LA CULTURA DELLA MONTAGNA LA CULTURA DEL … · essenze che il bosco offre e dei loro impieghi...
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LA CULTURA DELLA
MONTAGNA
LA CULTURA DEL
TERRITORIO
Filippo Di Donato
ANE
Direttore 1° Corso ASE Molise
Il CAI ha , tra i suoi compiti istituzionali frutto della
“mission” dell’Associazione, la promozione :
- di iniziative di formazione di tipo etico-culturale e
tecnico,
- di studi dedicati alla diffusione della conoscenza
dell’ambiente montano e delle popolazioni nei suoi
molteplici aspetti
-della conservazione della cultura alpina
- della tutela dell’ambiente montano
CLUB ALPINO ITALIANO
- conoscere e studiare le basi storiche, le
caratteristiche peculiari e la prassi della vita
delle generazioni nell'ambiente montano;
- promuovere la valorizzazione responsabile, la
trasmissione delle conoscenze e le prospettive
per il futuro;
- conoscere e contrastare i danni dell’utilizzo
meramente turistico, non rispettoso del
territorio.
FINALITA’ AUSPICABILI PER GLI ASE per promuovere
le"culture" delle genti della montagna
La cultura nell’Appennino è ancora
considerata solamente un insieme di
tradizioni locali/regionali.
L’attenzione spesso è circoscritta ad eventi
particolari.
Una sorta di appendice della
frequentazione della montagna, spesso
vista con una visione “folcloristica”
CULTURA NELL’APPENNINO
L’ambiente e la vita della montagna vengono
osservati con occhi della cultura cittadina.
L’escursionismo in montagna non era concepibile per
un montanaro. Per lui ci si muoveva per uno scopo
non per perdere tempo.
I primi escursionisti e turisti, erano visti come persone
che avevano proprio del tempo da perdere, come
gli “inglesi” e i “viaggiatori”.
Questo perchè, per le popolazioni montane, “andare
in montagna “ ha sempre coinciso con il salire per
lavorare…
Come si vede oggi la montagna?
Alpi e Appennino
Il mondo globalizzato nega l'ambiente, la storia,
la cultura e trasforma le Alpi in un "non-luogo"
tramite l'urbanizzazione dei fondovalle e dei
centri turistici e lo spopolamento della montagna
vera e propria – le Alpi come spazio umano
spariscono…
Si tende a confinare in “musei” quella che era e
deve essere ancora la vita quotidiana delle
popolazioni
Quale cultura in montagna?
Identità territoriale: in Appennino ci sono tante
identità territoriali a livello regionale.
Troviamo zone di contatto e di confronto, senza
effettivi confini politici.
Da Regione a Regione
Da versante montano ad altro versante
Da valle a valle
Dialetti: in Appennino ne troviamo molti anche di
paesi vicini
Caratteristiche di una cultura?
La sopravvivenza delle lingue : i toponimi
I toponimi sono spesso una interessante fonte di
conoscenza del territorio montano, che deriva da
antiche culture o tradizioni.
Caratteristiche di una cultura?
Sono presenti diverse situazioni, con modelli
culturali differenti di uso del territorio.
Campi coltivati, orti, pastorizia stanziale e
transumante.
Troviamo quindi tradizioni, usanze, valori
culturali, motivi religiosi, norme di eredità, strutture
insediative.
Relazione città – campagna: nella parte collinare
la città incide sull'area rurale mentre nella zona
pedemontana-montana c’è una più marcata
identità locale
Agricoltura - Pastorizia
Le “culture” sono dovute alla necessità di
risolvere problemi diversi per utilizzare nel
modo più vantaggioso possibile le risorse
del territorio riuscendo ad affrontare e
superare le difficoltà del quotidiano.
Nascono così e si consolidano storie e
tipicità locali.
LE “CULTURE” D’APPENNINO
Le Tecniche e le Conoscenze della gente di
montagna
• Costruzione e manutenzione di abitazioni,
stalle, fienili, caciare, capanne ripari, luoghi di
culto
• Tecniche e abilità nella lavorazione del
legno, della pietra e delle fibre vegetali, per
costruzioni, usi agricoli, attrezzature,
oggetti ornamentali
I segni dell’artefice presenza dell’uomo
Le Tecniche e le Conoscenze della gente di
Montagna
• Tecniche di regimazione e canalizzazione di
acque reflue e irrigue e di controllo della
stabilità dei terreni impervi, di corretta
gestione dei pascoli
• Tecniche di coltura boschiva e alimentare
• Tecniche di apertura e manutenzione di
sentieri, mulattiere, vadi e passi
I segni dell’artefice presenza dell’uomo
“I sentieri sono esistiti da sempre: muovendosi da
un luogo all'altro animali e uomini hanno lasciato e
rafforzato le tracce dei loro cammini. Le iniziali
tracce diventano poi percorsi di una vera e
propria struttura del territorio.
Questo accade quando l’uomo diventa stanziale
ed ha bisogno di cominciare a collegare tra loro
insediamenti e luoghi a cui ha attribuito funzioni
diverse: abitazione, lavoro, elementi naturali,
luoghi sacri.”
I Sentieri
La scelta dei siti è determinata dalla
vicinanza con i fiumi e dalla presenza di
zone estrattive, con attività basate
sostanzialmente su agricoltura e
allevamento; nelle zone pedemontane
vengono usati spesso i “ripari sotto
roccia”.
I siti “terre alte”
• Colture cerealicole originarie o di
importazione
• Colture boschive alimentari (castagno –
piante da frutto)
• Colture boschive per legname
• Tenuta dei pascoli
• Sfruttamento di piante
medicinali/essenze/erbe commestibili
Le colture della montagna
Un lavoro impegnativo quello del carbonaio,
costretto a lunghe settimane di permanenza spesso
solitaria nei boschi, con unico ricovero in un
capanno costruito in sassi e ramaglie. I segni più
frequenti di questa attività sono gli spiazzi coperti
di terra annerita dal fuoco in cui veniva preparato
il mucchio di legna a forma conica ricoperto di
zolle e terriccio in cui il processo di lenta
combustione in assenza di aria avveniva nell’arco
di alcuni giorni.
Il Carbonaio
La conoscenza delle tecniche di taglio e
lavorazione del legno è fondamentale per la
vita dell’uomo in montagna. La capacità di
produrre e riparare manufatti come attrezzi,
parti di costruzioni, palificazioni e recinti,
canali e abbeveratoi, presuppone la
conoscenza delle proprietà delle diverse
essenze che il bosco offre e dei loro impieghi
preferenziali.
Boscaioli e Falegnami
La religiosità in montagna
Gli insediamenti montani
Culti pagani e culto cristiano
• Credenze e leggende
• Superstizioni e riti propiziatori
• Trasmissione dei valori della famiglia
cristiana e dell’etica del comportamento
I paesi montani
La sacralità della montagna La montagna c’è sempre nelle leggende. E’ terra
misteriosa, luogo abitato da presenze benigne e
maligne, da insidie, e spesso fonte di punizione per
l’uomo che ha trasgredito le regole dell’etica o
dell’ospitalità. E’ rifugio di eremiti e santi, luogo di
pellegrinaggio e purificazione (i Sacri Monti), sede
di culti antichi (Mater) che si confondono con il culto
cristiano (la Madonna delle Nevi, le Madonne Nere
), e ricca di simboli di origine naturale (le acque
delle sorgenti, i laghi, le rocce, i boschi)
CAMMINARE PER CONOSCERE
CONOSCERE PER TUTELARE La Commissione Centrale Escursionsimo (C.C.E.) è stata
costituita dal Club Alpino Italiano nel 1991, sullo slancio di
un’esigenza di coordinamento e di indirizzo di un settore in
rapida espansione.
Il ruolo dell’escursionismo cambia.
L’escursionismo assume un ruolo sociale e culturale.
Conservare l’ambiente montano incontaminato e favorire
l’avvicinamento, particolarmente dei giovani, alla
straordinaria storia naturalistica ed umana della
montagna.
Il Cai promuove e diffonde l’escursionismo come attività
completa di sport in ambiente e via di “accesso” alla
montagna nei suoi aspetti naturali e culturali.
Il segno bianco-rosso che guida in montagna milioni di
escursionisti ogni anno è fondamentale per “socializzare” la
montagna ad un più vasto numero di cittadini in tutta
sicurezza.
Il CAI da molti anni è impegnato a valorizzare la viabilità
storica, per tracciare nuove reti sentieristiche di itinerari
segnalati utilizzando antichi percorsi, riaprire collegamenti,
ha promosso il Sentiero Italia e attorno organizzare e censire
nuove reti.
Il terreno dell’attività escursionistica è pertanto uno spazio in
cui si trovano impressi i segni dell’uomo, della sua febbrile
attività insediativa volta ad “addomesticare” la natura nel
rispetto dell’ecosistema.
Escursionismo e cultura della montagna “camminano” di
pari passo. Attraverso l’andar per monti, infatti, possiamo
acquisire la concreta conoscenza del territorio, dai manufatti
dell’uomo che lo ha colonizzato nelle diverse epoche storiche,
possiamo verificare “sul campo” l’evidenza indiscutibile che
la montagna è stata ed è un poliedrico contenitore di vita
vissuta e di diversi livelli di altezza, dai bassi fondovalle ai
pascoli sommitali.
Scopriamo in tal modo che soltanto la nuda roccia è stata
regno incontrastato dell’intervento naturale. La porzione
preponderante degli spazi montani (prati, boschi, pascoli,
terrazzamenti, ecc.) è il prodotto della cultura dell’uomo che
si fa “paesaggio”.
A differenza dell’arrampicata, il camminare è un continuo
seguire ed inseguire le tracce dell’uomo o delle forme sociali
del suo adattamento alle condizioni precarie della
verticalità. Si è trattato quasi sempre di interventi comunitari
di difesa e contrasto nei confronti dell’entropia della natura,
rimodellata ogni volta secondo norme comportamentali
compatibili con la morfologia e le risorse dell’ambiente.
Armonizzazione della segnaletica dei sentieri
Intesa Cai – Federparchi -30 ottobre 2010, in Abruzzo
Villa Sant’Angelo
“rosso/bianco/rosso”
- La bandierina “rosso/bianco/rosso” del Cai, è diventata
il segnavia consigliato lungo i sentieri per migliorare la
sicurezza degli escursionisti e la promozione del territorio
attraversato.
- Gli standard nazionali del Cai – Commissione Centrale
per l’Escursionismo (CCE) sono stati scelti con l’intento di
evitare che passando di regione in
regione (e a volte anche di provincia in provincia), la
segnaletica sia differente
uniformità
Genova 19 novembre 2013 - cai e parchi - filippo di donato
Pianificazione
catasto sentieri
nazionale
REI :
Rete Escursionistica
Italiana
SENTIERO ITALIA ROSSO/BIANCO/ROSSO
Unico segnavia di
vernice per un sentiero
di quasi 6000 km che,
con 350 tappe, si
snoda sull’arco alpino
e sull’appennino
includendo anche
Sicilia e Sardegna
anni 1995 e 1999.
Progetto: SENTIERI, RIFUGI E AREE PROTETTE
ROSSO/BIANCO/ROSSO
Unico segnavia di
vernice per un
sentiero di quasi
6000 km che, con
350 tappe, si snoda
sull’arco alpino e
sull’appennino
includendo anche
Sicilia e Sardegna.
Progetto: SENTIERI, RIFUGI E AREE PROTETTE
S e n t i e r o
I t a l i a
In Abruzzo n.59 tappe nei Parchi
• ASPETTI FUNZIONALI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL PARCO
INFORMAZIONE E SEGNALETICA
Per l’ESCURSIONISMO e la TUTELA 1
• ASPETTI FUNZIONALI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL PARCO
RETE SENTIERISTICA
PERCORSI
ESCURSIONISTICI - EQUITURISTICI - CICLOTURISTICI
Per l’ESCURSIONISMO e la TUTELA 2
• ASPETTI FUNZIONALI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL PARCO IN DISTRETTI
RISTORAZIONE E RICETTIVITÀ
Per l’ESCURSIONISMO e la TUTELA 3
• ASPETTI FUNZIONALI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL PARCO
AREE SOSTA
Per l’ESCURSIONISMO e la TUTELA 4
• ASPETTI FUNZIONALI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL PARCO
CENTRI VISITE /MUSEI TEMATICI
Per l’ESCURSIONISMO 4
Sono stati identificati 128 sentieri da marcare per un totale di 711,698 Km
Sono stati individuati un gruppo di sentieri da marcare in forma prioritaria (più frequentati, sulle tre
regioni) per un totale di 400Km circa.
PROGETTO NUOVA SEGNALETTICA DEL PARCO - 2009
Nella prima fase di marcatura (giugno/luglio) ad
ogni operatore sono stati assegnati:
-circa di 20 km di sentiero da tracciare
-un compenso di €1.160,00 onnicomprensivo
mediante lettera di incarico;
-un rimborso di € 140,00 per le spese sostenute
da certificare;
-kit per la segnatura: vernice rossa, bianca e nera,
diluente, pennelli di diversa misura, spazzola,
sverniciatore, guanti da lavoro, spatola.
ESECUZIONE DEI LAVORI DI SEGNATURA E
SISTEMAZIONE
-Cooperative individuate secondo Legge sulla Montagna
n. 97/1994
-Elenco degli Accompagnatori di Media Montagna
-Sezioni e Volontari del CAI
-Volontari del Parco
-Volontari
Prima
Dopo
S e n t i e r o
I t a l i a
In Abruzzo n.59 tappe nei Parchi
I Parchi Nazionali
I Parchi Nazionali
I Parchi Nazionali
I Parchi Nazionali
Il parco regionale
I Parchi Nazionali
Il parco regionale
Denominazione: Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise
Provvedimento istitutivo: R. D. n. 257 del 2.1.1923
Province: L’Aquila, Isernia, Frosinone
Gestione: Ente autonomo
Estensione in ha: 43.033
Simbolo: orso bruno marsicano
Denominazione: Parco Naz. del Gran Sasso e Monti della Laga Provvedimento istitutivo: L. 394 del 6.12.1991 Province: L'Aquila, Teramo, Pescara, Ascoli Piceno, Rieti Gestione: Ente autonomo Estensione in ha: 148.935 Simbolo: camoscio
Denominazione: Parco Nazionale della Majella
Provvedimento istitutivo: L. 394 del 6.12.1991
Province: L'Aquila, Chieti, Pescara
Gestione: Ente Autonomo
Estensione in ha: 74.095
Simbolo: lupo
Denominazione: Sirente Velino Tipologia: Parco naturale regionale Provvedimento istitutivo: L.R. n. 54 del 13.7.1989 Provincia: L’Aquila Gestione: Ente di diritto pubblico Estensione in ha: 59.140 Simbolo: impronta di orso
Il grifone (Gyps fulvus) è
stato reintrodotto nella Valle
Maielana
I Parchi Nazionali
Il parco regionale
Le riserve statali (non ricomprese nei parchi)
Le riserve regionali
SIC - Siti di Importanza Comunitaria
ZPS - Zone a Protezione Speciale
Direttiva Habitat 92/43/CEE per la conservazione
degli habitat naturali e seminaturali, nonchè della
flora e della fauna selvatiche.
Club Alpino Italiano - Gruppo
Regionale Abruzzo -
Commissione Escursionismo 52
Rete Escursionistica Abruzzese
Club Alpino Italiano
ABRUZZO
Cea “gli Aquilotti”
Escursionismo
Rifugi
Educazione Ambientale
Alpinismo Giovanile
Terre Alte
Carte dei Sentieri
Pubblicazioni
Ambiti d’intervento
Assessorato all’Ambiente
nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga:
Monti della Laga
Direttice Occidentale
1 Preta – Campotosto
Direttrice Orientale
2 S. Martino - Morrice - Ceppo
3 Ceppo – Padula
4 Padula – Macchiatornella – Cesacastina
5 Cesacastina – Campotosto
6 Campotosto – Tottea – Nerito
IL TRACCIATO
nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga:
Gran Sasso d’Italia
7 Nerito – Prato Selva
8 Prato Selva – Pietracamela
9 Pietracamela – Prati di Tivo
Direttrice Occidentale
10 Prati di Tivo – Campo Imperatore
11 Campo Imperatore – Fossa di Paganica
12 Fossa di Paganica – S. Stefano di Sessanio
13 S. Stefano di Sessanio S. – Castelvecchio Calvisio
IL TRACCIATO
nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga:
Gran Sasso d’Italia - Direttrice Orientale
14 Prati di Tivo – Casale S. Nicola
15 Casale S. Nicola – S. Pietro
16 S. Pietro – Ceriseto – Castelli
17 Castelli – Rigopiano
18 Rigopiano – Castel del Monte
19 Castel del Monte – Calascio
20 Calascio – Castelvecchio Calvisio
21 Castelvecchio Calvisio – Ofena
22 Ofena – Capo d’Acqua
23 Capo d’Acqua – Bussi sul Tirino
24 Bussi sul Tirino – Popoli
IL TRACCIATO
nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
e Conca Aquilana:
Direttrice della Conca Aquilana
25 Campo Imperatore – Fonte Cerreto
26 Fonte Cerreto – Assergi
27 Assergi – Collebrincioni
28 Collebrincioni – L’Aquila
Conca Aquilana
29 L’Aquila – Roio Piano
30 Roio Piano – Casamaina
IL TRACCIATO
nel Parco Regionale Sirente – Velino
e Piana del Fucino:
Sirente - Velino
31 Casamaina – Rocca di Cambio
32 Rocca di Cambio – Rocca di Mezzo – Rovere
33 Rovere – Aielli
34 Aielli – Cocullo
Piana del Fucino
35 Cocullo – S. Sebastiano
36 S. Sebastiano – Gioia Vecchio
IL TRACCIATO
nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise:
37 Gioia Vecchio – Pescasseroli
Direttrice laziale
38 Pescasseroli - Forca d’Acero
Direttrice Settentrionale
39 Pescasseroli - Scanno
40 Scanno – Rivisondoli
Direttrice Meridionale
41 Pescasseroli – Barrea
42 Roccaraso – Rivisondoli
IL TRACCIATO
nel Parco Nazionale della Majella:
Morrone
43 Popoli – Iaccio Grande
44 Iaccio Grande – Passo S. Leonardo
Direttrice Occidentale
45 Passo S. Leonardo - Campo di Giove
46 Campo di Giove – Rivisondoli
IL TRACCIATO
nel Parco Nazionale della Majella:
Direttrice Orientale
47 Passo S. Leonardo – Roccacaramanico
48 Roccacaramanico – Caramanico Terme
49 Caramanico Terme – S. Spirito
50 S. Spirito – Passo Lanciano
51 Passo Lanciano - Il Calvario
52 Passo Lanciano - Serramonacesca
53 Serramonacesca - Il Calvario
54 Il Calvario – Bocca di Valle
55 Bocca di Valle – Pennapiedimonte
56 Pennapiedimonte – Fara S. Martino
57 Fara S. Martino – Lama dei Peligni
58 Lama dei Peligni – Palena
59 Palena – Rivisondoli
IL TRACCIATO
Il Cai
firma
APE
Un progetto per le montagne del Mediterraneo
1984- costituzione della Commissione Tutela
Ambiente Montano
COMPITO della TAM è :
- promuovere e diffondere la conoscenza dei
problemi della conservazione dell’ambiente
- promuovere iniziative di salvaguardia
dell’ambiente naturale e culturale montano
- denunciare ogni manomissione dell’ambiente
naturale montano
DM 20/2/1987 :
il CAI è riconosciuto
“Associazione di
protezione ambientale ”
Documenti fondamentali del CAI e norme di autoregolamentazione in materia ambientale
Partendo da • Bidecalogo - 1981 • Charta di Verona - 1990 • Tavole di Courmayeur - 1997
…le norme di autoregolamentazione del CAI...
Il Nuovo Bidecalogo (2013)