coppia di giovani messicani cerca ilmodo di superare il confine con gli StatiUniti. Un gruppo di uomini aspetta ilmomento giusto per oltrepassare la barrierache divide il Marocco da Melilla, enclavespagnola in Africa. Migranti tentano disuperare il Limpopo, il fiume che separa loZimbabwe dal Sudafrica. Fili spinati, muri esistemi di sorveglianza segnano i confini.Walls racconta i due lati della barricata,mostrando le storie e le ragioni di chi va incerca di una vita migliore nonostante i muri, edi chi ha il compito di fermarli nonostante lacompassione. Un film sulla grande illusionedei nostri tempi: quella che dalle maree dellastoria ci si possa difendere acquattandosidietro una barriera, che sia fatta di cemento odi indifferenza.Tutte le classi quarte dell’Istituto hannopartecipato alla visione di questo film,aCinemazero, nell’ambito del ProgettoODISSEE.

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“SOLDI” di Mahmood

In periferia fa molto caldoMamma stai tranquilla sto arrivandoTe la prenderai per un bugiardoTi sembrava amore ma era altroBeve champagne sotto RamadanAlla TV danno Jackie ChanFuma narghilè mi chiede come vaMi chiede come va, come va, come vaSai già come va, come va, come vaPenso più veloce per capire se domani tu mi fregheraiNon ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa seiÈ difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio Lasci casa in un giornoTu dimmi se Pensavi solo ai soldi, soldiCome se avessi avuto soldi, soldiDimmi se ti manco o te ne fotti, fottiMi chiedevi come va, come va, come va Adesso come va, come va, come vaCiò che devi dire non l’hai dettoTradire è una pallottola nel pettoPrendi tutta la tua carità Menti a casa ma lo sai che lo saSu una sedia lei mi chiederàMi chiede come va, come va, come vaSai già come va, come va, come vaPenso più veloce per capire se domani tu mi fregheraiNon ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa seiÈ difficile stare al mondo Quando perdi l’orgoglioHo capito in un secondo che tu da me Volevi solo soldi

Come se avessi avuto soldi, soldi Prima mi parlavi fino a tardi, tardiMi chiedevi come va, come va, come vaAdesso come va, come va, come vaWaladi waladi habibi ta’aleena hinaMi dicevi giocando giocando con aria fiera Waladi waladi habibi ta’aleena hina La voglia, la voglia di tornare come primaIo da te non ho voluto soldiÈ difficile stare al mondo Quando perdi l’orgoglioLasci casa in un giornoTu dimmi seVolevi solo soldi, soldiCome se avessi avuto soldi, soldi Lasci la città ma nessuno lo sa Ieri eri qua ora dove sei, papà Mi chiedi come va, come va, come va Sai già come va, come va, come va.

MADRID NEI CUORIViaggio di istruzione all’estero

delle classi 5B e 5A AFM

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