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Verifica intermedia FAD Informatica La donna nella rete Dati, considerazioni e approfondimenti sulla posizione della donna nei confronti dei computer, dei software, del web e il suo rapporto con essi La donna nella rete è stato il tema di un esercitazione intermedia del corso di informatica per donne, media e istituzionima allo stesso tempo ha rappresentato uno stimolo per tutte le iscritte al corso per riflettere e fare il punto sulla situazione attuale dello sviluppo tecnologico e su quanto questo incide o potrà incidere sulla vita delle donne, in vista del superamento di quel divario fra generi che ancora esiste nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni. Gli scritti che seguono, pur conservando il sapore e i limiti di unesercitazione (svolta in poche ore), sono unottima fonte per fotografare lo stato attuale del rapporto donne-tecnologie e per accennare una riflessione sui possibili scenari futuri. Ecco i temi trattati (titolo e rispettiva autrice): 1. IT: un gioco da ragazze? (Maria Anna Romano) 2. Donne e media verso i nuovi scenari della società dell'informazione (Francesca Irpino) 3. Donne e media, un binomio vincente (Simona Levante) 4. Donne e tecnologia: opportunita’ o accesso negato? (Laura Falivene) 5. Donne e tecnologie: un rapporto difficile? (Alfonsina Caputano) 6. Donne e tecnologie: binomio vincente (Ferrigno Anna) 7. Internet ha un sesso? (Erica Iacovazzo) 8. Presente e futuro delle donne “in rete”: dati a confronto (Concetta Celotto) 9. La rivoluzione silenziosa (Lara Adinolfi) 10. La rete è Donna? Spunti per il futuro (Annunziata Meo) 11. Donne vs rete: un mito da sfatare (Carmelina Altamura) 12. Le Donne e la rete: intrappolate o abili tessitrici? (Francesca Gaetana Russo) 13. La donna è finalmente caduta nella rete? (Rosalia Sacco) 14. Donna – angelo non solo del focolare, ma anche del computer. (Maria Giovanna De Lella) 15. Donne: Nuova linfa con le tecnologie! (Ida Campitelli)

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Verifica intermedia FAD Informatica

La donna nella rete

Dati, considerazioni e approfondimenti sulla posizione della donna nei confronti dei computer, dei software, del web e il suo rapporto con essi

La donna nella rete è stato il tema di un esercitazione intermedia del corso di informatica per “donne, media e istituzioni” ma allo stesso tempo ha rappresentato uno stimolo per tutte le iscritte al corso per riflettere e fare il punto sulla situazione attuale dello sviluppo tecnologico e su quanto questo incide o potrà incidere sulla vita delle donne, in vista del superamento di quel divario fra generi che ancora esiste nel mondo del

lavoro e nella vita di tutti i giorni. Gli scritti che seguono, pur conservando il sapore e i limiti di un’esercitazione (svolta in poche ore), sono

un’ottima fonte per fotografare lo stato attuale del rapporto donne-tecnologie e per accennare una riflessione sui possibili scenari futuri.

Ecco i temi trattati (titolo e rispettiva autrice):

1. IT: un gioco da ragazze? (Maria Anna Romano) 2. Donne e media verso i nuovi scenari della società dell'informazione

(Francesca Irpino) 3. Donne e media, un binomio vincente (Simona Levante) 4. Donne e tecnologia: opportunita’ o accesso negato? (Laura Falivene) 5. Donne e tecnologie: un rapporto difficile? (Alfonsina Caputano) 6. Donne e tecnologie: binomio vincente (Ferrigno Anna) 7. Internet ha un sesso? (Erica Iacovazzo) 8. Presente e futuro delle donne “in rete”: dati a confronto (Concetta Celotto) 9. La rivoluzione silenziosa (Lara Adinolfi) 10. La rete è Donna? Spunti per il futuro (Annunziata Meo) 11. Donne vs rete: un mito da sfatare (Carmelina Altamura) 12. Le Donne e la rete: intrappolate o abili tessitrici? (Francesca Gaetana Russo) 13. La donna è finalmente caduta nella rete? (Rosalia Sacco) 14. Donna – angelo non solo del focolare, ma anche del computer. (Maria

Giovanna De Lella) 15. Donne: Nuova linfa con le tecnologie! (Ida Campitelli)

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1 IT: un gioco da ragazze? di Maria Anna Romano

Esiste un gap di genere nel rapporto donne e nuove tecnologie, un dato che può essere ricondotto a varie matrici. La scoperta interessante è legata all’origine dell’informatica. Nata da una costola della matematica, tale scienza sembrerebbe avere una natura ludica. “Se usiamo una automobile o una lavatrice possiamo facilmente immaginare il loro funzionamento. Un pc sfugge quasi completamente alla nostra intuizione”. Per continuare a dirlo con le parole di Simonetta Ronchi della Rocca, professoressa di informatica all’Università di Torino, “per usare un pc bisogna provare, giocare sperimentare. Bisogna giocare come un bambino gioca con un giocattolo nuovo. Ma, il gioco è storicamente un diritto maschile, non femminile”. Tale assunto dovrebbe aprire alle donne una strada tortuosa nella scoperta della tecnologia informatica, tuttavia, secondo un Report del Centro Studi del Ministero dell’Innovazione, le donne adulte - fra i 18 e i 65 anni - che usano abitualmente le nuove tecnologie costituiscono un'utenza in crescita, anche se il loro numero rimane comunque inferiore a quello degli uomini. Tali donne si profilano come: giovani, circa il 64% di esse ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, occupate, quasi il 72% e istruite, il 62,9% ha un diploma di scuola media superiore e il 25,6% una laurea. Bisogna ancora considerare un altro dato: negli ultimi tre anni il numero di ore spese online dalle internaute è cresciuto del 63%, mentre l'ascesa maschile si ferma al 54%. Dando per costante questa crescita si può prevedere che entro il 2007 le donne trascorreranno più tempo online rispetto alla controparte maschile. Lo scenario italiano finora descritto si inserisce bene nel contesto europeo e mondiale in cui il tema del rapporto tra donne e Informaton Technology riserva sempre più spazio ad un grosso corpo di azioni positive. Ultimo, solo in termini temporali, il convegno ANSAMED-AIWA di Beirut patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri, dal Ministero delle Pari Opportunità e dal Ministero Libanese dell'Informazione.Al centro del dibattito proprio le donne e il loro ruolo nel settore dell' informazione, nelle istituzioni e nel mondo del lavoro dell'area del Mediterraneo.I fatti lo confermano: l’interesse per i nuovi ruoli femminili cresce e la risposta delle donne può dirsi positiva. Crescono le testate on line al femminile, cresce il numero delle donne occupate nel mondo informatico in posizioni manageriali, crescono le opportunità per le donne di equipararsi alla realtà maschile . Probabilmente le donne non avranno ricevuto l’educazione adeguata ma, utilizzando tutti gli strumenti che la società e l’innovazione offre loro, stanno imparando a mettersi in gioco. L’obiettivo da raggiungere è lo sfondamento del tetto di cristallo che si erige, ancora alto sulle loro teste, il superamento di quella asimmetria di genere che le ha assegnato una partenza sfavorevole ma, se il mondo della tecnologia avanza, oggi più che mai le donne sono in prima linea spettatrici attive di questo cambiamento.

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2 Donne e media verso i nuovi scenari della società dell'informazione di Francesca Irpino Una formatrice del Centro di Lewisham, a Londra (Progetto Leonardo "Donne e Nuove Tecnologie Informatiche) durante la prima lezione prende un computer e lo rompe per far vedere cosa c'è dentro. E per almeno quattro mesi non usa nessun termine tecnico. “Perché di fronte alla macchina -dice- il problema è che le donne non sono sufficientemente sicure di se stesse". Sui motivi di questa perdurante distanza delle donne dalla tecnologia sono stati compiuti molti studi e riflessioni negli anni '80, sia di carattere economico-sociale in riferimento al minor reddito, minor titolo di studio e quindi minori motivazioni ed occasioni di utilizzare questi strumenti da parte delle donne e studi di tipo psico-sociale a metà degli anni '80 che riguardano, invece, il tipo di socializzazione che viene stimolata nelle bambine, orientandole verso il rapporto con le persone piuttosto che con la realtà fisica. Il nuovo trend del " digital divide" mostra, però, un cambiamento di tendenza. il rapporto “Inclusion revisited: The Local Dimension of the Information Society” della Commissione europea evidenzia come negli ultimi tre anni il gentil sesso e gli anziani abbiano aumentato le proprie competenze nel settore informatico. Focalizzando l'attenzione sui nuovi media, in particolare internet, secondo la NetSmart-Research, nel 2005 le donne collegate in rete hanno superato gli uomini. Attualmente negli Stati Uniti le donne rappresentano il 38% dell'utenza Internet, mentre in Europa le navigatrici sono il 22% del totale e trascorrono tre ore alla settimana on line. Un aspetto rilevante di questa tendenza è che nei paesi in via di sviluppo la rete diviene un forte strumento di emancipazione. "Il post-human approach - spiega Angela Azzaro studiosa del rapporto fra nuove tecnologie e la donna contemporanea - mette in evidenza la possibilità di vedere il proprio corpo come un'identità mobile, nomade, capace di definirsi in base al proprio desiderio e non più ai ruoli che vengono proposti dalla cultura dominante”. Gli studi più recenti sul rapporto tra donne e i mezzi di comunicazione di massa hanno spostato la riflessione sulla presenza quantitativa e qualitativa delle donne nei media. Come mostrano i risultati del Global Media Monitoring Project 2005, una ricerca internazionale su donne e media volta a promuovere l’uguaglianza di genere nell’informazione. I dati raccolti rilevano sia a livello nazionale che internazionale, il permanere di ampi spazi di discriminazione delle donne nell’ambito dell’informazione di stampa, radio e televisione.

Se si associano questi dati a quelli che vedono in Italia solo il 33% della popolazione accedere ad Internet, e di questi solo il 32% è donna ci si rende conto di quanto il nostro paese sia in ritardo rispetto al trend dei paesi altamente industrializzati. I principali motivi riguardano le carenze infrastrutturali, il consumo prevalentemente domiciliare, la lentezza nella diffusione di Internet nelle scuole, il numero basso di donne che vi accedono, la scarsa conoscenza della lingua inglese (tre quarti dei siti sono in lingua inglese) e il divario di accessi fra Nord e Sud del paese.

I possibili sviluppi del World Wide Web analizzati dai ricercatori pongono, in realtà, in secondo piano il ritardo temporale. Ci si interroga sulle minacce ed opportunità della rete. La centralità dell'utente nel processo comunicativo e la possibilità di diffusione e scambio di informazione offrono sicuramente alla donna un'opportunità di crescita verso l'abbattimento di ogni frontiera e nell'ottica di una società più giusta, logica e partecipativa. Ma c'è chi ipotizza, invece, uno scenario apocalittico che porterebbe alla disumanizzazione della società e dei rapporti tra i cittadini membri dell'intera comunità.

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3 Donne e media, un binomio vincente di Simona Levante Internet si tinge di rosa. Il vecchio stereotipo secondo cui le donne non vogliono, non sanno e non hanno interesse ad utilizzare le nuove tecnologie sta scomparendo.

Certo il percorso è ancora lungo e con molte differenze tra i vari paesi del mondo, ma un dato ormai è acquisito: la rete è sempre più donna. E questo non succede solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa. Una interessante ricerca condotta da Tom Ewing, ricercatore di Nielsen/Netratings, dimostra, infatti come vi sia stato un aumento crescente della presenza femminile in rete. Negli Stati Uniti le donne che navigano in rete sono il 51%, il 38% dell’utenza finale, mentre in Europa rappresentano il 22% e trascorrono in media tre ore settimanali on line. Ewing ha dimostrato anche che le donne navigano in rete due ore e mezzo al mese in meno rispetto agli uomini, ma dedicandogli maggior tempo e attenzione.

In Italia le cifre sono leggermente differenti. In un recente convegno “Donne e tecnologie”, che si è svolto al Forum P.A. dal 9 al 13 maggio, è stato evidenziato che il gender gap, ovvero il divario tecnologico che si evidenzia tra i due sessi nell’utilizzo delle tecnologie è ancora presente e che finisce per diventare un ulteriore fattore di esclusione femminile dal mercato del lavoro.

La tecnologia infatti è destinata ad avere un ruolo sempre più decisivo per il miglioramento della qualità della vita , ma intere categorie di soggetti non sono in grado di accedere ad essa e fra queste le donne, che hanno decisamente meno familiarità con il computer. Le donne che usano Internet per servizi evoluti on line sono il 12%, per lo più di età compresa tra i 25 e i 44 anni e con un’istruzione media-alta. Solo l’8% delle casalinghe utilizza il web.

Le cause di questo gap tecnologico sono molteplici: impegnate in casa e in ufficio, hanno generalmente meno tempo a disposizione ad apprendere l’uso del computer rispetto agli uomini, prediligono gli aspetti pratici, rispetto a quelli più meramente tecnologici, senza contare che le donne sono partite in ritardo nell’approccio con le nuove tecnologie,visto che i modelli tecnici dominanti sono declinati al maschile.

Proprio per superare queste difficoltà la Pubblica Amministrazione si sta attivando, attraverso i portali delle pari opportunità con incentivi e corsi di formazione.

La tecnologia può e deve diventare per le donne un’alleata per conquistare spazi di professionalità e realizzare nuovi modelli di vita e lavoro. Questa è la prossima sfida.

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4 Donne e tecnologia: opportunita’ o accesso negato? di Laura Falivene Un numero sempre maggiore di donne si avvicina al mondo di Internet e lo fa investendo vari settori, dalla semplice ricerca in rete alla realizzazione di un proprio sito Web, dalla partecipazione ai forum di specifico interesse alla comunicazione attraverso la propria casella di posta elettronica. Se appena qualche anno fa i maggiori fruitori del pc erano prevalentemente ragazzi con spiccata curiosità tecnologica e uomini in carriera esperti di programmi software, oggi molte delle figure professionali che nascono “on the Web” sono rivestite da donne. La necessità di adattarsi ad un mondo in continua evoluzione tecnologica, la perenne voglia di equiparare i propri diritti a quelli degli uomini o, più semplicemente, la voglia di esserci in un panorama così vasto ed aperto come quello di Internet, sono tra i motivi che hanno spinto le donne a trovare un proprio spazio nella rete. Eppure stando ai dati statistici più recenti (2003-2004), l'Europa non raggiunge la parità tra uomini e donne nell'ambito della Scienza e della Tecnologia. "In Inghilterra 80% dei programmatori sono uomini e 20% donne e in genere a livelli gerarchici bassi. Non possiamo non chiederci perché, in un rapporto già difficile tra donna e scienza, i campi del sapere che sono ancora quasi completamente appannaggio maschile sono quelli più legati alla tecnologia, informatica e ingegneria. Negli studi universitari, le iscrizioni alle facoltà scientifiche vedono, nel campo delle scienze della vita, biologia e medicina, un netto prevalere di donne; nel campo delle scienze cosiddette dure, matematica, fisica, chimica, una presenza femminile in crescita, con un netto sorpasso ormai rispetto ai maschi in matematica. In informatica, che pure come scienza è molto vicina alla matematica, le donne ormai sono quasi inesistenti. La cultura del computer è caratterizzata da tutta una serie di aspetti – a partire dal design del software e dal processo di apprendimento fino al fattore dell'accesso alla macchina – che privilegiano i maschi. Se le tecnologie promettono vantaggi e opportunità per tutti, in particolare per le donne possono essere un fattore di empowerment importante per conquistare nuovi spazi di professionalità e realizzare nuovi modelli di vita e lavoro. E' necessario, quindi, capire e rimuovere gli ostacoli, culturali o di altra natura, che possono frenare o rallentare l'accesso delle donne alle tecnologie. La rete può essere insieme alleata e al servizio delle donne nel processo di piena realizzazione delle pari opportunità.

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5 Donne e tecnologie: un rapporto difficile? di Alfonsina Caputano Le modifiche delle innovazioni tecnologiche intervenute negli ultimi anni hanno comportato effetti a tutti i livelli, cambiando tempi e cicli di lavoro, modi di concepire le professioni, tecniche di organizzazioni, trasmissioni ed archiviazioni del sapere e, non da ultimo, la rappresentazione stessa della realtà. Ma le nuove tecnologie, ormai entrate in modo massiccio nel mondo produttivo e in quello della comunicazione, rischiano di diventare elemento di discriminazione se le donne non vengono messe in condizione di accedere in modo paritetico ai nuovi strumenti informatici. Le ricerche condotte alla fine dello scorso millennio, infatti, hanno rivelato nella popolazione femminile un consistente gap tecnologico rispetto agli uomini anche a parità di grado di istruzione, di età e di condizione sociale. L’ultima edizione del World Internet Project, i cui primi risultati sono stati resi noti recentemente dal Center for Communication Policy dell’Università di Los Angeles (UCLA), mostrano che tra le donne italiane il 21,5% utilizza Internet contro il 41,7% degli uomini con uno scarto del 20,2%. Inoltre il rapporto Women in the New Society, adottato dal Parlamento europeo, rileva il diverso peso e significato della presenza femminile e maschile nel settore dell’Informatica e Communication Technologies (ICT). Il sistema scolastico italiano non prevede strumenti adeguati per promuovere e sostenere allo stesso modo attitudini maschili e femminili e, spesso, favorisce l’orientamento delle ragazze verso gli studi umanistici ed alimenta il pregiudizio che le discipline tecnico-scientifiche siano “cose da uomini”. La situazione migliora solo lievemente se si esaminano i dati forniti dai vari Paesi del mondo. A questo proposito, il progetto “Donne e Informatica”, presentato nel 1996 nell'ambito del Programma Europeo Leonardo da Vinci, mostra che, per quanto riguarda le tecnologie informatiche, i luoghi di ricerca e produzione vedono una scarsa presenza femminile che non è aumentata neppure con il passare degli anni. Anzi, in America e in Gran Bretagna si rileva un calo delle donne iscritte ai corsi di computer science con il conseguente calo di presenze femminili nell’ università, nella scuola, nella formazione e nel mondo della produzione. Inoltre la ricerca italiana e quelle condotte nel Regno Unito e negli Stati Uniti rivelano che il divario tra i due sessi, benché meno accentuato, non scompare tra le nuove generazioni. É significativo quanto rilevato dal rapporto dei sociologi in Italia riguardo l'età in cui il soggetto inizia a usare il computer. La tabella delle medie mostra che i ragazzi dichiarano di aver iniziato a 10 anni, e le ragazze a 12. In Inghilterra 80% dei programmatori sono uomini e 20% donne e in genere a livelli bassi e non alti e il 30% delle donne dichiara di essere intimidita dalla programmazione, perché sostiene che bisogna avere una mente logica per seguire le istruzioni. Nonostante la diffusione dei computer nelle case sia in continuo aumento, i dati statistici mostrano che tra gli adulti che lo utilizzano, il 74,6% è costituito da uomini, mentre tra le donne queste percentuali mutano vistosamente: l'uso di un computer, infatti, riguarda il 57,8% delle donne contro il 42,2% che si dichiara "non utilizzatrice". L’accesso differenziato all’uso della tecnologia è stato anche oggetto di attenzione da parte dell’ONU che ha alimentato il dibattito del rapporto tra donne e tecnologie. Durante l’ultimo Summit Mondiale sulla Società dell’Informazione, che ha avuto luogo tra il 16 e il 18 novembre a Tunisi, è emerso cha negli ultimi anni la situazione è migliorata solo leggermente e certamente e ciò non ha fatto altro che agevolare la vecchia e stereotipata convinzione che l'universo femminile non leghi con le materie scientifiche (poche le ragazze iscritte alle lauree tecnico-scientifiche 15-20% contro l'83% che frequenta facoltà umanistiche) e sia invece, molto più vicino a quelle umanistiche.

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6 Donne e tecnologie: binomio vincente di Ferrigno Anna

“Le donne e la tecnologia sono amiche, non a caso le nostre grandi rivoluzioni passano proprio dalla tecnologia e dalla medicina” così dice la Presidentessa di Accenture Technology Cristina Molinari.Il rapporto donne/internet ha subito negli ultimi tempi un’indubbia crescita, basti pensare che l’utenza femminile in rete è passata dal 7% del 1995 all’attuale 35%, in Italia. Nonostante questo aumento sia stato notevole risulta ancora inferiore alle previsioni, soprattutto se il fenomeno viene decontestualizzato dal nostro paese. Infatti ciò che è emerso al Summit Mondiale sulla Società dell’informazione tenutosi a Tunisi il 16 / 18 nov dell’anno scorso, è oltre al divario dello sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC) tra nord e sud del mondo, anche quello di genere. Il minore accesso alle nuove tecnologie da parte delle donne è stato il focus dell’attività del Comitato di genere, che ha proposto una serie di azioni necessarie per ridurre il divario, quali: promuovere programmi specifici, progetti che usino le ITC per le donne di zone rurali… In un rapporto di ricerca dal titolo “donne e nuove tecnologie”, condotto dal Centro Europeo Ricerche Audiovisive (C.E.R.A.) si è analizzato la posizione della donna nei confronti del computer, web e suoi strumenti; il risultato emerso, è stato interessante. In una serie di domande: chi usa o meno il computer, con quale frequenza viene utilizzato, la tua capacità… sono emersi una serie di notizie utili. Il questionario ha fatto risalire tutte le contraddizioni dell’universo femminile. Opponendosi a una disposizione positiva manifestata dalla maggioranza degli uomini, le donne esprimono infatti un rifiuto categorico verso le nuove tecnologie, adducendo come spiegazione la mancanza d'interesse e di fiducia nelle loro capacità. Ma tale valutazione cambia qualora le intervistate sono persone già affermate, per cui il computer non rappresenta più una perdita di tempo, uno strumento difficile da usare ma è ritenuto indispensabile; e soprattutto “non è roba solo da maschi”. Recenti studi svolti dalla Commissione attività produttive e risorse ambientali del CNEL (Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro), mostrano che il gap basato sulla differenza uomo donna è ancora molto rilevante nell’ambito delle attività tecnico-scientifiche, ma evidenzia anche come negli ultimi anni si stia verificando un forte avvicinamento delle donne verso queste materie. In particolare cresce l’interesse verso le nuove tecnologie ICT; nel 2001 il settore in questione mostrava una percentuale di donne impiegate del 12,8%, mentre una recente indagine Federcom segnala un 15,3%. Questa avanzata del “gentil sesso” è da attribuire non solo alla caparbietà delle donne, molto più consapevoli di quelle che sono le loro capacità, ma anche dal ruolo assunto da molte istituzioni che spingono verso un maggior coinvolgimento. “Le donne stanno esprimendo capacità di ricerca, innovazione e creatività di altissimo livello… le discipline informatiche e telematiche per le donne non sono solo semplici strumenti tecnici, ma più in generale strumenti utili in ambito sociale, educativo, artistico e culturale”. E’ quanto sostiene il prof. Luciano Gallino, Direttore del Dipartimento di Scienza della formazione dell’Università di Torino. Donne e tecnologia. Un binomio non facile e certamente non agevolato dalla vecchia e stereotipata convinzione che l'universo femminile non lega con le materie scientifiche e che è destinata a cambiare, come dimostrano i dati.

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7 Internet ha un sesso? di Erica Iacovazzo La tecnologia può essere insieme alleata e a al sevizio delle donne nel processo di piena realizzazione delle Pari Opportunità. Fondamentale per la riduzione del gender gap, divario di genere, è la Conoscenza: oggi tutto passa attraverso la Rete. L’informazione è una risorsa preziosa alla quale tutti hanno diritto d’accesso; escludere una parte della popolazione dall’utilizzo delle nuove tecnologie, fonti primarie di informazione, è causa di forte discriminazione. Le donne italiane sono state per almeno un decennio, dagli anni 90, gli anni di nascita di Internet, al 2000, vittime di questa “nuova” forma di discriminazione. Le cose stanno cambiando ma, il rapporto tra donne e mondo scientifico – tecnologico continua a presentare delle criticità: la Rete resta, nel nostro Paese, un territorio di pertinenza prevalentemente maschile. Tale asimmetria ha origine in differenti fasi e contesti dell’esperienza degli individui: nasce dentro le mura domestiche, in ambito familiare, nei processi di socializzazione differenziata a cui sono sottoposti bambini e bambine; è alimentata nel sistema scolastico e, poi, massimamente rafforzata nel mondo del lavoro dai modelli culturali di genere presenti. Questi modelli hanno fatto da guida anche alla nascita del “sapere tecnologico” tanto che l’immagine ufficiale della tecnologia richiama caratteri, che la nostra società, considera per eccellenza maschili: la razionalità senza errore, l’ossessione per l’oggetto, l’utilitarismo. Tutti lontani dalla tradizionale identità culturale femminile che valorizza le relazioni, la fantasia, la creatività, l’emotività, la relazione. Secondo le ricerche più recenti (Eurostar, Censis, Istat), dal 2001 al 2005, in Italia,ma anche in generale in Europa, il numero di persone che usano abitualmente internet è aumentato, ma il dato più importante è che la percentuale femminile è in forte crescita. Come sempre le statistiche vanno prese con prudenza; fonti diverse forniscono dati diversi, ma, di fatto, resta: la messa in discussione della “mascolinità” di internet ed una, conseguente, sua “femminilizzazione”. Ciò ci permette, semplicemente, di riflettere sui due differenti approcci all’uso della tecnologia: gli uomini, come è noto, sono attratti da attività on line più orientate all’azione; le donne, tendono a dare valore, anche attraverso la Rete, a cose che abbiano a che fare con i rapporti, con le connessioni umane. Due approcci, a mio parere complementari, nella vita in generale. La strada per l’integrazione è lunga. E’ stata intrapresa con largo anticipo, rispetto all’Italia, in paesi come l’America, in Inghilterra, in Australia: si tratta di paesi in cui internet è strumento base del mondo del lavoro. Uomini e donne in carriera non possono rinunciare al proprio portatile, alla penna usb, a crearsi un proprio sito. In Africa c’è una netta frattura: il Sudafrica ha sfruttato la sua ricchezza per aprire le frontiere alle nuove tecnologie (che comunque stentano ad affermarsi per la scarsezza di infrastrutture e specie delle competenze in materia), il resto del Paese è in una condizione tecnologica e prima sociale, culturale ed economica di assoluta arretratezza. In Asia le ICT sono ancora oggi lontane: viste, essenzialmente, come strumento di invasione culturale del mondo occidentale. Tante domande insinuano grandi dubbi:Internet ha un sesso? Le donne supereranno gli uomini nell’uso della Rete? La Rete potrà essere usata come strumento culturalmente, economicamente e socialmente livellante a livello mondiale? Il tempo, forse, li scioglierà.

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8 Presente e futuro delle donne “in rete”: dati a confronto di Concetta Celotto Stando ai dati statistici più recenti (2003-2004), l’ Europa non raggiunge la parità tra uomini e donne nell’ambito della tecnologia e ancora, per restare in ambito nazionale, recenti studi (2005) svolti dalla Commissione attività produttive e risorse ambientali del Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) mostrano che il gap basato sulla differenza uomo- donna è tutt’ora molto rilevante nell'ambito delle attività tecnico scientifiche. La stessa ricerca, però, mette in luce come negli ultimi anni si stia verificando un forte avvicinamento delle donne verso queste materie e come in particolare sia cresciuto l'interesse verso le nuove tecnologie Ict. Ecco alcuni dati a conferma di quanto detto: nel 2001 il settore Ict mostrava una percentuale di donne impiegate del 12,8%, mentre una recente indagine di Federcomin segnala un 15,3%. Stando ai dati, dunque, la presenza femminile passa dal 17% al 22%. Inoltre, la presenza delle donne in questo settore varia fortemente in base alla regione, più forte al Nord e al Centro (38% in Lombardia), anche se l'interesse è alto ovunque. È utile poi notare come la presenza delle donne vari in base alle dimensioni dell'azienda: le piccole e medie imprese sono restie ad assumere donne in campo tecnico, mentre tra le medio - grandi ci sono realtà più aperte e meno legate alla "disparità" fra i sessi. Nonostante il numero sia comunque ancora limitato, le premesse sono buone soprattutto perché le donne si stanno affermando per via delle loro capacità spesso frutto di un percorso scolastico/formativo migliore di quello degli uomini: su cento donne impiegate nell'Ict, ben 62 sono laureate e 14 possiedono un master. Le aree nelle quali stanno fornendo gli apporti maggiori sono l'elearning, la consulenza, il marketing e il settore commerciale. Lo spiega l’illustre sociologo Luciano Gallino, che mette in evidenza il diverso approccio uomo-donna verso l'Ict: "Le discipline informatiche e telematiche per le donne non sono semplici strumenti tecnici, ma più in generale strumenti utili in ambito sociale, educativo, artistico e culturale". C’è anche chi, però, come Bruno Brattoli, Capo Dipartimento Ministero per le Pari Opportunità del precedente governo, intervenendo al convegno “Donne e tecnologie” tenutosi nel maggio del 2005, avalla stereotipi di genere sostenendo che le donne hanno decisamente meno familiarità con personal computer ed Internet rispetto agli uomini. Al di là dei luoghi comuni che poco o nulla spiegano del fenomeno, Brattoli fornisce alcuni dati interessanti ricordando le recenti indagini di Cnel, Censis e Istat sul tema: “'Le donne che più usano Internet per servizi evoluti on line, come ad esempio quelli bancari o gli acquisti sono circa il 12%, sono giovani, per lo più di età compresa tra 25 e 44 anni, lavorano per il 72%, sono residenti nel Nord-Ovest e hanno un'istruzione medio-alta. Di contro solo l'8% delle casalinghe naviga sul web”. La sua opinione in merito al gap tecnologico è che “le donne hanno generalmente poco tempo a disposizione per apprendere l'uso del pc, sono interessate più ad aspetti pratici e meno a quelli puramente tecnologici e da ultimo si sentono culturalmente meno portate verso scienza e tecnica”. Quella della cultura, tuttavia, è un’eredità da cui le donne si stanno liberando se è vero quanto dice il Censis e cioè che dal 2001 al 2005 mentre la presenza maschile su internet è aumentata del 57 %, quella femminile del 124 %.

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9 La rivoluzione silenziosa di Lara Adinolfi La “rivoluzione silenziosa” si compie. Le donne diventano protagoniste attive di un nuovo rapporto con le tecnologie. Secondo le stime europee del programma Leonardo, cresce in Internet l’utenza femminile. Nelle case e nelle scuole si diffonde il computer. Le analisi dei ricercatori del Ministero dell’istruzione hanno evidenziato una situazione secondo cui la fascia d’età che si avvicina alle nuove tecnologie è quella tra i 18 e i 65 anni anche se il numero delle donne è ancora nettamente inferiore a quello degli uomini. La maggior parte sono giovani. Il 64% ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni ed il 72% è occupata. Aumenta anche la percentuale delle diplomate e delle laureate. L’ interesse e la curiosità sono l’input che determinano l’avvicinamento ad internet ed alle nuove tecnologie. Le ragazze vedono nel computer e nella rete uno strumento utile per comunicare o per completare la propria formazione, le donne adulte percepiscono le potenzialità che le tecnologie possono offrire in termini di miglioramento delle condizioni di lavoro, di vita e di aggiornamento professionale. In particolare la nuova frontiera tecnologica sembra essere il telelavoro perché svincola il lavoratore dal dovere di essere fisicamente presente in un certo luogo per un numero fisso di ore. La Pubblica Amministrazione ha cercato di ridurre il gap tecnologico tra i sessi. Da uno studio emergeva infatti la presenza del digital divide, secondo cui gli uomini avevano maggiori conoscenze e competenze tecnologiche rispetto alle donne. Consapevoli di queste problematiche, le amministrazioni hanno cercato di trovare delle soluzioni per le proprie dipendenti, per la cittadinanza e per le fasce più deboli, attraverso iniziative di breve, medio e lungo periodo, autofinanziando le proprie idee oppure cercando fondi esterni, da sponsor privati o in collaborazione con altri enti territoriali. L'impulso a dare una chance in più alle donne nella vita quotidiana, nel lavoro, nello studio è partita negli ultimi 3 anni da tutto il territorio nazionale; in ugual misura al Nord, al Centro e al Sud Italia. Nascono così le indagini per valutare la situazione impiegatizia al femminile finalizzata alla valorizzazione nell'organigramma aziendale, sportelli informativi aggiornati in tempo reale, percorsi di formazione finalizzati anche alla creazione di nuove figure professionali. Benché nella corsa tecnologica la donna sia partita in ritardo rispetto all’uomo, sta guadagnando posizioni poiché, come affermava lo scrittore francese Jean Baptiste Alphonse Karr: “La donna, nel paradiso terrestre, ha morso il frutto dell'albero della conoscenza dieci minuti prima dell' uomo: da allora ha sempre conservato quei dieci minuti di vantaggio”. Pur avendo concesso qualche minuto di vantaggio all’uomo, il traguardo della conoscenza tecnologica sarà raggiunto da entrambi contemporaneamente.

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10 La rete è Donna? Spunti per il futuro. di Annunziata Meo

La tecnologia può dare la parità? La società si muove velocemente verso modelli di sviluppo in cui le tecnologie hanno un ruolo primario, nell’immediato futuro la capacità di utilizzare e produrre tecnologie innovative sarà determinante in moltissimi ambiti, dalla scuola al lavoro fino alla vita quotidiana. Se le tecnologie promettono vantaggi e opportunità per tutti, in particolare per le donne possono essere un fattore di empowerment importante per conquistare nuovi spazi di professionalità e realizzare nuovi modelli di vita e lavoro. Per molti anni si è parlato della computer-fobia delle donne. Non credo che il problema stia nella paura delle donne di usare il computer, ma semplicemente nel fatto che sono mancati programmi sufficientemente interessanti per loro. Quando è cominciata la cultura del computer, si è trattato fin dall'inizio di una cultura e di macchinari elaborati dagli uomini per gli uomini. Ma la situazione sta cambiando. Dove il fenomeno è più “maturo” la presenza delle donne è in forte aumento. Negli USA, quest’anno, secondo diversi studi varia fra il 30 e il 40 per cento; e continua a crescere. La parità, se non il sorpasso, si avvicina. Che in Italia siano ancora così poche, è uno dei sintomi della nostra arretratezza. Fin dalle origini delle reti le donne ci sono sempre state, spesso con una presenza molto attiva. Ma erano in minoranza. Per motivi di atteggiamento e mentalità: la comunicazione elettronica si era sviluppata all’inizio in alcuni ambienti influenzati da comunità scientifiche, come la fisica e l’informatica, che hanno una tradizionale prevalenza maschile. Ancora oggi i più appassionati in materia tecnica sono prevalentemente maschi. Negli Stati Uniti si è raggiunta la parità per quanto riguarda l’uso dell’internet, ma le donne che si occupano di informatica continuano a dire che si trovano a disagio in un ambiente “maschilista”. Secondo i dati diffusi dall’Eurostat, in una ricerca del Mese di Marzo 2006, la presenza delle donne on Line nella Unione Europea è aumentata notevolmente, l’Italia è comunque fra i paesi meno evoluti sia per il numero di persone on line rispetto alla popolazione, sia per la percentuale di donne sul totale. Si può dire che in termini quantitativi la differenza tra uomini e donne sia trascurabile, ma resta una differenza sostanziale nel modo di approcciarsi alla rete: è meno frequente fra le donne il tecnicismo, l’interesse o la passione per le tecnologie. Più diffusa la concretezza, l’attenzione ai valori umani. Si può quindi affermare che la rete è femmina? Ritengo che la strada sia ancora in salita e non perché sono una pessimista, ma in fondo credo che ci sia bisogno di una rivoluzione culturale affinché le donne acquistino maggiore consapevolezza di “genere”: la diffusione dell'ICT non deve rappresentare le donne come pure fruitrice di servizi elettronici, al contrario, esse devono essere percepite come strumento di formazione personale e di sostegno alla crescita di nuovi soggetti collettivi. Approfondiamo in quanto donne la “cultura della differenza”, una cultura che deve permette alle donne di aiutare le altre donne ad andare avanti, a rompere schemi e pregiudizi frutto della nostra cultura, in modo che si arrivi alla tanto auspicata società “al femminile” fatta dalle e per le donne!

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11 Donne vs rete: un mito da sfatare di Carmelina Altamura Donne e rete. Un rapporto all’apparenza difficile, ma in realtà carico di sorprese e nuovi punti di vista. Ma soprattutto denso di innumerevoli domande: la tecnologia è neutra?; è credibile il luogo comune secondo cui madri mogli e figlie sono meno predisposte, o più comunemente “portate”, all’utilizzo delle nuove tecnologie?; esistono dei luoghi o dei ceti sociali preferenziali in cui, meglio che altrove, si impone la cosiddetta “Internet-mania”?. Certo è, sostiene il rapporto “einclusion revisited: the local dimension of the information society” della Commissione europea, che nel corso degli ultimi anni le donne hanno notevolmente incrementato le proprie competenze in ambito informatico, dal quale restano però escluse quelle meno abbienti, per cui, in Italia e nel mondo, i costi dei nuovi mezzi di comunicazione sono ancora inaccessibili. Più o meno analoga, in termini di espansione e maggiore avvicinamento delle donne alla rete, è la situazione degli altri Paesi Europei, fra cui primeggiano la Francia e la Spagna, nonché dell’America, in cui per la prima volta negli ultimi anni si sono registrati dati equivalenti, orientati sul 51%, per i Mr. And Mrs che si avvicinano al pc. Tuttavia, continua “Donne e nuove tecnologie”, progetto pilota nell’ambito del programma Leonardo dell’Unione Europea, malgrado il loro crescente interesse nei confronti della rete, le donne mostrano delle differenze significative nella frequenza e nella modalità d’uso del computer, cha appare ancora oggi quale strumento tipicamente maschile. Se, per esempio, gli uomini lo adoperano nel tempo libero nel 31,52% dei casi, le donne non lo usano nel 43,67%. Ancora, quando entrambi vogliono imparare ad utilizzarlo, scelgono sempre come un referente un uomo, sia esso un insegnante, un amico, un fratello. Infine, se gli uomini hanno una concezione autovalutativa positiva della propria capacità di usare il pc, le donne la sminuiscono, ritenendosi a priori incapaci di gestirlo. Ma qui subentra un’altra questione, più prettamente psicologica, in base alla quale la estraneità e mancata predisposizione delle donne all’uso delle nuove tecnologie costituisce ancora un impedimento, molto spesso implicito, alla loro totale e libera partecipazione al mondo di Internet. Non a caso, per taluni ancora esistente sarebbe oggi la “computer-fobia” cui sono soggette quelle lavoratrici, o semplicemente curiose, che si avvicinano alla rete condizionate dalla vecchia e stereotipata convinzione secondo cui le donne sono “allergiche” alla tecnologia, se non addirittura poco interessate alla stessa. Al contrario, sostiene la sindaca di Cosenza Eva Catizone, non solo “la tecnologia è asessuata”, e come tale deve essere prospettata, ma può costituire per le donne un elemento di supporto insostituibile, attraverso il quale “esse possono essere aiutate a superare le barriere spazio-temporali che siamo costrette ogni giorno ad affrontare”, scavalcando le quali, quando gli impegni lavorativi e familiari impediscano loro di farlo più direttamente, esse possono entrare nel mondo, e non solo come mere spettatrici.

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12 Le Donne e la rete: intrappolate o abili tessitrici? di Francesca Gaetana Russo Il rapporto “eInclusion revisited: The Local Dimension of the Information Society” della Commissione europea evidenzia come negli ultimi tre anni il gentil sesso abbia aumentato le proprie competenze nel settore informatico. I dati dell'Osservatorio IWR-Interactive Woman Report mostrano i diversi comportamenti online e gli scopi per cui le navigatrici italiane si recano sul Web. Dall'informazione, ai giochi online, la rete si tinge sempre più di rosa. Le donne costituiscono oggi oltre il 40% della popolazione internet italiana. Partendo da questo importante dato, Qmark, Divisione Ricerche Online dell’Interactive Media Center Slash™, ha dato vita all’Osservatorio IWR-Interactive Woman Report, con l’obiettivo di far conoscere e approfondire le modalità di comportamento, degli usi e costumi, delle opinioni, dei consumi e degli stili di vita delle donne >18 anni. Ecco i principali dati sul campione:circa il 64% delle internaute ha un’età compresa tra i 25 – 44 anni; il 37,8% è residente al Nord Ovest; la maggior parte ha un livello di istruzione medio – alto (il 62,9% ha un diploma di scuola media superiore e il 25,6% una laurea). Dato interessante è il fatto che quasi il 72% delle donne che utilizzano la Rete è occupato. Sulla base dei dati è stata costruita la Mappa IWR, caratterizzata da 5 profili. Le Interattive, il 25% del campione, che utilizzano internet per informarsi, tenersi aggiornate, comunicare e svagarsi. Le Informate, il 30,3%: utilizzano Internet per tenersi aggiornate. Le Concorrenti, il 15,8%: si connettono per partecipare a promozioni e giochi online. Le Evolute, il 12,1%: utilizzano la rete per usufruire di servizi quali l’home banking o l’acquisto online o per momenti di svago e di informazione/aggiornamento. Infine, le Essenziali, il 16,3% del campione, che si connettono quasi esclusivamente per l’e-mail e informazioni di interesse personale. Come risulta dall’analisi generale sugli internauti in Italia, la presenza femminile è in continuo aumento. Se si analizza la presenza online di uomini e donne secondo i vari parametri demografici non si rilevano grandi differenze. Tuttavia ci sono alcune indicazioni interessanti. Nelle categorie di reddito non ci sono differenze rilevanti fra uomini e donne online. In media, le donne online sono più giovani degli uomini. C’è qualche differenza anche nella distribuzione per aree geografiche. Risulta in aumento la percentuale di donne online nell’Italia meridionale e insulare. Secondo i più recenti risultati resi noti dal EIAA, entro il 2007, in Europa, le donne supereranno gli uomini nell’utilizzo di Internet. Anche al di là dell’Oceano la situazione è simile. Per molti anni negli Stati Uniti si è parlato della computer-fobia delle donne. Ma non appena è nata America On Line e si è diffuso Internet, le mamme hanno cominciato a mandare messaggi e-mail ai loro figli nei college e la computer-fobia femminile è scomparsa. A quanto pare, le donne sono entrate in Internet e hanno cominciato a usarlo attivamente dopo gli uomini e meno degli uomini, innanzitutto perché hanno meno accesso al mondo del lavoro, e molti uomini hanno cominciato ad usare le nuove tecnologie attraverso il lavoro, poi hanno meno soldi e sicuramente meno tempo libero degli uomini. Molte ricerche dicono che, per esempio, una donna che torna a casa non si sente legittimata a sedersi al computer e giocherellare, ha molte altre cose da fare! Dunque, se di ritardo si tratta, le cause sono da ricercare nella tradizionale differenza di ruolo, nei retaggi culturali ed in una serie di ostacoli formali e sostanziali.

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13 La donna è finalmente caduta nella rete? Di Rosalia Sacco Il tema del rapporto tra le donne e le tecnologie non può non partire da un dato numerico e piuttosto freddo: in una società in cui il problema del digital divide, ovvero il divario digitale, è ben lontano, nell’uso dell’high tech, secondo un Report del Centro Studi del Ministero dell’Innovazione, le donne adulte - fra i 18 e i 65 anni - che usano abitualmente le nuove tecnologie costituiscono un'utenza in crescita, anche se il loro numero rimane significativamente inferiore a quello degli uomini. Queste donne hanno una fisionomia ben precisa: - sono giovani: circa il 64% di esse ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni - sono occupate: quasi il 72% - sono istruite: il 62,9% ha un diploma di scuola media superiore e il 25,6% una laurea. Emerge, dunque, che fra le donne che fruiscono delle nuove tecnologie rimangono fuori le casalinghe e le giovanissime. A conforto di questi risultati viene in aiuto uno studio del Censis, in base al quale cresce la familiarità delle donne con il computer e con le nuove tecnologie: dal 2001 ad oggi la presenza femminile nell’uso “abituale” della rete è aumentata del 124%, mentre quella maschile “solo” del 57%. Il dato interessante è, comunque, che seppure sia ravvisabile una sostanziale uguaglianza nell’accesso, a questa non segue una effettiva uguaglianza nel cogliere le medesime opportunità. Ce lo conferma Roberta Cocco, direttore Divisione Marketing Communication Microsoft Italia, la quale sostiene che, dati alla mano, le donne che navigano in internet hanno raggiunto la parità con gli uomini, un traguardo che invece sfuma se l’analisi riguarda le donne che usano internet non solo per dovere professionale. Alla base vi è sicuramente un diverso approccio, che negli uomini è di carattere marcatamente ludico, anche se non difficile non sottovalutare le influenze di tipo culturale ed educativo che provengono dalla scuola e dall’università. È certo che fino a poco tempo fa il campo dell’ict era considerato un ambito eminentemente maschile, come dimostrano l’introduzione e l’uso di termini quali abort, kill o crash, quasi a voler sottolineare che il computer sia nato dall’uomo per l’uomo. Se volgiamo lo sguardo al mondo del lavoro e ancor più a quello accademico e scientifico, notiamo un divario che sembra ancora incolmabile. Non è un caso che le facoltà tecniche sono ancora avvertite come un dominio maschile e con una sorta di alone di incompatibilità con il genere femminile. Ma sarà davvero così? Anna Di Silverio, Direttore Servizi per il mercato telecomunicazioni e media in Microsoft Italia, sostiene che il segreto è quello di apportare in questo campo due componenti tipicamente femminili, ovvero le capacità di ascolto e di lavorare in gruppo. Sarà davvero così? A voler analizzare i recenti risultati resi noti dalla European Interactive Advertising Association (EIAA), sembra proprio così, poiché si prevede che il 2007 sarà l’anno del sorpasso, quando finalmente in Europa le donne supereranno gli uomini nell’utilizzo di Internet.

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14 Donna – angelo non solo del focolare, ma anche del computer di Mari Giovanna De Lella Donna-tecnologia è un rapporto che stenta ad affermarsi. La nostra vita è permeata di tecnologia. Il termine tecnologia ha un genere, esistono tecnologie maschili e femminili: nella prima fanno parte la falegnameria, il bricolage,la meccanica, nella seconda la cucina,il ricamo e la tessitura. Per convenzione la tecnologia maschile è legata alla creatività, all’ arte, al gioco, mentre la tecnologia femminile alla cura e all’ allevamento. Fino al secolo scorso scena tipica come in un film vecchio era l’ immagine della donna che guardava con interesse il marito, mentre costruiva in casa qualcosa. Adesso l’ immagine della donna ha cambiato registro. Negli ultimi due secoli con lo sviluppo della tecnologia la donna non è più oggetto, ma soggetto. Si è verificato una netta prevalenza delle donne nel campo delle scienze della vita, biologia, e medicina, mentre nel campo delle cosiddette discipline dure , matematica, fisica, chimica prevalgono gli uomini. In informatica,che come scienza è molto vicina alla matematica e in particolare alla logica , inizialmente erano in minoranza rispetto agli uomini. C’ era una fobia da parte delle donne non perché avevano paura di usare il computer, ma perché mancavano programmi interessanti per loro. Quando è cominciata la cultura del computer, si è trattato di una cultura e di macchinari elaborati dagli uomini per gli uomini, dagli ingegneri per gli ingegneri e veniva utilizzato un linguaggio non familiare per le donne. Man mano che le donne hanno cominciato a partecipare al lavoro di programmazione, si è notato un netto cambiamento nel linguaggio dell’ informatica e un aumento delle donne che desiderano far parte di questo mondo. Se è vero che gli uomini hanno attitudini prevalenti nel concepire nuovi strumenti, le donne hanno più spiccate qualità nel saper sfruttare i contenuti multimediali.Visto che internet significa comunicazione, collaborazione queste cose dovrebbero interessare e stimolare le donne ad affrontare la sfida con la tecnologia. Devono imparare a usare la rete e a considerarla come metafora organizzativa del mondo del lavoro.

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15 Donne: Nuova linfa con le tecnologie! Ida Campitelli Siamo diventati tutti cittadini di un altro mondo: quello digitale, la nostra vecchia civiltà è tramontata per far posto a quella che i sociologi definiscono “società dell’informazione”, ove tutto e decisamente tutto è “digitalizzato”, ma in questo panorama, le donne? Come vengono oggi viste e considerate rispetto alla tecnologizzazione della vita? Il vecchio stereotipo che associava donne a materie deboli e uomini a materie dure, sembra che con l’avvento delle nuovissime tecnologie stia scomparendo, ma rimane elevato il solito problema della mancanza di donne ai vertici del potere anche in questo campo? Forse il vero problema non sta tanto nel ruolo che ci si da nelle tecnologie,ma nell’uso che questi stessi fanno dei supporti informatici, in particolare, e di tutte le tecnologie in generale. E la storia è agli albori: nel fatto che mentre le donne nascono con una maggiore propensione alla funzionalità, praticità, gli uomini nascono con la propensione alla meccanicità degli oggetti. Per cui mentre le prime si propongono l’utilizzo di queste tecnologie con lo scopo di agevolarsi la vita, di permettere insomma attraverso un buon uso della digitalizzazione risolvere problemi risparmiando tempo, gli uomini preferiscono usare questi strumenti perché è loro dovere, hanno sempre fatto lavori manuali occupandosi di meccanica e quindi “devono” a tutti i costi usare, capire e utilizzare senza mezzi termini. Questa prospettiva ha creato delle strutture stigmatizzate di ruoli e utilizzi, facendo si che anche la tecnologia si associasse a quelli che sono gli studi di genere. Ma quanto giusta è questa realtà? La verità è che le donne si sono sempre state vicine alla tecnologia perché hanno sempre usato strumenti altamente tecnici, lavatrici, elettrodomestici, ecc…soltanto che questi non sono mai stati definiti importanti perché non appartenenti al mondo pubblico, cioè legittimo e socialmente condiviso, in quanto presenti nel solo privato delle case. Così soltanto da quando hanno assunto ruoli all’interno delle pubbliche amministrazioni, ove per necessità si sono ritrovate costrette ad un rapporto face to face con il pc o con altri strumenti, si è pensati alla tecnologia al femminile. Per le giovani generazioni tutto è stato relativamente più semplice perché a decretare decretare il momento della digitalizzazione è stato il caro vecchio Wolkman, che quasi tutte le ragazzine utilizzavano. Fino ad arrivare all’avvento della rete del www (world, wide, web) e dell’infeterfaccia grafica, userfrendly che ha visto un utilizzo alla pari degli strumenti tecnologici on-line e off-line. Per terminare con lo storico sorpasso nel 2005, ove la popolazione femminile ha raggiunto il 51% di presenze di vendita e acquisto di supporti tecnici. Come dire una vera conquista! E non solo, la vera prospettiva sta nel fatto che negli ultimi anni sempre più donne sono presenti negli atenei universitari iscritte a materie tecnico-scietnifiche e sempre più assumono ruoli centrali nella gestione di strutture a carattere scientifico, infatti da alcune ricerche fatte si è già arrivati al 22% di donne in ruoli prestigiosi. Prospettiva di genere o meno l’universo sta cambiando,partendo dalle tecnologie o da altro la realtà è che tutto è in divenire… per cui tra non molto di sicuro, potremo finalmente sentire parlare finalmente di “parità”.