LA CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA. ASPETTO … · 2019-03-02 · NENAD CAMBI Fig. 2. Salona,...

37
Nenad Cambi LA CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA. ASPETTO ARCHEOLOGICO 1. PREMESSA Secondo le fonti storiche la cristianizzazione della provincia romana della Dalmazia cominciò già nel I secolo. L'apostolo Paolo inviò il discepolo Tito in Dalmazia con lo scopo di evangelizzare queste terre 1 Per il periodo successivo ci sono solo pochissme noti- zie o informazioni storiche fino al tardo III secolo, quando le comu- nità cristiane erano già sviluppate, anzitutto a Salona e negli altri centri litoranei. I vescovi (Venanzio 2 e Domnio 3 ) e i martiri (circa una decina) a Salona attestano che il numero dei fedeli doveva esse- re abbastanza consistente nel III secolo 4. Dal I secolo alla seconda metà del III si ebbe il periodo del fervore della nuova fede in Dal- mazia, senza, però, testimonianze archeologiche. I resti archeologi- ci cristiani non sono rintracciabili prima del tardo III secolo. Da quel periodo provengono poche ma sicure testimonianze dell'archi- tettura e della scultura. Sono anche attestati oggetti personali, quali pendagli, gemme, anelli, con figure e simboli cristiani 5 2. ARCHITETTURA 2.1. Salona I primi resti della cristianità a Salona rono scoperti nell'an- golo nord-occidentale dell'estensione della città verso est (la cosid- ' T,M. !I, 4, I O. L'unica ragione della venuta di Tito in Dalmazia sarebbe l'evan- gelizzazione della gente. 2 Buué 1928; SAxER l 987, p. 300; pp. 300-30 I; lvAN1sEv1é 1994, p. 225. Questi autori hanno escluso Venanzio dalla lista dei vescovi salonitani, ma a mio parere questo non è corretto. Questo è anche il parere di BRATOz 2004b, p. 225. 3 SAxER 1987, pp. 296-308; lvAN1sEv1é l 994, p. 229; pp. 229-230; 8RATOZ 2004a, p. 119. ' DvGGVE 1951, p. 75 con tav. a p. 74; SAxER 1987, pp. 293-325. 8RATOZ 2004b, pp. 225-228. 5 CAMBI I976a, tavv. XXIV, XXV; Satana I994, pp. 225-289 con le figure corri- spondenti. 263

Transcript of LA CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA. ASPETTO … · 2019-03-02 · NENAD CAMBI Fig. 2. Salona,...

Nenad Cambi

LA CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA.

ASPETTO ARCHEOLOGICO

1. PREMESSA

Secondo le fonti storiche la cristianizzazione della provincia romana della Dalmazia cominciò già nel I secolo. L'apostolo Paolo inviò il discepolo Tito in Dalmazia con lo scopo di evangelizzare queste terre 1• Per il periodo successivo ci sono solo pochissme noti­zie o informazioni storiche fino al tardo III secolo, quando le comu­nità cristiane erano già sviluppate, anzitutto a Salona e negli altri centri litoranei. I vescovi (Venanzio 2 e Domnio 3) e i martiri ( circauna decina) a Salona attestano che il numero dei fedeli doveva esse­re abbastanza consistente nel III secolo 4. Dal I secolo alla seconda metà del III si ebbe il periodo del fervore della nuova fede in Dal­mazia, senza, però, testimonianze archeologiche. I resti archeologi­ci cristiani non sono rintracciabili prima del tardo III secolo. Da quel periodo provengono poche ma sicure testimonianze dell'archi­tettura e della scultura. Sono anche attestati oggetti personali, quali pendagli, gemme, anelli, con figure e simboli cristiani 5

2. ARCHITETTURA

2.1. Salona

I primi resti della cristianità a Salona furono scoperti nell'an­golo nord-occidentale dell'estensione della città verso est (la cosid-

' T,M. !I, 4, I O. L'unica ragione della venuta di Tito in Dalmazia sarebbe l'evan­gelizzazione della gente.

2 Buué 1928; SAxER l 987, p. 300; pp. 300-30 I; lvAN1sEv1é 1994, p. 225. Questi autori hanno escluso Venanzio dalla lista dei vescovi salonitani, ma a mio parere questo non è corretto. Questo è anche il parere di BRATOz 2004b, p. 225.

3 SAxER 1987, pp. 296-308; lvAN1sEv1é l 994, p. 229; pp. 229-230; 8RATOZ 2004a, p. 119.

' DvGGVE 1951, p. 75 con tav. a p. 74; SAxER 1987, pp. 293-325. 8RATOZ 2004b,pp. 225-228.

5 CAMBI I 976a, tavv. XXIV, XXV; Satana I 994, pp. 225-289 con le figure corri­spondenti.

263

NENAD CAMBI

detta Urbs orientalis), v1cmo alle fortificazioni settentrionali. Si tratta delle due costruzioni (i cosiddetti oratori A e B) scavate da Bulié 6 e poi interpretate da Gerber 7, Dyggve 8, Kahler 9 e Gabrice­vié (fig. 1) 10

• Il cosiddetto oratorio A, coperto con volta a botte, faceva parte di una casa a due piani. Nel vano principale del pian­terreno rettangolare era organizzato un sacello con il banco semi­circolare per il clero intorno all'altare (purtroppo non furono tro-

Fig. I. Salona, Oratorio A: la pianta secondo MARDEs1é 2003.

'' Bulié scavò il complesso episcopale di Salona dal 1900 fino al 1909. I rapportifurono pubblicati dallo stesso Bulié nel «Bulletino di Archeologia e Storia Dalmata», 25, 1902, pp. 73-11 O; 26, 1903, pp. 33-106; 27, I 904, pp. 121-154; 28, 1905, pp. I I 3-192, pp. 246-261, pp. 268-306; 35, 1912, pp. 3-32. I rapporti sono intitolati Scavi nelle basiliche

urbane di Salona.

264

7 GERBER 19 I 7, pp. 2-44, figg. 1-3. 8 OvGGVE 1951, pp. 21-22, II, 7-13. ' KA1-1LER I 982, pp. 53-63, fig. 8, tav. 9, I O.IO GABRICEVlé I 987, pp. 259-277.

CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

vati i resti dello stipite). La parte occidentale era innalzata tramite vn gradino e risultava così separata dalla parte destinata al popolo. E molto probabile che qui si trovasse anche il cancello. I pilastri non erano inseriti nella base, ma se ne vedono le tracce pressappo­co quadrate sulla superficie del gradino. La base del bema è con­servata quasi nel centro. La porta d'ingresso era posta nel muro occidentale 11

• Nel cortile si trovava una fontana alimentata da un sistema a cerchio di legno che prendeva acqua direttamente dal canale principale dell'acquedotto che correva vicino 12

• Quest'edi­ficio, in cui si trova l'oratorio A, aveva robusti contrafforti sulla parte esterna dei muri che trovano chiari riscontri nei muri dei mausolei paleocristiani del principio del IV secolo (Marusinac 13 e Kapljuc 14). Secondo le ipotesi avanzate prima degli ultimi saggi, sembra che l'oratorio fosse stato costruito verso la fine del III seco­lo. Recentemente, però, sono stati scavati i vani prima non indaga­ti 15

• Sono stati compiuti anche sondaggi sotto il pavimento del vano principale e nel cortile con la fontana. I recenti scavi hanno messo in dubbio la data della menzionata transfonnazione del vano in ora­torio cristiano. Il primo dubbio che sorge è che, in una seconda fase, ai muri meridionali furono connessi piccoli vani per riscaldamento (fig. 2); questo sistema di riscaldamento non sembra elemento utile al culto. Il secondo dubbio nasce dal fatto che sotto il pavimento dell'oratorio furono trovati resti archeologici dal IV al VI secolo. Dunque, in base a questi dati, il vano risulterebbe riscaldato alla maniera termale in una seconda fase e il sacello sarebbe stato orga­nizzato solo nella terza fase edilizia. Per avere risposte certe abbia­mo ovviamente bisogno di aspettare la fine dei lavori e un comple­to e appprofondito studio.

Il cosiddetto oratorio B non era stato incluso negli scavi del 2002 e del 2003. Quest'oratorio ha un'abside quadrata rialzata ed

" Cfr. la ricostruzione in G ABR1cEv1é 1987, fig. 24. 12 Questa fontana dovrebbe essere , secondo i rapporti degli scavi recenti , tarda

(dopo il V secolo). 13 DvGGVE, EGGER 1939, pp. 6 e 10-12, figg. 5 e 16; DvGGVE 1951, p. 78, tav. IV,

22. 14 BRoNSTED, WE1LBACH, DvGGVE 1928, p. 53, tavv. I-III; DvGGVE 1951, p. 79, tav.

IV, 29. 15 MARDES1é, C1-JEVALIER 2003, pp. 375-387; MARDESlé, C1-JEVALIER 2004, pp. 745-

766. Gli scavi non sono ancora finiti. Pare che i risultati cambino il quadro stabilito già dadecenni. È sicuro che il vano (oratorio A) con robusti contrafforti fu costruito verso la finedel III secolo, ma non è chiaro quando fosse stato trasformato in oratorio cristiano.

265

NENAD CAMBI

Fig. 2. Salona, Oratorio A: in primo piano il punto di contatto tra i muri del con­trafforte dell'Oratorio e i vani a sud che indicano il cambiamento della funzione originale del vano in una data posteriore.

accessibile tramite parecchi gradini 16• La sala, rettangolare, risulta

purtroppo mal conservata. Il complesso era connesso, tramite un cortile, all'oratorio A. L'oratorio B non aveva altare e cancello, così non è è possibile confermare che si tratti di oratorio anche in un' e­poca tarda. I pilastri con le croci incise indicano, però, chiaramente che l'edificio era d'uso cristiano. Qual era la funzione dell'oratorio B? Esso poteva servire per le assemblee dei fedeli presiedute dal vescovo, per l'istruzione dei catecumeni, etc. Se l'oratorio A era di cronologia bassa, anche l'oratorio B non poteva essere datato molto prima. Dunque la sala avrebbe potuto funzionare per le udienze ufficiali e private del vescovo prima della costruzione del comples­so episcopale del VI secolo 17•

16 Sull'oratorio 8 cfr. GERBER 19 I 7, pp. 7-8 (pare che l'autore non abbia ricono­sciuto l'oratorio 8), DvGGVE 1951, pp. 23-25, tav. Il, 7-1 O, MARAsov1é 1998, p. I 004.

17 Sulle fasi evolutive del complesso episcopale di Salona cfr. MARAsov1é 1998, p. I 004, figg. I e 2. Sulla nuova sala per le udienze cfr. CAMBI 2002a, figg. a pp. 145, 146 e 149.

266

CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

Fig_ 3_ Salona, comples­so episcopale: pianta della fase I-II_

Questi due o­ratori erano di pro­prietà cristiana pro­babilmente prima che passasse in possesso cristiano

' t . -- . - - . - -

il completo grande ------------- --------------·- --·

della città, dove poi

�-----··"

.:.__._._ . .,.-- .. ,·.-. . _, ..... �--..... ---... }'

sorse il complesso episcopale (fig. 3). E probabile che pian piano tutto il quartiere, un po' irregolare (entro le due strade: una che con­duce da Porta Caesarea verso nord-est e l'altra che si biforcava dalla prima e portava alla piccola porta nelle fortificazioni nord e proseguiva verso nord, verso la necropoli di Manastirine ), fosse stato acquistato dai Cristiani.

Ad est, vicino agli oratori A e B, era collocato l'ampio com­plesso termale con lussuosi mosaici 18. In un vano fu adattata una pic­cola chiesa (fig. 4) 19

• Sono conservate solo le tracce di un'abside semicircolare (figg. 5-6), mentre quasi tutto il resto fu demolito dalle costruzioni posteriori (la basilica meridionale del complesso episco­pale 20). In base alle misure dell'abside la chiesa doveva essere di pie-

" Sui resti sotto la basilica settentrionale cfr. GERBER 1917, pp. l5-l8. 19 REN01é-M1ocEv1é 1984, pp. 175-186, fig. 1. 20 DvGGVE 195 l, p. 26.

267

NENAD CAMBI

tlil==='I I

I I

I

IIIIF==n L--- -

r···,

L.,. • .a !Ve S.

c:J v e s.

U ,, v1es.

Fig. 4. Salona, complesso episcopale: pianta della prima chiesa sotta la basilica meridionale.

Fig. 5. Salona, complesso episcopale: le absidi (tre fasi) della basilica meridiona­le.

268

CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

Fig. 6. Salona, complesso episcopale: dettaglio delle tre absidi.

cole dimensioni. Un'iscrizione sull'orlo di un bacino per l'acqua santa con le lettere CONST tra i due monogrammi Chi Rho sulla base di una colonna venne trovata vicino alla porta della basilica sud (fig. 7); ciò potrebbe essere un'indicazione per la datazione nella fase presinferoesichiana 21,

perchè si tratta probabilmente del donato­re delle colonne o perfino di tutto l'edifi­cio. Questo è in sintonia con il fatto che la cosiddetta Porta Caesarea, che si trova non lontano dalla chiesa, fu ricostruita da pareses provinciae Sarmetius Riifus in onore di Flavio Costanzo, figlio di Costan-

Fig. 7. Salona, complesso episcopale: il disegno della base della colona che si tro­vava nel nartece con il nome CONST.

21 GERBER 1917, p. 63, fig. I 37. Sinferio era vescovo circa negli anni 391-405, Esi­chio (nipote di Sinferio) circa nel 405 e comunque prima del 426, quando Agostino ci informa della sua morte.

269

NENAD CAMBI

Fig. 8. Salona: l'architrave della cosiddetta Porta Caesarea con l'iscrizione di Sarmentius Rufus praeses provinciae Dalmatiae in onore di Constanzo, figlio del Costantino.

tino (fig. 8) 22• Potrebbe essere che in questa ricostruzione fosse inclusa anche la zona del complesso episcopale. Una parte delle terme probabilmente era ancora in funzione durante la prima metà del IV secolo. Questi edifici vissero per parecchi decenni prima che la fase sinferoesichiana fosse realizzata 23

• Tutte queste costruzioni cristiane, che erano solo un adattamento degli edifici preesistenti (le tenne), ebbero bisogno di radicali cambiamenti dopo il trionfo del Cristianesimo. L'aumentato numero dei fedeli e le esigenze dovute alla maggiore dignità del centro cristiano imposero ricostruzioni nel quadro urbanistico. L'ampio quartiere fu trasformato in complesso episcopale con doppie basiliche, battistero, palazzo vescovile, etc. e pian piano divenne il centro non solo della vita religiosa, ma anche di quella amministrativo-politica (fig. 9) 24

Nelle terme più piccole che si trovano ad est della strada che delimitava il menzionato complesso furono scoperti in situ grossi blocchi di pietra con croci (fig. 10). Queste croci vennero sicura­mente messe a posteriori e indicano che queste terme avevano una certa rilevanza per la comunità cristiana, ma resta ignoto quale fosse la funzione del vano. Tali croci sono simboli dell'importanza del-1' edificio in un'epoca più tarda.

La comunità cristiana di Salona durante il IV secolo ovvia­mente divenne sempre più numerosa e per questa ragione le basili­che nel complesso episcopale erano lunghe e spaziose 25

• Nel V

" CIL III, 1982, 1983 e poi 8710; GLAV1N1é 1875, p. XLV; CAMB1 1971, pp. 64-66. L'iscrizione è la seguente: D(omino) N(ostro) Fl(avio) Constantio Victoriosissùno semper Augusto/Fl(avius) Iul(ius) Rufinus Sarmentius V(ù) C(larissimus) P(raeses) P(rovinciae) Dal(matiae) D(evotus) N(umini) M(aiestatique) E(ius).

23 Su questa fase della basilica cfr. DvoovE 1951, pp. 25-29; MARAsov1é 1998, pp. 1004-1005, fig. 3.

24 Con la crisi dell'amministrazione della civitas tardoantica i vescovi divennero l'unica vera autorità della città: cfr. Su1é 2003, pp. 344-346.

" Lunghezza circa 50 111, larghezza circa 27 (senza nartece).

270

Fig. 9. Salona, complesso episco­pale: pianta delle fasi del V e VI secolo.

CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

. .. ""1"······· ··-·-·-·

Fig. I O. Salona, terme vicino al complesso episcopale: le croci 111c1se su una colona.

271

NENAD CAMBI

secolo cominciò la costruzione di basiliche in altri quartieri saloni­tani 26• Questo secolo fu il periodo della standardizzazione del tipobasilicale a tre navate con le absidi semicircolari (sporgenti o iscrit­te) e le loro varianti 27• Questi tipi di planimetrie si trovano negli ambienti urbani e poi anche in quelli rurali 28•

2.2. Iader

Un caratteristico esempio della primitiva cristianizzazione fu scoperto a Jader (Zara) durante gli scavi archeologici nel foro 29•

Sono stati trovati pochi ma abbastanza chiari resti di una piccola chiesetta (fig. 11). Tre tabernae erano state adattate per questa fun-

O I 2 3 , Sm .... �

Fig. 11. Jader, domus ecclesiae: pianta.

26 DvGGVE 1951, pp. 49-63, tav. III, 1-19, REN01é-M1ocEv1é 1979, pp. 379-389, figg. 45-46.

27 Ci sono solo due tipi di basilica longitudinale con poche varianti. Sulla tipologia delle basiliche nel territorio della metropoli di Salona: CAMBI 1978, figg. I-II.

" CAMBI 1976a, pp. 256-264, figg. 13, 14. Oltre a queste ci sono anche altre basi­liche abbastanza ampie, specialmente sulle isole. Per Brac cfr. BELAMAR1é et a/ii 1994, pp.17-22, fig. a p. 22 (Povlja); pp. 28-39, fig. a p. 32 (Lovrecina); pp 42-48, fig. a p. 45 (Posti­ra); pp. 57-63, fig. a p. 62. Per Hvar JEL1òé-RA00N1é I 994, pp. 7-1 O I, fig. a p. 29 e pian­te tra p. 32 e p. 33. Per Solta OREB 1983, pp. 5-19, fig. a pp. 8-9, 12 etc.

" VEz1é I 993, pp. 29-49, figg. 3 e 5; UGLES1é 2002, pp. 11-18, figg. 2-5.

272

CRJST!ANIZZAZ!ONE DELLA DALMAZIA

zione nella parte settentrionale del foro. L'edificio aveva un banco semicircolare per il clero, leggermente assimetrico rispetto alla lar­ghezza del vano. La pianta dell'edificio iadertino è simile a quella dell'oratorio A a Salona, ma più modesta. Nel caso in cui l'oratorio A di Salona fosse stato veramente trasformato in un sacello appena nel tardo V o perfino nel VI secolo, forse anche questo dovrebbe essere posteriore al principio del IV seco}o 30, sebbene ci siano altrisimili edifici nelle regioni subalpine 31

• E curioso che il sacello si trovi proprio nel centro della vita pubblica e sociale. Non si tratta, quindi, di una domus ecclesia, cioè della casa privata di un cristia­no. Le tabernae forensi potrebbero essere proprietà privata di un fedele cristiano, ma è curioso che fossero state trasformate in un'e­dicola, perchè i Cristiani normalmente volevano tenersi lontano dal foro e delle attività che là si svolgevano 32

• Perciò il sacello in ogni caso dovrebbe essere datato a dopo gli editti della libertà cristiana.

Il centro episcopale di Iader si sviluppò vicino al luogo del culto primitivo e gli edifici cristiani continuarono a essere costrui­ti fino ai nostri giorni. Il complesso episcopale si trova in uno spa­zio stretto ma abbastanza lungo tra l'area del foro e il decumano massimo (fig. 12). Il muro settentrionale della basilica dà sul muro meridionale del decumanus maximus. Dal momento che era possi­bile oltrepassare la strada principale, non era possibile costruire basiliche doppie come a Salona o altrove nel Adriatico orientale, anche nel periodo del pieno sviluppo della comunità cristiana. L' e­dicola primitiva fu trasformata in catecumeneo con l'abside poli­gonale nel tardo V o VI secolo. Il pavimento era coperto con un mosaico che allude al battesimo (cervi che fiancheggiano il canta­ro 33). Nel corso dei secoli vennero demolite le parti componenti gliedifici forensi. La parte meridionale della piazza del foro fu lascia­ta libera anche più tardi; nei secoli successivi vi fu costruita la rotonda di Santa Trinità (popolarmente San Donato) (fig. 13), per le cui fondamenta vennero utilizzati i resti architettonici degli edi­fici forensi demoliti ed altri frammenti antichi disponibili: furono così oltrepassati i limiti delle tabernae forensi (fig. 14). La parte

30 La datazione è fissata sulla base dell'oratorio A di Salona. 31 Cfr. GAMBER 1968, p. 43, fig. 9 (Lauriacum), p. 49, fig. 13 (Aguntum), p. 50, fig.

14 (Bolzano). 32 Cfr. Su1é 2003, pp. 364-375, fig. 171. 33 UoLEs1é 2002, pp. 15-16, figg. 5-8. Questo motivo si trova nel mosaico del cate­

cumeneo vicino al battistero di Salona e riporta i noti versi del 42 salmo: Sicut cervus desi­derai ad.fòntes aquarum, ila desiderai anima mea ad Te Deus.

273

NENAD CAMBI

274

:---:-----! ·-

--... -·

':! ········(

'/! ······

i i ! ). ............ i. : /,

.

,.· ;,---------·---li ······· .. ::,

!!

i! i!

� :._L_._

Cl

�II: Il

::':

,:

ii \l

" :! '-·: ... t.

' '

i i

i j ; :

! j! i : I : i i i ! i ·-·---1..

-----,

Fi g. 13. Jader

�copa le: piant� c;mp

llesso epi-

1 San Donato on a rotonda

CRJSTIANJZZAZJONE DELLA DALMAZIA

Fig. 14. Jader, rotonda di San Donato: le fondamenta.

meridionale del foro, rappresentava l'unica possibilità per l'allar­gamento degli edifici cristiani 34

• Evidentemente tutto lo spazio del foro e le adiacenze erano passati nelle mani dei Cristiani iadertini. San Donato è una tarda variante della basilica doppia, non paralle­la, ma coordinata alla cattedrale. Purtroppo non è chiaro quando fosse stato edificato (alto medioevo?) 35

• Iader, oltre al complesso episcopale, aveva almeno tre grandi basiliche entro le mura della città: San Tommaso (fig. 15) 36

, San Simeone 37, Santa Maria Mag­

giore 38, molto probabilmente anche San Grisogono, costruito sopra

una chiesa paleocristiana. Oltre a queste esistevano anche alcune chiese più piccole. Ben conservata è la chiesa dei Santi Andrea e

" Cfr. YEz1é 2002, pp. 67-68. 35 La rotonda è descritta da Costantino Porfirogenito (De administrando imperio, c.

29). Dunque era stata costruita prima della seconda metà del X secolo. 36 UGLESié 2002, pp. 18-21, figg. I O, 11. 37 UGLESié 2002, pp. 23-27, figg. 14-17. 38 UGLESié 2002, p. 23.

275

NENAD CAMBI

[ ________ =====.J

\ ! .... :·:::·::::::::::::.::::::::=::::------------, �

J r 7om

Fig. 17. Srirna vicino Sebenico: pianta delle basiliche doppie.

svolgimento storico-archeologico non fu lo stesso nelle varie parti dell'entroterra.

Finora nelle zone dalmate interne non è stata trovata alcuna costruzione cristiana del IV secolo. Ve ne sono molte, ma sempre di epoca più tarda. Le varie costruzioni anteriori, come per esempio a Sinj ( Osinium 44, fig. 18) e a Danilo (Municipium Riditarum 45) erano

44 M1GoTT1 1990, p. 50, tav. XXI, 2. 45 M1Gorr1 1990, pp. 4-5, tav. XXIV, I; CAMBI 2001, p. 21, tav. II; UGLEs1é 2002,

p. 39, figg. 30-33.

278

f :1,,,tl,, I 10(1

... .J -· . ·-· .l ....... --·-··-

d

·�--

SL,·.tù,,

. . 'C .... _.";�- .,. '- �-� -

i;':

CRJSTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

e

J N

Il e , .

B

........ �._

Fig. 18. Osinium (Sinj, retroterra di Spalato): pianta della chiesa.

utilizzate per alcuni edifici cristiani. La loro cronologia purtroppo è assai difficile da determinare. Altre erano costruite nelle forme più piccole di planimetria basilicale 46

• Qualche volta si possono rin­tracciare alcune fasi evolutive, ma la cronologia è sempre tarda (non prima del V secolo). Un esempio recentemente scavato a Trbounje vicino alla cittadina di Dmis dimostra, invece, un'interessante evo­luzione delle fasi 47

• È chiaro che il nucleo primitivo fu un sacello absidale con il piccolo nartece al quale fu poi accostata la basilica, abbastanza spaziosa, con il battistero (fig. 19). Robusti contrafforti potrebbero essere segno che il primitivo sacello apparteneva al IV secolo, come a Salona nei casi del mausoleo di Anastasio a Marusi­nac (fig. 20) 48

, del mausoleo di Kapljuc (fig. 21) 49 e dell'oratorio

46 Cfr. C1 -1EvALtER 1996, tav. XXXI, 2 (Katiéa Bajami), XXXIII (Otok), XL, 4 (Pro­lozac).

47 UGLESté 2006, pp. 44-47, figg. 38-41. " DvccvE, EGGER 1939, pp. 6 e I 0-12, figg. 5 e 16; DvGGVE 1951, p. 78, tav. IV,

19, 22, 23. 49 BR0NSTED, WE1LBAc1-1, DvcGvE 1928, p. 53, pi. I, IV; DvGGVE 1951, p. 77, tav.

IV, 17, 27.

279

NENAD CAMBI

Fig. 19. Trbounje vicino Drnis (retroterra di Sebenico): pianta della chiesa con il battistero e l'oratorio.

AIAVfi!..VAC AN!.A&CJ.' JJLS 1Yf�1& JAJUH.

t I

MAC'JOJ.J:IIM

280

-"A�·---"\

r--\ .

.. �-----·-·_j \

--·· \

o .K

L. .... !', (

\ __ ,.,;

Fig. 20. Marusinac a Salona, cimitero: pian­ta con il mausoleo del martire Anastasio.

CRJSTJANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

Fig. 21. Kapljuc, cimitero: pianta con il mausoleo con contrafforti.

A50• In base a questi paralleli il sacello di Trbounje dovrebbe essere

pressappoco dello stesso periodo. La situazione archeologica nel-1' entroterra dalmata dimostra uno sviluppo che corrisponde al numero dei credenti e alle necessità delle comunità locali nel relati­vo periodo evolutivo.

D'altra parte, pure nell'entroterra sono attestati edifici abba­stanza grandi, come Crkvina a Zmijavci vicino Imotski (fig. 22) 51 o Galovac vicino Iader (fig. 23) 52

• Questo significa che il numero dei cristiani era consistente già nel V secolo. Purtroppo non è chiaro come questo processo si sia svolto; bisogna, però, ammettere che, come sempre, gli ambienti rurali erano più conservativi di quelli urbani.

Anche se già nel III secolo le comunità cristiane dovettero essere abbastanza numerose, si sono conservate poche costruzioni sepolcrali databili al IV secolo. Sono state trovate le prime fasi di sviluppo dei cimiteri cristiani, cioè i resti che precedettero le costru­zioni delle basiliche cimiteriali del V secolo. Questo processo in Dalmazia si può, però, osservare solo a Salona. Altrove simili cimi-

'0 Sui problemi del cosiddetto oratorio A cfr. nt. 9.

51 CAMBI, GAMUuN, ToNKov,é 1999, pp. 25-41, fig. a p. 28. 52 UGLESté 2002, pp. 57-61, figg. 45-49.

281

NENAD CAMBI

Fig. 22. Zmijavci vicino Imotski (retrotena di Spalato): pianta della basilica.

teri non esistono. Le necropoli principali sono Manastirine (fig. 24) 53

, Marusinac (fig. 20) 54 e Kapljuc (fig. 21) 55• I cimiteri si svi­

luppavano intorno alle tombe dei martiri salonitani. Una decina di ecclesiastici e di militari furono messi a morte dopo il processo al tribunale del praeses provinciae. Nel 304 feroce persecutore fu il praeses Marcus Aurelius Iulius, la cui sede era Salona 56

• Il culto dei

53 EGGER 1926, pp. 9-18; DvGGvE J 951, pp. 71-87, tav. IV, 1-36, Salona 2000, pp. 414-434.

;, 0YGGVE, EGGER ] 939, pp. 6 etc., 0YGGVE ] 95 J, p. 7] e fig. fV, 2, ] 2, J 7, 26,27, 31.

;5 Buué 1911. li Bulié non ha scavato tutto il complesso. Poi !"'equipe" danese ha

scavato tutta la località sotto la direzione di J. Brondsted. Cfr. BR0Nsrno, WE1LBACH, DYGGVE 1928.

56 È conservata un'ara dedicata alla Fortuna per la salute di Marco Aurelio Iulio da parte del suo notaio Dassio. L'epigrafe è la seguente: Fortunae/Conservaltrici pro/Salute Marci/Aure/i Iuli V(iri) C(larissimi)/Auguri Praesi/di Provinciae/Dassius No/tarius/Votum solvit. Siccome nella Vita medioevale del martire salonitano Domnio

282

10m

CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

i-; ----_-_-:_-=--=-=-----=-=--_--1 I, ,'1 I I

I I I I I I I I

f I

o

'''''' ''''

I - - -

I r- - -

I I I I ' I 1 I I 'I

Fig. 23. Galovac (retroterra di Iader): pianta della basilica.

martiri ebbe una diffusione molto rapida. Le fenestellae confessio­nis (fig. 25), tombe privilegiate e una grande concentrazione di sepolcri, particolarmente intorno ai loca sancta, erano la caratteri­stica di questi cimiteri. L'esempio d'eroismo dei martiri fungeva da stimolo per gli altri cittadini, ancora non cristiani per adesione alla nuova fede. I mausolei e i recinti all'aperto furono i fenomeni carat­terizzanti il culto dei martiri a Salona, culto la cui peculiarità consi­steva nel fatto che non tutti erano sepolti in un unico cimitero 57

• I

prese parte come giudice un certo Maurilius non è difficile riconoscere dietro questo nome M(arcus) Aur(elius) I(u)lius. Cfr. Buué 1914.

57 Domnio e Settimo a Manastirine, Anastasio a Marusinac, Asterio e molto proba­bilmente i quattro soldati (Antiochiano, Gaiano, Pauliniano e Telio). Felice (Felix) fu sepolto nell'odierno convento dei padri conventuali di San Francesco a Spalato, ma il sepolcro non è stato trovato durante i restauri nella chiesa e nel cortile.

283

NENAD CAMBI

AREA

Fig. 24. Manastirine a Salona: pianta del cimitero.

Fig. 25. Marusinac a Salona: la fenestella del mausoleo di Anastasio.

284

'\ \

,0,

CRJSTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

Fig. 26. Marusinac a Sa­lona. Colonna con le croci mcise.

sepolcri dei martm gradualmente diven­nero meta di pellegri­naggio nei secoli posteriori 58

3. Scultura

É possibile dire qualcosa sulle caratteristiche della primitiva scultura cristiana? Dal momento che non esistettero chiese alla fine del III secolo, non esistettero neppure le loro sculture e la decora­zione architettonica 59

• Non sono stati trovati i resti delle decorazio­ni negli oratori a Salona e a Jader. La situazione cambiò durante il IV secolo, ma la scultura non ha comunque lasciato temi cristiani figurati. Le decorazioni ornamentali o vegetali erano prevalenti. Non si può parlare di uno sviluppo senza problemi e dubbi. Più tardi, nel IV secolo compaiono chiari simboli cristiani, come mono­grammi di Cristo e croci.

Leggermente differente appare la situazione riguardo alla scul­tura sepolcrale. I sarcofagi, il tipo più diffuso tra i lussuosi monu­menti sepolcrali nel III secolo, si trovano dovunque in Dalmazia, specialmente a Salona 60

• Nel tardo III secolo sono attestati solo sar­cofagi di calcare locale o di marmo proconnesio, ambedue lavorati però in Dalmazia. Le officine lapidarie sin dal principio svilupparo­no un tipo comune con tabula ansata centrale (fig. 27) 61

• L'epigra­fe costituiva la parte principale del monumento. I pannelli laterali

" Sepolcri con lefenestellae confèssionis e croci incise sulle colonne delle basili­che (non pubblicate) sono i chiari segni dei pellegrinaggi (fig. 26).

59 T pilastri con la croce incisa nell'oratorio B (Salona 1994, p. 25, Ill.b.10 e III.b.11., tav. XI) e quelli nelle terme (cfr. OvGGVE 1951, p. 26, tav. Il, 12) sono di epocaposteriore.

60 Sui sarcofagi paleocristiani di Dalmazia ed Istria: CAMBI 2004, pp. 75-96. 61 CAMBI 1998, fig. 1; CAMBI 2004, fig. 12.

285

NENAD CAMBI

Fig. 27. Tipico sarcofago della produzione salonitana con la tabula e due eroti ai lati.

erano spesso lasciati senza alcuna decorazione. Sui lati, quando si tratta di sarcofagi pagani, venivano talvolta scolpiti eroti 62

• Ci sono anche sarcofagi cristiani con eroti, come per esempio il sarcofago di Domitius, dove gli ero ti stanno sopra il delfino ai lati della tabula a pelte (fig. 28) 63

• Verso la fine del III secolo, però, scompaiono gli eroti e altri motivi che si potrebbero definire pagani: al loro posto appaiono d'improvviso motivi pastorali, il più frequente dei quali è quello del cosiddetto Buon Pastore con la pecora sulle spalle 64

Questo motivo sembra sostituire gli eroti con la fiaccola rovesciata (fig. 29). Il pastore e le pecore appaiono anche sugli acroteri del coperchio (figg. 30-31) 65

• Come si può spiegare il mutamento delle figure sui monumenti sepolcrali? Queste figure hanno una qualche relazione con la nuova situazione religiosa? Ambedue le questioni non sono facili da risolvere, perchè le scene pastorali erano note già nel repertorio pagano come rappresentazione della vita bucolica e godettero sempre, di una certa popolarità, particolarmente nella tarda antichità 66

• E anche da notare che in Dalmazia le scene pasto-

62 CAMBI 1998, tav. 84, 4. 63 CAMBI 2004, fig. 24. Nell'epigrafe è menzionato il Domitius Vincentius a cui il

padre Domitus Eufras(i)us fece il sarcofago (filio !carissimo in pacefecit). La formula in pace è naturalmente cristiana, ma non c'è altro segno o simbolo della loro fede.

64 CAMBI 1998, pp. 177-178, tavv. 84, 4, 85, 2; CAMBI 2004, p. 78, fig. 14, 15. 65 CAMBI 1976a, tavv. XIV, 3 e XVII, I, CAMBI 2004, fig. 14. 66 Sui soggetti pastorali cfr. H1MMELMANN 1980. Sul significato di questo motivo in

Dalmazia cfr. CAMBI 1994, pp. 39-47.

286

CRJSTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

Fig. 28. Split, Museo Archeologico: sarcofago di Domitius, da Salona.

Fig. 29. Split, Museo Archeologico: due frammenti del sarcofago con i pastori che portano la pecora sulle spalle, da Salona.

287

NENAD CAMBI

Fig. 30. Split, Museo Archeologico: sarcofago di Aurelia Hilara con scene pasto­rali negli acroteri del coperchio, da Salona.

rali non furono mai utilizzate nell'iconografia sepolcrale prima del tardo III secolo. Il pastore con la pecora sulle spalle naturalmente non è la diretta allusione a Cristo, ma si potrebbe riferire alla para­bola evangelica del pastore che va a cercare la sua pecora perduta (Luca 15, 1-7, Matteo 18, 12-14). Il pastore è un motivo neutro che poteva essere capito solo dalla persona introdotta al linguaggio alle­gorico de_i Cristiai:ii ma c�1e, nello stesso tempo, non risultava unaprovocaz10ne per 1 pagarn.

Il motivo del cosiddetto Buon Pastore si potrebbe quindi spie­gare come un motivo crittocristiano. I motivi pastorali in Dalmazia scomparvero durante il IV secolo 67

• Restarono solo le pecore ai lati della croce 68

• Ci sono due tipi di pastori, uno con la pecora sulle

67 L'ultimo è, a mio parere, un frammento nel Museo Archeologico di Split. Cfr. CAMBI 2004, fig. 31. Il pastore, in abito orientale e con la pecora sulle spalle, è sotto l'e­dicola con arco cosiddetto siriaco.

"' C'è un solo esempio tra i sarcofagi (oggi serve come base della mensa d'altare nella chiesa parrocchiale a Kastel Luksié), cfr. CAMBI 1976b, p. 85, nt. 27, tav. XJV; DRE­SKEN WE1LAND 1998, p. 111, nt. 325, tav. I 03; CAMBI 2002b, p. 271, fig. 434. Lo schema con la croce, sotto i cui bracci ci sono due pecore, è più comune sui plutei.

288

Fig. 31. Split, Museo Archeologico: frammento di sarcofago con il pastore nel frontone del corechio, da Salona.

spalle e l'altro appoggiato al bastone con le pecore intorno. I due tipi mostrano due differenti fogge di abito 69

• Il primo vestito è la tunica corta cinturata con mantello (figg. 29 e 31 ), il secon-

CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

Fig. 32. Split, Museo Archeologico: frammento di sarcofago con pastore in abiti orientali, da Salona.

do è un abito orientale con le brache, mantello e beretto che somi­glia a quello frigio (fig. 32). Il famoso sarcofago del Buon Pastore trovato a Manastirine è un esempio notissimo non solo per le sue qualità artistiche, ma anche come mescolanza iconografica che caratterizza il passaggio dal paganesimo al cristianesimo 70

• I moti­vi sono di varia provenienza: pagano l'erote con la fiaccola rove­sciata (il lato sinistro) (fig. 33), neutro il marito e la moglie rappre­sentati come statue su piedestalli (fig. 34), neutro il pastore con la pecora sulle spalle (la facciata), e cristiano la porta del mausoleo fiancheggiata dai familiari che pregano per i defunti (il lato destro) (fig. 35). Quest'iconografia, quindi, dimostra la situazione cultura-

69 CAMBI 2003, pp. 518-520, figg. 11-14. '° CAMBI 1994, pp. 13-66, figg. 1-23 (con la bibliografia sino al 1994). Dopo DRE­

SKEN WEILAND 1998, p. I 05, nt. 297, tav. 97; CAMBI 2000; BoNAÒé-MAND1N1é 2000, pp. 264-266; CAMBI 2004, figg. 29-30.

289

NENAD CAMBI

Fig. 33. Salona, Museo Archeologico: lato si nitro del sarcofago del Buon Pastore, da Manastirine.

le del principio del IV secolo. Sotto i motivi pastorali quelli cristia­ni potevano rimanere nascosti perchè, come neutri, erano ben noti

. .

a1 pagani. Il motivo del pastore con la pecora sulle spalle si trova anche

sui piedi (supporti) delle tavole, anche questi dalla fine del III o

290

CRJST!ANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

Fig. 34. Salona, Museo Archeologico: faccia del sarcofago del Buon Pastore, da Manastirine.

principio del IV secolo 11• Questi piedi sono scolpiti ip marmo pro­

connesio e probabilmente furono fatti in Dalmazia 72• E difficile dire quale fosse il significato di questi pastori. A mio parere potrebbero essere serviti ugualmente ai pagani o ai cristiani, ma sicuramente la lettura del significato è difficile.

I sarcofagi nel II e III secolo avevano spesso i ritratti (normal­mente moglie e marito) negli acroteri dei coperchi. Tra i sarcofagi cristiani dei primi decenni del IV secolo ce ne sono solo pochi (fig. 36). Purtroppo risultano spesso molto danneggiati e le caratteristi­che dei ritratti non sono chiare. Molto probabilmente questi sarco-

" CAMBI l976b,p.102,ntt.12e 102,nt. 13,tav.XVIll, 1,3. 72 In Dalmazia i sarcofagi di marmo proconnesio erano importati come blocchi

sbozzati che dovevano essere finiti nelle botteghe locali. Probabilmente questo fu il caso anche della scultura decorativa.

291

NENAD CAMBI

Fig. 35. Salona, Museo Archeologico: lato destro del sarcofago del Buon Pasto­re., da Manastirine.

292

CRJSTJANJZZAZJONE DELLA DALMAZIA

Fig. 36. Salona, Museo Archeologico: coperchio del sarcofago di Petronia con ritratti, da Manastirine.

fagi furono riutilizzati dai cristiani e i ritratti risultarono resti del periodo primitivo 73•

Bisogna segnalare che i sarcofagi nei primi decenni del IV secolo cominciarono ad abbandonare la tabula: l'iscrizione fu così scolpita sulla facciata senza lo specchio e l'inquadramento 74

• Un esempio di questo tipo è il sarcofago del vescovo Primo, nipote del vescovo e martire Domnio 75

• Il sarcofago di Primo non contiene alcun simbolo cristiano, sebbene lui fosse morto nel 325 circa (fig. 37) 76

• Dopo ce ne sono moltissimi simili. Numerosi risultano spes-

73 CAMBI 2004, fig. 16.

74 Quest'evoluzione è analizzata nell'articolo di CAMBI 1998, p. 170, fig. 1. 75

CAMBI 2004, p. 79, fig. 20. 76 Buué, BrnvALDI 1912-13, pp. 6-8. Questa datazione è basata sul fatto che lo zio

vescovo e martire Domnio fu decapitato il 10 aprile 304. Molto probabilmente Primo fu anche il suo successore.

293

NENAD CAMBI

Fig. 37. Salona, Museo Archeologico: sarcofago del vescovo Primo(+ ca. 325), da Manastirine.

so senza alcuna iscrizione, mentre prima le epigrafi erano la parte principale dei sarcofagi e quasi mai mancavano.

Nel IV secolo avanzato si svolse un processo che si può osser­vare sulle iscrizioni pagane, specialmente quelle rivolte alle divinità (fig. 38) 77• Le iscrizioni mostrano i chiari segni di un'intenzionale distruzione. Naturalmente statue venivano buttate a terra e mutilate: in questo periodo venivano distrutte anche le immagini degli impe­ratori una volta erette nei santuari o nei luoghi pubblici. Anche il sarcofago in porfido di Diocleziano nel mausoleo del suo Palazzo a Spalato fu spogliato verso la metà del V secolo 78• I frairu11enti ven­nero gettati fuori dall'edificio 79• La demolizione dei templi, la spo­liazione dei loro beni, la distruzione delle statue, specialmente quel-

77 DYccvE 1951, pp. 9, 16, nt. 37, fig. T, 14 (una base di statua dedicata a Mercurio). " Per la prima volta Ammiano Marcellino XVI, VIII, 4-5 narra che verso il 360 la

moglie dello schiavo Danus accusò suo marito di aver rubato il ve/amen purpurum della tomba di Diocleziano (questa era un'accusa falsa). Dopo, Sidonio Apollinare, Carm. Xll

scrive di aver visto il sarcofago dell'imperatore a Salona. 79 KAHLER 1974, pp. 809-818.

294

CRJSTJANIZZAZJONE DELLA DALMAZIA

le imperiali, cioè le icone dei falsi dei, rappresentavano la conse­guenza della depaganizzazione e, nello stesso tempo, la dimostra­zione del trionfo di cristianesimo 80•

Durante il V secolo in tutto il territorio della Dalmazia i Cristiani diventarono la classe dirigente. La costruzio­ne dei battisteri per l'immersione nelle zone costiere e particolar­mente nell'entroterra indicano che le enclavi dei pagani sopravvisse­ro fino al Medioevo. La cristianizzazione fu un processo che durò parecchi secoli.

Fig. 38. Salona, giardino del cosiddetto Tusculum: piedi­stallo per la statua di Mecurio, da Salona.

'° CAMBI 1997; The Rise and Fall 2004, p. 281. Questo processo non deve confon­dersi con la confisca dei beni mobili dei templi di Costantino cfr. BoNAMENTE 1992. Costantino disprezzò il paganesimo, ma la distruzione avvenne dopo.

295

NENAD CAMBI

BIBLIOGRAFIA

BELAMARié et alii [994 = J. BELAMARJé, R. BuzANCié, D. DoMANCié, J. lEuòé RADONié, V. KovAòé, Ranofa,§éanski spomenici otoka Braca, Split.

BoNAÒé-MANDINié 2000 = M. BoNAÒé-MANDINié, Catalogue des découvertes anciennes de Manastirine, in Salona 2000, pp. 264-266.

BoNAMENTE 1992 = G. BoNAMENTE, Sulla confisca dei beni mobili dei templi in epoca costantiniana, in Costantino il Grande dal! 'antichità ali 'uma­nesimo (Atti del Colloquio sul Cristianesimo nel mondo antico, Mace­rata 18-20 dicembre 1990), a cura di G. BoNAMENTE e F. Fusco, 1, pp. l 71-201.

BRAToz 2004a = R. BRATOZ, Die dioldetianische Christenve,folgung in den Donau une/ Balkanprovinzen, in Dioldetian 2004, pp. 115-140.

BRAToi 2004b = R. BRAToi, Verzeichnis der Opfer der Christenve,folgung in den Donau- une/ Balkanprovinzen, in Diokletian 2004, pp. 209-252.

8R0NSTED, WEILBACH, DvGGVE 1928 = J. BR0NSTED, F. WEILBACH, E. DvGGY E, Recherches à Salone I, Kopenbagen.

Buué 1911 = F. Buué, Sterro di abside di una chiesa antica cristiana ad Ovest della "necropoli suburbana di 16 sarcofagi", «Bulletino di Archeo­logia e Storia Dalmata», 34, pp. 3-39.

Buué 1914 = F. Buué, M. Aurelius Julus praeses proviniciae Dalmatiae, «Bul­

letino di Archeologia e Storia Dalmata», pp. l 18-l 21. Buué 1928 = F. Buué, Sv. Venancije prvi biskup solinski i muéenik duvanjski,

«Vjesnik Hrvatskoga Archeologskoga Drustva», n.s. 15, pp. 55-71. Buué, BERVALDI l 9 [2-13 = F. Buué, J. BERYALDI, Kronotaksa solinskih bis/cupa

uz dodatak Kronotaksa spljetskih nadbiskupa (od razorenja Salina do polovice Xl. v.), Zagreb.

CAMBI 1971 = N. CAMBI, Zenski lilcovi s lawwm u obliku gradskih zidina iz srednje Dalmacije, «Vjesnik za Arheologiju i Historiju Dalmatinsku», 65-67, pp. 55-71.

CAMBI 1976a = N. CAMBI, Neki problemi starokrséanske arheologije na istoénoj jadranskoj obali, in Materijali XII (IX. Kongres Arheologa Jugosla­vije, 24-27 listopada 1972), Zadar, pp. 239-282.

CAMBI 1976b = N. CAMBI, Krist i njegova simbolika u likovnoj umjetnosti sta­rofa,§éanskog perioda u Dalmaciji, «Vjesnik za Arheologiju i Historiju Dalmatinsku», 70-71, pp. 57-106.

CAMBI 1978 = N. CAMBI, Starokrséanska crkvena arhitektura na podrucju salo­nitanske metropolije, «Arheoloski vestnik», 29, pp. 606-626.

CAMBI 1994 = N. CAMBI, Sarkofag Dobroga pastira iz Salone i njegova grupa. The Sarcophagus o

f

Good Shepherd and Its Group, Arheoloski muzej u Splitu, Split.

CAMBI 1997 = N. CAMBI, Svetiste (Augusteum) u Oneu (Oneum)?, «Rad F ilo­zofskog fakulteta u Zadru», 35, pp. 71-82.

CAMBI 1998 = N. CAMBI, Sarkophage aus salonitanischen Werkstàtten (Akten des Symposiums "125 Jahre Sarkopbag-Corpus", Marburg, 4-7. Okto-

296

CRISTIANIZZAZIONE DELLA DALMAZIA

ber 1995), a cura di G. Korn, Sarkopbag-Studien I, Mainz, pp. I 69-181.

CAMBI 2000 = N. CAMBI, Les sarcophages de Manastirine. Sarcophages décorés et typofogie in Scdona 2000, pp. 227-257.

CAMBI 2001 = N. CAMBI, Podrucje Sibenske biskupije u starola-séansko doba, Sedam stoljeéa Sibenske biskupije, in Zbor�1ik radova sa znanstvenog skupa Sib�nska biskupija od 1298 do i 998 (Sibenik, 22. do 26. rujna 1998.), Sibenik, pp. 9-21.

CAMBI 2002a = N. CAMBI, "Bazilici bez krova" u episkopalnom kompleksu u Saloni, Zbornik Tomislava Marasoviéa, Split, pp. 143-152.

CAMBI 2002b = N. CAMBI, Antika. Povijest umjetnosti u Hrvatskoj, Zagreb. CAMBI 2003 = N. CAMBI, Attis or Someone else on Funerary Monuments from

Dalmatia?, in Romanisation und Resistenz in Plastik, Architektur und lnschrifien der Provinzen des lmperium Romanum. Neue Funde und Forschungen (Akten des VII. lnternationalen Kolloquiums i.iber P ro­bleme des provinzialromischen Kunstschaffens, Koln 2. bis 6. Mai 2001), a cura di P. NoELKE, Mainz, pp. 511-520.

CAMBI 2004 = N. CAMBI, I sarcofagi della tarda antichità in }stria e Dalmazia, Sarcoft1gi tardoantichi e altomedievali (Atti dei Seminari di Archeo­logia Cristiana, Città del Vaticano), a cura di F. B1scoNT1 e H. BRAN­DENBURG, Città del Vaticano, pp. 75-96.

CAMBI 2005 = N. CAMBI, Kiparstvo rimske Dalmacije, Split. CAMBI, GAMULIN, ToNKov1é 1999 = N. CAMBI, A. GAMULIN, S. ToNKov1é, Sta­

rofa,§éanska bazilika u Zmijavcima, Split-Zmijavci. C1 -1EVALIER 1996 = P. CHEVALIER, Salona Il, Ecclesiae Dalmatiae, Rorne. Diokletian 2004 = Dioldetian und die Tetrarchie. Aspekte einer Zeitenwende,

Berlin - New York DRESKEN WE1LAND 1998 = J. DRESKEN WE1LAND, Repertorium der christlich­

antiken Sarkophage, 2. ltalien mit einem Nachtrag Rom und Ostia, Dalmatien, Museen der Welt, Mainz.

DvoovE I 951 = E. DvoovE, History of Safonitan Christianity, Oslo. DvoovE, EGGER 1939 = E. DvoovE, R. EGGER, Forschungen in Salona, III, Der

Altchristliche FriedhofMarusinac, Wien. Eoorn 1926 = R. EGGER, Forschungen in Salona li, Der Altchristliche Friedhof

Manastrine, Wien. GABR1cEv1é 1987 = B. GABR1cEv1é, Najstariji /a·§éanski oratori/ u Saloni, Studije

i cianci o religijama i kultovima antickog svijeta, Split. GAMBER 1968 = K. GAMBER, Domus ecclesiae. Die éi.lteste Kirchenbauten Aqui­

lejas sowie im Alpen- und Donaugebiet bis zum Beginn des 5. Jh. litur­giegeschichtlich untersucht, Regensburg.

GrnBER 1917 = W. GERBER, Forschungen in Salona !, Wien. GLAv1N1é 1875 = M. GLAV 1N1é, lnschrifien und Miinzen zu Split, «Mitteilungen

der k. k. Centrai Commission», I.

GuN.1AcA 2005 = Z. GuNJACA, Ostaci arhitekture i analiza graaevinskih faza, Srima-Priiba, Sibenik, pp. 7-54.

297

NENAD CAMBI

H1MMELMANN 1980 = N. H1MMELMANN, Uber Hirten-Genre in der antiken Kunst, (Abhandlungen der Rheinisch-Westfalischen Akademie der Wissen­schaften. Papyrologica Coloniensia 65), Opladen.

lvAN1sEv1é 1994 = M. lvAN1sEv1é, Salonitanski biskupi, «Vjesnik za Arheologiju i Historiju Dalmatinsku», 86, pp. 223-252.

JEL1òé-RA00N1é 1994 = J. 1Euòé-RADON1é, Ranokr§éanske dvojne crkve u Sta­rom Gradu na Hvaru, Split.

KA1-1LER 1974 = H. Kii.1-1LER, Domkirche in Mansel'e armagan. Mélanges Mansel, Ankara, pp. 809-822.

K,:;.1-1 LER 1982 = H. K,:;.1-1 LER, Die Friihe Kirche. Kult und Kultraum, Frankfurt -Berlin - Wien2.

KLA1é 1967 = N. KLA1é, Historia Salonitana Maior, Beograd. MARAsov,é 1998 = T. MARAsov,é, ll complesso episcopale salonitano nel VI-Vll

secolo, in Acta Xlii Congressus lnternationalis Archaeologiae Chris­tianae, (Split-Porec, 25.9. - 1.10.1994), a cura di N. CAMBI ed E. MAR1N, Studi di Antichità Cristiana, 54, Città del Vaticano - Split,pp. 1003-1014.

MARDEs1é, C1-1EVAL1ER 2003 = J. MARDEs1é, P. C1 -1EVAL1ER (collaborazione con E. V,s,é-LJUBlé, M. CAUSEVlé, M. GAUTI-IIER, c�m. GoDDARD, E. MoR­VILLEZ, BR. PENDER), Prelùninarni izvje§taj o hrvatsko�fi-ancuskùn radovùna u Saloni (2000., 2002.). Episkopalni centar - Oratorij A, «Vjesnik za Arheologiju i Historiju Dalmatinsku», 95, pp. 375-397.

MARDEs1é, C1 -1EVAL1ER 2004 = J. MARDEs1é, P. C1-1EVAL1ER (collaborazione con E. V1s1é-L.1ua1é, M. BoNAClé-MANDINJé, M. ToP1é, M. CAUSEVlé, S. G10ANN1, E. Morvillez, M. GAuT1-11ER, B. PENDER, Preliminarni izvjes­taj o hrvatsko-francuskim radovima u Saloni (2003.). Episko­palni centar - Oratorij A, «Vjesnik za Arheologiju i Historiju Dalma­tinsku», 96, pp. 745-776.

M1GOTT1 1990 = B. M1coTT1, Ranokr§éanska topografLja na podruéju izmeau Krke i Cetine, Jugoslavenska akademija znanosti i umjetnosti. Zavod za arheologiju. Monografije, 2, Zagreb.

M1LosEv1é 1998 = A. M1LoSEv1é, Arheoloska topografija Cetine, Split. 0REB 1983 = F. 0REB , Starola-séanska bazilika u Grohotama na otoku Salti,

«Peristi!», 26, pp. 5-19. REN01é-M1ocEv1é 1979 = D. RENrné-M1ocEv1é, Salonitana Christiana. 2. "Basi­

lica occidentalis" u tipologiji ranola-§éanske arhitekture Jlirika, Zbor­nik Narodnog muzeja Beograd, 9-10 (in onore di Mirjana Ljubinkovié éorovié), Beograd, pp. 379-389.

REN01é-M1ocEVlé J 984 = D. REND1é-M1ocEv1é, Question de la chronologie du développement des basiliques doubles de Salone, «Vjesnik za Arheo­logiju i Historiju Dalmatinsku», 77, pp. 175-186.

Salona 1994 = Salona Christiana, Split. Salona 2000 = Salona Ili. Mastirine. Établissement préromain, nécropole et

basilique paléochrétienne, a cura di N. DuvAL ed E. MARIN, Collection de l'École française de Rome, 194, 3, Roma-Split.

298

CRJSTIANIZZAZlONE DELLA DALMAZIA

SAxER 1987 = V. SAXER, Les saints de Salone. Examen critique de leur dossier, U sluibi covjelca. Zbornik nadbiskupa-metropolite dr. Frane Franiéa, Split, pp. 293-325.

Su,é 2003 = M. Su,é, Anticlci grad na istocnom Jadranu, Zagreb'. The Rise and Fall 2004 = The Rise and Fa!! of the Imperia! Shrine. Roman Sculp­

ture fi·om Augusteum at Narona, Narona, 6, Split. UaLEs1é 2002 = A. UGLEs1é, Ranola·§éanslca arhitektura na podrucju danasnje

Zadarske nadbiskupije, Filozofski fakultet u Zadru. Monografije, 3, Zadar.

UGLEs1é 2006 = A. UGLEs1é, Ranokrséanska arhitektura na podrucju danasnje Si­benske bislcupije, Drnis-Zadar.

V Ei,é 1993 = P. V E21é, Zadar na pragu la-séanstva, «Di adora», 15, pp. 29-54. VEz1é 2002 = P. VEz1é, Sveti Donat. Rotonda Sv. Trojstva u Zadru, Split.

299