La convocazione della famiglia d’origine

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LA CONVOCAZIONE DELLA FAMIGLIA D’ORIGINE A cura di: Favoloro Carmela Giarrizzo Jessica Ruggieri Daniela

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LA CONVOCAZIONE DELLA FAMIGLIA D’ORIGINE

A cura di:Favoloro CarmelaGiarrizzo JessicaRuggieri DanielaRussini SerenaUsai Anna Maria

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La convocazione della famiglia d’origine

• Bowen invitava i pazienti a ritornare con la propria valigetta all’interno delle famiglie d’origine

• Andolfi ritiene fondamentale, nella pratica clinica, “far arrivare la valigetta in terapia”

Convocare in seduta le famiglie d’origine

• È importante comunicare alla coppia il motivo per cui è utile vedere le famiglie d’origine

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Perché convocare la famiglia d’origine

• Per conoscere meglio il membro della coppia e la sua evoluzione

• Per capire le modalità attraverso cui ciascun

membro ha costruito le proprie appartenenze

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• TERAPEUTA può chiedere di far venire come consulenti le famiglie d’origine o anche un singolo sottosistema, come quello dei fratelli

Mi serve il vostro aiuto come

consulenti… credo che i fratelli siano esperti nel dare

informazioni molto importanti

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Le famiglie d’origine come consulenti del terapeuta

• Al terapeuta non interessa tanto sentire i racconti della famiglia d’origine, ma soprattutto vedere come le persone possono essere diverse in presenza dei propri familiari

• È fondamentale, durante la seduta, far capire alla coppia e alle rispettive famiglie d’origine che l’utilità della loro presenza è quella di ricercare insieme le risorse, non l’origine del problema, né tanto meno le colpe delle generazioni in alto

Non andiamo a caccia di problemi… anche se sembra! adesso

andiamo a caccia di informazioni… e

basta

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• La richiesta di convocare i genitori in seduta si scontra quasi sempre con il rifiuto e i “no” dei due membri della coppia, che adducono diverse motivazioni:

Lontananza Rapporti interrotti o difficili Vecchiaia o malattie

Le reazioni dei partner a questa richiesta sono spesso connotate da un

sentimento misto di paura e rifiuto

In realtà dietro questi “no” c’è un’estrema difficoltà nel chiedere aiuto alla propriafamiglia d’origine

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Quali paure rendono difficile chiedere alle proprie famiglie di partecipare alla terapia di coppia?

1) Paura di essere esposti di nuovo, da grandi, ad una delusione nelle aspettative infantili di accudimento e di riconoscimento dei propri bisogni

2) Paura di ammettere un fallimento o un problema di coppia di fronte ai propri genitori

FALSO PROBLEMA: I genitori seppur anziani e/o malati non sono proprio “fessi”,

spesso sono testimoni silenziosi dei conflitti e delle difficoltà della coppia

3) Paura di essere giudicati per aver deluso le aspettative dei genitori

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“Il NO non è mai un NO”

• Il rifiuto è la difesa più estrema al timore di non ricevere aiuto nel momento di difficoltà

il NO assume un valore anticipatorio:lo si dice per primi per non ricevere un rifiuto

In realtà più il NO è forte, più c’è il desiderio che si trasformi in un si

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La paura e il rifiuto di chiedere alle proprie famiglie d’origine di partecipare alla terapia di coppia

• Corrispondono a due posizioni relazionali distorte a

livello intergenerazionale:

I. INVERSIONE

DELL’ACCUDIMENTOII. IPERDIPENDENZA E SOTTOMISSIONE NEI CONFRONTI DELLA

FAMIGLIA D’ORIGINE

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I. INVERSIONE DELL’ACCUDIMENTO“Chi accudisce chi?”

• Se, ad esempio, da figlio si ricopre il ruolo

di figlio genitoriale

Si è abituati a rinunciare sia al bisogno di essere accuditi, che al soddisfacimento dei propri bisogni di protezione

Difficilmente, quindi, ci si può permettere di chiedere aiuto ai genitori per la terapia

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• Con la presenza delle famiglie d’origine in seduta è possibile:

Verificare la rappresentazione di queste modalità di inversione dell’accudimento e capire come sono state costruite

Successivamente si possono legare queste modalità a

ciò che avviene nella dinamica di coppia

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II. IPERDIPENDENZA E SOTTOMISSIONE NEI CONFRONTI DELLA FAMIGLIA D’ORIGINE

A. CONDIZIONE

DI FIGLIO CRONICO:

si manifesta quando un adulto

non riesce a fare il salto generazionale

e resta bloccato nella posizione di figlio

anche durante l’età matura (Andolfi, 2003)

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…B. INTIMIDAZIONE INTERGENERAZIONALE:

la mancata acquisizione di

una posizione adulta

dipende da una intimidazione

che arriva dai piani alti

e arresta la conquista

dell’autorevolezza personale

(Williamson, 1982)

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C. MATRIMONIO ADOTTATO: situazioni in cui una persona (taglio emotivo)

si trova un compagno che ha un’eccessiva dipendenza

dalla propria famiglia d’origine

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I tempi della convocazione della famiglia d’origine

• All’inizio della terapia di coppia

(tra la terza e la quinta seduta)

• Nel corso della terapia

• Nella parte avanzata

della terapia e/o nel follow-up

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All’inizio della terapia di coppia

• Questa convocazione è utile quando si è costruita una motivazione congiunta tra i partner, altrimenti si può arrivare ad una interruzione della terapia

• Gli effetti della convocazione sono molteplici: La terapia “entra in casa” quando il terapeuta avverte

la sensazione che non c’è più una cellula dipendente

da lui e da ciò che si costruisce in terapia

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È possibile affrontare in modo costruttivo i problemi veri del sottosistema coppia

si passa al vero “noi” di coppia eliminando la “spazzatura”

Ci si può aspettare un esito positivo della terapia

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Nel corso della terapia• Una volta costruita la motivazione congiunta,

si può discutere sulla resistenza a portare la famiglia d’origine

• Per affrontare le difficoltà di ognuno nel convocare la propria famiglia,il terapeuta può usare il gioco e la provocazione

A patto che si sia costruita la fiducia nei suoi confronti,

fiducia che permette alla persona di sentirsi accolta e sostenuta

ES: “Gioco del chiamare senza chiamare”

Chiami suo padre ora

che la spina è staccata

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Nella parte avanzata della terapia e/o follow-up

• Si può riconvocare di nuovo la famiglia di origine per testimoniare i progressi conseguiti nella terapia di coppia, sia durante la terapia che dopo la fine

FOLLOW-UP: permette di valutare i cambiamenti che le famiglie fanno dal momento

che la terapia finisce

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La seduta con la famiglia di origine

La regressione• Fenomeno quasi automatico che si verifica

quando gli adulti si trovano in presenza della famiglia d’origine

• In tale contesto gli adulti si sentono come se tornassero indietro nel tempo ridiventando i bambini che sono stati

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• Il terapeuta deve incoraggiare e favorire tale fenomeno attraverso domande adeguate

• Permette di abbandonare “l’ipocrisia dell’adulto” alla riscoperta di aspetti infantili inespressi

• Possono venire alla luce eventuali richieste inespresse che esplicitate rendono possibile la cessazione di quei tentativi di venire risarciti (“sindrome da indennizzo”)

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Il ricordo collettivo

• Il ricordo in presenza di più generazioni ha un enorme potenziale “curativo”

• Rituale utile per costruire l’esperienza terapeutica che permette al terapeuta di entrare a “far parte” della storia della famiglia

• Permette di rivivere in seduta alcuni passaggi importanti della vita di relazione della famiglia

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• Vantaggi:Promuovere vicinanza (APPARTENENZA)

Far sperimentare il confronto (SEPARAZIONE)

Costruisce l’esperienza terapeutica come modello di relazione esportabile a casa

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Il focus della seduta

• Il lavoro con la famiglia mette a fuoco con grande chiarezza il grado di differenziazione raggiunto dal membro della coppia appartenente a quella famiglia (Bowen, 1979)

• In particolare si evidenziano:Il taglio emotivoL’intimidazione generazionaleLe lealtà invisibili

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Il taglio emotivo

• Forma di pseudoindividuazione• Presa di distanza reale e/o mentale dalla propria

famiglia d’origine ritenuta necessaria per garantire a se stessi la propria autonomia

• Si traduce in un continuo evitamento di rapporti che, nell’illusione di non essere vissuti e proprio perché devono essere tenuti a distanza, hanno un potere altamente condizionante

• Autonomia è illusoria

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L’intimidazione generazionale

• La conquista dell’autorità personale passa attraverso il superamento di tale processo

• Marcata forma di dipendenza che non permette all’individuo adulto di vivere i rapporti con i genitori sullo stesso piano generazionale rimanendo nella posizione di figlio

• I genitori rimangono idealizzati come perfetti ed onnipotenti

• Persona con scarsa autostima che non è in grado di contrapporsi né in maniera reattiva né in termini di confronto alla pari

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Le lealtà invisibili (Boszormenyi-Nagy, Spark, 1988)

• Condizionamento “invisibile” da parte della famiglia sulle scelte del figlio in linea con il MITO FAMILIARE e in particolare con i progetti e le aspettative dei genitori relativi allo sviluppo dei figli

• Nel ripercorrere la storia di sviluppo della famiglia è importante rilevare gli eventi attraverso i quali tali lealtà si sono formate e/o rafforzate

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I fratelli

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“La prima cosa bella” (2010)

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I FRATELLI

• Se non si sono risolti i problemi di dipendenza o di separazione dalla propria famiglia d’origine , i fratelli non si pongono sullo stesso piano generazionale la loro relazione viene distorta dal triangolo tensivo esistente con i genitori.

• Tra di loro i figli si comporteranno sempre come figli di quei genitori e mai come fratelli che hanno potuto porre un confine con la funzione di figlio

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Effetti della seduta con la famiglia di origine

• Primo effetto immediato: distanza tra i membri della coppia: il prendersi un rischio così importante, acconsentendo di tornare bambino di fronte alla propria famiglia e al coniuge, fa sì che il partner si avvicini di più, come a soccorrerlo in un momento di bisogno.

Il lavoro con la famiglia di origine unisce la coppia e crea delle intese.

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La coppia come spazzatura universale

• La coppia porta inconsapevolmente nel proprio territorio tutta una serie di problematiche che non hanno nulla a che fare con la propria relazione coniugale.

• Obiettivo: svuotare il territorio di coppia da conflitti e rabbie antiche con la famiglia di origine, permettendo la ri/costruzione del noi.• Aiuto importante con le coppie

altamente conflittuali.

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Cosa succede al terapeuta?• Anche la famiglia fa un test al terapeuta,

se il terapeuta non funziona la famiglia lo fa capire

• La famiglia non cerca un “guru”, ma un terapeuta che dia risultati

far emergere una motivazione congiunta.

• L’incontro con la famiglia di origine dà la possibilità al terapeuta di liberarsi da tanti pregiudizi e dall’intolleranza per determinate caratteristiche della coppia o del singolo.

• L’antipatia scompare se si fanno salti temporali, aumenta se si rimane nel qui ed ora della coppia.

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La funzione di mediatore intergenerazionale

E’ la capacita di essere equidistanti tra le generazioni che si incontrano in terapia

• Le risonanze del terapeuta sono importanti se utilizzate secondo una modalità “generation free”: non devono indurre il terapeuta ad allearsi con la generazione più vicina a lui.

• Di fronte alle famiglie di origine, più si cresce e più si diventa benevoli verso i danni prodotti da essa: maggiore equidistanza.

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Il costruttore di nessi

• C’è sempre una continuità storica tra quello che è avvenuto e quello che avverrà in futuro.

• Funzione del terapeuta: aiutare le persone a fare “nuovi nodi tra vecchi fili”.

Obiettivo: condivisione nel nucleo familiare della percezione della continuità di senso degli eventi.

• Terapia come “occasione di apprendimento di un metodo”: riattivazione delle risorse della famiglia

Trasferimento della terapia a casa minore dipendenza dalla presenza assidua del terapeuta.

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Il dopo-seduta: gli effetti sulla coppia• Acquisizione di una “posizione Io” (Bowen, 1979):

l’uno non si sente più la metà dell’altro la prova migliore per verificare se una persona è cresciuta è il poter pensare di separarsi dal partner, anche se realmente ciò non avviene.

• Maggiore intesa di coppia: prendersi un rischio ciascuno, unisce se si creano intese di coppia si litiga meno e si ragiona meglio.

• Aumento della curiosità e dell’apprendimento della coppia: la coppia in crisi è spesso una coppia annoiata. Se si riesce a restituire valore alla curiosità la coppia si rivitalizza concentrando tutte le risorse al suo interno per trovare un nuovo equilibrio.

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“S.O.S. Tata” (Famiglia Altai)