La competenza informativa e la ricerca critica delle fonti · sa individuare le fonti di...
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La competenza
informativa e la
ricerca critica delle
fonti
Roma 7 giugno
2016
Aula T – ore 09.30-
15.30
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Spesso ci capita di sentire che gli studenti,
come primo approccio
alla ricerca documentale,
utilizzino Google.
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L‘informazione estratta da Google,
come opzione in sé, non è da
scartare, ma sarebbe preferibile
partire dagli strumenti messi a
disposizione dalla biblioteca, che
ovviano al pericolo della
DISINTERMEDIAZIONE, cioè
dell'assenza di una mediazione
competente e preventiva
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Biblioteca della Facoltà di Medicina e Psicologia «Ernesto Valentini»
Information overload
ovvero:
troppe informazioni = nessuna informazione
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Ma in rete si trova proprio tutto?
Surface web: tutto ciò che viene indicizzato dai
motori di ricerca (circa
167 terabyte)
Deep web: ciò che NON viene indicizzato dai motori di ricerca
(circa 91.000 terabyte)
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I bibliotecari non
demonizzano l‘uso
della Rete, ma
auspicano che
sia consapevole
e critico.
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Hic sunt leones…
La biblioteca: una
guida nel mondo
dell’informazione
La competenza informativa
(o Information Literacy)
degli utenti rientra tra le
finalità che la biblioteca
“Valentini” intende
raggiungere
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Qualche definizione di Information Literacy
Information literacy = insieme
di abilità necessarie per
riconoscere quando si ha bisogno di un'informazione,
per localizzarla, valutarla ed
utilizzarla efficacemente
(ACRL, Association of College & Research Libraries, 2000)
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“In definitiva, gli information
literate sono persone che
hanno imparato come imparare.
Sanno come imparare, perché
sanno come è organizzata la
conoscenza, come trovare
l'informazione e come usarla in
modo tale che gli altri possano
imparare da loro”
(ACRL, tradotto da Fabio Metitieri,
Il grande inganno del Web 2.0, p.
141)
“...l'alfabetismo informativo rende
le persone capaci di cercare,
valutare, usare e creare
informazioni in modo efficace, in
tutte le circostanze della vita, per
raggiungere obiettivi personali,
sociali, occupazionali e educativi.
È un diritto umano di base in un
mondo digitale e promuove
l'inclusione sociale in tutte le
nazioni”
(Unesco-Ifla-Nfil, 2005)
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PREMESSA
La didattica del sistema universitario italiano, che differisce molto da quello
anglosassone, per esempio, non offre una forte motivazione all’acquisizione
della competenza informativa.
Per la preparazione degli esami, generalmente, non viene richiesta l’elaborazione
di un testo proprio, ma la riproposizione di quanto studiato sui libri e appreso a
lezione. Molto spesso si arriva, quindi, al momento della preparazione della tesi
senza alcuna esperienza di ricerca documentale.
Ogni insegnamento che preveda la produzione di un elaborato offre
un’occasione preziosissima di esercizio, utile al momento della tesi e oltre, per lo
sviluppo di una mentalità critica, essenziale per esercitare qualsiasi professione e il diritto di cittadinanza.
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Lo studente information literate è capace di organizzare
razionalmente un processo di ricerca informativo/documentale:
è in grado di formulare parametri di ricerca
efficaci
sa individuare le fonti di informazioni
accreditate nell’ambito della propria
disciplina di studio
è capace di riconoscere la congruità dei
risultati estratti con la propria domanda di
ricerca
è in grado di localizzare i documenti di cui
ha bisogno in maniera autonoma
sa organizzare e utilizzare l’informazione
ottenuta in modo efficace ed etico
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Per effettuare una ricerca bibliografica efficace devo
• Definire in modo preciso l’oggetto della ricerca
• Conoscere il contesto, articolare i macroargomenti individuando le parole chiave
• Essere consapevole che la ricerca e l’intera stesura (compresi titolo e indice) sono processi dinamici, si evolvono con il procedere della ricerca
• Scegliere gli strumenti più adatti per cercare informazioni in merito ad un preciso quesito
• Sapere utilizzare efficacemente gli strumenti prescelti
• Sapere interpretare e valutare le informazioni reperite
• Utilizzare le informazioni selezionate in modo etico e legale
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Biblioteca della Facoltà di Medicina e Psicologia «Ernesto Valentini»
Valutare la qualità dei siti
Le estensioni dei siti americani
.com
.edu
commerciale (a qualsiasi persona o entità è permessa la registrazione)
educativo (limitato ad accreditate istituzioni post-secondarie)
.gov
.org organizzazione (a qualsiasi persona o entità è permessa la registrazione)
governativo (limitato ad agenzie ed enti governativi americani)
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Biblioteca della Facoltà di Medicina e Psicologia «Ernesto Valentini»
Valutare la qualità delle fonti 1. banche dati versus motori di ricerca
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Esempio di calcolo: Un periodico del 2014 nel 2012 e nel 2013 riceve 80 citazioni di articoli che ha pubblicato. Il periodico, nello stesso arco di tempo, ha pubblicato 160 articoli IF della rivista X per il 2014: 80 / 160 = 0,5
Biblioteca della Facoltà di Medicina e Psicologia «Ernesto Valentini»
Valutare la qualità delle fonti
2. l’Impact Factor (IF)
Numero di citazioni che gli
articoli pubblicati in uno
specifico periodo hanno
ricevuto nei due anni
precedenti, dividendo la
cifra per il numero di
articoli pubblicati dalla
stessa rivista nei due anni
considerati
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I limiti dell’Impact Factor
• Gli autori americani citano prevalentemente altri americani
• Il numero e il tipo di pubblicazioni è fortemente dipendente
dalla disciplina: i giuristi pubblicano un libro ogni 3-4 anni
mentre ad esempio i medici pubblicano soprattutto e
frequentemente articoli in lingua in inglese
• L’Impact Factor è una misura di valutazione quantitativa, che
necessariamente va riequilibrata con misure di valutazione
di tipo qualitativo (es. peer review etc.).
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Valutare la qualità delle fonti 3. Peer review: Una misura di valutazione di tipo qualitativo
L’articolo, prima di essere pubblicato,
viene valutato da esperti dello stesso
settore disciplinare dell’autore. Gli
esperti e l'autore non si devono
conoscere e non devono avere rapporti di tipo commerciale con il periodico.
L’autore riceverà le osservazioni degli
esperti e modificherà il testo
dell’articolo sulla base di tali
osservazioni. L’articolo, modificato, sarà pronto per la pubblicazione. Tale
meccanismo viene definito PEER
REVIEW, ovvero revisione ad opera dei
pari.
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Il processo di ricerca: due importanti premesse
1. Le fasi della ricerca documentale sono ricorrenti, cicliche e
retroattive, perché ogni scelta operata influenza tutte le altre,
anteriori e posteriori. La sua complessità comporta un
continuo ripensamento di quanto già trovato alla luce di ciò
che si trova dopo. Possiamo impiegare l‘immagine di una retta
composta da vari segmenti, ripercorribile perché alcune fasi
vengono ripetute.
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2. L'informazione è sempre veicolata da un documento. Bisogna perciò
cercare fonti informative.
Le informazioni sono rese significative dal testo che le circonda e un
testo è significativo sulla base del contesto in cui è inserito (per esempio,
un articolo in una rivista scientifica).
Il reperimento di informazioni (information retrieval), dunque, implica una
ricerca documentale e soltanto dopo aver recuperato un documento si
può estrarne un'informazione.
Questo vale anche e soprattutto per i documenti elettronici, che danno
l'illusione di veicolare un'informazione diretta, non condizionata da testo
e ambito, mentre è fondamentale comprendere il contesto in cui
l'informazione è inserita, soprattutto nel caso di ipertesti sul Web.
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Fase 1. Avvio del processo
Impegnarsi in una ricerca in
genere procura incertezza e
confusione, cui si cerca di far
fronte attingendo alle conoscenze
pregresse o ricorrendo all'aiuto di
pari, anche attraverso attività di
brainstorming più o meno
esplicite, che aiutino a prendere
consapevolezza di altri punti di
vista e quindi a crearsi una
visione non stereotipata della
questione.
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Fase 2. Selezione dell’argomento
• Lo si individua tenendo conto degli interessi personali, delle informazioni che già si hanno e del tempo che gli si può dedicare.
• È utile, in questa fase, ricorrere, a opere di reference (enciclopedie specialistiche, dizionari, handbooks...) e contattare docenti e bibliotecari.
http://www.sciencedirect.com/science/referenceworks/
• È importante individuare a quale ambito, anche trasversale, attenga l‘argomento selezionato (psicologia dello sviluppo, psicologia sociale, ecc.)
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Fase 3. Esplorazione preliminare
alla determinazione del focus
• In questa fase l'ansia raggiunge il culmine perché, senza
l'individuazione di una domanda di ricerca, si rischia di procedere a
vuoto e di avere la sensazione di non essere all'altezza del compito.
• Individuare, invece, parole chiave, con annessi sinonimi, da tradurre
in inglese non meccanicamente, ma usando per esempio il Thesaurus
dell'APA, consente di interrogare efficacemente le banche dati, al fine
di mettere a punto una revisione della letteratura, all'interno della
quale scegliere un punto di vista, un taglio peculiare. Creare una
mappa terminologica è essenziale.
• Soltanto gli aspetti particolari del problema individuato possono
trasformarsi in domande di ricerca.
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Fase 4. Determinazione del focus
• Segna la svolta, con conseguente cambiamento dello stato d'animo, più fiducioso; arriva come risultato della lettura di materiale che ha fornito spunti,
riflessioni, materiale di confronto
• Si formula una vera e propria domanda di ricerca, che sarà la bussola alla quale
guardare sempre per non smarrirsi e per selezionare materiale realmente
pertinente
• Se dell'argomento si sono individuati vari aspetti, è utile avere sotto mano
l'elenco per non sovrapporli e seguire così un solo canale di un fenomeno
complesso
• Se invece il focus è troppo stretto, non può essere formulata alcuna domanda e
allora si deve allargare un po' l'orizzonte
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Fase 5. Raccolta dei documenti
• Definito il focus, la fase successiva è piuttosto meccanica, se si è sviluppata
dimestichezza con gli strumenti e i servizi messi a disposizione dalla biblioteca, illustrati nell‘incontro precedente.
• In questa fase, il colloquio con il bibliotecario è costruttivo e collaborativo, se si è scritta la strategia di ricerca usata: quali strumenti (Opac, banche dati...), elenco dei termini di ricerca e loro possibili combinazioni.
• Di ogni documento, sarebbe opportuno redigere un abstract (http://www.biblio.liuc.it/liucpap/pdf/16.pdf) per poter risalire facilmente al suo contenuto, in fase di stesura.
• Dalla lettura del materiale recuperato può ripartire il processo di ricerca, che è appunto ciclico, in considerazione della terminologia impiegata e dei riferimenti bibliografici riportati.
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Fase 6. Chiusura del processo di ricerca
e redazione del proprio elaborato
Si arriva a questa fase o perché le informazioni reperite cominciano ad essere ridondanti o perché il tempo a
disposizione sta arrivando al termine e si deve ancora
elaborare il materiale al fine della stesura di un testo nuovo.
Se si deve interrompere il processo per motivi di tempo, può
subentrare un senso di frustrazione.
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Di questa fase la biblioteca non può farsi carico, se non indicando
le referenze di libri e siti utili allo scopo:
Eco, U. (1980). Come si fa una tesi di laurea. Milano: Bompiani
Lesina, R. (1996). Il nuovo manuale di stile : guida alla redazione di
documenti, relazioni, articoli, manuali, tesi di laurea. Bologna:
Zanichelli
http://biblioteca.luiss.it/guide/come-si-scrive-una-tesi-di-laurea
http://www.compilatio.net/uploads/e8957e6dc496c868140916339fe7
367d/fichiers/come-si-scrive-una-tesi-di-laurea.pdf
http://www.tesionline.it/faq/come-scrivere-una-tesi-di-laurea/come-
scrivere-una-tesi-di-laurea.jsp
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Qualche suggerimento
La domanda di ricerca, che ha guidato il processo, non sarà il titolo dell'elaborato, ma la struttura dell'introduzione.
Il corpo delle argomentazioni sarà costruito con gli abstracts redatti, mentre la conclusione sarà l'epilogo naturale di quanto sostenuto.
Lo stile di citazione generalmente impiegato, in campo psicologico, è l‘APA style
(http://ebookbrowse.com/miniguida-apa-style-supsi-pdf-d137755568 e
https://it.bul.sbu.usi.ch/learning/apa_date).
In ogni caso, è sempre meglio concordare con il docente.
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Attenzione al plagio!
La tentazione di copiare non si manifesta se tutto
il processo precedente è stato ben impostato e,
soprattutto, si sono ben scanditi i tempi.
Risulta che spesso i plagiari hanno fretta di
produrre un testo, incorrendo in un reato.
Alcuni atenei italiani si sono dotati di software
anti-plagio non tanto in ottica punitiva, ma per
stimolare un miglioramento della qualità della ricerca (es. https://www.compilatio.net/it/ )
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Considerazioni conclusive
Il bibliotecario non può sostituirsi a chi ricerca nella scelta del materiale da utilizzare, ma può indirizzare agli strumenti più utili
nelle diverse fasi, tenendo conto anche del tempo a disposizione
e del livello di approfondimento richiesto.
Un grosso aiuto viene dalla visualizzazione della ricerca tramite
mappe o grafici: mappe terminologiche per le parole chiave,
grafici per i diversi focus individuabili dell'argomento generale,
mappe per le fasi e i tempi della ricerca.
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È importante scrivere un vero e proprio giornale di bordo, per non
perdere traccia di nessun momento, per quanto apparentemente
insignificante, del processo: evoluzione, scelte fatte, libri letti, pensieri
elaborati nella scrittura.
Quattro abilità di base sono essenziali per la competenza informativa:
1) prendere nota delle informazioni recuperate e collegarle con le
precedenti;
2) riassumere quanto si legge;
3) parafrasare ciò che si recupera, in modo da averlo già pronto per il
testo definitivo;
4) trovare relazioni tra quanto trovato e la conoscenza precedente,
proponendo nuove soluzioni.
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Riferimenti bibliografici
Guerrini, M. (2012), La biblioteca spiegata agli studenti universitari, Editrice bibliografica
Ballestra, L. (2011), Information literacy in biblioteca, Editrice bibliografica
Elenco risorse utili
http://www.library.lu.usi.ch/il/index.htm?p=0
http://www.biblioteche.unibo.it/portale/formazione/corso-di-information-literacy/cil-corso-di-
information-literacy/cil/cil-accessibile/ita/default.htm
http://www.sokogskriv.no/english
http://www.webs.uidaho.edu/info_literacy/
http://www.biblio.liuc.it/scripts/gestioniebook/paginaebook.asp?eb=bibliografico&numpag=81