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"La classe come laboratorio: mappe mentali nella praxi didattica" Articolo di Franca Storace e Annapaola Capuano

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GSD informa

La musica che trasforma

La classe come laboratorio

Pubertà precoce

Come aiutare il bambino adottato a scuola

Libri e adolescenza

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EDITORIALE di Anna Guerrieri

PSICOLOGIA E ADOZIONE Da due a tre... Il primo appuntamento di Monica Arcadu

SCUOLA E ADOZIONE Come aiutare il bambino adottato a scuola di Silvia Andrich

PEDAGOGIA IN AZIONE La classe come laboratorio: mappe mentali nella praxi didattica di Franca Storace e Annapaola Capuano

SALUTE E ADOZIONE Pubertà precoce. Il problema della pubertà precoce nelle bambine adottate da paesi in via di sviluppo di Raffaele Virdis

LEGGENDO

Ma c’è un lieto fine? di Cesarina ColombiniLe parole per dirlo. Libri e adolescenza di Marina Zulian

ANIMANDO

Lotta di classe di Claudio Tedaldi

SUONANDO

La musica che trasforma di Valeria Pacifico

TRENTAGIORNI

Registrazione del Tribunaledi Monza n. 1840 del 21/02/2006Iscritto al ROC al n. 15956

editore AssociazioneGenitori si diventa - onlusvia Gadda, 4 Monza (MI)[email protected]

redazione Anna Guerrieri direttore, L’Aquila [email protected]; Anna Ester Davini caporedattore e ricerca iconografica, Sassari; Simone Berti vicecaporedattore, Firenze; Michele Augurio sociologo, Milano; Monica Arcadu psicologa, Reggio Emilia; Monica Nobile psicopedagogista, Venezia; Claudio Tedaldi Atelier del cartone animato, Forlì; Marina Zulian Associazione BarchettaBlu, Venezia; Roberto Gianfelice fotografo, L’Aquila; Ilaria Nasini, fotografa, Firenze; Antonio Fatigati, direttore responsabile; [email protected]

immagini Simone Berti, Firenze; Donatella Caione, Foggia; Diana Giallonardo, L’Aquila; Roberto Gianfelice, L’Aquila; Ilaria Nasini, Firenze; Valeriano Salve, L’Aquila

progetto grafico e illustrazioni studio redazioni, Francesca Visintin, Venezia

correzione bozze Luigi Bulotta, Catanzaro; Daniela Patroncini, Reggio Emilia

impaginazione Maria Maddalena Di Sopra, Venezia; Pea Maccioni, Lecce

abbonamenti e contatti email Luigi [email protected]

copyright Tutto il materiale scritto dalla redazione è disponibile sotto la licenza Creative Common Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0. Significa che può essere riprodotto a patto

di citare Adozione e Dintorni - GsdInforma, di non usarlo per fini commerciali e di condividerlo con la

stessa licenza. Info: [email protected]

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La classe come laboratorio

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Come aiutare il bambino adottato a scuola

Libri e adolescenza

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La nostra attività come docenti di Lettere e forma-trici ci ha indotto ad appro-fondire in modo particolare il metodo dell’insegnamen-to basato sull’apprendi-mento significativo e sulla

metacognizione come quel-lo che offre concrete possi-bilità a tutti gli studenti, anche quelli con difficoltà,

di gestire in modo autono-mo il proprio percorso for-mativo.

La nostra esperienza in campo ci ha portato a ri-flettere su un problema: i

nostri alunni dimenticano. Dimenticano perché tendo-no ad apprendere in modo meccanico, sforzandosi, a volte anche con l’aiuto de-gli insegnanti, di memoriz-zare definizioni e informa-zioni desunte dai libri di testo. Inoltre, non integra-no le nuove conoscenze con quelle che già possiedono,

assumendo, troppo spesso, un atteggiamento passivo verso lo studio. Ciò che imparano serve

solo a superare un’interro-gazione, a ottenere un bel voto e non fa parte dei loro interessi.In tal modo la scuola di-venta inutile!Negli anni il nostro obiet-tivo è stato quello di inco-raggiare, invece, l’appren-dimento significativo a

La classe come laboratorio:

mappe mentali nella praxi didattica

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scapito di quello meccanico e puramente mnemonico; un apprendimento attivo e creativo, inteso come par-tecipazione globale degli alunni con un impegno sia sul piano conoscitivo che affettivo, emozionale e au-tomotivazionale. In quest’ottica, noi inse-gnanti siamo chiamati a progettare un curricolo che parta dagli apprendimenti e non dai contenuti e che valuti non la conoscenza, ma il modo in cui tale co-noscenza è rappresentata nella mente degli allievi, che “sono accompagnati” a scoprire, selezionare, colle-gare, mettere in relazione e generalizzare le nuove conoscenze. È su questi presupposti

che le nostre classi sono diventate laboratori, fuci-ne di idee, di creatività, di rappresentazioni chiare, efficienti ed efficaci.

Gli strumenti didattici e di

studio che i nostri alunni utilizzano in questo per-corso di costruzione della conoscenza sono le mappe concettuali e mentali. Questi due strumenti non vanno confusi e ai nostri alunni se ne spiegano le differenze sia in termini di costruzione che di applica-zione. È importante, pertanto,

esplicitare i processi e le fasi necessarie per la co-struzione corretta, attiva e metacognitiva delle mappe mentali e concettuali così come chiarire i diversi am-biti applicativi. Le mappe concettuali e mentali sono organizzatori grafici della conoscenza; di-verse sono le teorie da cui nascono, la loro struttura grafica e la realizzazione.

Entrambe, però, aiutano

l’apprendimento signifi-cativo attraverso il canale visivo, sollecitano la con-cettualizzazione e realiz-

zano un quadro d’insieme dell’argomento trattato.Dopo aver sperimentato per anni con i nostri alunni l’uso delle mappe concet-tuali, abbiamo introdotto le mappe mentali in am-bito didattico come stru-mento metacognitivo per pensare, creare, studiare e organizzare. Le mappe mentali sono state ideate dallo psicologo inglese Tony Buzan intor-no al 1960, basandosi sugli studi compiuti sulla pos-sibilità della mente uma-na di associare concetti e informazioni in modo non lineare ma radiale. La mappa mentale è un’espressione del Ra-diant Thinking ed è, per-ciò, una naturale funzione

della mente umana. È una

potente tecnica grafica che

può essere applicata a ogni

aspetto della vita in cui un più efficace apprendimen-to e il pensare in modo più

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chiaro migliorino la pre-stazione. È su queste premesse che

si muove la nostra azione didattica. Come mediatori, in una fase iniziale, illustriamo alla classe le caratteristi-che essenziali di una map-pa mentale. Non ci sono regole generalizzabili per la sua costruzione ma de-gli accorgimenti, una sor-ta di nostro “galateo”, che viene condiviso dall’intero

gruppo classe così sintetiz-zabile: - iniziare con un’immagi-ne colorata nel centro che rappresenti il tema della mappa, perché l’oggetto dell’attenzione deve essere cristallizzato in un’imma-gine centrale; - irradiare i temi principa-li del soggetto dall’immagi-ne centrale come rami che contengono un’immagine o una parola chiave scrit-ta su una linea associata.

Gli argomenti di minore importanza sono anch’essi rappresentati come rami attaccati ai rami di livello più alto;- usare su ciascun ramo singole parole chiave scelte per la loro valenza evocati-va oppure di associazione; - scegliere una dimensio-ne, sia del ramo che della parola e dell’immagine, che sia proporzionale alla rilevanza e all’importanza dei concetti rappresentati;

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- usare immagini (visual) nella costruzione della mappa, sia sui rami che nel contorno, per aumentarne l’effetto evocativo e per ag-giungere interesse, bellezza e individualità. Questi ele-menti, a loro volta, aiutano la creatività, la memoria e specialmente il richiamo delle informazioni;- usare i colori sia per i rami che per i termini in quanto stimolano processi di associazione;

- scrivere i termini in modo chiaro utilizzando lo stampato maiuscolo per i concetti principali.Notevole è l’impatto, l’en-tusiasmo, la curiosità e l’interesse che questo stru-mento suscita nei nostri alunni al punto da sceglier-lo come supporto alla ste-sura di testi scritti (temi, racconti, poesie), che aiuta a superare la “sindrome del foglio bianco” (U. San-tucci), come fase operati-va del brainstorming, per lo studio della geografia e

per la progettazione e rea-lizzazione di percorsi for-mativi interdisciplinari da presentare durante l’esa-me conclusivo del primo ciclo d’istruzione. Ogni alunno affina le tecni-che di composizione delle mappe mentali, persona-lizzandole con l’utilizzo di enfasi, sinestesie, gerar-chie, organizzando lo spa-zio in maniera appropriata e logica, scegliendo colori e visual, ma soprattutto fo-calizzando l’attenzione su parole-chiave e concetti. Ognuno sviluppa il proprio stile personale affinando

tutte le capacità mentali di creazione, organizzazio-ne e comunicazione. L’efficacia di tale stru-mento nella didattica sta nella sua capacità da un lato di coniugare in modo ottimale la strutturazione e la classificazione delle

informazioni, dall’altro di garantire l’uso contempo-raneo dei diversi canali espressivi per sviluppare idee e rappresentare le co-noscenze in modo valido e sintetico.Durante l’intero percorso per noi insegnanti è fon-damentale la gestione del processo. Riprendendo il nostro motto, «Chi sbaglia non è sbagliato. L’errore ci è amico», gli errori, soprat-tutto in una fase iniziale, sono visti come un’occa-sione importante per l’ap-prendimento. Proprio a partire da essi è possibile migliorarsi e accrescere le proprie conoscenze, stimo-lando l’autocorrezione e quindi il ragionamento.L’uso della mappa mentale quale strumento didattico avvantaggia tutto il grup-po classe perché valorizza i diversi stili di apprendi-mento. Infatti, la sua strutturazio-ne consente che i concetti siano organizzati indipen-dentemente da una rigoro-sa struttura grammaticale della frase.La mappa mentale favo-risce l’apprendimento di una grande quantità di informazioni in uno spa-zio ridotto, consentendo una rapida visione d’insie-me dell’argomento senza esclusione dei particolari.Infine, la memorizzazione

è favorita dalla rappre-

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27sentazione visiva basata su forme, colori e immagi-ni, che possono assumere le caratteristiche preferi-te dal singolo studente in base al suo stile cognitivo e alle sue personali associa-zioni mentali. Per gli alunni con DSA,

poi, le mappe risultano es-sere validi strumenti com-pensativi utilizzabili come mediatori didattici duran-te le prove scritte e orali.

In questo modo essi posso-no fare affidamento su un

canale di apprendimento diverso da quello della let-to-scrittura e di conseguen-za hanno una produzione più efficace e facilitata.

Interessante è anche l’uso delle mappe per attività di apprendimento collabora-tivo, che prevedono l’ela-borazione degli organizza-tori grafici da parte della

classe suddivisa in gruppi

eterogenei di studenti, in modo che dal confronto su come organizzare e strut-turare i concetti si crei uno scambio reciproco di cono-scenza.In conclusione le mappe sono una risorsa importan-te per trovare delle motiva-zioni proprie a imparare di più e meglio, riscoprendo il “piacere” di apprendere.

Franca Storace, Annapaola Capuanodocenti di Lettere, referenti per Dislessia e disturbi specifici dell’apprendimento, socie Associazione italiana dislessia

tuttiabordo-dislessia.blogspot.com

Bibliografia

J.D. Novak, D.B, Gowin, Imparando a imparare, Torino, SEI, 1989.

J.D. Novak - L’apprendimento significativo, Trento, Erickson.

T. Buzan, B. Buzan , Mappe mentali, NLP Italy.

U. Santucci, Mappe mentali e scrittura, I Quaderni del MdS.

G. Wiggins, J. Mc Thighe, Fare progettazione, Roma, Las.

A.Vitale, Le mappe mentali, 2005

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