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38 La Critica Sociologica, 161 Esoterismo, sicurezza e comunicazione Il caso dei Bambini di Satana di P ATRIZIO P AOLINELLI Gli ambienti di informazione elettronica essendo estremamente eterei favori- scono l’illusione del mondo come sostanza spirituale. Si tratta di un ragione- vole facsimile del corpo mistico, di una manifestazione evidente dell’Anti- Cristo. M. McLuhan 1 Prologo. Discorsi in sospeso tra due metanarrazioni Il conflitto tra satanisti e antisatanisti è di lunga durata. Inizia nel XVII secolo e prosegue tutt’oggi a fasi alterne. Attualmente la spia forse più significativa per cogliere la rilevanza del fenomeno consiste nell’atteggia- mento dei mass-media. Che, spesso e volentieri, attribuiscono agli adoratori dell’Angelo del Male una serie di reati ripugnanti come violenze sessuali, omicidi apparentemente inspiegabili o particolarmente efferati. Attribuzioni infondate nella quasi totalità dei casi ma che generano e rafforzano lo stigma sociale. DOCUMENTAZIONE E RICERCHE La presente inchiesta è iniziata nel novembre 2001 e conclusa nell’aprile 2002. Per la sua pubblicazione sono occorsi circa due anni. Sul piano della ricerca dobbiamo dire che siamo stati fortunati: a distanza di tempo il quadro descritto è rimasto sostanzialmente inva- riato. Sono intervenuti pochi e scarsamente rilevanti fatti nuovi che comunque convergono nel confermare la direzione assunta dall’indagine. Per questi motivi gli aggiornamenti si limitano a brevi segnalazioni inserite nelle note n° 24, 25, 26, 42. 1 M. McLUHAN, Corrispondenza 1931-1979, Sugarco Edizioni, Varese 1990, Lettera a J. Maritain, p. 239. Per McLuhan l’idea di «ambienti di informazione elettronica» non significa solo la rete dei computer ma più complessivamente l’estensione del sistema nervoso umano determinata dai mezzi di comunicazione. McLuhan è un fervente cattolico che ritiene Tv, radio e telefono strumenti del Maligno. Posizione che può sorprendere, in quanto il celebre studioso ha mantenuto sempre segrete al vasto pubblico queste sue profonde convinzioni. L’idea che il Male alligni nelle pieghe della tecnologia affiora sporadicamente solo dalla cor- rispondenza privata, di gran lunga meno nota delle altre sue opere. Il profilo che emerge dalle lettere di McLuhan è quello di un battagliero credente che sopporta per devozione e studia con passione la società in cui vive e i suoi motori quali l’industrialismo, il consumismo, i mass media. Per meglio combattere il Male annidato negli ambienti elettronici, McLuhan adotta la strategia di affrontare la cultura secolare da un punto di vista laico, guardandosi bene

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Esoterismo, sicurezza e comunicazione Il caso dei Bambini di Satana

diPATRIZIO PAOLINELLI

Gli ambienti di informazione elettronica essendo estremamente eterei favori-scono l’illusione del mondo come sostanza spirituale. Si tratta di un ragione-vole facsimile del corpo mistico, di una manifestazione evidente dell’Anti-Cristo.

M. McLuhan 1

Prologo. Discorsi in sospeso tra due metanarrazioni

Il conflitto tra satanisti e antisatanisti è di lunga durata. Inizia nel XVIIsecolo e prosegue tutt’oggi a fasi alterne. Attualmente la spia forse piùsignificativa per cogliere la rilevanza del fenomeno consiste nell’atteggia-mento dei mass-media. Che, spesso e volentieri, attribuiscono agli adoratoridell’Angelo del Male una serie di reati ripugnanti come violenze sessuali,omicidi apparentemente inspiegabili o particolarmente efferati. Attribuzioniinfondate nella quasi totalità dei casi ma che generano e rafforzano lostigma sociale.

DOCUMENTAZIONE E RICERCHE

La presente inchiesta è iniziata nel novembre 2001 e conclusa nell’aprile 2002. Per lasua pubblicazione sono occorsi circa due anni. Sul piano della ricerca dobbiamo dire chesiamo stati fortunati: a distanza di tempo il quadro descritto è rimasto sostanzialmente inva-riato. Sono intervenuti pochi e scarsamente rilevanti fatti nuovi che comunque convergono nelconfermare la direzione assunta dall’indagine. Per questi motivi gli aggiornamenti si limitanoa brevi segnalazioni inserite nelle note n° 24, 25, 26, 42.

1 M. McLUHAN, Corrispondenza 1931-1979, Sugarco Edizioni, Varese 1990, Lettera a J.Maritain, p. 239. Per McLuhan l’idea di «ambienti di informazione elettronica» non significasolo la rete dei computer ma più complessivamente l’estensione del sistema nervoso umanodeterminata dai mezzi di comunicazione. McLuhan è un fervente cattolico che ritiene Tv,radio e telefono strumenti del Maligno. Posizione che può sorprendere, in quanto il celebrestudioso ha mantenuto sempre segrete al vasto pubblico queste sue profonde convinzioni.L’idea che il Male alligni nelle pieghe della tecnologia affiora sporadicamente solo dalla cor-rispondenza privata, di gran lunga meno nota delle altre sue opere. Il profilo che emerge dallelettere di McLuhan è quello di un battagliero credente che sopporta per devozione e studiacon passione la società in cui vive e i suoi motori quali l’industrialismo, il consumismo, imass media. Per meglio combattere il Male annidato negli ambienti elettronici, McLuhanadotta la strategia di affrontare la cultura secolare da un punto di vista laico, guardandosi bene

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Sul piano dei processi di costituzione dell’identità e di etichettamentoper mezzo del linguaggio, un fattore fondante del conflitto che oppone reli-gioni maggioritarie e satanisti risiede nella dialettica tra ritmi del tempo.Dialettica che si esprime: a) nella permanenza attraverso i secoli di unoscontro culturale; b) nella modernizzazione degli strumenti messi in campodagli avversari. La permanenza non significa ripetizione della storia e lamodernizzazione non significa eternizzazione del presente. È evidente chedue negazioni non fanno un metodo. Al massimo tagliano la strada a inter-pretazioni fuorvianti. Continuità e discontinuità vanno cercate nelle rela-zioni tra dramma e farsa che caratterizzano l’interazione tra mondo esote-rico e mondo della comunicazione. Dramma, perché nella lotta tra satanistie antisatanisti delle vite umane vengono tormentate anche, e talvolta acausa, della sovraesposizione mediatica. Farsa, perché le strategie di offesae di difesa adottate dalle parti in lotta costituiscono un investimento dirisorse materiali e psichiche che deviano intenzionalmente dalla razionalitàcomunicativa producendo discorsi che non dialogano tra loro. In entrambele varianti, la teatralizzazione del conflitto costituisce il campo di battagliain cui si confrontano le rispettive forze. E la loro capacità di fuoco è fattaprincipalmente di parole sotto forma di accuse e controaccuse, obiettividichiarati e non dichiarati, manipolazione e controinformazione, nemicivisibili ed invisibili, detti e non detti, beffe e beffati, dibattimenti proces-suali e libri, libertà di espressione e censura, credenze ultramondane e pen-siero secolarizzato. Nella vicenda che oppone satanisti e antisatanisti ilverbo è il soggetto della contesa, i vecchi e nuovi media sono il palcosce-nico e il possesso della storicità è la posta in gioco 2.

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dal fare pubblica professione dei propri intimi convincimenti. Una delle ragioni che motiva lalotta clandestina condotta dal mistico McLuhan contro l’indipendenza raggiunta dai mezzi dicomunicazione nei confronti degli individui è la sottrazione di identità cui sono sottoposti gliabitanti della Città Elettronica. La sistematica erosione del confine tra vero e falso indotta daimezzi di comunicazione è per McLuhan opera di Satana e costituisce il pericolo maggiore perla coscienza umana. Nell’epistolario sono poche le affermazioni nette sulla «missione perconto di Dio» di cui McLuhan si sente investito. Vanno davvero trovate con il lanternino. Nonsolo. In alcune lettere lo studioso canadese protesta la propria neutralità di scienziato, dichia-rando di non esprimere giudizi di valore sui processi tecnologici che analizza. Sicuramente èsincero. Ma parallelamente aggiunge che gli effetti della tecnologia sulla psiche sono cose piùgrandi di noi e del tutto indipendenti da opinioni personali, così come la verità rivelata e larealtà della Chiesa. Vedi ad es. le lettere a F. Sheed e E. Havelock, pp. 259-262 cit.

2 Sul concetto di lunga durata cfr. F. BRAUDEL, Storia e scienze sociali. La «lungadurata», in, Scritti sulla storia, Bompiani, Milano 2001, p. 37 e segg. Sul concetto di raziona-lità comunicativa intesa come «azione orientata alla reciproca comprensione» cfr. J.HABERMAS, Teoria dell’agire comunicativo, il Mulino, Bologna 1986. Sulla crisi delle meta-narrazioni (religioni e ideologie politiche) cfr. F. LYOTARD, La condizione postmoderna, tr.it.Feltrinelli, Milano 1981. Come si vedrà, mettiamo in discussione alcune posizioni diHabermas e Lyotard. Nel suo piccolo la vicenda satanisti/antisatanisti contribuisce a dimo-strare che, al di là di ogni formalizzazione teorica più o meno riuscita, oggi comunicare èessenzialmente guerreggiare. All’interno di questa lotta il senso del tempo e il linguaggio chelo motiva generano il discorso satanista e quello antisatanista. Più che giochi linguistici e pos-sibilità di concordia, i prodotti finali sono ferite materiali e psichiche, vinti e vincitori, intolle-ranze e resistenze. In estrema sintesi: il linguaggio è un’istituzione regolatrice della realtàsociale e in quanto tale strumento di potere tendenzialmente orientato a fissare ritmi e durate.

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Atto primo. Satanisti, antisatanisti e roghi post-moderni

Nella ricca, laica, dotta Bologna da circa dieci anni si combatte unapiccola guerra di religione dal sapore medioevale. È il potere secolare, tra-mite diverse Procure, ad esporsi inizialmente in prima linea inquisendol’Associazione Bambini di Satana (BdS) guidata da Marco Dimitri. Cosìcome nel medioevo era del tutto sproporzionato il rapporto tra Tribunali(laici o religiosi che fossero) ed eretici, anche nel XX secolo l’asimmetriaha caratterizzato la vicenda di Marco Dimitri e del suo gruppo. Ma ai nostritempi non si può mettere sotto processo qualcuno per le proprie idee,almeno non in Europa. Così tra il 1989 e il 1999 la Magistratura scaricasulla testa dei BdS accuse pesantissime come quelle di pedofilia, violazionedi sepolcro, profanazione di cadavere, violenza carnale, usura e addirittural’apertura di un filone d’inchiesta sulla pratica di sacrifici umani3. Tra il1996 e il 1997, durante il processo più importante, il primo in Italia controun gruppo di satanisti, il PM Lucia Musti giunge persino a paragonare i

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A partire da queste basi utilizziamo uno strumento elaborato da Touraine, il possessodella storicità, in quanto muove da una prospettiva aderente alla dimensione del conflitto: «Lastoricità della società è la capacità di produrre i propri orientamenti sociali e culturali a partiredalla propria attività, dando così un «senso» alle sue pratiche. …La storicità determina le con-dizioni del gioco politico, che produce a sua volta le regole entro cui agiscono le organizza-zioni. …La classe dirigente gestisce la storicità, ma la identifica anche con i suoi interessiparticolari. La classe popolare si protegge da questa dominazione, ma si richiama anche allastoricità, contestandone l’appropriazione da parte della classe dirigente. …la storicità guida leistituzioni politiche e l’organizzazione sociale e culturale, mediante il sistema d’azione sto-rica. Quest’ultimo è l’insieme dei modelli che orientano le pratiche del lavoro: produzione,organizzazione, distribuzione e consumo; è l’impatto della storicità sulle risorse che essa uti-lizza e mobilita». A. TOURAINE, Per la sociologia, Einaudi, Torino 1974, pp. 47-49. «Ho chia-mato storicità l’insieme dei modelli culturali mediante i quali una società produce le proprienorme negli ambiti della conoscenza, della produzione, della morale. Tali modelli culturalicostituiscono le poste in gioco dei conflitti tra movimenti sociali che lottano per dare loro unaforma sociale conforme agli interessi di varie categorie sociali». A TOURAINE, Critica dellamodernità, il Saggiatore, Milano 1993, p. 427. Dello stesso cfr. La produzione della società, ilMulino, Bologna 1973, in part. il cap. La storicità, p. 31 e segg. L’applicazione del concettodi storicità al caso che abbiamo indagato autorizza la seguente sequenza interpretativa: l’im-magine del tempo difesa da satanisti e antisatanisti è il reticolo che li collega/divide e per-mette di comprenderne le rispettive identità; tale reticolo è costituito da segni tramite i qualisono stati osservati: il conflitto, il linguaggio e la teatralizzazione di entrambi; la combina-zione di questi elementi ha dato vita alla rappresentazione pubblica satanismo/antisatanismoosservata attraverso l’idea di Marx sull’irripetibilità della storia se non come dramma o farsa.

Due parole sui criteri dell’indagine. Dinanzi ai materiali raccolti per condurre l’in-chiesta: a) ci siamo basati sull’idea di comunicazione come forma d’azione; b) abbiamo adot-tato un approccio che collega sfera macrosociale e sfera microsociale; c) abbiamo analizzatoil rapporto tra morale dominante e vissuti soggettivi dalla parte degli oppressi: i BdS.

3 Il discorso giudiziario che coinvolge i BdS muove da valanghe di accuse. Un’incom-pleta rassegna. 1989: violenza carnale su uomini e donne nel corso di riti nominati «I venerdìdelle vergini». 1992: sfruttamento della prostituzione per la presenza di una ragazza seminudache funge da altare simbolico durante un rito satanico. Gennaio 1996: violenza sessualedurante una messa nera su una ragazza di 16 anni ex fidanzata di un adepto dei BdS. Febbraio1996: violenza sessuale su un bambino di tre anni. All’accusa seguono 13 mesi di carcera-zione preventiva in isolamento da parte di Dimitri e Piergiorgio Bonora (Presidente e Vi-ce dei BdS, 33 e 21 anni) e sei mesi per Gennaro Luongo (iscritto all’Associazione, 28 anni).

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BdS alla mafia e alla «banda della Uno Bianca» che ha terrorizzato l’E-milia-Romagna dal 1987 al 1994, commesso 90 rapine, 24 omicidi e si èpoi rivelata formata da Agenti di Polizia 4. Le ripetute assoluzioni/archivia-zioni dei BdS hanno dimostrato abbondanti dosi di arbitrarietà nel compor-tamento degli organi istituzionali: da quelli giudiziari a quelli repressivi.Rari come mosche bianche, i credenti che hanno mantenuto un atteggia-mento distaccato. Tra questi Massimo Introvigne, che così si esprime su unodei primi coinvolgimenti giudiziari di Dimitri: «Tra il 1989 e il 1992 infil-trati dei Carabinieri — forse in parte — volontari», che hanno cercato dispingere l’Arma, più o meno entusiasta, sulle tracce dei Bambini di Satana-hanno provocato noie per Dimitri e perfino un’irruzione nel 1992 a Savi-gnano sul Rubicone, nel Riminese…» 5.

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Durante l’inchiesta seguono nuove imputazioni: licantropia, occultamento di cadavere,associazione mafiosa. 1999: estorsione e minacce nei confronti di un’ex iscritta ai BdS. Aqueste accuse si aggiungono altre imputazioni aderenti e non all’immaginario popolare sulsatanismo che coinvolgeranno persone del tutto estranee al mondo dell’occulto come il mar-chese Ippolito Bevilacqua Ariosti (cattolico praticante e agricoltore) inquisito per il presuntoomicidio di un extracomunitario ucciso con 21 coltellate durante un sacrificio umano. Epi-sodio rivelatosi pura fantasia. Poiché i BdS saranno completamente assolti da queste ed altreincriminazioni, risulta assai improbabile parlare di errori giudiziari.

4 La vicenda della Uno bianca è una delle più oscure del dopoguerra italiano e di quellodell’Emilia-Romagna in particolare. La banda è formata da cinque poliziotti (quattro dellaQuestura di Bologna e uno del Commissariato di Rimini) e da altre due persone. Oltre all’im-pressionante numero di rapine (90), che in poco più di sette anni fruttano circa 2 miliardi emezzo di vecchie lire, una cifra straordinariamente modesta se si tiene conto dei rischi, labanda tenta estorsioni, compie raids xenofobi contro comunità nomadi e extracomunitari,attentati contro rappresentanti delle forze dell'ordine lasciando dietro di sé una lunga scia disangue (24 morti e 104 feriti). Sorprendente il comportamento della magistratura locale cheper anni insegue false piste e condanna 55 innocenti. L’arresto dei componenti della bandaavviene in circostanze mai chiarite. Per quanto non apertamente professata, la pseudo-culturapolitica dei componenti della Uno Bianca è di matrice fascista. Diversi crimini della banda, inparticolare quelli più violenti e quelli contro le istituzioni, come ad esempio l’agguato checonduce alla morte di tre carabinieri nel quartiere bolognese del Pilastro, vengono strumental-mente rivendicati dalla Falange armata (gruppo di estrema destra) che adotta una raffinatastrategia mediatica indubbiamente orchestrata da abili professionisti. Sull’intera vicenda leversioni ufficiali sono tese a mitigare il più possibile le responsabilità delle istituzioni e adaccreditare pubblicamente l’idea di una banda di pazzi sanguinari. Operazione che riusciràperfettamente. Sul piano dell’informazione, pochi e destinati all’insuccesso i tentativi di fareluce sulle anomalie della Questura bolognese e sullo strabismo della magistratura locale. Perun’attenta ricostruzione del caso e la relativa bibliografia si veda il sito web www.misteridi-talia.com/unobianca/

5 MASSIMO INTROVIGNE, Indagine sul satanismo. Satanisti e antisatanisti dal Seicento ainostri giorni, Mondatori, Milano, 1994, pag. 403-404. Dello stesso cfr. Il satanismo, Elledici,Leumann, Torino. Introvigne definisce «il satanismo come la venerazione organizzata informe liturgiche dell’angelo del Male chiamato Satana nella Bibbia», Indagine… cit., p. 21. Edistingue 4 tipi di satanismo: 1) razionalista: Satana è il simbolo del Male e di una visione delmondo anticristiana; 2) occultista: Angeli ribelli divenuti demoni che si sono posti al serviziodel diavolo; 3) acido: i riti si basano sull'uso di sostanze stupefacenti, orge e abusi psicolo-gici/sessuali; 4) luciferino: Lucifero e Satana sono venerati all'interno di cosmogonie che nefanno un aspetto del sacro. I BdS non si riconoscono in nessuna di queste categorie. Ma è laposizione dello studioso e del devoto che al momento è importante registrare. Per Introvigneil satanismo è un fenomeno sovradimensionato dalla pubblicità dei media «che di per sé hascarso spessore culturale e sociale». La sua reale importanza risiede nel costituire «lametafora di una modernità brutale a cui sono stati tolti tutti i paraventi retorici» e la sua forza

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Probabilmente lo scopo principale di questa prima ondata di accuse èquello di far uscire allo scoperto il piccolo gruppo di satanisti per dissol-verlo come capita ai vampiri a contatto con la luce del sole nei film di cas-setta. Dimitri ne è certo: obiettivo degli antisatanisti «è quello di terroriz-zare. Infiltrandosi, facendo irruzione con i mitra spianati durante un ritualee aprendo un’inchiesta, che subito cade, il fine è quello di mettere paura adei ragazzi… Io stesso mi sono spaventato…»6.

La strategia delle istituzioni, anche se in determinati casi composte da«volontari», si rivela efficace sul piano censorio ma rozza sul piano comuni-cativo e in alcuni casi profondamente sbagliata. Decisamente la denunciadel 1992 non è al passo con i tempi, per quanto utilizzi gli strumenti delproprio tempo. Ed è dettata più dalla paura del ritorno del satanismodurante tutti gli anni ’80 che da una lucida considerazione del fenomeno:risibile in termini quantitativi e culturalmente ininfluente in termini qualita-tivi. Non solo: la manovra repressiva non tiene conto che nell’era della tele-visione e di Internet il passato non è morto e sepolto ma è parte del nostroorizzonte immediato e può essere attualizzato con una certa facilità. Lacompresenza di tempi storici che conduce alla tribalizzazione della società èuno dei principi che il cattolico McLuhan ha appassionatamente divulgato.Ma a Bologna evidentemente non è stato troppo ascoltato. Così, nel corso didieci anni la logica con cui le istituzioni affrontano i BdS è quella di unapratica discorsiva che modernizza la caccia alle streghe e medievalizza il

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risiede «nel contesto singolarmente favorevole che il mondo moderno gli offre — gli antisata-nisti attribuiscono alle sette sataniche poteri magici e misteriosi che sono ben lontane dal pos-sedere, e finiscono per rimanere intrappolati nel groviglio delle loro stesse esagerazioni. Se lastoria del satanismo è interessante, è per il suo valore emblematico di icona di una certamodernità. Se la storia dell’anti-satanismo è interessante, è perché mostra l’incapacità di forzesocialmente significative, laiche e religiose, di identificare la causa profonda del disagio chepure avvertono di fronte a certi aspetti della modernità, e la loro ricerca di diversivi e capriespiatori». Indagine… cit., p. 408. I numeri che emergono dalla ricerca di Introvigne sono iseguenti: «le formazioni sataniste di una qualche consistenza in Italia sono soltanto quattro: ledue Chiese di Satana a Torino, la Confraternita di Efrem del Gatto a Roma, e i Bambini diSatana a Bologna. Se si crede alle stime piuttosto generose fornite dai loro dirigenti, questosatanismo «ufficiale» italiano conterebbe nel suo complesso un migliaio di adepti; è più pro-babile che i membri effettivamente impegnati in questi movimenti siano, globalmente, nonpiù di cinquecento». Indagine… cit., pp. 404-405. Per il suo carattere spesso clandestino, laquantificazione del fenomeno satanismo è controversa. Ai gruppi individuati da Introvignepotremmo aggiungere: in Calabria, l’Ordine del Triangolo Nero che adora Satana come veroDio; in Piemonte, i Figli di Satana principalmente dediti a riti notturni; dalle parti di Pescara,Ierudole di Ishtar composto da sole donne; a Napoli, il Tempio di Seth, filiale Italiana delgruppo californiano fondato nel 1975 da Michael Aquino ex luogotenente di Anton LaVeyispiratore del satanismo contemporaneo. Esistono poi problemi metodologici: spesso il sata-nismo viene fatto rientrare all’interno degli oltre 600 culti presenti in Italia o tra fenomeni cri-minali impedendo così una stima ufficiale universalmente accettata. Tuttavia, anche l’ipotesipiù ottimistica di un migliaio di adepti in tutt’Italia fa del satanismo un fenomeno poco consi-stente. E la sua importanza va cercata in due direzioni: per ciò che rappresenta all’internodella modernità e per gli antichi tabù che solleva.

6 Salvo diversa indicazione, i periodi racchiusi tra parentesi uncinate corrispondo a branidi interviste rilasciate allo scrivente da Marco Dimitri. L’insieme delle interviste qui conte-nute sono: di tipo semistrutturato, registrate su nastro magnetico, raccolte tra novembre 2001e marzo 2002.

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moderno maccartismo. La finalità è l’esclusione sociale. Nel medioevo por-tare le streghe allo scoperto significa più o meno automaticamente metterleal rogo, presumendo di risolvere alla radice il problema dei saperi pagani.Ma l’era del villaggio globale, per quanto difettosa possa essere questamisura del mondo, permette l’esposizione di punti di vista differenti intempo reale. Dimitri e alcuni esponenti del suo gruppo difendono tenace-mente e pubblicamente le proprie scelte con conferenze stampa e denunce.Di più: subito dopo l’irruzione a Savignano sul Rubicone, i BdS chiedonoun processo. Che non ottengono. Pagheranno assai care le loro rivendica-zioni. In un certo senso, per le istituzioni bolognesi i secoli sembrano pas-sati invano. Ma non del tutto. Investono nelle moderne forme di comunica-zione, dalla stampa quotidiana alla consulenza di esperti in scienze sociali,sostituendole alla gogna medioevale. Nel corso degli anni la Magistraturaformula altre accuse nei confronti dei BdS: sempre più pesanti, sempre piùinfamanti quale quella di pedofilia. Accuse che cadono una dopo l’altra. Enonostante abbiano l’effetto di scompaginare le file dei BdS, non riesconoad annientarli. La giustizia e l’integralismo perdono battaglie importanti.L’irruzione del 1992 ad esempio accende i riflettori su Dimitri e il suogruppo. La giostra mediatica si mette in moto con tutta la sua insana vogliadi scoop. E Dimitri si trasforma in una novità da dare in pasto al pubblicodei telespettatori. Ma sul piano della comunicazione la sconfitta più clamo-rosa subita dalla istituzioni è quella del 1996. All’ondata di imputazioni piùpesanti contro i BdS interi settori dell’opinione pubblica bolognese si solle-vano a difesa del diritto di libertà di espressione. I BdS non sono più soli.Dimitri, che tra i tanti capi di imputazione si ritrova anche quello di averfatto a pezzi delle persone a colpi d’ascia durante un rito satanico, vedeavvicinarsi inaspettati alleati. Le inchieste e i processi si trasformano in unfilm splatter, dove al montaggio della Pubblica Accusa corrisponde losmontaggio della controinformazione.

Atto secondo. La sostenibile normalità di un leader

Marco Dimitri nasce a Bologna il 13.02.1963. È il secondogenito diuna famiglia di immigrati provenienti da una colonia greca della provinciadi Lecce. Ironia della sorte, il padre è Appuntato di Polizia, mestiere, a dettadi Dimitri, scelto non per vocazione ma per necessità. La madre è casalingacon la licenza elementare. I rapporti con i genitori non sono dei migliori;«quasi inesistenti»: così li definisce Marco. La mancanza d’intesa e dicomunicazione è accentuata con il padre. Ma è la madre ad essere partico-larmente severa, tanto da far pensare a Marco che soffra di «esaurimentonervoso» e di essere «un figlio non voluto, un incidente». Le condizionieconomiche della famiglia sono difficili. Tuttavia Dimitri trascorre un’in-fanzia non differente da quella di tanti altri coetanei appartenenti alla picco-lissima borghesia urbana: frequenta le scuole e conduce un’esistenza rego-lare. A 14 anni uno choc segna per sempre la sua esistenza: resta orfanodella madre. Circa un anno dopo il padre si risposa. Dimitri si ritrova a

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vivere da solo nell’appartamento dei genitori situato nel centro storico diBologna. La strada lo attrae. Fa vita notturna. Frequenta compagnie equi-voche. Abbandona al primo anno l’Istituto Tecnico Industriale Statale(ITIS). Ma subito riprende gli studi e frequenta per tre anni una scuola pro-fessionale (ECAP). Ottiene l’attestato di Tecnico specializzato in telecomu-nicazioni. Le scelte scolastiche di Marco sono motivate da una passionemanifestata sin da piccolo per la tecnologia. Nel 1979 muore il padre. I rap-porti con il fratello, di 10 anni più grande, sono frammentari e distaccati etali resteranno. Nonostante le difficoltà, la sua esistenza è simile a quella dimolti adolescenti: è volontario sulle ambulanze della Pubblica AssistenzaBologna, frequenta gruppi di amici, va in palestra e impara il kung fu, sma-netta con il computer, pratica videogiochi, frequenta comunità di radioama-tori. I suoi primi PC sono: Spectrum Sincalir, Texas T99 A, Atari ST.

Così come la passione per la tecnologia si manifesta sin dall’infanzia,altrettanto precoce è l’attrazione di Marco per l’esoterismo. A soli 12 anniDimitri frequenta un gruppo chiamato Fratellanza Cosmica. Gruppo cheesiste tutt’oggi sotto altro nome. L’attività prevalente di FratellanzaCosmica è di tipo culturale e consiste in conferenze tenute ogni sabato sutemi quali: misteri egiziani, occultismo ecc. Contemporaneamente, conalcuni compagni di scuola, Marco utilizza le 12 ore disponibili concesse inautogestione per fare sedute spiritiche, discutere «sui vari perché dell’esi-stenza». Dopo due anni Dimitri lascia Fratellanza Cosmica, ritenendolaormai un’esperienza insoddisfacente. Si accentua l’attrazione per il sata-nismo, «latente da una vita». Insoddisfatto dai messaggi offerti dalla societàdell’informazione perché «tutto è filtrato, tutto è finto…», compresa la poli-tica, Dimitri approda ad una concezione vitalista dell’essere: «L’unica veritàè che la vita è espressione dell’Ego». E così il giovane Marco abbandona ilgioco delle sedute spiritiche. Le quali: «sostanzialmente divertenti, non tidanno nulla». L’adolescente Dimitri s’incammina alla «ricerca della formageometrica della vita». Da qui: «il simbolismo, la magia. Da qui si arriva auna presa di coscienza e all’espressione di una visione magica della vita».

A prima vista può sorprendere l’accostamento tra la ricerca del passatoremoto e il presente dell’alta tecnologia. Non è così se si osserva l’usosociale del computer.

La cui vera funzione è quella di programmare e di orchestrare ambienti edenergie terrestri e galattici in modo armonioso. Da secoli la mancanza di sim-metria e di proporzione in tutti questi campi ha creato una specie di condi-zione spastica universale, dovuta alla mancanza di inter-relazioni tra essi. …Il computer abolisce il passato umano rendendolo interamente presente 7.

A differenza delle ottimistiche previsioni di McLuhan con le nuovetecnologie non si supera il movimento a scatti, tipico dello spastico, deiritmi storici: l’armonia tra terrestre e galattico, tra finito e infinito è ben

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7 M. McLUHAN, Q. FIORE, Guerra e pace nel villaggio globale, Urra, Apogeo, Milano1995, pp. 89-90. Sugli ordini socio-temporali cfr. E. ZERUBAVEL, Ritmi nascosti. Orari ecalendari nella vita sociale, il Mulino, Bologna 1985.

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lungi dall’essere stata raggiunta. Tantomeno quella tra immanente e trascen-dente. Tuttavia l’attualizzazione del passato per mezzo della cultura scienti-fico/tecnologica, l’uso collettivo dei nuovi ambienti di servizio, dalle straded’asfalto ad Internet e la tribalizzazione dei comportamenti autorizzata daquesti stessi ambienti permettono in qualche misura l’emergere della lungadurata nella contemporaneità, aprono territori per la ricerca di un nuovosenso dell’esistenza. Nel caso dei BdS hanno ammesso la sperimentazionedi una nuova identità, il tentativo di migrare dall’attuale ordine del tempo.Ai primi approcci di Marco con la magia segue il passo decisivo: «Sonoarrivato ad abbracciare il satanismo perché è l’unica forma che ti rende testesso. Perché le filosofie sociali e le religioni ti spingono a non esserequello che sei. Ti spingono a vedere il leader e i suoi seguaci, Iddio e i sot-tomessi. Per me quello che è vero è la presa di coscienza di se stessi».

Il nome da iniziato di Marco è: Bestia 666 (colui che identifica sestesso con dio). Nell’Apocalisse il numero 666 corrisponde alla Bestia,ossia a Satana. Ma il Satana a cui fa riferimento Dimitri non è quello veico-lato dalla Chiesa Cattolica. Non è il cosiddetto diavolo. Bisogna intendersisui termini. Marco si accosta al demoniaco, non al dio del male della tradi-zione cristiana. L’approdo è alla parte pagana di Satana, al mito di Pan.

Pan è l’istinto, la dualità, il sapere. Rappresenta la verità, il lampo di genio,la forza che t’assale. Nella mitologia greca Pan ha un aspetto animalesco. Hala barba, le corna, i piedi da capro. Questa figura è stata poi adottata dallaChiesa per rappresentare Satana come un’entità che spaventa, fa paura, èmalvagia. Il caprone che si vede all’interno della stella e che è il simbolo deiBdS è Pan, il demone pagano… I demoni esistono in tutte le culture, anche inCina. Sono forze che muovono eventi, saperi, linguaggi… 8

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8 I demoni della mitologia greca sono esseri divini, positivi e negativi, buoni e malvagi.Individui, famiglie e città avevano i propri demoni tutelari. Pan è un dio fallico legato almondo pastorale e ai suoi riti orgiastici. Figlio di Ermes e della ninfa Driope fu abbandonatodalla madre tanto era brutto con i suoi piedi caprini, le corna, la folta peluria e la coda. Così ilpadre «lo avvolse in una pelle di lepre e lo portò in fretta sull’Olimpo. Lo pose a sedereaccanto a Zeus e agli altri dei e presentò loro suo figlio. Gli dei si rallegrarono, più di tuttiDioniso. Lo chiamarono Pan perché «tutti» ne provarono piacere. «Tutto», nella nostra linguasi diceva pan, e benché il nome del dio — a parte l’assonanza — nulla avesse a che vederecon questa parola, il dio stesso più tardi venne identificato con l’universo. … In numerosi rac-conti minori gli venivano attribuiti: il carattere oscuro, spaventoso, fallico, ma non sempremalvagio. Certamente poteva diventare anche cattivo, specialmente quando veniva svegliatodal suo sonno meridiano. Guidava la danza corale delle ninfe nella notte, conduceva anche ilmattino e guardava in giro dalle cime dei monti. Si raccontavano sul suo conto diverse storied’amore …». K. KERÉNYI, Gli Dei e gli Eroi della Grecia, Garzanti, 1976, Vol. 1, pp. 163-164. Nonostante l’attrazione verso il pantheon della mitologia greca, l’opzione per Satanadell’Associazione di Dimitri è una scelta determinata dalla volontà di: a) contrapporsi ad unastoria che non si può eludere, quella del cristianesimo; b) distinguersi dalle correnti New-Ageche eludono la storia; c) riproporre il paganesimo nella versione satanista come sfida allamistica cattolica e a quella dei nuovi culti. Nel IV Concilio Lateranense del 1215 il cattolice-simo stabilisce che esiste un unico principio dell’universo, creatore di tutte le cose visibili einvisibili. Anche il diavolo è una creatura di Dio, naturalmente buona ma diventata cattiva disua iniziativa e che corrompe gli esseri umani. Per le sue caratteristiche, zoomorfiche e carat-teriali, Pan rappresenta la figura tipica del diavolo cristiano. Cfr. M.CENTINI, Le bestie deldiavolo. Gli animali e la stregoneria tra fonti storiche e folklore, Rusconi, Milano 1998, in

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Nel 1984 Dimitri inizia a lavorare come guardia giurata. Attività chemanterrà per 5 anni. Nel 1989 viene licenziato a causa del clamore suscitatodall’apertura della prima inchiesta provocata da un carabiniere infiltrato inuno dei gruppi satanisti organizzati da Marco. Inchiesta che, come quellesuccessive, si rivelerà una bolla di sapone. Non è che l’inizio di un’escala-tion d’accuse che finiranno per ridurre la vita di Dimitri a un vero e proprioinferno. Per un breve periodo Marco si mantiene leggendo le carte. Attivitàche va contro i suoi principi. Lascia la magia a pagamento e sbarca illunario con lavoretti saltuari. Ma dopo le inchieste del 1996 e del 1999 peril leader dei BdS trovare lavoro è un problema serio. Dal 2001 è collabora-tore esterno di una cooperativa sociale per la quale insegna informatica, rea-lizza pagine web, svolge attività di Web-Master per il sito della cooperativae di altre strutture. Si tratta di un’attività precaria e mal retribuita. Dimitrivive a Bologna nella casa dei genitori, in un condominio di proprietà del-l’Iacp. Attualmente ha mesi e mesi di affitto arretrato da pagare per l’insol-venza causata da oltre un anno di carcere e dall’odissea giudiziaria. L’ormaiquasi quarantenne fondatore dei BdS è una persona minuta, emaciata, pic-cola di statura. Veste sempre di nero, ha le braccia coperte di tatuaggi, unadiscreta teoria di piercing alle orecchie, fuma come un turco, è animalista evegetariano. A guardare le foto che lo ritraggono dieci anni prima si perce-pisce un individuo fortemente provato nonostante il look sia sempre lostesso: capelli corvini pettinati in avanti che nascondono gli occhi, giub-botto di pelle nera e mise da metallaro. Il più delle volte lo sguardo diMarco è spento, parla a voce bassa, le sue risate sono brevi, nervose. Spessoun forte tremore gli percorre le mani. Soffre di attacchi di panico ed èperennemente in bolletta.

Atto terzo. Molti attori per due società

Contrariamente alle conclusioni a cui probabilmente giungerebbe unteorico post-moderno, il conflitto satanisti/antisatanisti mostra come lemetanarrazioni (religioni e ideologie politiche) abitino ancora la mente e ilcuore degli esseri umani. La vicenda dei BdS non rappresenta solo un tenta-tivo da parte di una subcultura metropolitana di differenziarsi nella babeledi stili e significati, o il confronto tra una piccola certezza neo-pagana e lagrande certezza cattolica. Tutto cambia nel momento in cui i linguaggi e il

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partic. pp. 68-72. Viceversa, nella tradizione magica si assiste a tutt’altra narrazione. I demoniprincipali sono settantadue, divisi in re, duchi, marchesi, conti, presidenti. Sono forze dellanatura, creatori di scienze. In quanto energie contengono in se stessi la conoscenza, il bene, ilmale e possono essere associati ad eventi positivi e negativi. Nei rituali satanisti le energiedemoniache sono rievocate e gestite dalla volontà del partecipante. Per «una storia naturaledel diavolo» e per la sua archetipa presenza nei miti e nelle religioni cfr. A. M. DI NOLA, Ildiavolo, Newton Compton, Roma 1997. Sommariamente, il neo-paganesimo a cui i Bds sirichiamano e a cui effettivamente appartengono è: un sentimento che si richiama alla materia;un’idea della natura come forza vitale; una sorta di divinizzazione della natura con cui dialo-gare nelle pratiche rituali.

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senso del tempo di cui sono portatori entrano in collisione. A questo livellofinisce la pacifica convivenza post-moderna tra innumerevoli soggettività esi torna allo scontro politico. Caduta la fiducia reciproca, comunicare ècombattere. Nel caso dei BdS il conflitto è giocato nelle aule dei tribunalima anche e forse soprattutto sul piano mediatico, privilegiando la stampa eil suo strumento preferito, la scrittura. Certo, TV e radio locali e, in misuraminore, quelle nazionali, daranno spazio alle vicende processuali del 1996 edel 1999. Ma sarà soprattutto il quotidiano bolognese il Resto del Carlino asferrare gli attacchi più violenti, quelli maggiormente continui e che etichet-teranno Dimitri come deviante. Tramite il «Carlino» i BdS sono protago-nisti di una drammatizzazione della realtà che spesso entra nella farsa perriemergere come fiaba o come favola. Protagonisti, ma non primi attori.Tutt’altro.

Nella dimensione bolognese il fronte degli antisatanisti comprende: laPubblica Accusa, ossia il Sostituto Procuratore Lucia Musti che incrimineràdue volte i BdS; il Gris (Gruppo Ricerca e Informazione sulle Sette); ilResto del Carlino. Con circa 40.000 copie giornaliere, il «Carlino» egemo-nizza la comunicazione della carta stampata in città e scatenerà una vera epropria campagna di linciaggio mediatico contro i BdS, facendo da gran-cassa alle accuse della Musti. Il «Carlino» rappresenta l’emittente uffi-ciale/ufficiosa del fronte antisatanista. La battaglia del quotidiano bolognesecontro i BdS presenta una caratteristica che ne segna per intero la perfor-mance: il linguaggio che adopera non significa tanto l’uscita dal quel teatrodella rappresentazione chiamato Informazione quanto l’ingresso in unanuova finzione narrativa. Nei confronti dei BdS esso rinuncia alle funzionidi mediazione e di negoziazione della comunicazione, premendo principal-mente sulla funzione emotiva del linguaggio: il sensazionalismo e l’idea chevince chi convince sono i pilastri su cui si basa il suo modo di fare informa-zione. Rispetto ai BdS la scrittura del «Carlino» è prevalentemente connota-tiva: realizza un alone semantico tramite il quale produce un significatosecondo, nascosto tra le pieghe delle parole. Risultato: gli articoli si trasfor-mano in armi, in manganelli, in gogna. E un «pestaggio mediatico» perlasciare il segno non ha che una strada: inventare una favola e ripeterla ilpiù possibile. Lo scopo di impartire una morale attraverso la ridondanza èevidente sin dal «colore emozionale» dei titoli dei 93 articoli che abbiamopreso in considerazione nel periodo che va dal 24 gennaio 1996 al 26giugno 1997. Una breve rassegna: Messe nere a luci rosse; La messa èfinita, andate in galera; Diavoli sotto torchio; A dodici anni si consegna-vano a Satana; Bambini a luci rosse; «Dimitri è libero, io mi uccido»; Ildiavolo in Cassazione; A tre anni nelle mani della setta; Messe nere, cacciaal quarto uomo; Satanisti e seviziatori; La maledizione della statua deisatanisti; Il bimbo contro Satana; Violentato a 3 anni nella bara col morto;Bambini di Satana, spa del crimine; L’avvocato di Satana attacca il pm;Satana non fa miracoli; Il pm, quella setta è come una cosca; Il licantropoin gonnella; E la difesa di Dimitri aspetta la luna piena; Baby nomadeofferto a Satana; L’orrendo disegno del diavolo; «Satanisti, siete perduti».Talvolta, sembra di leggere titoli di film-spazzatura. Non a caso diversi arti-

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coli sono corredati da foto tratte da film horror e vignette dello stessotenore9.

A questo punto ci si aspetterebbe un fronte di satanisti. Attesa delusa. Ilfronte non c’è. Ed è una fortuna. Altrimenti la trama sarebbe scontata. Certoci sono i BdS che del satanismo fanno una bandiera. Ma con i processi del1996 e del 1999 il loro potenziale comunicativo è ridotto pressoché a zero.Dimitri e i suoi sono comparse shockate e balbettanti che protestano la pro-pria innocenza. Solo dopo oltre nove mesi di carcerazione preventiva,quando ormai il teorema della Procura bolognese sta cigolando paurosa-mente, il quotidiano La Repubblica intervista Dimitri. È l’11.02.1997. Perla campagna del «Carlino» è arrivato l’inverno. Ormai gli altri organi d’in-formazione locale hanno più che subodorato l’inverosimiglianza delleaccuse e la scarsa attendibilità dei testimoni chiamati dalla Magistratura.Ma è dal 1996 che la parte più garantista della società civile bolognese rea-gisce con forza a una caccia alle streghe allestita sul finire del XX secolocon buona pace per i «tramontatori» delle ideologie. Dopo alcuni inizialitentennamenti e le prove mai provate della Procura, le pagine locali dei quo-tidiani La Repubblica e L’Unità assumono un atteggiamento meno emotivo,soprattutto dinanzi all’accusa di pedofilia, all’epoca molto sentita dall’opi-nione pubblica dopo la scoperta della fitta rete di compravendita di bambiniin Belgio organizzata da Marc Dutroux diventato tristemente noto come il«mostro di Marcinelle». L’atteggiamento equilibrato di questi due quoti-diani è preceduto dalla netta presa di posizione della sinistra antagonista,della stampa alternativa come il periodico Zic (Zero in Condotta) e princi-palmente da un «ironico guerrigliero dell’informazione»: Luther Blissett 10.

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9 Il fronte degli antisatanisti è compatto e agisce in maniera coordinata. Gli obiettivi nonsono dichiarati. Ma è possibile individuare due polarità: la tutela della morale cattolica e larepressione dei nuovi culti. All’interno dei due poli si situa il discorso dell’antisatanismo.Ovviamente la presente inchiesta, per limiti di spazio e finalità, non costituisce un’analisiesaustiva dell’intero campo d’azione né dei singoli attori/narratori. Per quanto concerne ilruolo della Pubblica Accusa parlano le sentenze pienamente assolutorie. Più problematico ilruolo del Gris. Si tratta di un centro studi collegato alla Curia bolognese il cui Arcivescovo,Cardinale Giacomo Biffi, si è così espresso rispetto alla credenza collettiva del diavolo:«Nella nostra epoca il demonio ha sferrato i suoi attacchi più virulenti contro la famiglia, conil divorzio, con una legislazione contraria all’istituto familiare, con l’ossessivo terrorismoantidemografico e con l’idea che in questo mondo nessun impegno sia più definitivo». Cfr. G.PAGANI, Biffi: «Contro la famiglia gli attacchi del demonio», il Domani di Bologna,16.03.2002. Forte della propria autorità scientifica, il Gris recita un ruolo importante nellavicenda dei BdS che qui ci limitiamo solo a segnalare: è consulente della Magistratura; èinterlocutore del «Carlino»; è in relazione diretta con diversi soggetti che accusano i BdS;considera il satanismo un fenomeno criminale. Il «Carlino» è il terzo componente principaledel fronte antisatanista. Il suo ruolo non è certo quello del favoleggiato giornalismo indipen-dente. In generale, e non solo nei confronti dei BdS, la sua linea di comportamento è di tipomilitante e apertamente schierata a destra. Per un’introduzione al ruolo dei media nella produ-zione della verità cfr. D. McQUAIL, Sociologia dei media, il Mulino, Bologna 2001, in parti-colare, Parte sesta, Effetti, p. 325 e segg.

10 LUTHER BLISSET è un autore collettivo no-copyright in attività dal 1994 al 1999. Nelbiennio 1996-1997 sotto questo nome multiplo si sono ritrovate circa 400 persone unite dallenuove potenzialità espressive offerte da Internet. L’abolizione dell’autore e dell’identità per-sonale significa sia la demolizione di ruoli sociali, sia un riorientamento della comunicazione.Chi è Blissett? «Io sono uno di voi. Anzi io sono voi. Eppure non esisto. Come è possibile

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Né Blissett né gli altri gruppi della sinistra bolognese aderiscono al sata-nismo. E in questo senso non si può parlare di un fronte satanista. Ma inter-pretano la vicenda processuale dei BdS come un pretesto per limitare legaranzie costituzionali in materia di libertà di parola. A colpi di comunicatistampa, articoli, trasmissioni radiofoniche dalla locale Radio Città del Capoe altre iniziative pubbliche, Blissett guida la controffensiva antigiustizialistache dietro la vicenda dei BdS nasconde un tentativo assai più ambizioso:imbavagliare la comunicazione sociale, imbrigliare l’orizzontalità dell’in-formazione permessa dai new media come Internet 11. Si apre un nuovo oriz-zonte semantico: la vicenda BdS non è più una faccenda privata data in

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tutto questo? È la nuova norma della vita virtuale… Cosa vogliamo noi? La risposta è unasola: libertà. … Essere e non esistere è un’ambizione comune in questa Babele liberatoria cheè la Rete. … Tutto per noi è periferia. Ciò che sta ai margini, che letteralmente è emarginato,noi lo proponiamo, rovesciando il senso, come un modello centrale. ... Noi abbiamo un soloNemico: è il Potere». L. BLISSETT, Net.gener@tion manifesto delle nuove libertà, Mondadori,Milano 1996, pp. 18, 42, 48. Dopo la cessazione delle proprie attività di «spiazzamentocognitivo» la componente bolognese dei blissettiani ha dato vita a un nuovo autore collettivo:Wu Ming.

11 Nel 1996 la campagna stampa di demonizzazione del demonio conosce un’impen-nata: si allarga in tutta Italia fiutando una serie di piste regionali. Da parte delle forze dell’or-dine scatta l’«Operazione Diablo». Che si conclude in un nulla di fatto. Ma floppy disk, cd-rom ed altro materiale informatico assumono decisamente un aspetto sinistro. L’associazionetra Internet e pedofilia è un virus penetrato nell’opinione pubblica. Un figlio della Rete qualeBlissett si trova indirettamente coinvolto. Scrive polemicamente Luther: «Per ragioni con-nesse alla sua natura transnazionale, orizzontale e virtualmente «incontrollabile», Internet èguardata con sospetto dai politici, dai preti, dai giornalisti dei vecchi media e dagli stracchiintellettuali accademici; in pratica dai reazionari di ogni istituzione e latitudine. Ogni scusa èbuona per calunniare questo mezzo, invocarne la censura, sparare impressionanti cazzate con-fidando nella beata ignoranza del «pubblico». Nella migliore delle ipotesi, le correnti descri-zioni di Internet sono caricature malriuscite di ciò che la rete è ed offre». L. BLISSETT,Lasciate che i bimbi. Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe, Castelvecchi, Roma1997, p. 79. Il libro nasce per denunciare pubblicamente la vicenda giudiziaria che coinvolge iBdS. Blisset la smonta e passa in rassegna numerosi casi in cui l’orrore derivato dallo sfrutta-mento di minori a fini sessuali è utilizzato per chiedere leggi restrittive sull’uso della Rete:«La maggior parte delle dicerie sulla «pedofilia» via Internet (dicerie che, amplificate dastampa e TV, danno origine a vere e proprie psicosi) nasce da spams e dal mix di crassa igno-ranza, preoccupazione e invidia con cui gli operatori dei media tradizionali guardano all’e-stendersi di Internet». L. BLISSETT, Lasciate che i bimbi, cit. p. 86. Sull’onda dell’emergenzacreata dalla carta stampata nei confronti della pedofilia, in Italia passa una Legge restrittiva(n. 269 del 3/8/1998) che concede alla Polizia ulteriori poteri per chiudere server, censuraresiti, criminalizzare il possesso di materiale interpretabile come pedofilo. Nel dicembre 2001 ilPM Lucia Musti ottiene una piccola rivincita e riesce a far sequestrare il libro dal TribunaleCivile in quanto due paragrafi sono stati ritenuti lesivi della sua immagine. Una strategia cen-soria che ha il difetto di rendere più appetibile l’oggetto. Il libro di Blissett è venduto sotto-banco nei circuiti underground ed è scaricabile integralmente da parecchi siti web. Dopo ilsequestro, Blissett, ormai Wu Ming, pubblica sul proprio sito Internet, Back Pages, Storia diun libro maledetto: «Lasciate che i bimbi» di Luther Blissett, no (c) dicembre 2001. È unaseconda ricostruzione del caso BdS accompagnata dall’iter processuale della causa civilevinta dalla Musti e da cui emerge, forse ancor meglio che nel primo libro, la guerra delleparole combattuta senza quartiere con vari tipi di strumenti comunicativi: dagli articoli suiquotidiani ai comunicati-stampa, dai volantini agli atti processuali (citazioni, esposti, difesa),dalle e-mail agli appelli nei confronti dell’opinione pubblica per finire con le solite beffecome un volantino firmato, tra gli altri, dal Coordinamento Maghi Marxisti e da StregoneriaOperaia.

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pasto al pubblico ma un caso politico. Tanto politico che, come spessoaccade in queste circostanze, si costituisce spontaneamente un collegio diquattro avvocati che difende gratuitamente gli accusati.

E i satanisti dichiarati? Sin dalle sue prime battute nel periodo 1989-1992 e tanto più con le incriminazioni del 1996 e 1999 il fronte dell’antisa-tanismo è riuscito a depistare l’opinione pubblica: il confronto non è tra cul-ture differenti, tra credenti e non credenti, tra pagani e cristiani. Il «Carlino»cuce addosso a Marco Dimitri l’immagine del criminale e i BdS dei colpe-voli condannati in partenza: per questo quotidiano la presunzione di inno-cenza fino alla sentenza definitiva non è mai valsa. Per mezzo di una praticadiscorsiva orientata a produrre rigetto sociale nei confronti del piccologruppo dei BdS, o, in parole più povere, tramite la collaudatissima tecnicadello «sbatti il mostro in prima pagina», torna a funzionare egregiamente ilmeccanismo del capro espiatorio. Ma soprattutto torna a funzionare ilmodello comunicativo autoritario teso a creare il diverso su cui indirizzarele pulsioni aggressive di masse frustrate e rafforzare l’identità collettivadominante attraverso l’esclusione di chi è considerato estraneo. Nei con-fronti dei BdS il «Carlino» fa perennemente leva sull’irrazionalità offu-scando la corretta informazione e la dovuta obiettività. Un esempio: l’arti-colo del 10.06.1996, La mia battaglia con Satana, firmato da Biagio Marsi-glia: si tratta di un’intervista concessa dal Sostituto Procuratore LuciaMusti. Ecco l’incipit: «Gli occhi del diavolo. Si addormenta scacciandoli, sisveglia sfidandoli. Se li sente addosso tutto il giorno, ma non li teme.Perché lei li combatte… Agli occhi del Maligno oppone i suoi, quelli di unadonna con la toga addosso… Oggi andrà in carcere assieme al Gip GraziaNart per l’interrogatorio di rito. Due donne contro gli occhi del Diavolo».L’articolo è corredato di due foto: una ritrae la Musti in versione acqua esapone, l’altra un inquietante primo piano degli occhi di Dimitri. Esempiodi pura fiaba giornalistica, articoli come questo sono moneta corrente sulquotidiano bolognese. L’obiettivo è la gestione tecnica dell’opinione pub-blica. E, coerentemente, la politica dell’informazione del «Carlino» è quelladi fabbricare pregiudizi: nei confronti degli immigrati extracomunitari, dellamicrocriminalità, dei tossicodipendenti, dei contestatori, dei punkabbestia12.D’altra parte, il pubblico del maggior quotidiano bolognese è tradiziona-lista. Non potrebbe non esserlo, in una città che su 380.000 abitanti conta90.000 anziani (dati relativi alla seconda metà degli anni ’90). Assai fiaccosul piano culturale, il «Carlino» riproduce l’intolleranza verso i più deboli e

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12 Sui meccanismi di produzione della discriminazione sociale cfr. T.W. ADORNO EDALTRI, La personalità autoritaria, tr. it. Comunità, Milano 1973; W. REICH, Psicologia dimassa del fascismo, Mondadori, Milano 1974. Per Reich e la Scuola di Francoforte ilfascismo non nasce e non muore con Hitler e Mussolini ma è espressione irrazionale dell’in-dividuo massificato, psicologicamente represso. E la massa, secondo Horkheimer e Adorno,«è un prodotto sociale — non un’invariante naturale; un amalgama ottenuto sfruttando razio-nalmente fattori psicologici irrazionali — non una comunità posta in originaria prossimitàall’individuo. Essa dà agli individui un illusorio senso di prossimità e unione: ma proprioquesta illusione presuppone l’atomizzazione, alienazione e impotenza dei singoli», cfr. M.HORKHEIMER, T.W. ADORNO Lezioni di sociologia, tr. it. Einaudi, Torino 1979 (9), p. 96.

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le fasce marginali della popolazione più come atteggiamento mentale checome atteggiamento politico pur essendo sempre schierato dalla parte deidominatori e pur avendo alle spalle una storia nerissima come quella delpieno appoggio al regime fascista durante il ventennio. Ieri come oggi lasua funzione è quella di coltivare la società di massa, farla crescere, edu-carla alla fiaba dell’orco cattivo, alla paura, all’ossequio nei confronti del-l’autorità. È così che sul piano comunicativo si costituisce l’uomo medio,l’uomo della strada contrapposto al deviante e al delinquente. Foucaultavrebbe forse trovato il quotidiano bolognese un interessantedocumento/monumento della «governamentalità» 13.

Alla massificazione sociale si oppongono alcuni segmenti della societàcivile bolognese. Luther Blissett in testa. A quale società appartengonocostoro? Alla società dello spettacolo14. A questa dimensione corrisponde laconcezione del tempo soggettivo e molteplice. Alla società di massa corri-sponde la concezione escatologica e finalistica del tempo. Due società sicontendono il dominio dell’avvenire. E la lotta per il possesso della storicitàè una chiave di volta per interpretare il conflitto tra satanisti e antisatanisti.In palio c’è il tempo: dimensione costitutiva dell’identità individuale e col-lettiva. Anche i BdS fanno parte della società dello spettacolo. La loro spe-cifica sub-cultura si richiama tra l’altro alle provocazioni Heavy Metal, alrock satanico, alla musica death metal (rock della morte). Esplosive misceleche coniugano visioni horror, trasgressioni sessuali, uso di droghe, immagi-nario delle miscredenze medioevali. Tutte espressioni che il fondamenta-lismo cristiano ritiene sataniche. Leggende, oltretomba, miti, esoterismo,occultismo, antichi saperi, lingue morte, civiltà scomparse, culti misterici

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13 Il neologismo indica una modalità di esercizio del potere statale il cui bersaglio è lapopolazione nel suo insieme e l’obiettivo politico la sicurezza sul territorio. Cfr. M.FOUCAULT, La «governamentalità», in «Aut-Aut», n. 167-168, sett.-dic. 1978. Dello stesso,L’ordine del discorso, tr. it. Einaudi, Torino 1979 (5); Le parole e le cose. Un’archeologiadelle scienze umane, tr. it. Rizzoli, Milano 1978 (2). Sui mutevoli rapporti tra mezzi di comu-nicazione (schedari, stampa, fotografia) e gestione delle soggettività sociali, tra saperi (la psi-cologia delle folle, l’antropologia criminale) e controllo dei comportamenti collettivi cfr. A.MATTELART, L’invenzione della comunicazione, il Saggiatore, Milano 1998, in part. il cap. Ilprofilo delle masse, p. 235 e segg. Dello stesso cfr. Storia della società dell’informazione,Einaudi, Torino 2002. Sull’elasticità del concetto di devianza cfr. la seconda edizione di, A.DAL LAGO, La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo, ombrecorte, Verona 2000. Sul rapporto tra controllo sociale e istituzionalizzazione di quotidianecrudeltà cfr. G. SALIERNO, La violenza in Italia, Mondadori, Milano 1980.

14 Cfr. G. DEBORD, La società dello spettacolo, Vallecchi, Firenze 1979. L’elaborazionedi Debord è molto complessa e non può essere affrontata nello spazio di una nota. Possiamosommariamente dire che utilizziamo il concetto di società dello spettacolo riferito a Blissett eai BdS in questo senso: «Il soggetto della storia non può essere che il vivente producente sestesso, che si fa signore e padrone del suo mondo che è la storia, e che esiste come coscienzadel suo gioco». (op. cit., p. 65). Affermare la compresenza della società dello spettacolo edella società di massa significa che oggi il sistema sociale comprende varie e distinte società.È un’ipotesi che in questa sede è possibile a malapena enunciare. Nell’ambito della nostraindagine ci limitiamo a dire che nasce da tre osservazioni: i processi di comunicazione sonoprevalentemente rapporti di forza tra discorsi che si combattono; la mancanza di dialogo pre-vale sull’intesa; la comunicazione come partecipazione è dipendente dai poteri/saperi messi incampo dalle diverse identità collettive.

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sono punti di riferimento per una nutrita fascia di giovani dagli anni ’80 adoggi. Anni pericolosissimi per le confessioni maggioritarie che, minacciatedal proliferare di nuove religioni, iniziano a derogare dall’habeas corpus.

Certo, il lillipuziano esercito dei BdS non dà spettacolo: è in rotta, icapi incarcerati. I BdS non fanno fronte ma resistono per interposta persona.Luther Blissett raccoglie la bandiera e passa al contrattacco politicizzando ilcaso Dimitri. Una solidarietà inattesa, quella proveniente dall’esercito com-patto e armato fino ai denti degli antisatanisti. Imprevisto che costerà loro lavittoria sperata: la colonizzazione della memoria collettiva, il controllototale dell’opinione pubblica. A Bologna, la società di massa confina ancoracon la società dello spettacolo. Due realtà che si integrano e si combattono,che continuano a lasciare in sospeso discorsi provenienti dal lontano pas-sato. Oggi le grandi narrazioni non hanno forse più grandi narratori in odoredi santità o eresia ma continuano ad attraversare la lingua: all’interno eall’esterno, nel suo doppiofondo e nelle sue esibizioni.

Atto quarto. La valle della visibilità

L’Associazione Bambini di Satana nasce nel 1982 e raduna una decinadi giovanissimi aderenti. Prima di allora le riunioni sono praticamente ungioco tra compagni di scuola capitanati da Marco Dimitri che fonderà l’As-sociazione di cui tutt’oggi è il leader. In quegli anni le liturgie del grupposono ovviamente clandestine, anche se Marco è personaggio assai notonegli ambienti underground bolognesi: un metallaro con il pallino del dia-volo non è un soggetto propriamente ordinario per quegli anni. Finché, nel1989, un infiltrato dei carabinieri fa esplodere il caso giudiziario. Vieneaperta un’inchiesta. Marco è accusato pubblicamente dall’Arma di organiz-zare i «Venerdì delle vergini» dove, a detta del carabiniere infiltrato, «stu-pravo, sverginavo uomini e donne. Per fortuna avevo un alibi a prova dibomba. Proprio il venerdì facevo servizio di scorta ad un industriale diBologna. Era la mia unica sera di servizio». Così il caso viene presto archi-viato. Ma la stampa, bisognosa di novità e di sensazionalismo non molla.Addirittura battezza il gruppo di ragazzi e li chiama Bambini di Satanamutuando il nome da quello di Bambini di Dio, con il quale nulla ha a chespartire 15. Ma l’appellativo piace a Dimitri che lo adotta «perché ha a chefare con la purezza, la creazione propria interiore del bambino, l’autofecon-dazione della volontà».

Inizia con un nome imposto dalla carta stampata la lunga discesa diDimitri nella gola profonda dei mass-media. Non è un caso. La nomina-zione è un marchio che contrassegna e ordina, concede appartenenza e rico-noscibilità, è un atto di dominio e un’appropriazione che passano inosser-

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15 I Children of God sono un movimento fondato nel 1969 dal pastore metodista DavidBerg nella frontiera delle nuove religioni che è la California. Attualmente la sede principaledel movimento si trova a Montreal (Canada) e ha cambiato nome in Famiglia dell’amore(Family of Love).

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vati agli stessi battezzati. Una genesi battesimale che nel vocabolario del-l’interazionismo simbolico significa dare forma al sé, modellare l’identità.Oppure, nel linguaggio di Foucault, significa assegnare una genealogia,attribuire il potere di costruire un oggetto d’osservazione. Una concessionenon da poco insomma. Tuttavia, l’uscita allo scoperto dei BdS è nell’aria.Da tempo il gruppo di ragazzi riuniti attorno al cerchio magico ha in mentedi rendere pubblico il proprio pensiero, il proprio modo d’essere, l’ostilitàantistituzionale. La morbosa curiosità della stampa dà la stura all’uscitadalla clandestinità: l’informazione dell’opinione pubblica sulle attività deiBdS diventa un imperativo per gli stessi associati. L’obiettivo è quello di:riarticolare il pensiero magico, il demoniaco. La funzione è soprattuttoquella di studio e informazione perché il demoniaco, alla fine, è anche allabase della scienza, dell’arte. È come l’Ego-Istinto. È la voglia di eiacularenel mondo a livello mentale, di espandere il proprio istinto, di assaggiare,toccare, essere, di armonizzare ma di andare anche oltre. Penso che ildemoniaco sia la base di ogni cultura. Almeno di ogni scienza e di ogni arte.Se non c’è la carica istintiva della superbia, del volere e vedere oltre nellascienza o nelle varie arti non saremmo arrivati qua.

In un paese cattolico come l’Italia, la morale dominante è ordinatadalla parola scritta, stampata nella Bibbia. È fondata sul valore dello spaziovisivo dell’alfabeto fonetico e permette l’autonoma creazione di immaginimentali. Non così nel linguaggio televisivo. Le cui immagini, contraria-mente a quello che intuitivamente si potrebbe pensare, non esaltano il sensodella vista ma quello del tatto. Per McLuhan l’immagine televisiva conducead un declino della cultura visiva a favore di quella audio-tattile. L’imma-gine televisiva non è tanto visiva quanto tattile perché coinvolge totalmentelo spettatore. Coinvolge tutti i suoi sensi facendoli convergere nel tatto che èil senso integrale: quello che mette in relazione tutti gli altri sensi tra loro.In ambienti come quello televisivo il coinvolgimento è viscerale anzichévisuale16.

Fondati su un linguaggio tattile di tipo televisivo, contenuti tribalicome quelli proposti da Dimitri (assaggiare e toccare, essere earmonizzare) destano la famelica attenzione dei media, a loro volta grandicatalizzatori/produttori di tribù post-moderne. Inizia per Marco un lungotour di apparizioni radiofoniche e televisive. È corteggiato da giornalisti epresentatori che soffiano sulle fiamme dell’inferno per fare audience. Anchese oggi riconosce di avere agito con una certa ingenuità, Dimitri sta algioco. Capisce che si tratta di uno scambio. Si concede a servizi fatti diimmagini neo-gotiche, di oscuri rituali allestiti ad hoc con tanto di teschi,

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16 «…l’immagine televisiva, suscitando un appassionato desiderio di coinvolgimentoprofondo di ogni aspetto dell’esperienza, crea l’ossessione del benessere fisico», M.McLUHAN, Gli strumenti del comunicare, tr. it. Il Saggiatore, Milano 1974 (4), p. 350. La tri-balizzazione è conseguente al declino dell’alfabetismo e all’apparizione delle tecnologie elet-triche/elettroniche che riconvertono i cinque sensi umani a favore del mondo televisivo fattodi immagini tattili o iconiche. Secondo McLuhan, a partire da questa riconversione della per-cezione non viviamo più in un mondo visivo ma tribale. Un mondo teso al recupero di espe-rienze ancestrali, orientali e occulte.

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draghi alati e candele accese. Tutto per soddisfare le esigenze del piccoloschermo. Naturalmente si tratta di rappresentazioni. Oggi Dimitri lamentache queste messe in scena hanno concesso poco ai contenuti culturali:«mentre non veniva tagliata l’immagine veniva tagliato il dialogo». Ma nonc’è altra strada che quella per farsi conoscere. E la strategia sembra averesuccesso.

La TV spalanca le braccia al Diavolo. Nel 1993 Dimitri partecipa aprogrammi che Gramsci avrebbe definito nazional-popolari come il «Mau-rizio Costanzo Show» ideato dall’omonimo giornalista; «Fatti vostri», con-dotto da Alberto Castagna, «il presentatore più amato dalle casalinghe»; «Ilgioco della verità», condotto dalla star del piccolo schermo Marco Balestri.Partecipa a trasmissioni del conduttore Tv Funari ed è intervistato dalla Rai(Italia in diretta). Guru del giornalismo italiano come Enzo Biagi lo invitanonella trasmissione «Linea diretta» e Bruno Vespa, nella celebre «Porta aPorta». Partecipa a talk show, dibattiti (uno addirittura con MonsignorMilingo). È intervistato da emittenti televisive straniere. È ospite di unamiriade di trasmissioni secondarie su TV nazionali e locali. Insomma,Marco Dimitri diventa un personaggio pubblico. «Perché mi correvanodietro? Per un fatto commerciale. Un gruppo di satanisti in Italia non si eramai visto». I BdS insomma costituiscono la prima associazione satanistadotata di una così forte esposizione mediatica dell’Italia repubblicana. Eccodefinitivamente consacrata alla platea del piccolo schermo la tribù dei BdS.Ma ecco la precipitazione del discorso pubblico nella dimensione del com-battimento. I media, in particolare la Tv, sono l’arena per allestire lo spetta-colo della guerra delle parole: «ogni medium è tra l’altro un’arma poderosaper aggredire altri media e altri gruppi» 17. I motivi dello scontro sono vari eclassici. Lo spazio, il verbo e la verità, per esempio. Secondo Dimitri laChiesa gode di una visibilità maggiore rispetto ad altre confessioni e adaltre filosofie perché «è un altro tipo di Satanismo. La Chiesa usa riti e stru-menti magici come l’altare, la coppa, la campanella, l’incenso. Ma hannotalmente devastato la magia che adesso i maghi sono solo i ciarlatani». Inuna trasmissione televisiva il servizio d’ordine dello studio interviene percontenere un sacerdote che in diretta tenta di aggredire il leader dei BdSper le sue affermazioni contro la Chiesa di Roma bollata come «crimi-nale storica».

Atto quinto. Il prezzo del successo

Contrariamente alle aspettative degli antisatanisti, l’esposizione media-tica moltiplica le iscrizioni all’associazione BdS. Che, partiti da una decinadi iniziati, arrivano «intorno alla prima metà degli anni ’90 a 700-800iscritti». Secondo Introvigne non hanno superato i 200, mentre dagli elenchisequestrati dalla Magistratura nel 1996 risultano circa 600. Comunque sia,sono troppi. Soprattutto, sono sparsi in tutta Italia. Le forze dell’antisata-

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17 M. McLUHAN, Gli strumenti del comunicare, tr. cit. p. 29-30.

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nismo reagiscono con violenza alla possibilità che quella che si presenta ailoro occhi come una setta si allarghi e magari possa addirittura trasformarsiin un piccolo movimento di opinione. Siamo lontanissimi dalla strategia deidotti cattolici del XIX secolo che, con erudizione sconfinata, tentavano disuperare in sapienza i chierici dell’esoterismo. Nel XX secolo, niente piùguerra dei libri. Niente più scontro tra intelletti puri. E così dalle parole sipassa ai fatti. Il 24 gennaio 1996 nei confronti dei BdS scattano nuoveimputazioni: ratto a fini di libidine e violenza carnale nei confronti di unasedicenne.

I carabinieri arrivano a casa con un mandato d’arresto e un’accusa: stupro digruppo nei confronti della ragazza di un mio amico. Veniamo ingabbiati intre18.Tento il suicidio ma me la cavo 19. Il 12 febbraio, siamo scarcerati dalTribunale del Riesame per mancanza di prove. Torno a casa, ovviamentedevastata dalle perquisizioni. Intanto attorno a me s’è creato il vuoto. Ritentoil suicidio. Il perché è evidente. Mi salvo una seconda volta. Ma pochi mesidopo a me e i miei amici piove addosso una nuova accusa. Violenza su unbambino di tre anni dentro una bara con un cadavere il cui nome è Marghe-rita. Reato avvenuto in luogo e data sconosciuti. Però secondo la magistra-tura il bambino è attendibile e così sono stato in prigione per un anno. Unanno di isolamento nel carcere bolognese della Dozza.

Un cadavere di nome Margherita. Potrebbe essere il titolo di unromanzo poliziesco o di un film di Dario Argento. Invece è la sequenza diuna fiaba partorita dalla mente di un bambino di tre anni allevato in unafamiglia timorata di Dio e in contatto con due esorcisti: Padre Clementedella Chiesa di S. Francesco a Bologna e padre Francois Dermine, sacer-dote canadese della Diocesi di Ancona. Due esorcisti all’opera in una cittàapparentemente laica. Un anacronismo nella Bologna soffocata dalmoderno smog automobilistico e dal post-moderno Dams (Discipline Arti,Musica e Spettacolo) della locale Università? Nient’affatto, se si osserva laproduzione di verità sul piano teatrale. È a questo crocevia che dramma efarsa si combinano, trasformando una commedia in un coinvolgimento delpubblico. Non ci troviamo dinanzi all’iperrealtà di Baudrillard e dei post-moderni ma ad una sottorealtà in cui la finzione acquista spessore simbo-lico, evocazione esistenziale. Ci troviamo dinanzi a forme costanti: simbolie credenze provenienti dalla storia. La storia delle religioni e del loro smar-

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18 Gli altri imputati sono P. Bonora e G. Luongo entrambi appartenenti ai BdS (vedi notan. 3). Luongo è l’ex fidanzato di una giovane iscritta ai BdS, in sede processuale convenzio-nalmente chiamata «Simonetta». È lei che accusa il gruppo di violenza carnale e successiva-mente di aver violentato un bambino di tre anni. Il PM Lucia Musti considera la ragazza unasuperteste e dalle sue accuse scatta l’inchiesta che manderà in prigione il vertice dei BdS.Nella sentenza depositata dai giudici e che porta alla completa assoluzione dei BdS «Simo-netta» viene definita «inattendibile» e le sue testimonianze «inverosimili».

19 A proposito del detto, ne ammazza più la penna che la spada, scrive Roberto Canditisul «Carlino» del 4.03.1996: «Dimitri sembra Calimero, tanto piccolo e tanto nero. Si taglia ipolsi in galera e ingoia flaconi di tranquillanti per attirare su di sé l’attenzione. L’unica cosache non fa (almeno non risulta), è ricorrere al suo Satana per essere difeso da magistrati «per-secutori» e giornalisti cinici e senza cuore».

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rimento nella notte dei tempi. È l’emergere dei processi di lunga durata nelpresente moderno e post-moderno.

Due esorcisti in azione contro il demonio. Anzi tre. A Padre Clementee Padre Dermine successivamente si unisce un demonologo della parrocchiadi S. Lucia di Firenze, Padre Francesco. Ma è Padre Clemente a impartire«robuste benedizioni» a un bambino che, a detta della famiglia, è indemo-niato e si agita alla sola vista delle foto di Dimitri. La squadra di esorcistitenta di liberare dal Maligno anche la ragazza che accusa di stupro i BdS eche è considerata da magistratura e «Carlino» la superteste nel processosulla presunta violenza al bambino. Senza riuscirci. Dopo la vicenda pro-cessuale,la superteste finisce a fare foto osé per riviste dozzinali in una sce-nografia da messa nera (il copione ha le sue esigenze). Ma la realtà dellospettacolo non supera lo spettacolo della realtà. Alla fine del XX secolo ilmedioevo rigurgita la modernità o forse il contrario. Per affrontare il dubbioandrebbe analizzato a fondo il ruolo del Gris, il centro studi che ha fatto datramite tra testimoni della Pubblica Accusa ed esorcisti. A noi basti osser-vare che nel caso dei BdS l’oscillazione tra dramma e farsa si rivela nell’i-struttoria e nell’andamento processuale. L’inattendibilità dei testi, il cam-biamento delle deposizioni, il mutamento dei capi d’imputazione durante ildibattimento fanno della farsa un dramma e del dramma una farsa. C’èqualcos’altro in questa commedia, oltre a un tentativo di normalizzazione,un incedere della repressione, una reazione del potere per il potere. C’è l’in-terdizione a qualsiasi altra risposta che non sia quella della morale domi-nante al dolore collettivo prodotto dalla modernità e dalla sua specificaesperienza del tempo. Il tribalismo che caratterizza l’era tecnologica seminail panico nelle confessioni maggioritarie perché i mondi tribali si presentanocome stabili, forniscono certezze e danno risposte esistenziali. Sicurezzeche il cristianesimo ormai corrotto dal suo essere mondano è sempre menoin grado di fornire.

Atto sesto: la guerra dei mondi inventati

Il fitto scambio tra reale e irreale che caratterizza la vicenda dei BdSrappresenta una fuga dall’idea di razionalità comunicativa fondata sullareciproca comprensione e teorizzata da Habermas20. Se si può considerarel’intervento degli esorcisti un eccesso, significativo ma socialmente resi-duale, non altrettanto si può dire della linea del «Carlino». Nel caso deiBdS, ma ciò vale anche per immigrati e microcriminalità, la strategia delquotidiano bolognese si articola su un quadrilatero di posizioni: crearescientificamente allarme sociale, «panico morale» per dirla in termini piùtecnici; definire comportamenti e gruppi marginali come socialmente peri-colosi, come puro male da estirpare; colpevolizzare il presunto deviante innome di un’astratta normalità; invocare la repressione poliziesca. Strategiacomunicativa che ha un risultato: spaventare l’opinione pubblica, costrin-

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20 J. HABERMAS, Teoria dell’agire comunicativo, tr. cit.

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gendola a uno stadio infantile, irrazionale di lettura della realtà. Gli adulti, irazionali nel medioevo post-Gutemberg prodotto dal «Carlino» sono: ilgiornalista, il magistrato, il carabiniere: colui che crea l’evento, colui che logiudica, colui che lo sancisce. Sotto questa prospettiva il quotidiano bolo-gnese racconta ai suoi lettori delle fiabe di cui sarebbe interessante rico-struire l’esatta morfologia. Ma oltre la fiaba ci sono gli interessi materiali,ci sono i giochi di potere. E dagli elementi che abbiamo messo insiemerisulta assai probabile che la comunicazione amplificata prodotta dal Car-lino rispetto al processo contro i BdS abbia avuto la funzione di creare unoscandalo immaginario anche per allontanare i riflettori dallo scandalo reale:il contemporaneo processo contro la banda di criminali della Uno Biancacomposta da Agenti di Polizia. Distogliere l’attenzione dell’opinione pub-blica da gravissime responsabilità istituzionali scatenando l’indignazionecollettiva su un piccolo gruppo sovraccaricato di valenze antisociali ha con-tribuito potentemente a impedire la messa in crisi delle locali forze dell’or-dine e della magistratura e anzi ha creato loro un sostegno in nome dellalegge e della giusta morale.

Con il caso dei BdS siamo dinanzi a una produzione/circolazione disegni che formulano altri segni. Siamo dinanzi a una specifica semiosi chesi traduce in una guerra di parole. Come in ogni guerra saltano le regoledella reciproca comprensione e della vita civile. Ma anche la guerra ha lesue regole e la sorpresa rappresenta spesso una mossa vincente. Eccoentrare in scena Luther Blissett. Personaggio dotato di una strategia comu-nicativa da far girar la testa:

Luther Blissett non crede alla classica, inefficace «controinforma-zione» (il cercare di «ristabilire la verità»). Al contrario, vuole spingere lecose al limite, dove del tutto naturalmente esse si capovolgeranno e sfasce-ranno. Bisogna andare più lontano nel sistema della simulazione. Spiazzareed esagerare la paranoia, portare il loro gioco (la «disinformazione») finoall’estremo paradosso, passare ai bounty-killer mediatici informazioni stu-pide e sbagliate (notizie di assurde cospirazioni, depistaggi, indizi intollera-bilmente ambigui…). Fare della logica propria del sistema l’arma assoluta.Omeopatia mediatica: superare l’intossicazione (panico morale) aumen-tando la dose di veleno (psicosi del complotto) può renderci immuni e rive-lare l’intima assurdità dei loro teoremi21.

Alla fiaba del «Carlino», Blissett oppone una fitta serie di beffe media-tiche22. È il muro contro muro di un conflitto narrativo. È l’incomunicabi-

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21 Cfr. L. BLISSETT, Lasciate che i bimbi, cit. p. 31-32.22 Per beffa mediatica si intende: la diffusione di informazioni false finalizzata a gene-

rare eventi veri. Nel caso di Blisset la strategia è quella di smontare le falsità ufficiali costruiteintorno al satanismo. Questo tipo di simulazione attuata dalla sinistra antagonista permette dirovesciare la verticalità dell’informazione imposta dal sistema mediatico. Il produttore dinotizie false: dà per scontato che l’informazione è più o meno pesantemente manipolata/dis-torta; è un soggetto attivo che non subisce l’informazione; crea ad arte lo scoop agendo all’in-terno del sistema comunicativo ufficiale; ha lo scopo politico di dirottare l’informazione etenta di pilotarla allargando il discorso pubblico ad altre voci per lo più in controtendenza.Sulle varie pratiche di comunicazione antisistema cfr. AA.VV, Comunicazione-guerriglia. Tec-niche di agitazione gioiosa e resistenza ludica all’oppressione, DeriveApprodi, Roma 2001.

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lità. Luther organizza una burla in cui il quotidiano felsineo cade in pieno.Abbandona al deposito bagagli della stazione ferroviaria di Bologna unozainetto contenente un vecchissimo teschio proveniente forse da un istitutouniversitario. Dopo circa tre mesi invia una lettera anonima al giornalebolognese con relativo scontrino spacciandosi per cacciatore di satanisti esostenendo che nello zainetto depositato alla stazione si trovano i resti deirituali dei BdS. I giornalisti del «Carlino» abboccano. Pagano 295.000 £ dicauzione e il giorno dopo (3 agosto 1996) sul quotidiano bolognese com-pare la notizia con richiamo in prima pagina e un succoso articolo all’in-terno con tanto di macabra foto. Subito scatta la rivendicazione di LutherBlissett che conclude un comunicato-stampa con la frase: «Per una ballache ho inventato io, quante se ne è inventate il “Carlino”?». Sia sul pianoprofessionale che culturale la figura del quotidiano bolognese è, a dir poco,pessima. E scredita ulteriormente la campagna di criminalizzazione messain atto contro i BdS da parte di un giornale che neppure per un momento hatentato di comprendere il fenomeno non fosse altro che per rispetto deipropri lettori. A difesa del quotidiano bolognese si può dire che la concor-renza televisiva costringe la carta stampata alla notizia gridata e che i gior-nalisti sono anche loro vittime del ritmo accelerato con cui si producono leinformazioni. Ma a Blissett non basta. E le beffe non finiscono qui. Luthersi scatena. Cambia scenario. Meglio: altri Blissett allestiscono un nuovopalcoscenico. E per un anno intero tengono impegnati i media del viterbesespacciando notizie false e inscenando finte messe sataniche nei boschi diValle Spina e dintorni. Il Corriere di Viterbo, ma anche il Tempo e il Mes-saggero cadono nella trappola pubblicando articoli su articoli tra l’allarmatoe l’agghiacciante, producendo un effetto-valanga. Così, giornalisti che nonsi preoccupano minimamente di controllare la veridicità delle informazioniche ricevono/producono ricamano sopra l’accozzaglia di resti sparpagliati acasaccio che Blissett fa trovare di volta in volta per provare le avvenuteliturgie sataniche. Si soffia sul macabro. Compaiono vittime che regolar-mente non si trovano, ma la cui scomparsa genera ansia collettiva. Vengonointervistati maghi ed esorcisti che «approfondiscono» il significato di can-dele nere, peli pubici, foto bruciacchiate ed altre cianfrusaglie che Lutherabbandona in disordine nelle pinete viterbesi. I quotidiani parlano dell’o-pera di professionisti dell’occulto. L’opinione pubblica è scossa. Il drammasociale lievita. Il Questore di Viterbo è seriamente preoccupato: «Vi sonoindagini accurate per inquadrare il fenomeno… nelle indagini di SquadraMobile e Digos ho inserito anche l’accertamento di eventuali riti, per vederedi portare serenità nelle famiglie che, inaspettatamente potrebbero trovarsidi fronte ad un fenomeno sconosciuto: quello di figli che, a loro insaputa,frequentano sette, come succede a Bologna» 23.

In tutta questa antifiaba, i blissettiani devono essersi divertiti comematti. Sicuramente non si sono divertiti i tre ragazzi dei BdS in isolamentonel carcere di Bologna. Neppure devono essersi divertiti i numerosi giorna-listi che hanno scambiato una rappresentazione per la realtà. Blissett ha

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23 Cfr. L. BLISSETT, Lasciate che i bimbi, cit. p.169.

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recitato. I media hanno raccontato una realtà che risiede nella loro testa manon per questo meno vera. Così come va preso sul serio chi parla con gliangeli, e la New Age ha prodotto un’infinità di personaggi simili, altrettantosul serio vanno presi giornalisti e mass-media che riproducono i propri fan-tasmi narrandoli e contagiando psichicamente il pubblico. Siamo al di làdell’inganno, al di qua dell’impostura. Siamo in un territorio dove il falso èvero e il vero è falso. Esiste una parola per spiegare questi movimenti: ideo-logia. E l’ideologia, per dirla con Althusser, non ha storia: è uno strumentoastorico per dominare la storicità. Neppure ha a che fare con la coscienza: èprofondamente inconscia. Ma esiste anche una ragionevolezza dell’irrazio-nale che trova nello spettacolo universi di lecite finzioni legate al desideriodi desiderare quello che non c’è. Per i moderni e i post moderni la vita èsempre di più un film. Lo sa bene Luther Blissett, che fa della realtà unacommedia e della commedia una realtà. Nasce così il Co.Sa.Mo. Comitatoper la Salvaguardia della Morale.

Il Corriere di Viterbo, un quotidiano culturalmente e politicamente deltutto simile al «Carlino» ma con meno mezzi economici, produce una lun-ghissima serie di articoli sulla base delle lettere anonime di un gruppo dicacciatori di satanisti, inventato di sana pianta da Luther e battezzatoappunto Co.Sa.Mo. Il Comitato stabilisce un clandestino filo diretto con ilquotidiano, rifornendolo di false notizie regolarmente pubblicate. Breve ras-segna di titoli: Riti satanici in riva al lago; Ragazza «sacrificata». Apertaun’inchiesta; La mappa dei satanisti. L’esorcista si confessa; Riti satanici:la Digos sapeva; C’è gente influente che protegge i satanisti; Il vescovoTagliaferri tuona contro i satanisti… Il Corriere di Viterbo non verifica nes-suna delle informazioni che gli vengono inviate, ricorre al sensazionalismo,in alcuni casi (pochissimi a dire il vero) deforma nei titoli inviti alla pru-denza dei suoi stessi intervistati: per un anno intero produce un’allarmisticacampagna stampa basata sulla fantasia di Blisset. Il quale clandestinamentegira persino un video di una messa nera nella notte tra il 14 e il 15 luglio’96 in un casale abbandonato con tanto di vergine sverginata e piangenteche partorirà due articoli gemelli: La «messa nera» filmata dalle vittimed’una violenza; Le urla strazianti di una ragazza violentata durante un ritosatanico. Ovviamente è tutta una recita con tanto di attori e buontemponi.Ma il Corriere di Viterbo casca in pieno nella truffa mediatica coinvolgendoil «TG3 Lazio». E fa di peggio: vende il presunto video-shock che va inonda nella nota trasmissione televisiva «Studio Aperto» di Italia1. La farsadi Blissett continua con lettere anonime inviate ai quotidiani da parte di stu-dentesse stuprate durante riti satanici («Sono io la ragazza violentata». Unalettera agghiacciante) e altre beffe tutte pubblicate con commenti cherichiamano all’ordine, la disciplina e la famiglia. Finché, il 2 marzo 1997,Blissett rivendica la truffa mediatica. Patetici i tentativi di difesa degliorgani d’informazione gabbati. Nessuna testa salta. Nessuna assunzione diresponsabilità. L’info-guerriglia di Luther ha dimostrato che sul tema delsatanismo gli organi d’informazione sono fabbriche di ignoranza e pregiu-dizio, inventori del deviante. Pressappochismo e disinformazione generanopaure collettive laiche e religiose. E la paura impoverisce la comunicazione,

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alimenta conflitti culturali, manipola i comportamenti dell’opinione pub-blica, riduce la proliferazione di immaginari.

Atto settimo. Dialettica del dramma e della farsa: per un’estetica dellasimulazione

Noi come Luther Blissett abbiamo iniziato a riflettere sulle emergenzesociali analizzandole sul piano della filosofia politica e delle tecnologie dicontrollo e repressione. Abbiamo individuato una tendenza negli ultimitrent’anni che accompagna quello che Foucault e Deleuze chiamano il pas-saggio dalla vecchia società disciplinare alla società del controllo diffuso:le emergenze sociali servono a sollevare panico morale e a trovare unnemico pubblico in modo da far passare attraverso un’opportuna campagnamediatica leggi liberticide. Dagli anni ’70 fino a ieri queste emergenze sisono spostate sempre di più dal campo dell’ordine pubblico, quindi dellapolitica, dello scontro tra una massa e un’altra, ossia dello scontro molare aemergenze molecolari, nel senso che vanno ad incidere direttamene suilegami tra una persona e l’altra, sulle scelte sessuali, le differenze culturali.Insomma le emergenze si sono spostate sempre di più dall’ordine pubblicoalla privacy, in un certo qual modo si sono smaterializzate: l’orco, il cattivo,il male può essere dappertutto è invisibile e investe non le piazze ma imicrolegami sociali. A un certo punto ci siamo trovati davanti l’emergenzapedofilia: sia con il caso BdS sia con l’emergenza più generale della pedo-filia su Internet. Così abbiamo iniziato a indagare e abbiamo notato cheall’emergenza pedofilia si accompagna l’emergenza gemella: quella sullesette. Perché molto spesso alle accuse di abusi su minori salta fuori che èanche un abuso rituale. Spesso il cammino è inverso. Si comincia ad attac-care una nuova religione e poi da lì si dice che abusano di bambini. NegliUSA in questi mesi sotto tiro sono gli Hare Krishna. Con i BdS è stataimmediatamente chiara la dinamica inquisitoria. Prima di allora noi nonconoscevamo né Dimitri né i BdS. Per capire cosa stava succedendoabbiamo utilizzato il metodo suggerito da Edgar Allan Poe in un suo rac-conto, Il mistero di Marie Roget, in cui dice: cominciate dai giornali evi-denziando le distorsioni della cronaca e da lì risalite all’indietro. In questoracconto lui parte da un omicidio effettivamente avvenuto a New York, losposta per esigenze narrative a Parigi, la ribattezza, e semplicemente com-menta, articolo dopo articolo, come la stampa di New York ha descritto leindagini della polizia, il ritrovamento del cadavere ecc., e segnala tutte leincongruenze, le prende, le estrapola, le lega una all’altra. Da lì si fa unateoria completamente diversa che è il negativo, l’esatto opposto, diciamo ilbuco nero della teoria investigativa ufficiale della polizia. Noi abbiamoseguito la stessa procedura. Abbiamo preso tutta l’annata de il Resto delCarlino, da quando si è iniziato ad indagare su Marco, abbiamo seguitocome siano stati trasformati pian piano i capi di imputazione, come cambia-vano gli aggettivi nei confronti di Dimitri e dei BdS, il ricomparire improv-

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viso di personaggi di anni prima tipo Efrem del Gatto il capo dei satanistiromani, la comparsa improvvisa di supertesti che non si sapeva bene chierano, non venivano nominati, si scriveva: fonti dicono che …, abbiamoriunito tutte le incongruenze. Soprattutto quelle del giornalista RobertoCanditi. Poi abbiamo pubblicato un articolo di due pagine su Zero in Con-dotta che si intitolava: I Carlini di Satana. Un anno di Canditi allo zolfo. Dalì siamo partiti dicendo: le cose non sono come sembrano. Poi siamo andatiall’indietro. Abbiamo contattato gli avvocati della difesa, li abbiamo inter-vistati. Abbiamo condotto un’indagine sul Gris par capire cosa fosse. IlGris si definisce come gruppo non confessionale invece abbiamo scopertoche ha l’indirizzo dentro il palazzo della Curia, in via del Monte. Quindihanno poco da dire che non sono confessionali. Abbiamo scoperto che ilGris fa riferimento alla Congregazione per la difesa della fede che è l’exSant’Uffizio, cioè l’Inquisizione rimodernata con il Concilio Vaticano II alcui capo c’è Ratzinger. Andando sempre più indietro abbiamo visto che ilcaso BdS era stato preparato da una serie di articoli che erano usciti sul-l’Osservatore Romano, sulla stampa cattolica sul pericolo delle nuove reli-gioni. L’abbiamo collegato ad altre prese di posizione specificatamentepapali come l’Enciclica Ut unum sint che, pur non andando direttamentecontro i nuovi culti, diceva, bisogna riunire i monoteismi, vedasi le giornatedi preghiera comune ad Assisi. Riunire i monoteismi vuol dire lasciar fuorii politeismi. E chi sono i politeisti? Sono i neo-pagani. I BdS non sono sata-nisti nel senso cattolico. Non sono dei cattolici al rovescio. Si riferiscono aSatana come ad un principio panteistico. Loro, era nostra opinione nonavessero danneggiato nessuno. Ci sembrava che i capi di imputazione fos-sero grotteschi. Abbiamo trovato questa nebulosa di riferimenti che cifaceva dubitare un po’ di tutto. Poi abbiamo ordinato via Internet Satan’sSilence di Nathan e Snedeker 24 e ci si sono aperti gli occhi. Perché le impu-

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24 D. NATHAN, M. SNEDEKER, Satan’s Silence. Ritual Abuse and the making of amoderne witch hunt, Basic Books, New York 1995. Si tratta di un’inchiesta nata dall’emer-genza nel corso degli anni ’90 dei Satanic Ritual Abuse (SRA) sui bambini. I risultati sonoimpressionanti e hanno messo in luce come i SRA siano stati per lo più un lucroso business.Questi i dati statunitensi: l’88% delle accuse di violenze sui bambini sono infondate e nel1993 su 2.300.000 accuse avanzate 2.020.000 si rivelano false. Non solo: 1) gli psicologi cheapplicano la Recovered Memory Teherapy (far rivivere ai pazienti gli abusi subiti nell’in-fanzia) sono costretti a confrontarsi con una nuova patologia scatenata dalla loro stessa pra-tica: la sindrome da falso ricordo; 2) in risposta agli usi illeciti della psichiatria e della psico-logia si forma Vocal (Victim of child abuse law); un gruppo, si badi bene, politicamente con-servatore e ispirato a valori tradizionali a difesa delle vittime della legge sugli abusi sui bam-bini. Ancora prima che esplodesse il caso giudiziario BdS, Introvigne problematizza le fintroppo facili accuse sulle molestie sessuali «rituali» e «sataniche»: «Per quanto riguardaqueste ultime la montagna costituita da diverse migliaia di casi portati all’attenzione delleautorità americane nel decennio 1983-1993 ha partorito soltanto un topolino in termini di con-danne nei tribunali: secondo il conto più generoso, quello degli stessi antisatanisti, i casi con-clusi con una condanna sarebbero stati tredici. Alcuni di questi casi hanno suscitato del restoperplessità notevoli». Indagine… cit. p. 342, in partic. il cap. La grande caccia ai satanisti(1980-1990), p. 321 e segg. Appena ultimata la stesura della presente ricerca giunge anchein Italia notizia del clamoroso scandalo che travolge la Chiesa Cattolica USA: i preti pedofili.Risultano essere centinaia i bambini molestati in 30 anni in varie parrocchie. Interviene di-

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tazioni che loro smontano pezzo per pezzo sono assolutamente identiche aquelle che vengono fatte qui a Bologna dal PM Lucia Musti. Da lì in poiabbiamo iniziato a tirare tutti i fili e a fare controinformazione sull’argo-mento.

All’inizio del caso BdS tutta la stampa locale era colpevolista, com-prese la Repubblica e L’Unità. Quando abbiamo iniziato ad indagare e ascrivere su Zic hanno cambiato posizione e sono diventate garantiste.Questo ha allentato la pressione sugli imputati e ha permesso agli avvocatidella difesa di lavorare meglio. Inoltre ha fatto innervosire moltissimo l’ac-cusa, la Musti ha iniziato a sbagliare delle mosse. Abbiamo fatto una guerrapsicologica e credo che abbiamo contribuito in maniera significativa all’as-soluzione dei BdS, anche se il merito è ovviamente degli avvocati che sonostati bravissimi. Però gli avvocati hanno potuto lavorare in un ambiente piùfavorevole perché noi fuori dal Tribunale abbiamo spostato una parte dell’o-pinione pubblica cittadina. Una minoranza. Ma una minoranza forte, sensi-bile. Nel frattempo l’inchiesta si è anche sgretolata un po’ da sola perchéalcuni testi si sono dimostrarti non solo inattendibili ma anche veri e propripsicopatici. L’accusa ha preso delle cantonate sia nella fase istruttoria, sianella fase del dibattimento facendo pure delle figure abbastanza barbine.Poi è venuto fuori che alcuni esperti utilizzati all’inizio delle indagini eranopreti esorcisti. Da lì anche l’opinione pubblica ha cominciato ad averedubbi. Consulenti forniti dal Gris e utilizzati dai Carabinieri facenti fun-zioni di Polizia Giudiziaria erano due preti esorcisti! E gli esorcisti credonodavvero che Satana sia quello con gli zoccoli e le corna, neppure un prin-cipio metafisico. L’ho sentito con le mie orecchie da uno di loro in una con-ferenza pubblica. È il paradigma dell’emergenza molecolare. Persino ilPapa di recente ha confermato che Satana è una persona che si trova inmezzo a noi nella vita quotidiana 25.

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rettamente il Papa con parole di condanna; quattro vescovi e 250 sacerdoti si dimettono; laChiesa costretta a risarcimenti miliardari. In una tormentata conferenza episcopale convocatad’urgenza a Dallas nel giugno del 2002 i vescovi americani recitano il mea culpa e offronoalla nazione le loro «profonde scuse».

25 Dall’intervista a Wu Ming 1. Per motivi di spazio nella presente inchiesta il ruolo delGris non è analizzato. Tuttavia all’interno della vicenda giudiziaria dei BdS risulta centralecosì come emerge anche dalle parole di Wu Ming 1. Desta pertanto stupore leggere sul «Car-lino» del 26 marzo 2003, in un’intervista a firma di Rita Bartolomei, la seguente dichiara-zione dell’animatore del Gris, Giuseppe Ferrari, in merito a fenomeni quali occultismo, esote-rismo e satanismo: «Alla fine è tutta una moda. Voglio dire che spesso c'è un'adesione superfi-ciale al fenomeno. Questo mi pare l'aspetto prevalente». Nella stessa intervista Ferraridichiara che nell’ambiente esoterico esistono anche gruppi chiusi, socialmente pericolosi, dicui non intende fare i nomi. Le parole di Ferrari lasciano aperto quantomeno un problema: aldi là del rapporto BdS-Gris attraverso quali criteri è possibile distinguere la qualità del condi-zionamento di una moda rispetto a quello di una setta? Se la variabile è il tempo, nel sensoche gli effetti della moda su un individuo sono tendenzialmente più brevi ed epidermicirispetto a quelli di una setta e se dunque chi segue una moda può ritornare più facilmenteall’ovile, l’argomentazione pare interessata. Ma la discussione è ovviamente da destinare adaltra sede.

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Atto ottavo. Partita di andata e ritorno: individuo vs massa, massa vsindividuo

Anche la società di massa ha il suo palcoscenico: dai retaggi del thea-trum mundi medioevale alle parate militari di ieri e di oggi, alle apparizionitelevisive di questo o quel prelato. Ciò che separa la società di massa dallasocietà dello spettacolo non è solo il senso dell’avvenimento (l’esibizione diun corpo di ballo non è l’esibizione di un corpo di ballo e basta) quanto ilsentimento del tempo: finalistico e sacrale per la dimensione di massa,immanente e secolare per la dimensione dello spettacolo. Per i BdS non c’èrivelazione extramondana, non c’è liberazione che nel presente. Non c’è unsolo Dio ma un intero pantheon. Una volta che le élite determinano lacomunicazione tramite la concentrazione in poche mani dei media, le massehanno tecnicamente necessità di qualcuno che le controlli e ne gestisca ildestino. I BdS no: loro sono una tribù e non un gregge da guidare. Dal neo-paganesimo dei BdS il grande assente è l’uomo della provvidenza, ilpastore di anime. Nella filosofia dei satanisti non c’è giudizio universale,non c’è redenzione, non c’è volontà divina. Per i cristiani il tempo è irrever-sibile, corre in una direzione ed è orientato al futuro: la vita è preparazioneper l’avvento del Regno di Dio. Per i neo-pagani il tempo è reversibile, volain più direzioni ed è astorico: la vita è sperimentazione. Eppure satanisti eantisatanisti sono alla ricerca dello stesso oggetto: l’eterno. La fine deltempo giunge con la seconda venuta di Cristo per gli uni, con il ritornoalle forze istintive e perenni della natura per gli altri. L’attesa del giu-dizio universale e la ricerca di sé costituiscono due viaggi nel tempoche muovono forze inevitabilmente in collisione: l’anima da salvarecontro l’emancipazione da conquistare, l’utopia del passato contro l’uto-pia del remoto. Sia per il satanismo che per l’antisatanismo, il sen-so del tempo è attraversato da significati che conducono al conflitto.Alle virtù cristiane ecco opporsi tre parole-chiave dei BdS: Io, volontà,azione.

Dall’ebraico Satana vuol dire avversario, accusatore. Un avversario delmonoteismo. Un avversario che è il pensiero magico. Credere in se stessi ègià un’opera satanica perché va contro il pensiero cattolico. Che dice: tu seiuna creatura che si deve genuflettere al Dio che noi ti diamo e a cui devi cre-dere per fede. Se credi in te stesso e non credi nel nostro Dio automatica-mente sei Satana. Lo scienziato che curiosa nell’atomo è Satana. D’altraparte alla base di ogni ricerca di ogni scienza c’è la carica sessuale, c’è lacarica istintiva. Infatti la Chiesa ha demonizzato e demonizza ancora scienzae sessualità. E ha associato il Demone ad eventi sempre negativi. Mentreanticamente ogni forma di sapere aveva il suo demone: la musica, l’arte, l’er-boristeria, la poesia, la matematica, la logica… E poi nei confronti dei gruppiesoterici l’inquisizione c’è ancora oggi. Ci perseguitano per i nostri riti.Perché nel rito satanista viene fuori il dramma psichico. Che è l’istinto crea-tivo, folle, il senso che sfugge a te stesso nell’espressione e nell’esprimerlo.È il proprio orgasmo mentale, il proprio dramma, perché di dramma sitratta, nel creare attorno a te, in quell’universo che stai realizzando in

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quel preciso spazio in quel preciso momento, il tuo grande quadro, il tuogrande risultato. E alla base di tutto questo c’è l’Io voglio. Nel rito richia-mo in me la forza antica, ed esprimo me stesso come un folle danzatore,come arlecchino. Esprimo con la composizione di tutto l’universo perchésono così.

Tanto timido, emaciato e dark è Dimitri quanto aperto, solare e casual èil giovane Vicepresidente dei BdS: Alessandro Chalambalakis. Di padregreco e madre italiana, nasce a Bologna il 30.07.1979. È figlio unico.Diplomato all’Istituto d’Arte, è iscritto al primo anno della facoltà di filo-sofia. I genitori sono separati da 12 anni e Alessandro vive con la madre inuna casa ordinata e che sa di fresco, di appena pulito. La sua camera èquella tipica di uno studente: letto a una piazza, scrivania, stereo e CDmusicali, scaffali occupati da libri ben riposti, poster di Hans Reudi Giger.La distingue qualche foto dei riti satanici e una spada appesa alla parete.Alessandro viene a sapere dei BdS dalla stampa in occasione del processodel 1996. Alle udienze non lo fanno entrare perché ancora minorenne. Maquando Marco esce di galera eccolo presentarsi ed entrare a far parte del-l’Associazione. Ironia della sorte, tanta pubblicità negativa ha avuto l’ef-fetto di avvicinare ai BdS altri ragazzi. Alessandro conduce una vita deltutto simile a quella di molti giovani universitari bolognesi, divisa tra studi,preoccupazione per gli esami, cene in pizzeria con amici tolleranti verso lasua attrazione per il Demonio, lavori saltuari, buone letture, diversi hobbyquali suonare la chitarra in un complesso rock, scrivere poesie, scattare foto.Il suo nome da iniziato è Los. Ed è mutuato dal poema di W. Blake, Il cantodi Los. Nel 1999 Chalambalakis è coinvolto nell’inchiesta di usura. Subisceinterrogatori e la perquisizione della propria abitazione. Dopodiché l’in-chiesta sarà archiviata.

Direi che se c’è qualcosa che sin da bambino mi ha influenzato nell’avvici-narmi all’esoterismo è il rapporto con me stesso. Esoterismo infatti significainteriore, che viene da dentro. Io tendo ad avere una personalità individua-lista e questo c’entra con l’esoterismo perché il mago è al centro dell’uni-verso ed è colui che si mette al posto di Dio e plasma la materia. È l’oppostodel cosiddetto bagaglio culturale. Brutta parola. Sembra una cosa che pesa.Mentre la cultura è l’opposto del bagaglio culturale. La cultura è azione, sen-tire. In questa prospettiva il satanismo è un atto di coscienza, di consapevo-lezza nei confronti della realtà e della natura umana. Nel senso che è un’in-terpretazione magica, culturale di ciò che è alla base dei nostri desideri, dellenostre azioni. Per esempio di come viviamo la sessualità, l’arte, il concetto dibello. Credo che fondamentalmente l’uomo sia il demone. Demone intesocome energia, forza, avversario. Satana è il contestatore. È colui che pone ildubbio. Fa parte di quella dialettica volta allo scontro, alla conoscenza.Perché è dalla contrapposizione che si definisce una verità. Il demoniacoesercita una funzione critica. Siamo tutti uomini e possessori del demone. Daun punto di vista magico personaggi storici che nulla hanno avuto a che farecon il satanismo erano abitati da un demone, Giordano Bruno, Lenin… Ilmio personale concetto del demoniaco si riferisce più all’arte, alla ma-gia nel senso della volontà espressiva che va a fecondare la realtà. Quindi

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l’uomo che costruisce, agisce, crea la sua realtà. Un uomo attivo checostruisce il mondo 26.

Il primato dell’immaginazione sulla Verità, l’affermazione dell’Io el’abbandono a forze primordiali echeggia in una qualche misura il roman-tico teatro della mente che dal sogno transita facilmente alla visione:

… non il mondo delle larve e dei fantasmi che esprimono le lacerazioni del-l’io senza che l’io possa esercitarvi il suo controllo dev’essere riportato allacoscienza, bensì la coscienza bisogna sia tratta fuori di sé e messa di frontead una realtà che l’oltrepassa, la investe estaticamente, infine la rende capacedi un’esperienza spaesante ma rivelativa27.

Dinanzi alle potenzialità offerte dalla forza del pensiero, la massasembra lo spettro dei BdS. L’autodirezione è la loro stella polare. L’eterodi-rezione il vero male28. Emerge un’idea particolare del satanismo che tut-tavia non rappresenta una novità. Nel romanticismo ottocentesco e nel deca-dentismo fin de siécle il satanismo diventa un atteggiamento artistico e unascelta filosofica 29. Nella versione dei BdS il Demonio è sia una chance perliberarsi dal giogo della morale cattolica, sia una forza che si oppone a Dioin nome di un altro livello esistenziale. La folla spaventa i BdS. Il culto del-l’Io li esalta. Tant’è che alla precisa domanda se sognino una società di sata-nismi, la risposta è perfettamente coerente:

No perché la società di massa contiene in sé una contraddizione: can-cella l’individualità. Noi BdS vogliamo liberare il satanismo dalla condan-na, vogliamo farlo conoscere, non massificarlo né renderlo dominante per-

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26 Dall’intervista ad Alessandro Chalambalakis. Presidente e Vice dei BdS hanno ascen-denze greche. Sicuramente è un caso. Ma fa da pendant alla matrice neo-pagana di questaAssociazione. Considerati i precedenti giudiziari la discrezione sul numero attuale di iscritti aiBdS rasenta la segretezza. A detta di Dimitri gli associati hanno raggiunto quota 750. Cifrache ci è stata confermata anche nel marzo 2003 e che non abbiamo l’opportunità di verificare.Dopo la chiusura della nostra inchiesta il gruppo dirigente dei BdS si è allargato e oggi com-prende un secondo Vice Presidente, Mirko Moretti e un Direttore, Federico Gallina.

27 Cfr. S. GIVONE, L’intellettuale, in, F. FURET, (a cura di), L’uomo romantico, Laterza,Roma-Bari 1995, pp. 270-271. In quanto appartenenti alla società dello spettacolo i BdS nonpossiedono una rigida ascendenza culturale. Forzando un po’ su di loro calza l’idea weberianadi politeismo di valori. Infatti, nelle parole di Dimitri e Chalambalakis sono rintracciabilivarie vocazioni: razionalista, libertina, materialista e persino romantica. Ma dalla vicendasatanisti/antisatanisti pluralismo morale e pluralismo sociale fanno molta fatica ad andared’accordo. In definitiva: ancora oggi la tolleranza resta più un problema aperto che una cer-tezza, più un campo di battaglia che una conquista definitiva.

28 Oltre le note categorie di D. RIERSMAN (cfr. La folla solitaria, tr.it. Il Mulino, Bologna1973) lo scontro satanisti/antisatanisti ripropone le differenze tra la forma-potere greca equella ebraico/cristiana fondata sulla metafora del pastore che: a) guida il popolo; b) prestaun’attenzione individuale ad ogni singolo membro del gregge. «Al dio greco si domandavanouna terra feconda e dei raccolti abbondanti. Non gli si chiedeva di allevare un gregge giornoper giorno». M. FOUCAULT, Omnes et singultim. Verso una critica della ragion politica, in M.FOUCAULT, Biopolitica e liberalismo, medusa, Milano 2001, p. 114.

29 Il satanismo confessato e militante della seconda metà del XIX secolo è precedutodall’esplosione di interesse per lo spiritismo nella Francia post-rivoluzionaria e nell’attrazioneper l’occultismo che caratterizza la fine dell’Ottocento. Cfr INTROVIGNE, Indagine… cit, inparticolare il cap. Intorno a Huysmans (1870-1891), p. 104 e segg.

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ché credo che la potenza stia nella minorità. È una potenza interiore, ilmagico sta nella minoranza. Lì c’è più valore. C’è meno dispersione. Non sicreano quelle che vengono chiamate le opinioni comuni. Si cerca invece divalorizzare le sacre differenze. Quelle che a volte nella società si tendono asmantellare in nome di un’uguaglianza che è profana. Ovviamente non miriferisco all’uguaglianza giuridica che non è in discussione 30.

In fondo è una borghese uguaglianza civile quella che chiedono i BdS,una moderna libertà di pensiero, una pubblica rivendicazione di sogget-tività 31. Afferma Dimitri:

Personalmente sarei già felice se ci lasciassero liberi di parlare. Se a livelloepidermico riuscissi a far sentire l’Antico che non si è spento. Per Anticointendo il valore del grande Io, del grande esprimere, del grande calpestare,del toccare, sentire... Chiedo di far arrivare questa esperienza ad alcuni. Nonmi interessa che tutti siano satanisti… Noi BdS non abbiamo un progettopolitico. Non siamo una setta. Siamo un’associazione culturale. Stiamo par-lando di persone, di altri, di perle preziose, di cose che non possono apparte-nere a tutti. L’evoluzione umana non genera lo stesso standard di individuicapace di recepire. Inoltre siamo tutti sotto controllo. Fai un’associazionecome la nostra e ti ritrovi in galera. Ti chiudono. E così tu non sei quello chesei in realtà. Sei il tuo lavoro, quello che preghi, quello che consumi, come ticomporti in società. Questo è il problema, Non viene visto l’uomo nella suanatura, in quello che è. Nella società la persona non è valorizzata. Infatti lelotte sono nate per esprimere parti dell’uomo che sono represse.

Atto nono. Teatro di un desiderio: il rito satanista

I riti dei BdS costituiscono un ritorno alla dimensione orale. Conparecchie differenze rispetto al passato originario delle società preindu-striali. Il ritorno è perfettamente consapevole, è un divorzio razionalmentemotivato dal proprio tempo: è la biografia che si ribella alla storia, è larivolta dell’individuo contro la società, è un racconto che chiede la parola.Nel rifiuto della morale dominante e nel privilegiare il tempo privato suquello pubblico si situa il discrimine che permettere di distinguere una tribùpremoderna da una tribù post-moderna qual è quella dei BdS. La pratica diriti esoterici nella versione BdS costituisce la ricerca di un tempo ciclico,tipico delle dimensioni arcaiche, all’interno di una contemporaneità semprepiù frantumata in una miriade di appartenenze. La loro performance non èun intervallo, non è l’interruzione del continuum, non è la liturgia di unculto. È un modo per: a) prendere alla gola il dramma e la farsa insiti neirapporti comunicativi; b) impossessarsi della storicità annullandola; c) valo-rizzare la persona al di sopra del ruolo. Su questa lunghezza d’onda suo-nano profetiche le parole di McLuhan:

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30 Dall’intervista ad A. Chalambalakis. 31 «L’individuo diviene soggetto strappandosi dal Sé, solo in quanto si oppone alla

logica di dominio sociale in nome di una logica della libertà, della libera produzione di sé».A. TOURAINE, Critica della…. tr. cit. p. 275.

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L’alfabetismo crea tipi di individui assai più semplici di quelli che si svilup-pano normalmente nella complessa rete delle società tribali e orali. L’uomoframmentato crea infatti l’omogeneo mondo occidentale, mentre le socie-tà orali si compongono di persone differenziate … dalle loro singole einconfondibili miscele di sentimenti. Il mondo interiore dell’uomo orale è ungroviglio di emozioni e sentimenti complessi che il pratico uomo d’occidenteha da tempo corroso o eliminato a vantaggio dell’efficienza e dellapraticità 32.

Il rituale satanista non è codificato. Non ci sono regole fisse da seguire. Nonci sono frasi da leggere di volta in volta. È istintivo espressivo, è il tuoimpeto, un tuo orgasmo interiore. La carica è nella testa. Certo parliamo dellacarica sessuale perché questa è l’ego creativo che ricerca, è la base di ogniscienza di ogni cultura. Da qui a dire che nei riti ci accoppiamo come matti,rispondo: magari! In realtà gli incontri sessuali sono stati rari, belli, forti, mala parte principale è a livello mentale è lì che si polarizza l’orgasmo. Noi uti-lizziamo percorsi possessivi, l’immedesimarsi nell’energia che chiami in te,l’energia antica che incameri e immedesimi per esprimere. Puoi farlo attra-verso la danza che ad esempio accompagna le possessioni voodoo. Ma nelrito satanista la possessione è conscia. Come un attore che recita. Per questodevi sentirti in armonia con le persone che hai attorno. Il rito satanista è unfatto collettivo, non individuale. Nel rituale la persona si esprime, cambiavoce, fa gesti strani. È una pratica simile a quella del teatro. Se ti senti unlupo fai il lupo. E questo non c’entra nulla con la licantropia che si vedenei film. Ma significa far emergere l’istinto animale che è in te. Quindila persona si comporta un po’ come animale: ringhia e libera energia. Lavolta successiva o anche mezz’ora dopo se ti senti qualcos’altro esprimiquel qualcos’altro. Se ti va ti siedi e ti metti a scrivere, se vuoi urli oppurereciti poesie. Liberi quello che hai dentro. Noi siamo contro ogni dogma. Ilrituale sei tu, non c’è nessuno che dirige. Chiediamo all’energia del mondo edell’uomo di sorgere all’interno di noi e tra noi. Ma non ci sono formule.Quando suona la campanella inizia il rituale ed esprimi te stesso, prendicoscienza di te, di quello che hai attorno a te e della forma che evochi.Quando l’unione magico-energetica si placa il rito finisce.

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32 M. McLUHAN, Gli strumenti del comunicare, tr. cit. p 60. Come noto, gli echi prove-nienti da mondi ancestrali hanno interessato la sensibilità moderna e post-moderna. Veblen,ad esempio, vede nel consumo vistoso la persistenza del medioevo. Ma per non stendere unainutile lista di nomi ecco un passo di Horkheimer che rende bene l’idea della persistenza dellemetanarrazioni: «Il fatto che, in qualunque cultura moderna, l’«alto» goda di più prestigio del«basso», che la pulizia appaia attraente e la sporcizia ripugnante, che certi odori sembrinobuoni e altri disgustosi, è la conseguenza di antichi tabù, miti, culti e del destino ch’essihanno subito nella storia più che per motivi igienici o della altre ragioni pragmatiche avanzateda individui illuminati o da religioni liberali. A queste vecchie forme di vita che resistonosotto la superficie della civiltà moderna si deve, in molti casi, il calore insito in ogni piacere,nell’amore di una cosa amata per se stessa e non in quanto mezzo per ottenerne un’altra. Ilpiacere di possedere e coltivare un giardino risale ai tempi remoti in cui i giardini appartene-vano agli dei ed erano coltivati per loro. Il senso della bellezza, così della bellezza di naturacome di quella artistica, è legato da mille delicatissimi fili a queste antiche superstizioni. Sel’uomo moderno taglia quei fili — esagerandone o negandone la forza- il piacere può conti-nuare, ma è ormai privo di vera vita». M. HORKHEIMER, Eclisse della ragione, tr. it. Einaudi,Torino 1969. pp. 36-37.

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La ripetizione del cambiamento tramite performance di volta in voltadifferenti conferisce al rito satanista sia una continuità senza tradizione, siala cattura del passato, presente e futuro in una proiezione ciclica: nel ritosatanista il tempo appartiene al singolo performer e a nessun’altro, punto dipartenza e punto di arrivo coincidono. Così desacralizzato, il rito dei BdSassume i contorni del dramma.

La possessione del rituale non è da intendere come quella dell’esorcista cri-stiano che deve riportarti alla normalità Ma come possessione degli stati ditrance che sono parte di antiche culture. Culture che rivivono nella nostrasocietà. La musica e l’arte fanno spessissimo riferimento a questi stati comefonte di ispirazione. Nel rito domina l’energia inconscia. Possiamo dire che ticonfronti con i demoni della mente. È una liberazione dell’inconscio cheporta ad una conoscenza di te stesso, delle persone che ti circondano e degliarchetipi collettivi. Pan per esempio è un archetipo di fusione con il bosco,con la natura nel senso silvestre del termine, nel senso della fecondità, dell’i-stinto, della liberazione della sessualità e della musica. Poi c’è Dioniso,archetipo dell’ebbrezza, dell’ispirazione attraverso la danza, la tragedia, lateatralità del gesto, della scena, della parola. Così l’inconscio arriva a unaconsapevolezza che poi diviene arte. Nel rito vivi la contraddizione tra il tuoessere energia e il tuo essere persona inserita nella società. Il rito è volto alcaos. Tende all’eccesso. In questo senso il rituale è tragico perché ci mettedavanti al nostro conflitto. Ne prendiamo atto e attraverso il caos arriviamoalla conoscenza33.

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33 Dall’intervista ad A. Chalambalakis. In questa sede non possiamo approfondire i por-tati culturali che emergono dal rito praticato dai BdS. Portati che per numerosi aspetti sirifanno ai contenuti dell’opera di A. CROWLEY, Magick, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1976, acui rinviamo. Sulla continuità storica della possessione cfr. G. LAPASSADE, Dallo sciamano alraver. Saggio sulla transe, Urra, Milano 1997, in partic. il cap. Dioniso, il dio che danza, p.23 e segg. Per dare un’idea di massima di come si svolge il rito dei BdS bastino queste pocheindicazioni tratte dalle loro interviste. Il rito satanico può svolgersi al chiuso o all’aperto, pre-feribilmente di notte. All’interno di un cerchio tracciato sul suolo è collocato un altare qua-drato o rettangolare che può essere costituito da un semplice banchetto di legno. Il cerchiorappresenta l’infinito. L’altare rappresenta la staticità, la base sulla quale il partecipante«costruisce il proprio Ego, la propria opera». Sopra l’altare sono posti alcuni «oggetti-meta-fora» 1) la bacchetta: «rappresenta il tramite attivo con cui si crea. È il numero 1, la partemaschile. È il tramite creativo tra la tua volontà e l’universo. La «bacchetta magica» possiamovederla in mano al pittore, è la penna dello scrittore». 2) la coppa: «rappresenta la terra. È ilnumero 2, la parte femminile, lo sdoppiamento, la dualità». 3) la campanella: «rappresental’unione dell’attivo e del passivo. Suonando si uniscono le due parti e si genera il numero 3,che magicamente diventa un’unica cosa. È la mia volontà che si feconda nell’universo». 4) laspada: «rappresenta il concetto di giustizia personale nella propria opera». 5) il pentacolo:«rappresenta il tutto, le opposte direzioni. È a forma di stella a cinque punte al cui interno èraffigurato Satana, la nostra interiorità animale. Le due punte verso l’alto rappresentano ledualità della vita, bene e male, buono e cattivo, bello e brutto, tutto ciò che contrastando tiporta al sapere, alla ragione. La punta verso il basso rappresenta la terra, quelle laterali ledirezioni est-ovest». Ai quattro angoli della stanza dove si celebra il rito, o del perimetro se cisi trova all’aperto, sono collocati quattro recipienti che contengono i quattro elementi primor-diali: terra, aria, acqua fuoco. Solo gli iniziati indossano una tunica nera con cappuccio. «Laveste permette di entrare nel ruolo di essere una parte centrale dell’universo. In quel momentorappresenti un Ego assoluto. Il nero della veste permette di essere concentrati su quello chesi sta facendo e di non essere distratti da altri colori. Il cappuccio copre il volto perché quel-lo che sei tutti i giorni non lo sei in quel momento. La verità è sempre un cappuccio nero. La

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Atto decimo. Incanto e disincanto

I BdS costituiscono una società di discorso 34 sottoposta a due tensionicontrapposte: sono una presenza sinistra per la morale cattolica che non latollera e la combatte; sono una fonte d’identità, un’espressione di valori peruna soggettività ribelle che non si rassegna e resiste. Sembra riproporsiun conflitto di tipo antropologico: quello tra cultura dominante da unlato, culture subalterne e subculture dall’altro. È una delle possibili chiavidi lettura. Spingendola fino in fondo e girandola nella serratura si apre laporta del modernismo 35. Nei BdS la riabilitazione del paganesimo sicombina con l’amore per la tecnologia e un approccio vagamente materia-lista alla vita.

Innanzitutto le letture dei BdS intervistati: un mix di occultismo, esote-rismo, filosofia. Dimitri, seguendo il proprio istinto di leader, non si sbot-tona troppo sull’argomento:

Ho fatto riferimento solo a me stesso. Poi ho trovato analogie con il pensierodi Crowley ma anche di Michael Ende, lo scrittore tedesco figlio di un pittoresurrealista. Anche qualcosa di Eliphas Levi mi ha ispirato… Ho fatto un’infi-nità di letture sulla cultura esoterica… Molti testi mi sono stati sequestratidalla polizia e non li ho più….

Rispetto a Dimitri, Chalambalakis è più cerebrale e maggiormente dis-ponibile a dichiarare le proprie ascendenze culturali. Padroneggia discreta-mente una buona massa di opere e denota forte tensione intellettuale. Fermorestando Crowley, aggiunge i racconti di un classico del satanismo, Joris-Karl Huysmans, poi le poesie di William Blake. Ma non gli sono affattoestranei i templi del sapere ufficiale. Tutt’altro. Dichiara la sua smisuratapassione per Rimbaud e Baudelaire. Seguono i racconti di Kafka, incursioninella teoria degli archetipi e nel simbolismo di Jung, numerosi testi di filo-sofia. In questo campo le letture vanno dai classici greci alle sfide di Nietz-sche a Dio e alla Ragione passando per Giorgio Colli e Roberto Calasso. I

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pratica magica è estranea al concetto di persona. Non partecipi al rito in quanto MarcoDimitri. Sei lì come energia. In quel momento sei tu la divinità».

34 Le società di discorso «hanno la funzione di conservare o di proteggere dei discorsi,ma per farli circolare in uno spazio chiuso, per distribuirli solo secondo regole strette e senzache i detentori vengano spossessati da questa stessa distribuzione». M. FOUCAULT, L’ordinedel discorso, Einaudi, tr. cit. p 31.

35 Il modernismo è un movimento culturale del XIX secolo che contemporaneamenteafferma e nega la modernità. All’ordine imposto dalla tecnologia e dall’industrializzazioneoppone la libertà soggettiva, l’impulso all’autorealizzazione; al freddo razionalismo oppone ilpaesaggio dell’irrazionalità; alla vita come calcolo oppone la vita come opera d’arte; alleregole del perbenismo oppone la sregolatezza dei sensi; al borghese e al cristiano oppone ilflaneur (perdigiorno) e il dandy (estetico cultore del proprio sé); alla folla oppone l’artista.Tuttavia il modernismo è un movimento che appartiene alla metropoli, si riconosce in essa,apprezza il progresso e in alcuni casi addirittura simpatizza con le idee socialiste. Sulle conti-nuità/discontinuità tra modernità, modernismo e post-moderno cfr. K. KUMAR, Le nuoveteorie del mondo contemporaneo. Dalla società post-industriale alla società post-moderna, tr.it. Einaudi, Torino 2000; A. TOURAINE, Critica della modernità, cit.; D. HARVEY, La crisidella modernità, tr. it. Il Saggiatore, Milano 1993.

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sentieri della ricerca filosofica sono: la messa in crisi della razionalità, l’at-tenzione per l’irrazionale, il ruolo giocato dalle emozioni. Altro cult èAldous Huxley per i suoi tentativi di aprire le porte della percezione all’as-soluto, ad esempio attraverso lo sciamanesimo. Da qui l’approdo al non-sapere come via alla creazione in Bataille e il conseguente ancoraggio alla«follia» di Artaud. L’approccio a questi autori è ancora acerbo in quantoprevalentemente orientato a trovare conferme del proprio sentire. Ma, aparte l’inevitabile fase di crescita, la ricerca di nuovi stati di coscienza rap-presenta una tappa del percorso intellettuale del giovane Chalambalakis. Apartire da qui, l’apertura di un altro fronte: l’arte con le sue vertigini, scan-dali, aperture estatiche e le sue affinità con il pensiero magico in quanto«territorio della non-ragione»: un percorso da compiere per raggiungeresuperiori livelli di consapevolezza36.

La critica alla ragione dei BdS non si risolve nel nichilismo, né in unasorta di avanguardismo, né in un pensiero della crisi. Non si risolve in unodei tre principali sbocchi del modernismo quanto forse un’alleanza più omeno riuscita tra moderno e premoderno. C’è una logica conoscitiva inquesta dinamica. E segue tre passaggi: disincanto del mondo attraverso ilconflitto con l’antisatanismo, reincanto attraverso il rito, disincanto attra-verso una consapevolezza antispiritualista. A questa logica corrispondono letre canoniche fasi del tempo così organizzate: critica del presente dominatodalla morale cristiana, recupero del passato tramite lo spaesamento e illibero flusso di coscienza, azzeramento del futuro in quanto non c’è premiofinale, ma convergenza del particolare con l’universale.

Il principio motore di ogni cosa è l’Io che da una parte riceve ed elabora idati e l’universo, dall’altra parte con i suoi principi oggettivi di funziona-mento: la costituzione della materia, il moto dei pianeti, il passaggio dalgiorno alla notte, la formazione di uragani, terremoti. C’è una dialettica fral’uomo e l’universo che noi BdS scarnifichiamo dalla formalità religiosa. Noisiamo più essenziali, andiamo più dritti al punto. Abbiamo una visone analo-gica, simbolica. Per esempio, il demone secondo noi, è sì bello da vedererappresentato con le sue ali, le sue corna ecc. Ma le sue ali e le sue corna nonsono tali in quanto io credo che esista un essere che svolazza, ma in quantosono significative dei principi che rappresentano. In questo senso noicogliamo le analogie che ci sono nella realtà per dargli un significato tra-mite l’elaborazione dell’Io. Le strade che portano alla conoscenza sonopassione e ragione esercitate in due momenti differenti. La passione nelvivere l’esperienza attraverso il rituale per esempio. E la ragione che suc-cessivamente analizza cosa è accaduto per riportarci nella realtà. Senzaquesta dialettica vivremmo nell’illusione. E noi satanisti non siamo deisognatori 37.

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36 Nonostante un paio di comunanze i riferimenti culturali dei BdS sono lontanissimidall’elenco proposto da G. WEHER e in cui compaiono pensatori cristiani, Novecento occulto.I grandi maestri dell’esoterismo contemporaneo, Neri Pozza Editore, 2002. Tuttavia sonoalmeno tre i punti di contatto tra satanismo e antisatanismo. Sommariamente: 1) l’aspirazioneall’eterno; 2) i rapporti storici tra cristianesimo e religiosità precristiane; 3) il distacco ritualedalla realtà ordinaria.

37 Dall’intervista ad A. Chalambalakis.

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Atto undicesimo: una logica del tempo

Il ripiegamento dell’Io nel mondo e del mondo nell’Io passa attraversouna modernità esplosa a cui è negata la nostalgia e la speranza di una comu-nità originaria: il tempo dei satanisti si sottrae al calcolo della razionalitàstrumentale.

Nell’era elettrica abbiamo sempre meno ragione di imporre un unico sistemadi rapporti a ogni oggetto o gruppo di oggetti. …Nel Rinascimento l’orologiosi associò alla rispettabilità uniforme della tipografia per estendere il poteredell’organizzazione sociale su scala quasi nazionale. Nell’Ottocento essopoteva ormai offrire una tecnologia coesiva inseparabile dall’industria e daitrasporti in grado di far agire un’intera metropoli quasi come un automa. Oranell’era elettrica del potere e dell’informazione decentrati incominciamo adolerci dell’uniformità scandita dall’orologio. Cerchiamo una molteplicità diritmi anziché una ripetibilità38.

Ma è nel tempo che si costituisce la soggettività, una dimensione inelu-dibile per chiunque. È nel senso del tempo che troviamo una chiave per lacomprensione delle relazioni sociali. Sono le pratiche temporali a indicare ilcontenuto dell’agire. Tanto che lo scontro satanisti/antisatanisti può essereletto come un conflitto tra un ordine socio-temporale fondato sulle conven-zioni, l’horarium benedettino, e un ordine socio-temporale fondato sullanatura, il rito magico. Poiché l’ordine del tempo è attraversato dall’ordinedel discorso, ecco il recupero neo-pagano di due parole-chiave: energia edivenire.

Nel rito satanico tu sei uno con l’energia che evochi e fai sorgere dentro di te.Energia che porta conoscenza, che fai esprimere per uscire dalla normalità.Alla fine il rituale serve per assaporare ciò che è natura e uomo, ciò che ènatura e vita. Serve per essere te stesso, la terra e quello che la calpesta. Allabase c’è la carica erettiva che ti spinge ad ergere, a intraprendere vari ruoli, aindossare le maschere. La carica erettiva è quella che ti erge: che ti pone alcentro dell’universo, come l’uomo di Leonardo. Per energia intendo lamateria. Come la corrente elettrica, il magnetismo. Tutte forze intangibili mache si sentono. Realtà oggettive però a stato energetico. Non intendo unostato spirituale perché non credo agli spiriti. È una dimensione affascinantema non ci credo. Trovo le correnti New-Age ridicole. Sono distorsioni dipensieri antichi. Gli angeli non esistono. Così come non credo a fatture,scongiuri, gatti neri e superstizioni varie. La vita sei tu in quanto animale cheproclami te stesso, prendi il tuo territorio, lo senti tuo, esprimi dentro di tecon la tua passione, forza, coraggio, sentimento. Ma sei solamente tu.Quando ti dicono che sei uno spirito ti vogliono portare via il tuo territorio.E lo fanno inventando che sei la reincarnazione di chissà cosa. Lo sco-po dell’umanità è quello di conquistare il mondo e distruggerlo. Perchédi naturale non c’è lo stato di pace. C’è una continua mutazione che portaalla distruzione e a nuova creazione. Questo è il pulsare della materia. Chenon è una cosa grezza. La materia è il demoniaco. Perché con il corpo

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38 M. McLUHAN, Gli strumenti del comunicare, tr. cit. pp. 158-159.

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esprimi, con la mani dipingi. L’espressione è tua energia è tua materia. Maqualsiasi cosa che tu insemini avrai sempre un anticorpo che la distrugge.La materia ha una sua regola dettata da nessuno. È un po’ delirante maè così.

Con un linguaggio chiaramente tribale, l’idea di energia è utilizzata daDimitri come spinta per la conquista del potere individuale: una sorta dinaturalismo universale basato sulla forza. Unicità, Io imperiale, narcisismo:termini differenti che si adattano al gruppo dei satanisti senza tuttavia com-prenderlo per intero. Torna il modernismo con tutta la sua ambiguità direpulsione/attrazione per la modernità. Fa capolino la cultura post-modernacon la sua insistente ricerca di valori post-materialisti centrati sull’autorea-lizzazione, l’autonomia individuale, la diversità, l’autoaffermazione39. Manel caso dei BdS la carica antigerarchica è dichiaratamente antispiritualista.È in netta controtendenza rispetto alla New Age e alla Next Age. L’oggettoBdS non è coerente. Oscilla costantemente tra diacronia e sincronia.Insegue l’autenticità del passato remoto, poi si ferma al «localismo» dellapropria filosofia. Certo, gli spazi per esprimersi sono ristretti. Tuttavia l’am-bivalenza è innegabile. Ed è visibile nel significato assegnato all’idea dienergia grazie all’inclinazione per le tecnologie informatiche:

Il carattere tattile, estremamente pervasivo del nuovo ambiente elettricoderiva da una rete di energia pervasiva che penetra incessantemente nelnostro sistema nervoso. … Questo ambiente già di per sé costituisce un tripinteriore, collettivo, senza utilizzare droghe. … «andare fuori» è soltantomolto incidentalmente un fatto chimico e su scala infinitamente più vasta èinvece una questione di ingegneria elettrica40.

Nei BdS la ricerca del principio attivo si coniuga con un’idea precri-stiana tramite la quale il divenire è al servizio dell’essere:

Fondamentalmente il demoniaco contesta il concetto di sacro storicamentecostruito dal cristianesimo. La nostra filosofia dice che il sacro non è il luogodella passività della famiglia e del pane quotidiano ma dell’attività, quindidell’arte, del fare, dell’agire. La sacralità per me è sfida, rottura dei limiti.Satana è avversario del limite. Con il satanismo si passa dall’organizzazionealla distruzione feconda, figlia del creare. Ecco che tornano in ballo i pro-cessi magici, la cultura esoterica. La bipolarità, bene e male, i contrasti che sibilanciano, che si escludono e che volgono poi in un sapere diverso. Satana èl’estremo del possibile e realizza la sua sacralità in senso individuale. Questasfida ai limiti sociali io la ritrovo nella cultura dionisiaca. Però noi non fac-ciamo riferimento a delle divinità, non offriamo doni a nessuno. Noi nonadoriamo nessuno all’infuori delle potenzialità umane. Quindi in questosenso siamo anche dei materialisti e siamo sicuramente moderni perché per

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39 Per la definizione di valori post-materialistici cfr. R. INGLEHART, La società post-moderna. Mutamento, valori e ideologie in 43 paesi, tr. it. Editori Riuniti, Roma 1998. Lariconcettualizzazione dell’idea di energia è un leit-motiv anche della New-Age. In propositocfr. B. A. BRENNAN, Mani di luce. Come curarsi e curare tramite il campo energetico umano,Longanesi & C., Milano 1998 (10).

40 M. McLUHAN, Q. FIORE, Guerra e pace, cit. pp. 77 e 79.

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quanto tu possa concepire una cosa astratta sei tu che la concepisci, sei unEgo che si espande attraverso l’interpretazione della realtà. I principi cheseguiamo sono quelli che governano l’universo, il cosmo: la creazione, ladistruzione, il piccolo, il grande, il bello, il brutto. Opposti che stanno allabase della costituzione estetica e formale di una divinità. Possiamo fare rife-rimento è Dioniso, oppure altri culti come quello della Terra-Madre. Noiliberiamo la divinità dalla dimensione idolatra, formale per far rimanere soloil principio che sta alla base poi del mondo della materia: il movimento del-l’universo41.

Atto dodicesimo. Dioniso: un corpo estraneo nel tempo sacro

Se parlare è combattere, allora due match dell’incontro satanisti/antisa-tanisti vanno, seppur di misura, a favore dagli antisatanisti. Il primo: l’espe-rienza carceraria ha liquidato il vertice dei BdS. Luongo e Bonora lasciano iBdS. Resta solo Dimitri che però in poco tempo rimpiazza i vecchi diri-genti. Il secondo: nella coscienza collettiva l’immagine dei BdS oscilla traquella di un gruppo che pratica messe nere, adora il Diavolo della Bibbia,profana cimiteri alla luce della luna e quella di ragazzi disturbati, sicura-mente poco raccomandabili. Non convince l’opinione pubblica l’idea diDimitri e del suo gruppo di un satanismo come forma di espressione cultu-rale neo-pagana. Tuttavia, il processo di criminalizzazione non è pie-namente riuscito: i BdS non sono stati trasformati in devianti: «Dopol’accusa di pedofilia e un anno di prigione sono assolto perché il fatto nonsussiste. Chiedo l’Appello e sono assolto una seconda volta. Io sono incen-surato».

Un piccolo esercito di giornalisti attende i BdS all’uscita da carcere. Ledomande sono quasi tutte di colore. Le grandi TV nazionali riprendono acorteggiare Dimitri. Ma lui preferisce fare controinformazione. Organizzaconferenze. Al suo fianco la realtà alternativa bolognese. Il Teatro Poliva-lente Occupato (TPO) allestisce uno spettacolo dal provocatorio titolo: Ilcaso Musti. La Procura di Bologna chiede lo sgombero del TPO. Ma il ten-tativo di censura fallisce. Lo spettacolo si tiene la sera del 30 gennaio 1999con successo di pubblico. Tuttavia la luna di miele di Marco con i massmedia è in declino. Per giunta i guai giudiziari di Dimitri non finiscono. Nelfebbraio 1999 ecco spuntare una nuova accusa: usura nei confronti di unaex iscritta ai BdS.

Ridevano persino gli agenti della Squadra Mobile di Bologna quando sonovenuti a notificarmi la cosa. Mi hanno trovato 15.000 £ e mi hanno detto: quiti vogliono incastrare. Poi è venuta la Squadra Mobile di Roma. Mi hannoschiaffeggiato, portato in caserma, costretto a denudarmi... Mi chiedevanose avevo paura… certo che ho paura, rispondevo… Hanno sequestrato qua-derni di poesie, CD, libri, il computer, l’elenco degli iscritti, disegnie materiale del genere... È ancora tutto al deposito… non ho i soldi per ildissequestro.

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41 Dall’intervista ad A. Chalambalakis.

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Anche queste accuse verranno presto archiviate. Nel gennaio del 2002Dimitri e gli altri due componenti del gruppo BdS coinvolti nell’inchiestadel 1996 tornano in Tribunale ma per chiedere tre miliardi di £ di risarci-mento a causa dell’ingiusta carcerazione42. In attesa del lieto fine, ancoraoggi Marco viene intervistato da questo o quel canale televisivo. Nel marzodel 2002 una Tv Los Angeles produce un intero servizio su di lui. Ma per lopiù è contattato come «esperto» quando dinanzi a reati difficilmente spiega-bili o controversi dalla penna di qualche giornalista spunta la coda del Dia-volo. È il caso della sparizione della bara del finanziere Cuccia. Rivelatasipoi l’avventura di due balordi. Oppure quello dell’omicidio della suora aChiavenna, in provincia di Sondrio, da parte di tre ragazze decisamente dis-turbate. È il recentissimo caso di infanticidio a Cogne, in provincia diAosta. Un delitto ancora senza colpevole e che in un paio di occasioni hachiamato in causa l’opera del Maligno. Dimitri viene intervistato come unasorta di consulente per cercare di comprendere se il satanismo è in relazionecon queste vicende. Togliersi di dosso l’odore di zolfo si rivela un’impresaimpossibile. Ma sembra che prima ancora dei BdS a non poter fare a menodell’odore di zolfo sia la società dello spettacolo. Da molti anni la fantasianotturna del satanismo occupa la scena con eccellenti risultati in termini diaudience. Complessi musicali come i brasiliani Sepultura riscuotono unsuccesso di nicchia ma comunque notevole. Esistono poi artisti noti algrande pubblico come il dissacrante Marylin Manson che incide album inti-tolati AntiChrist Superstar e in un suo videoclip fa saltare da un braccioall’altro di una croce di legno un divertito scimpanzé mentre la star cantaindossando un costume simile alla tonaca di un alto prelato. Perché perse-guitare i BdS dal momento che calcano la scena personaggi simili o gruppihard rock quali le Rockbitch famose per praticare sesso libero e che si esibi-scono seminude su palcoscenici infiammati da teschi, caproni e diavoli?Come mai non è possibile interrompere i riti notturni delle discoteche roma-gnole dove nudità, droga e trasgressioni d’ogni tipo abbondano e negli annii morti del sabato sera per incidenti automobilistici si contano a centinaia? IBdS in fin dei conti non hanno ammazzato nessuno. La risposta non puòessere univoca. Intanto, gli incubi di Bosch e Jung trasmessi dalla societàdello spettacolo godono di franchigia perché mettono in moto il lucrosogiro d’affari. In secondo luogo, il post-moderno fa delle subculture giovaniliun vettore determinante dei modelli di consumo culturale. Ma l’interesseeconomico non basta a spiegare tutto perché non tutto può essere tenutosotto il controllo del denaro. Né è necessario. Certo, larghe frange del catto-licesimo non vanno per i sottile e bollano in blocco il rock come demo-niaco. Ma talvolta per la cultura dominante il nemico interno è politica-

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42 Con una sentenza che troverà spazio nelle cronache dei quotidiani nazionali il 25 gen-naio 2003 la Corte di Appello di Bologna riconosce un risarcimento economico per ingiustadetenzione a Marco Dimitri, Gennaro Luongo (400 giorni di prigione ciascuno) e PiergiorgioBonora (135 giorni di prigione). Per i primi due il risarcimento è di 35.000 euro per il terzo di13.500 euro. I tre ritengono insufficiente l’indennizzo e presentano ricorso chiedendo perognuno il massimo consentito dalla legge: 500.000 euro.

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mente indispensabile. E se non c’è bisogna produrlo. Basta cercare nellealtre società che compongono il sistema sociale. La società di massa con-danna rock satanico e affini in contumacia, conosce Simmel e attendepazientemente il riflusso di una moda. Ecco una parola magica: «La moda ècontemporaneamente essere e non essere, essa sta sempre sullo spartiacquedi passato e futuro e ci dà, finché è in voga, una così forte sensazione delpresente come pochi altri fenomeni riescono a darci»43.

La moda è inevitabile, effimera e transitoria. La moda è astratta inquanto estranea al reale, e gode di un movimento autonomo che poco ha ache fare con l’individuo, il quale più che giocatore è giocato. La moda tendeall’autodistruzione e alla perdita della propria memoria. Tutto questo igestori della società di massa lo sanno bene. La moda di Satana passerà.Certo, il fenomeno va tenuto sotto controllo perché l’eterno cova nel tran-sitorio, cova nel ritorno delle dimensioni tribali per quanto sfruttate dall’in-dustria culturale. Perciò è inutile sprecare troppe energie per combatterel’inevitabile della società dello spettacolo. Nella sua variante metal il rap-porto tra consumi e identità che si richiamano alla simbologia demoniaca èuna cosa. Il satanismo è un’altra. Senz’altro ci sono delle affinità tra duesponde bagnate dalle acque dello stesso immaginario. Ma Dimitri e il suogruppo non hanno mai inteso proporsi come il gusto di un momento. Seavessero utilizzato i media per vendere qualcosa non avrebbero avuto pro-blemi, come non ne hanno cantanti indiavolati ma neppure indovini, astro-logi e cartomanti che si esibiscono quotidianamente in Tv consegnando adognuno il futuro di una superstizione 44. I BdS hanno rivendicato unamemoria, un essere, un passato. Hanno tentato una forma di socializzazionea cui tendono tutti i costruttori di memoria collettiva: la coalescenza trasocializzazione primaria e socializzazione secondaria, l’equilibrio tra rou-tine e spontaneità, l’alleanza tra razionale e irrazionale. Praticando il ritornodi una tribù pagana i BdS hanno riproposto come attuale un ordine socialedel passato remoto. Per la cultura dominante non è un fenomeno da sottova-lutare perché l’integrazione sociale dell’individuo si realizza quando dalrapporto tra socializzazione primaria e socializzazione secondaria sintetizzaun’immagine dell’esistenza. Un’immagine che fornisce alle continuitàimposte dall’ordine sociale del tempo (l’orario ecc.) l’elasticità necessariaper sopportare le discontinuità cercate dai singoli attori attraverso il movi-mento, la spontaneità, la protesta. I sistemi condivisi di credenze, dallamorale alla pubblicità, assolvono questo scopo: ricondurre la ricerca dicambiamenti dentro la cornice delle continuità in modo da sostenere l’auto-controllo individuale sul controllo sociale e viceversa. Ma il neo-pagane-simo dei BdS ha questo di particolare: non possiede un calendario né ade-

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43 G. SIMMEL, La moda e altri saggi di cultura filosofica, tr. it. Longanesi & C. Milano1985, p. 37.

44 Sulla credenza nei poteri delle stelle e il loro ruolo nel sottomettere gli individui alsistema sociale cfr. la ricerca qualitativa di T.W. ADORNO, Stelle su misura. L’astrologia nellasocietà contemporanea, tr. it. Einaudi, Torino 1985. Senza addentrarci nella critica dellaScuola di Francoforte alla pseudorazionalità delle società tecnologicamente evolute cfr. M.HORKHEIMER, T. W. ADORNO, Dialettica dell’illuminismo, Einaudi, Torino 1976, (2).

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risce alle «feste comandate» come ad esempio il Capodanno di Satana il 31ottobre o la prima notte di Tregenda il 21 dicembre. I BdS si sottraggono alcanone a favore dell’istinto: non diventeranno mai un modello di consumoperché non sono riproducibili. Possono diventarlo a una condizione: rinun-ciare alla lotta per il possesso della storicità.

Pan, Dioniso e Narciso sono le principali figure mitiche a cui i BdS rin-viano il loro essere neo-pagani. Un’altra continuità, altre discontinuità, unaltro incanto. In una parola: un’altra immagine dell’esistenza. Pan, la spintasessuale, e Narciso, l’amore di sé, sono le polarità del dio dei boschi, dellavite e dell’ebbrezza. Dioniso: il dio dal doppio volto, allo stesso tempopadre e sposo; il bambino abbandonato dalla madre e perseguitato dalle suestesse nutrici per averle gettate nel furore dell’amore e dell’ira; il nuovoculto che porta scompiglio a Tebe45. Dioniso è un altro ritmo della vita indi-viduale, di gruppo e sociale. Un pericolo pubblico per chi crede nell’immor-talità dell’anima. Un virus che infetta le partizioni dell’ordine del tempo:sacro/profano, pubblico/privato, libero/lavoro. E attacca alla base il poteredei costruttori della coscienza collettiva: religione e politica, informazione eapparati di repressione. Dioniso redivivo è la rottura del codice temporale. Enessuna resurrezione è permessa a un’esistenza così estranea al mondo cri-stianizzato. Dioniso può sopravvive nell’emarginazione dei ricordi libreschima non ha diritto alla storia. Non ha diritto a riproporre al mondo il suoessere naturale e divino. Il fronte antisatanista sembra non aderire affattoalle intime convinzioni del cattolico McLuhan:

«Ciò che è necessario è esser disposti a sottovalutare completamente ilmondo. Ciò è possibile solo ad un cristiano. …Oggi non c’è passato. Tuttele tecnologie, e tutte le culture, antiche e moderne sono parte del nostro oriz-zonte immediato» 46.

Né sembra che il Gris o il «Carlino» abbiano minimamente appreso lalezione dello studioso canadese. Grazie alla quale la tribù dei BdS è daconsiderare il ritorno di un fenomeno arcaico come la minigonna, il pier-cing, il tatuaggio: del tutto comprensibile nel modo post-industriale avviatoalla compresenza di più tempi negli ambienti tecnologici:

«Poiché l’Era elettronica inevitabilmente ci spinge di nuovo verso un mondodi visioni mitiche in cui… è bene liberarci del «senso mitico» di irrealtà ofalsità. È stato il frammentato e letterato intellettualismo dei Greci a distrug-gere la visione mitica integrale alla quale ora facciamo ritorno» 47.

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45 Sui molti volti di Dioniso cfr. K. KERÉNYI, Dioniso, Adelphi, Milano 1993 (3). Leintuizioni di M. MAFFESOLI contenute in, L’ombra di Dioniso, tr. it. Garzanti, Milano 1990,collocano il ritorno del tribalismo dionisiaco sul piano di una socializzazione orgiastica checoincide poco con la nostra prospettiva d’indagine né con il caso BdS. Va detto tuttavia che inuno scritto a quattro mani dei primi anni ’90 e mai pubblicato, Vangelo infernale, la sessualitàriveste un ruolo centrale per i BdS. Ruolo che sarà successivamente ridimensionato a favoredi un satanismo decisamente razionalista.

46 M. McLUHAN, Corrispondenza 1931-1979, tr. cit. pp. 247 e 248.47 M. McLUHAN, Q. FIORE, Guerra e pace nel villaggio globale, cit. p.185.

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Atto tredicesimo. Il Diavolo nella Rete

«Internet è follia. Come la vita. Perché la dinamica della vita è caos.Caos che si esprime».

Il sito Web dei BdS nasce nel 1998, dopo la contraddittoria esperienzamediatica di Dimitri: un luccicante palcoscenico che può trasformarsi facil-mente in gogna. Sia quando era avviato a diventare una piccola star televi-siva sia quando è precipitato nella polvere della cronaca nera, Dimitri havissuto sulla sua pelle il comportamento dei mezzi di comunicazione dimassa: il loro interesse per il satanismo alimenta quasi esclusivamente fan-tasmi. Nell’intera vicenda dei BdS il sistema dominante della comunica-zione ha oscillato tra il superficiale e l’ostile: è l’altra faccia della societàdello spettacolo. Così, per i BdS Internet diventa una «terra promessa» incui migrare e in cui esprimersi liberamente. Attualmente il loro sito è repe-ribile all’indirizzo: www.bambinidisatana.com e l’approccio al nuovomezzo di comunicazione è sintonizzato sulla terza fase della vita di Internet:quella comunitaria48:

L’idea è quella di fare informazione. Di dire chi siamo, proporre la nostrafilosofia e radunare un po’ di gente in grado di scrivere. Tutto questo senzanecessariamente incontrarci di persona perché l’incontro fisico comportatroppi rischi, tipo accuse false, perquisizioni in casa, parenti spaventati, car-cere... Io mi trovo anche nella condizione di dover proteggere le persone chesi iscrivono all’Associazione. Perciò debbo rispondere all’esigenza di incon-trarsi senza creare delle condizioni per essere attaccati. E Internet è lostrumento adatto sia per informare, sia per ricevere informazioni, sia perscambiare opinioni. Appena abbiamo aperto il sito sono arrivate migliaia di

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48 Internet è maggiorenne da parecchio tempo: ha ormai 30 anni. Le quattro stagionidella sua vita sono collegate alla sua principale forma d’uso sociale: fase militare, fase dellaricerca scientifica, comunità virtuali, business. Cfr. F. CARLINI, Chips & salsa. Storie e culturedel mondo digitale, manifestolibri, Roma 1995, pag. 163 e segg. Come noto, la quarta fase èstrettamente legata alla New Economy e alla fine degli anni ’90 ha conosciuto una pesantis-sima battuta di arresto: Internet si è dimostrata poco incline al broadcasting e ad un uso dimassa. Ridimensionate le ambizioni economiche attualmente la Rete vive in una sorta dicoesistenza pacifica tra le differenti modalità d’uso sociale. L’utilizzazione che ne fanno iBdS è aderente a quella anarchico/partecipativa tipica delle comunità virtuali con una minimaattenzione alla dimensione di servizio per l’utenza. Sulla fase comunitaria di Internet cfr. J.C.HERTZ, I surfisti di internet, Feltrinelli, Milano 1995. Il lavoro della allora appena venti-duenne Hertz è il risultato di lunghi mesi di navigazione nel Web condotti in prima personadall’autrice. Dall’esperienza della Hertz il mondo delle comunità virtuali si caratterizza, tral’altro, per la repulsione nei confronti delle masse vissute come una calata di barbari distrut-tori dello spirito comunitario. Atteggiamento ancora oggi assai diffuso per il pericolo reale opresunto che comporta l’allargamento della Rete al grande pubblico. Ossia: la riduzione diInternet ad una sorta di Tv interattiva totalmente sottomessa alla logica del mercato, all’inva-sione della pubblicità e al conseguente impoverimento contenutistico. Se in questo timore c’èsicuramente del vero, e lo dimostra l’assoluta omogeneità paratelevisiva dei portali commer-ciali, va detto tuttavia che Internet è anche uno strumento di comunicazione indipendente chepermette una libera e immediata circolazione delle informazioni. Ed è in questa chiave cheviene utilizzato dai BdS. La versione tecno-ottimista delle comunità virtuali gode di un vastaletteratura e di molti narratori. Ci limitiamo a citare uno dei suoi principali guru H. RHEIN-GOLD, Comunità virtuali, Sperling & Kupfer, Milano 1997.

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contatti. Negli primi due anni abbiamo avuto 46.000 accessi. Ma la cifra èimprecisa. A un certo punto i contatori si sono rotti, poi li abbiamo azzeratiperché abbiamo cambiato server. Adesso ci stiamo attrezzando.

Per limitare al massimo gli incontri face-to-face, gli attuali associati aiBdS sono nella grande maggioranza alfabetizzati all’uso dei nuovi media esi sono conosciuti prevalentemente tramite Internet 49. Il sito è realizzatoprevalentemente in Flash e Html ed è quotidianamente aggiornato dallostesso Dimitri. Il quale, dopo l’odissea giudiziaria che lo ha escluso dalloshow televisivo, ha fatto di necessità virtù e si è ingegnato con le opportu-nità offerte dal Web per «liberare le persone dal pregiudizio nei confrontidella nostra cultura» e per trasmettere all’esterno i contenuti del satanismo.

Sono diventato Web-master perché a furia di fare il sito dei BdS ho scopertoche sono bravo e i siti che creo piacciono. Così mi sono detto: perché non lofaccio per mestiere? Sostanzialmente sono un artista. Almeno così io misento. Bene o male ogni giorno devo dare spazio alla creatività, all’istinto:scrivo, disegno, porto avanti il sito dell’associazione... Devo realizzare qual-cosa di mio altrimenti non mi sento bene. In questo senso penso di aver datodi tutto, di più alla società. Penso di aver piantato un seme per andare un po’oltre il modo convenzionale di vedere. Di aver dato anche il mostro. Lafigura del mostro non è quella che mi hanno appiccicato addosso i media. Ilmostro è colui che sa che non c’è alternativa dal non essere che se stessi.Ecco, quando uno è conscio di questo socialmente è un mostro. Perché ilmostro è sempre il saggio. È sempre quello che alla fine sa distinguere. Ildottor Jekyll della situazione 50.

Il luogo dove vengono realizzate le pagine web del sito è anche la sededei BdS e si trova nell’appartamento di Dimitri. Uno spazio a metà tra l’an-ticamera dell’Inferno e la casa intelligente. Marco vive immerso in unambiente colonizzato dall’Hi-Tech. La sua casa è una narrazione di mac-chine con le quali entrare in contatto: un circuito interno di videosorve-glianza; illuminazione automatica delle stanze tramite fotocellula; duepostazioni di lavoro complete di PC e relativi accessori, dallo scanner allastampante al collegamento Adsl (le forze dell’ordine hanno sequestrato aiBdS altri 2 PC); Tv da 36 pollici; console playstation con annessi numerosivideogiochi; vari joystick; videoregistratore; stereo con relative opzioni,

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49 Ob torto collo i BdS non rientrano nella casistica degli utenti «tecnologicamenteorientati» né in quella degli utenti «socialmente orientati». Intendendo con i primi navigatoriesperti interessati alle potenzialità espressive della Rete come ad esempio quelle rese possibilinei party virtuali; e con i secondi: «utenti — probabilmente la maggioranza — meno interes-sati ai giochi di simulazione che gli incontri in rete rendono possibili». Cfr. A. ROVERSI, ChatLine. Luoghi ed esperienze della vita in Rete, il Mulino, Bologna 2001, pp. 56-57. Dopo dueanni di osservazione partecipante, dalla ricerca di Roversi emerge che i chatter italiani(35/40.000 unità) rientrano nella tipologia degli utenti socialmente orientati in quanto finaliz-zano le loro frequentazioni digitali per ampliare relazioni amicali ed affettive nella vita off-line, vedi pag. 112-113.

50 La contrapposizione frontale alla società è uno scarto che separa nettamente l’esteticadella vita di Dimitri dal dandysmo.

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amplificatore, torre CD ecc.; radiotrasmittente; cellulare ultraminiaturizzatoche squilla perennemente.

Certo non è la casa intelligente di Bill Gates. Ma è senz’altro unambiente tecnologicamente più avanzato della media. Ambiente costante-mente immerso in una cupa penombra, ammorbato dal fumo di sigaretta,attraversato da cavi elettrici sommariamente intrecciati e integrato con unarredo dark: nere le pareti e le porte, nere le scrivanie e le varie suppellettili,nere le tende alle finestre, nero il vessillo dei BdS che campeggia alle spalledella scrivania di Dimitri. Ovunque simboli che richiamano il Principe delleTenebre: draghi alati, teschi (di materiale sintetico), candelabri, candeleconsumate, quadri che ritraggono il Demonio sotto forma di caprone,decine di fotografie (rigorosamente in bianco e nero) appese ai muri e sulleporte e che propongono teatralmente la messa in scena di riti satanici.Dimitri vive solo. Unica sua compagnia, Astaroth. Un magro e silenziosogatto certosino con una ciste rosa-pallido in mezzo alla fronte che gli confe-risce un’aria decisamente inquietante. Salvo circostanze particolari, Marcolavora mediamente circa tre ore al giorno alla tenuta del sito dei BdS.Mentre per l’aggiornamento professionale dedica circa due ore la sera leg-gendo riviste specializzate, sperimentando programmi ecc. Se a questiimpegni si aggiunge l’attività di Web-master e la creazione di siti per contoterzi, la realtà virtuale è parte integrante dell’esperienza quotidiana diMarco, il suo stile di vita è un modo di essere pienamente integrato con la«cultura del computer» 51.

L’architettura del sito dei BdS non segue le regole di economicità ditempo a cui in molti oggi si attengono 52 e fa sfoggio dei programmi di com-puter grafica di maggiore tendenza sulla Rete. Il sito è diviso in due parti:un’HP sonora che contiene le sezioni: chi siamo, negozio, arte foto, culturapagana, libri, forum, chat, iscrizioni, filosofia dei BdS, vampirismo, strego-neria, demoni, antisatanismo, comunicati. Nella stessa HP si trova il link al«portale nero» che contiene una serie di servizi tipici dei portali: dai giochi

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51 La cultura del computer: a) scaturisce dalla recente espansione del mercato dellecomunicazione; b) sta producendo una profonda mutazione antropologica; c) il linguaggio delPC è parte del senso comune. Secondo S. Turkle, il concetto di «uomo nuovo» corrispondealla capacità individuale di sviluppare un Io multiplo in grado di muoversi tra le diverse fine-stre che si aprono sullo schermo del monitor di un PC. Finestre che si trasformano simbolica-mente in stanze dove si consumano esperienze del tutto simili a quelle della vita reale. S.TURKLE, Il secondo io, Frassinelli, Milano 1985 e, della stesa, La vita sullo schermo, Apogeo,Milano 1998.

52 Per la realizzazione di un sito web il noto decalogo di J. Nielsen stabilisce i seguentipunti: «assicurare un collegamento veloce, non più di 15 secondi; evitare sofisticazioni tec-niche, non necessarie; evitare troppe elaborazioni grafiche; evitare l’utilizzo di frame, cioè dispezzare troppo la pagina; il tempo di risposta non deve superare i 10-15 secondi; scegliere unindirizzo semplice, facile da ricordare; aggiornare frequentemente il sito; evitare gli scrolltroppo lunghi, inserire sempre una mappa del sito; utilizzare colori standard non troppovistosi per i link; marcare tutte le pagine per semplificare la navigazione». Cfr. A. FORBICE,Tutti gli uomini della rete, RAI Eri, Luca Sossella editore, Roma 2000, pp. 71-72. Lo spiritoanarchico che aleggia tra i creativi del Web è insofferente alle regole fisse. E il miglior modoper non lasciarsi irretire dalla logica di Nielsen è quello di inventarne un’altra attraverso alcontinua sperimentazione.

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all’edicola, dai link con siti affini a orari utili ecc. Il «negozio» è un piccolospazio dedicato all’e-commerce. Ma nessuno pensi di trovarci talismani efeticci simili ritenuti dai BdS sciocchezze per gonzi, «una bestemmia neiconfronti del pensiero magico che è la propria ritualità esistenziale». Il mer-chandising dei BdS si riduce a poca cosa: la vendita di T-Shirt, medaglioni edella loro rivista, «Kaffeina», organizzata per numeri monografici e chetratta le varie tematiche del paganesimo ma anche voodoo, vampirismo, cul-tura e magia dell’antico Egitto ecc. Chat e forum non registrano numeri dacapogiro: attualmente gli iscritti al forum sono una sessantina e i messaggiscambiati nell’ordine di alcune decine al giorno.

Fatta eccezione delle band metallare, nel panorama Web italiano i sitidichiaratamente satanisti sono pochi: una decina. Di questi solo tre, forsequattro non hanno intenti commerciali mascherati con paraventi esoterici.Da notare che sui motori di ricerca italiani la gran maggioranza dei sitirichiamati con la voce «satanismo» sono in realtà antisatanisti. Uno sbilan-ciamento che tradisce più la paura che la realtà del fenomeno. Numerosis-simi sono invece i siti che si richiamano al neo-paganesimo. Ma qui distin-guere tra ciò che è satanismo e ciò che è vago occultismo o addirittura ideo-logia New-Age richiederebbe un’indagine ad hoc tanto è il mixaggio distili, richiami e citazioni esoteriche.

Al di là dei possibili limiti tecnici, il sito dei BdS non è nelle sue inten-zioni di tipo immersivo. Non è uno spazio in cui abitare, o in cui accadonoeventi immaginari vissuti come reali. Non è la riproduzione immateriale diuno spazio reale. È fondamentalmente un teatro dell’immaginario satanista.Un uso pacifico di Internet come lavagna, vetrina, esposizione, spazio cultu-rale. Nel sito dei BdS non ci sono maschere ma poesie. Non ci sono perso-naggi virtuali ma fotografie. Non ci sono giochi di simulazione ma scrittura.Non c’è l’elogio spinto del macabro. Non c’è sesso. Un racconto disarmato,se confrontato con quello che si può vedere in Rete. Ma dove l’identità delBdS si presenta per quella che è: una tribù della società dello spettacolo.Conclusione generale: i BdS sono un gruppo che rappresenta principal-mente lo stile del satanismo, ossia un gioco di apparenze tipico di una sotto-cultura in guerra contro la morale dominante. Lo dimostra la formula comu-nicativa del sito Web curato da Dimitri: uno spazio informativo che esprimeuna tendenza. Certamente la scarsa aggressività è dovuta al timore di pre-stare il fianco a pretesti buoni per censure o peggio. Ma c’è dell’altro. Ilnavigatore alla ricerca di emozioni forti deve andare a cercarle altrove. Nelsito dei BdS non le troverà. Neppure troverà una guerra al cristianesimo. Lascelta dei BdS è orientata da una strategia comunicativa leggera. Ancor piùleggera di numerosi siti Web di gruppi shock rock. Un sito che non fa magieè il gesto magico dei BdS.

Non posso parlare di una missione vera e propria del sito dei BdS. Internet ècome l’universo, come la materia. Prende vita dalle nostre azioni. Da quelloche noi immettiamo. Questa è una forma magica. Quindi Internet dipendedalla nostra disponibilità e capacità di dialogo, dal nostro insegnare, impa-rare. Impariamo e creiamo allo stesso tempo. Assembliamo degli oggetti vir-

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tuali. Diamo loro una forma. La tecnologia cerca di emulare l’Antico Valore.Ad esempio cerca di far comunicare. Tenta di far viaggiare oltre il muro deicinque sensi. Questo Valore, che è poi un’acquisizione di coscienza, è siaantico che moderno. È un’emulazione tecnologica di quello che erano virtùumane primordiali. Poter sentire quello che normalmente non si sente…Stiamo parlando della trasmissione via radio, dei radar, delle onde elettroma-gnetiche. Stiamo parlando di essere onnipresenti. Prendiamo un cellulare peresempio. Ci fa comunicare ovunque noi siamo. È il cervello che fa un attomagico, che crea uno strumento per andare oltre lo spazio. È una forma ditelepatia elettronica. La telepatia ha preso come veicolo la tecnologia. Equesto fa pensare. Non basta dire tecnologia per intendere l’evoluzione, lamodernità. L’Ego si evolve quando la propria coscienza è unica e una conl’universo. Qui c’è la crescita, la presa di consapevolezza che ha poi bisognodella sua espressione rituale. Mentre la tecnologia è un albore, una deriva-zione.

La tribù dei BdS si trova a proprio agio nell’Era tecnologica perchétenta di valicare il senso comune. Al gruppo di satanisti si può forse appli-care la nota deduzione di McLuhan sul ruolo dell’artista: che raccoglie lesfide lanciate dalle innovazioni tecnologiche e

gioisce delle novità percettive offerte dall’innovazione. Il dolore provatodalla persona media nel percepire la confusione si carica di eccitazione perl’artista nella scoperta di nuove frontiere e nuovi territori per lo spiritoumano. Si gloria di nuove identità, collettive e private, le quali però, negliestablishment politico ed educativo come nella vita domestica, portanoinvece anarchia e disperazione53.

Atto quattordicesimo. L’incanto del mondo digitale

L’equazione energia = magia è talmente intuitiva da apparire quasi unautomatismo culturale. D’altra parte la tentazione è assai forte dal momentoche i nuovi media sono considerati estensioni del corpo umano: «La conti-nuità tra i due campi, il tecnologico e il biologico, è stabilita dal fattoche c’è elettricità sia all’interno che all’esterno del corpo. …le reti tecno-logiche hanno dimostrato una tendenza a crescere in modo esplosivo,come quelle biologiche del nostro sistema nervoso subito dopo la nascita» 54.

Non è la prima volta nella storia che tecnologia e magia si trovano afare i conti l’una con l’altra in una commistione di ruoli che per lacoscienza scientifica è oggi del tutto improponibile. Tuttavia l’intangibilitàdella Rete unita alla sua tendenza alla tribalizzazione ripropone alla ragioneun confronto che sembrava ormai sepolto:

È sorprendente come la rete possa privarti delle tue convinzioni adulte sulleleggi della fisica. Sei costretto ad adottare un approccio quasi infantile almondo digitale: chiedi sempre perché, perché, come un bambino di cinque

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53 M. McLUHAN, Q. FIORE, Guerra e pace nel villaggio globale, cit. p. 12. 54 D. de KERCKHOVE, L’intelligenza connettiva, Multimedia, Roma 1999, p. 179.

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anni e accetti le risposte per quanto ti possano apparire strampalate, perchél’alternativa è credere che accada tutto per magia55.

E se certo di magia non si tratta la Rete è un mondo parallelo a quellooff-line dove tecnologia, parole e immagini si fondono in una dimensioneimmateriale che genera vite artificiali. Fiabe popolate da una non-vita chevive in maggiordomi, ragni e robot digitali; racconti di apparenze realicome gli avatar, i nickname e le false identità; fughe dalla realtà che edu-cano alla realtà come i giochi di ruolo, i party elettronici e il cybersex;trame di apparizioni/sparizioni come l’allentamento dell’autocensura, ilcambiamento dell’identità sessuale e l’anonimità nelle chat; immaginarifatti di formule rituali come l’uso di acronimi, forme linguistiche contratte,emoticone; messe in guardia dai pericoli come quelli causati dalla perdita diorientamento durante la navigazione, dall’eccesso di informazioni, dallatecnologia opaca 56.

Con Internet si presenta la stessa dinamica che si ritrova nel rito satanico. Laritualità è un riconoscimento della propria natura, e del connubio che ha contutto quello che c’è attorno, in una forma precisa che è energetica. Come lascheda del PC si carica di energia così il tuo corpo si carica di un’energia chetu evochi principalmente a te stesso. In quell’Uno che sei tu e l’Universo. Lascheda del PC incamera in sé una forma energetica e la esprime all’internodell’elaboratore per arrivare ad un risultato di un mondo creato, sia pure vir-tuale ma creato. Se invece della bacchetta usiamo il mouse la cosa noncambia. Non usiamo più la bacchetta magica, il famoso simbolo attivo, fal-lico, ma il mouse per creare attorno un nostro universo, una nostra forma, unnostro colore, che diventa sempre e in ogni modo un metodo di comunica-zione.

L’informazione come energia è stata ed è ancora in parte un motivoguida di molti guru dei new-media. D’altra parte, la sua concettualizzazionein termini sociali ha alle spalle una storia. La si ritrova sotto varie forme inpiù punti della cultura occidentale: dalla volontà di potenza nella filosofia diNietzsche e nella psicologia di Adler alle idee di macchine organizzative egruppi di pressione nella sociologia. La si ritrova anche nell’uso sempre piùallargato di Internet. La vita virtuale ha messo all’ordine del giorno il pro-blema dell’abolizione del tempo e dello spazio restituendo al linguaggioesoterico il potere perduto, restituendo alla parola la sua carica magica:

L’elemento importante consiste nel riconoscere che i sistemi informativi elet-trici sono ambienti vivi nel senso più organico del termine. …Mentre la

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55 HERTZ, I surfisti di Internet, cit. p. 96.56 La tecnologia opaca, è una delle varie contraddizioni delle macchine a base informa-

tica e consiste nell’impossibilità per l’utente di comprendere anche solo intuitivamente comefunziona l’oggetto che si ha tra le mani. La perdita di orientamento costituisce uno dei più fre-quenti elementi di disturbo del navigatore on-line il quale non solo non riesce a fare il puntodella rotta ma perde di vista anche la meta mettendo così in discussione il senso del suo stareseduto per ore davanti al monitor. L’eccesso di informazione conduce al paradosso dellacomunicazione: la possibilità di comunicare che è possibile comunicare. Un atto di presenzaprivo di spessore, di qualità, di personalità.

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ruota è un’estensione del piede, il computer ci offre un mondo dove manoumana non ha mai posto piede. …Non meno di quanto la ruota è un’esten-sione del piede, il computer è un’estensione del nostro sistema nervoso, cheesiste grazie a feedback e a circuiti 57.

Il cyberspazio gode ormai di una relativa autonomia 58. È un luogo dipura informazione definito da William Gibson, inventore del termine:«un’allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno». Chi percepisceInternet come un mondo incantato «dove mano umana non ha mai postopiede» non necessariamente deve navigare tra i siti delle nuove religioni.Può tranquillamente iscriversi a un gioco di ruolo. I più amati sono universifantasy popolati da creature irreali: elfi, umanoidi, mostri, gnomi, esseriimmortali e mistici la cui parola ha carattere evocativo, si carica di magia epermette di costruire mondi. Nei MUD giocatori esperti hanno la possibilitàdi diventare «maghi» e di ottenere poteri sovrannaturali come rendersi invi-sibili. I più abili acquisiscono addirittura il titolo di «dio».

Nonostante il reincanto che offre, Internet non è irreale. È una nuovarealtà. Per i BdS rappresenta la parziale soluzione per combattere la strut-tura comunicativa egemone; per affermare la propria specificità culturale. Ela virtuale abolizione del tempo e dello spazio non fa che spostare il con-flitto tra cultura dominante e gruppi subalterni su un altro piano. Anche sul-la Rete comunicare non significa affatto mettere in comune. La virtualità diInternet non abolisce la società. Che d’incantevole ha assai poco e si ripre-senta con tutte le sue contraddizioni. Come ogni media Internet riproduce irapporti sociali di potere: le sue pratiche di inclusione e di esclusione.

In generale nella Rete: si formano comunità virtuali e ci si ammala dinet-addiction (Internet-dipendenza), si acquista volenti o nolenti una data-image (identità personale costruita attraverso archivi e data-base); si lavorae si consuma; si formano nuove opportunità e nuove disuguaglianze; si lottaper la libertà di parola come fanno i siti di informazione indipendente e sitiene sotto controllo la libertà di parola come il vagheggiato grande fratellosotto le vesti del marketing, della pubblicità, della repressione poliziesca; sicommercia e si stringono amicizie; si sperimentano nuove espressioni arti-stiche e si torna ad usare massicciamente la parola scritta; si aiuta il pros-simo e si cerca di frodarlo; prendono corpo nuove speranze comunitarie enuove paure collettive. Nel caso particolare dei BdS, Internet è un mezzoper creare legami sociali partendo dalla singola soggettività. E in questosenso il loro sito non è meramente autoreferenziale:

Siamo in Internet ma ci sentiamo ancora soli nonostante le chat, l’email,i news group. Siamo su Internet ma siamo ancora da soli. Per cui nelnostro sito ognuno dà un’informazione che informa ad informare. Informa sestesso innanzitutto. Scrivendo, e in un certo senso l’attività di scrittura èanche terapeutica, una persona inserisce delle informazioni, poi si rendeconto che sono utili per se stesse, si rende conto è bello e scrive ancora.Dopo, con il tempo, quello che ha scritto diviene informazione di utilità per

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57 M. McLUHAN, Q. FIORE, Guerra e pace nel villaggio globale, tr. cit. pp. 36 e 53. 58 Sul concetto di cyberspazio cfr. M. BENEDIKT, Cyberspace, Muzzio, Padova 1993.

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un dialogo comune, per abbattere barriere. All’inizio la persona dà un mirrordi se stessa. Parla di sé, io sono questo, la penso così. La sua scrittura diventauna realtà oggettiva e il sito viene visitato. Internet permette alle persone diandare oltre il loro messaggio tirando fuori quello che non hanno mai detto,forse neanche a se stesse. Internet è fatta per cospirare se per cospirare siintende parlare di quello di cui si è sempre taciuto. Dire la propria. Che poiquando una cosa è scritta diventa una piccola verità, c’è. È la magia dellascrittura. Non è più il giornalista, la Tv che fanno informazione, ma è il sin-golo con il proprio quoziente di intelligenza. L’informazione a parere miodeve rimanere sempre incensurata. E certo, cospirazione è una parola grossaperché ha tante sfaccettature. Ma se Internet è uno strumento sovversivoverso lo Stato lo è se lo Stato è uno strumento repressivo verso la liberainformazione.

Atto quindicesimo. Preistoria contro storia: la guerra continua

Senz’altro il computer è un modo rivoluzionario di comunicare,ma lafonte dell’informazione restano le persone in carne ed ossa con i loro pen-sieri, capacità creative, vocazioni, portati culturali, redditi differenti, appar-tenenze di classe. Internet e il multimediale costituiscono la prosecuzione inun’altra dimensione degli scontri tra individui, gruppi e società sui signifi-cati dell’esistenza. Scontri che, come nella partita satanisti/antisatanisti,sono combattuti tra discorsi trincerati su fronti opposti e dove l’incomunica-bilità prevale sulle possibilità di reciprocità. Peggio ancora: dove i discorsinon finiscono mai di misurarsi e ricadono in qualche maniera all’internodella guerra perpetua nella quale siamo definitivamente entrati 59.

Nel momento in cui le tecnologie della comunicazione sprigionanonuove possibilità di interazione, la lunga durata, verrebbe da dire la prei-storia per usare il vocabolario di Marx, ritorna a galla: riemerge lospazio/tempo in cui la vita sociale dell’uomo è determinata in larga misurada forze esterne. A suo modo, McLuhan è perfettamente consapevole diquesto processo e ha insistito sull’idea di tribalizzazione. Ma il suo pen-siero, pur senza scadere nel determinismo tecnologico, 60 è altrettanto perfet-

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59 Sulla caduta della distinzione tra militare e non-militare cfr. Q. LIANG, W. XIANGSUI,Guerra senza limiti. L’arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione,LEG, Gorizia, 2001, a cura del Gen. F. Mini. «In larghissima parte, la guerra non è nem-meno più guerra, quanto piuttosto uno scontrarsi su Internet, fronteggiare i mass media,attaccare e difendersi in transazioni di cambio a termine, insieme a tutta una serie di realtàche non abbiamo mai considerato come «guerra», e che potrebbero coglierci di sorpresa»p. 123.

60 Il determinismo tecnologico è un atteggiamento mentale e culturale pseudorazionaleassai diffuso che suppone lo sviluppo delle macchine come un progresso in sé senza alcunaconsiderazione delle scelte politico-economiche che hanno determinato tale sviluppo e senzaconsiderarne l’impatto sociale reale, anzi vagheggiando il più delle volte scenari tecnoutopiciin virtù dei quali le macchine risolvono i problemi umani modificando in meglio la vita ditutti. È una concezione ingenua che assegna alla tecnologia virtù mistiche e universalizzanti.È una ideologia diffusa soprattutto da un marketing disonesto che ha dalla sua il sostegnoacritico dei mezzi di comunicazione di massa. Con l’avvento del digitale e di Internet sono

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tamente orientato dal prevalere del dato tecnico sul contenuto, del percepitosul precetto: il mezzo è il messaggio. Non può essere altrimenti. Chi nonriconosce il primato del conflitto nella comunicazione orientata dai vecchi enuovi media, cerca altrove. Così l’inventore del villaggio globale resta pri-gioniero della strega elettronica. Anche per lui il Diavolo esiste. Scrive inuna lettera indirizzata a R.J. Leuver, direttore di un giornale clericale diChicago: «Non è male che di tanto in tanto ricordiamo a noi stessi che il“Principe di questo Mondo” è un grande addetto alle pubbliche relazioni, ungrande venditore di nuovi hardware e software, un grande ingegnere elettro-nico, e un gran maestro nell’uso dei media»61.

Forse McLuhan avrebbe interpretato come tribale anche il massiccioritorno della religiosità visionaria sostenuta dalle tecnologie della comuni-cazione. Internet è oggi uno dei tramiti e dei territori delle apparizioni diMaria. La Rete:

…è anche un luogo di organizzazione della cultura visionaria cattolica,poiché le offre una straordinaria infrastruttura, consentendo di stringere rela-zioni e moltiplicare contatti in una maniera inimmaginabile in passato. …èinoltre un luogo di devozioni mariane, perché attraverso esso si prega, si visi-tano devotamente siti, vi si dirigono pratiche rituali. …è un luogo di comu-nità, perché vi si organizzano gruppi di devozione, di preghiera, di corrispon-denza visionaria e ci si scambiano oggetti, oltre che preghiere e consigli.…per i devoti Internet è anche un luogo di prodigi, in cui si vede diretta-mente il Cielo, in cui il Cielo parla62.

Nei territori virtuali, diavolo e acqua santa vivono in spazi separati diespressione. Esattamente come nella vita off-line, ognuno racconta la pro-pria fiaba.

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state allestite ultraventennali campagne propagandistiche sulla rivoluzione del silicio come sela tecnologia avesse potuto cambiare l’intera società. Storicamente non è mai stato così e nonlo è oggi. Gli effetti sociali del computer non sono affatto ovvi e scontati ma dipendono dascelte politiche e commerciali che in primis favoriscono le élite ed escludono la società civile:la tecnologia non è partecipata ma è subita dal grande pubblico. Persino le scelte tecnichesono il risultato di un condizionamento sociale (da come escludere un determinato gruppo dilavoratori specializzati indirizzando la ricerca o la scelta di questo o quel software, ai tempi diaggiornamento di un determinato programma di videoscrittura ecc.). Una vera e propriademolizione della retorica del determinismo tecnologico (ad es. nella versione del Media Labdi Negroponte) è riscontrabile in W. H. DUTTON, La società on-line. Politica dell’informa-zione nell’era digitale, Baldini & Castoldi, Milano 2001. Nonostante limiti e contraddizionidovuti ad un approccio politico estremamente moderato, a sua volta riflesso del dichiaratoorientamento cristiano-sociale, sono comunque di una certa utilità i lavori di D. LYON, sul-l’impatto sociale delle ICT, La società dell’informazione, il Mulino, Bologna 1991; L’occhioelettronico. Privacy e filosofia della sorveglianza, Feltrinelli, Milano, 1997, La società sorve-gliata, Tecnologie di controllo della vita quotidiana, Feltrinelli, Milano, 2002.

61 M. McLUHAN, Corrispondenza 1931-1979,tr. cit. p. 248.62 P. APOLITO, Internet e la Madonna. Sul visionarismo religioso in Rete, Feltrinelli,

Milano 2002, p. 21.