LA DEFORMAZIONE (STRAIN) · Geologia Strutturale Dipartimento di Scienze della Terra - Cagliari...
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Insegnamento di
GEOLOGIA STRUTTURALE
Docente: Antonio Funedda
Cenni di Meccanica delle rocce:
LA DEFORMAZIONE
(STRAIN)
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE GEOLOGICHE
da Ramsay & Huber, 1983
DEFORMAZIONE
Un corpo deformato testimonia il risultato finale di una serie di deformazioni subite nella sua storia, ma noi osserviamo solo il prodotto finale, senza conoscerne l’evoluzione.
Deformazione = Spostamento + deformazione interna
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
Spostamento
Spostamento dei punti materiali nello spazio senza variazione di forma del corpo
Deformazione interna (= Strain)
Variazione della forma del corpo in seguito al reciproco spostamento dei punti materiali.
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE
da Fossen, 2010
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - CagliariGeologia Strutturale
Spostamento = Traslazione e Rotazione
Rotazione (fig.b)
costan'
cos
'tan
yy
xx
DEFORMAZIONE
Traslazione (fig.a)
Il movimento del corpo avviene senza variazione di forma (le distanze a-b e a'-b' sono uguali) e di orientazione
Lo spostamento rispetto alla posizione iniziale è lo stesso per qualsiasi punto del corpo.
•Il movimento del corpo avviene senza variazione di forma.
•L ’orientazione di linee rispetto ad un sistema di riferimento fisso varia.
a
b
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - CagliariGeologia Strutturale
Spostamento = Traslazione e Rotazione
DEFORMAZIONE
da Fossen, 2010
after Conti et al. (1998)
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - CagliariGeologia Strutturale
Spostamento = Traslazione e Rotazione
DEFORMAZIONE
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
DEFORMAZIONE OMOGENEA
DEFORMAZIONE NON OMOGENEA
•Uguale in tutto il corpo.•Linee che originariamente erano rettilinee e parallele rimangono rettilinee e parallele anche nello stato deformato.•Cerchi (in 2D) e sfere (in 3D) diventano ellissi ed ellissoidi
DEFORMAZIONE
•Non è la stessa in tutto il corpo deformato.•Linee che originariamente erano rettilinee e parallele non lo sono più alla fine della deformazione.
da Twiss & Moores, 1992 da Fossen, 2010
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
DEFORMAZIONE CONTINUA e DISCONTINUA
DEFORMAZIONE
da Allmendinger
da Fossen, 2010
In geologia la deformazione è sempre non omogenea e spesso non continua, ma alcune approssimazioni possono essere fatte a seconda della scala di studio,
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE
In geologia la deformazione è sempre non omogenea, ma in realtà approssimazioni possono essere fatte a seconda della scala di studio
Per semplificare si usa analizzare le rocce in domini strutturali omogenei
Domini omogenei
da Allmendinger
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale PARAMETRI DELLA DEFORMAZIONE
el
lS
i
f 1
ALLUNGAMENTOstretching
ii
if
l
l
l
lle
ELONGAZIONEelongation
22
1 el
l
i
f
ELONGAZIONE QUADRATICAquadratic elongation
Lo strain (= deformazione interna) produce due tipi di cambiamento:• Variazione di lunghezze di linee
• Variazione di angoli fra linee
Deformazione lineare
Se sono in presenza di lf < li vuol dire che la linea originaria è stata raccorciata e perciò
l’estensione sarà data da un numero negativo:
raccorciamento => lf – li = -e estensione => lf – li = +e
Rappresenta il quadrato di una linea originaria unitaria:
λ= 1 se lf = li; λ < 1 se lf < li; λ > 1 se lf > li;
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE
Misura Deformazione lineare
da Fossen, 2010
STRAIN DI TAGLIO g = tg y
shear strain
Deformazione angolare
La tangente della variazione angolare o angular shear
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale ELLISSE DELLA DEFORMAZIONE
Considerando un cerchio con un raggio R = 1 e sottoponendolo a deformazione (compressioneod estensione) otterremo un ellisse con differenti raggi r la cui lunghezza varia con la loroorientazione. Pur essendo R e r costituiti dagli stessi punti materiali essi differiranno inlunghezza e orientazione. Se sovrapponiamo all'ellisse che rappresenta lo stato deformato ilcerchio che rappresenta lo stato indeformato noi potremo definire quali linee sono stateallungate o raccorciate e di quale quantità.
Partendo dalle equazioni che definiscono
l’estensione (e) e l’allungamento (S).
Perciò nella deformazione del cerchio unitario l'allungamento è uguale al raggio dell'ellisse e
l'estensione è uguale alla differenza tra il raggio dell'ellisse e quello del cerchio.
rR
rS R
RR
Rre D
R
Drr
ELLISSE DELLA DEFORMAZIONE
La deformazione per taglio di una linea sarà definita in riferimento a una linea inizialmentenormale al raggio. Come si vede nella figura seguente dopo la deformazione le linee T e Rsono trasformate in t e r e non sono più perpendicolari tra loro, la linea t è comunque ancoratangente all'ellisse nel punto che interseca il raggio r. Di conseguenza qualsiasi raggioassociato ad una linea tangente l'ellissi dello strain (o della deformazione) definisce l'angolo ψtra due linee materiali che erano perpendicolari nello stato indeformato. Il cambiamentodell'angolo è perciò facilmente ricostruibile.
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale Esempi diDEFORMAZIONE OMOGENEA
Esistono vari tipi di strain in caso di deformazione omogeneaGenericamente si definisce Strain puro una deformazione in cui gli assi principali dello strain hanno la stessa orientazione prima e dopo la deformazione (tali sono la Dilatazione uniforme, l’Estensione semplice, lo Strain uniassiale, il Taglio Puro).
Dilatazione uniforme: è una variazione esclusivamente volumetrica (incremento o decremento), l’oggetto non cambia forma, l’allungamento S è lo stesso in ogni direzione e la deformazione
angolare (strain di taglio) ψ = 0. Tutte le linee materiali cambiano lunghezza ma non orientazione.Estensione semplice: le linee parallele ad uno degli assi principali dello strain si allungano e si ha un raccorciamento in tutte le direzioni perpendicolari allo stesso asse. Il volume non è costante.
Strain uniassiale: due degli assi principali dell’ellissoide dello strain sono uguali a 1, il terzo può essere <1 o > 1, il volume non rimane costante, le linee perpendicolari all’unico asse di allungamento non variano di lunghezza, le altre sono tutte allungate o raccorciate.
da Twiss & Moores, 1992
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
Taglio Puro: l'allineamento di punti materiali parallelo agli assi principali dello strain non
ruotano e non subiscono una deformazione per taglio (con rotazione), questo tipo di
deformazione viene definita come non rotazionale. Il volume rimane costante e la forma
dell'oggetto cambia (posso immaginare di avere un cubo e di comprimerlo su un faccia
ottenendo un parallelepipedo). Inoltre è un tipico strain piano, cioè l’asse intermedio λ 2 =
1. Tutte le linee materiali parallele all’asse principale dello strain non ruotano, quelle con
altra orientazione ruotano verso l’asse principale.
Esempi diDEFORMAZIONE OMOGENEA
sda Twiss & Moores, 1992
Particle paths, pure shear
Animations made by H. Fossen as a resource to Fossen 2016, Structural Geology, Cambridge Univ. Press. Free for non-commercial use
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale Esempi diDEFORMAZIONE OMOGENEA
Taglio semplice: sia ha una deformazione con volume costante con variazione della forma
originaria, che può esser rappresentata dal caso di un mazzo di carte, per cui la forma cambia da
un rettangolo ad un parallelogramma. L'orientazione degli assi principali dello strain varia
all'aumentare della deformazione, lo spostamento delle particelle materiali avviene
parallelamente al piano di taglio e tutte le linee sono ruotate eccetto che quelle parallele al
piano di taglio. Ci sono due linee dove la deformazione longitudinale è nulla una delle quali è
sempre parallela al piano di taglio. L'allineamento di punti materiali non rimarrà parallelo dallo
stato indeformato a quello deformato e queste linee avranno una direzione differente e quindi
questa deformazione è definita rotazionale.
da Twiss & Moores, 1992
Particle paths, simple shear
Animations made by H. Fossen as a resource to Fossen 2016, Structural Geology, Cambridge Univ. Press. Free for non-commercial use
Particle paths, subsimple shear
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Corso di laurea in Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
Caso generale: ogni deformazione può in realtà essere composta da più deformazioni elementari (viste sopra).
Esempi diDEFORMAZIONE OMOGENEA
Corso di laurea in Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
Caso generale: ogni deformazione può in realtà essere composta da più deformazioni elementari (viste sopra).
Sia nel caso di Taglio puro che di Taglio semplice esistono due orientazioni di linee contenute
nel piano deformato λ1-λ3 che hanno la stessa lunghezza all'inizio ed alla fine della
deformazione, queste dividono l'ellisse della deformazione in settori all'interno dei quali tutte
le linee sono state allungate (campi L) o raccorciate (campi S) a secondo della loro
orientazione.
Esempi diDEFORMAZIONE OMOGENEA
Sono individuate dall'intersezione dell'ellisse
della deformazione finita (stato finale della
deformazione) con il cerchio rappresentante
lo stato iniziale, e vengono dette Linee a
deformazione longitudinale nulla finita
(LDLNF).
In 3 dimensioni si parla di superfici circolari a deformazione nulla (sono superfici piane in caso si strain piano).
da Fossen, 2010
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE
Geologia Strutturale
Classificazione delle ellissi dello strain in 2 dimensioni
Per λ1 = λ2 = 1 il cerchio è indeformato
Per λ1 / λ2 = 1 non si hanno cambiamenti di forma ma solo variazioni di superficie.
Campo 1 - λ1 > 1 e λ2 > 1 => aumenti di superficie e variazioni di forma;
Campo 3 - λ1 < 1 e λ2 < 1 => diminuzione della superficie originaria e variazioni di forma
Campo 2 - λ1 > 1 > λ2 => aumenti o diminuzione di superfici e variazioni di forma.
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - Cagliari
Geologia Strutturale
STRUTTURE ASSOCIATE
Intuitivamente le strutture che mi aspetto sono quelle tipicamente di raccorciamento come le pieghe oquelle tipicamente di allungamento come i boudin.Nel campo 1: un'estensione nelle due direzioni e perciò una struttura a tavoletta di cioccolata, boudinage indue dimensioni.Nel campo 2: strutture con una dimensione raccorciata ed un'altra allungata, e quindi pieghe strappate.Nel campo 3: raccorciamento nelle due dimensioni e perciò un piegamento contemporaneo in duedimensioni, con strutture d'interferenza complesse o con la presenza di accavallamenti e pieghecontemporanei.
Classificazione delle ellissi dello strain in 2 dimensioniDipartimento di Scienze chimiche e geologiche - Cagliari
Geologia Strutturale
Notare che il caso delle pieghe, con una sola direzione di raccorciamento e l'altra indeformata è
un caso molto particolare ubicabile nel diagramma per valori di λ1 = 1 e λ2 < 1, ugualmente per il
caso di un boudinage semplice deve verificarsi la particolare condizione per cui λ1 > 1 e λ2 = 1.
Classificazione delle ellissi dello strain in 2 dimensioniDipartimento di Scienze chimiche e geologiche - Cagliari
Geologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
da Fossen, 2010
Per Deformazione progressiva per Taglio puro, o per Taglio semplice, si intende che la storia deformativa dell'oggetto è stata caratterizzata da una successione nel tempo di strain per Taglio puro, o Taglio semplice, incrementali e sempre con la stessa orientazione.
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Geologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Una deformazione viene definita coassiale quando gli assi finiti ed incrementali dello strain sono
paralleli, non coassiale quando gli assi delle ellissi dello strain incrementale e finito non sono
paralleli.
Da non confondersi con i termini rotazionale e non rotazionale che sono riferibili solo allo strain
finito.
La deformazione che osserviamo nelle rocce non viene ottenuta istantaneamente ma è il frutto
di una processo in genere molto lento. Lo stadio deformativo finito (strain finito) è raggiunto
attraverso diversi stadi di strain incrementale.
Concettualmente se interrompo la deformazione e rappresento con un cerchio lo stato
deformato fin lì raggiunto e quindi permetto che la deformazione continui per un incremento
infinitesimo, otterrò nuovamente un’ellissi che rappresenterà lo strain incrementale.
deformazione non rotazionale e non coassiale
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Geologia Strutturale
Anche in questo caso vi sono due linee che non hanno cambiato lunghezza (linee a deformazione longitudinale incrementale nulla, LDLNI). Esse definiscono due campi in cui le linee si sono allungate (Li). Le due LDLNI sono a 90° tra loro e a 45° con la direzione di
raccorciamento s1.
DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
s1 s1i
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - Cagliari
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Taglio Puro progressivo
•La direzione degli assi dello strain è costante (non ruotano) deformazione non rotazionale; •Gli assi principali dello strain finito sono sempre paralleli con quelli dello strain incrementale (deformazione coassiale)•Tutte le linee materiali ruotano tranne quelle parallele agli assi principali (linee 0 e 90), tendono ad essere parallele con l’asse 1 e passano dal campo del raccorciamento a quello dell’allungamento, ma non al contrario.•L’allungamento delle linee dipende dalla loro orientazione iniziale
da Twiss & Moores, 1992
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Taglio Semplice progressivo
•La direzione degli assi dello strain ruotano, deformazione rotazionale ;
•Gli assi principali dello strain finito non restano paralleli a quelli dello strain incrementale
(deformazione non coassiale).
•Tutte le linee materiali ruotano tranne quelle parallele al piano di taglio sempre a 45° rispetto
all’asse dello strain incrementale, e la velocità di rotazione diminuisce al diminuire dell’angolo
tra la linea e il piano di taglio. Le linee parallele al piano di taglio hanno deformazione = 0.
•L’allungamento delle linee dipende dalla loro orientazione iniziale ed il so di rotazione è lo
stesso per ogni linea.
•Sì «pieghe boudinate», no «boudin piegati».
da Twiss & Moores, 1992
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Analizziamo la deformazione progressiva che si può avere in natura quando da uno stato di
deformazione omogenea (a) si sovrappone uno strain incrementale con differente orientazione
degli assi principali (b) si ottiene l'ellisse della deformazione finita di figura (c). Questo vuol dire
che durante la deformazione gli assi principali dell’ellisse dello strain cambiano orientazione.
da Twiss & Moores, 1992
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Campo SSi : le linee che rientrano in questo campo hanno una deformazione longitudinale finita
negativa (si sono raccorciate rispetto al cerchio originario) si sono sempre raccorciate durante
tutta la storia deformativa.
Campo LLi: le linee che rientrano in questo campo hanno una deformazione longitudinale finita
positiva (si sono allungate rispetto al cerchio originario) e si sono sempre allungate durante la
storia deformativa.
da Twiss & Moores, 1992
Campo LSi : le linee che rientrano in questo campo sono state prima allungate e poi raccorciate. Lo strato è stato prima boudinato e quindi raccorciato, il che causa un piegamento e anche una possibile embriciatura dei singoli boudin. Lo stato finale è comunque quello di un allungamento, anche se un’evoluzione futura può portare ad un raccorciamento, e quindi ad un passaggio nel campo SSi.Campo SLi: le linee hanno una deformazione longitudinale finita positiva, ma in uno stadio precedente della deformazione erano state raccorciate. Si tratta di linee prima raccorciate e poi allungate, ma che non hanno recuperato la lunghezza originaria, anche se un’evoluzione le può portare ad allungarsi ulteriormente e quindi a spostarsi nel campo LLi.
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
da Twiss & Moores, 1992
Linee che ricadono nel campo A rappresentano livelli che durante una deformazione vengono
sempre allungati o "boudinati" (fianchi della piega a'). Nel campo B si hanno livelli che vengono
allungati anche se non sono paralleli al semiasse λ 1 dell’ellisse dello strain, si osserveranno livelli
"boudinati" e cerniere di pieghe isolate (b'). Al campo C appartengono livelli raccorciati che
iniziano ad essere interessati da "boudinage" perché fanno un angolo sempre più piccolo con il
semiasse λ 1 (c'). Nel campo D si hanno solamente pieghe (d').
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Un ellissoide è definito dai suoi tre semiassi:
Semiasse maggiore (1+e1), parallelo a X; Semiasse
intermedio (1+e2), parallelo a Y; Semiasse minore
(1+e3), parallelo a Z
I piani XY, YZ e ZX sono i piani principali
dell'ellissoide dello strain.
I piani principali dell'ellisse dello strain sono spesso individuati in rocce deformate dallo sviluppo di:(a) scistosità nel piano ortogonale a Z;(b) lineazioni d'estensione parallele alla direzione X.Quindi:- il piano XY è parallelo alla foliazione e alla lineazione;
I rapporti assiali delle tre ellissi dello strain nei tre piani principali sono:
3
1
3
2
2
1
1
1
1
1
1
1
e
eR
e
eR
e
eR ZXYZXY
3
2
2
1
3
1
1
1
1
1
1
1
e
e
e
e
e
ecioèRRR YZXYXZ
Nella pratica la conoscenza di due rapporti assiali è
sufficiente per conoscere il terzo, per esempio:
Geologia Strutturale ELLISSOIDE DELLA DEFORMAZIONE 3D
- il piano YZ è ortogonale alla foliazione e ortogonale alla lineazione;- il piano ZX è ortogonale alla foliazione e parallelo alla lineazione;
CLASSIFICAZIONE DELL’ELLISSOIDE DELLA DEFORMAZIONE
Consideriamo il caso in cui non si ha variazione di volume, ciò implica che:(1+DV) = (1+e1) (1+e2) (1+e3) = 1
parametro di forma
Con il diagramma di Flinn posso
riconoscere il tipo di ellissoide della
deformazione senza conoscere lo
stato indeformato misurando lo
stato indeformato, ma non posso
determinare la variazione del
volume in quanto per convenzione
(non verificata in natura) ammetto
che esso sia costante.
Posso solo determinare la forma
dell’ellissoide e da questa il tipo di
strain.
k =a-1
b-1
E' di conseguenza possibile definire i seguenti tipi di ellissoidi dello strain:Tipo 5 (k=0): appiattimento uniassiale: (1+e1)=(1+e2)>(1+e3). Ellissoide dello strain uniassiale“oblato”o "a ciottolo".Tipo 4 (0<k<1): appiattimento (1+e1)>(1+e2)>1>(1+e3). Ellissoide dello strain triassialeappiattitoTipo 3 (k=1): strain piano (1+e1)>(1+e2)=1>(1+e3). Ellissoide dello strain biassiale.Tipo 2 (1<k<∞): costrizionale (1+e1)>1>(1+e2)>(1+e3). Ellissoide dello strain triassiale allungatoTipo 1 (k=∞): allungamento uniassiale: (1+e1)>1(1+e2)=(1+e3). Ellissoide dello strain uniassiale“prolato” o "a sigaro".
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
Diagramma di Flinn
Proprietà “non commutativa” dello strainCambiando l’ordine dei fattori il prodotto cambia!
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
b) Uno stesso oggetto sottoposto a uno strain e a una rotazione
a) Uno stesso oggetto sottoposto a due strain differenti
da Allmendinger
Animations made by H. Fossen as a resource to Fossen
2016, Structural Geology, Cambridge Univ. Press. Free for
non-commercial use
Rapporti sforzo-deformazione Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
Sebbene la deformazione è il risultato di uno sforzo, non vi sono dei rapporti semplici tra
orientazione dell’ellissoide dello sforzo ed ellissoide dello strain in una roccia, in quanto
entrambi possono variare di orientazione nel tempo durante la storia deformativa.
Per risalire al tipo di storia deformativa che ha subito la roccia e all’orientazione degli sforzi
principali che hanno prodotto la deformazione dobbiamo avere:
•altre informazioni sull’evoluzione della roccia durante l’evento deformativo
•conoscere l ’orientazione originaria nella roccia di oggetti che ora risultano deformati
non parallelismo tra ellissoide dello stress
ed ellissoidedello strain
parallelismo tra ellissoide dello stress ed
ellissoidedello strain
Rapporti sforzo-deformazione Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale
da Fossen, 2010
Oggetti deformati come ciottoli o ooidi non danno informazioni sul tipo di deformazione (t. semplice o t. puro). E’ possibile definirlo se conosciamo l'orientazione dei limiti della zona di taglio o la giacitura della stratificazione è possibile definirlo.
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale Strain e scala di osservazione
da Fossen, 2010
Geologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Parametri della deformazione
da Fossen, 2010
Assi dell’allungamento istantaneo (The
Instantaneous Stretching Axes - ISA) o
anche assi dello strain incrementale.
Sono tre assi perpendicolari che
descrivono le direzioni di massimo e
minimo allungamento. Linee lungo ISA1
si allungano più velocemente delle altre
linee con differente orientazione.
La Vorticità (Vorticity) descrive quanto ruota
velocemente una particella in una matrice
durante la deformazione.
Un parametro per definirla è il numero
(cinematico) della vorticità (kinematic
vorticity number Wk), che è uguale a 1 in
caso di taglio semplice e uguale a 0 in caso di
taglio puro. Wk = cosα
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - Cagliari
Geologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Parametri della deformazione
Vorticità
da Fossen, 2010
Il vettore w della vorticità può essere interpretato come:
1) la rotazione media di tutte le linee su un piano perpendicolare a w e rispetto agli ISA;
2) la velocità di rotazione di un insieme di linee fisiche in un piano perpendicolare a w;
3) la velocità media di rotazione di due linee fisiche ortogonali nel piano perpendicolare a w;
4) la semi-velocità di rotazione di una sfera rigida inclusa in una matrice duttile dove non c'è spostamento lungo i margini della sfera e dove il contrasto di viscosità è infinitamente alto.
Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche - Cagliari
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Movimento delle particelle in un corpo durante la deformazione progressiva per T. puro e T. semplice.
Le apofisi di flusso (Flow apophyses) separano domini del flusso (indicato in blu), dove le particelle fanno percorsi differenti. Le particelle non possono attraversare queste superfici ma si muovono o giacciono lungo queste (nel caso di T. puro sono ortogonali, nel caso di T. semplice sono coincidenti).
Il campo delle velocità descrive la velocità delle particelle ad ogni istante della storia deformativa.
Parametri della deformazione
da Fossen, 2010Wk = cosα
Dipartimento di Scienze della Terra - CagliariGeologia Strutturale DEFORMAZIONE PROGRESSIVA
Due placche tettoniche (considerate rigide) sono separate da una zona di deformazione intermedia. Dalla placca B osserviamo che la placca A si muove obliquamente verso di noi. Se il raccorciamento è compensato dalla estensione laterale, allora l'apofisi obliqua del flusso è parallela al vettore di spostamento della placca. In pratica quando si ha convergenza obliqua tra placche l'angolo α descrive l'angolo di convergenza (0° se perfettamente trascorrente).
Parametri della deformazioneApplicazione delle apofisi di flusso a un problema di tettonica
da Fossen, 2010