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La certezza dell’impresa per il sistema balneare italiano Un nuovo approccio alle imprese...
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La certezza dell’impresa per il
sistema balneare italiano
Un nuovo approccio alle imprese
balneari: dal valore economico al
valore socio-territoriale
“integrato”
4 Marzo 2015 – Roma
GIAN LUCA GREGORIPro-Rettore Università Politecnica delle Marche
Professore di Marketing Facoltà di Economia LUISS Guido Carli
1. Problematiche economico-gestionali degli
stabilimenti balneari
2. Blue Economy versus…? La necessità di
un nuovo approccio integrato
3. “Progetto di vita” e “capitalismo
personale”: nuove prospettive di analisi
4. Alcune considerazioni “non conclusive”
Articolazione dell’intervento
1. Problematiche economico-gestionali degli stabilimenti
balneariFORTE DIFFUSIONE IMPRENDITORIALE DEL SETTORE:
perlopiù MICRO-IMPRESE a prevalente gestione familiare.
Notevole DIFFERENZIAZIONE DEI SISTEMI DI OFFERTAParlare di stabilimenti balneari significa far riferimento a
TIPOLOGIE DI IMPRESA ESTREMAMENTE VARIEGATE per superficie coperta, numero posti spiaggia, servizi offerti, attrezzature disponibili e complessità organizzativa.
DA UN LATO stabilimenti con i SOLI SERVIZI DI SPIAGGIA (sdraio-ombrellone-cabina), DALL’ALTRO realtà caratterizzate da un sistema di OFFERTA “COMPLETA” (bar, ristorante, piscina, attrezzature sportive, noleggio bici, nursery e animazione per bambini, intrattenimenti vari in spiaggia, etc).
Con la diversificazione delle attività è cambiato anche il TIMING
DEI SERVIZI: da una fascia SOLO diurna ci si sposta a quella
notturna (aperitivi, serate musicali, concerti ...).
La diversità delle forme di business risulta fortemente legata alle
SPECIFICITÀ TERRITORIALI
RICERCA NOMISMA: in alcune località la spiaggia è l’elemento
attrattore che porta il turista, ma comunque un ruolo
rilevante rivestono i servizi “complementari”.
Alle differenti forme di business corrisponde anche una DIVERSA
COMPOSIZIONE DEL FATTURATO e una DIVERSA
REDDITIVITÀ COMPLESSIVA DELL’IMPRESA.
Stabilimenti balneari: aspetti qualitativi
L’ORIENTAMENTO AL MARKETING,
si rileva un ricorso alle logiche del marketing relazionale,
centrato su relazioni di fiducia con i clienti e in grado di
assicurare forme di fedeltà pluriennale (Pencarelli-
Nicolai, 2008).
Il prodotto balneare si caratterizza per una componente “di ritorno” particolarmente consistente: il 30% dei turisti torna nelle stesse strutture (ISNART)
Stabilimenti balneari: aspetti qualitativi
LA CLIENTELA GLI STABILIMENTI OPERANO CON UNA
CLIENTELA CHE SI “AUTO-SEGMENTA” e che si reca presso un dato stabilimento per abitudine, per scelta o perchè viene indirizzata dalle aziende ricettive
1° segmento di clientela del balneare italiano: FAMIGLIE (46%) (media altri prodotti: 39%)
Stabilimenti balneari: aspetti qualitativi
Il prodotto balneare classico “mare e sole” mostra segni evidenti di maturità: esigenza di un restyling di prodotto!
Le sfide per il settore balneare italiano
Basso tasso di internazionalizzazione della domanda (ma tendenza alla crescita negli ultimi anni) e domanda interna in calo
Alcune destinazioni internazionali più competitive …per qualità delle infrastrutture, diversificazione delle proposte e prezzi più bassi.
L’operatore balneare è, tra i soggetti del comparto, quello più ancorato al prodotto mare “classico”
L’attività degli stabilimenti si caratterizza per problematiche anche di carattere ambientale …(ma possono avere un ruolo attivo nella tutela e nel monitoraggio della costa…)
Caso “Bolkestein”: freno agli investimenti per il miglioramento del sistema di offerta e non solo!
Le sfide per il settore balneare italianoAlcune problematiche sono
specifiche degli stabilimenti balneari:
Comparto che va integrato con gli altri della Blue Economy
Esaminando il modello di sviluppo di molte regioni italiane si riscontra la centralità
dell’area costiera.
UN DATO DI FATTO!L’importanza (ora) riconosciuta del MARE, anche in
un’ottica economica, ha determinato la diffusione di “nuovi termini”, quali IL PIANETA MARE, IL SISTEMA MARE, IL DISTRETTO DEL MARE, IL CLUSTER MARINO, BLUE ECONOMY (ed altri ancora).
2. Blue Economy versus …? La necessità di un nuovo approccio
INTEGRATO
Fonte: Censis - Federazione del Mare
PESO DELL’ITALIA NELLA
BLUE ECONOMY EUROPEA:
► 1° posto per importazioni via mare (185,4 MLN
di tonnellate di merci)
► 3° posto per esportazioni via mare (47 MLN di
tonnellate di merci)
► 1° posto per traffico passeggeri (6,7 MLN di
crocieristi)
Indice sintetico di intensità delle attività marittime per regione
Fonte: Censis – Federazione del Mare
L’indicatore esprime, in scala
da 0 a 100, il grado di
specializzazione della
regione nel complesso
delle attività marittime
Perché un approccio integrato?
( integrazione strategica)…Sono stati realizzati vari studi, spesso con un
approccio settoriale, focalizzati su alcune variabili economiche.
Ma, si pensi, alla necessità di definire nuovi “prodotti turistici” (dove per PRODOTTO si intende lo sviluppo dell’intera FILIERA e non solo l’utilizzo di una singola RISORSA)…..
Blue Food
Blue Tourism
Blue Industry
Blue Logistics
Blue Resources
I Settori della Blue Economy
La necessità di “un’integrazione”
Necessità di utilizzare un approccio “coerente”, che ha nel CLIENTE l’elemento aggregante
La blue economy non può quindi essere rappresentata come SOMMA di settori (ALCUNI DI QUESTI POTREBBERO ESSERE IN CONTRASTO TRA LORO)
Individuare i settori che possono essere connessi efficacemente tra loro
Comportamenti differenti per le varie aree costiere, che presentano caratteristiche diverse
Necessità, almeno, di tenere distinte due filiere:
a) il mare è considerato ed utilizzato come strumento/mezzo (ruolo passivo)
b) Il mare è l’obiettivo, acquisisce un “ruolo attivo” nelle differenti politiche.
Utilizzando un approccio restrittivo ( e quindi non allargato a tutte le componenti, che “utilizzano” il mare in modo differente – come presentato in precedenza), si può pervenire alle seguenti configurazioni
(devono essere comunque collegate per gli effetti anche contrastanti che ne potrebbero derivare).
Una prima aggregazione:► porti commerciali ► cantieristica navale ► industrie estrattive► servizi portuali connessi ► autorità ed istituzioni coinvolte► operatori (attenzione alle loro esigenze - si
pensi alla normativa, alla gestione degli spazi, ecc.-)
► presenze “lavorative”► istruzione e formazione► conservazione e tutela dell’ambiente marino ► ricerca
► turismo balneare (ma non solo, necessaria integrazione con le aree interne);
► stabilimenti balneari;► porti turistici;
► edilizia (E NON SOLO) - necessità di ristrutturare e di riqualificare le strutture alberghiere, ma
anche i residence, le case, i campeggi, gli arredi delle città –
► Domotica ed energie alternative.
► gastronomia - differenziare i prodotti gastronomici con un brand;
► nautica da diporto (interessante la prospettiva di natanti con piccoli impianti fotovoltaici – è
possibile, se si parte dalla progettazione);
► servizi accessori e nuovi servizi;
► pesca sportiva / acquacoltura;
► operatori (attenzione alle loro esigenze - si pensi alla normativa, stabilimenti balneari, rapporto con
le amministrazioni, ecc.);
► manifestazioni culturali e non solo (sportive, ecc.) coerenti;
► istruzione e formazione;
► servizi aerei; da sviluppare ed integrare;
► conservazione e tutela dell’ambiente marino e costiero;
► ricerca: sviluppo di tecniche innovative ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto
ambientale
Una seconda aggregazione:
Caso “Bolkestein”: le differenti questioni sono
concentrate sull’indennizzo? MA E’
QUESTA L’UNICA PROBLEMATICA?
PROVIAMO A RAGIONARE DA
DIFFERENTI PROSPETTIVE
3. “Progetto di vita” e “capitalismo personale”: nuove prospettive di
analisi
LO STATO: QUALE STRATEGIA ?- INCASSARE MAGGIORI RISORSE POSSIBILI
DALLE CONCESSIONI
E/O
- DELINEARE (ANCORA MEGLIO) UN MODELLO
“BLUE TOURISM” NEL QUALE LE IMPRESE
BALNEARI DEVONO ESSERE ANCOR PIU’
STRETTAMENTE INTEGRATE CON LE ALTRE
COMPONENTI?
GLI STABILIMENTI INFLUENZANO IL POSIZIONAMENTO/
RIPOSIZIONAMENTO DI UN’AREA, DI UNA LOCALITA’
LA NORMATIVA: SCHIZOFRENICA ?
IL COMPARTO E’ STATO CARATTERIZZATO DA
ALCUNI VANTAGGI !!! MA QUESTO LO
SUPERIAMO CON IL SISTEMA DELLE ASTE?
APPROCCIO LIBERISTA, DEL TIPO “TANA LIBERA
TUTTI”, HA SENSO “PARTENDO DA ZERO”,
MA NELL’ATTUALE CONTESTO ???
LIBERALIZZAZIONI NEL COMMERCIO….tutto
molto strano!
MANCATA PROGRAMMAZIONE!
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Cosa si è verificato nel sistema distributivo italiano e che effetti ha avuto sulla competitività complessiva?
Il ruolo della normativa- Fino al 1926 : no vincoli- 1926 prima legge organica: licenza
commerciale (comune ed anche prefetto)- 1971 si parla di programmazione; dalle
licenze alle autorizzazioni - 1998 (Decreto Bersani) (vicinato, medie
strutture, grandi strutture)21
IL CONFRONTO CON IL COMMERCIO
22
No Format originaliDimensioni limitate
No internazionalizzazionePer anni approccio “negativo” alla grande
dimensioneSOLO NORMATIVA E NON PROGRAMMAZIONE
EFFETTIVA TENENDO CONTO DI VARI FATTORI
Non si deve fare lo stesso errore che è stato commesso con la distribuzione
Quali effetti (per comprendere OGGI)
22
23
PRESENZA DIFFUSA DI CENTRI
COMMERCIALI (con effetti rapidi e poco programmati, versus i
CENTRI STORICI)
La normativa consente… quindi è possibile!
Dalla vendita di prodotti, alla gestione della finanza, alle gestione immobiliare
EFFETTI DIROMPENTI SU MOLTI TERRITORI ED OGGI ALCUNI CENTRI COMMERCIALI CHIUDONO
ED ALTRI (GIA’ COSTRUITI) NON APRONO!!!
Poi improvvisamente SI CAMBIA E SI AFFERMA UN NUOVO E “PERICOLOSO” MODELLO DI BUSINESS
23
Un esempio su cui riflettere…. anche in termini di “educazione”
24
Si possono portare vari esempi “problematici”.La grande distribuzione internazionale presente in Italia ha svolto in molti casi un ruolo negativo
Ma anche “carica di russi ed arabi” sull’Italia turistica (Four Season di Firenze, Forte Village, ecc.) e non solo turistica (alimentare )
Presidio del consumo: educare i consumatori italiani, ad esempio a scuola, a valutare la qualità dei prodotti!
LE IMPRESE BALNEARI- IMPRESE AL SERVIZIO DEL TERRITORIO E
CONNESSE CON QUESTO (INTEGRAZIONE DA
INCREMENTARE)
- SONO IL RISULTATO DI UN PROGETTO DI VITA
DELL’IMPRENDITORE E DELLA SUA FAMIGLIA
(spesso marinaio…)
- CAPITALISMO PERSONALE – PICCOLA
IMPRESA, OGGI PERICOLOSA DERIVA… LE
PICCOLE IMPRESE NON SERVONO E SONO
DANNOSE
- TIPICITA’ ITALIANA: ALL’ESTERO INTERESSA
POCO, PERCHE’ NON CI SONO SIMILI
STRUTTURE
POSSIBILI SCENARI… PER RIFLETTERE
SE PIU’ SI INVESTE, PIU’ SI OTTIENE UNA
DURATA LUNGA DELLA CONCESSIONE..
POTREBBERO ENTRARE SOCIETA’
FINANZIARIE???
NUOVI MODELLI DI BUSINESS…
IL RISCHIO E’ QUELLO DI UN TURISMO
GLOBALIZZATO; AL CONTRARIO E’
NECESSARIO ESALTARE IL LEGAME CON IL
TERRITORIO, CHE COSTITUISCE IL NOSTRO
PRINCIPALE VANTAGGIO
ANALIZZARE GLI EFFETTI E NON SOLO
NORME!!!
Dare certezze, ma stimolare investimenti per
ristrutturare / riposizionare
Favorire aggregazioni, promuovendo
collaborazioni tra queste imprese e le
altre componenti del territorio
4. Alcune considerazioni “non conclusive”
PIANO STRATEGICO BLUE ECONOMY PER OGNI AREA TERRITORIALE
Formulazione di un piano strategico “Blue
Economy” Analisi dei dati storici
Valutazione del mercato (domanda attuale/potenziale, benchmarking, network
esistenti)
Definizione strategia ( sempre rispettando possibili differenziazioni, “alzare il livello”
e quindi la qualità oggettiva e percepita. Incrementare la presenza di un turismo
“qualificato” e di stranieri. Prezzo “riacquisisce” importanza, ma price competition
rischiosa; Romagna insegna).
Articolazione strumenti operativi (coerenza con la strategia): prodotto blue
economy (varie componenti), come venderlo, il piano di comunicazione.
Soluzioni organizzative: integrazione pubblico/privato (non sempre facile). Da parte
del pubblico, favorire la nascita di alcune attività, incentivare la ricerca su specifiche
tematiche, promuovere la ristrutturazione e la riqualificazione delle strutture.
Obiettivi e verifica dei risultati
CENTRALITA’ DELL’IMPRESASOPRATTUTTO IN QUESTO
CONTESTO,LASCIAMO LAVORARE
GLI IMPRENDITORI!!!Il caso della piscina per bambini
e la vasca “antincendio”…..