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La didattica inclusiva dott.ssa Caterina Scapin

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La didattica inclusiva

dott.ssa Caterina Scapin

VERSO UNA SCUOLA INCLUSIVA: risorse, strumenti e organizzazione

dott.ssa Caterina Scapi

USO DELL’INDEX

FATTORI DI QUALITÀ DI INCLUSIONE

PER

L’AUTOMIGLIORAMENTO

dott.ssa Caterina Scapi

INDEX PER L’INCLUSIONE Booth e Ainscow, 2008

• CONCETTI CHIAVE:

• Inclusione (inclusione o full inclusion?)

• Ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione …..ICF e BES

• Risorse per sostenere l’apprendimento e la partecipazione

• Sostegno a tutte le varie “normali” diversità

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STRUTTURA DELL’ INDEX:

PRATICHE INCLUSIVE

POLITICHE INCLUSIVE

CULTURE INCLUSIVE

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CREARE CLIMA POSITIVO, LAVORARE SULLE DIVERSITA’

SORRIDERE ALL’ERRORE,

CHE PUO’ ESSERE

MIGLIORABILE

….accettare che non ha capito….anche alla terza volta della ripetizione…..

…….sospendere il giudizio……

…agire e comunicare con empatia……

…….far sentire la “ leggerezza “ e la “semplicità” di apprendere……

Tre fasi dell’apprendimento tramite Zoped (Zona di sviluppo prossimale) • aiuto e assistenza dell’esperto • autoregolazione • prestazione autonoma e consapevole

Creare una Zoped vuol dire per gli insegnanti …

… saper creare contesti di attività nei quali costruire attraverso le interazioni (intersoggettività) la produzione congiunta di contenuti/ azioni dirette a uno scopo

Senza una condivisione qui e ora dei punti di vista reciproci e degli obiettivi di un’attività, nessun individuo può aiutare efficacemente il partner nella produzione di un risultato;non può influenzare la costruzione di strutture cognitive e non può neppure essere influenzato dalle risorse dell’altro o del gruppo

• ATTENTI AL SINGOLO E ALLA CLASSE • DIDATTICA CHIARA E PIANIFICATA • ATTENTI AI PROCESSI DI COMPRENSIONE • VARIANO LE PROPOSTE, GLI ESERCIZI • LAVORANO SUL CONFLITTO SOCIO-COGNITIVO (NEGOZIAZIONE, MESSA IN DISCUSSIONE) Chi sono gli Chi sono gli insegnanti efficaci insegnanti efficaci?? coloro che, realizzando una Zoped,…

Chi sono gli insegnanti efficaci ?

Chi sono gli insegnanti efficienti ?

• SANNO GESTIRE LA CLASSE • SONO DISPONIBILI, NON LIMITANO IL LORO IMPEGNO • INSTAURANO RAPPORTI AMICHEVOLI CON I COLLEGHI, CON GLI ALUNNI E CON LE FAMIGLIE • GOVERNANO CON CHIAREZZA LE REGOLE • SI FANNO CARICO DEI PROBLEMI DEGLI ALUNNI

Apprendimento

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INCIDENTALE INTENZIONALE

CONDIZIONE DI ALTA MOTIVAZIONE

RAPPRESENTA GRAN PARTE DELLE ESPERIENZE CHE PORTANO CIASCUNO DI NOI A COSTRUIRE IL

SISTEMA DELLE NOSTRE CONOSCENZE

E’ PIU’ MIRATO

EFFETTI PIU’ RAPIDI E SOLIDI

LE FASI DI STUDIO

PRE-LETTURA

• RICOGNIZIONE DEL MATERIALE (leggere titoli e sottotitoli, valutare il tempo a disposizione,

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POTENZIARE LE STRTEGIE DI CONSULTAZIONE RAPIDA DEL TESTO

•COSTRUIRE UNA SINTESI ( RIASSUNTO) CON LE IDEE PRINCIPALI

•PORRE DOMANDE –STIMOLO INTRODUTTIVE

•FARE UNA LISTA DI ESPRESSIONI CRITICHE PRESENTI NL TESTO

LETTURA VERA E PROPRIA

• COMPRENSIONE DEI CONTENUTI DEL BRANO

La sequenza di informazioni esposte in forma lineare sulla pagina scritta organizzata in forma concettuale .

4 fasi:

1. Raccolta di informazioni ( ricavare informazioni dal testo, selezionare i punti più importanti e dedicare ad essi più tempi )

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2. Rispondere alle domande ( rispondere a domande di comprensione o a dubbi)

Prendere appunti, fare delle sintesi, sottolineare, individuare punti poco chiari.

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3. Valutare la risposta e feeback ( se adeguata o va migliorata)

4. Scelte per risolvere la risposta dubbia/non adeguata( cercare altre informazioni, fornire una riposta più dettagliata,..)

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FASE POST-LETTURA

• Si perfeziona l’apprendimento creando collegamenti con le conoscenze pregresse

• Si usano strategie di memoria ( anche con uso di parole-chiave e cues ( =spunti) autobiografici e spaziali, rappresentazioni mentali/di significato linguistico

• Ci si informa sulla prova, si prevedono domande, ci si esercita in simulazioni

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Apprendere dal testo aspetti metacognitivi

Per valutare e aggiustare ricorsivamente la comprensione è necessario:

1. La previsione = abilità di anticipare il risultato dell’applicazione di una strategia ( scorsa rapida del testo, difficoltà del compito,..)

2. La pianificazione = abilità di scegliere le strategie e di organizzare l’attività per raggiungere un certo obiettivo ( riuscire a collegare i concetti di un argomento studiato)

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3. Il monitoraggio = abilità di verificare la congruenza dei significati elaborati o di aver prestato attenzione alle idee centrali del testo

4. La valutazione= abilità di comprendere l’efficacia di una strategia ed eventualmente modificarla.

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significa

Sviluppare Abilità di metocomprensione

Sensibilità al testo ( distinguere la struttura, rilevare anomalie semantiche, errori, riconoscere caratteristiche delle diverse tipologie testuali

REVISIONE

• Attività trasversale che coinvolge tutti i momenti dello studio.

• Seguono 7 tipi di attività/strategie

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Metodo per lo studio di un testo

Schema PQ4R (Thomas e Robinson 1970) Prewiew: scorrere velocemente il testo per comprenderne la struttura, argomenti e parti principali, titoli di paragrafi, eventuali indici o anticipazioni. Osservare le figure, i grafici, le cartine, gli schemi, prestare attenzione alle parole in grassetto… Questions: provare a porsi delle domande sugli argomenti trattati nel testo. Read: leggere il testo cercando di capire e, in particolare, di trovare le risposte alle domande del punto precedente. Non è prevista, in questa fase, l’individuazione delle parole chiave: si legge senza matita né evidenziatore. Reflect: leggere di nuovo e, questa volta, evidenziare i punti importanti, trovare i collegamenti, mettere in relazione le nuove informazioni contenute nel testo con quello che già si sapeva. Recite: ripetere a sé stessi quanto letto, senza guardare il testo. Poi controllare il tutto sul testo (rileggendolo quindi un’altra volta) e cercare le parti che eventualmente non si ricordavano bene. Review: leggere ancora il testo per fissare i concetti principali e cercare di organizzare in una visione d'insieme i nuovi argomenti.

Cosa serve per il metodo di studio

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MEMORIA STRATEGIE

STILI COGNITIVI METACOGNIZIONE

ATTEGGIAMENTI TEMPO, LUOGHI, MATERIALI

ASCOLTO

Costruire l’apprendimento elaborando le informazioni - 1

L’apprendimento è un processo in continuo cambiamento = incremento delle competenze ( abilità/conoscenze)

“ le funzioni esecutive sono quel complesso di abilità che rende gli individui in grado di stabilire degli obiettivi, delineare strategie di volta in volta nuove ed efficaci per raggiungerli e, con il passare del tempo o al variare delle situazioni e delle richieste ambientali, di adattare tali piani di azione” ( Burgess e Alderman ( 2004)

Quali sono le Funzioni Esecutive? ( Pennington e Ozonoff, 1996)

• Memoria di lavoro • Flessibilità cognitiva ( conflitto cognitivo, problem solving) • Inibizione dell’impulso ad agire • Attenzione sostenuta • Autocontrollo (autoregolazione) • Pianificazione delle proprie azioni • Saper utilizzare strategie necessarie al raggiungimento di

un obiettivo • Analizzare il compito nei suoi elementi costitutivi • Utilizzare il feedback nella scelta dell’azione da adottare

Problem solving:

• Problem filding: ci si accorge che c’è un problema da risolvere,una situazione che crea disagio e che richiede un’immediata soluzione

• Problem setting: si definiscono il problema e l’obiettivo da raggiungere;ci si chiede:dove sta l’ostacolo al mio modo di agire consueto e abituale?

• Brainstorming:si definise un’ampia gamma di possibili ipotesi di soluzione,anche di quelle mai tentate in precedenza,cercando di attivare al massimo la creatività e il pensiero divergente.

• Decision making:dopo un’attenta valutazioni dei punti di forza e di debolezza ,della realizzabilità e delle possibilità di successo di ciascuna idea, si sceglie l’ipotesi di soluzione che si ritiene più efficace.

• Decision taking: si applica concretamente e in maniera precisa l’ipotesi di soluzione prescelta,verificando poi attentamente e in maniera obiettiva gli esiti;in caso positivo, si continuerà ad applicare questa strategia di soluzione ,altrimenti si ricomincerà nuovamente l’intero processo di problem solving.

Compito/attività di Problem solving

Attività metacognitive di autocontrollo

Comprensione Prima di iniziare il lavoro….rifletti -Quello che stai per affrontare è veramente un problema? - cosa sai su come si procede? -Hai incontrato in altre occasioni problemi simili?

Previsione Prima di iniziare il lavoro….prevedi -Chi o che cosa ti può essere d’aiuto? -Di quali/quanti strumenti necessiti? -Quanto tempo hai a disposizione?

Pianificazione Prima di iniziare il lavoro….organizzati -Identifica chiaramente il problema -Puoilavorare da solo o è meglio un lavoro di gruppo? -Procurati i materiali e gli strumenti di cui hai bisogno e che utilizzerai -Scegli il metodo di presentazione dei risultati -Stabilisci nella maniera più precisa possibile i tempi di lavoro

Monitoraggio Mentre svolgi il compito….controlla -Sei sulla strada corretta? Cosa va eliminato/salvato? - il compito ti sembra facile/difficile…fattibile o no? -Se non riesci a proseguire cosa fai? -Quella che hai identificato è una soluzione realmente possibile? -Ti sembra la più adeguata rispetto il contesto/situazione? -Hai valutato altre alternative possibili?

Valutazione Quando hai risolto il problema……guarda indietro -Le fasi di previsione/pianificazione sono state utili alla soluzione? -Hai lavorato bene e in maniera adeguata? -Sarebbe stato possibile procedere in un modo diverso? -La procedura adottata ti potrà essere utile in altre situazioni? Quali? -C’è stato qualche inghippo che hai percepito come insuperabile?

Problem solving

metacognitivo

DECALOGO PER INSEGNARE UNA STRATEGIA

• Fornire una spiegazione adeguata

• Insegnarla fornendo un esempio concreto, ovvero offrendosi come modello da imitare di individuo che usa la strategia ( modeling)

• Ripetere bene le prime due frasi

• Ottenere dagli alunni osservazioni e commenti

• Porre l’accento sul controllo che la strategia permette di operare sul processo di apprendimento

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• Rinforzare l’alunno dopo che ha mostrato di usarla appropriatamente

• Invitare l’alunno ad automonitorarsi, cioè ad osservarsi e tenersi sotto controllo mentre impara ad usare la strategia e quando si trova nei contesti in cui sarebbe opportuno applicarla

• Operare un confronto tra i risultati ottenuti usando la strategia e quelli conseguiti con il sistema tradizionale precedentemente usato

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Strategie per ricordare meglio

• Catena di parole chiave

• Visualizzazione = attraverso gesti precisi, immagini,..

• Organizzazione di caterigorie = serie di oggetti da…

Elaborare le informazioni rispettando….

• Stili cognitivi

• Intelligenze differenti

Alcuni importanti aspetti dell’attività di studio dello studente

• PREPARAZIONE DI UNA RELAZIONE SCRITTA = meno del 15% degli studenti fa una scaletta dei tempi/contenuti

• PREPARAZIONE AD UNA PROVA = anticipare il contesto della prova e la conoscenza delle modalità in cui verrà svolta ne facilitano il superamento; anticipare le domande e predisporre le riposte

• LAVORO IN BIBLIOTECA = imparare ad utilizzare i sussidi e i contesti costituisce una modalità di apprendimento trasversale e preliminare per qualsiasi tipo di studio

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• ASCOLTO DELLA LEZIONE = avviare il processo di apprendimento in contesto comunicativo, attivare aree idonee di conoscenza e riconoscendo i temi importanti sottolineati dal docente ( riduce del 50% il lavoro di studio a casa)

• PRENDERE APPUNTI = mantiene l’attenzione durante la lezione, sostiene la memorizzazione dei contenuti ( moderata correlazione tra parole scritte e memorizzate) e c’è la revisione dei contenuti quando si rilegge

• ABILITA’ DI LAVORO SUL TESTO = possedere capacità di comprensione nella lettura e modalità di rielaborare il testo ( schemi, riassunti,..)

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• RIPASO E FARSI DOMANDE = metà del tempo dovrebbe essere destinato alla rielaborazione orale ( consolidare gli apprendimenti, identificare i concetti non chiari/dubbi, …)

• RIELABORAZIONE PROFONDA E PERSONALE = non assimilazione meccanica e ripetitiva ma rielaborazione personale e profonda che fa cogliere di stare a studiare anche per una conoscenza personale

• GESTIONE DEL TEMPO = gran parte degli studenti non sa gestire il tempo o dà poca importanza ; il tempo non getito crea frettolosità e stato di stanchezza per un imparare dell’ultimo minuto

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STRATEGIE DI APPRENDIMENTO E DI STUDIO Molte ricerche hanno dimostrato come lo sviluppo

delle capacità di memoria vada a pari passo con lo sviluppo di capacità e propensione all’uso di strategie, a partire da quelle più semplici di ripetizione del materiale fino a quelle più complesse che richiedono un’organizzazione.

Principio generale: un soggetto che esercita un controllo attivo sul suo processo di apprendimento impara meglio e di più, inoltre acquisisce una maggiore elaborazione e quindi produce generalmente una memorizzazione migliore.

Per meglio memorizzare una strategia è necessario sviluppare una “conoscenza condizionale” cioè acquisire informazioni relative a quando sia opportuno usare una certa tecnica .

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DECALOGO PER INSEGNARE UNA STRATEGIA

• Fornire una spiegazione adeguata

• Insegnarla fornendo un esempio concreto, ovvero offrendosi come modello da imitare di individuo che usa la strategia ( modeling)

• Ripetere bene le prime due frasi

• Ottenere dagli alunni osservazioni e commenti

• Porre l’accento sul controllo che la strategia permette di operare sul processo di apprendimento

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• Rinforzare l’alunno dopo che ha mostrato di usarla appropriatamente

• Invitare l’alunno ad automonitorarsi, cioè ad osservarsi e tenersi sotto controllo mentre impara ad usare la strategia e quando si trova nei contesti in cui sarebbe opportuno applicarla

• Operare un confronto tra i risultati ottenuti usando la strategia e quelli conseguiti con il sistema tradizionale precedentemente usato

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Che cos’è la METACOGNIZIONE

• È una specie di grande contenitore dove vengono raccolte tutte le operazioni cognitive sovraordinate alle operazioni cognitive esecutive, con la funzione di coordinarle, guidarle, indurre alla riflessione.

• Le operazioni metacognitive possono essere raccolte in alcune categorie fondamentali:

L’atteggiamento metacognitivo ( o conocenza metacognitiva generale)

Le conoscenze metacognitive specifiche I processi metacognitivi di controllo

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5 aspetti connessi al metodo di studio

1. La CONCENTRAZIONE : importanza di mantenere l’attenzione e la necesità che l’alunno si renda conto dei sui problemi attentivi e li sappia tenere sotto controllo

2. La SELEZIONE DEGLLI ASPETTI PRINCIPALI : importanza dei processi di controllo della lettura, quando cioè l’attenzione si sofferma su una adeguata selezione dei punti importanti.

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3. La CAPACITA’ DI AUTOVALUTAZIONE : sviluppare abilità nel valutare le proprie capacità e soprattutto le proprie prestazioni

4. Le STRATEGIE DI PREPARAZIONE AD UNA PROVA : stabilire gli obiettivi da conseguire, adeguare i processi, pianificare tempi/spazi/materiali

5. La SENSIBILTA’ METACOGNITIVA: riflettere su quanto chiesto da compito, in generale, e sulla capacità di predisporre un piano adeguato.

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STRATEGIE DI APPRENDIMENTO E DI STUDIO

MOTIVAZIONE E SUCCESSO SCOLASTICO

Obiettivi:

1. Essere motivati a svolgere un’attività e trovare la spinta giusta per portarla a termine ( per es. trovare l’utilità nel fare questa attività)

2. Trovare benefici dell’impegno anche se a lunga distanza

3. Avere/ Creare una motivazione per ogni nostro impegno

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ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PARSONALE

Obiettivi

1. Rendere il lavoro più efficace

2. Dosare il lavoro secondo le mie capacità/possibilità ed energie

3. Fissare obiettivi ( uno grande, in alcuni piccoli) per conseguirli e avere le idee chiare per procedere passo a passo

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Trucchetti da suggerire agli alunni: a) Dopo un primo atto di fiducia, prova a seguire le

indicazioni in modo preciso e scrupoloso per verificarne l’efficacia;

b) Se provi una sola volta raggiungi solo quel preciso obiettivo e ti costa fatica perhé è la prima volta; devi invece ripetere l’attività per qualche settimana perché poi diventi automatica e quindi farla senza fatica

c) Cerca di programmarti da solo, tenta più volte e fai anche più modifiche, per permetterti di dosare le proprie forze

d) Queste attività sul metodo di studio ti permettono di far vedere, con i fatti, ai tuoi genitori e ai prof che non è vero che “non fai il tuo dovere”, “ che sei un fannullone”

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USO DEI SUSSIDI

Obiettivi

1. Usare il dizionario : trovare le parole elencate in ordine alfabetico, trovare i vocaboli in un dizionario, trovare i significati di una parola,)

2. Usare un’enciclopedia : trovare le informazioni necessarie

3. Usare un libro: trovare le parti necessarie

4. Usare un indice analitico ( rubrica telefonica..)

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ORGANIZZARSI

Obiettivi

1. Organizzare la stanza dove studi ( individuare gli elementi che costituiscono un ambiente adatto e identificare potenziali problemi)

2. Tenere in ordine il banco di scuola

3. Tenere in ordine il materiale scolastico

4. Usare il diario

5. Scrivere un compito ordinato

6. Tenere in ordine un quaderno

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FLESSIBILITA’ DI STUDIO

Obiettivi

1. FLESIBILITA’ NELLA LETTURA:

Imparare a riflettere come lettore

Leggere per svolgere un compito specifico

Riconoscere le strategie di lettura

Imparare a passare da una strategia all’altra in relazione al compito

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FLESSIBILITA’ DI STUDIO

Obiettivi

2. FLESIBILITA’ NELLA MEMORIA:

riconoscere strategie per memorizzare

Imparare a riflettere sulle proprie modalità mnemoniche

Applicare strategie di memorizzazione

Applicare e valutare le strategie usate per la memorizzazione

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FLESSIBILITA’ DI STUDIO

Obiettivi

3. FELSSSIBILITA’ NELLO STUDIO:

Imparare a riflettere in quanto studente

Imparare a svolgere un compito con e senza limiti di tempo

Pianificare un’interrogazione sulla base della prestazione attesa e del temo a disposizione

Imparare a studiare in maniera flessibile

Pianificare un esame

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FARE I COMPITI SCRITTI

Obiettivi

Raccogliere informazioni

Organizzare le informazioni

Revisionare il proprio compito

Fare ricerche

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AFFRONTARE LE VERIFICHE Obiettivi

Prepararsi per una verifica Studiare per una verifica Usare le strategie “ leggi-verifica-controlla” Seguire le istruzioni di una verifica Rispondere alle domande a scelta multipla Rispondere alle domande vero/falso Completare le frasi Collegare le risposte alle domande Scrivere le risposte alle domande Fare le verifiche

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PARTECIPAZIONE IN CLASSE

Obiettivi

1. Capire quello che si ascolta

2. Eseguire le istruzioni

3. Prendere appunti

4. Intervenire

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STILI COGNITIVI DI APPRENDIMENTO

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Psicopedagogia Sposta l’attenzione

Insegnamento sulla prestazione Insegnamento sulla pari efficienza di diversi stili

modo di apprendere e di elaborare le informazioni; • mediatore tra lo stimolo proveniente dall’ambiente e la risposta del soggetto a tale stimolo (Goldstein e Blackman 1978, 462) ; • modo soggettivo di elaborare gli stimoli ambientali in

strutture coerenti e significative.

STILI COGNITIVI DI APPRENDIMENTO

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Favorisce una diversificazione delle metodologie in insegnamento

Permette di intervenire specificatamente quando lo stile

usato non è adeguato alle richieste

• STILE COGNITIVO SITEMATICO-INTUITIVO

( riguarda essenzialmente la maniera di classificare e formulare ipotesi da parte di un individuo. Si tratta di uno stile che mette in relazione processi cognitivi con quelli emotivi)

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Procedura a piccoli passi e si considera tutte le variabili. Lunga

la soluzione ma più certa l’esattezza. Rischio di fermarsi

troppo sui particolari

Si preferiscono ipotesi da confermare o confutare. Rapido nella soluzione e corretta la risposta solo se si è formulata

giusta l’ipotesi

Caratteristiche………

• Riguarda la maniera di classificare e formulare ipotesi di un individuo. E' uno "stile classico" per l'analisi psicologica che mette in evidenza l'interazione tra processi cognitivi e processi emotivi e di personalità. La persona intuitiva: segue le sue ispirazioni con prontezza, ama cimentarsi con il nuovo e le situazioni complesse, salta facilmente alle conclusioni, fa fatica a programmare e a seguire un lungo procedimento logico; la persona sistematica ama programmare le sue attività, seguirle e portarle a conclusione. Sottile analizzatrice, ama lavorare per migliorare il funzionamento delle cose.

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Imparare quando è opportuno essere sistematici e quando intuitivi

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•STILE COGNITIVO GLOBALE-ANALITICO riferito soprattutto alla percezione

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Le persone con stile globale sono “orientato alla struttura", tendono ad elaborare informazioni e a risolvere problemi mettendo in atto strategie che utilizzano immagini visivo- spaziali ; • costituisce una visione d’insieme di un argomento senza perdersi nei particolari cercando di cogliere il concetto centrale. • il globale sarebbe, sul piano psicologico un impulsivo, portato all'azione immediata e con un'emotività intensa; • sarebbero portati, a livello scolastico, verso il ramo umanistico-letterario

"orientati ai dettagli", ricorrono a strategie fondate su operazioni concettuali di tipo verbale, razionale più che intuitivo; • partono dai dettagli per costruire progressivamente il quadro generale; • sono riflessivi, progettatori, capaci di una maggior padronanza della propria emotività; • sono portati, a livello scolastico, verso il ramo scientifico-tecnico;

Analitico

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Caratteristiche….

• Concerne la percezione, la preferenza per la considerazione dell'insieme o del dettaglio. Concerne un altro tipo di processo psicologico poichè uno stile intuitivo non è certamente analitico ma non è necessariamente nemmeno globale dato che potrebbe prendere spunto da un unico elemento significativo. La persona globalista osserva, legge, scrive, studia soffermandosi sugli aspetti d'insieme; la persona analitica si sofferma sui particolari.

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STILE IMPULSIVO-RIFLESSIVO

• Riguarda i processi decisionali, un certo modo di decidere, pianificare la risposta, scegliere la maniera di affrontare un compito. Questo stile interagisce con altri stili per quanto riguarda la qualità della decisione. La persona riflessiva pensa molto prima di dare una risposta o eseguire un compito perciò ha bisogno di più tempo per procedere e commette meno errori ma può perdere qualche occasione; la persona impulsiva riflette poco prima di dare una risposta o compiere un'azione, prende in fretta le decisioni e spesso commette errori.

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STILE VERBALE-VISUALE

• Trasversale a vari compiti cognitivi concerne la percezione, le preferenze di risposta, la memoria che è il riferimento centrale dello stile dato che si presume che le conoscenze siano immagazzinate per quantità e tipo di organizzazione funzionale allo stile preferito. Gli effetti di questo stile si evidenziano nella maniera in cui una persona ricorda le informazioni apprese . Un verbalizzatore ricorda meglio parole e incontra difficoltà in compiti di tipo visivo; un visualizzatore ricorda meglio gli oggetti ed le immagini.

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STILE PENSIERO DIVERGENTE E PENSIERO CONVERGENTE

• PENSIERO CONVERGENTE = tende a svilupparsi verso mete logiche e consequenziali su cui convergeranno presumibilmente altre catene di pensieri

• PENSIERO DIVERGENTE= sviluppa percorsi autonomi che, anche se talvolta meno consequenziali e tipici, possono produrre soluzioni originali e “creative”

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Modificabilità degli stili cognitivi

• Combinare i diversi tipi di strategie ( quelli conosciuti e quelli da apprendere)

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Acquisizione delle strategie

Problem-solving intragruppo

( costituiti due gruppi si incentiv lo

scambio)

Problem-olving-intergruppo

( soluzioni di problemi in gruppo)

Problem-solving individuale ( compiti di

apprendimento in autonomia)

Per autoregolare lo studio: quali strategie?

• Darsi istruzioni ( tramite una sorta di dialogo interno, verbalizzare le istruzioni per dirigere il proprio comportamento/operato)

• Autoregistrazione ( annotare, anche solo verbalmente come momento di riflessione, quando lo studente ha usato una strategia efficace e ipotizzare quando poterla riattivare)

• Autovalutazione ( autodefinire gli obiettivi dell’apprendimento, i miglioramenti, stimare le proprie energie,..)

• Saper chiedere aiuto ( porre le domande e le richieste giuste)

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Strategie costruttive di lavoro sul testo

• Organizzatori anticipati con funzione di ancoraggio concettuale

• Matrici cognitive, mappe, reti concettuali per organizzare le conoscenze e stabilire le relazioni

• Le scritture dell’apprendimento come gli appunti, le domande, i riepiloghi, la paragrafazione ( facilitano il ricordo e la comprensione)

dott.ssa Caterina Scapin

Strategie socio-costruttive e dialogo-discorsive

• Il jigsaw ( puzzle): gli studenti in classe spesso vivono una situazione di insofferenza e di rifiuto perché non si sentono protagonisti e responsabilizzati. Come intervenire allora? con un gioco ad incastro ad ogni allievo viene assegnato un compito che è essenziale al gruppo, senza il quale il gruppo intero ne soffre e viene penalizzato, quindi ogni allievo si sente responsabilizzato a partecipare attivamente all'attività didattica.

• Conversazione e discussione • La negoziazione degli obiettivi, ruoli e responsabilità

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Strategie metacognitive e motivazionali

• Esplicitazioni di aspettative e obiettivi d’apprendimento

• Strategie di monitoraggio e autoregolazione ( di aiuto, rinforzo, darsi istruzioni,..)

• La narrazione autobiografica per far emergere storie personali d’apprendimento

• I questionari autovalutativi

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Quanto “Noi” ricordiamo

• 10% di ciò che leggiamo ƒ

• 20% di ciò che sentiamo

• ƒ 30% di ciò che vediamo

• ƒ 50% di ciò che sentiamo e vediamo

• ƒ 70% di ciò di cui parliamo con gli altri ƒ

• 80% di ciò che sperimentiamo personalmente ƒ

• 95% di ciò che insegnamo agli altri

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• Incoraggiare l’alunno a generalizzare la strategia ad altri contesti

• Insegnarne l’uso in materie e con materiali diversi e in contesti differenti

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Quali METODOLOGIE?

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ƒ

10% di ciò che leggiamo ƒ 20% di ciò che sentiamo

30% di ciò che vediamo ƒ 50% di ciò che sentiamo e vediamo

LEZIONE FRONTALE

LEZIONE FRONTALE CON MEDIATORI DIDATTICI

MEDIATORI DIDATTICI

“... Se l'esperienza diretta può favorire la comprensione, non è tuttavia attraverso di essa che si conosce. Già Bruner sosteneva che ciò che l'apprendimento non spontaneo,

ovvero conseguente all'insegnamento, ha in più rispetto a quello spontaneo è la riflessione su quanto si è esperito al fine di prenderne coscienza (Bruner, 1999). Allo

stesso modo Damiano sostiene che «non è attraverso l'esperienza in sé che si conosce, quanto [...] attraverso la riflessione sull'azione, mediante la presa di coscienza di

quanto è apporto dovuto al soggetto e ai suoi schemi e quanto all'ambiente e alle sue caratteristiche» (ivi, p. 232).

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Obbietivo dell’uso dei mediatori in didattica

• un processo di mediazione che deve facilitare e favorire l'acquisizione del contenuto. Tale processo si realizza attraverso la messa in campo, da parte dell'insegnante, di quattro mediatori: attivi, iconici, analogici, simbolici.

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La funzione della scuola è quella di insegnare a secondarizzare l’esperienza diretta, di sostituire la realtà con dei “ segni” che consentono di esaminarla e

di ricostruirla, quindi di dominarla.

I mediatori didattici

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MEDIATORI ATTIVI

Si riferiscono alla possibilità di “fare” cioè di effettuare direttamente le esperienze, fondandosi sul principio che “se faccio capisco, se capisco

imparo”. L’apprendimento diretto si qualifica come la forma di apprendimento privilegiata, ad alto coefficiente di motivazione e di risultato. A differenza dell’esperienza selezionata, introdotta nel progetto scolastico in maniera intenzionale. Il problema dei mediatori attivi, tuttavia, è relativo a come

ritagliare l’esperienza scelta dal continuo vitale, quanto tempo assegnare ad essa, come integrarla all’interno dell’itinerario educativo- scolastico condotto

con altri mediatori.

Attivi, ovvero l'esperienza diretta: se l'insegnante vuole far capire a dei piccoli discenti il significato della parola "martello", farà loro vedere e toccare un martello reale. Secondo Damiano, tuttavia, l'esperienza diretta non è un mediatore, in quanto non c'è mediazione tra la realtà esterna e il soggetto in apprendimento. In verità già la scelta dell'oggetto da mostrare e il contesto in cui mostrarlo sono il frutto di scelte e dunque della mediazione dell'insegnante.

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TIPI DI MEDIATORI DIDATTICI ATTIVI

• esplorazioni per presa diretta

• vesplorazioni per osservazione

• ricostruzione esperienza

• esperimento esercitazione

• esplorazione per controllo di conoscenze pre-definite

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MEDIATORI ICONICI

Rappresentano le caratteristiche della realtà mediante immagini (nella forma di audiovisivi comprendono anche suoni e scale) . Modelli iconici sono le fotografie i

disegni, le carte geografiche ma anche riprese filmiche per viedotape (cartoni animati, diapositive….) di esperienze di vita effettiva dei bambini, spontanee o

provocate. arbitrarieta’ (quella della scala) e convenzioni (quelle percettive come il colore e la prospettiva) sono i modi in cui il modello ricostruisce la realtà. Tale

mediatore rappresenta il massimo livello di fedeltà e di vicinanza rispetto al reale; infatti mantiene con esso un rapporto fisico percettivo: in alcuni casi la realtà si “vede” in altri si “sente”, in altri ancora si “ tocca”. Il problema legato ai modelli

iconici à relativo al legame col contesto da cui sono stati ricavati: questo restringe il potenziale formativo che si realizza pienamente sole se otteniamo trasferimenti e generalizzazione a partire dai casi rappresentati. Vi è inoltre un altro limite, quello

dell’apprendimento mediante immagini, fondati cioè sull’attività percettiva: “ vedere” o “sentire” sono cosa diversa “dall’operare” sulla realtà, manipolarla e

organizzarla. I modelli iconici, allora, pur avendo una loro autosufficienza, si considerano complementari ad altri, da usare in maniera integrata rispetto agli altri.

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Esso è rappresentato da disegni, foto, carte geografiche, modellini e plastici, ma anche film, videotape, ovvero immagini dinamiche. Il vantaggio del mediatore iconico è nella sua capacità di «oggettivazione» (Damiano, 1999, p. 218), ovvero di reificazione, cioè di rappresentazione di un'esperienza come "cosa" esterna al soggetto (ibidem). Il limite di questo mediatore è nella bassa capacità di generalizzazione: «il segno è sempre troppo singolare per riprodurre adeguatamente l'estensione di un concetto o di un valore universale» (ivi, p. 220). Il martello raffigurato su un cartellone è un martello particolare, non rappresenta il concetto di martello, che risiede invece nelle sue caratteristiche funzionali ed estetiche.

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TIPI DI MEDIATORI DIDATTICI ICONICI

• disegno spontaneo

• disegno preordinato • codificazione grafico-figurativa

• Schematizzazione concetti, mappe

• schematizzazione a controllo di conoscenze

precedenti apprendimento

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MEDIATORI ANALOGICI

drammatizzazioni, simulazioni, giochi di ruolo. Per Damiano tutti i mediatori hanno la funzione di essere degli "analogati" della realtà, cioè dei "segni" che

stanno al posto di oggetti o dimensioni della realtà esterna e che a essa rimandano. La simulazione o role-playing è «un'esperienza che rappresenta

l'esperienza» stessa . Continuando il nostro esempio del martello, se volessimo usare un mediatore analogico per farne comprendere la funzione, dovremmo

fingere di battere un chiodo sul muro. Nei giochi di simulazione gli alunni assumono ruoli, drammatizzano situazioni, si mettono nei panni di altri e

sperimentano la dimensione o situazione che devono comprendere e apprendere. I vantaggi dei mediatori analogici stanno sicuramente nell'elevata motivazione e

comprensione della complessità che producono

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TIPI DI MEDIATORI DIDATTICI ANALOGICI

• drammatizzazione role/play

• giochi di simulazione

• esecuzione di copioni

• analisi e discussioni gioco per regole

• simulazione finalizzata a applicazione e controllo

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MEDIATORI SIMBOLICI

Sono rappresentati da lettere, numeri e altri tipi di simboli per rappresentare delle variabili e le loro relazioni. Il grande vantaggio dei

mediatori simbolici consiste nel fatto che con essi si raggiunge il massimo grado di generalizzazione, ovvero scrivendo o dicendo la parola "martello" non ci riferiamo a un martello in particolare, ma a qualunque tipo di martello. Il problema più grande del mediatore simbolico sta nel fatto che se esso non si appoggia a categorie possedute dai discenti, la sua distanza dalla realtà potrebbe implicarne la non comprensione da

parte di questi ultimi e dunque la mera registrazione del dato ma non la sua assimilazione e integrazione.

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TIPI DI MEDIATORI DIDATTICI SIMBOLICI

• discussione

• narrazione

• definizione di concetti

• riflessione sul linguaggio

• applicazione e controllo di metacognizione

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INTEGRAZIONE DEI MEDIATORI DIDATTICI

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ATTIVI ICONICI ANALOGICI SIMBOLICI

a) Esplorazioni “per vedere”, esercitazioni “per presa di

contatto”

a) Disegno “spontaneo”, materiale visivo per

documentare

a) Drammatizzazione nel role play (soggetti) a) Discussione finalizzata a sintetizzare/omologare

informazioni raccolte, narrazione dell’insegnante

b) Esplorazione secondo piano d’osservazione,

esercitazione per realizzare organi a partire da

semilavorati, montaggi etc.

b) Disegno preordinato secondo piano

contenutistico/codice prescelto, analisi e

interpretazione di immagini selezionate

b) Giochi di simulazione (canovaccio) b) Narrazione (ascolto, lettura, scritti) di eventi più o

meno complessi, sintesi scritta, narrazione dell’alunno

c)Ricostruzione (mimo,conversazione.) di un’esperienza

per metterla a fuoco ed esaminarla

c) Codificazione grafico-figurativa di eventi più o

meno complessi (a partire da altri linguaggi, verbali e

non)

c) Esecuzione di copioni (soggetti a

canovaccio)

c) Definizione di concetti, formulazione di giudizi

d) Esperimento (a fattori selezionati e alternati),

esercitazione per ideare, progettare, realizzare oggetti

d) Schematizzazione di concetti, mappe, percorsi,

eventi…. secondo connettivi grafici (organizzatori

percettivi)

d) Analisi e discussione di un gioco, finalizzate

all’identificazione delle regole

d) Riflessione sul linguaggio, sulle pratiche discorsive,

sulle procedure, finalizzata all’individuazione di regole

e) Esplorazione per controllo di conoscenze predefinite,

esercitazioni per applicare/controllare .

e) Schematizzazione e controllo di conoscenze ed

esperienze apprese in precedenza

e) Simulazione finalizzata all’applicazione e

controllo di conoscenze e esperienze

precedenti

e) Applicazione e controllo di regole (metaconoscenze)

apprese in precedenza

Esempio di uso di mediatori • Per sviluppare l’autonomia operativa del soggetto e superare il panico da

pagina bianca si potrebbe ricorrere a dei mediatori iconici che fanno ricorso all’uso del linguaggio grafico e spaziale, per esempio, si potrebbe prevedere un lavoro di gruppo in cui l’alunno diversamente abile, aiutato dai compagni, costruisce una mappa mentale della traccia che dovrà sviluppare rappresentando i nodi principali con delle immagini (fotografie, illustrazioni, propri disegni). Quest’ultime in virtù della teoria della doppia codifica (per immagini e verbale) lo aiuteranno ad organizzare meglio le informazioni nella propria mente e a ricavare nuove conoscenze sulla base di quelle possedute. Questo dovrebbe rafforzare la sua fiducia e aiutarlo, successivamente, con l’ausilio di altri mediatori (il computer con correttore ortografico automatico) a scrivere qualcosa. Ritengo particolarmente interessate per la nostra professione di insegnanti di sostegno l’utilizzo dello script nella didattica per gli allievi in difficoltà. L’utilizzo di script (successione, stereotipata e predeterminata, di azioni che definiscono una situazione ben nota) realizzati intorno all’ascolto di storie costituisce un mediatore per un percorso verso l’astrazione e consente al docente di comprendere ciò che si crea nella mente dello studente che sta leggendo e della sua capacità di cogliere stati d’animo ed emozioni dei personaggi.

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ƒ 70% di ciò di cui parliamo con gli altri ƒ 80% di ciò che sperimentiamo personalmente ƒ 95% di ciò che insegnamo agli altri

COOPERATIVE LEARNING

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Requisiti per un buon APPRENDIMENTO

Consapevolezza delle proprie capacità

Disponibilità allo studio ed attenzione

Abilità nel prendere appunti

Capacità organizzativa e di suddivisione del tempo

Capacità di lettura

Abilità nel selezionare e riordinare le informazioni

Corretta memorizzazione

Controllo emotivo

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CARATTERISTICHE dello studio

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INTENZIONALITA’ : implica l’attenzione, la

concentrazione e la necessità di avere obiettivi di apprendimento quanto

più possibili chiari e raggiungibili

AUTOREGOLAZIONE Comporta la capacità di saper gestire la propria

attività di studio e di conoscere e applicare le

strategie efficaci per apprendere e automotivarsi

L’AUTOREGOLAZIONE PER IL COMPITO

Consiste nel

• saper selezionare gli elementi più importanti che certamente vanno ricordati;

• conoscere le strategie per memorizzare più in fretta;

• riflettere sulle capacità richieste per svolgere il compito assegnato;

• saper individuare i compiti o le materie in cui si incontrano maggiori difficoltà;

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la motivazione ci aiuta a

• raggiungere gli obiettivi prefissati;

• sviluppare una prospettiva positiva sul lavoro/studio;

• generare la forza di cambiare;

• generare stima di se stessi e delle proprie capacità;

• gestire il proprio sviluppo personale e professionale e aiutare gli altri in questo processo

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• riconoscere le modalità di espressione più congeniali al proprio modo di essere;

• saper individuare problemi;

• saper prospettare soluzioni;

• saper prevedere le difficoltà di un compito;

• saper prevedere le possibilità di riuscita;

• saper distinguere tra una difficoltà apparente ed una reale.

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Metodo di studio vs Autonomia

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Lo studio del testo scritto

• Studiare un testo scritto significa:

- leggerlo attentamente e in modo strategico e selettivo al fine di comprenderlo,

- ricavarne le informazioni necessarie,

- memorizzarle per poi utilizzarle al momento opportuno (interrogazione/verifica)

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MAPPE

LIBERE SCHEMATIZZAZIONI

MAPPE MENTALI

MAPPE CONCETTUALI

SPECIFICHE TEORIE DELL’APPRENDIMENTO E DELLA MEMORIA

SISTEMA VISIVO PER RAPPRESENTAZIONE CONOSCENZA

Libere schematizzazioni

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Mappe Concettuali

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1. Nuove informazioni vengono inserite nelle

strutture preesistenti 2. Concetti specifici vengono associati concetti

generali

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L’apprendimento significativo è sempre intenzionale Chi costruisce una mappa/ studia deve mettere in relazione le nuove informazioni con le conoscenze che già possiede

NOVAK…. e l’apprendimento significativo

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L’ apprendimento significativo secondo Novak si basa su: 1. • Conoscenze precedenti 2. • Materiale significativo 3. • Decisione consapevole di

apprendere in modo significativo

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I VANTAGGI DELL’APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO 1. Le conoscenze vengono ricordate più a lungo 2. La classificazione delle informazioni aumenta la differenziazione dei concetti classificatori, rendendo più facile il successivo apprendimento di argomenti simili 3. L’informazione che viene ricordata dopo che è avvenuta la fase di cancellazione lascia comunque un effetto residuale sul concetto classificante e di fatto sull’intera struttura relativa dei concetti. 4. L’informazione appresa in modo significativo può essere applicata a un’ampia varietà di nuovi problemi e contesti, è possibile un’elevata generalizzazione delle conoscenze.

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Novak intende la mappa concettuale se: • Rappresenta la conoscenza • è uno Strumento utile per far emergere i Significati di ciò che si deve studiare • è una Rappresentazione della rete di Informazioni di ciò che si deve studiare

CONOSCENZA

CONCETTI SUPERIORI

O GENERALI

CONCETTI INFERIORI O SPECIFICI

MAPPA CONCETTUALE

102 dott.ssa Caterina Scapin

MAPPA STRUTTURALE

103 http://www.pavonerisorse.it/pstd/maccdf.htm dott.ssa Caterina Scapin

MAPPA CONCETTUALE : ORGANIZZATORI

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Mappe Mentali ( Buzan)

Caratteristiche principali: 1. Vi è una elevata soggettività 2. La componente grafica-visiva è molto

importante 3. I collegamenti sono fatti per

associazioni di vario tipo, non necessariamente logiche o funzionali

4. la mappa può essere costruita anche su conoscenze parziali

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Hanno una struttura radiale: il concetto appare al centro e da esso si diramano concetti correlati ed associati dei quali non viene specificato il senso (relazioni logico- associative - modello associazionista)

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MAPPA MENTALE

108 http://abtechno.org/index.php/2009/09/30/idee_concetti_appunti_mappe_mentali dott.ssa Caterina Scapin

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Hanno lo scopo di aiutare l’alunno a organizzare le conoscenze: - I concetti chiave e le relazioni concettuali vengono evidenziati - i concetti sono organizzati in base ad una gerarchia - È possibile modificare l’ordine di presentazione dei concetti Rappresentazione visiva delle informazioni: - L’ argomento viene “visto a colpo d’occhio” - Le informazioni sono facilmente recuperate ( per uso di immagini e parole-chiave) - I concetti sono espressi linguisticamente senza sottostare a rigide regole grammaticali

MAPPE PER LO STUDIO : PUNTI DI FORZA

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1. Lettura (testo compatto e sintetico) 2. Comprensione (selezione e

organizzazione delle informazioni) 3. Memorizzazione (collegato al punto 4. Le informazioni organizzate si ricordano meglio, ma vanno prima

processate)

Si ritiene che le mappe aiutino a superare difficoltà di…….

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Mappe e DSA Le mappe facilitano la lettura?

L’eccessiva segmentazione del testo rende difficoltosa la lettura di una mappa concettuale, anche con la sintesi vocale

È più facile leggere un testo a forma di elenco o organizzato in una mappa? La risposta è spesso soggettiva, ma non possiamo mai dare per scontata una presunta superiorità della mappa.

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Le mappe possono ridurre la necessità di leggere il testo tante volte?

Schema PQ4R (Thomas e Robinson 1970) Prewiew: scorrere velocemente il testo per comprenderne la struttura, argomenti e parti principali, titoli di paragrafi, eventuali indici o anticipazioni. Osservare le figure, i grafici, le cartine, gli schemi, prestare attenzione alle parole in grassetto… Questions: provare a porsi delle domande sugli argomenti trattati nel testo. Read: leggere il testo cercando di capire e, in particolare, di trovare le risposte alle domande del punto precedente. Non è prevista, in questa fase, l’individuazione delle parole chiave: si legge senza matita né evidenziatore. Reflect: leggere di nuovo e, questa volta, evidenziare i punti importanti, trovare i collegamenti, mettere in relazione le nuove informazioni contenute nel testo con quello che già si sapeva. Recite: ripetere a sé stessi quanto letto, senza guardare il testo. Poi controllare il tutto sul testo (rileggendolo quindi un’altra volta) e cercare le parti che eventualmente non si ricordavano bene. Review: leggere ancora il testo per fissare i concetti principali e cercare di organizzare in una visione d'insieme i nuovi argomenti.

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ALUNNI CON DSA O BES Uso frequente MAPPA

DISPENSATIVA O FACILITATIVA

Uso raro

Contenuti ridotti ed elaborati da altri

MAPPA COMPENSATIVA

Elaborazione personale dei contenuti

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Costruire le mappe richiede troppo tempo ed è considerata sempre un’attività aggiuntiva allo studio

Perché le mappe non funzionano?

Le mappe dovrebbero essere costruite dallo studente stesso che però da solo non è in grado di farle Quando l’argomento complesso,

costruire una mappa chiara e facile da consultare risulta molto difficile (per tutti).

Per costruire una mappa efficace bisogna conoscere sostanzialmente l’argomento, o almeno averne compreso la struttura principale

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Le mappe perdono rapidamente efficacia: funzionano bene oggi, assai meno tra un mese. Il problema aumenta se la mappa è stata costruita da altri, anche se al momento iniziale èstata adegua-tamente illustrata.

Anche per il motivo precedente, le mappe già pronte che si scaricano da Internet servono a poco.

L’individuazione dei concetti, e soprattutto delle proposizioni, nelle mappe concettuali richiede elevate competenze linguistiche che spesso i DSA non hanno.

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IL PROCESSO DI SINTESI NELLA COSTRUZIONE DI MAPPE

FATTA DA SÈ

FATTA DA

ALTRI

Apprendimento Significativo

Apprendimento Meccanico

FARE UN RIASSUNTO

Nel passaggio dal testo A al testo B : eliminare NOTE e parti in CORPO MINORE del

testo A

conservare le informazioni messe in rilievo dai CORPI TIPOGRAFICI (grassetto, sottolineato, corsivo etc...)

fare attenzione all’INDICE dei capitoli, dei paragrafi e dei sottoparagrafi (negli articoli di giornale, titolo, sottotitolo e soprattitolo)

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REGOLE PER REALIZZARE UN BUON RIASSUNTO:

individuare il lettore ideale

usare la terza persona

decidere quali tempi verbali usare

sostituire i discorsi diretti con quelli

indiretti

dott.ssa Caterina Scapin

scegliere uno stile attinente il tema

seguire lo schema argomentativo

andare a capo ad ogni nuovo concetto,

idea...

rispettare l’equilibrio del testo

dott.ssa Caterina Scapin

verificare sul vocabolario le grafie di cui

si è incerti

controllare che ogni frase sia la

conseguenza della precedente

evitare ripetizioni e ridondanze

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dott.ssa Caterina Scapin

FUNZIONA IL TESTO SINTETICO?

È breve Più difficile da comprendere per uso maggiore di termini specifici,

“densi” di significato che devono essere conosciuti TUTTI

Mancano parti non strettamente essenziali ma che possono essere utili alla

comprensione ( ripetizioni, similitudini, ridondanze,esempi, metafore, collegamenti..)

dott.ssa Caterina Scapin

Com’è la SINTESI nelle MAPPE?

selezionate e classificate (secondo un ordine ben preciso)

Le INFORMAZIONI vengono:

Sono poi convertite in nuovi/altri CONCETTI trasformati in

PAROLA-CHIAVE ( concetto o legame)

1^ SINTESI

2^ SINTESI

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«Le mappe non si fanno per farle consultare da altri ma si costruiscono direttamente, in prima persona. Non servono per semplificare l'apprendimento altrui ma per affrontare l’inevitabile complessità del proprio» (Marco Guastavigna)

QUALI MAPPE ?

Strategie

compensative

Tecnologie

compensative

Competenze compensative

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Adattamento degli obiettivi ( D. Ianes-Cramerotti)

• 1°LIVELLO : SOSTITUZIONE = non si semplifica l’obiettivo ma si prevede l’accessibilità; si superano difficoltà specifiche fornendo materiali di differente tipologia a tutta la classe, attivando stili cognitivi differenti ( esempio poesia audio a tutti se c’è un compagno cieco)

DSA, alunni con disabilità

sensoriale; alunni con differenti stili di apprendimento

Adattamento degli obiettivi ( D. Ianes-Cramerotti)

• 2°LIVELLO : FACILITAZIONE = si forniscono materiali e/o strumenti aggiuntivi per eseguire le attività e comprendere . Molto importanti le mappe, i mediatori didattici e gli strumenti compensativi. Si adatta il contesto di lavoro, facilitando la collaborazione e i tempi di lavoro, aumentando la flessibilità. Non si facilita il contenuto

Alunni con normali

difficoltà scolastiche (!?); non di

madrelingua italiana; con

disabilità lieve/

funzionamento limite; DSA

Adattamento degli obiettivi ( D. Ianes-Cramerotti)

• 3°LIVELLO : SEMPLIFICAZIONE = viene semplificato l’obiettivo dell’attività. C’è una semplificazione dell’attività proposta, sia per quanto riguarda la comunicazione delle azioni da svolgere ( semplificando lessico e sintassi), sia a livello di elaborazione da parte dell’alunno ( minore numero di richieste e complessità, livello di difficoltà differenziato). Si possono adottare strumenti e tecniche diverse

Alunni con funzionamento

intellettivo limite e/o

spettro autismo; alunni di recente

immigrazione e/o scarse

conoscenze della lingua

italiana

Adattamento degli obiettivi ( D. Ianes-Cramerotti)

• 4°LIVELLO : NUCLEI FONDANTI LA DISCIPLINA= si identificano all’interno di ogni disciplina e gli obiettivi minimi che risultano raggiungibili e significativi rispetto alle capacità e alle performance dell’alunno. L’inclusione si attua anche rispetto ad attività specifica.

Alunni con disabilità media ; alunni con disabilità intellettiva grave e/o disturbi

spettro autismo

Adattamento degli obiettivi ( D. Ianes-Cramerotti)

• 5°LIVELLO : PARTECIPAZIONE ALLA CULTURA DEL COMPITO = rari casi in cui NON si possa efficacemente impostare un’azione didattica sui contenuti disciplinari anche minimi , l’attenzione va posta a tutti gli elementi di socializzazione e di partecipazione sociale attivabili nel gruppo classe. Di particolare importanza sono tutti gli aspetti legati alle emozioni, all’affettività, allo spirito e alla condivisione di momenti formali e informali della quotidianità didattica

Alunni con disabilità

intellettiva gravissima

Adattamento con strumento compensativi tecnologici ( F. Fogarolo, C. Scapin)

Strategie

compensative

Tecnologie

compensative

Competenze compensative

L’uso di strumenti tecnologici per compensare un

disturbo/disabilità richiede la

padronanza di competenze

specifiche correlata ( es. uso

della tastiera)

Strumenti compensativi tecnologici vs tecnologie compensative

• Sintesi vocale e sw di gestione • Libri digitali , eBook • Audio liri, libri parlanti ( no sintesi) • Registratore e video-fotocamera • Agenda/diario elettronico • Sw per uso tastiera • Programmi di video-scrittura con correttore ortografico • Enciclopedie e dizionari digitali ( anche in lingue straniere) • Calcolatrice, fogli elettronici di calcolo • Sw per creazione mappe e schemi • Sw di lettura libri digitali in formato PDF

• DISPENSARE

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Le misure dispensative sono interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.

“Misure Dispensative” L a declinazione delle Misure Dispensative sono richiamate in molti modelli scolastici di PDP e ricavabili anche dalla normativa ( circolari, note, Linee guida,…) rispetta il concetto di gradualità con cui le misure dispensative si applicano.

Risulta invece importante graduare le dispense in base agli effettivi bisogni e tendere possibilmente verso l’estinzione. Eventuali dispense da attività necessarie per lo studio devono prevedere valide alternative (es: prendere appunti con uso del registratore).

N.B.

Si può prevedere il massimo intervento con la dispensa totale, o quasi, anche se è compito sopratutto della scuola fornire le alternative, laddove siano necessarie.

E’ importante prevedere l’intervento minimo con la dispensa solo in certe situazioni particolari, perché l’alunno sa elaborare sistemi alternativi.

133 dott.ssa Caterina Scapin

O.M.252/16

Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nel-le scuole statali e paritarie - Anno scolastico 2015/2016

dot.ssa Caterina Scapin

• ( Art. 23 comma 4, Pag. 40 )…..Per altre situazioni di alunni con Bisogni

Educativi Speciali (BES), formalmente indi-viduati dal consiglio di classe, devono essere fornite dal medesimo Organo utili e opportune indicazioni per consentire a tali alunni di sostenere adeguatamente l’esame di Stato. La Commissione d’esame – sulla base di quanto previsto dalla Di-rettiva 27.12.2012 recante Strumenti di intervento per alunni con Bisogni educativi speciali ed organizzazione scolastica per l’inclusione, dalla circolare ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 e dalle successive note, di pari oggetto, del 27 giugno 2013 e del 22 novembre 2013 - esaminati gli elementi forniti dal consiglio di classe, tiene in de-bita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative ai candidati con Bi-sogni Educativi Speciali (BES). A tal fine il consiglio di classe trasmette alla Com-missione d’esame il Piano Didattico Personalizzato. In ogni caso, per tali alunni, non è prevista alcuna misura dispensativa in sede di esame, mentre è possibile conce-dere strumenti compensativi, in analogia a quanto previsto per alunni e studenti con DSA, solo nel caso in cui siano già stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame senza che venga pregiudicata la validità delle prove scritte.

dot.ssa Caterina Scapin

QUALE DIFFERENZA?

O.M. 11/2015 art.23 comma 4 , pag. 36

• In ogni caso, per tali alunni, non è prevista alcuna misura dispensativa in sede di esame, mentre è possibile concedere strumenti compensativi, in analogia a quanto previsto per alunni e studenti con DSA.

O.M.252/16 Art. 23 comma 4, Pag. 40

• In ogni caso, per tali alunni, non è prevista alcuna misura dispensativa in sede di esame, mentre è possibile conce-dere strumenti compensativi, in analogia a quanto previsto per alunni e studenti con DSA, solo nel caso in cui siano già stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame senza che venga pregiudicata la validità delle prove scritte.

dot.ssa Caterina Scapin

….solo nel caso in cui siano già stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame senza che

venga pregiudicata la validità delle prove scritte

COME NON PREGIUDICARE LA

VALIDITA’ DELL’ESAME?

….., FORNENDO STRUMENTI COMPENSATIVI IN LINEA CON IL DISTURBO E/O LE DIFFICOLTA’ CHE SIANO DEBITAMENTE CERTIFICATI cioè DOCUMENTATI ( come da

circolari BES rispetto anche il disagio socio-famigliare che va documentato attraverso i Servizi Socio Sanitari)

dot.ssa Caterina Scapin

dott.ssa Caterina Scapin

Adattamento libro testo

PERCHE’ VI SONO DIFFICOLTA’: •LEGATE AI CONTENUTI

•LAGATE ALLE OPERAZIONI COGNITIVE

•LEGATE AGLI ASPETTI LINGUISTICI •LEGATE AGLI ASPETTI GRAFICI

• COMPLETAMENTO E INTEGRAZIONE qualora le informazioni fossero distribuite su più paragrafi/capitoli…che il capitolo dia per scontato alcuni pre-requisiti. Usare mappe/schemi per recupero, integrazione e “raccolta informazioni”

• APPROFONDIMENTO = non solo per aggiungere ma per chiarire

• EVIDENZIARE = le parti maggiormente significative e rilevanti

Adattamento libro testo

• SCHEMATIZZAZIONE = rielaborare/sintetizzare le informazioni contenute nel capitolo; individuare parole chiave/concetto; uso delle illustrazioni;

• RISCRITTURA = riscrivere in forma semplice ma esaustiva le informazioni contenute ( brevità dei singoli periodi e del testo i n generale; limitazioni nell’uso degli incisi e delle subordinate; uso di termini conosciuti dai lettori oppure sufficientemente spiegati; particolare attenzione a quei vocaboli generalmente conosciuti con un altro significato; gradualità e adeguate spiegazioni nell’uso dei termini propri del linguaggio specifico della disciplina; uso di esempi concreti e di rimandi espliciti alle esperienze e alle conoscenze già acquisite dei lettori; inserimento di immagini significative)

Adattamento libro testo

• RIDUZIONE = si può arrivare a scegliere uno tra i concetti chiave e affiancare immagini

• COSTRUZIONE DI UN GLOSSARIO

Adattamento libro testo

Come studiare?

• Ascolto in classe

• Prendere appunti

• Usare i libri di testo

• Ripassare

• Esporre oralmente ( registrati e ascoltati)

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Libri di testo

• Per far ciò devi eseguire una prima lettura, rapida ma completa; dovrai individuare le parole, le espressioni ed i riferimenti non chiari e cercarne il significato sul vocabolario (tieniti sempre accanto il vocabolario di Italiano e servitene ogni qualvolta le tue conoscenze lessicali dovessero vacillare) o su una enciclopedia. Dovrai poi procedere ad una seconda lettura, individuando i diversi temi sviluppati dal testo.

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Registrati e ascoltati

• Un’ottima cosa è organizzare qualche pomeriggio di studio con un amico e reciprocamente fungere da ascoltatori e da espositori. Simula a casa l’interrogazione, rivolgendo a te stesso delle domande; questo ti aiuterà ad imparare a ragionare “per problemi” e ad organizzare intorno ad essi le tue conoscenze. Esercitandoti nell’esposizione orale entrerai in possesso di molte abilità e competenze:

• individuare i punti facili della domanda; • organizzare rapidamente i contenuti da esporre; • costruire la risposta cercando di sviluppare innanzitutto il momento

centrale; • sapere utilizzare esempi opportuni a sostegno dell'argomentazione che si

sta sviluppando; • cercare di non andare fuori tema; • usare una forma espositiva chiara e semplice; • usare un lessico specifico.

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…per esporre oralmente

• leggere attentamente l'argomento oggetto di studio (primo livello di lettura)

• selezionare gli argomenti principali anche attraverso sottolineatura

• fare una prima esposizione orale di ciò che è stato letto • verificare attraverso la rilettura eventuali passaggi poco

chiari o incerti • fare una seconda esposizione orale a voce alta, finalizzata

all'espressione corretta, completa e logica • porsi dei quesiti pertinenti e tentare risposte adeguate • verificare l’esattezza delle risposte ed, eventualmente, in

caso di risposta errata o incompleta, consultare il testo

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Che cos’è la concentrazione?

• La concentrazione è l’attenzione protratta per un periodo utile ad apprendere ed a memorizzare ciò che viene a contatto con i tuoi organi sensoriali.

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comprendere

• Indica la capacità di cogliere il significato del testo. ƒ Capire un testo non significa semplicemente riuscire a ritrovare il significato di una frase aggiungerlo a quello della frase successiva e ripetere questa operazione fino alla fine del testo. È infatti dimostrato che è possibile comprendere senza alcuna difficoltà un testo in modo superficiale ma non riuscire a ritrovare il senso di quello che si legge. � Comprendere è un’attività costruttiva, interattiva e attiva che richiede l’integrazione delle informazioni nuove, contenute nel testo, all’interno delle strutture di conoscenza possedute dal lettore o dall’ascoltatore.

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Strategie di lettura

• Scorrere velocemente il testo • Individuare le informazioni rilevanti • Leggere analiticamente • Rileggere • Leggere selettivamente solo gli argomenti di

interesse • Tornare a passi precedenti • Saltare a passi seguenti • Utilizzare altre fonti di informazione • Parafrasare

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Elaborare…

• 1. Dare una scorsa rapida al testo soffermandosi solo su titoli, sottotitoli, grafici, figure.

• 2. Dividere il testo in unità concettuali. • 3. Leggere attentamente utilizzando una lettura analitica. • 4. Sottolineare. • 5. Individuare le parole chiave utili a spiegare il concetto e

a richiamare i collegamenti tra un concetto e l’altro. • 6. Prendere appunti. • 7. Fare una sintesi: schemi, riassunti, tabelle, grafici o

mappe che utilizzando le parole chiave ricercano i rapporti tra i concetti.

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schematizzare

Gli schemi possono servire a: • rappresentare le definizioni fornite dal testo; • rappresentare i concetti in rapporto gerarchico; • raccogliere le informazioni relative ad un argomento; • confrontare informazioni; • organizzare liste di informazioni per categorie; • organizzare per tabelle; • organizzare per assi temporali, periodi e durate ; • disporre una successione di azioni nel tempo su un

diagramma di flusso • rappresentare vari tipi di legami logici tra fatti o concetti.

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Cosa occorre per fare uno schema :

• Per ciascun concetto identificare parole chiave o frasi brevi e organizzarle;

• Iniziare dalla parola chiave o concetto principale del testo da mettere come radice o al centro dello schema;

• Individuare i concetti e le idee più importanti che si collegano alla parola chiave;

• Creare uno schema organico in tutte le sue parti (studiando anche la disposizione grafica nel foglio, in modo che le informazioni vengano distribuite in modo omogeneo).

dott.ssa Caterina Scapin

RICORDARE ………

• Ripetere

• Autointerrogarsi

• Costruire modelli mentali e fare collegamenti

• Usare mnemotecniche (rime, acronimi, acrostici, categorizzazioni, associazioni fonetiche e visive).

dott.ssa Caterina Scapin

• Formare immagini mentali dei termini concreti: individuare i termini concreti e tradurli in un immagine mentale o eventualmente grafica.

• Concretizzare i concetti astratti e formare immagini mentali: trasformare i concetti astratti in uno o più concetti concreti e formare poi le immagini mentali.

• Associare: formare immagini, parole, frasi che associano una informazione difficile a qualcosa di già noto.

dott.ssa Caterina Scapin

Alcune mnemotecniche

dott.ssa Caterina Scapin

STRATEGIA ESEMPIO

Rime Il recupero è facilitato dai suggerimenti derivanti dalle parole che rimano fra loro.

•“Su QUI e su QUA l'accento non va, su Lì e Là l'accento va!” •“Trenta giorni ha novembre, con april, giugno e settembre, di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno”, per ricordare il numero di giorni in ogni mese

Acronimi Ovvero parole artificiali in cui ogni lettera funge da suggerimento per il recupero di altre parole.

•DNA è l’acronimo di acido desossiribonucleico (Desoxyribonucleic Acid)

Acrostici Sono frasi in cui le prime lettere di ogni parola fungono da suggerimento per il recupero di altre informazioni.

La frase “Come Quando Fuori Piove” è usata dai giocatori di poker per stabilire la priorità di vincita nel caso di parità di punteggio (Cuori, Quadri, Fiori, Picche)

Associazioni fonetiche possono risultare utili per ricordare parole straniere, nomi, riferimenti geografici o termini non conosciuti. Basta associare la nuova parola da ricordare con qualcosa di noto e foneticamente simile.

•Grand-pére (nonno in lingua francese) grandepera •Ankara (città dell’Anatolia) -> Ancora •Streptococco (batterio)-> stretto-cocco

ATTIVITA’ DI LABORATORIO

1. a partire dai traguardi di apprendimento della competenza “IMPARARE AD IMPARARE” predisporre una UdA declinata su almeno due discipline a scelta secondo il format dato ( modello Scapin Caterina) .

2. A partire da un argomento disciplinare concordato in gruppo, predisporre una lezione secondo lo schema proposto ( griglia progettazione lezione)

dott.ssa Caterina Scapin

…questione di METODOLOGIE

METODOLOGIA = lo studio tecnico-pratico, dal punto di vista scientifico, di un determinato metodo al fine di ottenere risvolti scientifici per il proprio lavoro.

METODOLOGIE vr METODI INCLUSIVI…ATTIVI…..

RICERCA-AZIONE

MAPPE

MASTERY LEARNING

COOPERATIVE LEARNING

ROLE PLAYING

BRAINSTORMING

AUTOVALUTAZIONE

STUDIO DI CASO

PROBLEM SOLVING

..il metodo del Cooperative learning…

• Il C.L. è un’insieme di tecniche di conduzione della classe nelle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti.

• È un metodo di insegnamento-apprendimento dove il termine cooperare s’intende il lavorare assieme per raggiungere obiettivi comuni

• È l’interazione tra gli studenti che costruisce e migliora il loro apprendimento

…scopi del Coopertive learning…

PROMUOVERE

COMPETENZE SOCIALI

APPRENDIMENTO

LA DIDATTICA DEL C.L.

OBIETTIVI : 1. fare insieme 2. perseguire fini comuni 3. operare in gruppo 4. promuovere le potenzialità 5. di ciascuno

Altre connessioni……..

Il processo di apprendimento è dinamico e comunitario perché

gli studenti sono responsabili del proprio apprendimento;

l’apprendimento ha un carattere personalizzato

L’attività può svolgersi su apprendimenti complessi perché

si realizzano livelli di prestazione migliori a scopi che sono superiori alle possibilità di ciascuno;

si sviluppa il processo di autovalutazione

si usano abilità nel problem solving

Domande per favorire l’analisi di un problema

RAGIONA in modo qualitativo sullo svolgimento, prima di sviluppare l’algoritmo/la procedura/l’ipotesi.

STIMA il risultato delle tue decisioni

PROVA (vera o falsa) l’assunzione, il passaggio, la formula,…

VERIFICA il risultato delle tue decisioni/procedimenti, per essere certo che siano corrette.

SPIEGA perché il ragionamento è corretto.

FORMULA un problema più difficile sullo stesso argomento.

autovalutazione A. monitoring per rilevare miglioramenti o aspetti

di difficoltà durante la fae di apprendimento;

B. processing che avviene al termine del lavoro di gruppo con la verifica di tutte le fasi di lavoro; per essere efficce è necessario si riferisca a

- comportamenti,

- modalità di lavoro,

- apprendimenti

Senza esprimere giudizi o valutazioni sula persona

COMPORTAMENTI COMPONENTI DEL GRUPPO

• Proporre in maniera discreta il proprio aiuto • Non giudicare gli errori altrui (ognuno deve essere

libero • di sbagliare!) • Non spazientirsi di fronte alle domande dei compagni • Non pretendere che gli altri ragionino o lavorino in

modo identico al proprio • Incoraggiare le soluzioni degli altri • Sapere che non sempre basta una sola spiegazione • Rendersi conto che spiegare un concetto ad altri è un

modo efficace per migliorare la propria preparazione

ASSEGNAZIONE DEI RUOLI Ruolo di controllore del gruppo: • controllare i toni di voce (assicurarsi che tutti i membri del gruppo

usino un tono di voce moderato) • controllare i turni (assicurarsi che i compagni svolgano ilcompito

assegnato secondo i turni prestabiliti) • controllare i tempi (assicurarsi che il gruppo svolga le consegne

entro i tempi stabiliti) a) controllare se tutti i dati e le informazioni del testo sono state

considerate ; b) b. tenere traccia della discussione del gruppo; c) c. scrivere la soluzione del problema con tutti i passaggi e

far controllare agli altri d) membri del gruppo la stessa; e) d. incoraggiare gli altri membri del gruppo a fare la verifica; f) e. preparare una versione in « bella » della soluzione del

problema per il professore.

Ruoli di funzionamento del gruppo: • incoraggiare la partecipazione (assicurarsi che tutti i

componenti del gruppo diano il loro contributo) • fornire sostegno (sollecitare i membri del gruppo a

esprimere le loro idee) • leggere e rispondere alle richieste di chiarimento dei

compagni • organizzare le riunioni del gruppo ; • presiedere e facilitare la discussione nel gruppo ; • mantenere l’attenzione del gruppo focalizzata sulla

soluzione del compito; • incoraggiare il gruppo ad affrontare il problema secondo

una successione di stadi; • incoraggiare la partecipazione di tutti i membri del

gruppo nel processo di problem solving.

Ruolo per l’apprendimento:

• comunicare in modo efficace con gli insegnanti (rivolgere domande di chiarimento, spiegazione)

• approfondire la discussione e l’argomento trattato

• supervisionare il lavoro

• Ruolo di stimolo al gruppo ( o scettico):

• sollecitare i compagni a rispettare tutti gli interventi, senzacriticare le persone

• collaborare con i compagni per quanto riguarda la valutazione del lavoro di gruppo

autovalutazione

QUALE OBIETTIVO DELLA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE?

OTTENERE CHE IL BAMBINO/RAGAZZO SAPPIA

VALUTARE

CHE COSA DEVE SAPER VALUTARE?

1. LE ATTIVITA’ CHE HA SVOLTO

2. SE STESSO NELLE SITUAZIONI CHE INCONTRA

3. IL PRODOTTO CHE HA ELABORATO

4. LE SITUAZIONI SOCIALI NELLE QUALI DEVE OPERARE E VIVERE

5. IL SUO ORIENTAMENTO AL LAVORO E LE SUE ATTITUDINI E POTENZIALITA’

LA VALUTAZIONE DEL SUO POTENZIALE

RIENTRA NEL CAMPO DELLA VALUTAZIONE DELLA COMPETENZA

….alcuni chiarimenti necessari…..

1. l’autovalutazione viene introdotta gradualmente insieme a una migliorata capacità negli studenti di apprendere in modo autonomo

2. l’apprendimento degli studenti è al centro della valutazione

3. esiste un obbiettivo ben definito, per introdurre l’autovalutazione, discusso con gli studenti

4. l’idea che gli studenti hanno del processo viene presa in considerazione prima di introdurre l’autovalutazione

5. gli studenti vengono coinvolti nel definire i criteri di valutazione

6. gli studenti possono influenzare il processo di valutazione

7. il modo di procedere viene elaborato in ogni fase del processo di valutazione

8. gli studenti valutano il loro apprendimento in relazione ad un settore specifico della disciplina in questione

9. gli studenti esprimono l’autovalutazione in termini qualitativi

10.si usano giudizi specifici e ben fondati

11 i risultati della valutazione sono usati per determinare certi tipi di processi decisionali

12 l’autovalutazione è una delle molte strategie complementari per stimolare all’apprendimento e alla pianificazione autonomi

13 l’autovalutazione investe l’intero corso

14 gli insegnanti sono disposti a condividere il controllo con gli studenti

15 il feedback qualitativo degli altri studenti è una parte della valutazione

16. l’autovalutazione è parte di un processo creativo in cui gli studenti sono attivi sono prese in considerazione le differenze di sesso e di modo di lavorare degli studenti

17. si presume che il processo possa guidare al miglioramento delle capacità di autovalutazione

18. i dati della valutazione vengono raccolti per migliorare e monitorare l’apprendimento degli studenti

Come diventare valutatori capaci del proprio apprendimento?

Gli studenti devono avere

OBIETTIVI CHIARI

UN RISCONTRO COSTANTE

ADEGUARE AUTONOMAMENTE IL LAVORO PRIMA DELLA

CONSEGNA

LA POSSIBILITÀ DI ELABORARE LA

DEFINIZIONE DI LAVORO DI QUALITÀ

Le operazioni da compiere in un percorso di autovalutazione

1 Decidere a chi proporre l’autovalutazione:

• a un singolo studente o a un’intera classe?

• di quale età? ;

• quanto motivato?

2 Decidere che cosa proporre di autovalutare:

• conoscenze (grammaticali o lessicali, matematiche, scientifiche…);

• funzioni ( ruoli);

• abilità (grammaticali o lessicali, matematiche, scientifiche…); - modalità di apprendimento;

• strategie di studio;

• attività didattiche;

• percorsi di studio, ecc.

3 Individuare e approntare gli strumenti in base ai punti 1) e 2):

schede, griglie, esercizi, questionari, diari, ecc. Se possibile, farlo con gli studenti.

4 Stabilire con gli studenti i criteri e le modalità di

valutazione. 5 Raccogliere i dati e le informazioni. 6 Analizzare con gli studenti quanto emerso. 7 Decidere le strategie per migliorare.

BENEFICI PER LO STUDENTE Lo studente - prende coscienza dei propri successi/insuccessi - compie delle scelte - ha delle informazioni sul suo sapere che non vengono dall’insegnante e che

può decidere come gestire - non si sente valutato da un adulto - può capire/scoprire cose che possono essere motivanti per il suo

apprendimento - se l’attività proposta è troppo difficile, può essere frustrato e decidere di

abbandonare - se l’attività è troppo facile, può pensare di saperne già abbastanza e

rallentare lo studio e l’impegno - se tutto questo avviene in una situazione di contratto, in cui è ancora più

individualizzato il suo rapporto con ciò che deve apprendere e con l’insegnante, lo studente è senz’altro più coinvolto e le azioni che fa sono più importanti per lui

- inizia un percorso verso l’autonomia del proprio apprendimento.

BENEFICI PER IL DOCENTE

L’insegnante - stabilisce con lo studente strategie per il suo apprendimento - di volta in volta decide che informazione ha bisogno lo

studente in quel momento, che tipo di strumento proporre, ogni quanto tempo..

- si attiene alle caratteristiche che sono sopra elencate nel preparare gli strumenti di autovalutazione

- impara a capire su che cosa concentrare l’attenzione dell’alunno nelle diverse fasi della sua crescita per condurlo verso l’autonomia.

- è consapevole che gli studenti, soprattutto alcuni, devono imparare a autovalutarsi e quindi deve aiutarli in questo cammino

Alcune regole…….per costruire lo strumento

Per creare uno strumento di autovalutazione che sia formativo ( sia riferito al prodotto che al processo)

• mette a fuoco una serie di competenze e le presenta all’alunno in un compito di realtà, ossia in un contesto realistico anche se non reale (cioè simulato);

• invita l’alunno ad esprimere le sue percezioni di competenza, ossia la percezione della sua

• capacità di eseguire il compito, prima dell’esecuzione vera e propria;

• prevede una fase di esecuzione concreta del compito, in cui l’alunno può mettersi allaprova;

• invita l’alunno a confrontare la sua percezione di competenza con la prestazione effettivamente fornita (primo test di realtà);

• mette in relazione l’autovalutazione dell’alunno con la valutazione dell’insegnante (secondo test di realtà);

• stimola l’alunno a riflettere in modo più analitico sulla natura e sulle cause delle sue difficoltà;

• si conclude con una riflessione sulle possibili strategie da adottare per migliorare le proprie prestazioni future in compiti simili a quello appena eseguito. Questa riflessione è basata sulla verbalizzazione e la condivisione con la classe (insegnante e compagni). L’esperienza dell’(auto)valutazione, infatti, non si esprime solo in una dimensione indivi-duale, ma si apre ad una dimensione sociale e cooperativa;

• alla funzione di documentare, se non la raggiunta padronanza di una serie di obiettivi, anche soltanto il progresso realizzato dall’alunno nel suo percorso verso la padronanza.

Lo studente osserva il suo processo di

apprendimento

Griglia di autovalutazione metacognizione del processo di apprendimento dell’unità didattica ( allegato A1 , A2 e A3)

Lo studente osserva le relazioni

Griglia di autovalutazione sulle relazioni ( allegato B )

Le didattiche inclusive

Punti chiave dell’inclusione: • la collaborazione e l’interazione tra pari; • la relazione di cura verso l’altro ( anche rispetto a ciò che l’alunno BES,

disabile compreso, può fare per l’altro nei limiti della propria autonomia e consapevolezza);

• la partecipazione attiva e democratica a ciò che accade , al vissuto; • la valorizzazione delle esperienze e delle conoscenze, di particolari abilità; • la consapevolezza meta cognitiva ( autoefficacia, autoregolazione,

motivazione intrinseca/estrinseca..); • uno spazio accogliente e tempi distesi; • Laboratori dove sia possibile problematizzare, esplorare, essere operativi e

produrre lavori condivisi; • Documentare scelte e decisioni educative e didattiche , azioni , strumenti,

prodotti , buone pratiche.

Le didattiche inclusive

• La didattica metacognitiva ( di matrice cognitivista) poiché rende consapevole l’alunno dei suoi processi di apprendimento ( come ben sappiamo il processo è la vera area di miglioramento) per poterli controllare, scegliere e migliorare;

• La didattica Laboratoriale ( derivata dall’Attivismo pedagogico) dove la tipologia delle attività proposte sono caratterizzate da una attiva partecipazione dell’alunno al suo sapere, secondo il proprio stile di apprendimento e potenziando le diverse intelligente dove il ruolo del docente è di mediazione e sollecitazione;

• La didattica per sfondo integratore ( con basi nelle Teorie della Gestalt, la teoria sistemica della comunicazione di Palo Alto e la pedagogia istituzionale) intesa come strategia di fondo o struttura di connessioni che permettono di correlare abilità conoscenze ma soprattutto competenze attraverso processi di autonomi di organizzazione cognitiva;

• L’apprendimento cooperativo e la peer education ( di matrice costruttivista e prospettiva socio-culturale) che attraverso un’organizzazione specifica del gruppo classe e quindi valorizzando l’interazione sociale, tendono alla costruzione di un autonomo sapere dove il docente ha il ruolo di esperto-mediatore ma la trasmissione di contenuti, valori, esperienze è dato dal confronto tra gli alunni in una interazione cognitiva e comunicativa che ricostruisce e risolve problemi, indica strategie efficaci possibili , co-costruisce il sapere necessario;

• La didattica breve ( con origine nel Taylorismo ) che prevede di raggiungere, da parte di tutto il team docenti, la conoscenza di un dato argomento nel più breve tempo possibile superando i singoli saperi disciplinari ma ponendo l’attenzione sugli aspetti transdisciplinari rispetto a quella determinata conoscenza

• La didattica interdisciplinare che lavora sulla capacità di creare collegamenti , relazioni, antitesi, riflessioni sui saperi e sviluppa il pensiero critico; la progettazione di attività interdisciplinari facilita la comprensione dei contenuti e le loro connessioni e percorsi didattici che interessano più discipline , su uno sfondo integratore avvincente, possono aumentare molto la motivazione e l’efficacia dell’insegnamento; l’interdisciplinarietà può essere usata anche come approccio Laboratoriale o nel CLIL ((apprendimento integrato di contenuti disciplinari in lingua straniera veicolare);

• La didattica multimediale come il Coding che sfrutta il pensiero computazionale, sviluppa la capacità algoritmica per trovare soluzioni e svilupparle poichè gli alunni devono imparare a risolvere problemi complessi applicando la logica del paradigma informatico anche attraverso modalità ludiche (gamification), infatti per “Coding” si intende, in informatica, la stesura di un programma, cioè di sequenze di istruzioni che permettono ai ragazzi di essere in grado, non di usare un computer ma di produrre piccoli programmi come videogiochi o brevi sequenze; inoltre anche l’approccio metodologico della flipped classroom è una efficace didattica inclusiva che poggia sull’uso di diversi materiali multimediali e un iniziale studio individuale a casa dei contenuti di apprendimento che vengono messi on-line dal docente e in un secondo momento segue la lezione a scuola per i necessari chiarimenti/approfondimenti cooperativi-laboratoriali attraverso l’azione di Tutor del docente.

Zona di Sviluppo Prossimale

• Tutti i processi attivati dalle diverse didattiche e tecniche psicopedagogiche si realizza in un’area ben definita del processo di apprendimento di ciascuno che è la Zona di Sviluppo Prossimale ( ZSP, Lev Vygotskij) cioè la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone ( adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore).

• Attraverso esperienze di apprendimento si risolvono problemi diversi e superiori rispetto a quelli già conosciuti ed è appunto all’interno di questa area che il soggetto sviluppa ed estende le sue competenze.

Altre azioni didattiche

• Privilegiare un lavoro centrato sulla problematizzazione, sull’ anticipazione e sulla verbalizzazione;

• Utilizzare una pluralità di linguaggi ( iconico, verbale, digitale,motorio-prassico,..);

• Utilizzare contratti formativi, di plesso e d’aula per condividere obiettivi, metodologie e organizzazione ; condividendo gli aiuti ( tempi e modalità ) e la valutazione dell’insegnante e l’autovalutazione;

• Predisporre esperienze di apprendimento in linea con i diversi stili cognitivi di apprendimento e stili attributivi;

• Procedere in modo strutturato e sequenziale proponendo attività con modello fisso e dal semplice al complesso si faciliteranno nell’alunno l’esecuzione delle consegne, la memorizzazione e l’ordine nell’esposizione dei contenuti;

• predisporre verifiche brevi, scalari su singoli obiettivi;

• semplificare gli esercizi (evitare esercizi concatenati) ma ancor prima i contenuti;

• consentire tempi più lunghi o ridurre il numero degli esercizi nello stesso tempo;

• fornire schemi/mappe/diagrammi prima della spiegazione poiché aiutano la mente a selezionare, categorizzare, ricordare, applicare quanto recepito durante la spiegazione e creano aspettativa e aumentano e aumentano i tempi di attenzione ;

• insegnare a fare mappe e libere schematizzazioni;

• evidenziare concetti fondamentali/parole chiave sul libro;

• spiegare utilizzando immagini; • utilizzare materiali strutturati e non (figure

geometriche, listelli, regoli…); • fornire la procedura scandita per punti

nell’assegnare il lavoro; • usare con costanza e in modo simultaneo più

canali percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico);

• Utilizzare tecnologie multimediali (computer, notebook, software specifici per l’apprendimento ma anche per uso personale consapevole) ;

• LIM Utilizzi multiformi perché permette di accedere a quantità infinita di informazioni, visualizzazione di filmati o immagini; interazione visiva di testi o esercizi (costruzione di testi collettivi); costruzione di unità di lavoro informatizzate con possibilità di personalizzarle per il gruppo classe e utilizzandole in modo flessibile (eventuale consegna agli alunni copia della lezione o delle attività proposte in formato cartaceo o digitale); favorisce e promuove l’interazione lasciando spazio alla creatività degli studenti affinchè realizzino ricerche o unità di lavoro multimediali in modo autonomo, singolarmente o in piccolo gruppo→favorisce apprendimento costruttivo ed esplorativo; per gli alunni con difficoltà risulta essere uno strumento compensativo (videoscrittura, realizzazione di schemi e mappe, tabelle…);

DIDATTICHE INCLUSIVE

La didattica metacognitiva ( di matrice cognitivista) poiché rende consapevole l’alunno dei suoi processi di apprendimento ( come ben sappiamo il processo è la vera area di miglioramento) per poterli controllare, scegliere e migliorare;

• La didattica Laboratoriale ( derivata dall’Attivismo pedagogico) dove la tipologia delle attività proposte sono caratterizzate da una attiva partecipazione dell’alunno al suo sapere, secondo il proprio stile di apprendimento e potenziando le diverse intelligente dove il ruolo del docente è di mediazione e sollecitazione;

• La didattica per sfondo integratore ( con basi nelle Teorie della Gestalt, la teoria sistemica della comunicazione di Palo Alto e la pedagogia istituzionale) intesa come strategia di fondo o struttura di connessioni che permettono di correlare abilità conoscenze ma soprattutto competenze attraverso processi di autonomi di organizzazione cognitiva;

• L’apprendimento cooperativo e la peer education ( di matrice costruttivista e prospettiva socio-culturale) che attraverso un’organizzazione specifica del gruppo classe e quindi valorizzando l’interazione sociale, tendono alla costruzione di un autonomo sapere dove il docente ha il ruolo di esperto-mediatore ma la trasmissione di contenuti, valori, esperienze è dato dal confronto tra gli alunni in una interazione cognitiva e comunicativa che ricostruisce e risolve problemi, indica strategie efficaci possibili , co-costruisce il sapere necessario;

• La didattica breve ( con origine nel Taylorismo ) che prevede di raggiungere, da parte di tutto il team docenti, la conoscenza di un dato argomento nel più breve tempo possibile superando i singoli saperi disciplinari ma ponendo l’attenzione sugli aspetti transdisciplinari rispetto a quella determinata conoscenza

• La didattica interdisciplinare che lavora sulla capacità di creare collegamenti , relazioni, antitesi, riflessioni sui saperi e sviluppa il pensiero critico; la progettazione di attività interdisciplinari facilita la comprensione dei contenuti e le loro connessioni e percorsi didattici che interessano più discipline , su uno sfondo integratore avvincente, possono aumentare molto la motivazione e l’efficacia dell’insegnamento; l’interdisciplinarietà può essere usata anche come approccio Laboratoriale o nel CLIL (apprendimento integrato di contenuti disciplinari in lingua straniera veicolare);

• La didattica multimediale come il Coding che sfrutta il pensiero computazionale, sviluppa la capacità algoritmica per trovare soluzioni e svilupparle poichè gli alunni devono imparare a risolvere problemi complessi applicando la logica del paradigma informatico anche attraverso modalità ludiche (gamification), infatti per “Coding” si intende, in informatica, la stesura di un programma, cioè di sequenze di istruzioni che permettono ai ragazzi di essere in grado, non di usare un computer ma di produrre piccoli programmi come videogiochi o brevi sequenze; inoltre anche l’approccio metodologico della flipped classroom è una efficace didattica inclusiva che poggia sull’uso di diversi materiali multimediali e un iniziale studio individuale a casa dei contenuti di apprendimento che vengono messi on-line dal docente e in un secondo momento segue la lezione a scuola per i necessari chiarimenti/approfondimenti cooperativi-laboratoriali attraverso l’azione di Tutor del docente.

DIDDATTICA inclusiva

ATTIVARE PROCESSI DI

APPRENDIMENTO

COSTRUIRE L’APPRENDIMENTO

(ELABORARE LE INFORMAZIONI )

VALUTARE GLI ESITI DELL’APPRENDIMENTO

Attivare processi di apprendimento-1

I COMPAGNI DI CLASSE COME RISORSA

• Peer education

• Cooperative learning

• Tutoring

• Didattica Laboratoriale

Vis a vis = di fronte al bambino/ragazzo per aforire imitazione, il contatto oculare, e

relazione visiva

Affiancamento =a fianco del bambino, per attività di

accompagnamento, di intenzione congiunta

Ombra = dietro il bambino per

suggerimenti “veloci” e sempre più sfumati,

Autonomia = alunno da solo in un angolo

svolge attività conosciuta

Attivare processi di apprendimento- 2

• ADATTAMENTO DI … • strategie e stili di apprendimento • Stile comunicativo • Forme di lezione diverse • Materiali (uso strumenti informatici, materiali

digitali) • Ambienti- Spazi di apprendimento • Abilità e conoscenze ( sostituzione,facilitazione,

semplificazione, scomposizione,…) • Strumenti compensativi/misure dispensative

La persona competente

Autonomia Responsabilità

Compito significativo

Soluzione di problema

Complessità collaborazione

Contesto nuovo Metacognizione

dott.ssa Caterina Scapin

PERCORSO PERSONALE e COMPETENZE COMPENSATIVE

PEI

PDP

PROGRAMMAZIONE

EDUCATIVO/DIDATTICA

APPRENDIMENTO PER COMPETENZE

PROGRAMMAZIONE

PER UNITA’ DI APPRENDIMENTO

RUBRICHE VALTATIVE

dott.ssa Caterina Scapin

PROGRAMMAZIONE PER UNITA’ DI APPRENDIMENTO

COMPETENZE

CONOSCENZE

ABILITA’

METODOLOGIE METODI

STRATEGIE STRUMENTI

COOPERATIVE LEARNING TUTORING

DIDATTICA LABORATORIALE MATACOGNIZIONE

METODO DI STUDIO MEDIATORI DIDATTICI

TECNOLOGIE FLESSIBILITA’ DIDATTICA (

classi aperte,recupero mirato..)

PE

R

S

O

N

A

L

I

Z

Z

A

Z

I

O

N

E

dott.ssa Caterina Scapin

VALUTAZIONE DI COMPETENZE

AUTOVALUTAZIONE

VALUTAZIONE DI PROCESSO E DI PRODOTTO

VERIFICHE: •GRADUALI

•USO STRUMENTI COMPENSATIVI •PROVE ORALI compensative delle

scritte •30% DI TEMPO AGGIUNTIVO

dott.ssa Caterina Scapin

COMPITO SIGNIFICATIVO

VALUTAZIONE

….che tipo di VALUTAZIONE per

gli alunni BES?

dott.ssa Caterina Scapin

La valutazione autentica

“ L’apprendimento non si dimostra con l’accumulo di conoscenze ma con la capacità di generalizzazione, trasferire, utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite mediante compiti di realtà agiti nella scuola prima e successivamente realizzabili in contesti reali.” ( Comoglio )

dott.ssa Caterina Scapin

PROBLEMI……….PROBLEMI DI VITA, REALI , VERI O VEROSIMILI

• La valutazione autentica valuta non tanto e non solo ciò che l’alunno sa ( il sapere) ma soprattutto ciò che l’alunno “ sa fare con quello che sa”

• La valutazione autentica è un’azione valutativa che intende valutare il possesso di competenze in rapporto ai contesti del mondo reale

• Implica le intelligenze multiple e gli stili cognitivi • Intende attivare “forme mentis” più che valutare le

singole abilità/conoscenze • E’ naturale e quotidiana e si struttura come processo

continuo • Usa misurazioni multiple e differenti perché la

competenza può essere esplicitata sotto diverse forme , non attraverso un solo modello di prova

• È sensibile alle differenze individuali, livelli di sviluppo e forme di competenza

dott.ssa Caterina Scapin

dott.ssa Caterina Scapin

VALUTAZIONE TRADIZIONALE VALUTAZIONE AUTENTICA

È gestita dall’insegnante È gestita anche dallo studente

I criteri di valutazione , non pubblici I criteri di valutazione sono pubblici, è ordinata in rubriche consegnate allo studente prima della prestazione

Accerta la conoscenza/abilità che era da apprendere

Accerta se lo studente sa spiegare, applicare, giustificare le risposte; verifica se la comprensione è profonda di ciò che ha appreso così da essere capace di applicarlo a situazioni nuove

Si richiede il riconoscimento delle conoscenza e l’applicazione mnemonica

Si chiede una applicazione / ricostruzione della conoscenza , l’uso responsabile ed autonomo di conoscenze/abilità/procedure metacognitive…..

dott.ssa Caterina Scapin

VALUTAZIONE TRADIZIONALE VALUTAZIONE AUTENTICA

Il compito è assegnato in contesto artificiale

Il compito è assegnato in contesto reale, vero o verosimile, che richiama un problema simile alla vita reale

Si svolge su compiti precisi, circoscritti per controllare l’esattezza della conoscenza/abilità appresa

Si svolge su compiti complessi che richiedono l’integrazione di numerose abilità e conoscenze

La conoscenza è nella forma proposta dall’insegnante o dal testo scolastico e l’applicazione è spesso riproduttiva

La conoscenza è strutturata dallo studente e la risoluzione è legata alla padronanza ed alla capacità di utilizzo delle proprie conoscenze, abilità e competenze

LE LIFE SKILL

• SONO DEFINITE COME LE COMPETENZE CHE CONSENTONO DI ADOTTARE COMPORTAMENTI ADATTIVI E POSITIVI CONSENTENDO ALLE PERSONE DI FAR FRONTE CON EFFICACIA ALLE RICHIESTE E ALLE SFIDE DELLA VITA DI TUTTI I GIORNI

dott.ssa caterina Scapin 222

in concreto….SONO…… • DECISION MAKIN ( processso decisionale = scegliere

tra alternative in base a valori/preferenze e darne conto )

• PROBLEM SOLVING • PENSIERO CREATIVO • COMUNICAZIONE EFFICACE • CAPACITA’ DI RELAZIONI INTERPERSONALI • AUTO-CONSAPEVOLEZZA • EMPATIA • GESTIONE DELLE EMOZIONI • GESTIONE DELLO STRESS • CAPACITA’ DI ATOREGOLAZIONE

dott.ssa caterina Scapin 223

“Puntare didatticamente” sul COMPITO SIGNIFICATIVO perché…..

• Attraverso il Compito Significativo si conseguono competenze, ma non solo. Offriamo agli allievi occasioni di assolvere in autonomia i “compiti significativi” cioè compiti realizzati in contesto vero o verosimile e in situazioni di esperienza, che implichino la mobilitazione di saperi provenienti da campi disciplinari differenti, la capacità di generalizzare, organizzare il pensiero, fare ipotesi, collaborare, realizzare un prodotto materiale o immateriale. Il compito affidato non deve essere banale, ma legato a situazioni di esperienza concreta e un po’ più complesso rispetto alle conoscenze e abilità che l’alunno già possiede, per poter attivare il problem solving. Attraverso i compiti significativi non soltanto si mobilita ciò che si sa, ma si acquisiscono nuove conoscenze, abilità e consapevolezza di sé e delle proprie possibilità.

1- Struttura del modello ICF in base al quale definire la Diagnosi Funzionale

“ LA VERA FORZA NON SI MISURA DA CHI HAI SCONFITTO, MA DA COSA HAI PROTETTO”

( Cit. latina)

dott.ssa Caterina Scapin