LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e...

36
insieme MENSILE DI IN FORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ANDRIA NOVEMBRE 2012 LA CHIESA MADRE E MAESTRA La sfida educativa lanciata con forza da Benedetto XVI chiama in causa, in particolar modo, la comunità cristiana. Mai come oggi la Chiesa è chiamata a formare al senso etico della vita, educando alla democrazia, alla cittadi- nanza e non alla sudditanza al potere dell’eco- nomia. C’è bisogno di una Chiesa Madre e Maestra che sia pronta ad aprire le sue finestre per far entrare l’aria del mondo, per leggere i segni dei tempi e calarsi nelle diverse situazioni storiche. Se la Chiesa, come Madre e Maestra, vuole affrontare la sfida educativa che il nostro tempo impone, bi- sogna mettere in atto una corag- giosa conversione pastorale, un nuovo modo di essere, di agire e di parlare”. (Dall’intervento del teologo Mons. Gennaro Matino, relatore al Convegno ecclesiale diocesano, 24-25 ottobre 2012) La comunità cristiana di fronte alla sfida educativa INSEGNAMENTI 02 “Un’occasione importante perchè ciascuno offra il proprio contributo” 03 Parlare il linguaggio della speranza EVANGELIZZAZIONE 04 La ricezione del Concilio Vaticano II a 50 anni dal suo inizio 05 “Gaudium et Spes” 06 Il senso cristiano del morire 07 L’Anno Liturgico: pellegrini nel tempo 09 “Una fotografia della Catechesi in Italia” 10 Sovvenire alle necessità della Chiesa 11 Dio sa contare solo fino a uno 12 Allargare gli orizzonti della fraternità CARITAS 13 Quest’altra parte di Mondo 14 La proposta formativa del Settore Adulti di Azione Cattolica MOVIMENTI 15 Buon compleanno MEIC 16 A scuola “nessuno escluso” 16 Adotta un fotogramma per don Tonino DALLE PARROCCHIE 17 Per una rinnovata testimonianza di fede 17 S…cartando e comunicando 18 Le nostre comunità nell’Anno della Fede SOCIETÀ 19 Volontari: uomini per gli uomini 20 “Datemi cinque miliardi o l’Europa diventerà nera” 21 Il federalismo, una riforma da rivedere 22 Forum di formazione all’impegno sociale e politico 23 Raccolta differenziata ad Andria e Canosa 24 La Scuola oggi fra riforme e conti da quadrare 25 Un contenitore culturale per la città 26 I fatti del mese: novembre CULTURA 27 Ricordando un maestro 28 Le ragioni di chi crede e di chi non crede 29 “Ho visto l’inferno e il terrore negli occhi dei bambini” RUBRICA 30 Maestri della fede 31 Questione di… fede! 32 Pianeta giovani 33 Teologia con… temporanea 34 Film&Music point ITINERARI 35 Leggendo… leggendo APPUNTAMENTI 36 Appuntamenti Partecipanti al Convegno Diocesano

Transcript of LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e...

Page 1: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

insiemeMENSILE DI INFORMAZIONEDELLA DIOCESI DI ANDRIA

NOVEMBRE 2012

LA CHIESA MADRE E MAESTRA“La sfida educativa lanciata con forza da Benedetto XVI chiama in causa, inparticolar modo, la comunità cristiana. Mai come oggi la Chiesa è chiamataa formare al senso etico della vita, educando alla democrazia, alla cittadi-nanza e non alla sudditanza al potere dell’eco-nomia. C’è bisogno di una Chiesa Madree Maestra che sia pronta ad aprire lesue finestre per far entrare l’ariadel mondo, per leggere i segnidei tempi e calarsi nelle diversesituazioni storiche. Se la Chiesa,come Madre e Maestra, vuoleaffrontare la sfida educativache il nostro tempo impone, bi-sogna mettere in atto una corag-giosa conversione pastorale, unnuovo modo di essere, di agire e diparlare”.

(Dall’intervento del teologoMons. Gennaro Matino, relatore al Convegno ecclesiale diocesano, 24-25 ottobre 2012)

La comunità cristiana di fronte alla sfida educativa

INSEGNAMENTI02 “Un’occasione importante

perchè ciascuno offra il proprio contributo”03 Parlare il linguaggio della speranza

EVANGELIZZAZIONE04 La ricezione del Concilio Vaticano II

a 50 anni dal suo inizio05 “Gaudium et Spes”06 Il senso cristiano del morire07 L’Anno Liturgico: pellegrini nel tempo09 “Una fotografia della Catechesi in Italia”10 Sovvenire alle necessità della Chiesa11 Dio sa contare solo fino a uno12 Allargare gli orizzonti della fraternità

CARITAS13 Quest’altra parte di Mondo14 La proposta formativa del Settore Adulti

di Azione Cattolica

MOVIMENTI15 Buon compleanno MEIC16 A scuola “nessuno escluso”16 Adotta un fotogramma per don Tonino

DALLE PARROCCHIE17 Per una rinnovata testimonianza di fede17 S…cartando e comunicando18 Le nostre comunità nell’Anno della Fede

SOCIETÀ19 Volontari: uomini per gli uomini20 “Datemi cinque miliardi o l’Europa diventerà nera”21 Il federalismo, una riforma da rivedere22 Forum di formazione all’impegno sociale e politico23 Raccolta differenziata ad Andria e Canosa24 La Scuola oggi fra riforme e conti da quadrare25 Un contenitore culturale per la città26 I fatti del mese: novembre

CULTURA27 Ricordando un maestro28 Le ragioni di chi crede e di chi non crede29 “Ho visto l’inferno e il terrore

negli occhi dei bambini”

RUBRICA30 Maestri della fede31 Questione di… fede!32 Pianeta giovani33 Teologia con… temporanea34 Film&Music point

ITINERARI35 Leggendo… leggendo

APPUNTAMENTI36 Appuntamenti Partecipanti al Convegno Diocesano

Page 2: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

INSE

GNAM

ENTI

2

Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio-cesano. Nella prima serata il relatore Prof. Mons. Gennaro Matino, ha relazionato sul te-ma: “ La Chiesa, Madre e Maestra. La comunità cristiana di fronte alla sfida educativa”.Nella seconda serata il Prof. Giuseppe Reale, partendo dalle domande dei presenti si èsoffermato sui luoghi educativi, per la comunità cristiana, della catechesi, liturgia e carità.La seconda fase del Convegno, che sarà articolata in lavori di gruppo finalizzati a indivi-duare le priorità o sfide educative del proprio territorio, è fissata nei giorni 5, 6 e 7 febbra-io 2013 e sarà vissuta nelle cinque zone pastorali della nostra diocesi.Il Convegno ha avuto inizio con l’intervento del nostro Vescovo, S.E. Mons. Raffaele Calabro,di cui pubblichiamo uno stralcio.Le schede, le foto e il video delle due serate del Convegno sono on line nel sito della dio-cesi (www.diocesiandria.org).

Intervento del Vescovo al Convegno ecclesiale diocesano

Il Convegno ecclesiale diocesano sviluppa di anno in annotemi particolari in questo decennio che l’Episcopato italianoha dedicato all’educazione. Lo scorso anno ci ha visti impe-gnati nella riflessione su: educare in famiglia, educare nellascuola, educare nella società; quest’anno, la nostra attenzio-ne è sull’educare nella Chiesa. Il Convegno è un’occasioneimportante perché ciascuno offra il proprio contributo, nelladiversità e nella ricchezza di esperienze delle varie comuni-tà parrocchiali. Ringrazio religiosi e religiose, molto attivi nel-le comunità, i fedeli laici, tra i quali i catechisti -soprattutto igenitori, primi catechisti dei loro figli-, coloro che si interes-sano di animazione liturgica e che prestano servizio per lacarità verso i fratelli. Un nuovo incoraggiamento è arrivatodal Santo Padre, che giorni fa ha beatificato una nativa ame-ricana, dando una vera immagine di Chiesa universale. ARoma, inoltre, si sta tenendo il Sinodo dei Vescovi sulla nuo-va evangelizzazione. Si è cercato di dare una definizione dinuova evangelizzazione e ribadendo quanto già aveva dettoGiovanni Paolo II, si è detto che è nuova perché implica unnuovo slancio ed una nuova voglia di confrontarsi con le sfi-de del mondo attuale. Naturalmente, l’evangelizzazione èl’annuncio della presenza di Cristo in mezzo a noi ed è ispi-rata dallo Spirito Santo, senza del quale si trasformerebbe inpropaganda oppure in affermazioni aridamente scolastiche.Come possiamo raggiungere gli uomini del nostro tempo? Chilegge la Bibbia sa che Dio educa il suo popolo e non lo fa so-lo con i fatti narrati, con le esortazioni, ma soprattutto attra-verso la storia; quindi attraverso la storia possiamo cogliere

l’azione di Dio, che raggiunge anche l’uomo contemporaneoe lo porta a perfezione. I Padri hanno evidenziato la necessi-tà che la catechesi si rinnovi; addirittura hanno proposto chei catechisti possano costituire un ordine laicale nella Chiesada affiancare al ministero gerarchico. Al di là di quanto poiverrà stabilito, appare evidente che la catechesi deve porta-re alla coerenza della vita. Nelle nostre parrocchie ci sonobuoni percorsi educativi che, però, a volte si fermano ai bam-bini che si preparano alla Comunione e alla Cresima e pochisono indirizzati agli adulti; ma non si ottiene l’educazione deibambini e dei giovani senza la formazione degli adulti, an-che se questo compito è sicuramente più difficile. La parroc-chia in questo panorama ha un ruolo essenziale e sostanzia-le, perché quando si parla di Chiesa, tutti ci confrontiamo conessa attraverso la parrocchia. Centrale, in questo percorso,resta la domenica, come momento principale in cui la comu-nità cristiana vive, prega, educa e ascolta la parola di Dio. In questa occasione vorrei anche ricordare le due scuole pre-senti nella nostra Diocesi: la Scuola di Formazione Teologicaper Operatori Pastorali ed il Forum di Formazione all’Impegnosocio-politico. Seppure con un po’ di fatica, vanno certamen-te sostenute, perché la Diocesi può andare avanti se i laici,protagonisti dell’evangelizzazione, sono formati e sono capacidi tradurre la carità cristiana nella prossimità all’uomo con-temporaneo e nel servizio autentico per il bene comune.

† Raffaele CalabroVescovo di Andria

“Un’occasione importanteperché ciascuno offra il proprio contributo”

In ascolto dei relatori

Page 3: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

INSE

GNAM

ENTI

3

Il Convegno ecclesiale diocesanosulla sfida educativa del nostro tempo

Lucia CavalloComitato di Presidenza del Consiglio Pastorale Diocesano

Nei giorni 24 e25 ottobre 2012, si è svolto pres-so l’Istituto professionale “Giuseppe Colasanto”di Andria, il Convegno Ecclesiale Diocesanodal tema: “La Chiesa, Madre e Maestra. La co-munità cristiana di fronte alla sfida educativa”.Il Convegno si è svolto perfettamente in lineacon il Documento programmatico della CEI,“Educare alla vita buona del Vangelo” e in con-tinuità con il tema del Convegno EcclesialeDiocesano del 2011, “Educare, impegno di tutti.Educare in famiglia, a scuola in società.”Numerosa è stata la presenza dei fedeli laici,sacerdoti e religiosi provenienti dalle parroc-chie della diocesi, ma anche delle associazionilaicali presenti nel territorio. Mi soffermo inquesto articolo sulla prima serata descrivendosul prossimo numero i lavori della seconda se-rata. Dopo il momento di preghiera, curatodall’Ufficio Liturgico, il Vicario, don GianniMassaro, ha salutato i partecipanti e ha pre-sentato la struttura del Convegno; il nostroVescovo S.E. Mons. Raffaele Calabro ha invita-to ogni parrocchia ad adoperarsi affinché isuggerimenti e le proposte del Convegno pos-sano divenire scelte pastorali nelle comunità diappartenenza. Il Direttore della CaritasDiocesana, don Mimmo Francavilla, ha presen-tato il relatore Mons. Gennaro Matino, docentedi Teologia Pastorale presso la PontificiaFacoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Mons.Matino ha vivamente ringraziato il Vescovo perl’invito accettato con gioia, anche per la stima eil legame con il Cardinale Corrado Ursi, nostroconcittadino illustre. Nella sua relazione ha sot-tolineato come questo nostro tempo ci veda im-pegnati nella corsa -come ci insegna Paolo - araccontare ciò che abbiamo veduto e toccatoper dare ragione della speranza che è in noi. Lafede, però, che è il presupposto per l’annunciodel Vangelo e il METODO vanno rivisitati. La sfi-da educativa richiama fortemente un’ educa-zione all’etica . In un tempo in cui l’educazioneumana è subordinata al successo economico,prevale l’avere sull’essere,in un tempo dovel’annuncio ha perso vigore e forza nella denun-cia, non abbiamo avuto il coraggio di contrad-dire alcuni sistemi, anzi, ci siamo alleati ad essisenza pensare al bene comune, dimenticando

che il Vangelo è forza che muove la storia,nonperché è un’ idea, ma perché è vita vissuta echi la fa sua deve metterla in pratica. Uno degliinterrogativi più importanti che ha sottoposto atutti noi il relatore è stato:”Cosa significa sfidaeducativa per le nostre comunità?” Le graviproblematiche che affliggono il mondo dovreb-bero costringerci a chiederci con estrema one-stà quanto abbia influito l’educazione cristiananel porre le basi della cultura contemporanea.Mons. Matino ha individuato due responsabili-tà per tutti i credenti: la ricoperta dell’etica e ilgrido fascinoso della speranza. Egli ritiene chela crisi economica sia ultima rispetto ad altrecrisi che volontariamente o involontariamenteabbiamo sottaciuto. Educare nel nostro tempoequivale a rendere un cittadino all’altezza dellasfida, dove tutti hanno diritti e doveri, dove, se”l’oggetto “dei desideri è Cristo, è da Lui che de-rivano valori come la pace, la giustizia, la parte-cipazione, la solidarietà, che sono alla base del-la convivenza umana. Dalla forza della “testi-monianza” ci riconosceranno! Occorre faremergere la sfida valoriale, ritornare ai valori!Gli stessi Catechismi della CEI vanno integraticon le storie del proprio territorio, perché non sipuò parlare di Dio se non si parla dell’uomo.Bisogna compiere anche una rivoluzione lin-guistica, parlare la “lingua del destinatario”,coglierne anche lo stile. La “tonalità” è la chia-ve di lettura del nostro linguaggio e questa è la“speranza”, che non è solo una virtù teologale,ma è “metodo”, e nelle nostre comunità è pocofamiliare. La qualità del cristiano non è l’illusio-ne, ma la speranza, non mortifichiamo i nostrigiorni togliendo la speranza, non dimentichiamoche il cristiano “è il giorno che non finisce”.Mons. Matino a conclusione della sua bella edimpegnativa relazione ha invitato le nostre co-munità ad avere come progetto la GIOIA, adessere una Chiesa in grado di crescere insie-me, una Chiesa chiamata a dare testimonianza,capace di alimentare i SOGNI. Dobbiamo ren-dere visibile il nostro essere popolo con la par-tecipazione ATTIVA, non solo democratica maessenzialmente ECCLESIALE. Essere un popoloche insieme cammina per la Salvezza.

PARTECIPANTI AL CONVEGNOPARROCCHIE N°

AndriaS. Giuseppe Artigiano 18S. Andrea Apostolo 16Madonna di Pompei 36S. Paolo Apostolo 11SS. Sacramento 33Gesù Crocifisso 22SS. Trinità 33S. Maria dei Miracoli 4S. Maria Add. alle Croci 1S. Francesco d’Assisi 16Maria SS. dell’Altomare 20SS. Annunziata 7S. Maria Vetere 23S. Nicola di Mira 27S. Riccardo 11Madonna della Grazia 18S. Maria Assunta e S. Isidoro 2SS. Salvatore 4S. Agostino 11S. Michele Arc. e S. Giuseppe 14Cuore Immacolato di Maria 28Beata Vergine Immacolata 24S. Luigi a Castel del Monte 1Sacre Stimmate 2Sacro Cuore di Gesù 29Casa di Acc. “S. Maria Goretti” 2Cappellania Ospedale Civile 3Oratorio Salesiano “Don Bosco” 2

CanosaS. Sabino 8Gesù Giuseppe Maria 6S. Francesco e Biagio 2Maria SS. del Rosario 12S. Teresa 3S. Giovanni Battista 12Gesù Liberatore 14Beata Vergine del Carmelo 8Maria SS. Assunta 4

MinervinoS. Maria Assunta 1B.V. Immacolata 7Maria SS. Incoronata 8S. Michele Arcangelo 8

Aggregazioni LaicaliComunione e Liberazione 4UNITALSI 3MSAC 1AVO 1Pax Christi 4Rinnovamento nello Spirito 3AVSI 1Fratres 1AIMC 2CIF 2Figli in cielo 1Azione Cattolica 36UCID 1AGESCI 1Movimento Lavoratori SCIMPID 1Totale partecipanti 573(I dati sono stati rilevati dalle schede con-segnate dai partecipanti alla Segreteriadel Convegno)

Prima serata del Convegno

Parlare il linguaggiodella SPERANZA

Page 4: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

4

Dalla conferenzadella teologa Serena Noceti ad Andria

Maria MiracapilloRedazione “Insieme”

Celebrare il cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio VaticanoIl, evento epocale, universale per la vita della Chiesa, è, innanzitutto,collocarsi in un percorso che chiede di essere approfondito e interpre-tato attraverso una consapevolezza ecclesiale più profonda che ci aiutia capire meglio chi è e a che cosa è chiamata a vivere la Chiesa di cuifacciamo parte. È stato questo il leitmotiv che ha accompagnato la ri-flessione di Serena Noceti, docente di Teologia Sistematica presso laFacoltà Teologica dell’Italia Centrale, nonché segretaria delCoordinamento delle teologhe italiane, alla vigilia dell’apertura dell’Annodella FedeLa giovane teologa toscana ha dato inizio alla sua riflessione partendodal concetto di recezione,intesa come processo lento e globale con ilquale e per il quale una Chiesa locale e la Chiesa intera hanno accoltole decisioni e le prospettive del Concilio. Cosa implica, dunque la rece-zione e come comprendere questo evento assolutamente unico nellastoria della Chiesa?Il Concilio va innanzitutto compreso:- negli obiettivi, chiamato aggiornamento, parola di apertura della pri-

ma sessione pronunciata da Giovanni XXIII, e rinnovamento nella se-conda di Paolo VI insieme alla riforma della Chiesa, ricomposizionedell’unità dei cristiani e del dialogo con il mondo contemporaneo;

- nelle domande centrali, per ricordare quanto Paolo VI affermò: “IlConcilio intende illustrare per maggior chiarezza ai fedeli e al mondointero la natura e la missione della Chiesa, chiarire cosa essa sia equale sia la sua missione”.

- nello stile che il Concilio ha sviluppato.Il Concilio viene convocato non per sancire condanne ma per annuncia-re in forma nuova e significativa alle nuove generazioni l’eterno vange-lo del Regno. Ma come? Papa Giovanni, ha sottolineato la teologa, indi-cava la via di un magistero a carattere prevalentemente pastorale, ca-pace di rispondere ai bisogni di tutti. Esso ci offre delle costituzioni dog-matiche nelle quali emerge una precisa visione di Chiesa, indicazionisulla rivelazione e sull’essere credente. Un evento ecclesiale unico,quello del Vaticano II, che si è caratterizzato infatti soprattutto per - il tratto del primato della carità,testimoniata da Papa Giovanni che ef-

fonde il suo animo pieno di una carità universale, si direbbe cosmica,nell’annuncio dell’inizio del Concilio alla folla riunita in piazza SanPietro;

- per il senso della cattolicità che diventa visibile nei volti e nello stiledi ricerca che contraddistingueva la presenza e la parola dei Vescoviriuniti.

Sì, urgeva una nuova comprensione ecclesiologica per rispondere allemutate esigenze storiche, al nuovo contesto socio culturale che si anda-va delineando e la domanda che ha accompagnato i padri conciliari co-me anche noi siamo soliti porre è: cosa genera la Chiesa? La risposta aquesta domanda la troviamo nei punti fermi che la giovane teologa haevidenziato quali: la forma ecclesiale; la collocazione del soggetto ec-clesiale nella storia; il principio costitutivo che fa esistere la chiesa.Sono questi gli indicatori che hanno dato vita a dinamismi di Chiesa in-torno ai quali e nei quali si è sviluppato il processo di recezione e gli ele-menti di eredità e di sfida che rendono possibile tale processo. La

Chiesa nasce e si rigenera a partire dalla Parola del Vangelo annuncia-ta e accolta nella fede. Da questa visione dinamica di Chiesa come co-municazione della fede e nella fede data e accolta nell’ascolto dell’uni-ca Parola derivano alcune implicazioni pastorali. Tutto nella Chiesa na-sce e si sviluppa a partire dall’evangelizzazione,da qui ne consegue, ilprimato dell’evangelizzazione, l’annuncio rivolto primariamente agliadulti, perché la fede va vissuta nella libertà e nell’obbedienza alla pa-rola ascoltata e proclamata come buona notizia e la centralità dellaScrittura. È il confronto continuo con questa Parola, attraverso la comu-nicazione multidirezionale che si alimenta una nuova coscienza del-l’identità di Chiesa.Ma la rivoluzione inaugurata dal Concilio Vaticano IIsta nell’idea di comunione, nella condivisione del progetto di Dio che siesplicita in una ministerialità sinfonica. Il richiamo all’evento della co-munione è decisivo non solo in rapporto alla qualità dell’esperienza in-traecclesiale e ad extra, ma anche in relazione alla storia per la quale lacomunità credente vive e trova la sua motivazione. Un elemento rilevante del Concilio è la riscoperta della Chiesa come po-polo di Dio, termine biblico che sottolinea la dimensione storica dellaChiesa, la sua universalità e il suo essere radicata in Israele, antico po-polo di Dio. L’importanza dunque di riconoscersi dentro una storia di co-munità credente, in cui tutti hanno la stessa dignità, uniti non da un prin-cipio di autorità, ma dalla legge della carità in cammino verso la pie-nezza del Regno,costituisce senz’ombra di dubbio il fondamento dellaChiesa comunione. Il Concilio recupera,quindi, il sacerdozio comune dei fedeli, inteso comesacerdozio universale dei battezzati, nei fatti, e nell’esistenza quotidiana,dando dignità e sostanza al culto della vita, come fondamento del sa-cerdozio ministeriale.Matura anche la consapevolezza che la Chiesa è Chiesa “di uomini edonne”, senza differenze discriminanti “non c’è giudeo, né greco, schia-vo, né libero, uomo e donna, ma tutti voi siete uno in CristoGesù”.Infatti,il Concilio Vaticano II viene definito “Concilio dei laici”,perché ha indicato chiaramente il loro posto e ruolo essenziale nellaChiesa, dando loro la coscienza viva di essere Chiesa ,di essere partedel Popolo di Dio. Non è una comunione qualsiasi quella ecclesiale, ècomunione di un popolo, il popolo di Dio che sceglie un modo particola-re di essere nella storia: sta dalla parte dei poveri, in loro ascolto: “Sitratta di scegliere la strada battuta dagli ultimi come il luogo da doveparte la liberazione operata dal Signore. Cristo da ricco si fece povero:così anche la Chiesa, quantunque per compiere la sua missione abbiabisogno di mezzi umani, non è costituita per cercare la gloria sulla ter-ra, ma per diffondere, anche con il suo esempio, umiltà e abnegazione”(LG 8). Quale grande eredità il Concilio ci ha consegnato!In questo anno della fede non possiamo che augurarci una speranza nu-trita della Parola che diventi esperienza significativa ed efficace di dia-logo,di vita autentica, di relazioni umane, sino a condividere “le ansie ele speranze del mondo” soprattutto dei poveri della terra e divenire co-scienza critica e profetica.

La ricezione del Concilio Vaticano IIa 50 anni dal suo inizio

La Chiessa radunata in Concilio nella Basilica di S. Pietro a Roma

Page 5: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

5

“Gaudium et Spes”Il Concilio Vaticano II

sulla Chiesa nel mondo contemporaneo

Antonio Mario De NigrisRedazione “Insieme”

Continua il nostro viaggio tra i tesori la-sciateci dal Concilio Vaticano II. Questomese presentiamo l’ultimo documentopartorito dai padri conciliari, promulgato il7 dicembre 1965, il giorno prima dellagrande cerimonia di chiusura dell’8 di-cembre. Stiamo parlando dellaCostituzione Pastorale Gaudium et Spes. 1

Il tema centrale del documento, in lineacon l’intero spirito conciliare, è il rappor-to della Chiesa con il mondo contempora-neo. Documento dalla difficile gestazione– conosciuto durante i lavori col come diSchema XIII - la cui elaborazione attra-versò con innumerevoli mutamenti lequattro sessioni; venne votato, tra innu-merevoli difficoltà vista la materia, nell’ul-tima sessione di lavoro. La costituzione è divisa in due parti, an-che se il suo contenuto segue una logicaunitaria. Nella prima parte si parla dell’uo-mo, del mondo e relativo rapporto,2 men-tre nella seconda si considerano i variaspetti della vita odierna e le questioni piùurgenti del tempo attuale (questioni di na-tura economico – sociale e culturale).Già dal proemio, in linea con la politica diGiovanni XXIII di raggiungere il più ampionumero di persone,3 la Gaudium et spes(GS), si rivolge non solo ai figli di SantaMadre Chiesa, ma a tutti gli uomini indi-stintamente, per esporre loro come laChiesa intende la sua presenza e la suaazione nel mondo attuale, inteso comemondo abitato da un’umanità creata daDio la quale, nonostante sia posta sotto laschiavitù del peccato, è stata redenta daCristo.In un contesto ove il materialismo, il rela-tivismo e l’ateismo regnano con una certapadronanza, i Padri conciliari voglionooffrire così la possibilità all’uomo di tor-nare alla sua vocazione principale, ossiaad essere immagine e somiglianza delsuo Creatore attraverso il dono delVangelo e della sicura via che esso mo-

stra agli uomini. Ma come fare, ci si chie-de nel documento?Innanzitutto bisogna cogliere i segni deitempi, capirli e interpretarli alla luce delVangelo, affinché si possa ben risponderealle esigenze dei tempi; capire i mutamen-ti delle coscienze e delle conoscenze, irepentini cambiamenti sociali dovuti a unasempre più frenetica industrializzazione emeccanicizzazione dell’uomo, cosa cheha portato a profondi squilibri nell’essereumano sia a livelli sociali che religiosi epsicologici. Ma cosa si vuole raggiungere,qual è la meta di questo incessante pro-gresso? La risposta, così come è riportatanel documento, è lampante: si vuole rag-giungere una libertà totale dell’uomo. Maessa è un bene oppure può portare l’uomoall’autodistruzione? A tale nefasto quadrouna soluzione, ci dice la GS, c’è: Cristo èla chiave, l’unica soluzione.Dopo aver enucleato con chiarezza la co-stituzione ontologica di ogni cristiano, os-sia che egli è immagine e somiglianza diDio, immagine offuscata ma non annichi-lata dal peso del peccato originale, il do-cumento denuncia una delle forme piùforti che negano la dignità dell’uomo:l’ateismo.4 Forse nel sorgere dello stessoanche la Chiesa potrebbe avere delle suecolpe, ma qui si vuole scoprirne le ragioni,trovare rimedio a quanto fatto di male.Contro l’ateismo sistematico, invece, figliodi precise ideologie politiche che, alloracome oggi, considerano Dio addirittura unostacolo alla vita dell’uomo, il documentopropone un confronto aperto, con animosincero, anche con chi ha negato in toto ivalori proposti dalla dottrina cristiana,stabilendo modalità di collaborazione coni non credenti come anche invitando gliatei ad avvicinarsi alle Scritture con ani-mo aperto.Dopo questa parte, la GS passa ad analiz-zare la dimensione sociale dell’uomo equale deve essere il compito della Chiesa

che deve saper cogliere i segni dei tempi,affinché si possa ricapitolare in Cristo tut-te le cose (Ef. 1,13).Nella seconda parte, la GS, alla luce diquanto detto sopra, esamina alcune pro-blematiche più urgenti, quali il matrimo-nio e la famiglia, la cultura umana, la vitaeconomico –sociale e politica, la solida-rietà tra le nazioni e la pace.La famiglia, fondata sul matrimonio, nu-cleo fondamentale della società e scuoladi umanità completa e ricca, deve esserepromossa e aiutata con tutti i mezzi possi-bili. La sua salute si riflette incondiziona-tamente sulla società. Anche della scienza e della cultura la GSsottolinea l’importanza per il progressoumano. L’ecomonia, poi, se slegata da sal-di principi morali, può portare a condizio-ni di vita poco rispettose della dignitàumana, specie dei più deboli e meno for-tunati. Richiamandosi infine ai principi dellaPacem in Terris, la GS richiama il mondointero al dovere della pace e al rispettodei diritti umani.

1. È bene avvisare il lettore che i titoli dei vari docu-menti conciliari, così come di tutti quelli prepara-ti dal Magistero, sono ricordati con le prime lette-re che compongo l’incipit dei documenti stessi.Questa costituzione inizia, appunto con le se-guenti parole: Gaudium et spes luctus angor ho-minum huius temporis… che significa Le gioie ele speranze, le tristezze e le angosce degli uominid’oggi….

2. Da segnalare che con questo documento sonostati implementati gli studi attorno ad una nuovadisciplina teologica, molto importante nel XX enelXXI secolo: l’antropologia teologica.

3. Basti pensare alla lettera enciclica Pacem inTerris, rivolta a tutti gli uomini di buona volontà eai magnifici risultati raggiunti nel clima della fa-mosa Guerra Fredda tra U.S.A. e U.R.S.S.

4. Da notare come nel documento non vi siano ana-temi aperti o condanne tout court. Questa è statauna linea precisa adottata dai Padri: piuttosto dia-logo che scontro aperto con chi la pensa diversa-mente.

Page 6: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

6

Il senso cristianodel morireIl nuovo Rito delle Esequie

Il nuovo Rito delle Esequie è diventato obbligatorio a partire dal 2 novembre 2012. Per l’occasione vengono ripre-se da “La Vita in Cristo e nella Chiesa” (febbraio 2012), alcune piste di letture del liturgista Pietro Sorci, che ciaiutano ad accostare il Rito, in attesa di una presentazione più ragionata da realizzare con i presbiteri e i laici.

Il rinnovato rito delle Esequie, come è detto nellaPresentazione che i vescovi fanno della nuova edizione:- offre una più ampia e articolata proposta rituale a partire dal

primo incontro con la famiglia, appresa la notizia della mor-te, fino alla tumulazione del feretro;

- presenta una traduzione rinnovata dei testi di preghiera ri-portati nella editto typica, secondo le indicazionidell’Istruzione Liturgiam authenticam, delle letture bibliche edei salmi secondo la nuova versione ufficiale dellaConferenza Episcopale Italiana;

- integra i testi delle monizioni e delle preghiere presenti nel-la prima edizione con nuove proposte, attente alle diversesituazioni (visita alla famiglia, veglia, chiusura del feretro,preghiera dei fedeli, ultimo commiato);

- risponde con apposite indicazioni a nuove situazioni pasto-rali, in particolare per quanto concerne la questione dellacremazione dei corpi;

- provvede a suggerire nuove melodie per alcune parti dellacelebrazione.

C’è il rischio concreto tuttavia, come insegna l’esperienza, cheappena il nuovo rituale vedrà la luce si presti attenzione unica-mente alla cremazione e alla sua regolamentazione rituale, cheè sicuramente la novità più appariscente. Sarebbe un veropeccato e un’occasione sprecata per le nostre comunità.Il rituale infatti ha orizzonti più ampi. Nasce dal desiderio dirispondere al nuovo contesto culturale caratterizzato dallatendenza, accentuatasi negli ultimi decenni, a fuggire dal pen-siero della morte, quasi a volerla escludere dall’orizzonte delleconcrete esperienze.La morte ha fatto sempre paura all’uomo che si sente fatto perla vita, ma oggi si vuole rimuovere persino il pensiero dellamorte. È sotto gli occhi di tutti la rimozione o tabuizzazionedella morte, le cui cause complesse dagli studiosi vengonocollegati con la mercificazione della morte e dei rapporti uma-ni in genere, con il fatto che la morte non entra a far parte diuna concezione globale della vita che diventa essa pure insi-gnificante, con la concezione edonistica della società moder-na, con la tecnicizzazione del morire e del vivere (ospedalizza-zione, accanimento terapeutico, mercato della morte).Vediamo così che si muore spesso in ospedale o nelle case peranziani, lontani dalla propria casa e dai propri cari. Molte volteil defunto passa direttamente dall’ospedale al cimitero, scom-paiono in casa e nella città i segni del lutto, si impedisce aibambini di vedere i propri cari morti, si evita persino di nomina-re la morte, e anche la vecchiaia, ricorrendo ad eufemismi perindicarle.

E questo non è soltanto un dramma per chi muore, ma ancheun impoverimento per chi vive, che viene privato dell’umanissi-ma esperienza della morte dei propri cari, tirocinio alla propria.Anche se poi i mezzi di comunicazione lo spettacolo dellamorte si premurano di mettercelo continuamente sotto gli oc-chi, in diretta e in maniera spietata, con i quotidiani incidentistradali, ferroviari, aerei, marittimi e sul lavoro, i morti per dro-ga, i disastri naturali fortuiti o provocati dalla cattiveria o dal-l’insipienza umana, i terremoti, le alluvioni, le frane, gli attenta-ti, le stragi, le scene di guerra, i suicidi. E se essi lo fanno, vuoldire che ritengono di poter contare su un’audience tale da nonrisultare in perdita sul mercato.Queste situazioni, come avvertono i vescovi nella citataPremessa, tuttavia recano con sé anche una profonda doman-da di prossimità solidale e aprono a un’autentica ricerca disenso. L’azione pastorale della Chiesa in questa situazione èpiù che mai sollecitata ad annunciare la speranza della risur-rezione fondata sulla fede nel mistero pasquale di Cristo e aproporre un cammino di fede, scandito a tappe mediante cele-brazioni comunitarie, per aiutare ad affrontare nella fede e nel-la speranza l’ora del distacco e a riscoprire il senso cristianodel vivere e del morire.

› Il rito delle Esequie è sempre e in tutti i suoi momenti cele-brazione della morte e risurrezione di Cristo a cui il cristianogià in forza del battesimo è associato, a cui ha partecipato tan-te volte con l’Eucaristia, memoriale della Pasqua, farmacod’immortalità e pegno di risurrezione. Con la morte si compieanche per il corpo la sua conformazione a Cristo in vista dellarisurrezione. Nasce da qui l’esigenza di scegliere i testi piùadatti alle diverse situazioni del defunto e delle persone pre-senti al rito: le letture, le orazioni, l’omelia, le monizioni, i canti,i gesti.

› Una caratteristica del nuovo rituale è la rafforzata insistenzasulla celebrazione comunitaria che raccoglie i familiari, i pa-renti e gli amici anche se tante volte non credenti. Il rito vuolefavorire e facilitare in ogni modo l’accompagnamento del de-funto e dei suoi cari nelle varie fasi: visita alla famiglia, veglia,chiusura della bara, processione in chiesa, celebrazione delleEsequie nella Messa o nella liturgia della Parola, processioneal cimitero, sepoltura.Pur avvertendo che il contesto urbano oggi spesso non con-sente la realizzazione delle tre stazioni: in casa, in chiesa e alcimitero, il rituale le conserva come forma tipica, ossia comemodello di riferimento e criterio d’interpretazione.Il rito è celebrazione della comunità che accompagna un suo

(Continua alla pagina seguente)

Page 7: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

7

figlio all’estrema dimora e lo consegna all’abbraccio dell’as-semblea celeste. Spinge perciò a coinvolgere la comunità e asviluppare una variegata ministerialità: presbitero, diacono,lettori, cantori, ministranti, ma anche un ministero della con-solazione che non si esaurisca nella celebrazione ma si pre-sti ad accompagnare il defunto nel suo passaggio da questomondo e sostenga i familiari nell’elaborazione del lutto.

› Devono essere studiati e valorizzati tutti i suoi contenuti e lesua modalità. Quindi è necessario rendersi conto della sua ar-ticolazione e delle sue molteplici possibilità:• Celebrazione con le tre stazioni: Preghiera nella casa del

defunto: visita, veglia, chiusura della bara;• Celebrazione delle Esequie: processione alla chiesa, acco-

glienza in chiesa, celebrazione nella Messa o nella liturgiadella Parola con l’ultima raccomandazione e il commiato,processione al sepolcro, benedizione del sepolcro, deposi-zione.

• Celebrazione nella cappella del cimitero: accoglienza, cele-brazione nella Parola, processione al sepolcro, deposizione.

• Esequie dei bambini battezzati e non battezzati, con le trestazioni (in casa in chiesa, al cimitero) o con l’unica stazionenella cappella del cimitero.

• II caso della cremazione con i problemi che essa pone e levarie soluzioni: Esequie prima della cremazione - assoluta-

mente da preferire - e preghiere dopo la cremazione;• Esequie in presenza dell’urna cineraria (nel caso che non

sia possibile celebrarle prima della cremazione).• Preghiere al momento della deposizione dell’urna, con i tre

schemi sulle tematiche: del mistero pasquale e la risurrezio-ne; della città futura; della purificazione e messaggio di spe-ranza.

• Appendice II: salmi, orazioni, preghiere dei fedeli, litanie deisanti.

› Vanno sottolineati la ricchezza e la varietà dei testi come mo-nizioni, orazioni, preghiere dei fedeli per le diverse situazioni:giovane, adulto, persona anziana, impegnata nella vita cristia-na, morte improvvisa, incidente tragico, sacerdote, religioso,religiosa.

› Il rito va conosciuto e utilizzato infine in tutte le sue compo-nenti: letture brevi, lezionario, l’omelia, la professione di fede,che può essere proposta in casa, nella celebrazione o pressoil sepolcro, il canto, i ministeri, i simboli rituali (il velo posto sulvolto del defunto al momento della deposizione nella bara, lacroce, il cero pasquale presso il feretro, l’aspersione con l’ac-qua benedetta memoria del battesimo, l’incenso del corpo tem-pio dello Spirito, il sepolcro che richiama quello lasciato vuotodal Signore risorto).

Michele Carretta e Vincenzo BuonomoUfficio Liturgico Diocesano

“L’Anno liturgico: pellegrini nel tempo.Itinerario educativo alla sequela diCristo.” È stato questo il tema della 63maSettimana Liturgica Nazionale, svoltasinella diocesi di Mazara del Vallo dal 27al 31 agosto 2012. Come si comprende facilmente già dal ti-tolo del convegno, l’Anno liturgico è pri-ma di tutto un tempo per e con l’uomo;un tempo che permette all’uomo di nonsentirsi alieno a se stesso, agli altri e nelrapporto con Dio; un tempo che diventa«appuntamento nella storia e occasionedella gloria»(1) grazie all’incarnazione eredenzione di Cristo e che, nell’Anno

Liturgico, prende dentro di sè il credentee lo conduce a fare esperienza della se-quela Christi. Tale sequela non avviene all’interno diun ritmo ciclico, sempre uguale a sestesso, come nel concetto greco di kro-nos; al contrario, di anno in anno, di do-menica in domenica, giorno dopo giorno,il credente è chiamato a spogliarsi del-l’uomo vecchio per rivestirsi di Cristo, at-traverso le parole e i gesti dei misteri ce-lebrati.La liturgia, allora, diventa tempo favore-vole, luogo ed evento di salvezza per ilnostro oggi, cosi come ci fa pregare, ad

esempio, l’Inno Te Deum: “Degnati oggi,Signore, di custodirci senza peccato…” ocome nel Salmo 95: “Ascoltate oggi la vo-ce del Signore”; invito, questo, che non acaso risuona ogni giorno nella preghieradell’Invitatorio, come ha notato il priore diBose, Enzo Bianchi, nella sua relazione.Molto dense e significative le relazioni diMons. G. Busani, sull’importanzadell’Annuncio della Parola e della suacredibilità, e quella di G. Boselli, noto li-turgista e monaco di Bose, il quale haparlato del tempo quale luogo della sal-vezza alla luce della IV PreghieraEucaristica.

1. Così recita l’Inno dell’odierna Settimana Liturgica Nazionale.

L’ANNO LITURGICO:pellegrini nel tempo Riflessioni e risonanze di alcuni partecipanti

alla 63a Settimana Liturgica Nazionale.

(Continua alla pagina seguente)

(Continua dalla pagina precedente)

Page 8: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

8

Di particolare interesse, poi, la relazio-ne di Padre L. Brandolini, il quale si èsoffermato sulla centralità del misteropasquale nell’intero anno liturgico:ogni anno, la liturgia della Parola dellagrande Veglia Pasquale inizia con laproclamazione dell’antica creazioneraccontata nella Genesi, dove è Diostesso a creare il tempo per l’uomo.Cosi commenta Benedetto XVI: “Lacreazione viene presentata come unatotalità della quale fa parte il fenomenodel tempo. I sette giorni sono un’imma-gine di una totalità che si sviluppa neltempo. Sono ordinati in vista del setti-mo giorno, il giorno della libertà di tuttele creature per Dio e delle une per le al-tre. La creazione è quindi orientata ver-so la comunione tra Dio e creatura; es-sa esiste affinché ci sia uno spazio dirisposta alla grande gloria di Dio, un in-contro di amore e di libertà.”(OmeliaVeglia pasquale, 7 aprile 2012) Questospazio di risposta e di incontro diventail Dies Domini, la Domenica qualePasqua settimanale, in cui «la santaChiesa rende presente questo grandeevento nel quale Cristo ha vinto il pec-cato e la morte» (Annunzio del giorno diPasqua).Diventa necessario, allora, riappro-priarci dell’Anno Liturgico quale au-tentico itinerario dietro Cristo; esso, in-fatti, “è la sintesi straordinaria di tuttele ricchezze di Dio in noi. Per questonon bastano l’intera vita e le celebra-zioni successive degli stessi misteri dianno in anno per entrare a poco a pocovitalmente nel sentire di Dio.” (M.Gitton).

Diciamo spesso “Non ho tempo..” , co-sì cerchiamo erroneamente di distac-carcene, mentre abbiamo dentro il sen-so del tempo , dell’eternità e ci ribellia-mo alla morte perché non abbiamo ilsenso di Dio dove la morte non è inter-ruzione del tempo, ma passaggio obbli-gato per l’eternità.Il tempo di Dio è un tempo che Dio por-ta a termine, come una gravidanza cheinizia e si compie con il dolore del par-to.Ma non finisce con il parto perché ini-zia una nuova vita, per questo tutta lasacralità della liturgia tende alla mu-tazione del tempo cronologico in tem-po salvifico. Il tempo liturgico non è uncontinuo alternarsi di riti con il loro ini-zi e la loro fine, simile ad un palcosce-nico dove si montano e smontano lescene; il cristiano di oggi non è lostesso dell’anno prima anche con lamedesima liturgia. Pertanto anche sel’anno liturgico cronologicamente ini-zia con il tempo di Avvento e le ultimedomeniche dell’anno ordinario già par-lano dell’avvento della venuta diCristo, è un continuo cammino neltempo per avvicinarci sempre più allasalvezza.. Allora si potrà parlare nonpiù di ciclo liturgico, ma di ritmo litur-gico che ci forma; ed i nostri giorninon saranno più l’anticamera dellamorte ma confluiscono nella realtà ul-tima (l’eternità), laddove non c’è piùnostalgia del passato, in quanto si vi-vrà l’oggi di Dio.

NUOVA GUIDA LITURGICO-PASTORALE 2012-2013

> Un sussidio per i presbiteri e i laici> Per vivere in comunione l’Anno della Fede> Richiedila quanto prima presso la Curia Vescovile.

Ufficio Liturgico Diocesano

La Sacrosanctum ConciliumDocumento conciliare sulla Sacra Liturgia

“…primo frutto dello Spirito e primo dono del Concilio”

Incontro di formazione per Animatori e Cultori della Liturgia

Andria, 12 novembre 2012, ore 19,30presso l’Auditorium dell’Oratorio della Parrocchia S.M. Add. alle Croci

piazzale Gran Sasso

Relatore: S.E.R. Mons. Felice di MolfettaVescovo di Cerignola - Ascoli Satriano, Presidente CAl

(Continua dalla pagina precedente)

Un progetto di formazioneper i Formatori dei CatechistiL’Ufficio Catechistico Diocesano propo-ne, per l’anno 2012-2013, un progetto diformazione per i referenti parrocchialidella catechesi, finalizzato ad interiorizza-re e conoscere meglio i contenuti dellafede e mettere, così, i catechisti nellecondizioni di promuovere la tanto auspi-cata nuova evangelizzazione. Nuova nelsuo ardore ma anche nei metodi e nellasua espressione. La chiave sta nel fattoche chi propone l’annuncio di Cristo siaprofondamente unito a Lui e sia capace diutilizzare un linguaggio che senza tradireil significato profondo dei misteri della no-stra fede, sia comprensibile al mondo at-tuale. Ecco perché il progetto, proposto intre cicli formativi, con la collaborazionedelle Suore “Apostole della vita interio-re”, prevede la presentazione dei conte-nuti, l’illustrazione di tecniche di comuni-cazione, laboratori, esperienze di preghie-ra e momenti di condivisione.Gli incontri formativi si terranno pressol’Opera Diocesana “Giovanni Paolo II” esaranno così strutturati:Primo ciclo formativo (23-24 Novembre2012)1. L’esistenza di Dio - venerdì dalle ore

19,00 alle 21,00 (presentazione del con-tenuto; illustrazione delle tecniche dicomunicazione; laboratorio pratico)

2. Specificità del Cristianesimo - sabatodalle 17,00 alle 22,00 (presentazionedel contenuto; illustrazione delle tecni-che di comunicazione; laboratorio pra-tico; esperienza di preghiera (LECTIODIVINA); condivisione.

Secondo ciclo formativo (11-12 gennaio2013)

1. Gesù di Nazareth - venerdì dalle ore19,00 alle 21,00 (presentazione del con-tenuto; illustrazione delle tecniche dicomunicazione; simulazioni)

2. La Resurrezione - sabato dalle 17,00 al-le 22,00 (presentazione del contenuto;illustrazione delle tecniche di comuni-cazione; laboratorio pratico; esperien-za di preghiera (MEDITAZIONE); condi-visione.

Terzo ciclo formativo (12-13 aprile 2013)1. Chiesa e primato di Pietro - venerdì

dalle 19,00 alle 21,00 (presentazionedel contenuto; illustrazione delle tecni-che di comunicazione; laboratorio pra-tico).

2. Chiesa e Sacramenti - sabato dalle17,00 alle 22,00 (presentazione del con-tenuto; illustrazione delle tecniche dicomunicazione; laboratorio pratico;esperienza di preghiera (ADORAZIO-NE); condivisione.

Page 9: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

9

“Una fotografia della Catechesiin Italia”

don Gianni MassaroDirettore Ufficio Catechistico Diocesano

Si è tenuto ad Abano Terme nei giorni 4 e 5 ottobre, l’incontrodi chiusura dei Convegni Catechistici Regionali, vissuti damarzo a settembre 2012, sul tema del “Rinnovamento dellacatechesi di iniziazione cristiana”. All’incontro hanno parte-cipato circa 180 Direttori degli Uffici Catechistici Diocesani,condividendo riflessioni, approfondimenti e proposte.Ad introdurre i lavori è stato il Direttore dell’UfficioCatechistico Nazionale, don Guido Benzi, che ha sottolinea-to la grande importanza dei Convegni Catechistici, vissutinelle singole Regioni, in quanto sono stati eventi di graziache hanno superato di gran lunga ogni aspettativa. Hannomostrato un volto vivace della comunità catechistica nazio-nale. Alla luce, anche, dei dati offerti dai Convegni inizia orauna nuova stagione, ha affermato don Benzi. LaCommissione Episcopale per la dottrina della fede ha, infat-ti, avviato la fase della stesura di nuovi Orientamenti che,riaffermando il valore del documento di Base, “IlRinnovamento della Catechesi”, indichino le scelte pastoralidelle Chiese in Italia, per svolgere la loro missione nella pro-spettiva della Nuova Evangelizzazione.Nuova Evangelizzazione che, secondo il Prof. Don AndreaToniolo, Responsabile Servizio Nazionale ISSR della CEI, in-tervenuto nella mattinata del 4 ottobre, non vuole essere lariproposizione di modelli che hanno funzionato ma vuol direrisposta adeguata ai segni dei tempi, ai bisogni degli uominie dei popoli di oggi. Ma, ha proseguito il catecheta Prof. DonGiuseppe Ruta, la Chiesa trasmette la fede che essa stessavive e celebra. Non si può trasmettere il Vangelo senza ave-re alla base uno stare con Gesù, un vivere, nello Spirito conGesù, l’esperienza del Padre, e in modo corrispettivo ha con-cluso don Ruta, l’esperienza dello stare con Gesù sospingeall’annuncio, alla proclamazione, alla condivisione di ciò chesi è vissuto, avendolo sperimentato come buono, bello e po-sitivo.La mattinata del 5 ottobre attraverso gli interventi di donCarmelo Sciuto (aiutante di Studio UCN), don DionisioCandido (Responsabili Settore Apostolato Biblico UCN) eSuor Veronica Donatello (Responsabile Settore Disabili UCN)è stata finalizzata alla lettura dei Convegni Regionali indican-do alcune linee di impegno. I Convegni Regionali sono statiuna buona opportunità per discernere, valutare e promuovereuna serie di criteri che possano delineare il processo di rin-novamento della catechesi soprattutto nell’ambito dell’inizia-zione cristiana. I criteri di rinnovamento maggiormente emer-si dagli appuntamenti regionali sono i seguenti:

1. Bisogna operare una vera “Conversione Pastorale”. C’è laconsapevolezza di un cambiamento culturale che richiedenuovi stili di evangelizzazione. Si sono inceppati i mecca-nismi di trasmissione della fede. Da qui la necessità dipassare da una pastorale di conservazione ad una pasto-rale missionaria.

2. La priorità della catechesi degli adulti. Nove Regioni au-spicano che si dia più attenzione al coinvolgimento dellefamiglie nell’educazione di fede dei propri figli. Si richiedeun forte investimento sulla formazione e accompagna-mento degli adulti.

3. L’iniziazione cristiana deve lasciarsi ispirare dal modello ca-tecumenale che parte dal primo annuncio, promuove la pa-storale battesimale, si prende cura della personalizzazionedell’atto di fede e valorizza non solo i genitori ma l’intera co-munità chiamata ad annunciare e testimoniare il Vangelo.

Lo stato di salute invece della catechesi italiana è stato sinte-tizzato in otto slogans:1. La Chiesa Italiana è in “stato di evangelizzazione”;2. La catechesi in Italia cerca di stare al passo dei tempi;3. Non va trascurata la fatica di genitori, catechisti e sacer-

doti a cambiare prospettiva e fare in modo che si passi dauna catechesi finalizzata ai sacramenti ad una finalizzataalla crescita della vita di fede;

4. Vi è una diffusa domanda di convergenze e indicazioni. Siaspettano pronunciamenti ufficiali che diano orientamentichiari.

5. Il coinvolgimento delle famiglie nell’educazione dei figli èoggi più che mai indispensabile.

6. La cura della Pastorale Battesimale che costituisce unapriorità per la nuova evangelizzazione;

7. Va riscoperta la Domenica come il giorno del Signore edella Comunità;

8. La necessità della formazione. Alla quantità dei catechistinon sempre segue la qualità. Bisogna investire nella for-mazione e va curata in particolare la formazione dei for-matori.

A conclusione dell’incontro don Guido Benzi ha sottolineatoche forse nulla di particolarmente nuovo è emerso daiConvegni Regionali ma la novità sta nel fatto che questa vol-ta non lo abbiamo letto dai documenti ma è venuto fuori daiterritori, dalla base. Sotto la spinta dei nostri Vescovi, dobbia-mo ora proseguire nel cammino di rinnovamento della cate-chesi guardando non solo ai possibili frutti ma in primo luogoai “terreni” che costituiscono sempre e comunque una risor-sa da “lavorare e valorizzare”.

Gli esiti dell’incontro di chiusuradei Convegni Catechistici Regionali.

Page 10: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

10

Il prossimo 25 novembre la Chiesa Italiana celebra la GiornataNazionale di sensibilizzazione per il Sostentamento del Clero;è il momento di fare anche dei bilanci. In questo numero la ri-flessione riguarda la situazione generale italiana, con un arti-colo di Paola Inglese, articolo pubblicato sul numero di settem-bre di “SOVVENIRE”. Nel mese di dicembre vedremo l’anda-mento delle offerte in diocesi nel 2011.L’andamento delle nostre Offerte nei primi cinque mesi del 2012desta qualche sorpresa positiva. Il polso della raccolta è an-cora debole, ma meno di quanto si potrebbe pensare, vista laforte crisi di liquidità che le famiglie italiane affrontano. Al 20 maggio, secondo i dati dell’Istituto centrale sostentamentoclero (Icsc), la raccolta ha raggiunto 1,4 milioni di euro, dunquein flessione rispetto alla stessa data di un anno fa (1,63 milioni dieuro). Il numero di donazioni è passato da 25.114 a 22.243 (-11,4%). E se a maggio in particolare i contributi hanno persoquota, tuttavia è successo dopo un bimestre a sorpresa, unasorta di breve “primavera delle Offerte”, che a marzo e aprilehanno superato di slancio quelle di un anno fa.Vediamo in dettaglio. Maggio 2012: l’indice di fiducia dei con-sumatori era arrivato al minimo storico, mai così basso dal 1996secondo Istat. Sul fronte delle imposte c’era la scadenza dellaprima rata dell’Imu. «La forte contrazione della nostra raccolta,proprio in questo mese, le registra fedelmente» spiega PaoloCortellessa, responsabile del Centro studi e ricerche delServizio Promozione Cei. «Nel clima di prolungata incertezzache viviamo, il calo delle Offerte deducibili è fisiologico e soloin parte limitabile. Tuttavia la generosità di quanti le donano ènon comune, dettata da una convinzione profonda e radicata.Lo evidenzia l’importo medio donato, oggi a 63 euro: una cifranon trascurabile e solo di poco inferiore al passato». In altreparole, se la raccolta è scesa del -14,3% nel confronto 2011-2012, l’offerta media congiunturale ha ceduto solo il -3,3%.Interessante è anche l’exploit positivo a primavera.

Nell’andamento mensile delle donazioni emerge che se la rac-colta è stata condizionata dal cauto inizio d’anno e dalle sca-denze fiscali di maggio, tuttavia a marzo e a aprile le nostreOfferte sono state ben più di un anno fa. A marzo 3.624 dona-zioni, ad aprile 4.159, superando così rispettivamente le 2.961 e3.946 della scorsa primavera. Un’ulteriore conferma, in coincidenza dell’arrivo di Sovvenirenelle case, è che il trend torna positivo, e che i nostri lettorihanno non solo interrotto il calo, ma segnalato come invertirela rotta. Quanto sia fenomeno raro in questa fase economica,lo confermano i dati di una recente ricerca Gfk Eurisko: non so-lo la congiuntura attuale preoccupa gli italiani più di quella2008, ma in un anno sono cresciuti quanti si dichiarano “diret-tamente toccati dalla crisi economica”, dal 52% di settembre2010 al 67% di marzo 2012. E la percentuale di chi è disposto“ad aiutare gli altri” si è ridotta dal 42 al 32% degli interpellati.Dunque, la crisi finisce per evidenziare più di prima il sensocristiano del nostro gesto. Cioè che, rispetto ad altre forme diraccolta fondi, pur rilevanti, l’Offerta per il sostentamento con-tiene uno stile di annuncio, di comunione con i ministri dei sa-cramenti, che la rende difficilmente paragonabile.E in questo riavvio di anno, mentre i nostri 38mila preti dioce-sani sono alle prese con richieste d’aiuto sempre più numero-se, la loro gratitudine raggiunge in modo ancora più forte esentito quanti li accompagnano nella missione. Anche graziealle nostre Offerte, chi è più fragile e senza vie d’uscita sapràancora dove trovarli.Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalità:1. Conto corrente postale n. 578030092. Carte di credito: circuiti CartaSì chiamando il numero ver-

de 800.82.50.00 o Via internet www.insiemeaisacerdoti.it3. Bonifico bancario presso le principali banche italiane4. Presso l’Istituto diocesano sostentamento clero, o diretta-

mente o tramite le parrocchie.

OFFERTE POSTALI FINO A MAGGIO 2012 NUMERO OFFERTE IMPORTI in euro OFFERTA MEDIA

2011 25.114 1.635.480 65,122012 22.243 1.400.575 62,97VARIAZ. % -11.4% -14.3% -3,3%VARIAZ. ASSOLUTA -2.981 -234.905 -2,15

Numero delle offerte 2011/2012 – andamento mensile 2011 10.363 3.650 2.961 3.946 4.194 3.994 4.182 2.848 4.338 5.896 18.197 48.2932012 8.945 2.959 3.624 4.159 2.556 - - - - - - -

GENN FEBBR MAR APR MAG GIU LUG AGO SETT OTT NOV DIC

SOVVENIREalle necessità della CHIESAGiornata nazionale il 25 novembre

don Leonardo LovaglioResponsabile Servizio diocesano “Sovvenire alle necessità della Chiesa”

Page 11: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

11

DIO sa contare solo fino a UNOLa teologia vocazionale a servizio della cultura vocazionale/1

don Vincenzo Chieppavice direttore Centro Diocesano Vocazioni

L’Anno della Fede, anno di graziache stiamo vivendo insieme pervolontà dello Spirito e del nostropapa Benedetto, ci fa tornare alleorigini di un annuncio. Dio si è rive-lato e continua a manifestarsi, noncon uno scritto o con comanda-menti da rispettare, ma anzituttocon il Suo volto. È venuto ad abita-re in mezzo a noi perchè potessimoconoscerlo ed amarlo. Con la teo-logia della vocazione, vogliamoanche noi riflettere su come Egliriveli se stesso e chiami ogni chia-mato a riconoscersi nellaRivelazione.“Penso che la riflessione vocazio-nale ci dia un’immagine unica,fondamentale e caratteristica diDio. Il nostro Dio è un Dio cheeternamente chiama, e che nonpuò che chiamare. Le chiamatesono molteplici, tante quante sonole creature (di qui le vocazioni alplurale), ma è sempre identico iltratto essenziale, il Dio-che-chia-ma, e che è chiamante perchéamante (o chi-amante). Mi sem-bra dunque un genitivo sano, daglisviluppi fecondi e che nella diver-sità delle chiamate lascia intrave-dere non tanto le distinte realizza-zioni delle creature, ma i diversitratti dell’unico Dio, l’eternamente chiamante”. Esordisce così, p. Amedeo Cencini in un’intervista alCongresso latinoamericano sulle vocazioni del febbraio 2011.Una definizione di “teologia vocazionale” che giustifica la ne-cessità di definire il senso e il contenuto della chiamata, il suoobiettivo, per passare poi al significato di essa come ciò chequalifica il rapporto tra Dio e l’uomo, tra il chiamante e il chia-mato, indicandone poi, anche le ragioni per cui ogni chiama-to diviene chiamante dell’altro. Questo significa creare, in eper la cultura vocazionale, un valore oggettivo, delle convin-zioni intellettuali sullo stesso tema in chi vi aderisce. Una sor-ta di teoria, che aiuta a creare una mentalità corrispondente,nella collettività e nei singoli. Sarà utile, allora, durante que-

sto percorso, riflettere su alcunicapisaldi che costituiscono talementalità, per assaporare e far as-saporare, passo dopo passo, labellezza della vocazione… anchenei suoi contenuti! Soffermiamoci,in questo numero, anzitutto sui duesoggetti implicati in questo proces-so: Dio e l’uomo. La vocazione ci parla di Dio moltopiù e molto prima che del futurodell’uomo in questione o dellasua semplice autorealizzazione.Luoghi comuni ci fanno concen-trare spesso sul soggetto umano,perché “vocazione è ciò che tipermette di sentirti realizzato” o“vocazione è l’espressione pienadella tua umanità” e frasi del ge-nere. Dimentichiamo però che lavocazione svela l’uomo, quelloche è e quello che è chiamato adessere, in quanto manifestazionedi Dio. Perché la vocazione è an-zitutto rivelazione di Dio, è unmodo in cui dice un aspetto di Séa ciascuno dei chiamati: tantevocazioni per esprimere la com-plessità del volto di Dio. Un Dioche chiama perché ama, ci ricor-dava Cencini; un Dio amico del-l’uomo, perché interessato allasua vita e alla sua felicità, poiché

sa che, solo se realizzerà fino in fondo il Suo progetto, saràfelice. Ma è anche un Dio misterioso, che non possiamocomprendere tutto in una volta. Dio Mistero e non enigma,un Dio che desidera rivelarsi, farsi conoscere, vedere esentire, e non un Dio pieno di tenebre, nemico e ostile, in-capace di offrirci un senso alla nostra vita. Ecco l’identità,allora, del secondo protagonista di questa meravigliosa re-lazione: il chi-amato è colui che si stupisce in ogni momen-to del grande Dio-Mistero; anzi, è quel credente che cogliedi continuo il mistero del proprio io dentro il grande miste-ro di Dio, e si scopre sempre più parte integrante dello stes-so. Solo così, soprendendosi e fidandosi, scopre, si lasciacondurre e guidare da questa “luce gentile”. (1. Continua)

Conducimi tu, luce gentileconducimi nel buio che mi stringe;la notte e’ scura, la casa lontana,

conducimi tu, luce gentile.Tu guida i miei passi, luce gentilenon chiedo di venire assai lontano

mi basta un passo, solo il primo passo,conducimi avanti, luce gentile.

(J.H. Newman)

Page 12: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

EVAN

GELI

ZZAZ

IONE

12

ALLARGAREgli orizzonti della FRATERNITÀ Echi dell’esperienza dei giovani della parrocchia Sacro Cuore in Egitto

Sr. Anna Maria SgaramellaMissionaria comboniana in Egitto

“…ció che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo del-la vita, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annuncia-mo anche a voi,perchè anche voi siate in comunione connoi” (1Gv.1,1-3).

L’annuncio del Verbo della Vita, di Colui che é l’origine e il finedell’esistenza umana, vede il credente porsi in atteggiamentodi condivisione della propria fede, nella logica del dono totaledi sè - energie fisiche, intellettuali, affettive, spirituali- per la vi-ta del Regno. Sicuramente, l’“Ottobre Missionario” ci pone tali interrogativi:“Che cosa vuol dire Missione oggi? Quali le nuove sfide dellamissione? E: “Che senso ha essere Missionari in Egitto?” L’esperienza missionaria Comboniana in Egitto, sin dalle sueorigini, si è caratterizzata nell’esperienza di incontro con l’altro,con la cultura e la fede dell’altro. D.Comboni infatti, nel suo 1’“Arrivo in Cairo” scrive:

“ Il Cairo, comprende un milione e più di anima: ha quattro-cento e cinquanta superbe moschee con altrettanti elegan-tissimi minareti molti dei quali superano in altezza le torri diVerona; e fra questi, soltanto vi sono circa 4000 cattolici, etre chiese cristiane nelle quali fanno le loro funzioni i maro-niti, i copi, i greci, gli armeni, sicchè in due specialmente diqueste nasce una vera Babilonia. [...] È una cosa veramen-te compassionevole vedere questi popoli avvolti nella mise-ria, e nelle più grandi privazioni; eppure ringraziare ognigiorno Maometto che vuole così” (S.147; 165).

Daniele Comboni vive le dinamiche dell’essere pellegrino, stra-niero ai luoghi e ai modi di vita. Nel suo visitare il Cairo, è par-ticolamente colpito dalla moltitudine di gente che la popola,dalla diversita’ di culture e religioni. Nel suo sguardo attento al nuovo mondo, riconosce la profon-dità del senso religioso vissuto dai poveri e dai fedeli sia cri-stiani che mussulmani.Così aveva inizio il “servizio Comboniano” alla Chiesa e alla so-cieta’ Egiziana il cui impegno continua ancora oggi. Missione èdunque,– mettersi in relazione con la cultura dell’altro e con la fede

dell’altro; – è desiderio dell’altro; ricercare l’altro. Accogliere l’altro.– è divenire sempre più comunità interpellanti che provocano

la domanda sul senso della vita, su Dio chiamato nei suoi di-versi nomi.

– è ricerca di dialogo e volontà di stare assieme per un cam-mino di speranza, verso la costruzione del futuro.

Dialogo dunque con la cultura per riconoscere l’eterna presen-za di Dio amante della vita e compassionavole, come dice l’in-no del poeta Merisekhnet di epoca faraonica:

“ Hai svegliato tutte le cose venute in esistenzae le hai fatto vivere.Tu sei la loro protezione! Si volge a te il prigioniero, non ti invoca il malato? Le tue orecchie sono aperte per udirlie soddisfare il loro bisogno.Tu sei buono per ognunoTu pastore che conosci la compassione”.

In questo contesto di “ricchezza antica e nuova”, il gruppo deigiovani del Sacro Cuore ha avuto possibilita’ di riconoscere itratti del volto di Dio presente nella diversita’ di lingua, culturae religione dei fratelli incontrati per le strade del Cairo, nellerealta’ periferiche della citta’ e nell’emarginazione sociale deicentri per rigugiati sudanesi in Cairo. Decisamente la decisione di andare oltre i propri confini nazio-nali per venire in Egitto, il gesto di generosita’ nel mettere a di-sposizione tempo ed energie, il tentativo di affrontare disagivari, dicono anche il desiderio di allargare gli orizzonti dellafraternita’ facendo spazio all’altro nella propira dimensioneumana e di fede. Questa la lettura fatta da Egiziani e Sudanesi e gli echi lasciatinei giovani egiziani che hanno condiviso il cammino del grup-po del Sacro Cuore a Il Cairo. L’invito a ritornare in Egitto è stato rinnovato dalla comunita’sudanese come anche dai ragazzi ziballin (raccoglitori di im-mondizie) della periferia del Mokattam.L’augurio è che l’amicizia tra popoli, tra giovani andriesi edegiziani, possa tradursi sempre piu’ in una logica che porti aduscire da chiusure mentali, culturali ed ecclesiali, per una vitaspesa nella generosita’ e solidarieta’ con ogni fratello/sorella,vicvino o lontano che siano.Che il Signore benedica la missionarieta’ della Chiesa e in es-sa ciascuno di noi nella missione da Dio affidataci lì dove Lui cicolloca!Con affetto e gratitudine! Shalom!

Page 13: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

CARI

TAS

13

Quest’altra parte di Mondo

Provate ad immaginare il buio. È facile. Provate ad immaginare di percorrereuna strada piena di buche. Ora immaginate di trovarvi a bordo di un furgonci-no con altre dieci persone. Ora unite queste immagini e guardate fuori dal fi-nestrino. Ci sono strutture vagamente somiglianti ad abitazioni. Aggiungeteciche non sapete assolutamente dove state andando, né tanto meno cosa viaspetterà. Ed ora fermatevi ad un posto di blocco. Che ve sembra? Sono que-ste le prime immagini che mi hanno accolta in Africa. Un’unica sensazione:smarrimento! Io, quasi diciotto anni, catapultata in questa parte di mondo edora mi ritrovavo senza bagaglio e con due ore in meno di fuso orario. Una not-te di buon riposo mi permette di realizzare, al risveglio, che sono a Bonoua, unvillaggio di discrete dimensioni, non molto lontano da Abidjan, città più im-portante della Costa d’Avorio. Sono in compagnia di mio fratello e un gruppodi ragazzi di Pompei. Si parte subito nuovamente a bordo del furgoncino bian-co del Don Orione, questa volta però ho la possibilità di osservare cosa acca-de fuori dal furgoncino. Il colore della mia pelle è diverso da quello della folladi gente che popola le strade, da quella dei commercianti che, dietro le ban-carelle, vendono frutti della terra e da quello delle donne che sulla testa tra-sportano qualunque cosa in cesti enormi e dietro la schiena portano dei fa-gottini che sono i loro bambini. Non potevo vedermi osservare tutto ciò, mapenso di aver avuto gli occhi spalancati di una bambina che si affaccia dal fi-nestrino e la bocca aperta dello stupore. La destinazione è la ‘Maison dePadre Pio’, casa-famiglia nella quale abbiamo svolto alcuni lavori di manu-tenzione. Il volontariato si vive in modo immediato quando si ha la possibilitàdi entrare in contatto con l’altro. Così, nel pomeriggio, ci siamo recati al cen-tro, dove suor Jacqueline e un’altra sorella vivono come una grande famigliaassieme ad Abram, Ismael, Grace, Deborah e tutti gli altri: sono una ventinatra bambini e ragazzi. Appena entrati nel Centro, io e gli altri ragazzi del grup-po siamo rimasti impietriti. Dinanzi alla disabilità, il più delle volte ci si sen-te i muscoli molli e non si sa cosa fare. Questa sensazione mi ha riportata in-dietro nel tempo, al primo giorno di servizio svolto presso la cooperativa‘Trifoglio’ grazie al progetto della Caritas diocesana dell’AVS (Anno diVolontariato Sociale). E come allora ho avvertito l’esigenza di fare qualcosa.Di andare oltre la sensazione di disagio dovuta al sentirmi inutile. Perché inu-tili non lo si è mai! Può bastare molto poco: uno sguardo, una mano, un sorri-so, un gesto di disponibilità. Far capire che in quel momento sei lì solo per luio per lei, e basta! Dopo quella prima volta, fu sempre difficile dover salutare‘a famiglia di cui eravamo ospiti’ ogni volta che andavamo via. L’esperienzadell’Africa è arrivata quasi per caso, ma se mi guardo indietro mi viene dadire che nulla avviene per caso. Ed è questa la consapevolezza che si è raf-forzata in me nei diciotto giorni di permanenza lì. Diciotto giorni: forse pochi,forse tanti, sicuramente sufficienti per aprire gli occhi ed essere più critici inquesta parte di mondo, per non arricciare più il naso di fronte a certe cose,per non annoiarsi più costantemente di tutto, per cominciare a badare all’es-senziale. Il tempo necessario per affezionarsi e cominciare poi a ‘cercare unpo’ d’Africa in giardino’ come fa qualcun altro.

Itinerario di conoscenzadelle Associazioni di Volontariato

CAMMINARE INSIEMERiprendiamo il cammino di conoscenza delle Associazioni divolontariato e gruppi caritativi di ispirazione cristiana e di na-tura ecclesiale che compongono il variegato mondo della so-lidarietà nella nostra Diocesi.Questa è la scheda sintetica dell’Associazione “CamminareInsieme”, una associazione ormai storica nella vita socialedella Città di Andria.

SEDE E RECAPITIVia Bruno Buozzi, 4 – 76123 Andria (BT)tel. 0883.021438 - cell. 320.0417080e-mail: [email protected]

ATTIVITÀ E PROGETTIA.M.A. – (Auto Mutuo Aiuto) Circa 10 le copie di genitori didisabili, coinvolte in un percorso di Auto Mutuo Aiuto, conuna facilitatrice e una psicologa.ASSOCIAZIONISMO – Coordinamento delle associazioni di-sabili, 9 gruppi impegnati quotidianamente in attività e servi-zi rivolti alle persone disabili e alle loro famiglie.AUTISMO – Costituito il Gruppo Famiglie Autismo: un puntodi riferimento per famiglie, operatori e chiunque entra in con-tatto con patologie riguardanti lo spettro autistico. DANZATERAPIA – Laboratori per bambini e adolescenti disa-biliDiversaMente – (in collaborazione con la Caritas diocesana)La consultazione di una Biblioteca di circa 700 volumi e 950riviste, tesi di laurea, atti di convegni, con abstract e indiciinseriti in una banca dati informatica; Emeroteca: abbona-menti a riviste facilmente consultabili grazie alle schedaturedegli articoli; Videoteca: circa 150 dvd e cd-rom, tra film, do-cumenti e cortometraggi; ausili informatici e didattici: tutto adisposizione della cittadinanza, scuole, parrocchie.H.E.L.P. – Handicap e la Prima Comunicazione, una equipe digenitori e psicologi per intervenire a sostegno delle famiglieche ricevono la prima diagnosi di disabilità; numero telefoni-co dedicato a cui risponde una psicologa: 329.6486067INTEGRAZIONE SCOLASTICA – Costituito l’Osservatorio del-le Famiglie, numerosi gli incontri pubblici e le consulenze of-ferte ai genitori.LA SCUOLA DI TUTTI – Concorso di promozione e valorizza-zioni delle buone prassi di integrazione scolastica degli alun-ni disabili.SENSIBILIZZAZIONE – Incontri nelle scuole, nelle parroc-chie, presso altre associazioni.WWWPERTUTTI – Un centro per la Connettività sociale, unaLavagna Interattiva multimediale, postazioni informatichededicate a disabilità gravi, a non vedenti, con l’assistenza ditutor.

Chi può fare volontariato: non sono importanti titoli di studioe competenze, ma sono determinanti la buona volontà e lavoglia di incontrare il ”bisogno” per condividerlo e insiemeimpegnarsi per il suo superamento.5 x mille: 9 0 0 1 5 4 9 0 7 2 6Come contribuire: bonifico su c/c BPMiban: IT 59 U 05584 41340 000000000046

Fiorenza Moschettavolontaria AVS - Caritas

Volontariato in Africa

Page 14: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

CARI

TAS

14

La proposta formativa del Settore Adultidi AZIONE CATTOLICAPer un nuovo modello di formazione

Angela Pomo, Pinuccio Coratella, don Mimmo BasileResponsabili diocesani Settore Adulti AC

L’intreccio di fede e vita, Parola e storia èda sempre al centro della proposta forma-tiva di Azione Cattolica, anche per gliadulti. Pertanto, in linea con questa ideadi formazione che ci contraddistingue, ab-biamo ritenuto interessante la propostacontenuta nel libro di E. Biemmi Compagnidi viaggio. Laboratorio di formazione peranimatori, catechisti di adulti e operatoripastorali (Edizioni Dehoniane Bologna). Siamo partiti dalla esigenza emersa du-rante gli incontri di verifica del lavorosvolto in Associazione dello scorso annoe dalla condivisa constatazione che l’at-tuale proposta catechistica è per granparte legata ai ragazzi e la maggioranzadelle energie disponibili viene finalizzataalla sacramentalizzazione dei piccoli,e cheinvece sia opportuno ed urgente riguarda-re agli adulti, visto che la mancanza di unavera ministerialità catechistica nei loroconfronti, costituisce una delle principalicarenze della chiesa italiana.L’obiettivo dell’itinerario proposto è quel-lo di preparare figure adulte in grado disvolgere con competenza il ministero del-l’evangelizzazione e della catechesi degliadulti. La proposta formativa ha operatouna scelta di campo molto evidente: met-tere in atto una formazione specifica alcompito di animazione ed accompagna-mento degli adulti, senza occuparsi dellaformazione ai principali contenuti di fede.

Si tratta di un modello che si discosta daquello più diffuso di formazione ai ministe-ri della Chiesa che mira normalmente afar assimilare una serie di informazioniteologiche semplificate, in una logica dicomunicazione che può essere definita “acascata” dall’alto al basso: specialista,catechista, destinatario, con una perditaprogressiva in profondità. È questo, infat-ti, un modello di formazione come infor-mazione che trascura l’essere del cate-chista, i suoi atteggiamenti più profondi,la sua esperienza di vita e di fede e lo la-scia totalmente sguarnito e acritico ri-spetto all’esercizio del suo ruolo.Il laboratorio fa invece propria la sceltadi formazione come trasformazione pren-dendo a carico le tre dimensioni dellapersona (l’essere, il sapere e il saper fa-re) e mira quindi, non tanto a far accumu-lare conoscenze e competenze o a far di-ventare sapienti circa un determinato ar-gomento o settore, quanto a rendere con-sapevoli le persone, in grado di conosce-re se stesse, la realtà in cui vivono e ca-paci di progettazione pastorale. Offre lar-go spazio all’esperienza dei partecipantiche viene considerata una risorsa indi-spensabile e un vero “luogo teologico”.Una formazione che prende in considera-zione l’esperienza dei partecipanti diventadi conseguenza personalizzata, centratasui soggetti e non sul gruppo indistinto.

Resta infine da segnalare - e questo èprobabilmente il valore maggiore, ma an-che la più grande difficoltà - la necessitàirrinunciabile di lavorare in equipe, diprogrammare, attuare e verificare semprein gruppo. Questo progetto non ‘sopporta’l’azione di un singolo formatore.L’esigenza è di uno sguardo complemen-tare per una relazione di aiuto che richie-de diversificazione e rapporti personali:chi educa nel campo della fede non do-vrebbe mai dimenticare che la sintonia diun gruppo di adulti, con competenze estatuto ecclesiale differente (laiche e lai-ci, religiose e religiosi, presbiteri) è la pri-ma e massima testimonianza di Chiesaper delle persone chiamate a lavorare inessa per la promozione della fede adulta.Nei giorni di Lunedì 14 e Martedì 15 otto-bre, si è tenuto il primo modulo formativopresso la Biblioteca Diocesana, con lapartecipazione di circa 40 persone, che sisono lasciate coinvolgere e che hannoespresso lusinghiere valutazioni sul meto-do e sui contenuti. Il secondo modulo èprevisto per la prima decade di gennaio,e, come per il primo, è aperto non solo airesponsabili e animatori dei gruppi Adultidi Ac, ma anche a chi svolge funzioni dianimatore di altri gruppi o a coloro che,d’intesa con i Parroci, vogliono formarsinella prospettiva di guidare gli Adulti inpercorsi formativi.

UNA STRAORDINARIA ESPERIENZAPartecipare, invitati dagli amici del Punto Pace di Andria, alviaggio, dal 13 al 17 settembre u.s., “Sui passi del Concilio perun rinnovato impegno di cittadinanza”, è stata per noi una stra-ordinaria esperienza e un’occasione di gioiosa fraternità condi-visa con gli amici del Punto Pace di Ivrea e, in particolare, conmons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito e già presidente di PaxChristi. La sua calorosa accoglienza ci ha stupito quanto la ap-passionata testimonianza di padre conciliare e ispiratore di al-cune esperienze comunitarie, segno del rinnovamento concilia-re, come la “Casa di Abramo” di Ivrea, esperienza ecumenica di

accoglienza agli stranieri, la “Fraternità di Nazareth” diZinzolano e la fraternità carmelitana di Lessolo, che abbiamopotuto visitare. Visitando la comunità monastica di Bose, abbia-mo poi vissuto una giornata straordinaria di dialogo ecumenicotra il Priore Enzo Bianchi e l’arcivescovo di Canterbury, primatedella Chiesa Anglicana, conclusasi con una eccezionale conce-lebrazione eucaristica. Il viaggio si è concluso visitando a Torinoi luoghi della “italianità”, nonchè dei due santi torinesi,Giovanni Bosco e Giuseppe Benedetto Cottolengo.Un grazie sentito ai responsabili del Punto Pace di Andria perl’occasione offertaci e per il lavoro, umile ma tenace, svoltoper la promozione della pace nel mondo.

Grazia e Riccardo Musaico - Andria

Page 15: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

MOV

IMEN

TI

15

Gli 80 annidel Movimento Ecclesiale d’Impegno culturale

Saverio SgarraPresidente MEIC di Andria

Caro MEIC, raccontare i tuoi 80 anni inpoche righe è impresa velleitaria oltreche impossibile. Ripercorrere la tuastoria civile ed ecclesiale è, infatti,co-me ricordare una grande e importanteparte della storia del nostro Paese edella Chiesa italiana. Per esempio èricordare che la nostra democrazia sifonda sulla “visione intelligente”di uo-mini e donne che ti appartennero, chequella “visione”non solo raccontarononel Codice di Camaldoli ma anche fe-cero diventare terreno d’incontro doveil nostro Paese trovò la sua unità soli-dale, inscritta nella nostra CartaCostituzionale.Per esempio è ricordare il tuo contri-buto alla sua crescita, al suo radica-mento e alla sua difesa, specie neimomenti più critici in cui sembrò chepotesse vacillare sotto i colpi di poteriocculti mafiosi e terroristici, con ap-porti cospicui di pensiero, di presenzae vigilanza fino al martirio di A. Moro eV. Bachelet.È, per esempio, ancora ricordare il nu-cleo dell’intuizione che, idealmente,collega gli anni dei laureati cattoliciagli anni del MEIC e che qualifica latua appartenenza alla grande famigliadell’Azione Cattolica come avanguar-dia missionaria per il mondo della cul-tura e delle professioni: l’evangelizza-zione delle culture non sta prima o do-po l’inculturazione ma in un processocircolare e perciò il dialogo non è unoptional buonista ma una sfida dovero-sa; il dialogo,richiamando un efficacepasso di Lazzati, lungi dall’essere unasorta di diluente dell’identità cristianane è un costitutivo quando vi è unaadeguata consapevolezza che lo sfor-zo della mediazione culturale “difficilee rischioso che sia risponde ad una in-trinseca esigenza della Verità cristiana

che chiede di essere sempre incarna-ta per diffondersi e toccare ogni formadi verità”.Da ciò, caro MEIC,la tua ecclesialitàun po’ “inquieta” non perchè turbatao disturbata ma perchè, cosciente del-la distanza che corre tra profezia e re-altà, a volte con impazienza ma sem-pre con Speranza si rivolge dal “già”al “non ancora”,”al molto di più”.Anche per questo tuo “carattere”, ilmodo migliore forse di festeggiare iltuo compleannoè assumere il tuo pas-sato, più che come motivo di orgoglioe soddisfazione per quanto è stato giàfatto, come carica e sfida per il futuro.E ciò è specialmente necessario oggiperchè il nostro Paese sta richieden-do, come già fece nel dopoguerra, alMEIC e a tutta la Chiesa italiana, conuna domanda diventata ormai emer-genza ineludibile, “una nuova genera-zione di cattolici impegnati in politi-ca” capace di rinnovarla radicalmente“ come maniera esigente di viverel’impegno umano e cristiano al serviziodegli altri sottraendola alla lussuria delpotere, preservandola dall’adulteriocon i corrotti, rendendola inossidabilealle esposizioni lusingatrici del dena-ro” consolidandola nella legalità e re-stituendola finalmente alla simpatiadella gente (don Tonino Bello).Ancor più oggi siamo chiamati, caroMEIC, a misurarci, come facesti neglianni del post-concilio, con la parola-chiave “responsabilità” intesa essen-zialmente come risposta a una voca-zione e a un carisma che portano consè la missione a porre primaria atten-zione al proprio tempo da “cittadinidegni del Vangelo” che vivono la fededa laici adulti, ma non superbi, comefinestra aperta a tutte le persone checercano spazio per una riflessione se-

rena e pronta a portare le ragioni dellapropria Speranza,”con mitezza e ri-spetto,con una coscienza retta”(1Pt3,15-16).Ancora oggi c’è bisogno del tuo “ ca-rattere ecclesiale” fedele alla “lezio-ne”del Concilio Vaticano II, che fu perte, caro MEIC, evento fervido di comu-nione, di attenzione e partecipazionee, allo stesso tempo, espressione,sempre carente, di una spiritualità chesi nutre della Parola di Dio edell’Eucaristia, della simpatia e deldialogo con le fatiche e le speranzedegli uomini del proprio tempo e del-l’impegno teologico, vissuto in compa-gnia dei Pastori e partecipando allavita della Chiesa locale, per una fedeche cerca, che pensa, che riflette.Buon compleanno, caro MEIC, e altricento di questi anni.

UCID(Unione Crstiana Imprenditori e Dirigenti)

INCONTRO-DIBATTITO

24 novembre 2012 - ore 17,00presso l’Auditorium

della parrocchia Gesù Liberatorevia Capurso, 1 - Canosa di Puglia

“Il Concilio Vaticano IIe le realtà economiche”

RELATORE:

don Luigi RennaRettore del Pontificio Seminario

Regionale “Pio XI”

Buon compleannoMEIC

Page 16: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

MOV

IMEN

TI

16

A SCUOLA“nessuno escluso”Un’iniziativa del Movimento Studenti di Azione cattolica

Claudia D’avanzo e Enrico PomoSegretari diocesani MSAC

Driiin! Da diverse settimane siamo tornati a sentire le campanelleche trillano all’inizio, tra un cambio e l’altro delle ore di lezione, allatanto attesa ricreazione ed anche alla fine della giornata scolastica. Abbiamo ripreso il nostro ritmo, riacquisito la nostra professione distudenti impegnati, ritrovato le scritte sui banchi, rivisto i volti asson-nati e ripreso a sorridere assieme ai nostri colleghi, ma non è tutto…È anche ricominciata la frenetica attività del circolo diocesano“Alberto Marvelli”del MSAC, Movimento Studenti di AzioneCattolica. Il circolo è composto da tutti noi studenti di AC che abbia-mo la passione per lo studio e per la scuola. A noi piace vedere lascuola come palestra di vita e di democrazia. Ma come ci si esercita in questa palestra? Sollevando i pesanti tomidella Divina Commedia? Sfogliando le pagine spesse del codice ci-vile? No! In questa bella palestra ci si allena con la partecipazione eil dialogo. Questo è il nostro stile, ed è proprio con stile che il MSACinaugura l’anno associativo proponendo un evento a dir poco stra-biliante: una festa!Pensiamo sia il modo migliore per iniziare l’anno: sì, proprio com’ èimportante la colazione di prima mattina, utile per caricare le batte-rie e affrontare al meglio la giornata! Insomma, vogliamo coinvolge-re tutti i nostri amici studenti: i più “ganzi”, i timidi e i chiacchieroni;il nostro desiderio è quello di instaurare un dialogo con tutti, ma pro-prio tutti, in particolar modo con coloro che passano a volte inosser-vati come i nostri compagni stranieri. Non siamo poi tanto diversi!

Se anche tu hai naso, bocca, occhi, gambe, braccia e orecchie co-me noi allora ritieniti invitato. Siete tutti in lista: NESSUNO ESCLUSO! Perciò non mancareall’OKTOBERFEST MSAC. L’evento è caratterizzato da alcuni momenti di riflessione e formazio-ne accompagnati da una band che eseguirà brani di famosi gruppimusicali, infine non potrà mancare un gioioso e spensierato momen-to di condivisione in pieno stile MSACchino. Tale evento, attraversol’aiuto di esperti e di associazioni impegnate sul territorio vuole of-frire un dialogo costruttivo e risolutivo ai problemi legati all’inte-grazione e ai diritti (spesso negati) del “non italiano”, secondo lalegislazione italiana, all’interno della scuola e più i generale dellacittà. Crediamo che la presenza di studenti stranieri nelle scuole ita-liane non debba essere considerata un limite, ma una risorsa percrescere e migliorare insieme: ecco perché vogliamo imparare aguardare il mondo non solo con le lenti della nostra cultura, ma con-frontandoci con chi proviene da civiltà differenti dalla nostra ed ècresciuto con usanze diverse. Vorremmo che questo evento porti inognuno di noi un arricchimento personale, una spinta in più ad apri-re i nostri orizzonti ed ampliare le nostre vedute. Pertanto vi invitia-mo calorosamente a partecipare all’OKTOBERFEST MSAC –“Nessuno escluso”, la festa degli studenti e per gli studenti, organiz-zata da studenti, martedì 13 novembre alle ore 18.30 presso l’IstitutoTecnico Economico Statale “Ettore Carafa”.

Pax Christi sta producendo un mediometraggio sulla figura di donTonino Bello, in occasione del ventennale della sua morte che ricorrerànel 2013. La regia è affidata al regista Edoardo Winspeare.Si tratta di un progetto entusiasmante che vede coinvolto tutto il movi-mento di Pax Christi, ma che vorrebbe coinvolgere tutti coloro chehanno condiviso le idee di don Tonino, anche sostenendo i costi di rea-lizzazione del docufiction. Una partecipazione dal basso nello stile chefu proprio di don Tonino, capace di organizzare la gente con una mo-dalità semplice ma efficace, perché autentica. Il lavoro che si sta preparando evidenzierà il percorso di don Toninosui temi della Pace, in particolare come presidente di Pax Christi e sa-rà incentrato su due grandi sfide: l’economia e la politica. Sul tema dell’economia s’intende valorizzarne il pensiero, l’azione pa-storale e sociale, sia sul piano della denuncia nei confronti di un mo-dello economico ingiusto e fuori controllo, che dell’annuncio: auspiciodi un radicale cambiamento dei modelli di sviluppo, che possa riporta-re al centro di ogni scelta l’uomo. Per ciò che attiene il tema della politica, ci si ispirerà a quanto don

Tonino stesso affermava: “perché nasca un nuovo ordine di giustizia edi pace dobbiamo accendere, con quella della pietà, la lampada dellapolitica, intesa come maniera esigente di vivere l’impegno umano ecristiano al servizio degli altri”.Partecipa anche tu alla realizzazione del film, sentendoti “produttore”di un lavoro cinematografico che potrà essere utilizzato come stru-mento educativo per i giovani e di riflessione per gli adulti e, al tempostesso, contribuirai a sostenere il movimento Pax Christi nella sua in-sostituibile attività di educazione alla pace. Affinché ciascuno possa sentirsi protagonista di questo progetto èpossibile donare qualsiasi importo, ma, con un contributo minimo di ?50,00, il tuo nome comparirà tra gli adottanti all’interno del cofanettodell’audiovisivo e nei titoli di coda.Adotta un fotogramma per don Toninoconto corrente: IT 50 D 05018 02800 000000149209presso la filiale di Banca Etica di Firenze - beneficiario: “Pax Christi”causale: “contributo docufiction”Per info e comunicazioni: [email protected]

Messaggio urgente del Punto Pace di Andria a tutti coloro che, sacerdoti e laici,hanno conosciuto e voluto bene a don Tonino e credono che la sua memoria possa essere annuncio di speranza per il nostro tempo.

ADOTTA UN FOTOGRAMMA PER DON TONINO

Page 17: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

DALL

E PA

RROC

CHIE

17

Per una rinnovatatestimonianza di fede

Intervista a don Giannicola Agresti,parroco della parrocchia San Francesco d’Assisi

Maria Teresa AlicinoRedazione “Insieme”

L’Anno della fede sarà occasione pertutti i fedeli di comprendere più pro-fondamente il fondamento della fedecristiana. In che modo, voi sacerdoti,potete guidarli in questo cammino?

Quest’anno, l’Anno della fede indetto daPapa Benedetto XVI sarà un’occasionepropizia per sollecitare tutti i battezzatia comprendere che il fondamento dellastessa fede è l’incontro con Gesù Cristorisorto. Come inizio è importante pren-dere coscienza che la fede è un donoda parte di Dio. Segue la formazione nelcammino di fede, attraverso l’ascoltodella Parola di Dio che diventa orienta-mento per le scelte di vita cristiana.Molte volte ci si sofferma più “sul fare”come risposta immediata alle domandeche la società ci pone. Tale mentalità hafatto dimenticare che ciò che motival’agire del cristiano ha come fondamen-to Cristo Gesù e le sue parole. Il Papa

stesso, nella lettera apostolica, orientaad “intensificare la riflessione sulla fe-de per aiutare tutti i credenti in Cristo arendere più consapevole e a rinvigorirela loro adesione al Vangelo”.

L’inizio dell’Anno della fede viene fattocoincidere con il 50° anniversario del-l’apertura del Concilio Vaticano II.Come diffondere il messaggio concilia-re nella sua comunità?

Diffondere il messaggio del ConcilioVaticano II significa ritornare a vivere la“primavera della Chiesa”. Riscoprirecome, attraverso le quattro costituzioni,veri pilastri del Concilio, la Chiesa si po-ne in dialogo con il mondo contempora-neo affrontando alcune delle sfide deltempo.La Chiesa riscopre la sua missione, co-me risposta al mandato di Cristo Gesùed esce fuori dalle sagrestie. Pertanto,è importante aiutare la comunità a leg-

gere e ad approfondire i contenuti deidocumenti conciliari, nonché il signifi-cato ecclesiale del Vaticano II.

L’Anno della fede coincide anche con il20° anniversario della promulgazionedel Catechismo della Chiesa Cattolica.Come farlo conoscere, in particolare aicatechisti della sua comunità?

Il Catechismo della Chiesa Cattolicaesprime attraverso i suoi contenuti unanorma sicura per l’insegnamento dellafede. La catechesi illumina la fede edorienta nelle scelte della vita. Pertanto,i catechisti sono chiamati a collaborarenell’annuncio della fede, devono perprimi compiere con il proprio sacerdoteun cammino di approfondimento. Infine,mi auguro che quest’anno non sia vis-suto solo come momento celebrativo edesteriore, ma sia per tutti motivo di cre-scita nella gioiosa riscoperta e rinnova-ta testimonianza della fede.

S…CARTANDO E COMUNICANDOdon Vito Miracapillo

È un gioco di n. 40 carte-messaggi, utile a scuola, a casa, in parrocchia,destinato a ragazzi, giovani e adulti, che vuole sviluppare presa di coscienza,creatività, comunicazione e impegno.I messaggi sono otto per ogni continente (associazione puramente casuale).I continenti sono stati scelti come sfondo per una conoscenza degli stessi,attraverso i colori che li identificano e per favorire l’educazione alla mondialità.Il gioco segue il percorso: scegli – rifletti – comunica – rispondi.Si può realizzare individualmente, in forma meditativa, scegliendone uno acaso ogni giorno e approfondendone il senso, o in gruppo, per affrontare uno opiù temi, stimolare la partecipazione, il racconto e il dialogo, motivareconsapevolezza e testimonianza di vita.Il suo utilizzo proficuo è affidato alla fantasia del singolo o alla effettivapreparazione dell’animatore su tematiche di riferimento.

Buon divertimento a tutti!

Chiesa S. Francesco D’Assisi - Andria

Page 18: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

DALL

E PA

RROC

CHIE

18

Le nostre COMUNITÀnell’ANNO della FEDEProgramma d’iniziative nella 1^ Zona Pastorale

Lorenzo ColiaSegretario 1^ Zona Pastorale-Andria

“Tutta l’azione pastorale della Chiesa ha una forte valen-za educativa, dall’annuncio della Parola alla celebrazioneliturgica alla testimonianza della carità, poiché medianteil loro continuo esercizio il credente è progressivamenteconformato a Cristo”. È da questa affermazione, tratta dalProgramma Pastorale Diocesano 2011-2013 “DIO EDUCAIL SUO POPOLO”, che il Consiglio Pastorale Zonale riuni-tosi il giorno 8 ottobre u.s., dopo una breve ma esaustivarelazione del nostro Vicario Generale, ha iniziato un co-struttivo dialogo tra i convenuti, per delineare possibiliiniziative pastorali zonali in questo secondo anno di at-tuazione del Programma Pastorale Diocesano e per l’an-no della fede. Un primo interrogativo, che ci si è posti, è come conciliarel’anno della fede con il prosieguo della realizzazione delprogramma diocesano e si è giunti alla conclusione chenon esiste antitesi tra le due attenzioni che siamo tenuti aconseguire in questo momento, ma anzi si integrano per-fettamente, perché educare alla vita buona del Vangelo erecuperare il valore della Chiesa come madre e maestra, èanche istruire alla fede e all’incontro con una persona cheè Cristo Signore. Certi della naturale partecipazione a tutti gli appuntamentidi formazione, liturgici e spirituali proposti a livello dioce-sano, nella ricerca di iniziative pastorali circoscritte allaZona, ci siamo posti come principale obiettivo quello dinon accavallare e quindi ostacolare e stravolgere il lavorogià programmato nelle singole parrocchie, ma presentareprogetti, accumunati da un unico filo conduttore ed aventiun itinerario in comune, da realizzare in ogni singola comu-nità parrocchiale. Ci si è resi conto che occorre riscoprirela Chiesa cosi come il Concilio Vaticano II l’ha voluta, lega-ta sì alla tradizione, ma è importante porre una nuova tra-dizione dell’essere Chiesa oggi e uscire da certi schemi delpassato e mettere dei punti fermi che possano diventaretradizione adeguata al nostro tempo. Abbiamo deciso quindi di consolidare quelle attività chegià si svolgono nelle nostre comunità partendo dalla LectioDivina, che in questi ultimi anni si va sempre più afferman-do come punto stabile dei programmi parrocchiali, e dive-nire quindi una nuova possibile tradizione frutto dellaChiesa di questo tempo. Tenendo presente le indicazioniche il Papa ci offre nella Lettera Apostolica “Porta fidei”,si è ritenuto affiancare alla già citata Lectio Divina, la ri-

scoperta del primato della preghiera attraverso la Liturgiadelle Ore, facendo gustare questa antica preghiera dellaChiesa; inoltre, sottolineare l’importanza dell’Eucarestiaanche attraverso l’Adorazione eucaristica; i modi ed i tem-pi più opportuni per realizzare questo, è lasciato all’inizia-tiva di ogni comunità parrocchiale. Per concludere, il Consiglio Zonale, suggerisce un’ultimaproposta, da attuarsi però a livello diocesano, ed è quelladi organizzare un pellegrinaggio a Roma, avvalendosi del-la collaborazione di don Lello Iacobone, membro delPontificio Consiglio della Cultura, che ha curato in primapersona gli scavi delle catacombe di San Sebastiano. Così come è riportato anche nel Programma PastoraleDiocesano, la parrocchia prima ancora di realizzare pro-getti e di stilare splendidi programmi pastorali, deve farsicomunità accogliente, soprattutto verso i più fragili edemarginati; ci si augura di poter realizzare comunità par-rocchiali che facciano crescere, nelle persone, il desideriodell’incontro con il Cristo.

Page 19: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

19

VOLONTARI:uomini per gli uomini

Intervista ad Emanuele,volontario di Casa Accoglienza

Filippo Galentinovolontario di Casa Accoglienza

Emanuele, 33 anni, elettricista di Andria, ha iniziato il suo volon-tariato 10 anni fa e in questi anni ha visto tante cose che molti ra-gazzi della sua età nemmeno immaginano. Gli ho fatto un po’ didomande, per capire meglio questo mondo, quello del volontaria-to, così poco conosciuto, così in ombra eppure così importantenella nostra società.

Ciao Emanuele. Partiamo definendo il concetto di base: in cosaconsiste essere volontario?Essere volontario significa dedicare parte del proprio tempo, del-le proprie energie e dei propri sentimenti ad una causa che si ri-tiene importante. Nel nostro caso, come volontari presso la Casadi Accoglienza “S.M. Goretti” di Andria, la causa è quella degli“ultimi”, uomini e donne che vivono un disagio economico e so-ciale.

C’è un, seppur minimo, ritorno economico nel fare il volontario?Nel nostro caso assolutamente no. Siamo, appunto, volontari.Piuttosto (mi dice con un sorriso) ci si rimette qualcosa.

Qual è stato il momento più difficile in questi dieci anni?Inverno 2007: a dicembre c’è stata una grande nevicata ed èscattata l’emergenza freddo. Abbiamo portato soccorso alle tan-te persone rimaste al gelo nei casolari abbandonati disseminatinella campagna andriese. Pur avendo molti viveri con noi, questinon bastavano mai, perché le persone che si affacciavano sul-l’uscio dei casolari erano tante, troppe. Abbiamo provato quasiun senso di impotenza. C’erano uomini che non avevano scarpee camminavano a piedi nudi nella neve (noi, con i nostri scarpo-ni imbottiti, avevamo già i piedi ghiacciati) e alcuni in stato di as-sideramento. Le situazioni critiche che abbiamo trovato sono sta-te tantissime. Pochi giorni dopo l’emergenza neve, un tragico epi-logo: la morte per assideramento di un ragazzo marocchino chefrequentava Casa Accoglienza e che avevo conosciuto personal-mente molto bene. Era un ragazzo molto tranquillo, non avevamai dato disturbo a nessuno. Il suo nome era Salah, aveva solo41 anni, e oggi “Salah” è il nome dell’associazione di volontaria-to che presiedo. Nel suo nome riuniamo tutti gli uomini e le don-ne che hanno perso la vita a causa del disagio e nel suo nomeportiamo avanti il nostro impegno nell’aiutare chi è nella stessatragica situazione.

E invece il momento che ricordi con più gioia?Quando andiamo con i rifugiati, ospiti delle strutture di CasaAccoglienza, a giocare a calcio: è un momento di grande gioiaper tutti. Se le danno di santa ragione ma lo fanno sempre conspirito allegro. Anche se solo per un paio d’ore a settimana, li ve-do divertirsi ed essere felici. È uno di quei momenti in cui pensidi essere riuscito a fare qualcosa di buono per gli altri e per testesso.

Hai mai pensato di abbandonare tutto?Qualche volta sì, perché si accavallano troppe cose, tra impegnipersonali di lavoro e impegni del volontariato. I pensieri diventa-no tanti e di conseguenza anche il timore di mancare o sbaglia-re in qualcosa. A volte poi le richieste di alcuni ospiti si fannotroppo pretenziose e pressanti e pensi che questo non sia giusto,dato che c’è tanta altra gente che non può ricevere nemmenoquesto aiuto di base. Subito dopo però, torna la voglia di conti-nuare ad impegnarmi perché, come spesso ripeto ai miei amici,“ciò che mi frega è il fatto che mi piace fare tutto questo”.

Cosa senti di dire ad un giovane della tua età che non conosceCasa Accoglienza, il mondo del volontariato e tutti i disagi chevive la gente che incontri?Che già avere la possibilità di poter frequentare la scuola ed ac-cedere al sapere è una grande cosa, oggi come oggi molto tra-scurata. Molti non immaginano nemmeno quale sia la realtà cheaffrontano alcuni uomini e vivono solo per se stessi, legandosi acose di poca importanza (un telefonino, una serata da “sballo”) eignorando i veri problemi. Problemi che spesso interessano an-che le loro stesse famiglie, senza che loro se ne rendano conto.Quindi invito loro ad avvicinarsi a questa realtà, a guardarla per-lomeno, per capire con quanta difficoltà si affrontano anche lecose che riteniamo più scontate, come mangiare a pranzo e acena. Vengano a vedere quanto valore abbia non solo un benemateriale ma anche il bene che viene trasmesso a chi non può ri-ceverne da nessuno.

Cosa pensano i tuoi familiari di questa tua scelta? Hai mai avu-to problemi con familiari, o persone che ti sono accanto, per viadel tuo essere volontario?Nessun problema, ciò che ho fatto l’ho sempre scelto io e chi miconosceva si aspettava che io potessi intraprendere una stradadi questo tipo. Da quelle amicizie che non conciliano con questomio modo d’essere mi sono allontanato già dai tempi dell’orato-rio, in modo naturale. Quindi il mio essere volontario non mi creanessuna mancanza nei confronti delle persone che ho mantenu-to accanto a me.

Avrei un’ultima domanda per Emanuele ma decido di non farglie-la. Avrei voluto chiedergli se avesse un sogno riguardo la sua at-tività di volontario. Non gliela faccio perché conosco già la rispo-sta, perché è il sogno di tutti coloro che impegnano parte dellapropria vita nell’aiuto degli altri. Il sogno è che arrivi un giorno incui non ci sia più bisogno di loro, un giorno in cui ogni uomo pos-sa vivere una vita perlomeno degna di essere chiamata tale.“Colui che salva una sola vita salva il mondo intero”, c’è scrittonel Talmud Babilonese. Ogni giorno, i volontari come Emanuelesalvano il mondo intero. Per ringraziarli, sarebbe nostro doverenon lasciarli soli o perlomeno ricordarci che esistono.

Page 20: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

20

“Datemi cinque miliardio l’Europa diventerà nera”Il viaggio di Karim, partito dal Ghanae arrivato nelle nostre case

Filippo Galentinovolontario di Casa accoglienza

“Sono nato a Wenchi, in Ghana, 21 anni fa, primo di sette figli.Quattro anni fa è iniziato il viaggio che mi ha portato fino adAndria.Perché sono partito? Perché volevano uccidermi”

Bastano già queste prime parole a farmi capire che quella chesto per ascoltare sarà una storia molto forte, la storia di Karim(nome di fantasia).

“A Wenchi avevamo una terra che mio padre coltivava col nostroaiuto. Quando mio padre è morto, la famiglia della terra vicinavolle impossessarsene con la forza. Era impossibile evitare cheaccadesse, erano armati e più forti di noi. Nei loro piani, io dove-vo essere ucciso. Ero il più grande della famiglia e se avesserofatto fuori me non avrebbero avuto più nulla da temere perché ifratelli più piccoli si sarebbero sottomessi. Avevamo ormai persola nostra terra e se fossi restato lì avrei perso anche la vita.Provai ad andare a Kumasi ma anche cambiando città non pote-vo essere al sicuro: mi avrebbero cercato, trovato, ucciso. Nonpotevo far altro che scappare, dovevo lasciare il Ghana, solo fuo-ri dalla mia nazione sarei stato al sicuro. Salito su un bus, ho at-traversato il Burkina Faso fino ad arrivare in Mali. Avrei volutofermarmi e vivere lì, non troppo distante dal mio paese e dallamia famiglia, ma dopo tre mesi son dovuto ripartire. In Mali nonc’era lavoro e così mi sono trasferito in Niger. Anche qui perònon c’era futuro: la grande povertà e i continui colpi di stato ren-devano il Niger un luogo troppo pericoloso, soprattutto per glistranieri. Squadre di ribelli erano pronti anche ad uccidere pur diderubare uno straniero dei suoi miseri averi. Il viaggio dovevaproseguire”. È difficile avere un’immagine definita di ciò cheKarim mi sta raccontando, le paure, le angosce, le difficoltà in-contrate. Ma è ancora più difficile da immaginare ciò che miracconta dopo.“Dopo cinque settimane in Niger, sono salito su una <macchinadel deserto> (una sorta di furgone scoperto) alla voltadell’Algeria. Eravamo più di trecento persone distribuite su cin-que di queste macchine. Alla guida c’era un <capo> che cono-sceva la strada e per trasportarci aveva preteso l’equivalente dicirca 120 euro da ognuno di noi”.Sono i trafficanti di uomini, vere e proprie strutture organizzate,che tra il 2010 e il 2011 hanno portato migliaia di africani dalleregioni centrali ai paesi del Maghreb che si affacciano sulMediterraneo approfittando anche dell’instabilità dovuta ai pri-mi moti della cosiddetta “primavera araba”.“Ad un certo punto il <capo> ci ha fatti scendere, ha detto cheandava a cercare acqua e che sarebbe tornato per dissetarci.Non tornò mai più. Eravamo abbandonati nel deserto, a piedi,senza acqua e senza nulla da mangiare. Ci siamo messi in cam-mino, non potevamo restare lì. Dovevamo camminare, solo cam-

minare. Abbiamo camminato per cinque giorni e cinque notti,senza dormire, senza bere, senza mangiare, solo con brevi pau-se di circa trenta minuti per riposare. Se ci fossimo fermati sa-remmo morti di sicuro”.

Cinque giorni senza cibo e senz’acqua, cinque giorni di ininter-rotto cammino. Gli chiedo più volte conferma di ciò che mi stadicendo, non lo ritengo umanamente possibile, va al di là di ogninostra immaginazione. Karim mi conferma che questo è stato eche anche altri ragazzi che ora vivono ad Andria possono con-fermare questa cosa avendola vissuta anch’essi.

“Ho visto due persone morire durante il cammino e chissà quan-te altre hanno fatto la stessa fine. Siamo così finalmente arrivatiin Algeria, completamente stremati. La polizia algerina ci ha por-tati nella prigione per profughi a Janet dove siamo stati per unmese e mezzo. Ci hanno poi chiesto se qualcuno volesse tornarenel proprio paese ma molti, come me, nel proprio paese non po-tevano più tornare, saremmo andati incontro alla morte. Così sia-mo stati trasferiti a Tamanrasset, in un’altra prigione, dove siamorimasti per quattro settimane. Da lì ci hanno portati a Tinzaouten,al confine col Mali e ci hanno lasciati liberi. Anche lì, pagando,abbiamo trovato delle <macchine del deserto> guidate da algeri-ni che sapevano come evitare i controlli della polizia e che cihanno trasportato, dopo un viaggio di cinque giorni, in Libia, aGhat. Appena arrivati alcuni di noi sono stati arrestati. Io ed altriinvece siamo riusciti a proseguire per Sabha su dei camioncini incui eravamo stipati come sardine, con dei teloni che creavanouna sorta di doppio fondo per nasconderci dai controlli della po-lizia. In realtà era tutto ben organizzato: noi pagavamo gli autistie loro pagavano la polizia per evitare i controlli. In questo modosi arrivava a Tripoli.A Tripoli abbiamo trovato enormi difficoltà e inizialmente abbiamodormito per strada. Di lì a poco la battaglia di Gheddafi contro iribelli di Bengasi si sarebbe fatta più cruenta e molti di noi sonostati costretti ad arruolarsi nell’esercito di Gheddafi, armati di fu-cile e mandati ad ammazzare ed ammazzarsi senza nemmeno sa-pere il perché”.

L’Europa aveva abbandonato Gheddafi, i patti per bloccare iflussi migratori venivano così meno. Gheddafi metteva così inatto la sua minaccia fatta ad agosto 2010 nella sua visita aRoma: “datemi cinque miliardi o l’Europa diventerà nera”.

“Decine di barche, direttamente fornite da Gheddafi, erano pron-te a salpare dal porto di Tripoli cariche di africani provenienti daipaesi sub-sahariani. Individuati tra noi coloro che sapesserocondurle, ne assegnavano uno per ogni barca e poi le riempiva-no di persone, fino all’inverosimile, dicendoci che potevamo farrotta verso l’Italia. Su una di quelle barche c’ero anch’io”.

Page 21: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

21

Il FEDERALISMO,una riforma da rivedereBasta al malcostume e alla corruzione nella politica

Maria Teresa CoratellaRedazione “Insieme ”

Gli scandali politici e finanziari che dalla Regione Lazio, pas-sando per la Lombardia, dilagano nel resto d’Italia, indignanoe sconfortano l’opinione pubblica stretta nella morsa della cri-si economica. Il malcostume e la corruzione emersi in questiultimi tempi in varie Regioni italiane rappresentano l’ennesimadimostrazione che la questione morale e lo sperpero del de-naro pubblico sono, per l’Italia, un problema di sistema, e nonsemplicemente il vizio di alcuni settori della politica.È superfluo parlare di quella pletora di consiglieri, assessori esagome dell’avanspettacolo che indegnamente siedono sugliscranni dei diversi consigli regionali, provinciali e comunali.Colpa dei partiti che hanno assecondato per convenienze elet-torali la formazione di una classe politica locale spesso inde-cente. Piuttosto gli eventi di cronaca impongono una riflessione sullalegge costituzionale n. 3 del 18.10.2001, di riforma del Titolo Vdella Costituzione, che ha consentito un massiccio sposta-mento di potere dal centro alle periferie, senza controlli effi-caci. Le spese pazze delle Regioni ne sono il frutto malato.Lontano dai riflettori, puntati piuttosto sui costi e i privilegi delParlamento, sono proliferate piccole caste locali.Spregiudicate e fameliche, hanno responsabilità gravi, quelladi aver ridotto la politica, nel punto in cui dovrebbe essere piùvicina ai cittadini, alla gestione di interessi personali, talvoltadi veri e propri comitati d’affari. Le Regioni, per parlare dell’en-te locale più importante, sono diventate macchine amministra-tive man mano sempre più pesanti, più attente all’attività di ge-stione e sempre meno ai controlli. Per i potentissimi governa-tori regionali il federalismo legislativo ha aperto l’età del-l’oro. Il paradosso italiano è che, col trasferimento di numero-se competenze dal centro alla periferia, ci si attendeva unosnellimento dell’amministrazione centrale e dei ministeri, chenon c’è stato. Le spese locali si sono raddoppiate, triplicate, quadruplicate, aseconda del numero dei consiglieri, dei dipendenti regionali daassumere, delle spese di rappresentanza dei Presidenti e del-le Regioni, queste ultime “necessarie” per lanciare l’immaginee i prodotti della regione in tutto il mondo. Per non parlare delcospicuo patrimonio immobiliare accumulato dalle Regioni.Alla fine dell’anno si presenta la nota riepilogativa delle spe-se, senza disturbarsi di dover esibire alcuna ricevuta. Molteregioni del Sud sono state governate in modo scellerato, an-che se la progressiva elefantiasi le ha colpite tutte, facendonecentri di potere volti all’assunzione di quanta più gente possi-bile, pena il consenso elettorale. Analogamente per leProvince: non servono, ma se ne sono create di nuove.

L’utilizzo disinvolto dei fondi pubblici da parte dei Consigli re-gionali induce a ripensare la riforma in senso federale dellostato, nel senso di rafforzare l’apparato di prevenzione e disanzione. È evidente la fragilità di una certa retorica federali-sta che ha visto nella riforma del Titolo V la panacea per i pro-blemi italiani. In realtà l’organizzazione dello stato e l’autono-mia delle regioni sono state disegnate senza un adeguato si-stema di contrappesi. S’impone una revisione del sistema del-le autonomie che deve accompagnarsi a un vasto disegno diriforma istituzionale e amministrativa che abbia tra i suoi prin-cipali obiettivi quello di eliminare la parcellizzazione dellecompetenze e delle responsabilità, fattore primario di paralisiper l’azione pubblica. In secondo luogo va ristabilito un siste-ma uniforme di controlli di legittimità sugli atti delle Regioni edelle autonomie locali, che non vuol dire tornare al centrali-smo, ma controllare. La diffusione della corruzione impone di creare un sistema co-ordinato, più snello, dai comuni ai vertici dello Stato. E nellapubblica amministrazione, dopo una lunga stagione di spoil sy-stem, con i dirigenti scelti da chi governa, occorre seleziona-re la classe dirigente secondo il merito. E per evitare radica-menti di potere, va imposta l’alternanza dei dirigenti pubblici, ascadenza certa. Si è creduto di migliorare la macchina statale, decentrando etrasferendo agli enti locali maggiori competenze. Così non èstato, perché la corruzione tanto al centro quanto in periferiaè una piaga culturale italiana, un problema di mentalità.Accentramento o decentramento del potere non sono pensa-bili senza adeguate leggi ad hoc anticorruzione e soprattuttoseveri da controlli.

Page 22: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

22

FORUM di FORMAZIONEall’impegno SOCIALE e POLITICOA scuola di democrazia: un itinerario formativoche ci sfida alla responsabilità e alla partecipazione

Raffaella Rosa Ardito Segreteria Forum

La politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristianoal servizio degli altri

Paolo VI, Octogesima Adveniens, 46

Dopo due cicli triennali, che hanno reso il Forum presenza stabi-le nel programma diocesano, il Forum di formazione all’impegnosociale e politico della nostra Diocesi propone un nuovo itinera-rio formativo. Il progetto è partecipato e supportato dall’Associazione Cercasiun fine, che è insieme un circuito di scuole e un periodico di for-mazione politica, e, nel rispetto delle peculiarità territoriali, pre-sentato anche a Genzano (Roma) e Caserta, le due nuove scuoledella rete nonché le prime fuori regione a condividere la proposta.Da dove partiamo? Dall’oggi. Dalla crisi di sistema che coinvolgepolitica, partiti, istituti di partecipazione tutti, le relazioni tra eco-nomia e finanza, economia e politica, insomma da questo sistemacosì debole che ha bisogno di “tecnocrati” e che, nonostante tut-to, sembra non riuscire a sterzare prima che la rivolta si facciapiù minacciosa. La democrazia è in crisi? È un dato condiviso e acquisito. Perchélo è? È solo colpa degli altri, dei dirigenti? Il Forum biennale didemocrazia intende indagare su cause, origini della crisi, parten-do da una conoscenza più profonda del termine in discussione. Dopo la comprensione c’è la proposta di nuovi modelli possibiliper rinnovarla e favorire la cittadinanza attiva e poi ognuno èchiamato all’azione lì dove vive, ogni giorno, in ciascun ambiente.Non dobbiamo accettare che la nostra sia una società liquida,come ormai siamo abituati a sentirla definire.La nostra diocesi ha una forte tradizione di impegno formativoed è da qui che intendiamo ripartire. Dalla formazione. Perché leconquiste valoriali, come la democrazia, non siano ritenute as-sodate, ma siano conquiste costanti, da abitare e riscoprire gior-no dopo giorno, anche nel rispetto della dinamicità degli uomini,del mondo e dei suoi fenomeni. Sale della terra, ecco come siamo chiamati ad essere presenza,e come se non partecipando?

Gli incontri di formazione avranno luogo il sabato pomeriggio,secondo il calendario che segue, e ognuno durerà tre ore. Questoprimo anno dell’itinerario affronterà il tema della democrazia edel potere, offrendone diverse letture; il secondo approfondiràcome coniugare democrazia e partecipazione nelle realtà locali.Sarà rilasciato agli iscritti un attestato di partecipazione utile an-che alla richiesta di riconoscimento di crediti formativi. Il diretto-re didattico e scientifico del Forum è il reverendo e decanodell’Università Gregoriana di Roma Rocco D’Ambrosio.

PROGRAMMA - I ANNO

Forum biennale di Democrazia

17 novembre 2012: Il potere: angelo o diavolo?don Mimmo Natale, parroco e direttore Ufficio Pastorale Sociale e delLavoro – Diocesi Altamura-Gravina-Acquaviva

24 novembre 2012: Democrazia: chi, dove, quando?prof. Rocco D’Ambrosio, decano dell’Università Gregoriana di Roma,direttore delle Scuole di Cercasi un Fine

1° dicembre 2012: Buone pratiche di democrazia dott.ssa Pasqua Demetrio, Sociologa - ricercatrice sociale

15 dicembre 2012Laboratorio: Dal compromesso alla MediAzione

12 gennaio 2013Cure per una democrazia in crisi:partecipazione, innovazione, trasparenzaprof. ass. Guglielmo Minervini, Docente, Assessore Regione Puglia

26 gennaio 2013: Cultura: soldi, potere e idee

9 febbraio 2013: Beni comuniprof. Luigi De Pinto,Docente di Filosofia e Psicologia presso la Facoltà Teologica Pugliese

23 febbraio 2013Laboratorio: Una città a misura di ognuno

9 marzo 2013Dal mio al tuo, dal nostro al vostro: il bene comune oggiMons. Prof. Luigi Renna,Rettore del Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI” di Molfetta

16 marzo 2013Lavoro: cercarlo, crearlo

6 aprile 2013: Diritti storti nei paesi democraticidott. Giuseppe Mastropasqua, magistrato presso il Tribunale di Bari

20 aprile 2013Laboratorio Cittadini in cerca d’autore: da attori a registi

5 maggio 2013: Legalità: cercare il giusto dove non c’è?Incontro con un testimoneGiornata conclusiva dell’anno formativo delle Scuole -Incontro con un testimone(assemblea annuale dell’Associazione, consegna degli atte-stati, presentazione dei progetti in cantiere)

(Continua alla pagina seguente)

Page 23: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

23

Raccolta differenziataad Andria e Canosa

Una rivoluzione ambientale ma anche culturale

Aldo LositoGiornalista di Teledehon e collaboratore di “Insieme”

È sicuramente una svolta epocale perAndria e Canosa. La raccolta differen-ziata “porta a porta” ha cambiato lemalsane abitudini di andriesi e canosiniregalando grandi benefici ambientali.Una rivoluzione costata tanta fatica edun mare di polemiche, ma alla fine lanuova raccolta dei rifiuti sta entrandonella quotidianità con eccellenti riscon-tri a due mesi dall’avvio.Una premessa è d’obbligo: la raccoltadifferenziata non ha colori politici ma vafatta per salvaguardare il futuro dellenuove generazioni, visto che ormai i ri-fiuti indifferenziati stavano sommergen-do le città, inquinando la nostra vita.Merito quindi all’amministrazione dicentrodestra che governa Andria e aquella di centrosinistra che guidaCanosa. Avranno pure proseguito deiprogetti già avviati dai loro predecesso-ri, ma agli attuali amministratori vaascritto il coraggio di aver intrapresoun’operazione costosa ed innovativa.Un coraggio che è stato subito premia-to con risultati positivi come il 62% ad

Andria (che aveva il 6% ad agosto scor-so). Percentuali importanti anche se imanifesti affissi per Andria parlano solodel 54% quando invece i dati diffusi dal-la Regione rimarcano il 62%. Perchéquesta incongruenza? Forse per mante-nersi su livelli più bassi e poi dimostra-re in futuro un’ulteriore crescita del da-to percentuale? Se così fosse, sarebbe-ro sottigliezze comunicative che in que-sto momento di crisi diffusa, è meglioevitare perché la gente ha bisogno di ri-trovare la fiducia nelle istituzioni.Le stesse istituzioni sono chiamate adun costante lavoro di informazione ededucazione sulla raccolta differenziata.Anche se il nuovo servizio sta entrandopian piano a regime, c’è la necessità ditenere alta la soglia di attenzione e diqualità sulla situazione, per eliminaregli ultimi (si spera) atti d’inciviltà da par-te di quelle persone che preferisconoviolare le norme per gettare nelle cam-pagne circostanti i sacchetti di spazza-tura indifferenziata. Serve ancora infor-mare così come bisognava farlo prima

dell’entrata in vigore del nuovo servizio.Una lacuna su cui si è polemizzato tan-tissimo e che è stata colmata soprattut-to con lo spirito collaborativo che haaccomunato i cittadini andriesi e cano-sini.Il polistirolo dove va conferito? E il su-ghero? Tante domande, scambi di con-sigli utili e anche dibattiti che si sonoaperti e continuano ad aprirsi nei con-domini e tra vicini di casa, disposti adaiutarsi per superare le difficoltà delmomento. A supporto anche un numeroverde e facebook avviati dall’ammini-strazione comunale di Andria per sod-disfare tutte le esigenze della popola-zione. La gente sta capendo come diffe-renziare non fa bene solo all’ambientema eleva anche culturalmente l’immagi-ne della città. La rivoluzione è partita:dopo i problemi iniziali stanno arrivandole prime soddisfazioni. I cittadini aspet-tano sconti sulla Tarsu (Tassa rifiuti), mala vera sfida futura sarà portare sul ter-ritorio le strutture in grado di trasforma-re questi rifiuti differenziati.

Educhiamoci e lasciamoci educare con passione, secondo ilnostro programma pastorale 2011-2013. Interroghiamoci in-sieme sul come essere fedeli, amare gli altri, essere solidaliattraverso la politica, la partecipazione, il tenere a cuore ilproblema dell’altro che, come ci ricorda don Milani, non è di-verso dal mio. Quali parole se non queste di don Tonino Bellopossono, meglio e più di altre, richiamare ciascun fedele alproprio impegno:

Ricordatevi che una delle forme più esigenti, più crocifisse epiù organiche dell’esercizio della carità è l’impegno politico. La parola di speranza la traggo da un passaggio splendidodella Gaudium et Spes che parla della politica come “arte no-bile e difficile” (n. 86). Anzitutto, arte.Il che significa che chi la pratica deve essere un artista. Unuomo di genio.

Una persona di fantasia. Arte, cioè programma, progetto, ap-prendimento, tirocinio, studio. In secondo luogo, arte nobile.Nobile, perché legata al mistico rigore di alte idealità.Nobile, perché emergente da incoercibili esigenze di rogres-so, di pace, di giustizia, di libertà.Nobile, perché ha come fine il riconoscimento della dignitàdella persona umana, nella sua dimensione individuale e co-munitaria.In terzo luogo, arte nobile e difficile.Difficile, perché le sue regole non sono assolute e imperiture.Arte difficile, per il credente soprattutto, che ha il compito, piùche di menar vanto della sua ispirazione cristiana, di trovarequelle mediazioni culturali che rendono credibile il suo impe-gno politico. (da Mistica arte. Lettere sulla politica, di ToninoBello).

(Continua dalla pagina precedente)

Page 24: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

24

A partire dalla riforma scolastica in atto nel Comunedi Canosa di Puglia, con la nascita di IstitutiComprensivi, l’assessore alle Politiche scolastiche,educative e del tempo libero della città, il prof.Sabino Facciolongo, ci propone una riflessione.

Parlare di scuola può risultare, in questo periodo, ripetitivo ea volte anche stucchevole. Troppo spesso infatti se ne discu-te e purtroppo non sempre in senso positivo. Molte volte, in-fatti, se ne mettono in evidenza le disfunzioni e la sempre mi-nore presa sulla società, tanto forse da giustificare agli occhidel legislatore, tagli che derivano da una valutazione sul suoeccessivo costo, collegato (va da sé) al fatto che la si consi-dera (sempre probabilmente) solamente un centro di spesa,sostanzialmente inutile. Tant’è, però, se ne parliamo così tan-to significa che essa è ancora percepita come una importan-te componente della società e, nonostante tutto, ancora for-se come una parte irrinunciabile nella formazione dei citta-dini. Questo almeno da parte di chi ne parla, a proposito o asproposito.Ciò detto, nessuno può nascondersi che la scuola pubblicaitaliana stia oggi vivendo una delle fasi più travagliate deisuoi 150 anni di storia. Raramente, infatti, si ricorda una fasecosì lunga di riforme, rifacimenti, discussioni come quellaodierna. Neppure nel mitico ‘68, laddove si discuteva del suoruolo nella società e dei suoi rapporti interni, mai sostanzial-mente se n’era messa in discussione l’utilità o, peggio, l’esi-stenza come invece le riforme contemporanee paiono fare, amio avviso. Si potrà obiettare che la scuola, per sua stessa definizione,è sottoposta al cambiamento o all’evoluzione per permetter-le di svolgere appieno il proprio ruolo: certamente! A pattoche non se ne valuti l’impatto sulla società in termini esclusi-vamente monetari, cosa impossibile per qualsiasi istituzioneculturale. In tal caso, infatti, tanto varrebbe abolirla in favoredi un’istruzione di tipo diverso, più elitario ed economicamen-te redditizio: una sorta di “istruzione on demand”. Scelta legit-tima ma diversa da quella che in un secolo e mezzo di storiail nostro Paese ha fatto, con risultati che potremmo definireegregi. E se quest’ultimo aggettivo ai molti che oggi conside-rano l’apparato scolastico italiano poco più che una zavorraeconomica può sembrare azzardato, basti leggere quantoscrivono illustri pedagogisti contemporanei sul livello di pre-parazione degli studenti italiani, che saranno magari menoabili nei test psicoattitudinali o nelle prove a risposta rapidarispetto ai loro colleghi stranieri ma la cui capacità di appro-fondimento analitico degli argomenti ed eclettismo culturalehanno pochi rivali nel mondo.Lodare esclusivamente le eccellenze della scuola italiana,tuttavia, non ci porterebbe molto lontano se contemporanea-mente non ne analizzassimo anche le lacune. Troppo spesso,infatti, i nostri studenti si trovano di fronte ad insegnanti poco

motivati, il cui operato è autoreferenziale e quasi mai sottopo-sto a controllo. Ancora troppo spesso le lezioni si svolgonosenza l’ausilio degli indispensabili supporti didattici multime-diali che gli studenti posseggono a casa ma di cui non posso-no usufruire a scuola, oppure in strutture edilizie più adatte adun museo del costume che ad un luogo di apprendimentocontemporaneo. Il risultato di tutto ciò è quello di aumentareil divario che separa psicologicamente i nostri ragazzi, abitua-ti a ben altri standards di vita, dall’istituzione scolastica. Questo solo per citare due delle questioni più evidenti che af-fliggono il pianeta scuola oggi. Ora però corre l’obbligo di chie-dersi: di fronte a problemi come questi quale rimedio si propo-ne? Si continuano ad umiliare gli insegnanti con stipendi dafame (a ricordo di quando la Scuola era per davvero il “refu-gium peccatorum” dei laureati senza mestiere) o, peggio, conl’aumento unilaterale dell’orario di lavoro (a compensi invaria-ti) come si farebbe con un qualsiasi lavoratore a cottimo (contutto il rispetto per quest’ultimo, che svolge però un’opera deltutto diversa); non si investe a sufficienza nell’innovazione enell’edilizia scolastica preferendo farlo magari negli arma-menti ipertecnologici o, peggio, negli aiuti di Stato a bancheche per la società ormai fanno sempre meno. Completa il quadro, infine, il ruolo delle famiglie. Infatti, il sa-crosanto diritto acquisito del genitore alla cogestione del per-corso formativo del figlio ha aperto il varco a sempre più pe-santi intromissioni e sovrapposizioni col ruolo dell’insegnante,sempre più spesso vilipeso e sminuito sulla base di una quasicontinua difesa d’ufficio dell’operato dello studente, figlia diquella sostanziale svalutazione del ruolo sociale del docentedi cui si parlava prima, oltre che del fatto che ormai esso nonpuò costituire più un modello per il rampollo, guadagnandoquello che guadagna o peggio, svolgendo il mestiere che svol-ge.Date le premesse, c’è dunque di che temere sulla sopravvi-venza della Scuola italiana, che così sembrerebbe avviata suuna china difficile da risalire. Tuttavia, sono convinto checon una attenta, ma davvero attenta, revisione delle criticità;con un’analisi puntuale dei bisogni, con un adattamento deiprogrammi di studio, in modo da renderli efficaci e coerenticol mondo contemporaneo, a tale china è forse possibile met-tere un freno. Si tratta, però, di interventi che necessitano ditempo e studio; elementi in evidente contrasto con la impel-lente esigenza di fare cassa e ridurre gli sprechi rubricando laScuola a mera voce di un bilancio economico sempre più di-sastrato.

La Scuola oggi fra riformee conti da quadrare

Page 25: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

25

Un contenitore culturale per la cittàI lavori di ristrutturazione dell’ex mattatoio ad Andria

Maria Teresa AlicinoRedazione “Insieme”

L’ex mattatoio comunale, sito tra via Ausonia e via DonRiccardo Lotti, diventerà un contenitore culturale. Il qua-dro economico dei lavori è pari a 3 milioni e mezzo di euroe la consegna degli stessi lavori, contrattualmente, è pre-vista dopo 365 giorni. L’Amministrazione Comunale ha voluto realizzare in questosito una struttura teatrale, adibita ad auditorium, che potràcontenere almeno 150 spettatori. Il manufatto storico, di li-mitata ampiezza volumetrica, potrà essere destinato ad ac-cogliere gli ambienti connessi a quelli propri della sala tea-trale come: la sala prove per artisti (laboratori teatrali), labiglietteria, la sala d’ingresso e gli spazi connettivi. La sa-la con il palcoscenico, i camerini, i servizi, i depositi e i lo-cali tecnici saranno realizzati in una nuova struttura in ce-mento armato, prevalentemente interrata, ubicata nell’areaposta sul retro dell’ex macello. Con il progetto di recupero si otterrà un’integrazione tra ilcostruito storico, che verrà preservato in tutti i suoi aspet-ti storico-architettonici, e la nuova struttura, che sarà limi-tatamente invasiva e compatibile con il contesto. L’interastruttura è completamente accessibile ai disabili, grazieall’installazione di un ascensore in una delle torrette.Vi è spazio anche per una “collinetta degli spettacoli” sucui saranno “adagiate a raso” cinque gradonate con sedu-te rivestite con listoni in legno; in tale spazio verde attrez-zato potranno essere svolte attività ricreative quali spetta-coli all’aperto di musica, cabaret, lettura di testi.L’area esterna, destinata prevalentemente ad area di par-cheggio e attrezzata con spazi verdi, sarà pavimentata conbasole di pietra, mentre il muro di cinta esistente sarà og-getto di recupero e ove necessario di rafforzamento stati-co. L’intera area esterna, inoltre, sarà dotata di impianti d’illuminazione e di smaltimento delle acque meteoriche.“Fin dal nostro insediamento - ha dichiarato l’Assessore aiLavori Pubblici, Pierpaolo Matera - il restauro e il riuso del-l’ex macello hanno rappresentato uno degli obiettivi prima-ri che c’eravamo posti. Il lavoro si è basato sull’analisi del-le specifiche esigenze del territorio attraverso la scelta diuna destinazione d’uso, con fini culturali e sociali, compa-tibile con la corretta tecnica del restauro”.

Ha aggiunto, il sindaco di Andria, Nicola Giorgino:“Trasformare un rudere in una struttura adibita ad uso cul-turale significa da un lato farne l’epicentro della crescitasociale del quartiere periferico dove è ubicato e, dall’altrolato, vuol dire occupazione, possibilità per i nostri ragazzidi emergere culturalmente nel territorio e fornire nuovi ser-vizi all’intera città”.

Page 26: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

SOCI

ETÀ

26

I fatti del mese:NOVEMBRERubrica di cronache dei nostri giorni

Tiziana CoratellaRedazione “Insieme”

Oipa: “No circhi con animali ad Andria”Dallo scorso anno, i volontari andriesi dell’Oipa richiedono al Comune di non ospitare circhi conanimali, evitando quindi il rilascio di autorizzazioni. L’associazione ha inviato pubblicamente unalettera indirizzata al sindaco, Nicola Giorgino, all’assessore alla Cultura, Antonio Nespoli e all’as-sessore all’Ambiente, Francesco Lotito.Nella nota, indirizzata a Palazzo di Città, vengono evidenziati due punti in particolare: la violenzaesercitata nell’addestrare gli animali e il ruolo diseducativo dell’ attività circense che mostra lasofferenza di animali indifesi ai giovani. “Resta, in ogni caso, la violenza connaturata a tali attivi-tà per la detenzione e l’addestramento degli animali selvatici...A nostro avviso, i bambini non van-no fatti divertire davanti alla sofferenza di animali soggiogati alla volontà dell’uomo, costretti loromalgrado a fare ciò che la loro natura non prevede”.

Progetto europeo, a scuola di fotovoltaicoAndria aderisce al progetto “A scuola di fotovoltaico”, realizzata dalla società di ingegneria Tekné,che coinvolge alcuni istituti scolastici superiori del nord barese.Questa iniziativa, mirata a valorizzare le energie rinnovabili alternative, coinvolge anche studentistranieri in Erasmus in Puglia accolti nel liceo scientifico “R. Nuzzi”, da sempre interessato agliscambi interculturali. Il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini, dichiara: “ I numeri dimostrano che lefonti rinnovabili sono tecnologie affidabili su cui è possibile costruire ora e nel futuro una rispostaconcreta ai fabbisogni energetici e una alternativa sempre più competitiva ai combustibili fossilinella strategia di lotta ai cambiamenti climatici”.

Andria, via De Gasperi chiusa al traffico. Nessuna novità.La delegazione di Andria della Confcommercio richiama l’attenzione dell’ amministazione comuna-le sulla strada chiusa al traffico, via De Gasperi.Dal novembre 2011, dopo che parte del manto stradale cedette, sono seguiti lavori di sistemazionee successiva apertura del passaggio pedonale, ma ora tutto tace.“Le attività commerciali ed imprenditoriali della zona hanno già subito un gravissimo danno eco-nomico per la chiusura forzata di questi anni”, ricorda la delegazione e chiede quali siano ancoragli interventi da apportare prima della riapetura definitiva al traffico veicolare.La delegazione conclude chiedendo che il Comune “fornisca chiaramente e pubblicamente ai com-mercianti e alla cittadinanza intera i dati richiesti comunicando anche i tempi occorrenti alla ria-pertura di via De Gasperi”.

Canosa, le mamme: “Non riusciamo a pagare tutte le spese che la scuola ci chiede”La crisi non investe solo la scuola ma soprattutto i genitori. Un gruppo di mamme ha inviato unalettera all’amministrazione comunale di Canosa, mostrando difficoltà per le spese della scuola cheincombono sullo scarso budget familiare. “Siamo un gruppo di tante mamme in seria difficoltà eco-nomica. Purtroppo non riusciamo a pagare tutte le spese che la scuola ci chiede per i nostri bam-bini”, queste sono le parole che introducono la lettera che prosegue con un elenco delle sommerichieste per le varie attività: “Euro 15 per assicurazione, euro 10 mensili per attività motoria dasvolgere un ora a settimana, euro 10 mensili per trattenere i bambini il sabato mattina, euro 10 il li-bro didattico, euro 10 fondo cassa per le spese di classe compreso il regalo alla maestra, oltre afornire i Bambini di sapone liquido, carta igienica, scotteks, colori a spirito punta doppia da 12, qua-derno”. La scuola pubblica, che elargisce un servizio alla cittadinanza, è giusto che faccia tali ri-chieste?

Page 27: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

CULT

URA

27

RICORDANDOun maestroProfilo di Cesare Scurati:

uomo, pedagogista, cristiano.

Gabriella CalvanoRedazione “Insieme”

I grandi convegni sono sempre occasione per informare,per celebrare, per ricordare… Questo e molto altro è statoil Convegno “Ricordando un maestro”, organizzatodall’Università Cattolica del Sacro Cuore il 19 ottobre scor-so, che ha visto la partecipazione dei grandi nomi della pe-dagogia e della didattica del nostro Paese, per tenere vivala memoria di uno dei più grandi pedagogisti italiani delNovecento: il Professor Cesare Scurati. Descriverne le grandi doti umane, oltre che scientifiche,non è semplice per chi, come me, non ha avuto la fortuna dipoter fare esperienza della sua persona. Proprio per questo,ho deciso di rendervi partecipi della bella figura del Prof.Scurati attraverso le parole dei Professori AlessandroAntonietti e Pierpaolo Triani.«La società attuale sta constatando la difficoltà ad affronta-re il tema educativo per le nuove generazioni. In questo cli-ma di attenzione alla emergenza educativa va collocata lariflessione operata da cesare Scurati. […] Scurati è statoinfatti un acuto analizzatore delle dinamiche dell’istruzionee della formazione e appassionato ricercatore di possibiliapprocci e metodologie che possano far fronte ai problemie alle sfide della contemporaneità.Dopo aver lavorato per alcuni anni nella scuola statale co-me insegnante e dirigente scolastico, si è dedicato alla ri-cerca e all’insegnamento universitario negli atenei diGenova, Parma e successivamente all’Università Cattolicadel Sacro Cuore. […]Ha collaborato con il Ministero della Pubblica Istruzionenelle Commissioni che hanno riformato i Programmi (1985) egli Orientamenti (1991), rispettivamente della scuola ele-mentare e materna. […] È stato presente a livello interna-zionale nei principali organismi di ricerca sulla formazionedegli insegnati.I suoi temi di studio predominanti sono legati all’innovazio-ne dei processi formativi, soprattutto in riferimento alla pe-dagogia della scuola, alla formazione della dirigenza edu-cativa, alle tecnologie didattiche; il tutto con un occhio cri-tico costante alle teorie pedagogiche generali, rilette se-condo la prospettiva personalistica. Dal punto di vista meto-dologico ha contribuito a perfezionare e diffondere in Italiale procedure inerenti alla ricerca-azione.Tra i tratti personali che l’hanno caratterizzato vi sono l’acu-tezza del giudizio, la vastità degli interessi, la capacità di di-

rezione. Acutezza del giudizio: era sorprendente la sua capa-cità di cogliere nei problemi e nelle argomentazioni il puntocentrale, la questione di fondo, il nodo critico. […] Sapevasintetizzare le diverse posizioni in maniera rispettosa, indivi-duando la tesi di base e valorizzando il contributo al lavorocomune. Vastità degli interessi: sovente per conoscenza di-retta di persone, eventi e documenti, aveva nozione di molticampi collaterali, anche lontani, rispetto alla sua disciplina eai suoi interessi principali di studio. […] Nella sua opera dipromotore di cultura ci teneva a mantenere ampia la prospet-tiva, cogliendo spunti educativa al di fuori della sua discipli-na e applicando questa ad ambiti non canonici. Capacità didirezione: è stata ammirevole la sua abilità nel far dialogaree lavorare insieme persone anche molto diverse fra loro, etalvolta in contesti relazionali non facili. Sapeva dare a cia-scuno il suo spazio, invitava a superare ritrosie, timidezze e ti-tubanze, smorzava le asperità e le rigidità, componeva i pare-ri discordi. Pragmatico nell’aver cura che si giungesse a ri-sultati concreti, era nel contempo deciso nel tenere la rotta esignorile nel trattare le persone e le loro idee.Nel suo pensiero e nella sua ricerca Scurati ha sempre esa-minato le problematiche educative mettendo in dialogo i di-versi contesti e i diversi saperi. Egli, ci sembra di poter dire,ha portato avanti la cura di un pensiero pedagogico nonchiuso in se stesso, ma così fondato e articolato da portareil proprio specifico contributo all’analisi della realtà e allasoluzione dei problemi e così sicuro e libero da lasciarsi in-terpellare e arricchire da altri “mondi disciplinari”. […]».(ANTONIETTI A. – TRIANI P., Pensare e innovare l’educa-zione, Vita e Pensiero, Milano 2012, pp. IX-X)

Ricordare, studiare e valorizzare figure di grande spessorepadagogico ha una grande valenza in un contesto di emer-genza educativa e in seno a questo decennio di interesse eattenzione della Chiesa ai temi e ai problemi della comples-sa, affascinante e fine arte quale è l’educazione. RiscoprireScurati, in particolare, ci invita a recuperare la consapevo-lezza che il docente – quando interpreta il suo ruolo con lapassione e la convinzione che animavano l’impegno univer-sitario del professor Scurati – non è affatto distante daglistudenti, ma riconosce in loro i suoi interlocutori necessari:non solo tasselli del pubblico anonimo delle lezioni, ma indi-vidui che testimoniano concretamente, con i passi della lo-ro crescita individuale, il valore di chi ha saputo formarli.

Cesare Scurati (1937 - 2011)

Page 28: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

CULT

URA

28

Le RAGIONI di chi CREDEe di chi NON CREDELa fede oltre la ragione

Myriam MucciRedazione “Insieme”

Chiedete a un ateo le ragioni della sua convinzione. Chiedetelo auno scettico, a un agnostico. Provate a chiederlo a un credente.Vi risponderanno tutti che “credere non è un atto della ragione”.E ragioni non ce ne sono. Se non è possibile, dunque, dimostra-re l’esistenza di Dio, allora non è neanche possibile dimostrarneil contrario.Se la fede è qualcosa che trascende l’umana comprensione, checontrasta la logica comune, se la fede è un “paradosso”, allorasi dovrebbe credere proprio perché non ci sono motivi validi perfarlo. Se Dio non può, dunque, essere dimostrato con la ragione,di Lui non si può avere certezza. Blaise Pascal nel tentativo didare una soluzione all’indefinito, decise di scommettere sulla Suaesistenza, perché ciò che si potrebbe guadagnare vincendo, è in-finitamente superiore di quanto si potrebbe perdere sbagliando.La scommessa è un rischio calcolato, perché appalta la certezzadel finito alla possibilità dell’infinito. “L’uomo vive in una sorta di limbo terrestre”, afferma un agnosti-co. “La fede cerca di soddisfare l’inconscio desiderio d’immorta-lità. A un livello più alto si potrebbe dire che la religione è la ri-sposta alla domanda se ci sia o meno una sintesi tra finito e infi-nito. E da questo punto di vista siamo noi la sintesi, in quanto es-seri finiti, ma capaci di pensare l’infinito. Ed è questa capacità dipensare l’infinito, la nostra componente divina. È l’uomo, esserefinito, che si scontra con la sua sete di assoluto.” Nell’epoca imbevuta del materialismo e del progresso, risulta sem-pre più difficile ricercare le risposte agli interrogativi che attana-gliano la coscienza dell’uomo in una realtà altra, diversa da quellaconcreta. “Non è la coscienza degli uomini che determina il loroessere; ma è, al contrario, il loro essere che determina la loro co-scienza.” Queste le parole di Marx, parole che sintetizzano la mo-derna concezione del reale. In quest’ottica la religione diventa“l’oppio dei popoli”, il fattore alienante che proietta gli individuifuori da se stessi, in una realtà consolatoria, spersonalizzandoli.“Dio è un prodotto dell’uomo, non viceversa. La religione, tutte lereligioni sono un prodotto dell’uomo, che ha bisogno di qualcosadi trascendente perché non accetta la finitezza della propria esi-stenza. Accetto serenamente il mio essere uomo e la mia finitezza.Questo non mi porta al pessimismo esistenziale ma nemmeno albisogno di qualcosa in cui credere e sperare che vada oltre la vi-ta terrena.” Questa la dichiarazione di un ateo. “Se c’è qualcosa incui credo è l’uomo, le sue capacità, le possibilità dell’intelletto.”È una concezione antropocentrica che vede nell’uomo stesso ilsuo epicentro, le ragioni del proprio essere. Una tradizione inau-gurata con l’età dei lumi, la fede nella ragione, consolidata nelpositivismo con la cieca fiducia nel progresso. Subito dopo ilcrollo: in una realtà totalmente frammentata, in cui i massimi si-stemi sono ormai crollati, in un mondo caleidoscopico e com-plesso all’interno del quale sembra impossibile mettere ordine,

l’uomo ha perso ogni punto di riferimento. È a partire dai conflit-ti mondiali che la fede è stata particolarmente messa a dura pro-va. Il “vietato vietare” del ’68 ha poi inaugurato un vero e propriodivorzio con la tradizione, la frattura generazionale che è la no-stra eredità. Nella società contemporanea i credenti sono messi a dura prova.Eppure il sipario non si è mai abbassato del tutto. Afferma il cre-dente:“Credere non è solo un atto della ragione. La ragione coglieverità probabili che poi il cuore codifica nella vita. Credo perchèogni realtà esistente ha in sé un senso. Non esiste nella realtàcreata un elemento che non abbia un fine. Credo perchè il nostrocuore è perennemente inquieto e non c’è gioia umana che plachiquesta sete d’infinito. Credo perchè ogni tentativo dell’uomo diipotizzare una società senza Dio, come comunismo, nazismo e so-cietà atee, è miseramente fallito. Nemmeno il benessere o la ric-chezza hanno spento l’anelito dell’assoluto. Queste e tante altresono ragioni plausibili, ma non esaustive, per credere in Dio. Leragioni perfette non esistono, altrimenti Dio sarebbe un prodottodella logica. Ma Lui è Dio, quindi fondamentalmente mistero.”

Page 29: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

CULT

URA

29

“Ho visto l’INFERNO e il TERROREnegli OCCHI dei BAMBINI”

Al Meeting “Cercatori di Verità” Abuna Mario (Padre Mario Cornioli), ha raccontato la sua triste esperienza in Palestina.

Maria Teresa AlicinoRedazione “Insieme”

Si è svolto dal 15 al 31 ottobre, pressol’Auditorium Don Bosco di Andria, ilMeeting internazionale “Cercatoridella Verità”, che ha visto momenti didialogo tra uomini lenti e uomini rock.Il responsabile dell’Ufficio Stampa,Marco Grassi, presentando l’eventoha affermato che: “Il tempo della vitaè il bene più prezioso di cui l’uomo di-sponga. Spesso, però, non ha pienacoscienza del suo valore, impegnatocom’è a dissiparlo in una dilatazionedominata dalla noia, dall’attesa e dalleconfuse speranze o di contro a sner-varlo nel vortice della fretta, travoltodal turbinio degli eventi, fino a risultar-ne stordito e perdere la cognizione disè. Da qui la necessità di riscoprire lacapacità di fermarsi a pensare”.Diversi gli ospiti presenti al Meeting.In particolare il 22 ottobre è stata unaserata molto emozionante e ricca dicontenuti, grazie alla presenza del sa-cerdote Abuna Mario, nome che signi-fica Padre Nostro. Egli nasce nel 1971

a Sansepolcro e già il destino avevadeciso per lui. Non poteva che finire aGerusalemme. Dopo aver rischiato didiventare un buon giocatore di calcio,il Signore lo ha chiamato a giocarenella sua squadra e nel 2002 diventasacerdote. Fin dall’inizio del suo mini-stero lavora in Terrasanta dove scopreche non ci sono soltanto chiese e re-perti archeologici ma ci sono anchecomunità che stanno soffrendo e stan-no cercando di resistere. Abuna Mariosi innamora di questa terra e di questagente e inizia il suo pellegrinaggio ver-so la Terrasanta per costruire ponti diamicizia e di solidarietà con l’Italia. Inseguito, si trasferisce a Gerusalemmea servizio della Chiesa Madre e oggi,Abuna Mario vive aldilà del muro chedivide Gerusalemme da Betlemme, inun piccolo villaggio di nome BetJala,cercando di sostenere ed aiutare lacomunità locale a resistere di fronte aquello che sta succedendo. Padre Mario ha un blog, in cui raccon-ta a tutto il mondo la sua vita e le sueesperienze in quei posti, perché nonvuole stare in silenzio a guardare.Padre Mario Cornioli ci racconta chea Gaza ha visto l’inferno e il terrorenegli occhi dei bambini, che li ricorre-vano durante la notte. La sfida da af-frontare in quelle terre è di restareumani ed è anche importante sorride-re. Abuna Mario ci suggerisce che noida lontano possiamo pregare, infor-marci, non restare in silenzio e faredei pellegrinaggi, perché la pace traquesti due popoli (Israele e Palestina)può essere possibile.Padre Mario ci spiega che ogni vener-dì si svolge l’INTIFADA cristiana: Daotto anni alle ore 18.00 sotto il murodel Check point di Betlemme con il

Rosario e da un anno alle ore 17.00sotto gli ulivi di Cremisan con laCelebrazione Eucaristica. È il modo,prosegue don Mario, che abbiamoescogitato per resistere alla prepoten-za dell’occupazione ed alla violenzadel muro di divisione. Negare il dirittoalla libertà religiosa va contro ognilogica, ma in questa terra l’unica logi-ca che vige è quella della sopraffazio-ne e del più forte!Al termine della serata, Padre Mario sidefinisce un uomo rock e lento allostesso momento, dice: “Più rock sonoe più devo essere lento, la mia forzasta nel sapermi fermare, bisogna es-sere persone contemplattive”. A conclusione della serata il portavo-ce del Meeting, Vittorio Massaro, ap-profitta per ricordare che l’evento so-stiene i progetti della Terra Santa econsegna un contributo a PasqualeCiciriello, Presidente della sezione an-driese dell’Ordine equestre del SantoSepolcro di Gerusalemme.

Abuna Mario

Page 30: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

RUBR

ICA

maestri della fede > 2

Lettere al cardinal Martini

Dal 2009 al 2012, sul “Corriere della Sera”, l’ultima domenica diogni mese, il card. Martini, pur malato, si è messo generosa-mente a disposizione dei lettori per rispondere a loro quesiti sutemi vari legati alla fede e al nostro vivere quotidiano. Tantedomande, in cui si riflettono le inquietudini degli uomini e delledonne d’oggi, rivolte a un maestro di fede e di umanità, apprez-zato non solo da credenti ma da tutti coloro che sono in ricer-ca della verità e di un senso da dare alla vita. Molte di quelle

lettere sono state raccolte in due volumi pubblicati da Rizzoli:Il comune sentire (2011) e Parlate con il cuore (2012). Dal pri-mo volume abbiamo estratto alcune lettere con relativa rispo-sta (pp.30, 39, 45, 120), nelle quali i lettori di “Insieme” certa-mente ritroveranno qualcosa della loro esperienza di vita e difede. Le lettere, testimonianze di vita vissuta, possono essereutili riferimenti negli itinerari formativi di catechesi.

(a cura di Leonardo Fasciano, Redazione di “Insieme”)

Le chiedo il consiglio forse più difficile per un sacerdote: hoperduto la fede, potrò ritrovarla?Avevo in me due forme di fede, in Dio e nella Chiesa romana.Perduta la seconda, ho annullato anche la prima... La fede inDio, o meglio nel Dio trinitario di questa Chiesa, è inariditaquando ho approfondito la conoscenza dei testi sacri anchefuori dei canoni biblici, quando mi sono avvicinato al pensie-ro moderno, quando ho riflettuto su ciò che ha determinatogli inizi del Cristianesimo, sulla Chiesa dei primi secoli el’involuzione autoritaristica e centralizzata almeno a partiredal IV secolo... Non ci credo più, anche se vorrei...Emanuele Nitri, MilanoVorrei dire al signor Nitri che il suo itinerario intellettuale è mol-to simile al mio. Ho percorso un po’ le stesse tappe, ma le mieconclusioni sono state di continuata adesione alla fede nel Diobiblico, pur ammettendo che la storia della Chiesa delinea deimomenti più oscuri e dei passi falsi. Ma la concezione che ilDio di Gesù Cristo mi dà dell’esistenza, della morte, del sensodella vita umana e dell’eternità mi soddisfa e mi nutre, anchequando sto lottando con qualche difficoltà a credere.

* * * * *Dopo una vita di sacrifici e rinunce, a sessantasette anni miritrovo in una solitudine immensa che per me è paragonabi-le a un vero e proprio calvario. Sono sempre stata acritica-mente religiosa, fino a una ventina di anni fa, quando, allamorte di mio padre, la mia fede di prima è andata incontro auna serie di ragionamenti che l’hanno resadebole e incerta. Eppure continuo a prega-re e ad andare a messa, a chiedere alSignore una fede forte che mi dia consola-zione; ma non mi sento ascoltata e mi sen-to infelice. Possibile che un Padre buono cilasci a noi stessi, senza avere compassio-ne della nostra insoddisfazione che ci ren-de la vita invivibile e senza luce? Non honessuno che mi aiuti. Ma allora la preghie-ra non ha alcuna efficacia?Vittoria Boe, SassariLa solitudine è veramente un dramma, nonsolo per lei, purtroppo. La sua fede, dopo iragionamenti, non è diventata debole e in-certa ma morbida e malleabile e, senza che

lei ne abbia coscienza, il Padre la plasma e le dà la forma chegli piace. Il Padre non ci lascia mai soli. Non tema: le sue pre-ghiere sono ascoltate, non siamo lasciati a noi stessi, ma ac-compagnati con una discrezione divina a ogni passo.

* * * * *Sono convinto di essere nel giusto se ritengo che tutti gli uo-mini abbiano come costante la presenza del dubbio e soloignorandolo coscientemente riescano a superarlo, ingannan-do parzialmente se stessi.Dino Bucci, RomaCertamente il dubbio è compagno della fede. Anche quandoGesù appare agli apostoli per l’ultima volta, il Vangelo secon-do Matteo ci dice che “alcuni però dubitavano”(28,17). Ma lafede consiste appunto nel buttarsi con fiducia nelle mani diDio, superando ogni tentazione di non credere. Questo non èautoinganno, ma una decisione ragionevole.

* * * * *Può un Dio essere chiamato “infinitamente buono” se con-sente le sofferenze e la morte di bambini innocenti per even-ti naturali (da Lui voluti) come terremoti, uragani o malattiesconosciute?Tonino Cucuzza, Ozieri (Sassari)Questa non è che una delle tante lettere che ricevo, di colo-ro che si dicono insoddisfatti delle risposte tradizionali alproblema del male. A dire il vero, ne sono insoddisfatto an-

ch’io. Ciò che mi aiuta è una fiducia senzalimiti nella bontà di Dio, che saprà benconciliare la sua benignità con tanti malinel mondo. Mi aiuta anche la considerazio-ne di un certo ritrarsi di Dio dalla sua crea-zione, perché egli vuole che l’uomo sia li-bero. Anche l’impegno generoso e taloraeroico di tanta gente che nelle catastrofinaturali trova uno stimolo per donarsi alprossimo mi sostiene nella mia fede. Ma,come ho detto altre volte, si tratta di miste-ri che non possiamo del tutto comprenderefinché dura la storia: li comprenderemoquando sarà svelato il senso di tutte le co-se e vedremo il trionfo definitivo del benesul male.

30

La difficoltà di credere

Card. C.M.Martini(1927-2012),arcivescovo di Milanodal 1980 al 2002

Page 31: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

RUBR

ICA

31

Questione di... FEDE!

Si presenta una signora: “Vorrei far battezzare il mio bambino”. “Bene signora; dove abitate?”. Questo è l’inizio di un colloquio cheun sacerdote fa frequentemente. Ma poi cambia il seguito: la signora dice che non è sposata in Chiesa, né in Comune: “Tanto, noinon crediamo a queste formalità; l’importante è volerci bene”. “Ma, mi scusi, se lei non crede che sia importante il matrimonio re-ligioso, perché vuol battezzare suo figlio?”. “Perché sono cristiana, ci credo, io”. Il sacerdote cerca pazientemente di far capireche, per essere cristiani, non basta dirlo, ma bisogna cercare di vivere i dieci comandamenti. “Ma io a quelle cose lì non mi inte-resso troppo: io credo che esista Qualcuno superiore a noi: per uno si chiama Buddha, per un altro si chiamerà Allah, per un altrosi chiamerà Gesù Cristo... Ma io credo che qualcuno dovrà ben esistere”. La signora pensava, a questo punto, di aver fatto la suabella professione di fede; ed è con stupore che si sente dire: “D’accordo, signora: lei sarà una credente, ma non una cristiana”.“Perché? - dice lei - non è la stessa cosa?”.

Puoi scrivere direttamente alla nostra redazione via e-mail all’indirizzo [email protected] alla pagina facebook Insiemeandria.

E PER TE FEDE È CREDERE IN GESU’ CRISTO?È DI MODA COSTRUIRSI UNA FEDE SECONDO I PROPRI GUSTI.

QUALI SONO LE MAGGIORI DIFFICOLTA’ CHE INCONTRI OGGI NEL CREDERE?

questione di... fede

a cura di don Vincenzo ChieppaRedazione “Insieme”

Nella nostra realtà abbiamo sicuramente bisogno di toccare con mano ciò in cui crediamo, ma è una cosa che non dipende da noi,anzi, già Dio stesso ha voluto agire così nella sua grande bontà… leggiamo insieme il numero 2 della Dei Verbum:“Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il qua-le gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina na-tura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uominicome ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé.Questa economia della Rivelazione comprende eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella sto-ria della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e il-lustrano il mistero in esse contenuto”.Riguardo alla Chiesa, cara Rosanna, potremmo dire tantissime cose, ma credo che basti partire da ciò che essa stessa ci trasmette.Tutti gli uomini, in vario modo, appartengono o sono ordinati alla cattolica unità del popolo di Dio. Chiunque ha ricevuto lo Spirito diCristo, ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, è unito ad essa attraverso i vincoli della professione di fede, dei sacramenti, delgoverno ecclesiastico. E tutti i fedeli, anche i laici, sono chiamati ad attuare la missione affidata da Dio alla Chiesa. Anche tu, ancheciascuno di noi, deve, in quanto cristiano, partecipare di questa responsabilità.Scrivi riflessioni, dubbi di vita e di fede.... dialoga con il nostro giornale... puoi provare a rispondere anche tu ai dubbi dei nostri amici...

La fede è fatta di piccoli gesti concreti, che tuttavia hanno anche bisogno di essere approfonditi per non restare insignifican-ti. (Imma, 20 anni)

Nella Bibbia si parla di fiducia. Basti pensare ad Abramo, a Maria. Ma quella fiducia è anche caratterizzata da un momen-to di titubanza. Già è difficile fidarsi delle persone, figuriamoci di Dio. La cosa più difficile è riconoscere la Sua presenza neigesti di tutti i giorni. E ciò che disturba in questa conoscenza, in questo affidamento (può sembrare strano), è proprio il con-fronto con gli altri e soprattutto l’incoerenza della gente, di coloro che dicono di essere credenti ma poi non vivono ciò chedicono. In fondo però la fede è una questione di coscienza, sono io che devo chiedermi in chi credo e che scelgo di decidermiper Lui. (Dario, 24 anni)

Conosco gente che vuole farmi cambiare idea sulla Chiesa… sulla sua povertà, sull’aiuto ai poveri, e spesso mi trovo in dif-ficoltà perché non so come rispondere per essere coerente con la fede che professo. Come credente credo in Dio, ma l’istitu-zione Chiesa non mi piace. Mi sembra di vivere nella chiesa dei “no”. Come si fa a rimanere sordi ai bisogni della gente,anche per un lavoro mancante o una situazione familiare critica? E questo non solo in luoghi che con la Chiesa c’entranopoco. L’incoerenza maggiore a volte la riscontro proprio nell’ambiente ecclesiale. Questo perché molte volte, quando vengoin chiesa ho bisogno anche semplicemente di incontrare la pace, il silenzio, e non solo quello esteriore. Ma quando vedo del-le situazioni esterne tutto mi risulta più difficile… (Rosanna, 35 anni)

Page 32: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

RUBR

ICA

32

Richieste o domande?I sensati interrogativi della vita

Simona Di CarloRedazione “Insieme”

Come andrebbe il mondo se fosse abolita la possibilità difare delle richieste?

Come sarebbe rivolgersi a Dio, o qualsiasi altro esseresuperiore di qualsiasi altra religione?

Come sarebbe se non conoscessimo più la diffrenza trauna semplice richiesta e una domanda vera e propria?

All’improvviso probabilmente gli orgogliosi vivrebbero piùtranquilli, perchè non avrebbero più da convivere col sen-so di colpa di poter chiedere scusa e non averlo fatto. Gliopportunisti non potrebbero più approfittarsi degli altrichiedendo favori che tornino in loro vantaggio. I colpevolinon potrebbero chiedere perdono. I giovani vanitosi nonpotrebbero più chiedere a mamma e papà l’ultimo modellodi scooter o d’auto, non potrebbero più chiedere vestiti co-stosi e feste grandiose. I credenti, chi più chi meno, proba-bilmente pregherebbero di meno, perchè non potrebberopiù chiedere al loro Dio di migliorare la propria vita con be-ni essenzialmente materiali.

Mi chiedo che parte occupino nelle nostre vite le richieste,che senso abbiano le nostre domande, se soprattutto quel-le a cui vorremmo delle risposte sembrano non averne.

Secondo me c’è una grande differenza fra una richiesta euna domanda.

A rendere l’una così diversa dall’altra è l’oggetto del desi-derio. Se una richiesta è la strada semplice per raggiunge-re il mero soddisfacimento di un bisogno fisico che non haaltro significato se non quello di soddisfare un capriccioumano, la soddisfazione di un momento di noia, la doman-da è invece il sentiero tortuoso da percorrere per arrivarealla “casetta di marzapane”, è la strada difficile che ci por-ta a una conoscenza più lucida e consapevole, al raggiun-gimento di una soddisfazione che non è solo corporea, masoprattutto spirituale.

Ma la “casetta di marzapane”, la risposta alle vere doman-de, a volte, non c’è.

La vita, la morte, i sentimenti che siamo in grado di prova-re. Dove sono le risposte a queste domande?

Il nostro mondo è troppo sporco di richieste, i muri dellenostre vite sono imbrattati dalla vernice opaca di bisognisfuggevoli, facili da raggiungere, ma così altrettanto sem-plici da sostituire con altri.

E così le nostre fragili esistenze quotidiane si rotolano insquallide richieste semplici da soddisfare e in profondi in-terrogativi a cui a volte il modo più efficace di avvicinarsiè dare valore a ciò che vogliamo.

Se vivessimo in un mondo in cui fosse abolita la possibilitàdi fare richieste, riusciremmo a porre delle domande, riu-sciremmo a capire quali sarebbero quelle giuste, riusci-remmo a distinguere semplici richieste da sensati interro-gativi.

Non ci rivolgeremmo al nostro Dio solo quando ne abbia-mo bisogno, non assilleremmo più la gente con domandecuriose la cui unica finalità è quella di soddisfare la vogliadi conoscere le vite degli altri; non chiederemmo cellulari,computer, vestiti.

Chiederemmo amore, compagnia, ascolto, perdono, scuse.Chiederemmo felicità, condivisione.Chiedermmo dolcezza.Chiederemmo barrette di cioccolata e biscotti di marzapane.

pianeta giovani

Mentre andiamo in stampa,ci giunge notizia della scomparsa

di Mons. Antonio Piattone, 86 anni,già parroco della Concattedrale di S. Sabino a Canosa.

Alla famiglia le nostre più sentite condoglianze. Assicuriamo il ricordo nella preghiera

perchè il Signore lo accolga nel suo Regno.

Page 33: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

RUBR

ICA

La follia dell’Amore che sempre stupisce

Antonio AbruzzeseSeminarista I anno di Teologia

Salve a tutti! Prima di raccontarvi delmio ingresso al Seminario Regionale diMolfetta mi sembra opportuno presen-tarmi. Mi chiamo Antonio Abruzzese, ho22 anni e provengo dalla parrocchia diSan Michele Arcangelo e SanGiuseppe di Andria e mi sto laureandopresso la Facoltà di Agrariadell’Università di Bari.Ma vediamo un po’... com’è nato tutto?All’età di 13 anni rimasi colpito da unamassima di Gabriele D’Annunzio che di-ceva: “Egli fece della sua vita una verae propria opera d’arte”. Nel tempo, èsempre riecheggiata nel mio cuore que-sta espressione e a poco a poco hoscoperto, grazie alle varie esperienzedella vita, che essa parlava anche a me.Sin da piccolo i miei genitori mi hannoeducato alla vita cristiana, accompa-gnandomi ogni domenica a messa.Dopo la terza media decisi di iscriver-mi all’Istituto alberghiero di Molfetta,perché mi permetteva di viaggiare e diassicurarmi un lavoro senza intrapren-dere la vita universitaria, che temevonon fosse proprio per me.Così, mi sono dedicato all’arte culina-ria e, dopo aver lavorato in un paio dipasticcerie, a 16 anni durante il periodoestivo, ho iniziato a fare le mie prime va-lige per andare a lavorare in un albergo,come commis di cucina in una città del-le Marche, dove sono ritornato altredue volte.Capite bene che vivere da solo a quel-l’età, senza che i genitori mi controllas-sero, era un sogno che si avverava, fa-cendomi sentire libero, ma nello stessotempo, responsabile. Conducevo una vi-ta abbastanza ‘mondana’: dopo il lavoro,una bella doccia e via, in giro per tuttala riviera romagnola! Eppure, pur aven-

do un lavoro tra le mani, non ero deltutto felice, anche se facevo quello cheavevo sempre desiderato.A poco a poco mi stavo allontanando daDio, quando una domenica di autunnorimasi folgorato da un passo delVangelo, quello del giovane ricco (Mc10,17-27): alla domanda di un giovane:«Maestro buono, cosa devo fare peravere la vita eterna?», Gesù rispose:«Va, vendi tutto, poi vieni e SEGUIMI».Quel “Seguimi” letto dal parroco mi toc-cò il cuore. Decisi allora di andare dalvice parroco attuale don MicheleLamparelli, iniziando ad approfondirel’amicizia con Gesù, rimanendovi sem-pre più meravigliato e affascinato.Forse, attraverso quel passo il Signoremi stava chiamando a lavorare nellasua vigna. Immaginate la mia reazione:Io sacerdote?? In me dicevo: No, non èpossibile! Perché proprio io?! Pur di mettere a tacere questa voce in-teriore decisi di iscrivermi all’Universitàe nel week-end trovai lavoro in un risto-rantino in centro storico a 50 metri dal-la Cattedrale, riuscendo così a pagarmiautonomamente gli studi.Ma niente! Ero sereno solo in parroc-chia con gli altri, quando pregavo estavo a messa. Don Michele, insieme alparroco don Franco, decisero di farmiconoscere il rettore del seminario mino-re di Andria, Don Pasquale Gallucci.Dopo vari incontri don Pasquale mi invi-tò ad iscrivermi alla “Comunità delPropedeutico” a Molfetta. Con millepaure e incertezze accettai pur di nonavere rimorsi nella vita.

É stato un anno difficile ma allo stessomodo eccezionale. Essendo un periododi discernimento ho comunque conti-nuato a lavorare nel week-end, a soste-

nere gli esami a Bari, insieme agli esa-mi di filosofia, greco e latino a Molfetta.Inoltre, come squadra del Propedeutico,abbiamo vinto il campionato di calcio “acinque” organizzato dal Seminario, en-trando così nella storia del Seminario!!Una storia incredibile... ma col Signorevicino nulla è impossibile!Ho capito che solo seguendo Gesù pos-so far della mia vita una vera operad’arte, dandogli quel poco che possie-do, certo che Egli ripeta ancora il mira-bile gesto della moltiplicazione, per ilbene dei fratelli.Chi è realmente innamorato di qualcunofa follie. “Vola solo chi osa farlo”.

teologia con...temporanea

“Io, cuoco, finito in SEMINARIO”

33

Antonio Abruzzese in cucina

Page 34: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

RUBR

ICA

34

Film&Music pointRubrica di cinema e musica

a cura di Claudio PomoRedazione “Insieme”

PIETÀAssunto da uno strozzino per ottenere il pagamento dei debiti dai clienti in ritardo, Kang-do si com-porta come un macellaio, storpiando orribilmente le sue vittime e seminando la morte. Fino aquando non si presenta alla sua porta una donna che dice di essere la madre e si addossa la col-pa di ogni suo crimine, pentita di averlo abbandonato alla nascita e lasciato crescere senza amore.Dopo averla sottoposta alle prove più terribili per accertarsi che dica la verità, Kang-do accetta fi-nalmente la donna ma la paura di perderla lo mette, per contrappasso, nella posizione di scacco incui ha sempre tenuto le sue vittime.La vita, la morte, il denaro. Per Kim Ki-duk c’è un termine di troppo, un intruso fatale. La pietà nonè un trittico ma una figura sacra, che prevede solo due attori. Il denaro non dovrebbe avere un pos-to tra questi temi, ma l’ha acquisito, ed è un errore che domanda giustizia, o meglio, un giustiziere.Non c’è dubbio che Pietà sia un film sulla sproporzione. Lo dice in un sol colpo (d’occhio) l’im-magine della coppia protagonista: un ragazzo gigantesco e una piccola signora, e lo ribadisce og-ni scena, ogni sfumatura. La crudeltà di Kang-do è fuori misura, così come la stupidità di alcunidebitori. Lo sono la capacità di sopportazione dell’una, l’ingenuità dell’altro, l’architettura dellavendetta. Lo sono, dunque, le scelte in sede di racconto e di regia: le scene di sesso dichiarata-mente eccessive, l’enfasi musicale, l’utilizzo di un’attrice, Min-soo Cho, dalla bravura fuori dell’or-dinario. Eppure, non si può fare a meno di avvertire anche un eccesso di sicurezza, da parte delregista sudcoreano, uno sfoggio di sé, che qualche volta toglie forza a ciò che avviene dentro l’in-quadratura, o più semplicemente le impedisce di sorprenderci. È un genere, questo, che Kim ha giàcavalcato e nel quale eccelle, ma non incanta più. Se non fosse per la massiccia dose di ironiache ha calato in questo diciottesimo film, probabilmente più che in ogni altro lavoro precedente, ilrischio sarebbe quello della predica morale leggermente ridondante, come lo è il kyrie eleison fi-nale. “Signore, pietà”.

BON IVERPer Justin Vernon già con il web single Calgary avevamo intuito un superamento degli standardfolk in chiave alt-pop. Il nuovo disco va oltre a questa lettura, consegnandoci un artista incredi-bilmentematuro. Nel precedente e bruciante esordio For Emma, Forever Ago il lavoro era infattitutto concentrato attorno alla personalizzazione vocale, qui invece la musica esplode e prende ilsopravvento (fondamentali in questo senso le collaborazioni con Greg Leisz e ColinStetson). Leparole sembrano cantate da qualcuno che sta camminando per strada e non davanti alla finestradi una camera da letto, sono lettere di chi è uscito dal rifugio per abbracciare il mondo e fin dallatracklist si capisce che queste canzoni sono le tappe di un viaggio. Questo percorso ha il suo pun-to di forza proprio nell’aggiungere complessità ad un linguaggio basilare e standardizzato come èda sempre il folk americano.Si parte dal manifesto Perth, con le elettrificazioni e la scostanzatipica del post-rock, la stessamossa che caratterizzò l’esordio degliAkron Family. Sempre in questa direzione è protesa la sec-onda tappaMinnesota, anche se ad un certo punto, complice un cambio timbrico, ci sembra di sen-tire cantare il Brian Eno di Another Green World e - a dire il vero - non è solo la voce a farcelocredere, ma soprattutto l’insistente uso di rarefatte orchestrazioni tastieristiche sommato a discretiinserti elettronici. Il culmine in questo senso è la sospesa Hinnom TX, dove la voce di Vernon sitrasfigura in quella di Roger Waters prima di esplodere nel suo personalissimo falsetto.Ma il bello deve ancora venire. Con la triade Holocene, Tower, Michicant siamo ancora in unquadretto bucolico fatto di pagliuzze tra i denti, delicatezze d’arpeggio e cascate di rullanti in cuil’uomo scivola con disinvoltura portando a casa il cuore dell’ascoltatore fino al prossimo inverno.

Regista: Kim Ki-DukInterpreti:Lee Jung-Jin, Jo Min-SuGenere: DrammaticoNazionalità:Corea del SudDurata: 104’

Autore: Bon IverGenere: FolkNazionalità: USADurata: 45’

Page 35: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

ITIN

ERAR

I

35

Leggendo… leggendoRubrica di letture e spigolature varie

Leonardo FascianoRedazione “Insieme”

Bella e sorprendente questa “preghiera a Dio” da par-te di Voltaire (1694-1778), uno degli esponenti più impor-tanti dell’Illuminismo del ‘700. Sorprendente, perchécomposta da uno che non si professava credente nelDio-persona autorivelatosi nella storia. La sua religioneera quella dei deisti i quali ammettevano un Dio conce-pito dalla sola ragione, creatore dell’universo, maescludendo qualsiasi forma di rivelazione su cui si fon-dano, invece, le religioni monoteiste. Nel frammento ci-tato si chiede a Dio l’aiuto a stabilire relazioni di pros-simità tra gli uomini in modo tale da condividere il “far-dello” di una vita che non è facile per nessuno. Scelgoquesta immagine del “fardello” da portare insieme co-me icona di un libro in cui due significative personalitàdel panorama culturale e religioso del nostro tempo, da prospettiveesistenziali diverse, si mettono in cordiale dialogo tra loro perscambiarsi idee, sentimenti, emozioni, preoccupazioni, speranze,dandosi reciprocamente una mano, come auspicava Voltaire, perreggere il peso della comune condizione umana. Le due personali-tà in questione sono, da un lato, il fondatore di “Repubblica”,Eugenio Scalfari, rappresentativo della cultura cosiddetta laica enon credente, dall’altro, il compianto Card. C.M.Martini (1927-2012):Conversazioni con Carlo Maria Martini, Fazi editore, 2012, pp.160,euro 15,00. Il volume, che contiene 5 conversazioni tra Scalfari eMartini, pubblicate su “Repubblica” dal 1996 al 2011, fu consegna-to in casa editrice nel giugno scorso, due mesi prima della scom-parsa del cardinale, e si avvale del contributo di Vito Mancuso, teo-logo, scrittore, che scrive l’introduzione e una lettera aperta aMartini considerato suo maestro spirituale. Quali sono i temi diqueste conversazioni? Ecco come li sintetizza Mancuso: “ (…)la si-tuazione morale del nostro tempo, la lotta contro l’ingiustizia, l’amo-re come carità e come eros, l’attesa e la preparazione alla morte,l’origine dell’etica, la situazione del sentimento religioso nel mondocontemporaneo, i molti problemi della Chiesa, l’opportunità di unnuovo Concilio, il ruolo del papa, la famiglia e il divorzio, l’essenzadella carità, la Bibbia ebraica, Gesù e la sua resurrezione, e altroancora, giungendo a costituire una mappa concettuale di presso-ché tutte le tematiche che possono scaturire da un confronto serioe insieme amorevole tra la posizione credente e quella non creden-te” (p.20). Scalfari confessa che Martini per lui è stato “un punto diriferimento” (p.56), e altrettanto lo è Gesù di Nazaret: “Io, non cre-dente, ho avuto tra i miei punti di riferimento la predicazione diGesù di Nazaret, uomo tra gli uomini, nato a Betlemme o non impor-ta dove, e i suoi valori di fratellanza e solidarietà” (p.66). Impossibile

per un non credente credere nella Resurrezione, que-sto Scalfari lo riconosce, ma non nel Golgota: “Credonel Golgota perché lì fu celebrato il sacrificio di un giu-sto, di un debole, di un povero. Quel sacrificio si ripe-te ogni giorno ed è il vero e unico peccato del mondo:il sacrificio, la sopraffazione, l’umiliazione del povero,del debole, del giusto. Il Golgota raffigura il peccatodel mondo” (p.82). Non si poteva dir meglio del Golgotadal punto di vista di un non credente! In che rapportosi pone la fede con il dubbio? La fede esclude il dub-bio? La considerazione di Martini: “La fede (…)non eli-mina il dubbio. Il dubbio tormenta spesso la mia fede.È un dono la fede, ma è anche una conquista che sipuò perdere ogni giorno e ogni giorno si può riconqui-

stare. Il dubbio fa parte della nostra umana condizione, saremmoangeli e non uomini se avessimo fugato per sempre il dubbio. Quelliche non si cimentano con questo rovello hanno una fede poco in-tensa, la mettono spesso da parte e non ne vivono l’essenza” (p.92).Parole su cui meditare per chiedersi se per caso, paradossalmen-te, la densità del dubbio non sia nello stesso tempo indizio di un’in-tensità di fede! Ricordiamo a questo punto una profonda riflessioneche troviamo nella Lettera ai cercatori di Dio (CEI, 2009) in cui peresprimere la complessa e paradossale dinamica della fede si diceche “il credente è un ateo che ogni giorno si sforza di cominciarea credere (…). Analogamente, si può pensare che il non credentepensoso nient’altro sia che un credente che ogni giorno vive la lot-ta inversa, la lotta di cominciare a non credere” (n.5). Sul rapportofede-dubbio si legga anche, in questo numero di “Insieme”, nellarubrica “Maestri della fede” (p.30), la risposta dello stesso Martinia una lettera sul “Corriere della Sera”. Scalfari e Martini: due pun-ti di vista diversi sul mondo e sulla vita, ma spesso convergenti,perché comuni sono le domande di senso che interrogano e inquie-tano la coscienza degli uomini e delle donne pensanti. ScriveScalfari: “Vi domanderete allora quale sia la ragione per la quale iofrequenti Martini e lui accetti di buon grado questa frequentazione.La mia risposta è che siamo sulla stessa lunghezza d’onda, ci sen-tiamo in sintonia l’uno con l’altro e il motivo probabilmente è que-sto: ci poniamo tutti e due le stesse domande: chi siamo, da doveveniamo, dove andiamo (…). Le nostre risposte spesso differisconoma talvolta coincidono e, quando questo avviene, per me è una fe-sta e spero anche per lui” (p91). È la festa per un “fardello” porta-to insieme: “…un modello esemplare dell’attenzione e del rispettoreciproci che andrebbero coltivati per ritrovare un’etica condivisa eresponsabile” (Mancuso, p.19).

Il frammento del mese

“…Tu [Dio] non ci hai dato un cuore perché ci odiassimo, e mani perché ci sgozzassimo; fa’ che ci aiutiamo reciprocamente a tollerare il fardello d’una vita penosa e passeggera…”

(Voltaire, Sulla tolleranza, ediz. Corriere della Sera, 2010, p.97)

Page 36: LA CHIESA MADRE E MAESTRA · 2020. 7. 9. · INSIEME INSEGNAMENTI 2 Si è celebrato nei giorni 24 e 25 ottobre scorsi la prima fase del Convegno ecclesiale dio- cesano.Nella prima

INSI

EME

APPU

NTAM

ENTI

36

a cura di don Gianni MassaroVicario Generale

NOVEMBRE01: Tutti i Santi02: Commemorazione di tutti i Defunti03: Scuola di Preghiera

Forum di formazione all’impegno Sociale e Politico04: Giornale “Insieme” n. 2 anno 2012-201307: Incontro promosso dall'Ufficio

Sovvenire alle necessità della Chiesa08: Adorazione Vocazionale09: Ritiro Spirituale per Sacerdoti, Religiosi e Diaconi10: Incontro-dibattito promosso da MEIC, MSAC e FUCI

Forum di formazione all’impegno Sociale e Politico11: Incontro dei Ministranti 12: SFTOP (Scuola di Formazione Teologica per Operatori Pastorali)

Formazione Animatori della LiturgiaConsiglio Pastorale 1a Zona Andria

13: SFTOP14: SFTOP15: SFTOP18: Terra Promessa21: Giornata delle Claustrali

Incontro dei Coordinatori Zonali22: Incontro promosso dalla Caritas23: Incontro di formazione del Clero giovane

Incontro di formazione per Catechisti24: Forum di formazione all’impegno Sociale e Politico

Incontro di Formazione per Catechisti25: Cristo Re

Giornata di sensibilizzaz. per il sost. del CleroIncontro dei Ministri Straordinari della Comunione

26: Consulta di Pastorale SocialeFormazione Animatori di Musica Sacra

30: Incontro di formazione permanente del Clero

insieme RIVISTA DIOCESANA ANDRIESEReg. al n. 160

registro stampa presso il Tribunale di TraniNovembre 2012 - anno 13 n. 8

Direttore Responsabile: Mons. Giuseppe RuotoloCapo Redattore: Sac. Gianni MassaroAmministrazione: Sac. Geremia AcriSegreteria: Sac. Vincenzo Chieppa Redazione: Maria Teresa Alicino, Lella Buonvino,

Gabriella Calvano, Maria Teresa Coratella, Tiziana Coratella, Antonio Mario De Nigris, Simona Di Carlo, Leo Fasciano,Simona Inchingolo, Maria Miracapillo,Myriam Mucci, Claudio Pomo,

Direzione - Amministrazione - Redazione:Curia Vescovile - P.zza Vittorio Emanuele II, 23tel. 0883593032 - tel./fax 0883592596c.c.p. 15926702 - 76123 ANDRIA BT

Indirizzi di posta elettronica:Redazione insieme:[email protected]

Sito internet della Diocesi di Andria:www.diocesiandria.org

Grafica e Stampa: Grafiche Guglielmi - tel. 0883.544843 - ANDRIA

Per comunicazioni, proposte e osservazioni inviare alla Redazione

Di questo numero sono state stampate 1400 copie. Spedite 350.Chiuso in tipografia il 29 Ottobre 2012.

Per contribuire alle spese e alla diffusionedi questo mensile di informazione e di confronto

sulla vita ecclesiale puoi rivolgerti direttamente adon Geremia Acri presso la Curia Vescovileo inviare il c.c.p. n. 15926702 intestato a:

Curia VescovileP.zza Vittorio Emanuele II, 23 - 76123 Andria (BT)

indicando la causale del versamento:“Mensile Insieme 2012 / 2013”.Quote abbonamento annuale:

ordinario € 7,00; sostenitore € 12,00. Una copia € 0,70.

Auguri!!!A Tiziana Coratelladella nostra Redazioneper la Laurea in Lettere

conseguita pressol’Universita’ degli Studi di Bari

Appuntamenti