La creatività è senza dubbio la risorsa umana più ... · Lombrico - Ora sei felice? - . ......

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PROGETTO DI SCRITTURA CREATIVA DELLE CLASSI III A III E Anno scolastico 2014/2015 La creatività è senza dubbio la risorsa umana più importante. Senza creatività non ci sarebbe progresso e ripeteremmo sempre gli stessi schemi. (Edward De Bono, scrittore e studioso dei processi cognitivi).

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PROGETTO DI SCRITTURA CREATIVA DELLE CLASSI III A –III E

Anno scolastico 2014/2015

La creatività è senza dubbio la risorsa umana più importante. Senza creatività non ci sarebbe progresso e

ripeteremmo sempre gli stessi schemi. (Edward De Bono, scrittore e studioso dei processi cognitivi).

La scrittura creativa…

L’idea di lavorare sulla scrittura creativa, è nata con lo scopo di suscitare nei bambini il

desiderio di scrivere, utilizzando una metodologia non tradizionale ed estremamente

coinvolgente, capace di far emergere in loro curiosità ed interesse.

Utilizzando diverse modalità, gli alunni hanno creato, durante tutto l’anno scolastico,

testi legati ad alcuni momenti dell’anno e agli argomenti di studio che di volta in

volta dovevano affrontare. Si sono cimentati nella creazione di poesie, leggende,

fumetti e racconti.

Alla fine abbiamo deciso insieme, di riunire tutto il materiale in un unico libro da

conservare gelosamente!!!

Buona lettura!!!!

La notte di Natale

Sotto l’albero di Natale

quest’anno mi piacerebbe trovare

pace, amore e felicità

per tutto il mondo e per la mia città.

Unione, allegria e serenità

per la mia famiglia e per l’umanità.

Che questo Natale porti

speranza e amore

ai paesi con la neve,

fino a quelli con tanto calore.

Cibi e regali per un Natale festoso

che soddisfi anche il più goloso.

Se ne stava sdraiato in un grande prato verde, annusando gli odori trasportati dalla brezza

mattutina. Il trifoglio, schiacciato sotto il pelo grigio, era morbido e fresco.

Una coccinella, dal dorso scuro, scalava lo stelo di una spiga, muovendo ordinatamente le

zampette sottili. Quando giunse nel punto più alto, esplorò l'aria con le minuscole antenne,

allungandosi un poco verso l'alto; poi aprì le elitre e volò via.

In quello stesso istante il sole spuntò oltre l'orizzonte della brughiera.

- Eccolo! - pensò il coniglio mentre l'emozione gli gonfiava il pelo.

I ranuncoli si accesero dello stesso colore e brillarono come gemme; i papaveri distesero l'esile

collo e aprirono i petali di porpora. In pochi istanti il campo si riempì di colori e di odori e gli

insetti pronubi si alzarono in volo, animando la brughiera col ronzio delle loro ali.

-È bellissimo,- si disse il coniglio mentre il sol levante illuminava i suoi grandi occhi color

nocciola; osservava ogni cosa attorno in uno stato di estasi.

Ma a nessuna di quelle cose il coniglio avrebbe saputo dare un nome; nemmeno ai fili d'erba, che

ondeggiavano appena, come piccole canne da pesca, o agli alberi, che si stagliavano sul profilo

delle colline con le loro chiome brune; neppure al sole, che ora splendeva sulla brughiera come

una grande palla di fuoco.

Anzi, a dirla tutta, quel coniglio non avrebbe saputo dare un nome neppure a se stesso, perché da

quando era al mondo tutti lo chiamavano semplicemente... GABBIA 51.

Mentre si guardava intorno gli si avvicina una Coccinella

Coccinella - Tu chi sei? Come ti chiami, non ti ho mai visto qui!!!-

Gabbia 51 - Io sono Gabbia 51… e non capisco…dove mi trovo??-

Coccinella – Ti trovi nel prato della gioia. Hai detto che ti chiami Gabbia 51?? Che strano nome

hai, da dove vieni?-

Gabbia 51, con aria triste risponde

Gabbia 51 - Io ho sempre vissuto in una gabbia e mi hanno sempre chiamato così, i miei fratellini

e le mie sorelline vivono nelle gabbie e si chiamano Gabbia 52, Gabbia 53, Gabbia 54…..-.

Coccinella - Wow! Quanti fratellini hai? - .

Gabbia 51 - Moltissimi però, certe mattine, alcuni sono andati sul camion nero e non sono più

tornati… sigh…. mi mancano molto! Vorrei che fossero tutti qui con me a vedere questo

spettacolo meraviglioso - .

Mentre Gabbia 51 e la Coccinella chiacchierano, si avvicinano tutti gli altri insetti del prato

incuriositi da questa triste storia.

Farfalla - Com’era il posto dove vivevi? - .

Gabbia 51 - Era un immenso capannone grigio, senza finestre, l’aria era puzzolente e intorno a me

c’erano tante altre gabbie come la mia. Ogni mattina si apriva una grossa porta di ferro rumorosa

ed entrava un signore con il viso peloso e gli abiti sporchi e strappati, sbatteva un grosso bastone di

ferro sulle gabbie per spaventarci e ci urlava di mangiare tutto ciò che ci dava. Sbatteva a terra un

grosso sacco che portava sempre sulle spalle e distribuiva carote e avanzi di cibo a tutti noi che

terrorizzati, mangiavamo velocemente senza trovare il coraggio di ribellarci - .

Tutti gli insetti - Ooooh! Che infanzia triste che hai avuto! - .

Ape – E’ bruttissimo questo capannone dove vivevi!! - .

Coccinella - Peggio di una galera! - .

Tutti gli insetti – Ooooh!!!! Poverino!!! - .

Grillo – Come sei riuscito a fuggire? Come sei arrivato fin qui?? - .

Gabbia 51 - Mah… non so, mentre ero sul camion con i miei fratelli abbiamo sentito un forte

rumore e la gabbia è sbalzata via…., mi sono poi ritrovato in questo posto meraviglioso - .

Ape – Evviva! Per fortuna ora sei salvo! - .

Lombrico - Ora sei felice? - .

Gabbia 51 – E’ vero, qui è bellissimo, ma non posso dimenticare i miei fratellini e le mie sorelline

rimasti sul camion - .

A questo punto, tutti gli animaletti del prato, colpiti dalla triste storia del coniglietto, decidono di

riunirsi e inventare un piano per aiutare i fratellini e le sorelline di Gabbia 51 .

Si avvicina a passo lento la vecchia Lumaca Saggia che ha un’idea.

Lumaca Saggia - Se non ricordo male…., più avanti c’è una stazione di servizio, il camion

potrebbe essersi fermato là.

Poi, rivolgendosi ad Ape,le dice.

Lumaca – Ape, tu che voli veloce, vai a controllare - .

Dopo pochi secondi l’ape ritorna e annuncia che il grosso camion nero è in sosta proprio lì come

aveva pensato Lumaca Saggia.

A questo punto, senza perder tempo, tutti gli animaletti si recano alla stazione di servizio, decisi a

portare a termine la missione .

Uno sciame di api circonda l’autista per tenerlo lontano dal camion, mentre coccinelle, lombrichi,

farfalle e altri insetti, si infilano nel camion. Armati, chi con bastoncini, chi con fili d’erba,

cercano di forzare i lucchetti che chiudono le gabbie dei coniglietti. Uno dopo l’altro, i lucchetti

cedono e si aprono tutte le gabbie. I coniglietti increduli e stupiti, non sanno cosa fare ma Gabbia

51 li sollecita a seguirlo urlando.

Gabbia 51 - Presto scappate, non c’è molto tempo, seguitemi!! - .

Tutti i coniglietti lo seguono prontamente e si nascondono nel prato.

Dopo alcuni minuti, scampato il pericolo, si abbracciano felici.

Nel frattempo l’autista, non sapendo ciò che era accaduto, ritorna sul camion nero e riparte

sgommando. Giunto alla macelleria apre il camion e…….

Autista - I conigli sono spariti! Accidenti! Com’è potuto accadere!!! - .

L’autista entra nel camion esaminando disperato e incredulo tutte le gabbie vuote.

Macellaio - Imbroglione! Ti ho pagato centinaia di euro! Adesso me la paghi!! - .

L’autista gonfio e rosso come un pomodoro per le punture delle api, scappa inseguito dal

macellaio infuriato….

Nel prato oggi c’è gran festa: i grilli e le cicale si uniscono e fanno un concerto, le api preparano

una torta al miele, le farfalle e le coccinelle preparano le decorazioni con foglie e petali di fiori, i

coniglietti ballano felici e finalmente liberi. Nel corso dei festeggiamenti vengono sparsi

sull’acqua del piccolo stagno al centro del prato, luccicanti chicchi di melograno e foglie di ulivo,

le piccole ma potenti lucciole si posizionano sui gambi dei fiori che circondano l’acqua e, come

per magia , si illuminano come tante candeline; all’improvviso si fa avanti Lumaca Saggia che

annuncia il “battesimo dei nomi”.

Lumaca – Amici, vi prego, un po’ di silenzio! Invito tutti i coniglietti a venire qui, attorno allo

stagno. Da oggi per voi ci sarà una nuova vita e un nuovo nome, sarete liberi e felici e noi saremo

sempre pronti ad aiutarvi - .

A turno ogni coniglietto va di fronte al Lumaca saggia per ricevere un nome.

Gabbia 51 sarà Piccolo Eroe e poi Libertà, Gioia, Speranza, Coraggio, Pace….

Un grosso applauso di tutti gli abitanti del prato conclude l’emozionante cerimonia. Si è fatta

sera e Piccolo Eroe è stanco, guarda felice tutti i suoi fratellini giocare, liberi di rotolarsi e

rincorrersi, si allontana, si siede su un ramo ad osservare il sole che tramonta e sospira.

Piccolo Eroe - Se è vero che chi trova un amico trova un tesoro… io sono il coniglio più ricco del

mondo! - .

1. Non mettere in prigione chi è di un’altra religione, chi ha altre idee.

2. Non inquinare l’ambiente, rispettare il paese.

3. Tutti devono avere un lavoro.

4. Tutti devono andare a scuola.

5. Non rubare .

6. Non fare la guerra.

7. Il paese sarà governato da persone scelte dal popolo.

1. Coinvolgere tutti nei giochi.

2. Non fare i bulli con i più deboli.

3. Essere amico di tutti non solo “di chi vuoi tu”.

4. Le cose si devono condividere con tutti.

5. Non fare scherzi pericolosi ma solo quelli innocui.

6. Non prendere in giro i compagni se hanno gli occhiali o l’apparecchio per i denti.

7. Non gettare la cartella a terra quando si è arrabbiati.

8. Non bisogna vantarsi perché siamo tutti uguali.

9. Non si deve pensare ad altro quando la maestra spiega.

10. Rispettare le maestre.

11. Non fare confusione in classe.

12. Fare sempre i compiti.

13. Parlare a voce bassa.

14. Usare correttamente i cestini della scuola.

15. Non sparlare degli amici e non giudicare.

16. Avere rispetto degli oggetti altrui.

Sogno di Natale

A Natale Gesù Bambino

Porterà gioia e amore

e poi pace in ogni cuore.

Babbo Natale scenderà dal camino

per portare regali ad ogni bambino.

Acqua, cibo e tanta felicità

a chi questo non ce l’ha.

Pace porterà al mondo intero

per donare amore vero

a chi qui è uno straniero.

Se ognuno di noi si impegnerà

questo bel sogno si avvererà.

1. Ascoltare le spiegazioni e non far arrabbiare le maestre.

2. Impegnarsi molto a scuola.

3. Non litigare.

4. Non lanciare penne e matite e non correre nei corridoi.

5. Aiutare i compagni, soprattutto quelli in difficoltà.

6. Non esagerare con gli scherzi.

7. Non scrivere sui muri.

8. Condividere le cose.

9. Aiutarsi a vicenda.

10. Andare d’accordo con i compagni.

11. Avere cura delle cose che la scuola ci offre.

12. Non formare gruppetti altrimenti qualcuno resterà solo.

1. Rispettare la natura e il paesaggio.

2. Donne e uomini devono andare a scuola per imparare.

3. Rispettare ogni opinione e ogni idea.

4. Tutti devono avere un lavoro.

5. La legge è uguale per tutti.

6. Non fare guerra agli altri popoli.

7. Il popolo decide chi governa.

Il giovane cavaliere tirò un poco le briglie. Il cavallo aveva voglia di correre, ma doveva capire

che non era lui a decidere.

Il cavallo puntava a qualsiasi prateria, ma era il cavaliere a sapere verso quale prateria andare, e

in che punto di quella prateria.

Solo lui sapeva il perché.

Il cavallo rallentò, accettando il comando. Il cavaliere premiò l'obbedienza mollando un poco le

briglie, e il cavallo aumentò l'andatura, senza esagerare.

Il cavaliere, benché giovane, sapeva anche che il cavallo non si deve stancare all'estremo: gli

occorre un po' di fiato, se capita di dover fuggire. Quello che, seppure protetto e ben imbottito,

portava dietro la sella, non poteva essere scosso troppo, o troppo a lungo.

Nella prateria sembra di essere soli, ma non si è mai soli veramente. Occhi piccoli, o meno

piccoli, ti guardano passare, lontani o vicini.

Talvolta sono occhi umani, e non sempre sono amichevoli.

Quelli di Tagatah...

Quelli di Tagatah erano tanti occhi, quelli di tutto un paese una volta meraviglioso fino a quella

maledetta notte…

Era una tranquilla notte d’autunno, il cielo era stellato, una sottile brezza faceva volteggiare le

foglie rosse e gialle, si udiva solo il verso dei gufi, i passi scattanti degli scoiattoli sui rami e lui…

con il suo sguardo attento e pronto ad agire…

Tutto il giorno aveva studiato attentamente quel paese e i suoi abitanti sereni e gioiosi. Con i suoi

occhi cattivi aveva visto tante cose meravigliose che ora era deciso a distruggere:

le famiglie che chiacchieravano felici mentre facevano colazione riunite intorno alla tavola;

i negozianti che aprivano le serrande dei negozi canticchiando allegramente;

il profumo del pane fragrante e delle pizze che si spandeva per tutta la piazza ;

gli abitanti che sorridendo si auguravano la buona giornata;

i bambini che giocavano sereni nella piazza del paese prima di andare a scuola,

i contadini sui loro carri che si avviavano cantando verso i campi…

A quel punto, invidioso e rabbioso, aveva pensato…

CAVALIERE- Aspetterò la notte, sarà il momento buono per rubare la loro felicità AH AH AH!!

E così fece, salì sul suo cavallo nero, aprì il pacco appoggiato sulla sella, girò trottando attorno al

paese e… fu un attimo… tutta la felicità e l’allegria degli abitanti di Tagatah, fu risucchiata per

magia dentro a quel pacco che una volta riempitosi, si richiuse immediatamente.

Dalla finestra di casa sua intanto, la piccola Marion, che era scesa in cucina a prendere il suo

peluche perché senza di lui non riusciva a dormire, vide tutta la scena e spaventata, corse a

raccontare tutto ai genitori.

MARION - Mamma, papà correte… ho visto un uomo nero spaventosissimo… ha fatto una magia

…e tutte le nostre risate sono state risucchiate in una scatola… è stata una cosa orribile!!! La

mamma e il papà assonnati la mandano a letto, cercando di tranquillizzarla.

MAMMA – E’ stato solo un brutto sogno Marion, ora va a dormire che domani devi andare a

scuola -.

Marion, non troppo convinta va a letto e cerca di addormentarsi,

ma il mattino dopo… ahimè… tutto era tristemente cambiato a

Tagatah: le mamme sgridavano i figli,i genitori litigavano tra di loro, i bambini piangevano perché

non volevano andare a scuola,

i negozianti non volevano aprire i negozi e rimasero in piazza a

litigare come matti,i contadini cominciarono a picchiare selvaggiamente i loro animali… che cosa

era successo…la piccola Marion lo sapeva bene e senza esitare un attimo, cominciò a correre verso

il palazzo del Re di Tagatah pronta a raccontargli tutto.

Giunta davanti al palazzo del Re di Tagatah, Marion chiede di

entrare, ma le guardie non glielo permettono e tentano di

bloccarla… allora lei, piccola e agile, passa sotto le loro gambe...

entra nel Palazzo inseguita dalle guardie… sale di corsa le scale…

attraversa i corridoi urlando.

MARION - DOV’È IL RE, DOV’È IL RE, È URGENTE, VOGLIO PARLARE CON LUI!!! -.

ll Re, sentendo questa confusione, esce dalla sua stanza e…

Re - Che cosa sta succedendo? Non posso nemmeno riposare un po' in pace!!! Chi è quella

bambina??! Dove sono le mie

guardie?!! Quando c’è bisogno di loro non ci sono mai!!

GUARDIE GUARDIE!!! -

Arrivano le guardie sudate e affannate.

GUARDIE – Maestà…, perdonateci… non siamo riusciti a fermare quella peste insolente! –

MAGGIORDOMO – Correte, presto, l’ho presa io la piccola peste!!! Mah… non mi sembra così

pericolosa!!! –

Marion dibattendosi cerca di liberarsi dalle mani del maggiordomo che però, non la molla.

MARION – Maestà dovete ascoltarmi, è accaduta una cosa terribile…. -

Poi rivolta al maggiordomo

MARION – E lasciami stare…uffa!!! -

RE – Lasciatela, fatela parlare, sentiamo cosa è accaduto di così terribile da disturbare il mio

riposo. –

MARION – Maestà, ieri notte, dalla finestra di casa mia, ero scesa per prendere il mio peluche e…

ho visto un Cavaliere misterioso tutto nero, era spaventoso… si aggirava per le strade di Tagatah

sul suo cavallo nero come la notte. Ad un certo punto si è fermato… ha preso una scatola nera

dalla sella del cavallo… l’ha aperta e…. la scatola ha risucchiato in un attimo tutte i sorrisi e le

risate del nostro paese…è stato orribile. Ho cercato di dirlo ai miei genitori ma nessuno mi ha

creduta. Lei mi deve aiutare!!! -

RE – Ma che dici piccola, sarà stato solo un brutto sogno -.

MARION – Lei dice così ma…anche i miei genitori non mi hanno voluto credere... perché non

avete visto cosa sta succedendo stamattina in paese…un vero disastro!!! –

Il Re esita… a questo punto Marion non sa più cosa fare, ma lei è una che non si arrende tanto

facilmente e poi deve salvare il suo paese… all’improvviso afferra la mano del Re e lo trascina con

tutte le sue forze fuori dal palazzo. Il Re, a questo punto colpito dal coraggio di una bambina così

piccola, la segue fino alla piazza del paese. Ciò che gli si presenta davanti è spaventoso…si

stropiccia più volte gli occhi perché non può credere a ciò che vede. I bambini litigano tra loro

violentemente, i contadini picchiano con crudeltà i loro animali, i negozi sono chiusi perché

nessuno ha voglia di lavorare, le mamme e i papà litigano fra loro animosamente, tutti i bambini

scappano via dalle maestre perché non vogliono andare a scuola… insomma tutt’intorno c’è solo

caos, urla e una gran confusione. Il Re cerca di farsi sentire e urla

RE – BASTA! BASTAAAA!!! –

…ma nessuno lo ascolta. Allora Marion strappa un mestolo dalle mani di un cuoco inferocito,

prende una padella, sale su una cassa e battendo il grosso mestolo sulla padella urla a squarciagola.

MARION – SMETTETELAAAAA!!! -

Subito tutti si fermano e rivolgono lo sguardo verso la bambina. Il Re prende la parola.

RE – Siamo stati maledetti da un Cavaliere Nero, ci ha rubato le cose più preziose che avevamo a

Tagatah : la gioia, l’allegria, le nostre risate. -

MARION - Perciò smettetela di litigare, uniamo le nostre forze e andiamo a riprenderci quello che

ci appartiene. –

Gli abitanti si guardano tra loro, parlottano un po’, ma alla fine esclamano in coro

GENTE DI TAGATAH – SIIII’, andiamo, riprendiamoci le nostre risate!!!! –

Ognuno afferra ciò che trova a portata di mano (bastoni, forconi, mestoli, corde etc.) e tutti

insieme partono alla ricerca del Cavaliere Nero. Dopo un po’ arrivano nella prateria e occhi

piccoli, o meno piccoli, occhi lontani o vicini, occhi umani e non sempre amichevoli, scrutano il

paesaggio furtivamente da dietro ai cespugli. L’ordine del Re è che il primo che avvisterà il

cavaliere Nero dovrà avvertire tutti gli altri facendo suonare una campanella… eccolo il Cavaliere

Nero…tutti si guardano… aspettano il segnale per partire all’attacco …. Driiin, driiin,

driiin!!!.....Marion apre gli occhi… guarda il suo peluche lì sul cuscino…guarda le sue bambole

che, con occhi piccoli, o meno piccoli, occhi lontani o vicini, occhi dolci e amichevoli, la

osservano dagli scaffali di fronte al letto e sente la voce allegra della mamma che si affaccia dalla

porta e le dice…

MAMMA - Dai Marion svegliati… è ora di andare a scuola… La colazione è pronta!-

La leggenda della lucciola

Tantissimi anni fa, in un bosco

viveva una lucciola

che era minuscola e nera.

Un giorno di notte,

la lucciola passeggiava

però non vedeva bene dove andava.

Lei aspettò la mattina

e poi andò dal sole

e gli chiese:” Mi strappi un pezzo di sole

così io posso camminare la notte?”

lui rispose di sì.

La lucciola, allora, prese un pezzettino di sole

e lo mise sulla coda.

E dal quel giorno la lucciola

ha la lucina sulla coda.

GLI ISTRICI SENZA ACULEI

Tanto tempo fa gli istrici non avevano aculei.

Essi dovevano scappare dagli animali che volevano mangiarli.

Un giorno, questi sfortunati istrici, vennero inseguiti da dieci lupi

e per fuggire da essi, si buttarono in un cespuglio spinoso e si riempirono di spine.

Da quel momento gli istrici poterono difendersi grazie alle loro spine.

Una bellissima primavera

Sui prati tanti fiori colorati…

Ma c’è ancora la scuola e siamo tutti affaticati!

Tra poco è Pasqua, non vedo l’ora!

Vorrei stare a giocare all’aria aperta ancora…

C’è l’ora legale

le gli orologi andranno male.

C’è il canto degli uccellini,

guarda mamma, come sono carini!

C’è il sole

andiamo a fare una passeggiata?

Ed io finisco sempre, col mangiare una frittata!

…e questo è solo l’inizio…

Autori

Alunni III E Lorenzo, Flavia, Rita, Lisa, Beatrice, Sara, Dalila, Michele, Anna Luisa, Antonio, Denise, Aurora, Andrea, Giuseppe, Chiara,

Gennaro, Federico, Jamal, Conni.

Alunni III A Maria Teresa, Karol, Sara, Olimpia, Francesco, Angela, Christian, Marika, Salvatore, Lucio, Giovanni, Federica, Mariano,

Sara, Samuele, Alessio, Lorenzo, Maria, Giada, Gaia.

Docenti Pioggiarella Adele, Buonocore Francesca.