la città del golfo_luglio

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Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo di Termoli - La-rino, ha affermato “Il giornalismo è vocazione, è unaprofessione che va vissuta quasi in spirito di missionee, senza dubbio alcuno, è da mettere al servizio ditutti e per tutti ma soprattutto dell’unica verità: quelladel Vangelo”. Chi scrive è stato particolarmente col-pito da questa definizione del giornalismo, che sindal primo articolo pubblicato tanti decenni fa ha cer-cato di fare sua, senza se e senza ma. Dare l’opportu-nità a qualcuno di esercitare questa affascinante pro-fessione è come dargli tra le mani un’arma, sta all’in-telligenza di ognuno di saperla utilizzare corretta-mente. Leggo sovente articoli spazzatura, triti difalsità e qualunquismo, scritti soltanto con l’intenzio-ne di distruggere un avversario proprio o dell’editoreo della forza politica o di potere che è dietro la testatagiornalistica. E invece ogni giornalista se vuole esse-re un cristiano coerente dovrebbe ricordarsi sempredi intingere la penna nell’inchiostro della verità,quella ispirata da duemila anni dai vangeli. Bene faMons. De Luca a invitare tutti a un atteggiamento cor-retto e ortodosso. I redattori de La Città del Golfo, sia-no cattolici praticanti o laici convinti, credono nel ri-spetto delle persone e nella deontologia professiona-le. Non per nulla è in programma venerdì 22 agostoalle 20.45 presso la Darsena Flying sul Lungomare diScauri, nell’ambito della XVIII Edizione dello Scauri-tanum organizzato dalla Sezione del Golfo di Gaetadi Italia Nostra, una tavola rotonda sul tema “Giorna-lismo e Deontologia: le regole dei codici e quelle del-la coscienza” a cura della redazione del nostro men-sile interregionale “La Città del Golfo”. I saluti delpresidente Grazia Sotis, docente universitario, antici-peranno gli interventi di Arcibaldo Miller, SostitutoProcuratore Generale della Repubblica presso laCorte d’Appello di Roma, di Pierpaolo Filippelli, So-stituto Procuratore della Repubblica presso la Dire-zione Distrettuale Antimafia di Napoli, e di SimonaGionta, direttore del settimanale on line FORUM. Hoscritto mensile interregionale poiché da questo mesela nostra rivista abbraccia un territorio che va da SanFelice Circeo, sul Mar Tirreno, alla riva molisana delMar Adriatico. Diventiamo interregionali, un salto diqualità che consentirà di creare sinergie tra il LazioMeridionale e il Molise. Non per nulla ospitiamo, tral’altro, interessanti reportage sugli accordi istituzio-nali sottoscritti per garantire migliori e innovativi col-legamenti ferroviari e viari tra le due regioni. Ci augu-riamo che i lettori del Molise ci accolgano con caloree simpatia, noi assicuriamo che saremo sempre al lo-ro servizio, lealmente. Nel contempo l’inserto il Dia-logo cresce in quanto oltre alle due diocesi pontineseguirà con interesse le quattro diocesi molisane enon potevamo iniziare con migliore auspicio: la visi-ta in Molise di Papa Francesco, attento sempre ai ter-ritori periferici d’Italia. Benvenuto Santo Padre.

di Marcello Caliman

AGORÀ - EDITORIALE

ANCHE IN MOLISECON LEALTà

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“Beato quel popolo che non ha bisogno dieroi” scriveva il drammaturgo Bertolt Brecht,derelitto quello che si affida ai pentiti, aggiungoio. Benvenuti in ‘Terra di Lavoro’, orgogliosolembo di territorio, oggi diventato nell’imma-ginario di tutti ‘Terra dei fuochi’, dilatandocosì spropositatamente nella percezione col-lettiva il fazzoletto di comprensorio, o meglioil triangolo con punte nelle province diNapoli e Caserta, che ha conosciuto loscempio del traffico dei rifiuti orchestratodalla camorra. Eroi, e oggi anche pentiti,sono parte integrante di quella parabola che,intrecciandosi con la vita quotidiana, la fugadei giovani, le intimidazioni e i ricatti, conoscesfumature color arcobaleno. E si sa, l’arcobalenofa rima con speranza. Don Peppino Diana neè stato l’esempio più fulgido. Come scrisseRoberto Saviano in ‘Gomorra’ “don Peppinonon voleva fare il prete consolatore”, “l’obiettivoera invece comprendere, trasformare, de-nunciare, fare l’elettrocardiogramma al cuoredel potere economico”, rieditare i rapportiche sino a quel momento avevano caratteriz-zato la dinamica religione – mafie, comeaveva denunciato nel suo scritto ‘Per amore

del mio popolo non tacerò’. Una lungimiranzache oggi si specchia nelle limpide parole delSanto Padre: "Coloro che nella loro vitahanno scelto questa strada di male, i mafiosi,non sono in comunione con Dio: sono sco-municati". Coprotagonista di quell’impegno,cittadini più o meno giovani, uniti dal desideriodi riscattare il territorio nel quale avevanodeciso di vivere. Tra questi si distinse RenatoNatale, che per una breve parentesi, tra il ’93e il ’94, fu anche sindaco di Casal di Principe.Tra i primi a trovare esangue don Peppino,dilaniato da cinque colpi di pistola nella sa-crestia della Chiesa San Nicola di Bari, RenatoNatale, a distanza di venti anni, ne raccoglieil testimone, tornando a rappresentare iCasalesi come sindaco di questa comunità.Un passaggio di consegne ideale che si è ali-mentato con piccoli e grandi gesti che hanno

caratterizzato questi anni: i progetti di educa-zione alla Legalità, l’impegno degli Scout,una rinnovata presenza delle istituzioni, e ilconcorso di forze dell’ordine e magistraturacapace di sgretolare il clan dei casalesi, laconfederazione di gruppi camorristici che hacondizionato la vita di questa terra. Oggiquesta azione congiunta ha spinto AntonioIovine, al vertice del clan dei casalesi, ad unpercorso di collaborazione con lo Stato. Unascelta che il procuratore nazionale antimafia,Franco Roberti, ha definito ‘storica’, perché:“Il pentimento del boss Antonio Iovine rap-presenta la presa d'atto della sconfitta delclan dei casalesi”. Una decisione di pentimentoche non sarebbe maturata senza l’impegnodi un pugno di eroi e la strenua resistenza diquanti si sono opposti alla camorra, pagandonecon la vita il prezzo.

di raffele Vallefuoco

Terra dei fuochi, Casal di Principe e la parabola di un territorio che ha conosciuto sempre sacrifici e contraddizioni

L’INCHIESTA

TrA ErOI E pENTITI

ImpaginazioneLuca Scotto

ArteStefania De VitaArcheologiaTommaso ContiEcclesia - Il Dialogodon Francesco GugliettaBenedetto BaldascinoLino SorabellaEcologiaCesare CrovaEventi Cristina FebbraioCinzia GragnanoFotografiaGiuseppe Morelli

HistoriaSalvatore CardilloLa Casa di ThaliaAnna Maria CapassoSport Manuel RicuperatoProposte LetterarieAlfonso ArtoneCinema & ConcertiGian Paolo CalimanCultura & LetteraturaGrazia SotisReportage LazioZina AcetoAndrea BrengolaPino De RenziLucia Mancini

Reportage MoliseAngela CarrettaLuca DragonettiStefano VendittiSalute & BenessereEvelina ForteClaudia TaffuriSergio TraiolaAlessandro SparagnaGianluigi ZeppetellaSocietà & LegalitàRaffaele VallefuocoTeatroSimona GiontaTerra LaborisFrancesco MiragliaTribuna GiovanileMatteo Marcaccio

ViaggiMaria Teresa D’AcuntoWeb PublisherIvan Giampetruzzi

Enti IstituzionaliComune di GaetaPaola ColarulloComune di MinturnoAntonio LeponeComune di FormiaSimone PangiaComune di FondiUfficio Relazioni EsterneRegione LazioConsiglio RegionaleGaetano Orticelli

ForumcoordinaSimona GiontacollaboratoriChiara De MeoPatrizia Di MiccoAlessandra Di NucciDaniele Di NucciChiara Di PintoIvan GiampetruzziMichele GiontaAntonella MagliozziMartina MicilloErika MiranteGioia PernarellaSimona RomanelliValeria Verrillo

Tutte le collaborazioni e prestazioni redazionali sonoda ritenersi a titolo gratuito, salvo preventivi accordicontrattuali, e il contenuto degli articoli rispecchial’opinione degli autori. Gli articoli, i saggi, le lettere,le fotografie e i disegni, anche se non pubblicati,non vengono restituiti.

ARMANDO CARAMANICA EDITORERegistrazione Tribunale di Latina607 del 20 febbraio 1995Una copia del periodico: euro 1,00Abbonamento annuale: euro 10,00Pagamenti in conto corrente postalen. 10046043 intestato a: Armando CaramanicaEditore - Via Appia, 814 - 04026 Minturno LT

STAMPAArti Grafiche Caramanica S.r.l.Via Appia, 76204026 Minturno LT

Direttore ResponsabileMarcello Rosario [email protected] - Via Appia, 62204026 Scauri LTDirettore MarketingAnna D’[email protected] del LettoreLino [email protected]

[email protected]

ALLEATI IN TErrA dI GOMOrrAIn terra di ‘Gomorra’, Renato Natale ha importanti alleati. Negli anni, infatti,

Lorenzo Diana (in foto) si è contraddistinto per il suo impegno antimafia, condotto conforza sino in Parlamento, nel quale è stato vicepresidente della Commissione antimafia.Da anni sotto scorta, il clan dei casalesi progettò di ucciderlo, il sen. Diana attualmenteè membro della Fondazione Antonino Caponnetto, coordinatore della ‘Rete per la Le-galità’, struttura di associazioni e fondazioni antiusura, nonché presidente del Caan,acronimo per Centro Agroalimentare Napoli, incarico conferitogli dal sindaco Luigi DeMagistris per “liberare il centro dalla camorra”. Un impegno che Diana assolve con ri-gore e sacrificio, costanti della sua attività di cittadino e Politico.

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Il sindaco Renato Natale in comizio a Casal di Principe (foto Mauro Pagnano) Opera di Gaetano Porcasi

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Il Molise è ancora un’isola felice, fatta dibrava gente, operosa e tranquilla? di terreverdi e soleggiate e di aria pura? di politicilegati alla propria terra, da un amore arcanoe viscerale?Queste 144 pagine di De Chiara, piene di do-mande sull’ambiente molisano, portano adun'unica, inquietante risposta: l’omertà hacontribuito a mantenere negli anni una ma-schera idilliaca sotto la quale cresceva e sirinvigoriva il marcio. Maschera che è stata fi-nalmente rimossa e ora questa dolorosa ma-lattia, può essere curata dalla gente per beneche ancora popola in maggioranza questaterra bella e bistrattata. Come mai, viene peròda chiedersi, solo dopo le dichiarazioni di unpentito, sono venuti fuori i disastri ambientali?Come mai, stampa e opinione pubblica, hannoignorato per anni gli strani traffici e gli arrestiper reati ambientali? Eppure i segnali eranoinequivocabili, ma tutti hanno taciuto e molticontinuano ancora a tacere: numerosissimisono i siti inquinati, si pensi ad esempio a

quello a Venafro, nel quale sono stati smaltitiaddirittura rifiuti contenenti uranio impoveritoproveniente dai Paesi dell’Est. L’autore DeChiara, in un recente dibattito, ha ammonito:“Da trent’anni, invece di affrontare il problemadello sversamento dei rifiuti, i politici hannocercato di nascondere un problema che parteda lontano. In uno di questi terreni (Lucente-forte, a Venafro) nel quale si è scaricato peranni, un bambino ci ha quasi perso unagamba, ma della questione se n’é cominciatoa parlare soltanto negli anni ’90 con l’arrestodi Salvatore Moscardino. Secondo i testimonie secondo la Procura della Repubblica guidatadal dottor Paolo Albano, i camion di Moscar-dino scaricavano sostanze scure e fumanti. Ladonna che ha riferito queste circostanze haperso il marito e il figlio a causa di malattierare”. Terreni per i quali, come ha spiegatol’autore, l’Arpa Molise, la Provincia di Iserniae il Comune di Venafro avevano attestato unabonifica in realtà mai avvenuta. Il Molise, pa-radiso ambientale, è ormai dunque un lontanoricordo. E la colpa principale secondo l’autoreè della malapolitica, alimentata dai loschi in-teressi della mafia locale. Ma ora questa terra,potrà e saprà nuovamente rialzarsi.

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Per “Terra dei Fuochi” si intendeun’area di 1076 km² situatanell’Italia meridionale, tra leprovince campane di Napoli edi Caserta, che ricomprende57 comuni, con 2 milioni emezzo di abitanti circa. Talearea è caratterizzata dalla fortepresenza di rifiuti tossici smaltitisoprattutto dal clan camorristicodei Casalesi. L’appellativo, de-riva dai roghi che venivanoappiccati per smaltire abusiva-mente tali rifiuti, ed è stato uti-lizzato per la prima volta nel2003 nel Rapporto Ecomafiedi Legambiente. Successiva-mente, è stato utilizzato da Ro-berto Saviano come titolo del-l’ultimo capitolo del Bestseller“Gomorra”. I roghi hanno ge-nerato fumi che hanno diffusonell’atmosfera e nelle terre cir-costanti diossina e altre sostanzetossiche creando notevoli dannialla salute, e alla catena ali-mentare. La zona è caratterizzataanche da un consistente trafficodi rifiuti, provenienti soprattuttodal Nord Italia. Durante l’emer-genza rifiuti urbani in Campa-nia, tra il 2007 e il 2008, i roghiaumentarono poiché venneroconfusi tra i numerosi roghiappiccati ai cumuli di immon-dizia. Secondo il pentito di ca-morra, Carmine Schiavone, laCampania era destinata a di-ventare una vera e propria di-scarica di materiali tossici acielo aperto, tra cui piombo,scorie nucleari e materiale aci-do. Lo sversamento di rifiutiindustriali e di rifiuti tossici enucleari hanno inoltre causatol’inquinamento delle falde ac-quifere e un alto tasso ditumori soprattutto tra giovanidonne e bambini.

L’ArEA ArISCHIOTrENT'ANNI

dI OMErTàSUI rIfIUTITOSSICI

di Alfonso Artone

LA dENUNCIA dI pAOLO dE CHIArA

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90 L’INCHIESTA

Roberto Mancini, l’investigatore della Poliziadi Stato che per primo denunciò quanto stavaaccadendo nella Terra dei Fuochi, non c’èpiù. Agente della Criminalpol e poi consu-lente dal 1997 al 2001 nella Commissione par-lamentare sul ciclo illegale dei rifiuti, non cel’ha fatta. È morto a soli 53 anni, affetto dallinfoma di Hodgkin, lasciando una moglie euna figlia; le ultime cure e i tentativi di nuoveoperazioni al midollo non sono riusciti a sal-varlo. Il lavoro dei magistrati della DDA diNapoli sulle centinaia di migliaia di tonnellatedi rifiuti tossici della Terra dei Fuochi è do-vuto in gran parte al lavoro di Mancini cheiniziò nel 1994 a far luce sui capitali dei clanconfluiti in una banca a Cassino. Il giornalistaAndrea Palladino ha raccontato sul quoti-diano Il Fatto: “Incontra per la prima volta ilnome di Cipriano Chianese, l’avvocato di Pa-rete esperto nella creazione nell’intermedia-zione dei rifiuti. Lo intercetta per mesi, annotacon cura i contatti con i clienti, in gran partegruppi imprenditoriali ancora oggi attivi. In-tuisce il peso dei circoli massonici in queitraffici, salotti borghesi dove la grande indu-stria incontrava i clan, dove gli accordi per losversamento dei veleni venivano siglati.Ascolta a verbale Carmine Schiavone, cheelenca nomi, luoghi, date. Per cercare i ri-scontri porta in elicottero l’allora collaboratore

di giustizia nella zona di Casal di Principe, se-gnando con cura le coordinate delle cave uti-lizzate per interrare i fusti tossici.Duecentocinquanta pagine che però riman-gono ferme nell’archivi. Nel 1997 Mancini ini-zia a lavorare con la Commissione Bicameraled’indagine sul ciclo dei rifiuti ed è a partiredalla squadra capitanata da Massimo Scaliache arriverà la prima mappa degli orrori traholding, accordi. Tutto l’albero “genealogico”

della Terra dei Fuochi, e non solo, prendevita grazie anche al lavoro del poliziotto. MaMancini si ammala di linfoma Hodking. Lacausa? Contaminazione con sostanze perico-lose. Questo è il pegno che trova l’agente. Ri-sarcimento? Cinquemila euro dal Ministerodell’Interno. Ed è per questo che da diversotempo Mancini aveva chiesto un riconosci-mento economico anche alla Camera dei De-putati, dove aveva lavorato come consulentedella Commissione Scalia per quattro anni. Larisposta dell’Avvocatura, lo scorso novembre,fu però negativa. “Sono stato suo amico peroltre 30 anni – ha dichiarato Enrico Fontana,del direttivo nazionale di Legambiente – eposso dire che è stato uno dei migliori inve-stigatori italiani, non solo per le indagini suitraffici illegali dei rifiuti, che hanno spesso ac-compagnato il lavoro di denuncia di Legam-biente, per la quale incrociò tutti i dati dellesocietà coinvolte, ma anche per quanto hafatto in Campania. Fu lui, ad esempio, ad ar-restare il 6 novembre 1991, in un ristoranteromano di Cinecittà, un latitante di camorra,Ciro Mariano, indagando con i sistemi tradi-zionali e senza l’aiuto di collaboratori di giu-stizia. Mi auguro che arrivi per lui, dallo Stato,il riconoscimento che merita”. Fontana haconfermato al Sole 24 Ore che sia Legam-biente che Libera stanno cercando di avviarele procedure per richiedere nei confronti diMancini, già Cavaliere, la Medaglia al ValorCivile. L’ultimo saluto a Roberto Mancini si ètenuto nella Basilica di San Lorenzo, a Roma,a due passi dal Commissariato dove il poli-ziotto coraggio lavorava, lì dove iniziò tutto.

Un doveroso ricordo del poliziotto che per primo denunciò l’esistenza della Terra dei Fuochi

di Marcello Caliman

roberto Mancini, la storia di un eroe

Roberto Mancini è entrato in Polizia dal 1980.Aveva la fama del poliziotto onesto e determinato, che ama il proprio lavoro senza pensare troppoalla carriera. Entrato nell’anticamorra della Criminalpol nel 1986 e, verso la fine degli anni ottanta, svolge indagini nel Lazio Meridionale; indaga anche sul clan Moccia e in particolare suAnna Mazza, “la vedova della camorra” che, dopo la morte del marito Gennaro Moccia, prendein mano le redini del clan e lo sviluppa anche fuori dal territorio campano.

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IL VIGILE UrBANO CHE NON ArrETròSINO ALLA MOrTE

Michele Liguori, 59 anni, èstato ucciso da due tumori agennaio di quest’anno. Ha pre-stato servizio nella Polizia Mu-nicipale di Acerra, in provinciadi Napoli, dove si è semprebattuto contro gli sversamentiillegali di rifiuti, scoprendo di-scariche abusive. Si è semprebattuto contro l’avvelenamento

della sua terra, ma non è riu-scito a sconfiggere i due tumoriche nemmeno un anno fa ave-va scoperto di avere. Era dive-nuto uno dei simboli della lot-ta contro lo sversamento di ri-fiuti che avvelenano la Terradei Fuochi. In questi anni l’uo-mo ha scoperto diverse disca-riche a cielo aperto. Ai familiariè arrivato anche un messaggiodel Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano: “Partecipoal cordoglio per la scomparsadi un servitore delle istituzioniche si è adoperato nell’affron-tare la situazione devastantedeterminata nella Terra dei fuo-

chi.” Liguori, che era l’unicovigile del Settore Ambientedella Polizia Municipale di Acer-ra, era affetto da due tumori chegli sono stati diagnosticati amaggio. Il primo cittadino Raf-faele Lettieri alla vigilia delleesequie ha ricordato: “Ho par-lato con lui la scorsa settimana,era in auto nei pressi del Co-mune. Mi sono avvicinato egli ho chiesto come stava. Malui, con la forza che l’ha semprecontraddistinto, mi ha racco-mandato di chiamarlo se cifosse stato bisogno di lui. Lavoglia di lavorare non l’avevaabbandonato”.

Il diritto di sapere cosa mangiamo. Il diritto di sapere quale sia la filiera dei prodotti alimentari chegiungono sulle nostre tavole. Quanto conta il rispetto dei cittadini, nonostante le battaglie delle as-sociazioni di tutela dei consumatori? Tra parlamento nazionale e parlamento europeo non si rie-scono ad ottenere provvedimenti di autentica trasparenza e di convinta tutela. Provate a leggereuna confezione di uova, di pomodori pelati, di insaccati. Provate a chiedere al vostro macellaio dadove provengono le carni che affetta. Le forze dell’ordine multano le pescherie che non indicanoil mare di provenienza su una cassetta di alici (che non possono provenire da altre aree) ma peril resto? Per ragioni di lavoro ho avuto modo, in passato, di visionare le importazioni del MOF. Lafrutta e la verdura che giungono sulle nostre tavole provengono da tutto il mondo, ma noi nonabbiamo il diritto di saperlo. L’uva dal Cile e dal Sud Africa, i pompelmi da Israele, le olive dalNord Africa, tanti prodotti dall’Europa dell’Est. Perché questa lunga premessa? Semplicemente per-ché compriamo mele, ciliegie, fragole, verdure e ortaggi con la paura che provengano dalla Terradei Fuochi e quale fruttivendolo ambulante o a posto a fisso ce lo dirà mai? È un gioco perversosulla nostra pelle, noi consumatori siamo impotenti, non ci resta che dire “speriamo che io me lacavo” sino a quando leggi chiare e severe non ci daranno la libertà di sapere da dove provienecosa mangiamo o quali sono le componenti di prodotti lavorati. È chiedere troppo?(M.R.C)

L’INCHIESTA 91LOTTA CONTrO LE ECOMAfIE

Il diritto di sapere cosa mangiamo

di Marcello Caliman

Michele Liguori,si è sempre battuto contro gli sversamenti illegali di rifiuti e le discariche abusive,divenendo il campioneideale della Polizia Localeche dovrebbe servire sempre,senza riserve e con dedizione,il proprio Comune

Il timore che assale ogni volta i consumatori quando acquistano prodotti alimentari

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“Una nuova stagione di collaborazione”,questo quanto dichiarato ultimamente daipresidenti Zingaretti e Frattura, una bellanotizia per tanti viaggiatori in quanto vi sa-ranno più treni a collegare le due regionie, per il momento in fase di sperimentazio-ne fino a fine anno, più pullman sostitutiviper potenziare il collegamento Roma -Campobasso, andata e ritorno, passandoper Cassino. La Regione Lazio e la RegioneMolise suggellano l’accordo sui treni e av-viano una nuova stagione di collaborazio-ne interistituzionale a servizio dei cittadini.L’annuncio ufficiale è stato fatto il mesescorso (giugno) nella sede della Conferen-za delle Regioni, dal presidente Nicola Zin-garetti e del presidente Paolo di Laura Frat-tura con gli assessori ai Trasporti, MicheleCivita e Pierpaolo Nagni.“Oggi siamo apripista di un modello o nonsperimentato o sperimentato finora in ma-niera limitata tra le Regioni”, hanno dichia-rato i governatori Zingaretti e Frattura du-rante la conferenza stampa congiunta aconferma della volontà condivisa di prose-guire anche in altri settori sulla strada dellacollaborazione esprimendo all’unisono lasoddisfazione per il raggiungimento inter-regionale di tale obiettivo. Zingaretti evi-

denziando il valore presente e futuro dellasperimentazione tra Lazio e Molise ha di-chiarato: “Con l’accordo che abbiamo co-struito con il presidente Frattura e l’asses-sore Nagni inauguriamo un metodo di la-voro dimostrando nei fatti come sia possi-bile trovare insieme soluzioni positive per inostri cittadini. Non solo andiamo incontroalle esigenze dei pendolari migliorando laqualità del servizio e rendendo lo stessocompatibile con i nostri bilanci, ma soprat-tutto superiamo l’abitudine di lavorare acompartimenti stagni o, peggio, con un ap-proccio competitivo. Questo accordo, ba-sato su una solida e fattiva intesa interistitu-zionale, inquadra il modello di come devo-no e dovranno sempre di più lavorare leRegioni”. Pensiero ripreso e sviluppato dalpresidente Frattura: “Noi eravamo partiti –ha ricordato il governatore del Molise –,con un ragionamento interistituzionaleconcentrato sull’Adriatico e sulla Marcaadriatica con Marche e Abruzzo. Adesso di-mostriamo di poterci muovere così su tuttii fronti interregionali, intesi come governodei confini. Grazie ai nostri assessori, Na-gni e Civita, che hanno svolto un lavorostraordinario, siamo riusciti a contestualiz-zare, rendendolo immediatamente esecuti-vo, un accordo tra Regione Lazio e RegioneMolise a beneficio dei pendolari dei nostriterritori”. Il presidente Frattura ha specifi-cato che entro la fine dell’anno il serviziosarà arricchito con due treni aggiuntivi ri-spetto a quelli già in funzione per sostituireil servizio momentaneo garantito dal pros-

simo 16 giugno con i pullman messi a di-sposizione dalla Regione Lazio nel collega-mento Cassino-Campobasso. Con l’impe-gno della Regione Lazio e del presidenteZingaretti per la prima volta si offre al citta-dino molisano la possibilità di raggiungereRoma e di partire da Roma in ogni ora im-portante della giornata a cominciare dal-l’apertura degli uffici così da immaginareun pendolarismo quotidiano da e per il no-stro Molise. Il governatore molisano haconcluso dicendo: “Archiviata la logica delcampanile, mettiamo a fattor comune risor-se umane prima ed economiche dopo aservizio dei cittadini”. Nello specifico, dalprossimo lunedì fino a dicembre 2014 laRegione Molise garantirà più treni da Ro-ma, in cambio la Regione Lazio contribuiràall’istituzione di un nuovo collegamentoautobus da Cassino fino a Campobasso eviceversa. “Questi sei mesi – ha spiegatol’assessore della Regione Lazio, Michele Ci-vita –, ci serviranno per studiare un model-lo ferroviario migliore con i nuovi treni cheLazio e Molise acquisteranno”. Un granderisultato per l’assessore Pierpaolo Nagni:“Ci rendiamo esempio concreto – la sua ri-flessione –, del significato di multiregiona-lità e servizi integrati. Partiamo con la mo-bilità pubblica, che incentiveremo semprepiù, immaginando sviluppi organici anchein altri settori”. Oggi a Roma l’avvio “con te-mi osservati a lungo e a lungo commentatiche adesso finalmente diventano fatti”, laconclusione dei presidenti Nicola Zingaret-ti e Paolo Frattura.

di Angela Carretta

LAZIO E MOLISE pIù VICINETreni, Zingaretti e frattura una nuova stagione di collaborazione

92 L’INCHIESTA

VIABILITà

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La contiguità geografica e la sto-ria. Le radici e le istituzioni co-muni, i servizi da potenziare at-traverso una programmazionecalibrata sulle esigenze di en-trambi i territori: dalla sanità alleinfrastrutture, dal commercio allacultura. Sono tanti i motivi chehanno spinto le città di Formiae Cassino a siglare un “patto diamicizia, collaborazione e coo-perazione”, la firma nella salaSicurezza del Comune di Formiaalla presenza dei Sindaci SandroBartolomeo e Giuseppe GoliniPetrarcone. Nell’incontro, che hasiglato il patto di amicizia tra ledue città, i due primi cittadinihanno illustrato le finalità delpatto che mira costruire una retedi rapporti e servizi utili a mi-gliorare la qualità della vita dientrambi i territori. Terre legatea doppio filo anche oggi Ag-giungi un appuntamento peroggi: la riorganizzazione della

geografia giudiziaria con l’inse-rimento del Golfo nell’area dicompetenza del Tribunale diCassino; l’università che accogliesempre più giovani formiani gra-zie alla vicinanza e alla ampliataqualità dell’offerta formativa; lapresenza di due ospedali contanti problemi che, messi in rete,potrebbero offrire servizi migliori,calibrati su un’area omogenea,percorribile in venti, massimotrenta minuti di macchina. Scambie rapporti quotidiani che rendonoancora più strategica l’aggrega-zione tra i due Comuni, al di làdell’iter promosso in passato perl’istituzione di una provincia uni-ta, accantonata dai governi epiù che mai fuori dall’agendapolitica. Petrarcone ha acceso iriflettori sull’esigenza di realizzarenuove infrastrutture che faccianodel Basso Lazio la linea di con-giunzione prioritaria tra il Tirrenoe l’Adriatico. Ha sottolineato ilsindaco di Cassino: “Pensiamoalla realizzazione di una lineaferroviaria di collegamento traCassino e Formia. Il tracciatogià esistente passa per Suio. Noivorremmo un progetto più direttoche segua la dorsale viaria dellasuperstrada. Tecnicamente sipuò, vanno valutati i costi maper noi è un obiettivo prioritario”.

Si è parlato anche di Sanità. “Hoscritto a Zingaretti – ha dichiaratoPetrarcone – perché temo un ri-dimensionamento dell’offerta sa-nitaria dell’ospedale Santa Sco-lastica. Credo che si debba ini-ziare a ragionare per aree. Ab-biamo un Dea che è di primo li-vello soltanto sulla carta. Vistala vicinanza tra noi e Formia, sipuò lavorare ad una suddivisionedelle specializzazioni tra i dueospedali”. Sulla stessa lunghezza

d’onda il Sindaco Bartolomeoche spiega: “La soluzione po-trebbe venire dalla realizzazionedi un sistema sanitario integrato.Potremmo scambiarci le utenzesanitarie in modo intelligente,coprendo tutta una serie di ser-vizi. Fare venti minuti, mezz’oradi macchina è ben altra cosa

che raggiungere Napoli o Roma.Non c’è solo la sanità. Una rin-novata collaborazione tra i dueterritori offre un ampio ventagliodi opportunità. Da 25 anni so-stengo la necessità di un riequi-librio dell’assetto istituzionale.Le province furono designatedal fascismo senza alcun fonda-mento, né storico, né sociale,né economico. Perché dovreiessere contento di andare aLatina quando in venti minutoposso raggiungere Cassino? Dob-biamo consolidare un legameche esiste già nei fatti. Latinagravita sul polo romano che nonha niente a che vedere con noie non ha alcun interesse ad at-trarre comunità distanti 150 chi-lometri. Insomma, sono talmentetante le convenienze che ci spin-gono a stare insieme che dob-biamo solo lavorare per rag-giungere i nostri obiettivi”. Al-l’incontro erano presenti, oltreal Presidente del Consiglio Co-munale di Formia Maurizio Tal-lerini, anche i consiglieri comu-nali Danilo Picano, capogruppodella lista I Democratici, ed Er-nesto Schiano, Pd Formia, l’as-sessore al turismo del Comunedi Cassino, Danilo Grossi e ladelegata formiana Patrizia Me-nanno, promotori dell’iniziativa.

UNA fErrOVIA SUpErVELOCESiglato patto di amicizia e collaborazione tra formia e Cassino

Il progetto prevedel’ultilizzo del percorsodella superstrada percreare una linea di collegamento ferroviario

L’INCHIESTA 93

di Lucia Mancini

a

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“Siamo a salitaIella oggi e do-mani, vieniquando vuoi.Un abbraccio”,così circa unanno fa mi ave-va risposto Ales-sandra Arena, lareferente di un

gruppo di ragazzi che avevano deciso di tra-scorrere la loro estate a salita Iella, angolo di-menticato da tutti in Via Indipendenza, terrenoconfiscato alla mafia. Dodici mesi dopo quelgruppo di ragazzi è un’impresa a tutti glieffetti, la Cooperativa Programma 101 che

nel mese di luglio e di agosto darà vita alprimo campo antimafia della Regione Lazio.Dove? Nel Sud pontino, a Formia e a Gaetadove il 70% dei ragazzi delle scuole intervistatihanno ammesso che “la mafia c’è”, due areerispettivamente di 14.000 mq e 4.000 mq. Ar-riveranno da tutti Italia, dormiranno negliistituti scolastici, avranno tra le mani unazappa, parteciperanno a momenti di forma-zione, gusteranno prodotti a km 0, parlerannodi beni confiscati, affidamenti, antimafia,lavoro, impresa cooperativa, agricoltura, par-leranno di futuro possibile per una generazionefiglia della crisi: una vera innovazione controil luogo comune dei giovani “sdraiati” indecisitra tv e play station. I terreni riqualificati tor-

neranno ad una nuova vita produttiva, verrannoreinseriti in un circuito economico e neltessuto sociale: “pensiamo ad una vera epropria filiera corta con prodotti bio a km 0.Speriamo che altri giovani si appassionino aquesto lavoro!”. Una generazione alla riscossache troverà nel nostro golfo “terreno fertile”di crescita grazie alla collaborazione con leassociazioni e una rete di partners (Legacoop,Spi Cgil, Arci, Consorzio Parsifal). Cultura chegira, idee che nascono e si sviluppano, unanuova generazione propositiva, che coinvolge,si fa sentire e soprattutto crea impresa. Unadelle tante iniziative firmata under 35 che inquesto numero di “La Città del Golfo” cer-chiamo di raccontarvi.

di Simona Gionta

IL prIMO CAMpO ANTIMAfIALa Cooperativa Programma 101, dà vita con coraggio alla realizzazione del primocampo antimafia della Regione Lazio nel sud pontino, tra Formia e Gaeta

GAETA

L’idea de Il Li-ceale, giornalescolastico delLiceo Alberti diMinturno, ènata da uno deigiovanissimi re-

dattori qualche anno fa: Raffaele Vallefuoco,brillante redattore del mensile La Città del

Golfo”. Noi studenti abbiamo continuatoquesta tradizione fino ad oggi. Lottiamocontro la mancanza di fondi, lavoriamosodo per dare qualità ad ogni uscita e cer-chiamo di far amare l’informazione peressere molto più di un giornale scolastico.Il successo dei due numeri di Gennaio eGiugno sono stata opera dell’impegno pro-fuso da venticinque persone che hanno

raccolto questa sfida con coraggio e deter-minazione. Abbiamo concluso l’anno conl’organizzazione dell’Alberti’s Got Talent incui non ha trionfato la band “Le CocceFresche” (Lavinia Martufi, Simone Mancinie Giusuè Irace), ma anche la forza e l’otti-mismo di noi giovani Albertini il che fa bensperare in un altro prosperoso ed avventu-roso anno con la redazione de Il Liceale!

di patrizia di Micco

pIù dI UN GIOrNALE SCOLASTICOL’esperienza gratificante, pur con carenza di mezzi, de Il Liceale, rivista del Liceo Albertinata con il dirigente scolastico Onorato Marzano e che continua con Amato Polidoro

I progetti positivi e formativi di gruppi giovanili di diverse Città del Golfo

MINTUrNO

GIOVANI dEL GOLfOin azione

Page 11: la città del golfo_luglio

FORUM 95

ESPLORA è unaassociazioneche nasce dal-l’idea di 5 gio-vani italiani ap-passionati discambi intercul-turali e mossidal desiderio dipromuovere un

tipo di turismo non solo rilassante maanche “intelligente”. Un’associazione “curiosa,intraprendente, socievole, interessante e sti-

molante” a detta del giovanissimo presidentedella sezione di Itri Mattia Punzo. Grazie aviaggi, vacanze studio e progetti di volon-tariato, i giovani del territorio possonoentrare in contatto con loro coetanei pro-venienti dai più svariati paesi del mondo; iltutto in un clima di assoluto divertimento ein grande armonia con la natura. L’ultimoarrivato in casa Erasmus? Il progetto MakeYour Dream Land che si svolgerà in Georgia,a Racha, nella prima settimana di agosto.Tante attività all’aria aperta e una grandesensibilizzazione sull’ importanza dell’eco-

logia. Un’esperienza che consentirà ai for-tunati partecipanti di “conoscere nuoviamici, vivere una settimana immersi nellanatura, sperimentare l’educazione intercul-turale, migliorare il proprio inglese e ap-prendere qualche altra lingua europea, ri-cevere lo Youthpass, interessarsi di eco-so-stenibilità e ovviamente viaggiare! Senzadimenticarci che il vitto e l’alloggio sono fi-nanziati dal programma Gioventù in Azione,mentre le spese di viaggio sono rimborsateal 70%. Cosa state aspettando? Zaino inspalla, è ora di Esplorare!

di Chiara de Meo

TUrISMO: è OrA dI ESpLOrA-rEViaggi, vacanze studio e progetti di volontariato portati avanti in sinergia con coetani provenienti da tutti i paesi del mondo e desiderosi anche di nuove amicizie

“Alzati dal di-vano, prendi labici e...passeg-gia con noi”:un bell’invitoquello dei Ci-clopasseggia-tori del Golfodi Gaeta. Han-no iniziato la

loro attività in una notte di mezza estatedel 2013, precisamente il 4 luglio: giornodell’indipendenza dal traffico, dallo smoge dai ritmi di vita sedentari. Salvatore eSandro, già associati FIAB (FederazioneItaliana Amici della Bicicletta), e poi Carlo,hanno inaugurato nel Golfo le ciclopas-

seggiate sotto le stelle, divenute oggi unappuntamento non solo e non tanto spor-tivo, ma principalmente sociale. “Siamoarrivati in novanta ad agosto”, ci spiegaCarlo – giovane membro del gruppo classe1989 – “con un pubblico dai 9 agli 85anni, passando per i giovani dai 20 ai 30.Ciclisti amatoriali, ma anche professionisti”.Insomma, un gruppo a 360°, accessibile atutti, il cui fine è godere in compagniadel territorio, al costo di una pizza o diun gelato, meritato premio di fine pedalata.“Si socializza facilmente e si respira un’at-mosfera bellissima. Da provare”. Ma dovesi va e come si partecipa? “La direzione lascegliamo insieme, liberamente; Gaeta,Gianola, ma anche i vicoli di Castellone”,

ci illustra Carlo. “Per essere aggiornati suappuntamenti e incontri si può visitare lapagina Facebook del gruppo .ma funzionaanche così: molti ci vedono, si fermano ela volta successiva si uniscono”. Il gruppoè attivo anche nella sensibilizzazioneall’uso della bicicletta, strettamente con-nesso alle esigenze della sostenibilità ur-bana, cui l’autunno scorso a Formia èstata dedicata la prima edizione del FeCS(Festival della Città Sostenibile). “Occorronoinfrastrutture adeguate al trasporto cicli-stico: piste ciclabili, si, ma anzitutto ra-strelliere sicure” – afferma Carlo, che con-clude: “La bici è efficienza, non solo stan-chezza”. E aggiungiamo, a questo punto:amicizia.

di Martina Micillo

BICI IN COMpAGNIAL’invito dei Ciclopasseggiatori del Golfo di Gaeta dai bambini agli ultra ottantenniavivere all’aria aperta, utilizzando esclusivamente la bicicletta per solidarizzare

ITrI

fOrMIA

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96 FORUM

IL GOLfO fELICE

IL fESTIVALA KM ZErO

Tutto è iniziato con un filmd’animazione: il protagonista,innamorato cotto, mentre si av-via per strada verso la sua amatacomincia a ballare sulle note diuna canzone dal ritmo cosìcoinvolgente che gli spettatoriseduti nei cinema iniziano aportare il tempo con i piedi, in-consapevoli che di lì a pocoquella passeggiata si sarebbetrasformata nel fenomeno piùvirale degli ultimi anni. Il video-clip della canzone “Happy”scritta e cantata da Pharrell Wil-liams è stato imitato da milionidi persone comuni e spesso da

numerosi vip che lo hanno fil-mato e lanciato in rete con il ti-tolo di “We are happy from (conil nome della città in cui sonostate svolte le riprese)”. Il nostrogolfo non poteva esimersi daquesta nuova e simpatica ten-denza e così in rete sono facil-mente scovabili (soprattuttograzie ai social network) videoamatoriali degli abitanti di Gae-ta, Scauri e così via: un modoparticolare per far conoscere sestessi e soprattutto per far cono-scere il nostro splendido golfoin giro per la rete, un video pertestimoniare la propria allegriae il proprio amore per una can-zone che, onestamente, è tra-smessa su ogni stazione radiodel pianeta ormai da diversi me-si. Non resta che accedere allarete e vedere il video della vo-stra città giocando a riconosceretutti i ballerini che hanno parte-cipato. E se ancora non fossestato filmato che aspettate?

Sarà un festival a km zero quello dedicato al Novecento che sisvolgerà a Formia dall’1 al 18 Ottobre e che si concluderà con laserata finale del Premio Internazionale Vittorio Foa. Il “FormiaFestival #900 – Scenari e storie del secolo scorso” è promosso dalComune di Formia in collaborazione con l’Ipab SS. Annunziata, laFondazione Alzaia e i Teatri Riuniti del Golfo. Mutuando l’antologiadei poeti del primo conflitto mondiale, “Le notti chiare erano tutteun’alba” sarà il titolo di questa prima edizione dedicata, in particolare,alla Grande Guerra in occasione della ricorrenza del centenario. Leassociazioni culturali, le compagnie teatrali, le scuole e i docentisaranno direttamente coinvolte nella programmazione. È già partitala fase organizzativa con due primi incontri sotto la guida delprofessore Luigi Mascilli Migliorini, storico, docente dell’UniversitàL’Orientale di Napoli e accademico dei Lincei. L’idea, infatti, è di nondecidere un programma a tavolino calato dall’alto ma mettere insieme,grazie alle possibili collaborazioni, alle idee, alle proposte deisoggetti culturali del territorio, un cartellone partecipato che riesca atoccare tutte le sfumature della grande guerra e del ‘900 e daspalmare nell’intera città, frazioni comprese. Il simbolo dell’hashtagrichiama tutti i temi collegati al secolo scorso, tutti i soggetti che in-terverranno per descriverlo. Un festival a km zero e a costo zero.

di Alessandra di Nucci

#900

di Alessandra di Nucci

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TRIBUNA GIOVANILE UNDER 18 97

SpOrT O BUSINESSIl Campionato del Mondo Fifa 2014, impone una doverosariflessione tra i tanti contrasti, le luci e le ombre del calcio

La storia testi-monia che l’uo-mo ha semprepraticato attivitàsportive, sin dal-l’antichità. LeOlimpiadi, cheappassionano,

ancora oggi, centinaia di milioni di spettatori intutto il mondo, iniziarono a disputarsi nell’anticaGrecia. Il gioco del calcio, lo sport più praticato eseguito, è indubbiamente molto più recente ri-spetto alle “venerande” Olimpiadi. Il calcio nascea Londra nel 1863 e, da quel momento, la sua dif-fusione fu molto rapida, in particolare in Sud

America e in Europa. In Italia giunse nel 1867, ilprimo Campionato Federale di Football si disputònel 1898 e fu vinto dal Genoa Cricket and FootballClub. Nel 1904 fu fondata la Fédération Internatio-nale de Football Association - FIFA. In questi gior-ni si stanno disputando in Brasile le fasi finali delcampionato del mondo, basta accendere il televi-sore per assistere a una vera e propria epopea cal-cistica, che vede spettatrice l’Italia, per l’assenza divalidi vivai dei club nazionali. Le regole e le mo-dalità del gioco, con poche modifiche, sono rima-ste quelle di un tempo; ma è cambiata totalmentela mentalità con cui lo sport viene praticato. Negli

ultimi anni c’è stata, a mio avviso, una vera e pro-pria degenerazione del concetto di sport, ed è perquesto che assistiamo a sempre maggiori atti diviolenza. Eclatante è l’episodio che ha visto gli ul-tras interisti lanciare dagli spalti uno scooter du-rante Inter - Atalanta, luttuoso quello che ha vistol’ispettore capo di polizia Filippo Raciti ucciso du-rante gli incidenti scatenati da una frangia di ul-tras catanesi contro la Polizia intervenuta per se-dare i disordini alla fine del derby siciliano di cal-cio Catania – Palermo. Drammatico e assurdol’episodio verificatosi a Roma in occasione dellafinale di Coppa Italia Napoli – Fiorentina con untifoso partenopeo Ciro Esposito morto il 25 giu-gno, dopo due mesi di agonia per essere stato rag-

giunto da colpi di pistola sparati da un ultra roma-nista. E anche atti di razzismo si registrano fre-quentemente negli stadi, soprattutto nei confrontidei giocatori di colore. Vediamo striscioni offensi-vi con frasi xenofobe che, oltretutto, causano allesocietà sportive pesanti multe. L’euforia del cam-pionato calcistico in corso non può far dimentica-re i duecentomila brasiliani sloggiati dalle loro fa-velas, povere abitazioni, per far posto agli impian-ti sportivi e le incongruenze di un Paese dove ilventi per cento della popolazione detiene l’ottan-ta per cento della ricchezza globale. Quanto oggiè sport e quanto, invece, è business?

di Matteo Marcaccio

aDue momenti dello stesso sport: tifosa del Costa Rica che esulta dopo il goal vincente, inferto all’Italia in occasionedei campionati del mondo in corso in Brasile e a destra ultrà che esercita il suo “potere” tra i fedelissimi

Teatro Bertolt Brecht

4-5-6 LuglioFestival di teatro per ragazziCancello, Castellone di Formia

dal 14 al 18 e dal 21 al 25 LuglioViva l’infanziacampus teatrale per ragazzi dai 6agli 11 anniPinetina Ginillat, Formia

Teatro remigio paoneIl viaggio finisce laddoves’incontrano gli amantiStagione Dietro le pagineTerrazza panoramica ore 21dal 26 giugno tutti i giovedì estivi

3 Luglio - Viaggi della speranzaHarraga, il sogno europeo passadalla SardegnaOspite Arianna Obinupresenta Viviana Isernia, viaggi inTunisiainterviene rappresentante coordina-mento migranti e rifugiati AmnestyInternational

10 Luglio - Viaggi letterariPedro FelipeOspite Emanuele Tirellipresenta Simona Gionta, viaggionella comunità teatro

17 Luglio - Viaggi nella memoriamigranteLa bambina che non sapeva giocareOspite Romina D’Aniellopresenta Paolo Fiore, viaggiatoredella filosofia moderna

24 Luglio - Viaggio in GiapponePsicologia dell’AikidoOspite Angelo Armanopresenta Gennaro Agresti, viaggia-tore alla ricerca del sé

31 Luglio - Viaggio nella cittàFormia in giallo - l’anteprimaOspiti autori dell’antologia Formiain giallo, presenta Vito Auriemma

(a cura di Simona Gionta)

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98 BICENTENARIO DELLA BENEMERITA

Sarà celebrato il Bicentenario della Fondazione del-l’Arma dei Carabinieri domenica 13 luglio nella sug-gestiva Baia di Monte d’Oro a Scauri, per la precisionenel Piazzale Caduti di Nassiriya sul Lungomare NazarioSauro, in prossimità della Darsena Flying, dinanzi alMonumento al Carabiniere, unico in provincia di La-tina, opera dello scultore Gerardo De Meo, artista difama internazionale, e realizzato dalla fonderia Mari-nelli, nel giorno in cui Re Vittorio Emanuele I di Sar-degna ha firmato le regie patenti con le qualidecretava la nascita dei Carabinieri Reali. Era il 13 lu-glio 1814 e da allora i militari dell’Arma si sono rico-perti di gloria in tutti gli angoli della terra. Duecentoanni. 200 anni di ordini e di sissignore, di sangue, su-dore e conquiste. 200 anni di storie di gente comuneche sono diventate anche nostre, e di atti eroici con-sumati nel silenzio della quotidianità. 200 anni di fa-miglie e figli trascurati, di madri lontane e in ansia. 200anni di ferite, sul cuore, sulla pelle, nella carne. E chesia chiaro o no, se l’Arma funziona e bene è perchéesiste chi ha fatto della strada il suo credo e vive nellasperanza di poter fare ancora qualcosa di semplice perla gente, senza onori e tanti oneri. Davvero tanti oneri.Auguri Benemerita. Il programma della manifestazioneprevede la commemorazione alle ore 19.00 precise,con la deposizione della Corona d’alloro a cura delleseguenti autorità: Vincenzo Fedele Assessore del Co-mune di Minturno, in rappresentanza del primo citta-dino impegnato nella manifestazione contestuale dellaSagra delle Regne nel centro storico di Minturno, AldoLisetti Generale di Corpo d’Armata r.o. dell’Arma deiCarabinieri, Gian Paolo Mongillo presidente Guardiad’Onore al Carabiniere, Grazia Sotis presidente Italia

Nostra Golfo di Gaeta e dei più alti rappresentanti pre-senti dell’Arma e dell’A.N.C. – Associazione NazionaleCarabinieri. Subito dopo ore 19.30 la Santa Messa al-l’aperto officiata da don Massimo Capodiferro, diaconoMarcello Caliman, e animata dalla Corale Maria San-tissima Immacolata. La corale aprirà anche la cerimo-nia della commemorazione con il canto dell’Innonazionale e della Virgo Fidelis, in omaggio della Ma-donna, protettrice dei Carabinieri. Per l’occasione nonsarà celebrata la santa messa nella Chiesa Parrocchiale.Letture della Preghiera del Carabiniere e della VirgoFidelis a cura rispettivamente degli Ufficiali dei Cara-binieri (cpl) Antonio Ciufo e Tommaso Ripa. Alla ce-rimonia intervengono le Sezioni del territoriodell’Associazione Nazionale Carabinieri e l’iniziativa èorganizzata da Italia Nostra in sinergia con l’IstitutoGuardia d’Onore al Carabiniere, riconosciuto il 27 lu-glio 2007 dal Comune di Minturno con delibera delConsiglio Comunale assunta all’unanimità. Italia No-stra, con l’assenso del sindaco, sarà impegnata inopere di miglioria e di salvaguardia del Monumentonei prossimi mesi.

di Gian paolo Caliman

iDall’alto deposizionedi corona d’alloro almonumento; Re VittorioEmanuele I di Savoia,fondatore dell’Arma e logodell’Associazione riconosciutadal Consiglio Comunaledi Minturno

13 LUGLIO 1814:BUON COMpLEANNONel bicentenario della fondazione dell’Armanell’area antistante al Monumento al Carabinieredi Scauri cerimonia solenne con Santa Messa festivain memoria di tutti i militari caduti in servizio

Page 15: la città del golfo_luglio

EVENTI, SAGRE & MONDANIITÀ 99

Anche quest’anno la cultura del nostro territorio viene celebratadal Festival della Letteratura Locale. Giunto alla 4° edizione, ilFeLL propone una serie di appuntamenti che vedono interessatii comuni di Formia, di Gaeta e di Itri. Lo scorso 27 giugno, pressoil Castello di Mola a Formia, é stata inaugurata la mostra di Gal-leriaurunca - I° Biennale d’Arte della Terra Aurunca; la serata éstata accompagnata dalla performance musicale del Dj ClaudioIacono con il progetto AmbientArtProject. L’esposizione, curatadall’Architetto Raffaele Fabrizio, ospita le opere di più di venti ar-tisti fino a domenica 6 luglio. Si procede, inoltre, con due incontriletterari. Sabato 5 luglio alle ore 18:30 ci sarà la presentazione ditre libri su Antonio Sicurezza a Formia, nella sala del comune de-dicata al pittore; saranno presenti i tre autori F. Buranelli, S. Zizzie T. Sacchi Ladisposto, insieme con l’Ammiraglio Sicurezza, figliodell’artista, e il Generale Antonio Sorgente, critico d’arte che terràuna relazione sul protagonista Sicurezza. Giovedì 17 luglio alleore 19, all’interno dell’ex Chiesa di San Salvatore, presso il MuseoDiocesano a Gaeta Vecchia, verrà presentato il libro “Neoreali-smo, pittura e cinema” dell’autrice Bruna d’Ettore. Ospite dellaserata lo scrittore Giorgio Manacorda. Il weekend conclusivo vedela collaborazione di ricercatori e docenti del Dipartimento di StudiUmanistici della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Fe-derico II di Napoli. Un fine settimana intitolato “Due giorni... confilosofia”. Venerdì 25 luglio alle ore 19, presso il Museo del Bri-gantaggio di Itri, si terrà un workshop dal titolo “Dai Monti Au-runci al Mondo intero, Cicerone sull’amicizia” a cura delprofessore R. De Biase e del ricercatore R. Diana. Il giorno suc-cessivo, al Bed and Breakfast La collinetta, i ricercatori Di Ronzae Diana presenteranno il libro “Contributi ad una nuova imma-gine di Descartes” del professore De Biase, che sarà ospite in-sieme al ricercatore Di Ronza. La serata concluderà il festival conun Vin Donneur.

AppUNTAMENTOCON LA CULTUrA

MINTURNO60° Sagra delle RegneManifestazione folkloristica,festa del grano, rassegna Folk, mostre.Dal 4 al 13 luglio 2014Info: Convento San Francesco,Minturno.Tel. 0771/65018

TUFOFesta dei NonniDal 25 al 26 luglio 2014Info: Parrocchia S. Leonardo , Tufo.Tel. 0771/65018

MARINA DI MINTURNOFesta della Madonna del Carmine16 luglio 2014Info: Parrocchia S. Biagio, Marina di Minturno.Tel. 0771/680137

DA SPERLONGA A GAETAPiana di Sant 'AgostinoLungo la costa di TiberioDal 5 al 6 luglio 2014Due escursioni in kayak da mare, una a Nord in direzione di Sperlongal'altra a sud verso Gaeta.Info: Associazione Sportiva Dilettantistica SottocostaWeb: www.sottocosta.it [email protected]

SPERLONGABeach Tennis SchoolStage con Michele Cappelletti21 luglio 2014 dalle 10:00 alle 18:00Presso lo stabilimento Alta MareaInfo: Beach Tennis SchoolWeb: www.beachtennischool.com

TERRACINAAnxur FestivalDal 25 al 27 luglio 2014Manifestazione musicalePresso Rive di TraianoSpiaggia di LevanteInfo: Anxur Festival, Terracina.Tel. 3334415160

SANTI COSMA E DAMIANODa Made in Sud5 luglio 2014Presso il Campo ComunaleTel. 077160781

Biagio Izzo7 luglio 2014Presso il Campo ComunaleTel. 077160781

Gigi d' Alessio in concerto12 luglio 2014 alle ore 21:00Presso il Campo SportivoTel. 077160781

Nino d' Angelo in concerto27 luglio 2014 alle ore 22:00Festeggiamenti in Onore di Sant' AnnaCampomaggioreTel. 077160781

SCAURIScauritanum XVIII EdizioneTutti i venerdìdal 27 giugno al 29 agosto ore 20.45Darsena Flying Scauria cura di Italia NostraSezione del Golfo di Gaeta

SABAUDIAIncontro Gastronomico dell' AgroDegustazione di prodotti locali, musica live e ballo liscioDal 19 al 20 luglio 2014

4° Festa della Birra BavareseFiumi di Birra Bavarese e musica liveDal 30 luglio al 3 agosto 2014

TERRACINAGustando & RigustandoDal 20 al 26 luglio 2014Manifestazione enogastronomicaVia pontina, 148Ingresso libero

(a cura di Cristina Febbraio)

AGENDA scrivere a [email protected]

di Cristina febbraio

A Formia, Gaeta e Itri si svolge la quarta edizionedel Festival della Letteratura Locale, che ha visto il suo debutto con la mostra di Galleriaurunca,I° Biennale d’Arte della Terra Aurunca

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100 I PROTAGONISTI DELLA STORIA

Buonasera, signor Pirata! “Corsaro, prego. Nonconfonda!” In che senso, scusi? Un pirata e uncorsaro non sono la stessa cosa? “Nienteaffatto. Lei mi meraviglia. Si spaccia per unletterato e non conosce la profonda differenzatra questi due termini? Uno è offensivo, almenoper me, mentre l’altro mi onora!” La onora?!?Ma lo sa che è proprio un bel tipo, lei, signorDragut? Perché è questo il suo nome, non ècosì? “Dorghut Rais, Turhud Rais o Dargut, sepreferisce...” Dragut, è più facile, se a lei vabene: la gente del mio paese d'origine ormaila conosce così. “Nulla in contrario, sono abi-tuato a girare il mondo, e so che gli uominiamano asservire i nomi stranieri alla proprialingua. Ma non dica più che sono un pirata,perché questo mi amareggia.” Amareggiarla?Dunque lei nutre dei sentimenti? “Sono unuomo, o per lo meno lo sono stato. E tutti gliuomini provano delle emozioni. Anche quandonon sembra. Non lo dimentichi.” Appunto. Ioè qui che volevo arrivare: lei non sembra cheabbia nutrito alcun tipo di sentimento quandoè approdato qui a Minturno, sulla mia terra.Lei si è comportato da sanguinario, e dellapeggior specie. Ha depredato, ha incendiato,ha saccheggiato e ha preso come schiavi igiovani migliori. Lei sarà pure un corsaro, maio davvero non vedo la differenza. “Alloragliela spiego io. Se lei, appartenente al mondomoderno, fosse inviato su un nuovo pianeta alei ostile in tutto e per tutto, quale strada sce-glierebbe?” In che senso, quale strada? Noncapisco... “Mettiamo che il suo presidente - sichiamano così adesso gli uomini potenti, nev-vero? - le ordinasse di conquistare più luoghi

possibili, lei quali delle due alternative segui-rebbe? La prima è di andare là e di impadronirsidi ogni cosa trattenendo tutto per sé. Questoè appunto un pirata, un ladro se vuole. L'altrapossibilità è combattere sotto la bandiera delsuo presidente per rendergli onore e gloria.Questo è un corsaro, cioè un soldato come glialtri, solo senza divisa.” Mi perdoni se la inter-rompo, ma uccidere e depredare senza pietànon porta né onore né gloria. “Ai suoi tempiforse no, ma ai miei sì. La legge della soprav-vivenza era assai dura, una volta. E poi guardi,le cose non stanno esattamente come dice lei,per quanto riguarda il suo paese. Minturno laricordo bene. È stata una spina nel fianco pertutta la vita”. Dice davvero? Questo mi pareincredibile. “Eppure è così. Mi ascolti: venivogià da altre battaglie, e di sangue ne avevovisto già tanto. Ero stanco, quella volta. Ionon volevo accostarmi alla vostra terra evolevo proseguire oltre. L’equipaggio dellemie navi però era senza acqua né viveri. Cosìmi convinsi ad approdare per fare rifornimento.Il tempo necessario per riempire i barili e poiripartire. Questo solo volevo. Invece, unavolta arrivato nella bella baia di Scauri ebbiuna sorpresa. C’era molta gente che ci venivaincontro, acclamandoci come liberatori. Noncomprendevo la vostra lingua, ma non impiegaimolto a capire quello che cosa stava accaden-do...” E cosa stava accadendo? “Alle nostrespalle c’era un’altra flotta, che ci scortava.Gente della vostra gente. Erano loro cheaspettavate come liberatori, e io essendoinsieme ad essi fui considerato il capo deicapi. Ma quelli arrivati dietro di me eranodegli impostori. Erano loro i traditori dellavostra terra, non io, che venivo da un altroPaese. Appena a terra, furono loro ad assalirviper primi, e io mi trovai invischiato in unalotta intestina. A quel punto, quando ormai fuchiaro che io ero alleato con i traditori dellavostra gente, fui ritenuto il responsabile assoluto

di tutto, e da liberatore fui tramutato in nemico.E io so cosa vuol dire nemico. Vuol direuccidere per primi, per non essere uccisi.Vuol dire attaccare per primi, depredare perprimi, saccheggiare per primi, incendiare perprimi. Altrimenti si è fatti schiavi. E un corsaronon può permettersi di essere schiavo”. Maallora perché dice che Minturno è stata unaspina nella sua vita? “Vede, un uomo saquando sta perpetrando il male. Io quel giornovolevo solo rifornirmi di acqua e andarmene,e invece uccisi, e saccheggiai, e incendiaimalvagiamente”. Non capisco: come fa a direche ci sono uccisioni malvagie e uccisioninon malvagie? Qual è per lei la differenza?“Malvagio è colui che commette delitti gratui-tamente, inutilmente, solo per la propria vanitàe lussuria. E io quel giorno, a Minturno uccisigratuitamente e inutilmente. Non per la miavanità e lussuria, questo no. Ma inutilmente sì.E questo pensiero non mi ha mai più lasciatoin pace”.

di pino de renzi

Il protagonista nacque a Bodrum nel 1485 in una povera famiglia contadina, notato da alcuni soldati del Sultano, fu arruolato nell'esercito ottomano,entrando al servizio dell'abile e temuto Khayr al-Din Barbarossa. Divenuto ammiraglio compì numerose scorrerie e saccheggi, specie sulle costenapoletane e siciliane.

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ATTUALITÀ 101

Vorremmo sapere che cosa esat-tamente si prevede per il plessoscolastico di Via Italo Balbo a

Scauri. Tutto è iniziato l’ultimogiorno del calendario scolastico,prima delle vacanze natalizie.Dopo che l’ultimo scolaro avevalasciato la scuola fu fatto affiggeresul cancello un avviso che infor-

mava tutte le famiglie che il 7gennaio la scuola non sarebbestata riaperta. Da quel momentoè iniziato per centinaia di bam-bini l’exodus presso i vari edificiscolastici sparsi sul territorio co-munale. Gli allievi, che vengonoriportati al termine delle lezionicon gli scuolabus dinanzi all’edi-ficio chiuso, pranzano a casaquando i loro coetanei più fortu-nati stanno consumando già lamerendina pomeridiana. Genera-zioni di scauresi hanno frequen-

tato quell’istituto e sempre lefamiglie si sono dovute confron-tare con l’assenza della necessariacertificazione di stabilità. E cosìgli allievi dell’anno scolastico2013 – 2014 hanno pagato pegno

dopo migliaia di predecessori piùfortunati. Il dirigente scolastico haagito e il sindaco non ha appostoresistenza. Rassicurazioni: riapri-remo dopo le vacanze pasquali,attesa andata delusa. La scuola ètornata a vivere in occasionedelle elezioni europee, inagibileper gli allievi, perfettamente ido-nea per accogliere gli elettori e leelettrici in fila. L’assenteismo èaumentato per prudenza? E giuntial termine dell’anno scolastico al-cuni genitori hanno chiesto a

questa redazione di approfondireil tema e di chiedere al primo cit-tadino quale futuro è riservato ailoro figli. E così si è favorito unincontro nel palazzo municipaletra il sindaco Paolo Graziano, gli

assessori Vincenzo Fedele (pub-blica istruzione) e Fabio Salta-relli (lavori pubblici) con unafolta delegazione come è docu-mentato dalle nostre foto inesclusiva. Il sindaco è statochiaro: con l’apertura dell’annoscolastico 2014 – 2015 gli allievitorneranno alla loro scuola, pa-rola di sindaco, quest’estate sifaranno i lavori, abbiamo tro-vato la disponibilità finanziariainsieme a Carmine Violo, fun-zionario comunale dei lavori

pubblici. Dobbiamo credergli?Sino a prova contraria si, PaoloGraziano non vorrà giocarsi lasua parola d’onore al terzo man-dato amministrativo. A settem-bre tutti nelle loro aule.

L’estro creativo della giovane artista di Gaeta sarà in mostra nella cittàche diede i natali a San Francesco. Assisi, patrimonio mondiale Unesco, èuna tra le più importanti mete storiche, turistiche e religiose d’Italia, rap-presentando una commistione di capolavori del genio creativo umano, insana comunione con l’ambiente, il territorio e la natura. Si deve all’OrdineFrancescano il merito di aver il messaggio artistico e spirituale che, suc-cessivamente, contribuirà in maniera rilevante allo sviluppo dell’arte edell’architettura nel mondo intero. Nella prestigiosa Galleria Le Logge,adiacente al palazzo comunale, Antonella Magliozzi presenterà la sua

personale di pittura. L’artista, impegnata anche nel sociale, ha all’attivo numerose esposizioni ed è stata ospite in diverselocalità, sia in Italia che all’estero. Ad Assisi, la Magliozzi presenterà alcune delle più importanti composizioni, impreziosendolo spessore della rassegna con la lettura di alcuni suoi versi poetici, in una sinergica rappresentazione del proprio concettodi Arte. Ella ama definire la sua ispirazione artistica con il termine “Graffialismo» (graphòs – scrittura, e alma – anima

o spirito vitale: la scrittura dell’Anima), rappresentativo del suo modus pingendi teso a valorizzare l’espressione creativae amplificare il pathos dell’opera d’arte. L’originalità del tratto della Magliozzi consiste nell’esaltazione del segno e delcolore, sinergicamente e magistralmente combinati, per rendere visibili la passione, le emozioni e lo spirito, in una nuovaforma di comunicazione universale. L’artista cerca così di imprimere nella memoria dell’osservatore il culto di virtualifantasie, dove il fantastico, l’illusorio e l’immaginario sono pregni di forza fiabesca e poetica personificazione. Lo stile ela produzione artistica di Antonella Magliozzi si pone nel solco dell’arte astratta dei grandi Maestri quali Vasilij Kandinskije Jackson Pollock, rappresentandone un’evoluzione in cui primeggia la Spiritualità. L’artista sostiene che “Spazio e Tempocessano di esistere per un’Anima che ascolta il ritmo dei propri battiti. Solo così può avvenire quel ricongiungimento al-l’Anima Madre, una sorta di Spirito guida dell’Universo. Ne consegue che il concetto di memoria, in correlazione conquello di Anima Universale, non sia necessariamente legato al passato: può esistere anche una “memoria del futuro”.Ciascuno di noi, essendo estrinsecazioni dell’Anima Universale, potrebbe inconsapevolmente accedere a informazioni suciò che non è ancora avvenuto”. Il vernissage è previsto per il giorno 14 luglio a partire dalle ore 18. La mostra, aingresso libero, sarà aperta al pubblico, tutti i giorni, da sabato 14 luglio a sabato 27 luglio 2014.

IL SINdACO SONO IOE LA SCUOLA BALBO rIAprE

In un incontro alComune, il primo cittadinorassicura i genitori sulprossimo anno scolastico

Personale dell’artistagaetana Antonella Magliozzi

di Marcello Caliman

IL GrAffIALISMO Ad ASSISI

di Ivan Giampetruzzi

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102 L’ANGOLO DELLA POSTA

Ieri ero seduto al bar e mi ècapitato tra le mani il vostrogiornale. Ho letto, dunque,della “strana” formazione bian-castra che si osserva nelle acquedi Scauri (al momento non hoil giornale sotto mano) più omeno alle dieci e mezza delmattino. Ho letto con interesseanche le varie ipotesi che l’ar-ticolista ha riportato sulla naturae sulla provenienza di questamisteriosa “isola galleggiante”che si sposta sul mare, tirataqua e là da vento e correnti espargendo il panico tra i ba-gnanti. Ho letto, dunque, levarie ipotesi, ma credo chenessuna di tutte sia quella giu-sta: sono infatti dell’opinioneche si tratti di mucillagine. Checos’è, dunque, la mucillagine?Come, dove e perché si forma?La mucillagine è un particolaresaccaride, cioè un compostochimico formato da atomi dicarbonio, idrogeno e ossigeno,prodotto dall’attività di diversiorganismi vegetali (in maremolte specie di alghe). Ha con-sistenza mucosa e, per questo,ingloba e trattiene una discretaquantità di fitoplancton presentein mare (il fitolancton è la partevegetale del plancton). E arri-viamo, adesso, alla formazionedi quella scia bianca che mettein allarme i bagnanti di Scauri.Come sappiamo, gli organismivegetali hanno la caratteristicadi autoprodursi il cibo (perquesto vengono definiti auto-trofi), trasformando sostanzeinorganiche semplici, come ani-dride carbonica e acqua, inzuccheri (in particolare gluco-sio) e ossigeno. Ciò, grazie al-l’azione della luce. Il processosi chiama fotosintesi clorofilliana

e dovrebbe essere noto un po’a tutti, ma ritorniamo alla mu-cillagine. Le microalghe del fi-toplancton, proprio in ragionedella fotosintesi, producono os-sigeno, che non può liberarsiall’esterno poiché viene tratte-nuto all’interno della massamucosa, dove forma delle ve-scicole che rendono la mucil-lagine galleggiante. Al tramonto,quando la luce del sole dimi-nuisce, avviene il processo in-verso: la produzione di ossigenocessa e la mucillagine divienepesante e affonda, adagiandosia una certa profondità. Il giornoseguente, se questa profonditàè tale da consentire alla lucedel sole di giungere efficace-mente sino al fondo, un nuovoprocesso di fotosintesi produrràancora ossigeno e consentiràalla mucillagine di emergere.Ecco, dunque, quanto accadea Scauri e in altri, numerosi,specchi acquei. Di per sé, la

mucillagine non è niente disporco, ma, ovviamente, es-sendo di consistenza mucosae appiccicaticcia, ingloba e trat-tiene l’inquinamento galleg-giante e… diventa sporca. Da

che mi ricordi, si parla di mu-cillagine praticamente da sem-pre e ogni anno, d’estate, silancia l’allarme al primo pas-saggio di questa macchia bian-castra davanti alle nostre spiag-ge. Contemporaneamente, scattala caccia ai criminali respon-sabili della produzione di taleschifezza. Nel vostro caso, sa-rebbe bastato chiedere l’opi-nione di un esperto oppure,ancora meglio, raccogliere uncampione e farlo esaminare inun laboratorio di biologia ma-rina. Nell’articolo che ho lettosul vostro giornale si parla an-che di tropicalizzazione delMediterraneo. Mi occupo inparticolare di questo tema pres-so ECLab Laboratorio di Endo-crinologia Comparata dell’Uni-versità di Napoli “Federico II”,quindi, se vi fa piacere, in se-guito potrei dire qualcosa anchesu questo argomento, certa-mente di grande attualità.

Adriano Madonna,Biologo Marino, ECLab Laboratorio di EndocrinologiaComparata,Università di Napoli “Federico II”

Grazie del contributooffertoci, ma quattroconsiderazioni sonodoverose nel rispetto deinostri lettori. “L’articolista”è un medico chirurgo,specialista in microbiologiae virologia clinica e lavorapresso l’AziendaUniversitaria OspedalieraSan Luigi Gonzaga diOrbassano (Torino). Noidella rivista non abbiamo ilruolo di controllo dell’ARPA(carente per organico e pernumero di controlli),però attendiamo gli esitidelle indagini fatte eseguiredall’Assessoratoall’Ambiente dellaProvincia di Latina pressol’Università La Sapienzadi Roma. In un prossimoservizio pubblicheremol’elenco dettagliato dellesostanze che non vengonopiù monitorate per leggenelle acque marine delnostro Paese, diversamentedal passato. E ovviamente èbene ribadire che ilfenomeno descrittoriguarda larghi tratti dellenostre coste e non soltantola Riviera di Minturno.E una domandapleonastica, densa dinostalgia, infine laponiamo: dove sono finiti iricci di mare, le telline,igranchi, i pesci presenti danoi ai tempi della nostragiovinezza?

IL dIrETTOrErisponde

LE CAUSE dELLA MUCILLAGINE

TESI A CONfrONTOe

al Garante del [email protected]

Acque del Golfo di Gaeta, foto pubblicata nel numero di giugno

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Sede sociale:04020 Monte San BiagioCorso Vittorio Emanuele, 10Tel./fax 0771.567001 - [email protected] - www.atclatina2.it

PROVINCIADI LATINA

TRADIZIONE & FOLKLORE 103

Incontro con Peppe, dinamicopresidente de “I Giullari” in occa-sione del sessantesimo anniver-sario della nascita del sodaliziofolcloristico. Racconta: “Il grup-po folklorico nacque con l’obiet-tivo di aggregare i giovani min-turnesi. Nel 1954 l’insegnante Vit-toria Dettori, moglie di LuigiRaus, fece rilevare che non erapossibile dare inizio alla Sagradelle Regne senza prima aver co-stituito un gruppo di giovani ingrado di rievocare le tradizionidella civiltà contadina traettese.In tal modo nacque l’idea di met-tere insieme ragazzi e ragazzeminturnersi per dar vita al Grup-po Folklorico di Minturno. Passodopo passo si prese coscienza diun impegno ancora più elevato:rievocare, ricercare, conservare ediffondere le tradizioni più au-tentiche della comunità. Nel 1966il Gruppo fondò l’AssociazioneCulturale Folklorica I Giullariche, grazie a uno spirito colletti-vo di abnegazione, è riuscito amantenere integra la vocazione

di cogliere e di animare, ancoraoggi, la tradizione contadina del-la terra aurunca”. Come è impo-stato il lavoro di ricerca e rievoca-zione storica? Spiega Giuseppe-Conte: “Le interpretazioni cerca-no di essere il più possibileautentiche, originali e spontanee.I balli sono sempre manifestazio-ne di gioia e di vitalità, evocativie diversi a secondo dell’occasio-ne in cui vengono eseguiti. Daicanti e balli di ringraziamento peril raccolto del grano e dell’uva sipassa a balli di festa puramentecontadina, con tarantelle e salta-relli. Vi sono sia canzoni amoroseche di dispetto, si registrano an-che scenette in vernacolo. Attra-verso tutto ciò il gruppo riesce ef-ficacemente a rappresentare etrasmettere l’animo della nostragente”. Ci può raccontare dei mi-ni ballerini, personalmente ricor-do con nostalgia il periodo in cuiho militato in tale formazione.“Dopo alcuni anni dalla fonda-zione – ricorda – nel contesto delgruppo storico è nato anche ilmini gruppo, costante linfa vitaleper garantire continuità all’inizia-tiva. Attualmente il mini gruppoconta quindici coppie. I mini bal-lerini trovano nell’unione un’oc-casione per stare insieme, impe-gnare le proprie energie e occu-pare il tempo libero. Vivere nel-

l’infanzia i valori di un reale con-tatto con la propria terra e con lanatura è fondamentale per accre-scere la sensibilità personale.L’amore per la propria terra è unnutrimento primario, forse il piùimportante”. Quali sono i valoriche vengono sensibilizzati? Pron-ta la risposta di Giuseppe Conte:“Lo spettacolo dell’associazionetratta diversi temi estremamenteimportanti quale il lavoro durodei campi e la pratica della pesca,l’artigianato familiare e la tradi-zione dei cibi locali, le contin-genze giornaliere e la fede reli-giosa, vissuta chiaramente, sem-pre attraverso la devozione ma-riana”. Numerose le tournee. “Si,l’associazione ha portato il bellis-simo e caratteristico costume tra-dizionale a essere conosciuto intutte le regioni italiane e in diver-se parti mondo. Vogliamo ricor-dare solo alcuni paesi: la Svezia,la Libia, la Germania, (a Berlino,dopo la caduta del muro), e lasplendida New York, in occasio-ne del quinto centenario dellascoperta dell’America. Il 29 luglio1984, il gruppo è stato anche ri-cevuto, in udienza privata dal Pa-pa San Giovanni Paolo II”. Con-cludiamo con i riconoscimenti.“Numerosi, replica con orgoglioil presidente, infatti il sodalizio èiscritto nel registro regionale del-

le associazioni della Regione La-zio, è riconosciuta dal Ministerodei Beni e Attività Culturali qualeGruppo di Musica Popolare eAmatoriale di interesse nazionalein occasione della ricorrenza delcento cinquantenario dell’Unitàd’Italia, è affiliata all’Unione Fol-clorica Italiana, associazione ri-conosciuta secondo il D.P.R. 361del 30 febbraio 2000”. Buon com-pleanno, con nostalgia da un excomponente del mini gruppo.

di Gian paolo Caliman

Nel 1954 in occasione del recupero della Sagra delle Regne si decise di darvita a un gruppo folklorico che rievocasse le tradizioni contadine locali

I GIULLArI OrGOGLIO TrAETTESE

uPresidente dell’associazione folklorica de I Giullari, che festeggia il sessante-simo della fondazione, è anche autore dellibro Il vernacolo marinaro minturnese, edito da Armando Caramanica editore

Giuseppe Conte

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104 TRADIZIONE & FOLKLORE

Ogni anno in agosto Ba-ranello si risveglia nelpassato. Grazie a La Com-pagnia di Cultura Popo-lare “Le Bangale”, pre-sieduta da Paola Pinelli,la tradizione dei riti delmatrimonio dell’800 ri-prende vita. Un eventoper l’intera popolazionefrutto del coinvolgimentodi giovani, adulti, anzianie donne in particolareche si sono riappropriatedella tradizione, ma anchedella ricerca storiograficainiziata negli anni ’80 dalprofessore Giovanni DiRisio e dal recupero deicontenuti dei bauli chele nonne conservavanogelosamente. Dal 1991 siè data vita all’attuale ri-correnza che mete in ri-salto la figura della donnadel tempo. I rituali delmatrimonio si concretiz-zano attraverso una rigida

sequenzialità. Si partedall’innamoramento. Larichiesta ufficiale (quéte)si realizza solo col con-senso da parte del nucleofamiliare a cui il giovaneappartiene. Il fidanzamen-to è già percorso di ini-ziazione al nuovo status.Solo ora la suocera fadono alla futura nuorade “lu bangale”, il grem-biule del costume dellafesta che, attraverso lapiù o meno ricchezza deigalloni e dei ricami inseta, diventa simbolo dellaposizione che la sposaandrà in seguito ad avere.La presentazione del cor-redo ha una duplice fun-zione: far sapere alla co-munità ciò che la donnaporta in dote e testimo-niare la condizione eco-nomico-sociale della suafamiglia. La “dodda” espo-sta diviene oggetto dicontratto, ratificato allapresenza di un notaio.Uno dei riti più suggestividella cerimonia è il tra-sporto del corredo dallacasa della giovane alladimora della suocera,

quella dove andrà a vi-vere. Le amiche della ra-gazza sistemano la dotein grossi cesti (cofani) eli trasportano in corteomentre la suocera attendesull’uscio della sua casa.Il passaggio successivo èla preparazione del lettoche ospiterà gli sposi. Ilculmine si raggiunge nellacelebrazione delle nozze.La sposa entra nello statusdi donna maritata conl’abbandono del fazzolettoa favore della “mappa”.Il corteo nuziale, caratte-rizzato dal lancio bene-augurante di fiori e co-riandoli (grascia), attra-versa le strade, suggel-lando l’avvenuto cambia-mento attraverso il ritualedel passaggio della sposasotto i ponti allestiti concoperte in raso antico sucui risaltano bambole ebanconote. Una cerimoniapone in risalto la valenzastorica e religiosa del ma-trimonio che si svolgevanella tradizione contadina.Baranello, infatti, a tut-t’oggi, è caratterizzato dauna popolazione che per

di Stefano Venditti

L’intero paese di Baranello si trasforma in un set teatrale do-ve prendono vita personaggi e storia vissuta di un passato cheha ancora legami durevoli con il presente

IL MATrIMONIOdELL’OTTOCENTO

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TRADIZIONE & FOLKLORE 105

i 2/3 è residente in cam-pagna. La chiave di letturadi questa tradizione è ladonna che non godevadegli stessi diritti dell’uo-mo. La donna era sotto-messa sin dalla nascita,sia nella sua famiglia siain quella di arrivo unavolta maritata. Per assurdoil rito del matrimonio ètutto al femminile, manella vita reale la donnaera sempre un gradinopiù in basso nella scalasociale. L’unico momentodi rivalsa era quando di-ventava suocera. Solo al-lora poteva decidere deldestino del figlio ma an-che della nuora, pren-dendosi una rivalsa, sep-pur piccola, nei confrontidel suo status di sotto-missione.

Baranello(Varagnièllë in molisano). Comune di 2.785 abitantidella provincia di Campobasso, poco distante dal capoluogo regionale

Dal crescente amore e rispetto verso la propria identità nasce occasionalmente il grup-po Folkloristico Baranellese negli anni venti del novecento, che conquista nel 1923 la me-daglia d’oro per il vestito da sposa locale nel raduno dei costumi del centro sud tenutosi aPescara. L’ obbiettivo perseguito dai cultori delle tradizioni popolari è quello di conservaregelosamente i capi tradizionali indossati dalle donne e dagli uomini della seconda metàdell'ottocento e divulgare le tradizioni del popolo baranellese, legato fortemente al lavoroe al matrimonio, momento sociale importante in quanto fondamento della futura famiglia.

I Rituali del Matrimonio 2014contrada Cappella Baranello

Trasporto del corredo, con sfilata e preparazione del primo letto2 agosto ore 18:00

Rito del Matrimonio ottocentesco3 agosto ore 18:00Chiesa Santa Maria della Neve

LE BANGALE

i

e

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1 Cominciamo conuna breve presenta-zione… “Sono natoa Minturno il 10maggio 1948. Spo-sato con Gabriella,ho un figlio, Giu-

seppe, e due nipoti: Paolo, di 6 anni, e Cate-rina, di 2. Sono stato eletto Consigliere Comu-nale di Minturno nel 1973, nelle file del PSI.Presidente dell’Azienda Autonoma Soggiornoe Turismo di Minturno - Scauri dal 1978 al1987, membro dell’esecutivo dell’Ente Provin-ciale per il Turismo di Latina, sono stato ViceSindaco nel 1986 - 88. In seguito ho aderito aForza Italia ed ho guidato per due mandatil’Amministrazione Civica, dal 1995 al 2005.Sono entrato in Consiglio Provinciale nel2004, assumendo l’incarico di Capogruppo.Direttore dell’Azienda di Promozione Turisti-ca di Latina nel 2009 - 11, sono stato rielettoSindaco nel maggio 2012”. 2 Vuole parlare deisuoi studi e della sua professione? “Sono laurea-to in Scienze Biologiche. Assunto in Regionenel 1984, dal 1990 al 2011 sono stato funzio-nario dell’Ente”. 3 Si descriva con due aggettivi.“Umile e determinato”. 4 Riveli un suo pregio eun suo difetto. “Sono disponibile, ma mi fidotroppo”. 5 A cosa non rinuncerebbe mai? “Allamia famiglia, ai miei affetti, che si sono accen-tuati dopo il matrimonio di mio figlio con Ire-ne e dopo la nascita dei miei nipoti. Sono cre-sciuto con i nonni ed ho avuto sempre il cultodella famiglia”. 6 Quando era bambino, cosa so-gnava di fare da grande? “Sono nato in campa-gna, nella mia vita ho pensato di affrontareuna tappa alla volta”. 7 Quali sono le sue passio-ni? “La lettura, la botanica e l’agricoltura”. 8 Unaccenno al suo cantante preferito. “Lucio Dalla,concittadino onorario e mio ospite. Mi piacemolto anche la musica classica”. 9 I libri piùbelli che ha letto. “Quelli che si sono occupatidi storia romana, come la collana curata daAlberto Angela. Ho seguito con piacere purele biografie di Napoleone Bonaparte e di

Winston Churchill”. 10 L’ultimo viaggio che hafatto. “Non gradisco i viaggi organizzati. Stu-diando le formule chimiche, ho acquisito unabuona memoria fotografica. Mi dedico volen-tieri all’esame approfondito dei luoghi nuovi.Di recente sono stato a Verona al Salone In-ternazionale del Vino (Vinitaly), poi mi sonorecato a Civitella Marittima (Grosseto) per am-mirare un roseto. Ho in mente di trasferirneuna parte a Minturnae e presso il Parco Ro-binson”. 11 In quale film le sarebbe piaciuto re-citare? “Non saprei. Mi piacciono le pellicoleleggere”. 12 Un piatto che non manca mai sullasua tavola. “La minestra di campo. Sono legatoai sapori tradizionali”. 13 Quale esponente poli-tica inviterebbe a pranzo? “Non saprei”. 14 Hamai pianto per la politica? “No”. 15 Il giorno piùmalinconico e quello più bello della sua carrieraamministrativa. “Il primo risale al 1988, quandonon accettai di fare il Capo dell’Amministra-zione Civica. Il secondo è legato, ovviamente,alla mia prima elezione come Sindaco, nel1995”. 16 Da circa due anni guida, per la terzavolta, la Giunta Comunale di Minturno: che im-pressioni sta avendo? “Negli ultimi 20 anni digoverno nazionale si sono create delle situa-zioni difficili per le Amministrazioni locali.Penso, ad esempio, alla complessità di attiva-re i finanziamenti per valorizzare le potenzia-lità del nostro territorio. Attraverso regole so-vra comunali, la Regione ha generato una fa-se di blocco, senza considerare molto fattori erisorse locali. Ricordo che all’APT di Latinagiungevano richieste di operatori turistici, fi-nalizzate al rilancio del settore, che non trova-vano risposte adeguate, a causa dei vincoliesistenti”. 17 Qualcuno da citare in questa nuovaesperienza di Sindaco? “Annovero una schieradi giovani, che si sta impegnando con me per

il futuro della città, alla quale voglio molto be-ne. Con tale impegno ritengo di concludere ilmio percorso politico”. 18 Una soddisfazione edun rimpianto nell’ultimo biennio. “Non mi piacené vantarmi né affliggermi. Mi scocciano, pe-rò, i tempi e le modalità della burocrazia”. 19Indichi tre progetti per la città in dirittura d’arrivo.“Il completamento del piano di restyling delLungomare di Scauri, la conclusione degli in-terventi di restauro del Castello di Minturno,la risoluzione del problema rifiuti con il varodel progetto per la raccolta differenziata”. 20In chiusura, invii un messaggio ai suoi concittadi-ni. “Viviamo un momento difficile. Io ed i mieicollaboratori cerchiamo di essere vicini a chiha bisogno, ai nuovi poveri. Ogni mattina, inMunicipio, incontriamo varie persone in statodi indigenza. Riguardo al futuro, molto dipen-de dalla possibilità di un concreto raccordocon gli Enti superiori, in primis con la Regio-ne. Basti pensare ai fondi europei, che non sispendono per i vincoli imposti da norme da-tate e non rispondenti alla realtà attuale…”

106 I PROTAGONISTI

Paolo Graziano, 66 anni, guida la città di Minturno in virtù del terzo mandato amministrativo

di Antonio Lepone

VENTI dOMANdE A

pAOLO GrAZIANO

L’esperienza politica, i progetti per la città, il culto della famiglia

u

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ATTUALITÀ 107

Un mare splen-dido, trasparen-te e perlaceo,quello del mat-

tino, quando il cielo si apre a una nuovagiornata. Cammino sul lungomare, in un si-lenzio interrotto qua e là dal vociare del sim-patico operatore ecologico, che con la vecchiascopa di saggina raccoglie la sabbia che gliscivola via e che pazientemente tenta dimettere nel contenitore esterno di plastica diuna vecchia damigiana. Amarcord (mi ricordouno dei capolavori di Fellini). Sono vicina

alla darsena, più vicina al ruscello dove untempo si lavavano i panni e che oggi èridotto a mera discarica. Una famigliola: ungiovane pressoché trentenne, una mammacon un grosso pancione e una bambina michiedono con timidezza di indicargli la piùvicina spiaggia “libera”, sotto il braccio l’uomoporta: ombrellone e seggioline pieghevoli.Che tristezza! Cinquant’anni fa le stesse im-magini. Allora, però erano luoghi comuni,non destavano curiosità né emozione. Oggifanno male, molto male, perché sanno di po-vertà, di indigenza. Ma questa è la realtà e

senza fare chiacchiere intrise di politica, senzaadditare ladri, colpevoli e globalizzazione,siamo costretti a guardarla questa faccianuova/ vecchia della vita. Perciò questa spiag-gia libera, in taluni posti resa un immondezzaiopubblico, abbiamo il dovere di tenerla pulita,per quelli che il lido non se lo possono per-mettere e che per fare un bagno e prendereun po’ di sole si svegliano alle sei di mattina.Se tutto questo lo ignoriamo siamo anchenoi conniventi con il sistema e dobbiamovergognarci. Buona giornata a tutti, ai tanticon la coscienza tranquilla.

Questo mese l’at-tenzione è rivolta auna problematicache riguarda la no-stra zona ma che siestende su scalamondiale “il miglio-

ramento della qualità della vita”. Presento ilCO.S.MO.S, comitato spontaneo mobilità so-stenibile Minturno - Scauri sorto nel dicembre2013, che con la propria voce ha voluto ricor-darci quanto sia importante il benessere delsingolo individuo attraverso la tutela dell’am-biente. Ispirato dal fenomeno CRITICALMASS nato negli USA nel 1992 il COSMOS hadato via alle prime pedalate nel settembrescorso con cadenza mensile, a cui hanno par-tecipato un numero sempre più crescente dipersone fino a raggiungere oltre trecento par-tecipanti per edizione. L’impegno del comita-to ha portato alla raccolta di più di 3.300 firmee all’arrivo della proposta di delibera di inizia-tiva popolare nella quale viene richiesta larealizzazione di un percorso ciclabile per unbenessere ambientale, salutare ed economi-

co. Con l’obiettivo di far conoscere il gruppooperante ha indetto una conferenza stampadurante la quale sono stati discussi gli aspettidel progetto e i benefici che potrebbe com-portare. • Il primo punto riguarda la facilità diadeguamento strade poiché si tratta di operepoco impegnative sia strutturalmente, datoche la segnaletica è la medesima e riguardapiccole opere, e sia economicamente grazieall’esistenza di norme che prevedono il finan-

ziamento della mobilità ciclistica, legge 336del 1998, così che non andrebbe a gravarecome ulteriore spesa comunale. • secondopunto il benessere del singolo e del collettivo.

Purtroppo in Europa sono stati registrati600.00 decessi annui per mancanza di moto-rietà. Studi scientifici attestano che un po' dimoto dolce dà benefici psico-fisici poiché aiu-ta a combattere sovrappeso, malattie cardio-vascolari, riduce il rischio di cancro e diabete,oltre ad indurre la produzione di endorfineche agiscono positivamente sullo stress sti-molando il buon umore. • il terzo punto fer-ma l’attenzione sull’impatto ambientale, ricor-diamo che i fumi di scarico dei mezzi a moto-re contengono gas a effetto serra (CO2) anno-verati tra i maggiori inquinanti. Ricercheattestano che in aree urbane 1 abitante ogni90 si ammala di cancro a causa dei fumi diemissione dei mezzi a motore. • ultimo pun-to e non meno importante concerne econo-mia locale e turismo. La bicicletta si dimostraessere un mezzo efficace poiché consente dirisparmiare e aumentare il reddito personale.Incentiva e privilegia il commercio del luogoe riduce la delocalizzazione abitativa. Inoltrein un golfo turistico è un valore aggiunto poi-ché dà la possibilità di apprezzare e godere labellezza del luogo.

di Cinzia Gragnano

I rappresentanti del Co.S.Mo.S. hannoprtecipato ufficialmente alla riunione dellaCommissione Lavori Pubblici del Comunepresieduta da Mino Bembo che si è tenutail 23 Giugno, per esaminare, tra l’altro,la proposta di delibera di iniziativa Popolare per la realizzazione del percorsociclabile sul lungomare di Scauri - Marina

e

SCAUrI - MArINApISTA CICLABILE3.300 persone hanno firmato la petizione popolare3.300 persone hanno firmato la petizione popolare

di Anna Maria Capasso

SEMprE pIù fAMIGLIE INdIGENTIALLA rICErCA dI SpIAGGE LIBErE

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Il mese scorso a Lenola sono state pre-sentate dal determinato ed entusiastadon Adriano Di Gesù nuove scopertepittoriche riguardanti la Chiesa parroc-chiale di Santa Maria Maggiore. I lavoridi restauro e completamento interessanola Cappella dedicata al Santissimo Sa-cramento, collocata alla destra dell’altare.I lavori, seguiti scrupolosamente dallaSoprintendenza per i Beni Architettonicie Paesaggistici del Lazio e resi possibiligrazie a fondi regionali e parrocchiali,sono realizzati dall’architetto Paolo DiFazio e dai restauratori Emiliana DeSanctis, Massimiliano Tagliente e RosaMaria Trombetta. La storia della cappelladel Santissimo Sacramento segue quelladella chiesa che la ospita: quest’ultimavenne costruita al principio del XVI se-colo e consacrata nel 1602 dal VescovoGiambattista Comparini, come riportaun’iscrizione in controfacciata con ladata esatta della consacrazione, il 20ottobre 1602. L’interno della chiesa èarticolato in tre navate divise da pilastri.Le due navate laterali, coperte da voltea crociera, terminano con due cappelle,a sinistra la cappella di San Giovanni, adestra quella dedicata al Santissimo Sa-cramento. L’abside ospita un altare inmarmi policromi dietro il quale si trovaun coro ligneo, proveniente dal Mona-stero di San Magno di Fondi. La Cappelladel Santissimo Sacramento, prima delrecente restauro, si presentava com-pletamente ricoperta da una ridipintura

bianca che nascondeva ben sette stratipittorici e stucchi colorati che le dona-vano un aspetto ricco e sontuoso, com-pletamente diverso dalla semplicità eausterità a cui erano ormai abituati i fe-deli. Oggi finalmente sono apprezzabilile diverse tecniche pittoriche e i differentimateriali utilizzati dagli artisti, comeolio, tempera, vernice acrilica, stucco epittura ad affresco. Prima dei restaurila volta, le pareti e gli stucchi apparivanoinfatti totalmente bianchi, erano invisibilii decori e gli intarsi. Ma la volta, in ori-gine, serbava la rappresentazione deiquattro Misteri Dolorosi, quindi la Fla-gellazione di Gesù, l’incoronazione dispine, Gesù è caricato della croce eGesù Crocifisso muore in croce. Inoltreciascuna raffigurazione ricopre dipintiprecedentemente realizzati e che ripor-tavano a loro volta scene della Passionedi Cristo. Le nervature della volta sonocostituite da festoni di frutta, foglie efiori in stucco che si congiungono alcentro incorniciando l’immagine di DioPadre. Le colonne a decoro dell’altaresono in finto marmo. Sulla parete difondo erano presenti cinque scene rap-presentanti i Misteri Gaudiosi; le unicheimmagini completamente integre sonoLa Visita di Maria ad Elisabetta e Gesùnel tempio. I restauratori hanno eseguitoun lavoro certosino per restituire le di-verse sovrapposizioni pittoriche, databilitra la fine del XVIII secolo e la metàdel XIX.

dal 1999 al 2003 una nuovafase di ricerche è stata attivatadalla Soprintendenza del Moliseche si è avvalsa della collabo-razione scientifica dell’IstitutoUniversitario Suor Orsola Be-nincasa di Napoli e dell’espe-rienza di federico Marazzi, co-ordinatore dei lavori. Alla con-sueta attività di scavo si è asso-ciato l’importante obbiettivo divalorizzare l’area di scavo, an-che attraverso il potenziamentodegli interventi di restauro edocumentazione. Il restauro ar-cheologico ha previsto interventidi salvaguardia delle strutture,delle superfici pittoriche e deipavimenti emersi nel corso degliscavi. Ad oggi laboratori per-manenti d’informatica applicataall’archeologia, di restauro ar-cheologico, di ricomposizionedegli affreschi, di catalogazionee conservazione dei reperti ar-cheologici sono in piena attivitàa Castel San Vincenzo per ser-vire la missione archeologica diSan Vincenzo al Volturno.

di Stefania de Vita

ArTE A LENOLANUOVE SCOpErTE

108 ARTE

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IL DIALOGO 109

Quando viene l’estate le nostre cittàsono prese da alcuni pensieri ricor-renti. Spesso sono negativi, maqualcosa di buono potrebbe emer-gere. Un’idea, tipo: “Però, che belloil nostro golfo, nonostante tutto”.Ed è proprio questa la cosa che sa-rebbe interessante tenere nel cuorenon solo della nostra “stagione”per antonomasia, ma sempre: labellezza naturale e storica del Golfodi Gaeta. Così poco valorizzata chesembra davvero un peccato socialedi cui chiedere scusa agli uomini eperdono a Dio. I nostri beni storici,culturali e paesaggistici sono solo,nella migliore delle ipotesi, usati.Invece è opportuno ricordare ilgrande compito che Dio ci ha dato,quello di dominare la storia e lanatura. “Dominare” non per sfruttare,ma per farne una casa accoglientee bella da vivere. Dominus derivada domus, cioè da casa. E, nellaGenesi, Dio affida all’uomo il creato,cioè la natura e la storia, perché nefaccia una casa e la governi comel’abitazione in cui Egli vuole trovarespazio e riposo. A noi, concreta-mente, da Dio è affidato questoluogo. L’estate è il banco di provadi come noi abitiamo questa domusa noi data. Se l’abbiamo resa bella,accogliente, capace di essere abitatacon serenità e gioia. Oppure se nefacciamo una bancarella, un sem-plice contenitore dei nostri bisogni(spesso di bassa lega). Grande cer-tamente è la responsabilità dellaclasse politica, ma forte è anche ildovere di ogni cittadino di non ve-dere solo il proprio interesse, maquello di “tutta la casa”. Anche quisarebbe da recuperare un termineormai contrassegnato solo in sensonegativo: economia. Che letteral-mente vorrebbe dire: legge dellacasa, ossia cioè che la regola e lavalorizza. Avremmo proprio bisognodi una vera economia, tesa non aisoldi, ma alle grandi ricchezza dicui siamo pieni. Dominio, politicaed economia sono delle parole chedobbiamo sottrarre a chi usa la no-stra “casa” e cominciare a riempirlidi volti veri, di gesti autentici, diamore per il nostro ambiente. Perpreparare una casa a Dio che vuoleabitare il nostro golfo.

Manca poco alla vi-sita papale in Moli-se, la terra di unPapa santo e amatodal popolo ancoraoggi, a distanza dioltre 700 anni dallasua morte: CelestinoV. È una visita con-

trocorrente quella che Papa Francesco farà il 5luglio nelle province di Campobasso e Isernia; inun periodo dove, tra spending review e nuovo ac-centramento dei servizi e delle funzioni statali, èmessa in discussione addirittura l’esistenza di unaregione come il Molise, vista come troppo piccolae periferica, il Pontefice viene proprio qui. Questo“andare controcorrente” non a caso, è stato unodegli slogan che Papa Bergoglio ha impresso alsuo pontificato, e consigliato ai giovani. Questa èuna visita in cui il Papa incontrerà il mondo deigiovani, universitari e non, il mondo del lavoro, idisoccupati e i cassintegrati, il mondo agricolo, ilsettore produttivo; incontrerà i malati e i carcerati.Insomma, incontra le periferie esistenziali d’Italia -perchè il mondo del lavoro e quello agricolo oggisono in difficoltà - esattamente come faceva CristoGesù, di cui ogni Papa è il Vicario: per usare leparole dello stesso Bergoglio, il Pastore vuolecontaminarsi con l’odore delle sue pecore. Il pro-gramma della visita del 5 luglio è denso di appun-tamenti, e vede il Papa presente in tre diversecittà: Campobasso, Castelpetroso e Isernia. Si co-mincerà con il capoluogo, dove alle 9.00 PapaFrancesco sarà alla sede dell’Università del Molise,dove incontrerà rappresentanti del mondo pro-duttivo agricolo, di ecogreen, alcuni cassintegrati

dell’azienda ITR di Isernia e una lavoratrice cas-sintegrata dello stabilimento FIAT di Termoli. Alle10.30 l’appuntamento più atteso dalla cittadinanzacampobassana, la santa messa all’ex Stadio Roma-gnoli. Terminata la messa, intorno alle 12.00 ilPapa si recherà alla Cattedrale della SantissimaTrinità, dove avverrà l’incontro con l’Arcivescovodi Campobasso - Bojano, Mons. Giancarlo Bregantini(in copertina con il Papa), che era stato incaricatodi scrivere le riflessioni della Via Crucis 2014, esuccessivamente ringraziato dallo stesso Francescocon una lettera. In Cattedrale il Papa pregherà da-vanti alle tombe di due vescovi, benedirà la statualignea del 1412 che sarà posta sull’altare e incontrerài ragazzi malati della Comunità Terapeutica LaValle di Toro. Successivamente si recherà allaChiesa del Sacro Cuore dove visiterà la mensadella Casa degli angeli, intitolata allo stesso Fran-cesco. Solo dopo questa visita, alla presenza dellemassime autorità politiche di Campobasso e dellaRegione, il Papa lascerà il capoluogo per recarsi inprovincia di Isernia, alle 15.00, al Santuario del-l’Addolorata di Castelpetroso, dove incontrerà igiovani molisani e abruzzesi in quella che puòessere considerata una pillola della Giornata Mon-diale della Gioventù. L’ultima tappa del suo viaggioin Molise sarà Isernia, dove si recherà al carcereper incontrare i detenuti, un incontro che è semprestato a cuore a Bergoglio, sin da quando era Arci-vescovo di Buenos Aires. Infine la preghiera allaCattedrale di San Pietro Apostolo, dove pregheràassieme al nuovo Vescovo di Isernia - Venafro,Mons. Camillo Cibotti che è stato consacrato soloil 28 giugno scorso, e incontrerà alcuni malati e leloro madri. Un autentico dono che Papa Francescoha voluto fare alla nostra regione.

Editoriale

IL DIALOGONihil amori Christi praeponere

di don francesco Guglietta

di Luca dragonetti

pApA frANCESCOIN MOLISE Una visita controcorrente nelle

periferie d’Itala

Sabato 21 giugno si è tenuto a Roma il Convegno “Il Diacono espertoin umanità” ... (uomini della soglia, ponti tra il Sacro il Profano,anello d’oro tra Matrimonio e Ordine, .. accolgono le istanze degliuomini e s’impastano nelle loro storie per fare Storia ... ). Il Conve-gno si è tenuto presso la Basilica di San Lorenzo fuori le mura doveè stata stabilita la nuova sede nazionale della Comunità del Diaco-nato in Italia. Interessante e propositivo l’intervento di Mons. ArturoAiello, Vescovo di Teano - Calvi (in foto a lato) che ha offerto unaserie di suggestioni sul diacono esperto di umanità. Inoltre è statoannunciato che il Convegno Nazionale della Comunità del Diaconatoin Italia si terrà a Campobasso. (v. t.)

Diacono, esperto in umanità

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110 IL DIALOGO

Mons. Nunzio Galantino, Vescovodi Cassano all’Jonio, SegretarioGenerale della CEI, all’assembleadelle Fondazioni Antiusura asso-ciate alla Consulta Nazionale te-nutasi a Roma l’11 giugno 2014ha ricordato che sono passati esat-tamente vent’anni da quando ilcaro amico don Luigi Ciotti scrivevasulle pagine di un quotidiano na-zionale “occorre convincersi checombattere l’usura non è un pro-blema del singolo che ha avuto lasfortuna di incapparvi: è un pro-blema sociale, è interesse dellasocietà nel suo insieme. Perchél’usura è solo una delle facce delproblema criminale, del poteremafioso”. Allora l’usura era untema ancora poco avvertito, lesue vittime erano veramente na-scoste, appartenevano a quel «som-merso» che, proprio per questo,risultava difficilmente quantificabile.Vent’anni non sono passati invano.Hanno contribuito a portare allaluce il fenomeno del racket delleestorsioni, grazie al coraggio ditanti che si sono ribellati, pagandospesso un prezzo altissimo. Hannosmascherato il dramma dell’usura,anche qui per il coraggio delladenuncia, avanzata spesso da sa-cerdoti che hanno saputo farsivoce della loro gente. Hannoalzato il sipario su una piaga pu-rulenta, che stritola famiglie, im-

prese, negozi, attività economiche,condannando alla disperazione.Vent’anni non sono passati invano.Mons. Galantino ha ribadito “E ilsegno più eloquente della lorofecondità siete proprio voi. In voi,presidenti delle 28 Fondazioni as-sociate alla Consulta NazionaleAntiusura che operano in ogni re-gione italiana, saluto con legittimoorgoglio la risposta sana della so-cietà civile: quella società che vivedi alleanze decisive, i cui riferimentisono qui rappresentati dal Com-missario straordinario del Governoper il coordinamento delle inizia-tive antiracket e antiusura, dotto-ressa Elisabetta Belgiorno, dalCapo della Direzione V del Di-

partimento del Tesoro, dott. Giu-seppe Maresca, dal Direttore dellaCaritas Italiana don Francesco Sod-du, e dai rappresentanti delle As-sociazioni di categoria destinatarie.Siete, appunto, espressione diquella società che, facendo tesorodella reazione alla paura, alle mi-nacce e alla vergogna, ha saputoguardare in faccia il meccanismodello strozzinaggio e la ragnatelache tesse a vasto raggio”

di Gian paolo Caliman

VILE USUrApOTErE MAfIOSO

TErrA BrUCIATApEr LE SLOT

“ “Bisogna dire basta alla pubblicità di tutti i giochi d’azzardocon vincita in denaro”. Mons. Nunzio Galantino ha ri-chiamato con forza “le istituzioni a fare la loro parte, par-tendo dal prendere le distanze dall’irresponsabilità di chiseduce la gente con il miraggio dei soldi facili, mentre inrealtà la spinge soltanto a infilarsi nel labirinto di uncomportamento compulsivo, di una dipendenza patologica,di un inesorabile indebitamento: a ricaduta, non si faticaa intravedere proprio il cappio dell’usura”. Mons. NunzioGalatino soffermandosi sul gioco d’azzardo dopo averlodefinito “uno dei nodi più perniciosi per i suoi effettisulle famiglie e sull’intero Paese”, ha espresso un plauso“a tutti quei baristi, tabaccai e negozianti che hannorifiutato le slot-machine nei loro ambienti: senza rinuncenon nascerà una nuova cultura e noi ci limiteremo a rac-cogliere feriti, emarginati da quello stesso paradiso chetanto li aveva falsamente accarezzati”. (G.P.C.)

Mons. Nunzio Galantino, segretario generaledella CEI, richiama le istituzioni a fare la loroparte per debellare la piaga sociale delleslot machine e plaude ai titolari di esercizicommerciali che si rifiutano di ospitarle

Sabato 21 giugno in Calabria perla prima volta un Papa scomunicai mafiosi, dopo l’anatema di San Giovanni Paolo II.Francesco ha, tra l’altro, affermato:”Quelli che non sono in questastrada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunionecon Dio, sono scomunicati”.

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IL DIALOGO 111

Il 18 giugno scorso il nostroamato Arcivescovo S.E. Mons.Fabio Bernardo D’Onorio hascritto una lettera ai presbiteri eai diaconi dell’Arcidiocesi di Gae-ta comunicando l’inizio il 18 ot-tobre 2014 della visita pastoralea tutte le comunità parrocchialiche compongono la diocesi. Ilnostro Arcivescovo visiterà inprogressione le parrocchie delleforanie di Gaeta, di Formia, diMinturno e di Fondi. Riportiamofedelmente la sua lettera pastoraleche ha già riscosso entusiasticiriscontri: “Carissimi, con il Sinodotutte le componenti della nostraChiesa di Gaeta sì sono messein stato di riflessione sul loroessere Chiesa e sono state invitatea recuperare lo spirito e la fre-schezza delle origini. Nello stessotempo tutti siamo stati coinvoltinell’individuare scelte pastoralie innovative consone al nostrotempo per aiutare la comunitàecclesiale a crescere nella co-munione e nella fedeltà al Van-gelo. Ritengo sia ora giunto ilmomento di approfondire la co-noscenza reciproca con i sacer-doti e i fedeli e, allo stessotempo, di confermare i fratellinella fede in Cristo Gesù, Mortoe Risorto. Strumento collaudatoda un’esperienza secolare è la

Visita pastorale. Essa, come hogià annunciato nella Messa Cri-smale, si caratterizzerà per unprogramma sobrio ed essenzialeche si articolerà intorno a quattrodimensioni: incoraggiare un rin-novato e autentico incontro conil Signore attraverso la Paroladel Vangelo e la Celebrazioneeucaristica; promuovere la co-munione ecclesiale nelle Par-rocchie e nell’intera Chiesa dio-cesana; valorizzare il senso dicorresponsabilità nel popolo diDio attraverso gli Organismi dipartecipazione; prendere visionedel dinamismo pastorale par-rocchiale e delle diverse realtàeconomiche e amministrativeparticolari. In questa Visita pa-storale, per il tempo che il Si-gnore mi concederà mi avvarròdella collaborazione del Vicarioper il Clero, del Vicario Foraneodi competenza e dell’Economodiocesano, il quale conserva iverbali della precedente visitarealizzata dal compianto Mons.Mazzoni. La Visita pastorale avràinizio sabato 27 settembre, giornodella Dedicazione della restaurataBasilica Cattedrale: l’orario dellaconcelebrazione sarà alle 20 cosìda permettere a tutti voi di esserepresenti a questo momento im-portante della nostra vita dio-cesana, magari anticipando l’ora-rio della celebrazione nella vostracomunità. La Visita si struttureràin due giornate. Il sabato mattinasarò disponibile per l’ascolto deifedeli e per la visita agli ammalati;nel pomeriggio parteciperò aqualche momento di catechesi(con una particolare preferenzaagli incontri dei gruppi giovani)e incontrerò il Consiglio pastorale

parrocchiale e il Consiglio par-rocchiale per gli Affari economici;cena e, ove possibile, pernotta-mento in parrocchia. La dome-nica mattina sarò disponibile al-l’ascolto dei fedeli e alla cele-brazione del sacramento dellaRiconciliazione; quindi presiederòla Celebrazione eucaristica so-lenne impartendo la Benedizioneapostolica. Secondo i casi vorreisi organizzasse una visita al Ci-mitero ove vivere un breve mo-mento di preghiera. Il lunedì

precedente la Visita mi recheròcon i convisitatori e il segretarioper prendere visione dei Registriparrocchiali, compreso il Registrodelle Sante Messe celebrate oda celebrarsi per esaminare lostato patrimoniale, prendendovisione del Registro delle entratee uscite, con i relativi estratticonto, e degli eventuali mutui

gravanti sulla Parrocchia. Con ilpranzo alle ore 13 concluderemoquesto momento. La Visita pa-storale prenderà inizio con laParrocchia Cattedrale il 18 e 19ottobre. Proseguiremo con leParrocchie della forania di Gaetae, successivamente, delle foraniedi Formia, Mintumo e Fondi, se-condo calendari decisi dalle sin-gole foranie. “La Pace di Cristosia con Voi!”: questo il mottodella Visita pastorale e il miosaluto a tutti voi. Possa la Vergine

Maria, Assunta in Cielo, patronadella nostra Cattedrale, essereper tutti noi modello di fedeltàa Cristo e alla sua Parola”. Sitratta di un’occasione irripetibileper la Chiesa che è in Gaeta, intal modo si va a completare ilpercorso che il nostro Arcive-scovo ha voluto segnare per ilpopolo di Dio a lui affidato.

LA pACE dI CrISTOSIA CON VOI l’Arcivescovo Mons. Fabio Bernardo D’Onorio

annunzia l’inizio della visita pastorale in tuttele parrocchie a cominciare dal 18 ottobre 2014

di Marcello Caliman

Il 27 settembre alle ore 20 l’Arcivescovo, con una solenne celebrazione, riapre al culto la Cattedrale di Gaeta

y

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112 IL DIALOGO

Il Pontefice riconosce la sfida lanciata dallenuove tecnologie, sfida che ha messo allaprova e che è stata colta dagli uffici e daidelegati alle comunicazioni sociali delle di-verse diocesi del Lazio. Una telefonata edun confronto diretto con i sacerdoti, igiovani, i responsabili preposti a “comuni-care” la vita diocesana, e non solo, ha per-messo di delineare un quadro interessatesul potenziale della “prossimità” nella nostraregione. Quasi tutte le realtà mettono alprimo posto tra gli strumenti utilizzati il sitointernet che, ovviamente, risulta il mezzocostantemente aggiornato e a cui si prestapiù cura: la diocesi di Latina a giugno pre-senterà il nuovo portale in linea con la CEIcosì come la nuova versione di quello del-l’Arcidiocesi di Gaeta, Palestrina sta lanciandouna web tv così come i contenuti multime-diali della versione web del settimanaleFrontiere della diocesi di Rieti, il videogiornale quindicinale sul sito a cura dellecomunicazioni sociali di Albano, il materialescaricabile delle omelie e dei convegni dio-cesani che si svolgono a Sora, Aquino ePontecorvo. Quasi tutte le diocesi hannoun’agenda diocesana on line che permettead operatori e non di conoscere tutti gli ap-puntamenti così come la maggior partedelle realtà ha attivato un account Facebooke vede nei social network un mezzo efficaceper avvicinare anche chi non frequenta as-siduamente la vita diocesana. A questo siassociano i siti internet e le comunicazionisociali portate avanti dalle singole realtàparrocchiali: nella realtà di Civitavecchia -Tarquinia su 27 parrocchie più della metà

hanno un portale internet e sono presentisui social network con un proprio operatore.Oltre alla pagina sull’inserto Lazio7 di Av-venire, alcune diocesi portano avanti anchealtre esperienze cartacee: il già citato “Fron-tiere” di Rieti come il “Mille strade” delladiocesi di Albano fino al mensile di Latina,Terracina, Sezze e Priverno “La Chiesa pon-tina”. Non godono di buona salute le radio:solo due diocesi raccontano di aver tentatola diffusione tramite frequenze, Rieti eGaeta, ma oggi è difficile portarle avanticon efficacia. Diverse sono le esperienze incui le comunicazioni sociali sono in strettacollaborazione con la pastorale giovanile

come a Porto, Civitavecchia e Tarquinia.Nella diocesi di Palestrina, in particolare, èpartito un esperimento interessante: è natoun ufficio web che si occupa della comuni-cazione composta esclusivamente da giovaniunder 30 che cura dal sito alla web tv na-scente ai social network, diverse competenze,dalla grafica al giornalismo, di diversi zonedella diocesi che ogni giovedì progettanoinsieme il da farsi. Non tutte le diocesi,infatti, hanno un vero e proprio ufficiodelle comunicazioni sociali attivo e coordi-

nato che a sua volta non sempre coincidecon l’ufficio stampa dell’arcivescovo, spessosono gruppi non coordinati o si limitano aduna delega affidata ad una sola persona. Lemaggiori difficoltà si riscontrano proprionella raccolta delle informazioni e del ma-teriale, nell’organizzazione delle diverseforze a disposizione, nella circolazione delleidee in tutte le parti del territorio diocesanoe ad un pubblico ampio, non solo il piùtecnologico, nella fatica di coinvolgere piùparroci e più figure, nella carenza di risorsesufficienti. Problemi tecnici prima ancorache di contenuti ed argomenti. Eppure unaspetto fondamentale sembra essere nellamaggior parte dei casi ignorato: le comuni-cazioni sociali vengono sentite come la cir-colazione delle informazioni sulle attivitàdella diocesi e del pastore, di qualche ap-puntamento o iniziativa non un terrenofertile che possa raccogliere l’entusiasmodelle parrocchie e delle comunità così comerappresentare la voce, gli occhiali attraversocui leggere il territorio in prospettiva evan-gelica. Molti dei delegati ammettono di ri-cevere stimoli dall’esterno, media laici localiin primis, per un’opinione su quanto accadenella società civile ma non sempre le co-municazioni sociali sanno far fronte a questoaspetto primario. Il punto di vista dellaChiesa è importante e prima forma di “pros-simità”. La sfida del digitale coincide conuna sfida di apertura all’esterno, di un mag-gior confronto con le realtà concrete e conle comunità vivendo la contemporanea con-traddizione di un mondo globalizzato aportata di taschino in un’umanità semprepiù divisa. “Chi comunica si fa prossimo. Èimportante l’attenzione e la presenza dellaChiesa nel mondo della comunicazione perdialogare con l’uomo d’oggi e portarlo al-l’incontro con Cristo”, scrive Papa Francesco.

di Simona Gionta

LE NUOVE SfIdE dELLA rETECOMUNICAZIONI SOCIALI NEL LAZIO

Grazie alla rete il messaggio cristiano può viaggiare fino ai confinidella terra. Aprire le porte delle chiese significa anche aprirlenell’ambiente digitale sia perché la gente entri, in qualsiasi condizionedi vita essa si trovi, sia perché il Vangelo possa varcare le sogliedel tempio e uscire incontro a tutti

Mons. Gianfranco De LucaVescovo di Termoli - Larino

Papa Francesco nel messaggio per la giornatamondiale delle comunicazioni sociali

“Il giornalismo è vocazione, è una

professione che va vissuta quasi in

spirito di missione e, senza dubbio

alcuno, è da mettere al servizio di

tutti e per tutti ma soprattutto

dell’unica verità: quella del Vangelo.

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IL DIALOGO 113

Una grande festa alla casa di riposo C. Salvinidi Terracina per la visita del Vescovo delladiocesi di Latina –Terracina – Sezze – PrivernoMons. Mariano Crociata. Un emozionante in-contro promosso dal centro anziani – centrostorico di Terracina presieduto da AchilleMasci in collaborazione con gli altri centri edassociazioni della città che da anni tentano diportare il Pastore nella propria realtà ancheper il forte desiderio della comunità di suorepresente presso la casa di riposo. Una raccoltacelebrazione eucaristica nella cappella dellastruttura di proprietà dell’Ipab SS. Annunziatae gestita in collaborazione con la Fondazione

Alzaia durante la quale il Vescovo, dopoaver esortato gli enti pubblici e le associazionealla responsabilità, alla professionalità, al-l’umanità e al dovere morale nei serviziverso gli anziani, si è rivolto agli ospiti: “nondovete essere semplicemente degli utentipassivi ma dovete sentirvi utili, non è perchésiete arrivati in un periodo di siccità dellavostra vita dovete pensare che non sietebuoni più a nulla, voi potete ancora dare uncontributo importantissimo alla comunità lo-cale e non solo al di là della tendenza con-temporanea alla cultura dello scarto di chinon è più produttivo”. Ha portato i salutidell’amministrazione e della direzione PieroBianchi, Presidente ff. dell’Ipab SS. Annunziata:“Eccellenza, la ringraziamo moltissimo perla sua visita, la sua presenza è importanteper questa comunità. Come diceva, stiamofacendo di tutto e l’impossibile per garantire

la qualità e il benessere dei nostri ospiti mamoltissime sono le difficoltà soprattutto eco-nomiche. Stiamo facendo dei lavori di ri-strutturazione con molte spese sempre nel-l’ottica di migliorare il comfort. Ringrazioanche il personale della struttura che sispende molto per gli anziani”. Gratitudineanche da parte del Presidente della Fonda-zione Alzaia Marco Anaclerio: “ringrazio dicuore il Presidente Masci, i centri anziani etutte le associazioni che hanno reso possibilequesto incontro. La nostra casa di riposovuole essere parte della città e della comunità”"Mons. Crociata grazie per la sua disponibilità,desideriamo che lei segni questa data nellasua agenda affinchè diventi un appuntamentoannuale", afferma il Presidente Masci. Unmomento conviviale, con musica, allegria,doni e una foto di gruppo hanno conclusoun appuntamento tanto atteso.

di Simona Gionta

IL VESCOVOCrOCIATAALLA CASAdI rIpOSOSALVINI

Cara Pia, un tuo ricordo era programmato sin dalla tua dipartita, la rivista sta per chiudersi, tutte le pagine sonocompletate e manca solo questo pezzo per poter inviare il mensile alle stampe. Non riesco a scrivere, vi è qualcosache mi blocca, da circa un mese ogni sera mi addormento cercando di trovare, nel buio, delle frasi che parlino dite, ma non riesco a concludere. Vorrei svegliarmi da questo sogno collettivo, che tutti condividiamo come il piùatroce degli incubi. Cerco di incoraggiare tua madre e tutti, da buon diacono, mentre avrei bisogno che qualcunoconsolasse me. Come si può a soli 46 anni addormentarsi accanto al proprio sposo e non svegliarsi la mattina? Tiabbiamo vegliato per 36 ore e sembrava che tu dormissi, delicatamente composta nel talamo nuziale, senzaalcuna bara. Sentivo il desiderio di dire a Gigi, il tuo sposo, “per favore dalle un bacio sulle labbra in modo che leisi svegli”, come accade a ogni principessa nelle favole che tutti conosciamo. Ma i pensieri non giungevano allelabbra, nell’attesa infine di svegliarmi e di raccontarti il sogno, perché si dice che quando si sogna che una personaè morta le si allunga la vita. Ma non era così e i tuoi figli Matteo e Gianmarco non possono mostrarti il primo lasplendida pagella conquistata con la promozione all’ultimo anno del liceo e il secondo il suo primo diploma,quello di scuola media. Quanti ricordi ho di te, a cominciare dall’esame universitario che preparammo insieme,studiando nella cucina dei tuoi genitori e gustando un dolce fatto da te. Alle tue esequie la Chiesa di Sant’Albinaera gremita come non mai e il parroco don Simone si è commosso. Ma non mi ha stupito, hai sempre rispettato eparlato bene di tutti, hai lavorato in banca offrendo disponibilità e cortesia, sei stata donna, moglie e madreeccezionale e la nostra comunità lo sapeva. Ci hai lasciato nella nostra lacerante incredulità. Marcello

CArA pIA...LE pArOLENON dETTE

Pia Integlia Marcaccio con la famiglia

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114 IL DIALOGO

Gaeta città d’arte per antono-masia, si consacra sempre piùquale territorio fertile pereventi culturali di altissimo li-vello. In questo momentonella città del Golfo l’offertaculturale è davvero notevole:oltre ai monumenti e le strut-ture museali, Gaeta offre aipropri cittadini, agli studiosi eai turisti tante iniziative, tratutte spiccano per ecceziona-lità due mostre di arte con-temporanea. Presso laPinacoteca Comunale è espo-sta l’esposizione Burri –Unico e Multiplo con 126opere del maestro; presso ilMuseo Diocesano sono visi-bili oltre 30 immagini dellamostra Cy Twombly – Foto-grafie di Gaeta.

La mostra curata dalla Fonda-zione Nicola Del Roscio, godedel patrocinio del Ministero deiBeni Culturali - Soprintendenzaper i Beni Storici, Artistici delLazio, dell’Arcidiocesi, del Co-mune e della Lega Navale Ita-liana. Partner dell’evento sonola Camera di Commercio di La-tina, la Pro Loco Gaeta e ITesori dell’Arte. Nei locali diPalazzo De Vio sono espostefotografie eseguite a Gaeta dal-

l’artista americano, che scelseGaeta come luogo ideale pervivere e lavorare durante i suoisoggiorni in Italia. Trovò digrande aiuto e di ispirazione ilpanorama con il suo golfo, l’in-verno mite e l’inclinazione deiraggi solari. Usò la polaroid perfotografare diversi luoghi e si-tuazioni, cominciando poi astampare l’immagine in un for-mato più grande con la tecnicadella punta secca. Nei suoi scatti

fotografici Cy Twombly trasmetteun’interpretazione piuttosto cheuna presentazione statica dellarealtà. Ne risultano così macchiedi colore per descrivere la per-cezione di un oggetto, echi poe-tici che evocano luoghi anzichérappresentarli, angoli di vedutequasi astratti. La vendita del ca-talogo sarà integralmente devo-luta all’Associazione Peter PanOnlus – Roma a favore dei bam-bini malati di cancro.

La mostra, promossa dal Co-mune di Gaeta, dall’Associa-zione Culturale Novecento, daMonte-Carlo International Art eda Antonio e Paola Sapone rive-ste un particolare rilievo, inquanto l’esposizione anticipal’evento mondiale che si terràl’anno prossima al GuggenheimMuseum di New York, dovesarà allestita una retrospettivaper i 100 anni della nascitadell’artista. Le opere proven-

gono da prestiti della Fonda-zione Burri di Città di Castello edalla collezione di Antonio Sa-pone, straordinario galleristagaetano che fu legato a Burri dagrande amicizia negli anni con-clusivi della sua lunga carriera.Accanto a un’articolata esposi-zione di cellotex e ad alcuni di-segni sarà mostrata a Gaeta unarappresentativa collezione del-l’opera multipla del maestro, tracui le “Combustioni”, del 1963 -

64, i “Cretti” del 1971, i “Multi-plex”, del 1981, la serie di seiserigrafie dal titolo “Cellotex”del 1992, gli “Oro e Nero” del1993, i suggestivi “Monoplex”del 1994. La cura scientificadella mostra è di Giorgio Agni-sola. Il catalogo, edito da Ma-gonza Editore, si avvale deicontributi di Bruno Corà, Presi-dente della Fondazione Burri edi Marcello Carlino, dell’Univer-sità La Sapienza di Roma.

GAETACITTàd’ArTE

di Lino Sorabella

Museo Diocesano,Piazza Cardinale De Vio, Gaeta

Orario di aperturaluglio e agosto: dal giovedì alla domenicadalle 18.00 alle 24.00. Ingresso con il Biglietto UnicoIntegrato euro 5,00

Info: 0771.4530233www.tesoriarte.it

c Cy TwOMBLy, fOTOGrAfIE dI GAETA

ALBErTO BUrrI, UNICO E MULTIpLOPinacoteca Comunale,via De Lieto, Gaeta

Orario di aperturaluglio e agosto: tutti i giorni,escluso il lunedì dalle17.00 alle 22.00Ingresso euro 5,00; ai possessori del Biglietto UnicoIntegrato euro 3,00

Info: [email protected]

c

Page 31: la città del golfo_luglio

ARTE 115

La storia dell’Abbazia di San Vin-cenzo al Volturno ha inizio nel703 d.C., quando tre principi be-neventani di origine longobarda,Paldo, Tato e Taso (nell’imma-gine pubblicata nella pagina disinistra), decisero di votarsi allavita monastica e di recarsi inFrancia per mettere in atto talevocazione. Durante il viaggio so-starono presso l’Abbazia di Farfadove l’abate Tommaso di Mo-riemma propose loro di fondareun monastero alle fonti del Vol-turno, dove già esisteva unachiesa dedicata a San Vincenzo.L’area su cui fu edificato il ceno-bio di San Vincenzo era stataprecedentemente interessata daun insediamento tardo-romano

caratterizzato, tra il V e il VI se-colo, dalla realizzazione di unachiesa affiancata da un’area fune-raria. A partire dall’830, i confinimonastici si estendevano già percirca sei ettari; vi erano ottochiese e dozzine di costruzioni alservizio di una comunità di circa350 monaci. Inoltre il monasteroaveva diversi possedimenti nel-l’Italia centrale. Nel primo decen-nio del IX secolo il monastero diSan Vincenzo sviluppò e diffuseuna cultura materiale straordina-riamente ricca. L’officina collet-tiva del monastero era impegnatanella manifattura del vetro su lar-ghissima scala: finestre di ottimaqualità, vasi decorati con ele-gante fantasia, lampade in “stileTiffany”, splendidi oggetti smal-tati, così come nell’oreficeria,nella raffinata lavorazione deimetalli e nell’intaglio di avorio edi ossa. Chiaramente la produ-zione vetraia e l’eccellente lavo-

razione dei metalli in San Vin-cenzo non era destinata esclusi-vamente ad un consumo interno,ma anche e soprattutto all’espor-tazione. Nell’881 il monasterovenne saccheggiato da predoninord africani al servizio del ducadi Napoli e poi abbandonato. Lavicenda storica dell’abbazia be-nedettina di San Vincenzo si con-clude nell’età contemporaneacon l’estinzione della comunitàmonastica e lo smembramentodelle pertinenze patrimoniali. Ilcuore degli edifici monasticitornò presto, dopo travagliate vi-cende, all’Ordine Benedettino,precisamente all’Abbazia di Mon-tecassino. L’avventurosa vita delcenobio è descritta nel Chroni-con vulturnense, codice miniatodel XII sec. conservato presso laBiblioteca Vaticana, che costitui-sce l’unica fonte storica, fino allaprima metà del XIX secolo. Nel1832 iniziò un nuovo percorso

storico grazie alla scoperta for-tuita della meravigliosa criptadell’abate, alla ricostruzione po-stbellica e agli scavi degli anni’80 del secolo scorso, chehanno portato alla luce le di-verse fasi di sviluppo del mona-stero. Nel 1980 infatti ungruppo di archeologi dell’Uni-versità di Sheffield, con la col-laborazione di uno storicodell’arte e di una serie di stu-denti dall’Università dell’EastAnglia, intraprese una serie discavi di modesta entità nel sitodi San Vincenzo. L’attuale pro-getto di valorizzazione del-l’area, sostenuta dalla regioneMolise e attuato dall’Abbazia diMontecassino, punta al recu-pero della coerenza territorialedell’area prossima al monasterostesso, al fine di salvaguardaree promuovere sia la sacralitàdel luogo che il suo patrimoniostorico archeologico.

IL fASCINO SENZA TEMpOdELL’ABBAZIAAL VOLTUrNO

IL fASCINO SENZA TEMpOdELL’ABBAZIAAL VOLTUrNO

di Stefania de Vita

Il Monastero fondato dai tre principibeneventani di origine longobarda,Paldo, Tato e Taso che decisero di votarsi alla vita monastica e che eranoin viaggio per la Francia ma rimaserocolpiti dal luogo dove esistevauna Chiesa dedicata a San Vincenzo,realizzata su un insediamentotardo romano

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116 ARCHEOLOGIA

Nato a Roma nell’ottobre del 1748, CarloLabruzzi ebbe successo come paesaggistacontribuendo alla trasformazione delvedutismo archeologico del paesaggioin strumento fondamentale per la risco-perta dei siti storici. Il 31 ottobre del1789 sir Richard Colt Hoare, archeologoinglese, chiamò il Labruzzi, in qualità dipittore topografo per illustrare il viaggio,descritto da Orazio nella Satira V dellibro I, che intendeva percorrere lungola Via Appia da Roma a Brindisi. Ilviaggio si interruppe precocemente,causa mal tempo, nei pressi di Beneventofatto che non impedì al Labruzzi di ese-guire una straordinaria quantità di schizzidal vero estremamente fedeli alla realtà.Della produzione si conservano, pressola Biblioteca Apostolica Vaticana, 226fogli oggetto nel 2013 del volume diPier Andrea De Rosa e Barbara Jatta LaVia Appia nei disegni di Carlo Labruzzialla Biblioteca Apostolica Vaticana. Inparticolare la “Veduta del primo pontedopo Formia” (Vat.lat.14933) si interfacciacon i recentissimi “lavori di sistemazionedella strada ex Ferrovia Sparanise-Gaeta”appaltati dal Comune di Formia. Nelcorso dei medesimi lavori la pulizia e lasistemazione dell’alveo del torrente Ac-quatraversa hanno permesso di eviden-ziare maggiormente lo stesso ponte di-segnato dal Labruzzi alla fine del XVIIIsecolo. Uscendo da Formia e percorrendola via Appia, immediatamente dopol’Appia Hotel (km 145+500), si imboccavia Pietra Erta e si passa al di sotto dellalinea ferroviaria Roma-Napoli. Imme-diatamente a sinistra, all’incrocio con la

via Sparanise, è possibile scorgere ilponte in oggetto. Si tratta di una strutturacostruita in opera quadrata con blocchidi calcare sulla quale la Via Appia anticaattraversava l’attuale corso d’acqua. Ri-cordiamo che la Via Appia costituì ilpiù importante asse viario di penetrazioneverso il meridione nell’ottica strategicadi Roma che intendeva lo sviluppoviario come elemento di conquista. Ilpercorso originario iniziato nel 312 a.C.,sotto il censore Appio Claudio, partendoda Roma raggiungeva la costa ad ovestrispetto al centro di Formiae. Nel 296a.C. (anno del secondo consolato dellostesso Appio) la strada, passando attra-verso la colonia romana di Minturnae,toccava la gemella Sinuessa (nel territoriodi Sessa Aurunca) dirigendosi verso Ca-pua (Santa Maria Capua Vetere) conclu-dendo il percorso al miliario 132. Ad ul-teriore conferma del passaggio del trac-ciato antico nella zona il rinvenimento,alla fine degli anni ’90 in località Acqua-traversa all’altezza del km 143+350, diun tratto basolato. Confrontando il dise-gno a penna acquerellato a seppia sinota prima di tutto la differenza notevoledi portata d’acqua del torrente che scorreformando una piccola cascata rispettoall’attuale completamente a secco. Inaggiunta risultano mancanti l’arco delponte, la gran parte del paramento late-rale in opera quadrata e chiaramente lavegetazione che cresceva lungo le spondementre in secondo piano si stagliano, inuna ideale continuità temporale, i MontiAurunci. L’assoluta fedeltà dei luoghifissati dalla veduta pittorica e dalla foto,distanti 225 anni, accresce il valore del-l’opera del Labruzzi assegnandogli, senzaalcun dubbio, una posizione preminentedel vedutismo archeologico mentre ap-pare un po’ troppo pesante e filologi-camente non corretto l’intervento attualedi restauro dell’estradosso del ponteantico.

UN rITOrNO dALL’OBLIOUn ponte romano sull’Appia in località Acquatraversache interessò nel 1789 il pittore romano Carlo Labruzzi

di Tommaso Conti

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ARCHEOLOGIA 117

Un paese con meno di 1000abitanti in provincia di Isernianell’Alto Molise, Pietrabbondantetrae l’origine del nome dalle nu-merose rocce (Morge) che lacircondano e sulle quali è nata.Le prime testimonianze della fre-quentazione dell’area risalgonoal V a.C. con tombe di guerrieri,caratterizzate dalla presenza diarmi in bronzo e armature, rin-venute nella necropoli in localitàTroccola sulle pendici occidentalidel monte Saraceno o Caraceno(1212 mt). La sommità del montenella seconda metà del IV secoloa.C., in concomitanza con l’iniziodelle guerre romano-sannitiche,fu fortificata tramite una cintamuraria in opera poligonale rac-cordata ad opere di difesa postea quote più basse. Allo stessomomento è da porsi la prima

frequentazione del santuario inlocalità Calcatello sul versanteorientale dello stesso monte aduna quota di circa 1000 metri.La posizione scenografica delluogo di culto e la funzione dicontrollo degli assi viari dellazona conferma come, in areasannitica, i santuari costituisseroun luogo di incontro e di scambioper una serie di momenti di ca-rattere collettivo e sociale. Ilcomplesso di Pietrabbondante,per la grandiosità delle soluzioniarchitettoniche, per la ricchezza,la varietà e la tipologia delle of-ferte votive e per le numeroseepigrafi rinvenute, riveste unruolo di assoluta importanza nelpanorama sannita in generale ePentro in particolare. Nel III se-colo a.C. la zona fu monumen-talizzata con la costruzione del

tempio “ionico” del quale ri-mangono solo elementi archi-tettonici e materiali votivi. Unaseconda sistemazione fu realiz-zata all’inizio del secolo succes-sivo, dopo le distruzioni operateda Annibale nel 217 a.C. (batta-glia del Trasimeno) nel momentoin cui i Pentri erano alleati deiRomani, con la costruzione delcosiddetto tempio “A”. Solo allafine del II inizi I secolo a.C.verrà realizzato, ad ovest delprimo, il settore teatro-tempio“B” con uno schema tipico del-l’età ellenistica mediato dall’am-biente campano (Teano e Pie-travairano) e latino (Palestrina eTivoli). L’orientamento di tuttoil complesso secondo l’asse sud-est, richiamando il punto in cuisorge il sole nel solstizio d’in-verno, risulta strettamente con-nesso con la disciplina auguraleche prevedeva di osservare dallafronte dei templi il nascere delsole stesso. Per il sito di Pietrab-bondante, considerata la notevolepresenza tra gli ex-voto di armiin bronzo ed in ferro con ogniprobabilità frutto di dediche col-

lettive effettuate da un condot-tiero (imperator o dux) dopo si-gnificative vittorie, si può parlareoltre che di luogo di culto pub-blico anche di santuario dove siriuniva il “popolo in armi”. Aconferma della duplice compo-nente religiosa e guerriera vi èla prima fase di vita del santuario,coeva al tempio ionico, caratte-rizzata da un’area quadrangolarechiusa su due lati da porticati.Le dimensioni di circa 55 mt dilato (corrispondenti a 200 “piedi”osci) sono uguali a quelle delrecinto in cui, secondo Livio (X,38, 5), si svolse il giuramentodella legione sannitica primadella battaglia di Aquilonia (293a.C.) che sancì il dominio roma-no. Sebbene non sia possibilestabilire una relazione diretta trail rito descritto dallo storico e ilsito, l’esistenza dello spazio re-cintato costituisce un’importanteconferma archeologica delle fontie testimonia la rilevanza del san-tuario stesso nel panorama san-nitico antico, come è anche at-testato dal disegno ricostruttivodell’area pubblicato in pagina.

SANTUArIO dEL pOpOLO IN ArMI

di Tommaso Conti

É visitabile a Pietrabbondante, un minuscolo paese sito in provincia di Isernia, nell’Alto Molise

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118 PARCHI

Nella provincia di Latina, oltreal Parco Nazionale del Circeo(che ha una superficie di 8.917ha), sono dieci le aree protette,delle quali tre in particolarehanno attirato l’attenzione diItalia Nostra. Esse occupanouna superficie complessiva di32.717 ettari, il Parco Naturaledei Monti Aurunci (19.374 ha),il Parco Naturale Regionale Mon-ti Ausoni e Lago di Fondi (12.909ha) e il Parco Regionale Rivieradi Ulisse (434 ha). Le quattroaree protette insieme costitui-scono circa il 2,5% della super-ficie complessiva della RegioneLazio. E proprio i tre parchi re-gionali, secondo una propostadi Italia Nostra che ora è statarilanciata, potrebbero essere riu-niti sotto un unico Ente di ge-stione, che possa programmareunivocamente tutte le attivitàvolte alla salvaguardia del ter-

ritorio, del patrimonio storico,artistico e naturale, che qui sitrovano e li qualificano. Infatti,i parchi non sono solo ambiente,flora e fauna, ma al loro internosono caratterizzati anche dallapresenza di giacimenti culturali,di alto valore storico, archeolo-gico, architettonico. Basti pen-sare, tra i diversi siti, alla c.d.Villa di Mamurra di età romana,ma anche i resti delle torri co-stiere rinascimentali o siti me-dievali abbandonati come Cam-pello e Ambrifi, ma anche tuttii centri storici presenti nel pe-rimetro delle tre aree. Una pro-grammazione unitaria di rilancio,promozione e valorizzazione,anche turistica, potrebbe favorireuna crescita unitaria per tutto ilterritorio pontino, oltre che ri-durre fortemente la spesa pub-blica e pianificare in modo ca-librato gli investimenti. Negliscorsi 21 e 22 giugno si è tenutol’importante Convegno nazio-nale “Parchi capaci di futuro”organizzato da un cartello diassociazioni, tra cui Italia Nostra,nel corso del quale sono statiaffrontati diversi temi legati allearee protette, dalle sfide globali

allo sviluppo locale. In questocontesto chi scrive in qualità dipresidente regionale del Laziodi Italia Nostra ha rilanciato laproposta di accorpare i tre par-chi regionali pontini sotto l’egidadi un unico Ente di Gestione ecreare una delle più grandi areeprotette italiane che, con l’isti-tuzione del Monumento Naturaledel Monte d’Argento, potrebbecreare senza soluzione di con-tinuità un’unica striscia protettache comprenderebbe anche il

Parco Regionale Roccamonfina– Foce del Garigliano che ge-nererebbe un grande parco dicirca 42.000 ettari a cavallo trail Lazio e la Campania. Unire letre aree laziali potrebbe renderepossibile realizzare un program-ma regionale e locale unico,contribuendo a sviluppare eco-nomicamente, socialmente e

culturalmente il territorio. Iltutto anche alla luce di un iterparlamentare che prevede larevisione della Legge quadrosulle aree protette, la 394/1994,che rappresenta una delle piùalte testimonianze della maturitàculturale italiana, un gioiellonormativo messo ora a rischioda una proposta di riforma,contro la quale le Associazionichiamate a difendere l’ambientesi stanno mobilitando. In questocontesto si inserisce anche la

proposta modellata dalla Se-zione del Golfo di Gaeta diItalia Nostra, per la quale ununico Ente gestore sarebbe lasoluzione migliore per la valo-rizzazione, ma anche per la ri-duzione della spesa pubblica,potendo attuare programmi dicrescita che partano da unasola base programmatica.

di Cesare Crova

eI tre Parchi potrebbero essere riuniti sotto un unico Ente di gestione che in tal modo potrà programmareunivocamente tutte le attività volte alla salvaguardia delterritorio sotto tutela ambientale del Lazio Meridionale

L’UNIONEfA LA fOrZAItalia Nostra propone di unificare i tre Parchi

regionali presenti nel sud della provincia di Latina:

Parco Regionale della Riviera di Ulisse, Parco Regionale

dei Monti Aurunci, Parco Regionale dei Monti Ausoni e

del Lago di Fondi, oltre a eventuali monumenti

naturali, quale Monte d’Argento a Marina di Minturno

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PARCHI 119

Il 27 maggio un pic-colo dirigibile a elio,frenato da terra, hasorvolato l’area pro-tetta di Giànola e delMonte di Scauri delParco Regionale Ri-viera di Ulisse. Il mi-nidirigibile da unaquota di 30/40 m hascattato foto verticalie inclinate sull’edificioottagonale della villaromana posta sullasommità del promon-torio: le riprese digitalihanno documentatodall’alto e per la primavolta, la situazionedell’area, l’ammassodei ruderi e la posi-zione degli elementiabbattuti prima diprocedere alle fasipreviste nel primostralcio del progetto,il quale ha l’obbiettivodi rimuovere le strut-ture crollate e renderefruibile uno degli ottosettori e la sala prin-cipale. L’edificio in-fatti, sopravvissuto

nella parte centrale ecosì illustrato e de-scritto dallo studiosoformiano dell’Otto-cento Pasquale Mattej,nel 1943 venne mi-nato e fatto esplode-re dall’esercito tede-sco. Già all’avvio deilavori sono venuti inluce pregevoli e si-gnificativi repertinell’accesso monu-mentale sull’asse dellavilla verso il mare econseguite importantiverifiche sull’impiantoarchitettonico. L’edi-ficio, interpretatocome una sorta di“ninfeo” che include-va una sorgente na-turale, culminava ilcomplesso residenzia-le organizzato su ter-razze digradanti versoil mare, comprenden-do portici e scale co-perte, quartieri di sog-giorno ed un impian-to termale sulla fasciacostiera. La strutturarisale alla fine della

Repubblica e anticipacelebri monumenti apianta ottagonale diepoca romana, la“Domus Aurea” di Ne-rone a Roma e gliedifici presso la “Piaz-za” d’Oro” e “dell’Ac-cademia” nella villadi Adriano a Tivoli; ilconfronto è stringenteanche per il sito alta-mente scenograficoesteso su circa noveettari del promontorioformiano. L’interventodi recupero è statopromosso dal ParcoRegionale Riviera diUlisse diretto da chiscrive, d’intesa con laSoprintendenza per iBeni Archeologici delLazio, coordinata dalladottoressa Elena Ca-landra e finanziatocon Fondi EuropeiPOR Lazio. Il progettoè frutto di lunghi studie di valutazioni delleproblematiche resti-tutive da parte del-l’architetto Salvatore

Ciccone, che svolgela direzione dei lavoriinsieme all’ingegnereOrlando Giovannone,incarico conseguito aseguito di un concor-so pubblico di livellonazionale; invece ladirezione scientificaè assicurata dalla dot-toressa Nicoletta Cas-sieri della Soprinten-denza Archeologica,mentre per l’Ente Par-co il responsabile èl’architetto Andrea DiBiase. Tutti i soggetticoordinano una nu-trita équipe di archeo-logi, topografi e re-stauratori, delle cuispecifiche competen-ze il progetto si avvaleper realizzare la frui-zione del monumen-to. Quest’ultimo mo-strerà, a conclusionedei lavori, le diversetestimonianze valoriz-zate attraverso il re-stauro conservativo ele nuove acquisizioniarcheologiche.

LA VILLA rOMANA dI GIANOLAA lato il minidirigibile involo sui ruderi dell’edificioottagonale nella villa romana di Giànolaa Formia

di Matilde Scalessedirettore f.f. Ente Parco Regionaledella Riviera di Ulisse

Venerdì 1 agosto alle ore 20.45presso la Darsena Flying di Scauri, a ingresso libero, si terrà una serataorganizzata nell’ambito del cartellone“Scauritanum” dal titolo “Le Sirene ela Riviera di Ulisse”. In apertura visarà la presentazione del progetto“Un unico Parco Regionale del LazioMeridionale” a cura del presidentedella Sezione del Golfo di Gaeta diItalia Nostra la professoressa GraziaSotis. Subito dopo la proiezione delvideo realizzato dall’artista FertAlvino su base musicale ricavatadalle musiche immortali di Vivaldi.Il video consentirà di ammirare ilterritorio che va dalla foce del fiumeGarigliano sino al promontorio delCirceo. Il video sarà presentato dalcultore universitario MarcelloCaliman e analisi, a fine proiezione,dello storico dell’arte Stefania DiVita, segretario di Italia Nostra,e dell’archeologo Tommaso Conti,presidente regionale dell’ANA -Associazione Nazionale Archeologi.Il documento che leggeràil presidente Sotis è il frutto di annidi sensibilizzazione da parte di ItaliaNostra dell’opinione pubblica sultema e i tempi attuali, che prevedonoa tutti i livelli una spending reviewe un taglio di poltrone e incarichi,sono favorevoli al progetto.Un unico Parco per essere più fortinella tutela ambientale e più liberidai lacci e condizionamenti politici,soprattutto quelli locali. (M.R.C.)

1 AGOSTO,rIpArTE UNA

BATTAGLIAdI CIVILTà

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120 CULTURA & LETTERATURA

Proporre un stu-dio su Jacoponeda Todi è un'im-presa coraggiosatrattandosi di unpersonaggio chenon piacque du-rante la sua vitaper gli attacchi

contro coloro che abusavano dei poteri temporalee spirituale. Nell’introduzione a Jacopone da Todi- Frate rovente poeta mordente, Milano, AncoraEdizione, Pasquale Maffeo lo presenta come la ri-sposta al mondo di oggi che rimarca il vuoto del-l’esistere. L’argomento è reso con una scritturafluida e accattivante che permette al lettore di in-traprendere un viaggio nel tempo di Jacopone,1233 - 1306, e di inoltrarsi nei meandri della suamente. La lettura scorre veloce e si ha la sensazio-ne di trovarsi di fronte non a un dotto saggio, maa un piacevole racconto della vita e del lavoro delfrate poeta di Todi. Maffeo analizza la poesia co-me espressione dell’essere. Infatti, è nota la riccaattività di poesia e di prosa dell’autore originariodi Capaccio, e una affinità fra lui e Jacopone a vol-te è evidente. Maffeo si addentra nella poesia e neevidenzia la modernità: vita e poesia si interseca-no. La poesia diventa provocazione e mordentequando attacca i potenti, ma si arricchisce di unprofondo afflato drammatico quando raccontasentimenti, emozioni e stati d’animo. Un contesta-tore dalle movenze di un clown che sentiva il bi-sogno di agire con la consapevolezza e la soffe-renza di chi voleva scuotere la coscienza degli uo-mini. La sua sofferenza terrena è intessuta con lapoesia, è sofferenza di uomo e di poeta, e inquanto poeta diviene mimo e giocoliere, zimbellodella Grazia. Un pagliaccio che si esibiva sulla sce-na del teatro di Dio. La pazzia è prerogativa delgenio incompreso, emarginato, felice di esserepietra d'inciampo. Qui si avverte il Maffeo poeta,la pietra d’inciampo si riscontra nella sua lirica: èl’ostacolo che aiuta a crescere, ad espandere lopneuma del genio e della pienezza dell’essere.

L’incipit del saggio è un dialogo fra uno studentee un professore, sul perché leggere Jacopone daTodi oggi: è perché Jacopone rappresenta un farodi speranza e diviene un modello per una esisten-za riuscita ad affermarsi e lasciare un segno incisi-vo in un periodo difficile, Maffeo lo descrive contocco da pittore impressionista come un tempo lu-minoso tempestoso che udì i suoni della lingua diDante e vide i colori del pennello di Giotto. Inquesta espressione ritroviamo il poeta che nonavrebbe potuto non far sentire il proprio soffio dipoesia.

Pasquale Maffeo, poetanarratore drammaturgo, ènato a Capaccio, Paestum,nel 1933 ed attualmentevive a Tremensuoli, fra-zione collinare di Min-turno. L’intera suaproduzione in versi è re-peribile nel volume No-stra sposa la vita (2010).in prosa annovera tre rac-colte di racconti, cinqueromanzi (ultimo uscito Ilnano di Satana, 2011), trebiografie (Salvator Rosa,Giorgio La Pira, FederigoTozzi), saggi su autori ita-liani, una rilettura deiPoeti cristiani del Nove-cento (2006). Alcuni testiteatrali - quattro se ne leg-gono in Voci del mare(2000) - sono stati rappre-sentati o radiotrasmessi inItalia e in Svizzera. ConÀncora ha pubblicato Vocidal chiostro, Monache diclausura raccontano(2013). Da segnalare sonoinfine le traduzioni dal-l'area inglese: W.Collins,W. Blake, J. Keats, C. Dic-kens, Ch .G. Rossetti, A.French.

La coraggiosa impresa dello scrittore di proporre un nuovo studio sulla figura di Jacopone da Todi

CONOSCErEpASQUALE MAffEO

di Grazia Sotis

u

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LA CASA DI THALIA 121

Nella nostrarivista il cuiincipit è: de-stare l’interes-se di tutti ri-

spondendo alle istanze della vita di tutti igiorni con affetto e sana umiltà, non pote-va mancare una particolare attenzione a unpoeta che ai suoi versi ha dato l’unico sco-po di parlare a tutti di tutto: Umberto Saba,in basso la statua originale dedicatagli dallacittà natia Trieste (1883 - 25 agosto 1957Gorizia). Vasta, molto vasta è la gamma diispirazione della poesia sabiana: amore,amicizia, famiglia, animali… Tutto ciò checi circonda, che fa parte di noi, della nostravita, e a cui non dedichiamo abbastanza lanostra attenzione per capirne compiuta-mente il senso. Natalino Sapegno, definì Sa-ba” la voce di Trieste”, ma fu una definizio-ne limitativa, perché il nostro poeta è tra ipiù significativi lirici dell’uomo partecipedella storia e della vita quotidiana di tutti,tale da potersi definire “la voce di tutti”. Egliè poeta semplice, vero, sincero, che strappala poesia alla natura con il linguaggio delfanciullo, ritenendo che “la letteratura staalla poesia, come la menzogna alla verità”.I suoi versi sono un diario intimo e autobio-grafico, nati dal bisogno di vigilare su sestesso, di essere presente a se stesso, pertrovare un rimedio alle sue angosce, e allesue preoccupazioni dovute più alla suaipersensibilità, che alla loro reale consisten-za. Saba cercò un linguaggio comune e del-

le cose semplici in versi semplici “ sollevatida terra” quel tanto che basti a separarlinettamente dalla prosa. Ecco il nostro poe-ta! Originale, incomparabile e coinvolgenteper la sua naturale adesione agli aspetti piùumili e contraddittori della vita. La sua per-sonalissima poesia, per quanto elementarepossa sembrare, riveste una particolare ele-ganza e musicalità, con un ritmo fluido eleggero, da far sembrare le pause sillabatecon l’anima. La critica spesso non fu gene-rosa con lui, non tenne in considerazione ilsubstrato filosofico e pedagogico della suaopera, che voleva insegnare il valore del-l’amicizia, l’amore per gli animali, la sag-gezza dell’antico e l’accettazione del dolo-re, l’adesione al vero e la chiarezza del-l’onestà. Egli è di difficile collocazione, c’èchi vorrebbe accostarlo a Ungaretti e Mon-tale per i suoi riflessi crepuscolari, ma c’èanche chi si è accostato a lui per naturaledisposizione. Saba è un artista moderno econcreto, “ ha la spietata trasparenza checoglie le cose così come sono.” Un esempiodi questa sua caratteristica si ritrova in unadelle sue ultime opere” Uccelli” che ritenneun miracolo per averle scritte quando or-mai si sentiva “morire alle cose.” In paginai primi versi di “Risveglio”inerenti ai suoicanarini, raccontati con una grazia e un’in-nocenza che esalta. A presto, vi lascio inquest’aria incantata e giocosa, che tanta, matanta delicata solitudine nasconde! Conti-nuate a inviare i vostri versi ugualmentesinceri e preziosi!

Rissano tutto il giorno; a notte dormonoCome gli altri uccelletti, piuma a piuma.(A riparo suppongo di un nemico.qui dove sono, improbabile)….”“Viene lenta la sera. Lentamentetace, si gonfia. Fiducioso al sonnosi chiude, e in sé, come una pallad’oro”.

Risvegliotratto da “Uccelli”

Inviare le poesie a [email protected] commissione esaminatrice è composta da Anna Maria Capasso, Giuseppe Napolitano, Pasquale Maffeo, Grazia Sotis e Gianluigi Zeppetella

di Anna Maria Capasso

IL pOETA dI TrIESTEUmberto Saba parlava a tutti di tutto, con l’umiltà dei grandi e autentici intellettuali

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122 PROPOSTE LETTERARIE

Letture comparateAutoreGrazia SotisCasa EditriceArmando Caramanica Editore

Il cargo giapponeseAutoreGiorgio ManacordaCasa EditriceVoland Editore

VitaAutoreMelania MazzuccoCasa EditriceRizzoli Editore

Attraverso le nostre madriAutorePaola Di BiasioCasa EditriceEdizioni Odisseo

eUna pregevole raccolta disaggi pubblicati in varieriviste accademiche, scritti daGrazia Sotis, Docente eSaggista, che ha insegnato innumerose università degliStates prima di ritornare inItalia, con una cattedra pressoil Rome Center della LoyolaUniversity di Chicago.“L’analisi formale è ciò cheporta a relazionare autori eopere”, scrive la Sotisnell’introduzione. “Essa è unlavoro capillare per stabilirela presenza di rapportistilistici affini”. “IlComparatismo della Sotis siesalta particolarmente neisaggi riguardanti i rapporti fracultura italiana e letteraturastatunitense”, scrive UgoPiscopo nella prefazione. “Sivedano gli interventi sulleprime e fondamentalitraduzioni di Whitman inItalia, da cui ha ricavato unapubblicazione che haincontrato una grande fortunadiventando punto diriferimento obbligato per glistudiosi.” Una studiosa, laSotis, rigoroso e puntuale.

eSperandio, commissario suigeneris amante della poesia,è stato trasferito, da Roma,tra i monti della Barbagia inSardegna, in compagnia solodel suo labrador e di unabottiglia di Scotch. Vieneconvocato d’urgenza aCagliari dal questore, a causadello schianto sulla banchinadi un cargo fantasmagiapponese. Non vi è cariconé equipaggio o documenti.Da un vecchio marinaio ilcommissario scopre che nelporto si aggira il fantasma diun giapponese e per la cittàiniziano a comparire cadaveridi uomini giapponesi.Durante le indagini ritrovaFrancesca e, nonostante latimidezza, tra loro sbocciafinalmente l’amore. Un giallo intriso di poesia eletteratura, piacevole escorrevole scritto dall’autoreromano Manaconda,professore universitario diletteratura tedesca, il cuiprimo romanzo, “Il corridoiodi legno”, è stato uno deidodici finalisti al PremioStrega.

eTufo di Minturno, anno1903. Vita e Diamantepartono per New York.13anni e taciturno lui, 9 annie con strani poteri magicilei. Ad attenderli è lasquallida casa dello zioAgnello, affollata didisperati braccianti oppressidai lavori massacranti edalla mafia. «Sono cresciutanella convinzione che lamia famiglia fosse diorigine piemontese. Originefonte di orgoglio per i mieifamiliari, che vedevanonell’aggettivo ‘sabaudo,piemontese’ un sinonimo di‘onesto, integro,incorruttibile’. Con grandesorpresa appresi perciò - in un archivio di Tufo - che nulla di tutto ciò eravero. Almeno fin dal 1590 i Mazzucco abitavano aTufo, che ha sempre fattoparte del Regno di Napoli.La sua gente, nota perl’insofferenza verso loStato, viveva col coltello intasca e le pietre in mano.Perciò, tecnicamente,eravamo meridionali.»

eUn’intensa raccolta di poesiedella Di Biasio, una vita spesacome apprezzata docente, lacui prima parte ritrae ilpercorso esistenziale delledonne attraverso i ruoli che lesono stati storicamentericonosciuti, di figlia prima, dimoglie e madre poi: il rifiuto,che matura nel dolore, ènecessario per reinterpretarequei ruoli senza infingimenti. Il testo prosegue delineandovari profili, da quelli storicicome Ipazia a quelli di cronacacome le donne afgane.Creature umiliate e uccise innome di una morale pseudo-religiosa che tarda a morire. La seconda parte raccogliepoesie già pubblicate ed altreinedite, un percorso che sisnoda lungo il tracciato dialcuni dei più importanti mitigreci e romani. La terza sezioneè fatta di riflessioni e pensierinati in circostanze occasionali amargine della quotidianità.

recensionia cura diAlfonso Artone

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PROPOSTE LETTERARIE 123

È comparsa, edita da Mnamon,in versione e_book e cartacea,l’ultima fatica dello scrittorescaurese Pino De Renzi. Come ènoto, nel panorama dell’editoria,ci sono svariate novità, in ambiticuriosi e allettanti. Perché leg-gere un romanzo come Equino-zio, articolato su piani temporalidiversi, dipanato come per uninvisibile fil rouge direttamentedal futuro, scavalcando il pre-sente, dopo aver attraversato glieventi del passato come memo-

ria bruciante e tremenda, le cuitracce restano indelebili nelle co-scienze? Qual è il messaggio chesiamo chiamati, come lettori, aconsiderare? La risposta ci vienedirettamente da Daniele, sor-prendente personaggio del-l’opera che, nella vicenda,osserva un inquietante spetta-colo:”L’uomo, proprio in quelmomento, scagliò il libro lon-tano, nel fuoco dell’orizzonte”.Attraverso questo essere, ancoraavvolto e protetto dal seno ma-terno, in un amore presente edavulso dalla dimensione tempo-rale, riflettiamo: come può unoscritto abbracciare un orizzonteinfuocato, tramutando i perso-naggi in spiriti vivi, in freccepuntate verso una realtà oltre lacontingenza? Può il raccontopronunciato dalle labbra di chiamiamo offrirci, realmente, una

seconda opportunità? Non acaso, ad Ilenia, priva del donodella parola, spetterà, grazie aquel libro scagliato, una possibi-lità diversa, su coordinate tem-porali invisibili. Cos’è dunque lamateria raccontata? De Renzisembra suggerirci che, una voltapubblicato, un romanzo, conogni sua espressione pesata evoluta, è scagliato verso un oriz-zonte aperto, magmatico, impre-vedibile. Come sarà ricevuto dachi lo avrà in consegna? Saràamato? Sarà compreso? Sarà ab-bracciato come possibile, consi-derato vero e personale?Equinozio dunque è un passag-gio, dalle mani di chi ha scrittoalla coscienza di chiunque lo cu-stodirà. Un libro come una spe-rimentazione: è la vita stessa chediviene scrittura. Mentre lastiamo vivendo. E viceversa.

Gli esami distato rappre-sentano il ban-co di provadella vita diogni studente.Un momentoche diventeràun segno del

destino, un sogno persecutorio, uno spau-racchio, che sovente, anche da adulti, si riaf-faccerà attraverso l’inconscio per turbare laquiete del sonno. L’ansia e il panico la fannoda padroni per tutto il tempo che precede laprova e in verità non si stemperano neppurequando tra i tanti accreditati e vociferati temiviene fuori il prescelto. Per la prima prova dimaturità di quest’anno i nomi più quotati

sono stati quelli di Papa Francesco, GiovanniPascoli, Salvatore Quasimodo, Pier Paolo Pa-solini, Aristotele di Stagira, ma alla fine il Mi-nistero ha scelto il Premio Nobel per la Lette-ratura Quasimodo, (in foto nell’anno del ri-conoscimento) come colui che colorerà peranni i ricordi della “Notte prima degli esami”.Il testo poetico di grandissimo spessore liricoè: “Ride la gazza nera sugli aranci” dallaraccolta “Ed è subito sera”. E pensare che nelnostro numero in edicola il 2 giugno, apagina 71, dalla Casa di Thalia, avevamochiuso l’articolo sulla poesia dedicando unospazio a questa pregevole opera, forse ispiratidalla musa “apparentemente silenziosa”. E intal modo la redazione de La Città del Golfo siè dimostrata attenta alle esigenze del tempoe anche un po’ profetica.

di patrizia Cervone

EQUINOZIO dI prIMAVErAUna recensione decisamente puntuale sull’ultima fatica letterariadel nostro collaboratore il medico Pino De Renzi edita da Mnamon

La Città del Golfo attentaalle esigenze del tempo eanche un po’ profetica

di Anna Maria Capasso

ANTICIpATO IL TEMA dI ITALIANO

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HISTORIA

Quando, tra il 525 e il 529, Bene-detto da Norcia saliva sul montecassinate per fondare il monaste-ro di Montecassino, probabil-mente nemmeno immaginaval’immensa fortuna che avrebbeavuto l’ordine monastico e le ra-mificazioni, anche territoriali, chel’Abbazia avrebbe conquistato.L’insediamento monastico neiterritori circostanti fu immediato,e lo stesso Benedetto avrebbe fa-vorito l’insediamento di monacipresso Terracina. Il monasterobenedettino viene identificatocon quello di Santo Stefano deMontanis (ai Monti), sull’omoni-ma altura terracinense. La po-chezza delle fonti nell’Alto Me-dioevo rende spesso difficoltosoil distinguere tra insediamentimonastici di stampo greco-bizan-tino e quelli di provenienza be-

nedettina. Sicuramente vi furonofenomeni, come in Calabria enello stesso Ducato di Napoli, diinsediamenti greci, magari di ce-nobiti sparuti, come dimostral’insediamento presso la spiaggiadi Serperi, attuale Serapo, di SanNilo da Rossano e dei suoi mo-naci, mentre greci furono inizial-mente i monasteri di San Giovan-ni in Fillino, presso Itri, e di SanPietro della Foresta, tra Pontecor-vo ed Esperia, divenuti poi bene-dettini. Vere e proprie acquisizio-ni territoriali, che formeranno iprimi nuclei della cosiddetta Ter-ra Sancti Benedicti, si ebbero conle donazioni longobarde. Nel 744con le donazioni del duca bene-ventano Gisulfo II e successiva-mente con le donazioni del prin-cipe Grimoaldo III, nel 789. Conesse Montecassino dominò moltidei territori limitrofi, arrivando apossedere estensioni che si am-pliavano sin verso la foce del Ga-rigliano, tra l’attuale Minturno eScauri. Il consolidarsi della su-

premazia della dinastia dei duchiDocibile a Gaeta, portò anche adun possente aumento dell’ in-fluenza benedettina nei territoridel Ducato, grazie a numerosedonazioni di chiese e monasteri.A partire dal IX sec. il territorioche va da Terracina al Gariglianoè un susseguirsi di insediamentibenedettini. Già nell’ XI sec. sipossono contare ben undici nu-clei monastici all’interno del Du-cato: da S. Potito a Sperlonga a S.Magno a Fondi, da S. Elia di Am-brifi a Lenola a S. Erasmo a For-mia. Insediamenti monastici era-no segnalati persino nelle isoleponziane: S. Nicola e S. Spiritosull’isola di Zannone, S. Maria aPalmarola, S. Stefano a Ventote-ne. Nella seconda metà dell’ XIsec., attraverso le donazioni delconte Marino di Traetto, l’ Abba-zia arrivò a possedere circa unterzo dei territori di Traetto, lametà del castrum di Spigno ebuona parte dei territori delleFratte, attuale Ausonia. La pode-

rosa espansione toccò territorianche al di fuori degli attualiconfini laziali. Dal Codex Diplo-maticus Cajetanus si ricava chepresso Isernia i benedettini pos-sedevano il cenobio di S. Croce.Intorno a questo monastero siformò l’attuale abitato di Pesche.In territorio Molisano risultavasotto l’influenza Cassinate ancheil territorio di San Pietro Avellana,noto per essere considerato la“patria” del tartufo bianco, non-ché “ i feudi rustici de Cantalupoe S. Martino, la metà dell’herbag-gio della montagna di Monte Ca-praro, … territorio lavorativo inCapracotta…”, come ci tramandaTommaso Leccisotti, archivista estorico insigne dell’Abbazia. Ne-gli anni il monastero dovettespesso sostenere lunghe contro-versie, soprattutto con il fisco re-gio, per tutelare i diritti acquisiti,e molti territori vennero ceduti.La fine ufficiale di ogni predomi-nio si ebbe nel 1806, con l’aboli-zione dei diritti feudali.

di Salvatore Cardillo

L’INfLUENZA BENEdETTINATrA BASSO LAZIO E MOLISE

Sin dalla fondazione del monastero di Montecassino, da parte di San Benedettoda Norcia, l’Abbazia sviluppò la sua influenza su un territorio estremamente vasto

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HISTORIA 125

San Germano, con i casali di Cairae Pignataro; San Pietro Infine, SanVittore, Cervaro, Vallefredda,Sant’Angelo, Rocca d’Evandro,Trocchio, Sant’Elia, Valle Rotonda,Cucuruzzu, Castelnuovo, Bel-monte, San Giorgio, Sant’Apolli-nare, San Pietro in Curulis, AcquaFondata. Territori allora siti in Ter-ra di Lavoro. Quindi La Serra Mo-nacesca, Villetta, Fara filiorum Pe-tri, Civitella, Barrea, Pesco Co-stanzo. Territori della provinciad’Abruzzo. San Pietro dell’Avella-na, Pesche. Territori siti in Conta-do di Molise. L’archivista benedet-tino Tommaso Leccisotti sottoli-nea come i possedimenti bene-dettini si allungassero sino allaCalabria, dove si possedeva: laterra di Sant’Angelo; nella città diTropea si possedevano le chiesedi Santa Maria dell’Isola e di SantaMaria in Latinis. Quindi possedi-menti meno importanti in altre lo-calità quali: nel territorio di RoccaMondragone il monisterio possie-de una chiesa sotto l’invocationedi Santa Anna, con territorio lavo-

rativo; nel territorio di Carinolapossiede territori lavorativi di to-mula 159; nel territorio di Alvitopossiede il monisterio una chiesasotto l’invocazione di San Martino,con territorio lavorativo; nel terri-torio di Belmonte possiede unacasa, stalla, forno e territorio lavo-rativo; nel territorio di Barrea pos-siede una chiesa sotto l’invocatio-ne di Sant’Angelo con tomula 58di territorio lavorativo; in territoriodi Villetta tomula 256 et in quellodi Civitella 52, tutto lavorativo;nella provincia d’Abruzzo nellaterra Monacesca si possiede unmoniste rio detto San Liberatore ...un molino da grano, un’hosteria,un forno, terre lavorative tomula1237; dalla massaria dell’Olivetonella provincia di Salerno, unachiesa; dalla terra di Rocca Gu-glielma per l’appoggio che gli siconcede ad una loro scafa sopra ilterritorio del monastero si ricava-no scudi 6,66; dal Duca di Soraper la terra di Colle di San Manno,chiesa del monisterio, se ne ricavala somma di scudi 47,62. Nel Co-dex Diplomaticus Cajetanus, inve-ce, tra i territori ceduti alla città diTraetto nel 1784, si segnalano:Marina di Scavoli (attuale Scauri);Pontone seu la pulviana, Bovari,monte Castellone, Figura, Ianrit-to, Cacascione, Caccabari seu laNunciata, San Martino.

AUSONIA (Le Fratte): Santa Caterina delle Fratte; San Marino.CAMPODIMELE: Sant’Onofrio.FONDI: Sant’Angelo; San Lorenzo di Calvo; San Magno; Santa Maria; San Mauro; San Sebastiano.FORMIA: Sant’Erasmo; Santa Maria; San Michele Arcangelo(Maranola).GAETA: San Benedetto; Santa Caterina; San Giovanni Battistadella Porta; Santa Maria; San Martino; San Michele Arcangeloin Planciano; San Quirico; Santa Scolastica; Santi Teodoro eMartino; Santissima Trinità; Monastero di Serperi (Serapo, Greco - Bizantino).ITRI: Sant’Erasmo; San Giovanni in Fillino (Greco, poi Benedettino);Santa Maria; San Martino.LENOLA: Sant’Elia di Ambrifi; San Martino; San Martino in Tirille.MINTURNO: San Martino; Priorato di San Pietro a Scauri.PONZA: Santa Maria; Santa Maria in Palmaria (Palmarola); San Nicola (Zannone); Santo Spirito (Zannone).SANTI COSMA E DAMIANO: San Martino a Ventosa.SPERLONGA: San Magno; San Potito; Santa Saba.VENTOTENE: Santo Stefano. TERRACINA: Monastero Benedettino fondato da San Benedettostesso. Si identifica con quello di Santo Stefano de Montanis (ai Monti).

COMUNI DELL’ EX DUCATO DI GAETASEDE DI FONDAZIONI MONASTICHE

di Salvatore Cardillo

dI SAN BENEdETTOLE TErrELe competenze territoriali dell’Abbazia di Montecassinosecondo l’archivista benedettino Tommaso Leccisotti

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126 VIAGGI & TEMPO LIBERO

Porto Santo è un’affascinante isolaportoghese della regione autonomadell’arcipelago di Madeira, al largodelle coste del Marocco, conosciutaanche come i “Caraibi d’Europa”.Questo nome deriva dal fatto chel’isola è circondata dal meravigliosomare cristallino ed è percorsa dallalunga spiaggia di sabbia dorata che ri-corda i paradisi tropicali ed esotici.Lunga 9 chilometri e intervallata dadune e palme, nel 2012 è stata inoltrepremiata come la miglior “Spiaggiadelle dune” del concorso le “Nuove 7Meraviglie – le spiagge del Portogal-lo”. Porto Santo, isola dalla natura in-contaminata, è la meta ideale per chidesidera una vacanza di mare e relaxassoluto. Per i più avventurosi, l’isolaoffre anche un moderno campo dagolf, molteplici escursioni e una gran-de varietà di specialità culinarie pergli amanti della carne e del pesce.

Atolli di corallo e isole di granito le-vigate dal vento e scavate dal mare:sono le Seychelles, un arcipelago dioltre 100 isole disseminate nel-l’Oceano Indiano poco al di sottodell’equatore al largo delle coste afri-cane. Paradiso di spiagge tropicali,di sole e di palme, le Seychelles so-no un’autentica riserva naturale cheospita le ultime foreste vergini del-l’Oceano Indiano e dove sopravvi-vono piante, fiori e animali unici almondo. Un viaggio alle Seychelles viporta più vicini al paradiso. Cullatidalle incredibili trasparenze del ma-re e dalle irresistibili suggestioni del-la natura. È la sensazione che coglieil visitatore fin dal primo sguardo.Isole da cartolina, frequentate da ce-lebrità per il loro fascino irraggiungi-bile. Lontane da tutto, eppure cosìperfette per una fantastica vacanzacon ogni confort.

SEyCHELLES

Questo paese, che assomiglia alla te-sta di una giumenta venuta al galoppodall’Asia lontana per immergersi nelMediterraneo, questo paese è il nostro– Nazim HikmetLa Turchia, culla di grandi civiltà, pro-iettata come un ponte tra l'Asia e l’Eu-ropa, è una terra che ammalia e sedu-ce. Un viaggio qui è un'esperienza in-dimenticabile: gli abitanti sono moltoospitali e calorosi con gli stranieri, lacucina è ottima, le città sono ricche dimagnifici palazzi e la campagna con-serva un'atmosfera tradizionale. Le at-tività che il paese offre sono innume-revoli: sport acquatici, trekking, visitearcheologiche, rafting, vita notturna.Quando sarà il momento di andar via,che siate pieni di tappeti o amuleti,entusiasti per la danza del ventre, peril patrimonio storico o per la splendi-da abbronzatura, sentirete di avere or-mai la Turchia nel cuore.

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I PROTAGONISTI DELLO SPORT 127

Ripartirà con rinnovate ambizionidopo una stagione tutta da di-menticare la Virtus Fondi calcio a5 che nel prossimo campionatodisputerà ancora la serie B (terzaserie nazionale) nonostante il pe-nultimo posto dell’ultima stagio-ne. Resta insomma al vertice delmovimento “futsalistico” locale lacompagine rossoblù per quel cheriguarda il sud della provincia diLatina e lo fa puntando dritto adun campionato di vertice per laprossima stagione. In tal senso valetto l’ingaggio del blasonato tec-nico Everton Pires Rosa, brasilia-no ma ormai in Italia da diversestagioni, proveniente dal CascinaOrte con cui ha concluso al se-condo posto il campionato di se-rie A2 nella stagione appena con-clusa. Un ingaggio pesante quel-lo del brasiliano che andrà a rico-prire il doppio ruolo di allenatoregiocatore come nelle ultime sta-gioni vissute da protagonista aCascina Orte ed a Pescara prima.“Arrivo a Fondi con grande entu-siasmo, e con la volontà di dareun contributo molto importantealla crescita di questa società. Si-curamente ci sarà molto da lavo-

rare fin dall’inizio, e cercare di va-lorizzare a pieno il materialeumano che avrò a disposizione.Qualsiasi eventuale ritocco verràconcordato con la società, masinceramente non fisso traguardiprecisi perché pormi dei limitinon fa parte della mia filosofia. E’chiaro che nello sport vince unosolo, ma posso promettere che lamia squadra darà sempre tutto incampo, giocando con grandissi-mo impegno e nel massimo ri-spetto delle regole. La squadra ela società hanno una grande vo-glia di riscatto, perciò il primoobiettivo sarà quello di ridare en-tusiasmo alla gente e di riempire

il Palazzetto, una bellissima strut-tura, che merita assolutamente unpubblico numeroso”. Stagione al-talenante per la città di Fondi nelsuo rapporto con il calcio a 5. Inserie C1 è durata appena una sta-gione la Gymnastic Studio retro-

cessa al termine dei playout dopouna stagione complessivamentepositiva. 35 punti ottenuti non so-no bastati per brindare alla per-manenza nella massima categoriaregionale ma potrebbero esserecomunque sufficienti per ottene-re un ripescaggio (che potrebbeanche essere arrivato mentre an-diamo in stampa) dove la compa-gine arancioblu occupa la sestacasella utile per riempire gli orga-nici delle formazioni iscritte alprossimo campionato di serie C1.Sale di una categoria la Vis Fondiche al suo terzo anno di storia ot-tiene la vittoria del girone B delcampionato di serie D e la conse-guente promozione nel prossimocampionato di serie C2. Ancoraun successo personale per misterPadula giunto alla seconda pro-mozione in carriera, ottenuta do-po aver condotto la classifica sindalla prima giornata di campio-nato ed al termine di un emozio-nante testa a testa con AtleticoGaeta e Old Ranch Fondi. Con lavittoria nella coppa Provincia diLatina si è conclusa la stagionedella compagine biancorossa al-lenata da mister Valente. Una cla-morosa sconfitta nell’ultima gior-nata di campionato ha impeditoall’Atletico Gaeta di giocarsi lapromozione nello spareggio con-tro la Vis Fondi ma nella secondafase della stagione Sorrentino ecompagni hanno saputo attutire ilcolpo per ripartire alla ricercadella vittoria della coppa che si-

gnifica quarta posizione in otticaripescaggi. Davanti all’AtleticoGaeta nella graduatoria dei ripe-scaggi il Città di Minturno Marinaretrocesso dalla serie C2 al termi-ne dei playout di categoria dopouna stagione costantemente vis-suta in altalena. Era iniziata benela stagione della formazione min-turnese nonostante un cambio diguida tecnica già dopo poche set-timane. Poi ancora uno scossonead inizio ritorno ha portato all’ad-dio di diversi calciatori e alla re-trocessione di maggio. Chi inveceha condotto una stagione impor-tante è il Minturno, vincente sia incampionato che nella coppa dicategoria e pronto ad affrontareper la seconda volta nella propriastoria il campionato di serie C1sperando che questa volta lo sipossa disputare in maniera diffe-rente. Una rosa importante quellamessa insieme dal presidente DiCiaccio che così torna ad assapo-rare calcio a 5 di livello dopol’esperienza di qualche stagionefa sempre alla guida del Mintur-no. Alla guida tecnica della for-mazione rossoblu mister Cardilloche lascia dopo due stagioni im-portanti concluse con la vittoriaprima del campionato di serie D,poi quello di serie C2. Sarà TiagoMoreira dos Santos, ancora unbrasiliano, a guidare la formazio-ne minturnese che parlerà spa-gnolo dopo l’ingaggio dell’alaspagnola Hernandez provenienteaddirittura dalla serie A iberica.

di Manuel ricuperato

IL CALCIO A 5SUGLI SCUdI

LA NUOVA STAGIONE NEL SUd pONTINO

Positivo il bilancio nel Lazio Meridionale: in particolare la

A.S.D. Minturno ha vinto la Coppa Regionale e il suo cam-

pionato, accedendo alla C1 e il Fondi si ripropone in serie B La squadra e i dirigenti dell’ A.S.D. Minturno

Il brasilianoEverton Pires Rosaallenatore e giocatoredel Fondi in serie B

o

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128 SALUTE & BENESSERE

Il medicochirurgo

Il medicod’emergenza

L’ischemiacelebrale acuta

Insidie tra gli scogli

Gli scogli vengono disolito consideraticome luogo ove ap-

partarsi a prendere il sole,lontano da occhi indiscreti,dove il profumo del mare èpiù intenso, dove è possibiletuffarsi e nuotare nel marepulitissimo, annusare e re-spirare l’aria che sa di me-diterraneo, di ginepro, dimirto. Vediamo le possibiliinsidie e come difendersi.Punture di insetto (zanzare,api, vespe). Intervenire conimpacchi freddi e antiinfiam-matori (creme a base di cor-tisone); L’antistaminico po-trebbe essere indicato dopopuntura di una vespa o diun’ape. In caso di gonfioredel viso, delle labbra o dellalingua, difficoltà respiratorie,o altre reazioni allergicherilevanti occorre recarsi alpronto soccorso. Punture daricci di mare. Disinfettare lazona interessata, impacchicon acqua e sale. Rimuoverele spine, step necessario perevitare infezioni e la forma-zione di granulomi. Meduse,tracine, scorfano. I tentacolidella medusa contengonouna sostanza molto urticante

che, al contatto con la pelle,determina estremo dolore ebruciore. Nell’aculeo dellaspina della tracina e delloscorfano è contenuto un ve-leno non letale per l’uomoma causa di un dolore in-tenso e raramente, di breveperdita di conoscenza. Sonotossine termolabili vengononeutralizzate dal calore chepotrà essere applicato sullelesioni cutanee con pietreriscaldate dal sole (standoattenti che non ustionino),o con sabbia calda, o im-mergendo la parte colpitain acqua salata calda per unperiodo non inferiore ai 60minuti. Ferite. La nostra pellecon il caldo è più vulnera-bile, perché viene modificatala sudorazione ed il “ph”.Tra gli scogli, poi, è facileferirsi. In questi casi, ancheun banale taglio o una pic-cola ferita possono esseremolto fastidiosi, guarire len-tamente, facilmente infettarsi.La colpa è delle attinie, vol-garmente dette anemoni dimare, celenterati che pos-sono annidarsi tra gli scoglie provocare, nei bagnantiche vi vengono a contatto,reazioni eritematose o incaso di ferita favorire l’infe-zione.

di Alessandro Sparagna

Qualsiasi cosa in gra-do di interrompereil flusso di sangue

al cervello può dare un’ischemia. Il termine, infatti,deriva dal greco “isch”, ri-duzione, e “haima”, sangueed indica appunto un’ insuf-ficienza sanguigna. Se l’ at-tacco ischemico ha una du-rata inferiore alle 24 ore siparla di TIA, ovvero attaccoischemico transitorio; se l’ischemia permane più a lun-go, invece, può essere causadi ictus. I fattori che possonoaccrescere il rischio di esserecolpiti da ischemia cerebralesono molteplici: il tabagismo,in quanto il fumo di sigarettaè un vasocostrittore che fa-vorisce la possibilità di oc-clusione dei vasi sanguigni;l’obesità; l’età, in quanto isoggetti più a rischio sonopersone al di sopra dei 70anni; l’ereditarietà; il diabetemellito; l’ipertensione arte-riosa e la mancanza di attivitàfisica. Quando l’apporto ema-tico alle aree cerebrali è ri-dotto, i neuroni (le unità cel-lulari che costituiscono il tes-suto nervoso) cominciano amorire, come conseguenza

diretta del “digiuno” legatoalla mancanza dei supportinutritivi che determina un’alterazione strutturale dellecellule nervose. Come conaltre diagnosi in emergenzache si concentrano sullaostruzione arteriosa (comel’ infarto miocardico acuto)“il tempo è tessuto”: ogniminuto di ischemia di ungrande vaso causa la mortedi 1.9 milioni di neuroni e14 milioni di sinapsi (strut-ture che consentono la co-municazione delle celluledel tessuto nervoso tra loro,ovvero i neuroni, o con altritipi di cellule). Inoltre, lavelocità di perdita del tessutonell’ischemia cerebrale acuta,se confrontata al normaledeclino neuronale dell’in-vecchiamento, suggerisceche il cervello “invecchia”di tre settimane per ogniminuto di ischemia e 3.6anni ogni ora. La diagnosiimmediata di ischemia cere-brale acuta è essenziale acausa della natura tempo-sensibile dell’ unico tratta-mento farmacologico dispo-nibile in urgenza (alteplase)che deve essere sommini-strato entro tre ore dall’esor-dio dei sintomi, e ha il com-pito di sciogliere il trombo

di Evelina forte

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Il terapista del doloreEsaminare un malato con dolore cronico

Il cervello“invecchia”di tre settimaneper ogni minutodi ischemiae 3.6 anniogni ora

Occorre conoscere le attività lavorative pregresse e le aspettative del paziente, oltre a eventuali storie di abusi che possonomodificare negativamente gli effetti delle terapie

Nell’esame di un pa-ziente affetto da do-lore è essenziale una

grande disponibilità e capa-cità di valutazione e ascoltoda parte del medico, per lamigliore conoscenza dellapersona affetta e dei pro-blemi connessi alla situazio-ne patologica. La storia cli-nica permette di chiarirefatti, circostanze ed esiti ingrado di influenzare l’evo-luzione del fenomeno dolo-roso e facilita la formulazionedi un piano terapeutico. Èimportante conoscere le infodi contatto per facilitare lacomunicazione con il malatoe la sua famiglia in ogni cir-costanza, assieme a quelledel medico generalista pereventuali consulti e reportsuccessivi. Le notizie di ca-rattere generale compren-dono il genere e l’età, con-siderato che alcune formedolorose sono possono es-sere prevalenti in un seg-mento d’età e in uno deidue sessi. Alcune evidenzesembrano dimostrare che unmaggiore livello culturaledella persona affetta possaessere predittivo di un più

probabile beneficio a seguitodei trattamenti individuali;tale ‘status’ può influire sullagiusta osservanza della te-rapia prescritta (dosi corrette,orari stabiliti, modalità, ecc.),fondamentale per un risultatoterapeutico in questo ambito.Anche il lavoro svolto sem-bra giocare un ruolo nellarisposta alla terapia. I titolaridi attività manuali sembranorisentire meno favorevol-mente delle cure che nongli appartenenti alle profes-sioni e al ramo impiegatizio,forse più responsivi alla quo-ta-placebo insita in ogni te-rapia. La conoscenza dellerelazioni familiari e di con-vivenza consente di valutarel'impatto del dolore sullavita personale. Il malato puòinfatti utilizzare il dolore perrichiamare attenzione su disè o come strumento puni-tivo nei confronti dei convi-venti o del partner. Un am-biente familiare conflittualeinfluisce poi sempre negati-vamente sugli esiti terapeu-tici. Le origini etniche e ivalori religiosi del malatopossono essere importantisia per le modalità di espres-sione dolorosa che per l’at-teggiamento verso le cureproposte. Se nella visione

di Gianluigi Zeppetellaresponsabile dell’occlusio-ne del vaso sanguigno. Lacura trombolitica può ri-sultare rischiosa perché viè un pericolo di emorragia.I rilievi clinici particolar-mente consistenti conischemia cerebrale acutacomprendono: disturbi dellinguaggio, debolezza mo-nolaterale del braccio e/odella metà inferiore delvolto (livellamento dellarima buccale) e deficitsensitivi. Molto importantediviene, quindi, la pre-venzione: controllo dei va-lori di pressione arteriosa,misurazione della glicemia,astensione dall’abitudinetabagica, riduzione delconsumo di alcolici, con-trollo dei valori di cole-sterolo nel sangue. Nelcaso in cui si è reduci daun attacco ischemico di-viene vitale attenersi, oltrea quanto detto, alle cureanticoagulanti e antiaggre-ganti utili per la riduzionedel rischio ischemico. Inol-tre, è consigliabile svolgereregolare attività fisica ae-robica e sottoporsi a visitaspecialistica neurologicaalmeno 2 volte l’ annoper controllare l’ attivitàcerebrale.

personale il dolore fosseritenuto come una sorta dicontrappasso per colpe per-sonali o familiari o rappre-sentasse una possibilità re-dentiva, le terapie potreb-bero essere rifiutate o inparte disattese. L’abitudineal sacrificio e una dura vitadi lavoro sembrano, in ge-nerale, determinare mag-giore tolleranza al dolore,con minore presenza di se-gni psichici di accompa-gnamento. Il medico spe-cialista in terapia del dolorepuò giungere alla formula-zione di un piano di curaidoneo dopo aver conside-rato: tempi e modalità d’ini-zio; sede e irradiazione deldolore; sua descrizione; du-rata e cause di comparsadel dolore; caratteristichedel dolore e risposta allediverse attività; sintomi as-sociati; cause di migliora-mento o peggioramento;eventuali disturbi del sonno.Occorre inoltre conoscerele attività lavorative pregres-se e le aspettative del pa-ziente, oltre a eventuali storiedi abuso (alcoolismo, usodi droghe, uso compulsivodi farmaci) che possono mo-dificare negativamente glieffetti delle terapie.

SALUTE & BENESSERE 129

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130 SALUTE & BENESSERE

I grandi progressi degli ultimi20 - 30 anni, che la medicinaveterinaria ha posto in essere,sia riguardo la ricerca scienti-fica, sia la tecnologia e le ap-parecchiature di cui essa siserve, ma al tempo stessoanche la grande disponibilitàdi chi possiede un animale, hafatto si che anche nel nostrocampo come in quello umanosi sia potuta diffondere la cul-tura della prevenzione. Se ra-gioniamo nell’ottica che la vitamedia di un cane o di ungatto è molto più corta dellanostra, capiamo che ciò hauna valenza ancora maggiore.Un cane di taglia media adesempio ha una aspettativa divita diciamo tra i 10 e i 12anni, più longevi sono quellidi taglia più piccola. Diciamocomunemente che un anno divita del nostro amico pelosocorrispondono a 7 anni dellanostra e che parliamo di an-zianità già a 7/8 anni. Impor-tante quindi eseguire almenouna volta l’anno un ceck-upveterinario, portando il nostroamico, presso una strutturache ci consenta di effettuareesami del sangue completi(emocromo e profilo biochi-

mico completo), per poter va-lutare in modo particolar lafunzionalità di reni e fegato omalattie metaboliche come ildiabete. Sarebbe anche op-portuno eseguire un ceck-upcardiaco, consistente in unelettrocardiogramma e uneco-cardiografia, che ci con-sente di controllare lo stato disalute dell’apparato circolato-rio e del del cuore in partico-lare, del nostro pet. Occhioanche a richiedere un esameapprofondito del cavo orale. Inostri animali dopo i 4 - 5anni,le razze di taglia piccolatalvolta anche prima, vannosoggetti alla formazione deltartaro dentale, che induce aseconda dello stadio, alitosi,gengiviti, stomatiti e anchegravi parodontiti, con ridu-zione della capacità mastica-toria, dolore durante il pasto,inappetenza, stato febbrilefino anche a determinare per-dita dei denti e infezioni chealterano il loro stato generale.Almeno una volta l’anno ese-guire una detartrasi, puliziadei denti con metodo indo-lore (ablatore del tartaro agliultrasuoni), previene granparte di questi problemi assi-curando benessere a loro e anoi che ne condividiamogioie e dolori!

di Sergio Traiola

Il medicoveterinario

Il biologonutrizionistaSfatiamo i falsi miti La cultura

della prevenzione

Quanti, una volta a dieta,eliminano il consumo di pastae pane? Ma è davvero van-taggioso e salutare? La ri-sposta è no! Purtroppo, moltemode alimentari accusano icarboidrati di essere i re-sponsabili dell’epidemia disovrappeso e obesità, facen-doli diventare le vittime pre-ferite da parte di tutti coloroi quali stilano le diete inmodo autonomo. È arrivatoil momento di sfatare falsimiti... I carboidrati sono unafonte di energia necessariaper il nostro organismo tantoda essere considerati il “car-burante” del nostro corpo!Ogni nostra singola cellulaha infatti bisogno di glucosio(che è uno dei carboidratipiù importanti) e, il cervelloè l’organo che più ne ha bi-sogno. Ecco perché l’assenzadi carboidrati dalla nostradieta può provocare spessostanchezza, calo dell’atten-zione e malumore. Inoltre,sembrerà assurdo ma l’eli-minazione totale di carboi-drati può bloccare il processodi dimagrimento e non ac-celerarlo. Tutto ciò accadeperché, dal momento in cui

eliminiamo o riduciamo dra-sticamente i carboidrati, ilnostro corpo accusa unamancanza di riserve energe-tiche e decide così di rallen-tare il consumo metabolico.A questo punto, il corpo“non brucia” e quindi nondimagrisce. Eliminare i car-boidrati vuol dire, inoltre,costringere l’organismo a fab-bricare il glucosio da sé, uti-lizzando altre sostanze chesono le proteine e i grassi.Tale meccanismocomporta squilibri dannosiper il nostro corpo. I carboi-drati sono quindi indispen-sabili per mantenere un buo-no stato di salute e di formafisica, e dovrebbero esseresemplicemente consumatinelle giuste quantità (50 -60% delle calorie giornaliere).La loro riduzione o elimina-zione dalla dieta può rivelarsiaddirittura controproducentein quanto equivale a privarsidelle riserve di energia ne-cessarie per affrontare la vitaquotidiana. Dunque, il sentirsisoddisfatti davanti ad unospecchio non sempre riflettelo stato di salute del nostroorganismo. Dieta deve esseresinonimo di benessere…pur-troppo, spesso, è semplicemalnutrizione.

di Claudia Taffuri

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ALIMENTAZIONE & GASTRONOMIA 131

Addio alla pizza napoletana? Addio alla pizzasimbolo dell’Italia povera, ma bella? Peggio,addio alla pizza Made in Italy: quasi due sutre (il 63%) sono ottenute da un mix di ingre-dienti provenienti dall’estero all’insaputa deimilioni di consumatori che ogni giorno ordi-nano il loro piatto preferito. Il grido di allarmeè firmato dalla Coldiretti che ha elaborato unaricerca che analizza come siano cambiate leabitudini alimentari degli italiani dall’iniziodella crisi economica: nelle pizzerie, semprepiù spesso viene servito un prodotto prepa-rato con mozzarelle ottenute non dal latte mada semilavorati industriali, le cosiddette ca-gliate, provenienti dall’Europa Orientale, po-modoro Made in China (alias Made in PRC) oamericano invece di quello nostrano, olio dioliva tunisino e spagnolo oppure, peggio, oliodi semi al posto dell’extravergine italiano e fa-rina ucraina, francese o tedesca, che sostitui-sce quella ottenuta dal grano nazionale.Sempre secondo il dossier della Coldiretti inItalia, nel 2013, sono stati importati 481 milioni

di chili d’Olio di oliva e sansa, oltre 80 milionidi chili di cagliate per mozzarelle, 105 milionidi chili di concentrato di pomodoro dei quali58 milioni dagli USA e 29 milioni dalla Cina e3,6 miliardi di chili di grano tenero con unatendenza all’aumento del 20% nei primi duemesi del 2014. Un fiume di materia prima checompromette l’originalità tricolore del pro-dotto servito nelle cinquantamila pizzerie pre-senti in Italia che generano un fatturatostimato di 10 miliardi, ma non offrono alcunagaranzia al consumatore sulla provenienzadegli ingredienti utilizzati. Come redazione de“La Città del Golfo” nel lanciare l’allarme sullacomposizione della pizza napoletana presen-tiamo una proposta: “un logo” ad hoc per ilocali che garantiranno di utilizzare esclusiva-mente prodotti italiani e soltanto olio extravergine di oliva. Noi pubblicheremo i loronomi, come non ci esimeremo dal pubblicarei nomi delle ditte ritenute responsabili di frodialimentari da parte delle forze dell’ordine.L’unica nota positiva emersa dalla ricerca dellaColdiretti è che se la pizza è sempre menoMade in Italy, la pasta ha subito una svolta au-tarchica con l’aumento vorticoso di marchiche garantiscono l’origine italiana del granoimpiegato al 100%. Torneremo sull’argomentoe sveleremo autentiche sorprese.

di Marcello Caliman

AddIO ALLA pIZZAMAdE IN ITALyGli ingredienti utilizzati dai maestri pizzaioli in due casi su tre sono stranieri

L’Associazione Verace Pizza Napoletana,fondata nel 1984, riconosce solo la Mari-nara e la Margherita verace e ha stabilito leregole molto specifiche che devono esse-re seguite per un’autentica pizza Napole-tana. Queste includono che la pizza deveessere cucinata in un forno a legno, allatemperatura di 485 °C per non più di 60 -90 secondi; che la base deve essere fatta amano e non deve essere utilizzato il mat-tarello o comunque non è consentito l’uti-lizzo di mezzi meccanici per la sua prepa-razione. I pizzaioli fanno la forma dellapizza con le loro mani facendola "girare"con le loro dita e che la pizza non devesuperare i 35 cm di diametro o esserespessa più di un terzo di centimetro alcentro. L’associazione seleziona anche lepizzerie nel mondo per produrre e diffon-dere la filosofia e il metodo della pizza ve-race napoletana. Ci sono molte pizzeriefamose a Napoli dove si possono trovarequeste pizze tradizionali, la maggior partedi esse sono nell’antico centro storico diNapoli. Talvolta tali pizzerie andranno an-che oltre le regole specificate, ad esempio,usando solo pomodori della varietà SanMarzano cresciuti sulle pendici del Vesu-vio e utilizzando solamente l’olio di olivae aggiungendo fette di pomodoro in sen-so orario. Un’altra aggiunta alle regole èl’uso di foglie di basilico fresco sulla pizzamarinara: non è nella ricetta ufficiale, ma èaggiunto dalla maggior parte delle pizze-rie napoletane per guarnirla; le basi perpizza a Napoli sono soffici e friabili.

di Anna d’Alessandro

LE rEGOLEdI GArANZIA

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132 ALIMENTAZIONE & GASTRONOMIA

Il Biferno, tipico della provincia di Campo-basso, si produce utilizzando vitigni rossi ebianchi.Il rosso si abbina perfettamente alle carnibianche al forno, alle carni rosse alla grigliae alla polenta. Il bianco, invece, si abbina aiformaggi e al pesce. I vini a denominazionedi origine controllata Biferno rosso, rosato,rosso riserva e rosso superiore, debbono es-sere ottenuti dalle uve provenienti dai vignetiaventi, in ambito aziendale, la seguente com-posizione varietale: Montepulciano minimo70% – massimo 80%; Aglianico minimo 10%- massimo 20%. Possono inoltre concorrerealla produzione di detti vini le uve prove-nienti dai vitigni a bacca nera, non aromatici,per una percentuale massima del 20%, idoneialla coltivazione nella regione Molise, iscrittinel registro nazionale delle varietà di vite peruve da vino approvato con D.M. 7 maggio2004 e successivi aggiornamenti. I vini a de-nominazione di origine controllata Bifernobianco devono essere ottenuti dalle uve pro-

venienti dai vigneti aventi, in ambito azien-dale, la seguente composizione varietale:Trebbiano Toscano: 70% - 80%. Possonoconcorrere alla sua produzione altri vitigni abacca bianca, per una percentuale tra il 20 e30%, idonei alla coltivazione per la regioneMolise, iscritti parimenti nel registro nazio-nale precedentemente citato. Abbiamoquindi Tintilia del Molise, a denominazionedi origine controllata, riservata ai vini che ri-spondono alle condizioni e ai requisiti stabi-liti dal disciplinare di produzione per letipologie: Rosso; Rosso riserva; Rosato. I vinidevono essere ottenuti da uve provenienti davigneti costituiti, nell’ambito aziendale, peralmeno il 95% dal vitigno Tintilia. Possonoconcorrere alla produzione di detti vinianche le uve di altri vitigni non aromatici ido-nei alla coltivazione nelle province di Cam-pobasso e Isernia, presenti nei vigneti inambito aziendale, da soli o congiuntamente,fino a un massimo del 5%. La zona di pro-duzione delle uve atte alla produzione deivini a denominazione di origine controllata“Tintilia del Molise”, comprende i terreni vo-cati alla qualità e idonei alla coltura della vitenei territori dei comuni individuati. Da assag-giare senz’altro il Pentro di Isernia, prodotto

nei territori della provincia di Isernia e rea-lizzato con vitigni rossi, bianchi e rosati. Nelnome della Doc Pentro c’è il riferimento alpopolo che costituiva il ramo più importantedei Sanniti, i Pentri, il popolo delle montagnevissuto nell’area in cui si produce questovino. Le prime testimonianze riguardanti lavitivinicoltura in Molise risalgono a docu-menti del 1800, in cui si parla della venditadi vino da parte del Molise all’Abruzzo e deitipi di coltura adottati. La vite ha trovato, co-munque, nella regione, un ambiente e unclima favorevole, sviluppando, così, un set-tore produttivo di un certo interesse. Tutta-via, la scelta operata in passato di produrrepiù per la quantità che per la qualità ha com-portato il ricorso a forme di allevamento chehanno limitato la qualificazione della produ-zione vinicola. Attualmente l’atteggiamentocolturale sta cambiando verso la scelta di ter-reni e sistemi di allevamento adeguati a unprodotto di qualità, anche se la viticoltura èframmentata in migliaia di piccole proprietàe ciò rende complicati sia lo svecchiamentodegli impianti, sia le operazioni di commer-cializzazione e vendita dei prodotti. Il Pentroè un vino da pasto prodotto nelle tipologieBianco, Rosso e Rosato.

Il Biferno, tipico della provincia di Campo-basso, si produce utilizzando vitigni rossi ebianchi.Il rosso si abbina perfettamente alle carnibianche al forno, alle carni rosse alla grigliae alla polenta. Il bianco, invece, si abbina aiformaggi e al pesce. I vini a denominazionedi origine controllata Biferno rosso, rosato,rosso riserva e rosso superiore, debbono es-sere ottenuti dalle uve provenienti dai vignetiaventi, in ambito aziendale, la seguente com-posizione varietale: Montepulciano minimo70% – massimo 80%; Aglianico minimo 10%- massimo 20%. Possono inoltre concorrerealla produzione di detti vini le uve prove-nienti dai vitigni a bacca nera, non aromatici,per una percentuale massima del 20%, idoneialla coltivazione nella regione Molise, iscrittinel registro nazionale delle varietà di vite peruve da vino approvato con D.M. 7 maggio2004 e successivi aggiornamenti. I vini a de-nominazione di origine controllata Bifernobianco devono essere ottenuti dalle uve pro-

venienti dai vigneti aventi, in ambito azien-dale, la seguente composizione varietale:Trebbiano Toscano: 70% - 80%. Possonoconcorrere alla sua produzione altri vitigni abacca bianca, per una percentuale tra il 20 e30%, idonei alla coltivazione per la regioneMolise, iscritti parimenti nel registro nazio-nale precedentemente citato. Abbiamoquindi Tintilia del Molise, a denominazionedi origine controllata, riservata ai vini che ri-spondono alle condizioni e ai requisiti stabi-liti dal disciplinare di produzione per letipologie: Rosso; Rosso riserva; Rosato. I vinidevono essere ottenuti da uve provenienti davigneti costituiti, nell’ambito aziendale, peralmeno il 95% dal vitigno Tintilia. Possonoconcorrere alla produzione di detti vinianche le uve di altri vitigni non aromatici ido-nei alla coltivazione nelle province di Cam-pobasso e Isernia, presenti nei vigneti inambito aziendale, da soli o congiuntamente,fino a un massimo del 5%. La zona di pro-duzione delle uve atte alla produzione deivini a denominazione di origine controllata“Tintilia del Molise”, comprende i terreni vo-cati alla qualità e idonei alla coltura della vitenei territori dei comuni individuati. Da assag-giare senz’altro il Pentro di Isernia, prodotto

nei territori della provincia di Isernia e rea-lizzato con vitigni rossi, bianchi e rosati. Nelnome della Doc Pentro c’è il riferimento alpopolo che costituiva il ramo più importantedei Sanniti, i Pentri, il popolo delle montagnevissuto nell’area in cui si produce questovino. Le prime testimonianze riguardanti lavitivinicoltura in Molise risalgono a docu-menti del 1800, in cui si parla della venditadi vino da parte del Molise all’Abruzzo e deitipi di coltura adottati. La vite ha trovato, co-munque, nella regione, un ambiente e unclima favorevole, sviluppando, così, un set-tore produttivo di un certo interesse. Tutta-via, la scelta operata in passato di produrrepiù per la quantità che per la qualità ha com-portato il ricorso a forme di allevamento chehanno limitato la qualificazione della produ-zione vinicola. Attualmente l’atteggiamentocolturale sta cambiando verso la scelta di ter-reni e sistemi di allevamento adeguati a unprodotto di qualità, anche se la viticoltura èframmentata in migliaia di piccole proprietàe ciò rende complicati sia lo svecchiamentodegli impianti, sia le operazioni di commer-cializzazione e vendita dei prodotti. Il Pentroè un vino da pasto prodotto nelle tipologieBianco, Rosso e Rosato.

di Gian paolo Caliman

dEL VINOI pErCOrSI

Il Biferno, il Tintilia del Molisee il Pentro di Isernia

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ALIMENTAZIONE & GASTRONOMIA 133

Dopo la Valle d’Aosta la più pic-cola regione d’Italia è il Molise,con una sua posizione geogra-fica molto particolare che, inevi-tabilmente, incide anche sullasua cucina. Nelle zone più in-terne, caratterizzate da una vastaarea montuosa, dominano pie-tanze a base di carne di maiale,salsicce paesane e soppressate,preparate secondo le antiche tra-dizioni gastronomiche. Invecenel tratto di fascia costiera pre-vale una cucina più tipicamentemarinara, con piatti a base dizuppe di pesce, risotti e mine-stre. Un caratteristico pranzo mo-lisano non può che iniziarecon insalata di maiale, fatta conpezzettini di carne bolliti e con-diti semplicemente con olio, salee pepe. Altra specialità regionaleè la trippa di maiale che, unavolta condita con peperoncino efinocchietto, viene fatta essiccareaffinché diventi croccante epronta a essere gustata. Da sag-giare nelle località molisane pre-

senti sulla fascia costiera la sca-pece di alicette, a base di alicifreschissime, farina, aceto, olio,aglio e qualche foglia di salvia.Non è possibile non gustare lafascadielle, un particolare tipo dipolenta condito con sugo diragù, ventresca e formaggio, par-ticolarmente saporito. Altrettantogustosi sono i crioli con le noci -a base di pezzetti di baccalà enoci tritate - e le tacozze con fa-gioli, tipica pasta molisana con-dita con uno squisito soffritto abase di aglio, cipolla, carota se-dano e fagioli lessati. Da provareda parte di coloro che amano gliaccostamenti un po’ inusuali imaccheroni con la mollica, sem-plice piatto di pasta, preferibil-mente lunga, condita con uncomposto a base di mollica dipane, olio, aglio e prezzemolo. Èla carne a essere protagonistadelle tavole molisane, cucinatanei modi più diversi e fantasiosicome i larduocchi, a base di ma-iale e peperoni sottaceto, e la

checcètta, a base di testine diagnello o di capretto, ricoperte dimolliche di pane, aglio, olio eprezzemolo o, ancora, la cosciadi agnello ripiena di lardo, aglio,olio, sale e prezzemolo. Nonmancano i piatti a base di pescecome il baccalà fritto o cucinatoal forno con le patate, le trigliealla n´gorda, a base di triglie fre-sche ripiene di molliche di paneraffermo, e gli scampi ubriachi,conditi con cipolla, basilico,prezzemolo e peperone. La re-gione vanta una lunga tradizionein materia dolciaria e da non per-dere assolutamente i cauciuni ri-pieni di pasta di ceci, lecaragnole, tipico dolce nataliziopreparato con fettucce di pasta,e le peccellate, ripiene di mar-mellata o mosto cotto. Da pro-vare anche i caggiunitti, ripieni dicastagne, cioccolata fondente emandorle, le ceppelliate, squisitidolcetti a base di marmellata diamarene, e i classici amaretti, abase di mandorle e uova.

LA CUCINA MOLISANA

di Marcello Caliman

I piatti tipici della regione sononotevolmente difformi tra loro in quanto risentono nella lorocomposizione delle localitàgeografiche in cui sono diffusi.Nell’interno del Molise dominanoquelli a base di carne e verdure,sulla costa adriatica quelli a base di pesce e mitili, tutti accompagnatidai vini locali, con un connubioenogastronomico

Ingredientiper 4 persone

1,5 kg di pesci di fondale apiacere (cicale o pannocchie,seppioline, triglie,merluzzetti, scorfani, teste di gallinelle, lucerne, razze,vongole e cozze)500 gr di pomodori pelatiPrezzemolo e basilicoDue spicchi di aglioUn peperone verdePeperoncino piccanteOlio extravergine d’olivaSale q.b.Fette di pane casereccioraffermo abbrustolite

Procedimento

Pulite il pesce e fate spurgarele vongole. Versate l’olio sulfondo di un tegame,preferibilmente di terracotta,e fatelo soffriggere conl’aglio. Aggiungete poi i pelatischiacciati, il basilico e ilprezzemolo, mezzo peperonetagliato a listarelle e, seamate il gusto piccante,qualche pezzetto dipeperoncino, i crostacei e imolluschi e lasciate cuocereper cinque minuti. Unite manmano gli altri tipi di pesce, aseconda dei tempi di cottura,aggiungendo alla fine le cozzee le vongole; fate cuocere perdieci minuti aggiungendo unpo’ d’acqua calda. Servite ilbrodetto intingendovi le fettedi pane abbrustolito.

Ricetta (foto in pagina)tratta dal sitoAssessorato al TurismoRegione Molise

Il PapponeTermolese

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In tutta una serie di elementi qualiavena, frumento, farro, Kamut,orzo, segale, spelta e triticale è

presente la proteina del glutine.Non tutti sanno che il glutine è lacausa di intolleranza permanentestimata in 1 italiano su 100: la ce-liachia. In teoria in Italia sono pre-senti 600.000 celiaci, ma solo150.000 sono stati diagnosticati ehanno posto rimedio al problemache spesso si presenta in manierasubdola e molto variegata. Per cu-rare la celiachia, attualmente, oc-corre escludere dal proprioregime alimentare alcuni degli ali-menti più comuni, quali pane,pasta, biscotti e pizza, ma ancheeliminare le più piccole tracce diglutine dal piatto. Questo implicaun forte impegno di educazionealimentare. Attualmente solo ladieta senza glutine, condotta conrigore, garantisce alle persone ce-liache un perfetta salute. Essereceliaci non significa privarsi dipane, pasta, biscotti, pizza, e altrepietanze: basta trovare i prodottialimentari certificati con la spigasbarrata. Oggi in commercio sitrovano numerose serie di pro-dotti realizzati dalle più svariateaziende che riescono a soddisfarepuò o meno esaustivamente tutte

le esigenze alimentari. Tra le varieaziende italiane, oggi presentiamol’azienda molisana Celiaco. M -gluten free selection di Ripalimo-sani (CB). La Celiaco. M garanti-sce al consumatore una dietapriva di glutine, garantendo non

solo un gusto unico, ma anchesicurezza e correttezza di una fi-liera produttiva controllata.L’azienda Celiaco. M Srl sorge inuno spazio completamente im-merso nel verde, in perfetta sin-tonia con la natura che lacirconda. 2000 metri quadri diproduzione dedicati esclusiva-

mente al senza glutine conquindici anni di esperienza.Un’azienda, seppur giovane,che produce e commercializzaprodotti freschi e surgelati di al-tissima qualità. I prodotti Ce-liaco. M sono senza lattosio,

senza conservanti, senza grassiidrogenati, fonte di fibre e com-pletamente privi di glutine. Affi-dabilità, qualità e trasparenzasono alla base di una variegataofferta di pasta standard, o arti-gianale e condimenti prontisenza glutine e senza lattosio.Ma oltre alla pasta, Celiaco. M

Srl è specializzata nella pizza ar-tigianale che viene commercia-lizzata surgelata, sia comepanetto lievitato, sia come baseper pizza, sia in numerose va-rietà di gusti già pronti. Una par-ticolarità di Celiaco. M è il mix

di Farina che viene prodotto inuna sola formula adatta per tuttele tipologie di impasti dolci e sa-lati, senza glutine, senza lattosio,ricca di fibre. Anche il panepronto e i dolci artigianali fannodi Celiaco. M Srl un’azienda al-l’avanguardia con una qualitàdel gusto davvero rara.

134 ALIMENTAZIONE & GASTRONOMIA

di Lino Sorabella

iCeliaco. M - gluten free selection, contrada Selva, 86025 Rispalimosani (CB) Telefono 0874.701842www.celiacom.it – [email protected]

INFORMAZIONI

LAVOrArE pEr I CELIACI

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