La Campania aderisce a ORSo, l’applicativo per monitorare ... · formazione rivolto ai dirigenti...

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La Regione Campania ha in- trodotto di recente l’obbligo, per i Comuni, di servirsi del- l’applicativo ORSo per moni- torare i flussi di rifiuti. Arpa Campania ha contribuito a formare gli operatori che do- vranno utilizzarlo. La Re- gione Campania con la Legge regionale 14 del 26 maggio 2016 ha ridefinito l’assetto normativo regionale in mate- ria di rifiuti. Successiva- mente, il 16 dicembre 2016 ha approvato il nuovo Piano re- gionale per la gestione dei ri- fiuti urbani (PRGRU) in linea con gli indirizzi europei... Grosso-De Palma-Veneruso a pag.7 Circa 45 milioni di km di strade attraver- sano la superficie della Terra. E centinaia di milioni di barili di petrolio vengono utilizzati per ricoprirle. Ancora fonti fossili, decisa- mente inquinanti. Eppure le alternative esi- stono. Abbiamo già visto le strade realizzate con i pannelli fotovoltaici, o ancora... Buonfanti a pag.9 “Ecosistema rischio”, l’indagine di Legambiente Italia, un territorio fragile, “delicato”, dove il rischio: sismico, vulcanico, idrogeologico, è alto e minaccioso. Un Paese che è stato di- verse volte messo alla prova, deturpato, “ag- gredito” da eventi improvvisi e tragici che hanno piegato tante terre e vite. Ischia, Amatrice, L’Aquila, e poi Livorno, Genova, Messina, sono solo gli ultimi esempi di tali... Liguori a pag.11 Abbrunzo a pag.17 Dubai: battesimo del volo per i taxi drone La nostra terra è stata segnata, da circa tremila anni, da uomini e donne che l’hanno resa grande. Storia, tea- tro, pittura, scultura, musica, archi- tettura, letteratura… De Crescenzo-Lanza a pag.13 Grandi Napoletani, grandi Campani Massimo Stanzione e la Scuola Napoletana "La tutela dell'ambiente, con particolare riguardo alla gestione dei rifiuti e alla problematica della Terra dei fuochi" è stato il tema del seminario di formazione rivolto ai dirigenti in servizio e ai viceprefetti delle cinque pro- vince campane svoltosi lo scorso 16 novembre presso la Prefettura di Napoli. Martelli a pag.5 I vertici Arpac per la formazione del personale prefettizio A Rotterdam la prima strada in plastica AMBIENTE & TRADIZIONE AMBIENTE & TENDENZE La Campania aderisce a ORSo, l’applicativo per monitorare i rifiuti ARPAC continua a pag.2 EDITORIALE di Luigi Stefano Sorvino L'inquinamento atmosferico costituisce uno dei più evi- denti fattori di compromis- sione dell'ambiente soprat- tutto nelle aree urbane - e, in particolare, nelle concentra- zioni metropolitane - e costi- tuisce da molti anni uno dei più visibili terreni di impegno delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Le ARPA, sulla base della normativa comunitaria e na- zionale in materia – oggi piuttosto consolidata ed evo- luta – operano una capillare attività di monitoraggio del- l'inquinamento dell'aria sul territorio, attraverso lo svi- luppo e la gestione di una ar- ticolata rete di centraline di rilevamento ubicate in posta- zioni fisse, integrate dalle ri- levazioni straordinarie di laboratori mobili. La rete regionale di rileva- mento gestita da ARPAC, anche grazie all'utilizzo di fondi POR 2007/2013, è stata di recente adeguata alla evo- luzione delle esigenze di con- trollo ambientale, ed alla nuova zonizzazione del terri- torio per la valutazione della qualità dell'aria – in confor- mità al decreto legislativo n. 155/2000. Essa è costituita da 42 centraline, che si aggiun- gono alle 10 ubicate presso i principali impianti di ge- stione rifiuti, ed a 5 labora- tori mobili per un totale di 360 analizzatori. Lo smog a Napoli ed i controlli dell'Arpac tra dati e mitologia Palumbo a pag.12 Il marmo è un materiale co- stoso ma anche molto ap- prezzato nel mondo delle costru- zioni e dell’arreda- mento. Uno dei principali problemi che lo caratteriz- zano, dal punto di vista della sostenibilità ecologica, è che questo materiale genera un grande scarto di lavorazione: come riportato da diverse ri- cerche interne al settore, ogni anno si scartano più di 350 milioni di tonnellate di marmo. Gli scarti di lavora- zione rappresentano un enorme danno ambientale, in quanto comportano un inutile spreco di materia prima... Stonethica: la pietra sostenibile BIO-ARCHITETTURA Paparo a pag.3 Con ben 4.422 azioni regi- strate l’Italia guadagna l’oro nella prevenzione dei rifiuti, scavalcando tutti gli altri Stati europei. Per la nona edizione della Settimana Eu- ropea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR), dal 18 al 26 novembre, dal tema “Diamo una seconda vita agli og- getti”, il nostro Paese ha sba- ragliato tutti, lasciando dietro la Francia con 1.798 azioni e la Catalogna... Settimana europea per la riduzione dei rifiuti PRIMO PIANO

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La Regione Campania ha in-trodotto di recente l’obbligo,per i Comuni, di servirsi del-l’applicativo ORSo per moni-torare i flussi di rifiuti. ArpaCampania ha contribuito aformare gli operatori che do-vranno utilizzarlo. La Re-gione Campania con la Leggeregionale 14 del 26 maggio2016 ha ridefinito l’assettonormativo regionale in mate-ria di rifiuti. Successiva-mente, il 16 dicembre 2016 haapprovato il nuovo Piano re-gionale per la gestione dei ri-fiuti urbani (PRGRU) in lineacon gli indirizzi europei...

Grosso-De Palma-Veneruso a pag.7

Circa 45 milioni di km di strade attraver-sano la superficie della Terra. E centinaia dimilioni di barili di petrolio vengono utilizzatiper ricoprirle. Ancora fonti fossili, decisa-mente inquinanti. Eppure le alternative esi-stono. Abbiamo già visto le strade realizzatecon i pannelli fotovoltaici, o ancora...

Buonfanti a pag.9

“Ecosistema rischio”, l’indagine di Legambiente

Italia, un territorio fragile, “delicato”, doveil rischio: sismico, vulcanico, idrogeologico,è alto e minaccioso. Un Paese che è stato di-verse volte messo alla prova, deturpato, “ag-gredito” da eventi improvvisi e tragici chehanno piegato tante terre e vite. Ischia,Amatrice, L’Aquila, e poi Livorno, Genova,Messina, sono solo gli ultimi esempi di tali...

Liguori a pag.11

Abbrunzo a pag.17

Dubai: battesimo delvolo per i taxi drone

La nostra terra è stata segnata, dacirca tremila anni, da uomini e donneche l’hanno resa grande. Storia, tea-tro, pittura, scultura, musica, archi-tettura, letteratura…

De Crescenzo-Lanza a pag.13

Grandi Napoletani, grandi CampaniMassimo Stanzione e la Scuola Napoletana

"La tutela dell'ambiente, con particolare riguardo alla gestione dei rifiuti ealla problematica della Terra dei fuochi" è stato il tema del seminario diformazione rivolto ai dirigenti in servizio e ai viceprefetti delle cinque pro-vince campane svoltosi lo scorso 16 novembre presso la Prefettura di Napoli.

Martelli a pag.5

I vertici Arpac per la formazione del personale prefettizio

A Rotterdam la prima strada in plastica

AMBIENTE & TRADIZIONE AMBIENTE & TENDENZE

La Campania aderisce a ORSo, l’applicativo per monitorare i rifiuti

ARPAC

continua a pag.2

EDITORIALE

di Luigi Stefano Sorvino

L'inquinamento atmosfericocostituisce uno dei più evi-denti fattori di compromis-sione dell'ambiente soprat-tutto nelle aree urbane - e, inparticolare, nelle concentra-zioni metropolitane - e costi-tuisce da molti anni uno deipiù visibili terreni di impegnodelle Agenzie regionali per laprotezione dell'ambiente. Le ARPA, sulla base dellanormativa comunitaria e na-zionale in materia – oggipiuttosto consolidata ed evo-luta – operano una capillareattività di monitoraggio del-l'inquinamento dell'aria sulterritorio, attraverso lo svi-luppo e la gestione di una ar-ticolata rete di centraline dirilevamento ubicate in posta-zioni fisse, integrate dalle ri-levazioni straordinarie dilaboratori mobili. La rete regionale di rileva-mento gestita da ARPAC,anche grazie all'utilizzo difondi POR 2007/2013, è statadi recente adeguata alla evo-luzione delle esigenze di con-trollo ambientale, ed allanuova zonizzazione del terri-torio per la valutazione dellaqualità dell'aria – in confor-mità al decreto legislativo n.155/2000. Essa è costituita da42 centraline, che si aggiun-gono alle 10 ubicate presso iprincipali impianti di ge-stione rifiuti, ed a 5 labora-tori mobili per un totale di360 analizzatori.

Lo smog a Napoli edi controlli dell'Arpactra dati e mitologia

Palumbo a pag.12

Il marmo è un materiale co-stoso ma anche molto ap-prezzato nel mondo dellecostru- zioni e dell’arreda-mento. Uno dei principaliproblemi che lo caratteriz-zano, dal punto di vista dellasostenibilità ecologica, è chequesto materiale genera ungrande scarto di lavorazione:come riportato da diverse ri-cerche interne al settore,ogni anno si scartano più di350 milioni di tonnellate dimarmo. Gli scarti di lavora-zione rappresentano unenorme danno ambientale,in quanto comportano uninutile spreco di materiaprima...

Stonethica: la pietra sostenibile

BIO-ARCHITETTURA

Paparo a pag.3

Con ben 4.422 azioni regi-strate l’Italia guadagna l’oronella prevenzione dei rifiuti,scavalcando tutti gli altriStati europei. Per la nonaedizione della Settimana Eu-ropea per la Riduzione deiRifiuti (SERR), dal 18 al 26novembre, dal tema “Diamouna seconda vita agli og-getti”, il nostro Paese ha sba-ragliato tutti, lasciandodietro la Francia con 1.798azioni e la Catalogna...

Settimana europea per la riduzione dei rifiuti

PRIMO PIANO

Segue dalla prima

I dati acquisiti dalle stazionidi monitoraggio sono resi frui-bili al pubblico ed agli Entipreposti tramite bollettinigiornalieri che costituiscono ilriferimento ufficiale per iprovvedimenti di tutela e sipuò affermare che la rete dimonitoraggio, come oggi ade-guata, garantisce una buonacopertura territoriale, consen-tendo di disporre di una note-vole densità di stazioni dimonitoraggio nelle aree amaggiore criticità ambientale. La scorsa estate è stata parti-colarmente critica per ladrammatica concentrazione diincendi che hanno colpitomolte località della regione siadevastando vaste aree bo-schive, come nel caso del Parcodel Vesuvio, sia bruciando ton-nellate di rifiuti come nel casodi Bellona, Pastorano, Batti-paglia, Angri, sino al rogo delcampo rom di Scampia a Na-poli. Gli incendi hanno deter-minato la necessità, perprolungati periodi, di attivitàstraordinarie ed accurate dimonitoraggio atmosferico daparte dell'Agenzia con il dina-mico impiego dei laboratorimobili - richiesti dappertutto edi volta in volta posizionatinelle aree interessate – e conla costante trasmissione deidati al pubblico ed alle Auto-rità competenti alla adozionedi eventuali provvedimenti.Nell'attuale periodo autun-nale/invernale l'attenzionedell'opinione pubblica è parti-colarmente rivolta all'au-mento della concentrazione dipolveri sottili nell'aria. Si ècosì riaperto un vivace dibat-tito pubblico sulle cause, sulleresponsabilità e sulle possibilisoluzioni al fenomeno dellosmog urbano, che viene impu-tato all'eccessivo traffico auto-mobilistico ma anche alleemissioni provenienti dalporto e dall'aeroporto di Na-poli oltre che alla pesante in-cidenza dei riscaldamentidomestici. Non vi è dubbio cheporto ed aeroporto rappresen-tano grandi infrastrutture tra-sportistiche, conglomerate –soprattutto la prima – nel tes-suto urbano, con gli effetti noncertamente balsamici di unagrande movimentazione di

traffico aereo e navale, ma altempo stesso che l'inquina-mento da polveri sottili è gene-rato da un concorso di cause evariabili tra loro intrecciate,cui non risulta facile attribuirei pesi relativi.Nel dibattito giornalistico laGESAC, soggetto gestore del-l'aeroporto di Napoli – in con-traddittorio con il Presidentedell'Automobile Club - ha evi-denziato che il settore del tra-sporto non stradale, inclusoquello aereo, a livello europeo,contribuisce al totale delleemissioni solo per la percen-tuale del 1,7% a fronte del piùconsistente 10,8% del tra-sporto su strada. Dal monitoraggio sull'inquina-mento atmosferico della stessaGESAC emerge che "i risultatidi queste campagne, in lineacon i valori registrati da altrecentraline ARPAC presenti incittà, hanno evidenziato unandamento medio giornalierotipico delle aree trafficate e,

dunque, concentrazioni di in-quinanti riconducibili al traf-fico stradale". Magari lamaggiore problematica am-bientale dell'aeroporto napole-tano, incluso nel perimetrourbano ma dotato ancora dipotenzialità di espansione deltraffico, è costituita dall'inqui-namento acustico – per i de-colli e le rotte di sorvolo sullacittà – comunque oggi sottospecifico monitoraggio, ancheda parte dell'ARPAC. Il Presidente dell'Autorità por-tuale interviene nel dibattitopromosso dall'ACI con studiche indicano come i valoridella qualità dell'aria misuratinel porto di Napoli siano alli-neati con i dati rilevati dallecentraline dell'ARPAC ope-ranti in ambito urbano. Intutti gli interventi dei vari sog-getti, vengono confrontati idati settoriali registrati in spe-cifiche campagne di misura-zione con quelli prodotti daimonitoraggi svolti stabilmente

dall'ARPAC, a cui si riconosceil compito istituzionale dellamigliore e più analitica cono-scenza delle fenomenologie dismog che interessano l'areametropolitana. Le questioni fondamentali chepreoccupano l'opinione pub-blica ed interessano le variecategorie potrebbero oggi cosìriassumersi: qual è realmentela qualità dell'aria nel capo-luogo campano? Chi sono gliinquinatori e, tra essi, i mag-giori inquinatori? E, soprat-tutto, quali sono le azionipositive da praticare? E chideve fare cosa? In effetti men-tre la misurazione della qua-lità dell'aria – ancorchèdispendiosa e tecnicamentecomplessa – costituisce un'at-tività consolidata con metodo-logie e risultati incontro-vertibili, risulta più compli-cato ricercare e specificare lefonti puntuali di inquina-mento, dovendosi procederesecondo approfondimenti pro-gressivi. Comunque, alla lucedei dati tecnico-scientifici allostato disponibili, nessun set-tore si può tirare indietro nellaresponsabilità delle emissioni:il traffico veicolare, soprat-tutto quello pesante, così comequello marittimo ed aereo con-tribuiscono all'inquinamentoda polveri sottili, così comeconcorrono in misura signifi-cativa i riscaldamenti dome-stici. Tutte le azioni di migliora-

mento ambientale inerenti ivari aspetti della problematicadevono essere messi a sistemanell'ambito di una più strettae coerente pianificazione lo-cale e territoriale, che consi-deri le interrelazioni dell'areavasta, determinando priorità evincoli ed anche individuandole risorse occorrenti per gli in-terventi coordinati, correspon-sabilizzando le ammini-strazioni territoriali e di set-tore ed anche gli operatori eco-nomici.L'ARPAC è orientata a pro-porre e richiedere finanzia-menti per ulteriori misure dipotenziamento della propriarete di monitoraggio, ade-guando, ammodernando ed in-tegrando ulteriormente leproprie strumentazioni tecni-che, in linea con le tematicheemergenti proposte dalla evo-luzione tecnologica e dall'in-cremento delle criticitàambientali. Infine gli stessicittadini ed utenti devono es-sere costantemente edotti at-traverso una informazionecorretta, maturando semprepiù la consapevolezza della in-cidenza dei comportamentiquotidiani sulla qualità del-l'ambiente e, quindi, sulla ne-cessità di praticare stili di vitaindividuali e collettivi chesiano il più possibile meno im-pattanti.

Il Commissario StraordinarioAvv. Luigi Stefano Sorvino

Lo smog a Napoli ed i controlli dell'ARPAC tra dati e mitologia

Anna Paparo

Con ben 4.422 azioni regi-strate l’Italia guadagna l’oronella prevenzione dei rifiuti,scavalcando tutti gli altri Statieuropei. Per la nona edizionedella Settimana Europea perla Riduzione dei Rifiuti(SERR), dal 18 al 26 novem-bre, dal tema “Diamo una se-conda vita agli oggetti”, ilnostro Paese ha sbaragliatotutti, lasciando dietro la Fran-cia con 1.798 azioni e la Cata-logna con 815 azioni. Questacampagna ha l’obiettivo fonda-mentale di coinvolgere ap-pieno cittadini, istituzioni,associazioni, scuole e imprese.Rispetto agli anni passati, il2017 ha visto crescere i singoliproponenti delle azioni con unaumento di oltre il 45%. Inparticolare, le scuole hanno re-gistrato l’incremento più altoper quanto riguarda il numerodi adesioni, che rispetto al2016 sono più che raddop-piate. Per quanto riguardale pubbliche amministrazioni

sono state avanzate proposteper il 45%, seguite dalle asso-ciazioni con il 23%, le scuolecon il 15%, le imprese con il10% ed infine dai cittadini conil loro 7%. In particolare, la ca-tegoria delle imprese, pur rap-presentando solo un decimodel totale, contribuisce per l’ot-tantacinque per cento delleazioni registrate. Tra di esse,anche quest’anno hanno rispo-sto all’appello i grandi playerdel panorama nazionale, qualiIntesa San Paolo, il MercatoFranchising, la catena alber-ghiera NH Hotels, le gelateriedel gruppo La Romana e larete nazionale degli Eco-Risto-ranti. La regione italiana cheha risposto in maniera più po-sitiva a questa iniziativa èstata la Sicilia, che con la suamassiccia adesione e grazie alcoordinamento speciale per laraccolta differenziata ha rac-colto ben centocinquantaazioni. Sono stati, infatti atti-vati eventi sul riuso e riuti-lizzo, seminari di formazioneambientale nelle scuole e ini-

ziative di pulizia straordinariadel territorio. Ma anche le altre regionihanno tenuto testa alla trina-cria. In ordine, hanno seguitol’esempio siciliano Piemonte,Lazio, Lombardia, Emilia Ro-magna e Veneto. Gran parte delle azioni at-tuate vertono sui temi della ri-duzione e prevenzione, sullaraccolta differenziata e puliziastraordinaria del territorio. Nata all'interno del Pro-gramma LIFE+, la CampagnaSERR viene gestita da un Co-mitato promotore europeo al-l'interno del quale siede laCommissione Europea investe di indirizzo strategico.Essa rappresenta la principalee più ampia campagna di in-formazione e sensibilizzazionedei cittadini di tutta Europariguardo l’impatto della pro-duzione di rifiuti sull’am-biente. Con un occhioparticolare all’Italia, questasettimana “speciale” è statapromossa da un Comitato pro-motore nazionale composto daCNI Unesco come invitato per-manente, Ministero dell’Am-biente e della Tutela delTerritorio e del Mare, Utilita-lia, ANCI, Legambiente, AICAe dai partner tecnici E.R.I.C.A.Soc. Coop. ed Eco dalle Città.Inoltre, l’Edizione 2017 è stataresa possibile grazie al contri-buto di CONAI e dei sei Con-sorzi di Filiera: CiAl, Comieco,Corepla, Coreve, Ricrea e Rile-gno.

Settimana europea per la riduzione dei rifiuti

“#faidafiltro” è il claim che varie associazioni,insieme a personalità del mondo della ricerca,dell’università e dello spettacolo, gridano asquarciagola per fermare l’impiego di micropla-stiche. Tutto questo per sottolineare che l’appro-vazione della norma per la messa al bando dellemicroplastiche nei cosmetici, ferma da oltre unanno dopo il passaggio positivo alla Camera e ilpit stop al Senato, non può più aspettare. Aspingere sul provvedimento sono direttamentele associazioni ambientaliste, tra cui ricordiamoLegambiente, Marevivo, WWF, Greenpeace,Lipu e Medshars, che, da sempre impegnatenella salvaguardia del pianeta, hanno deciso diattivarsi maggiormente, sperando di ottenerepresto il risultato sperato. Forse non tutti sannoche ogni anno in mare e negli oceani venganoriversato ben otto milioni di plastica e i rischinonché danni si registrano a livello ambientale,economico, sanitario, oltre che di approvvigio-namento degli stock ittici. L'appello “#faidafil-tro”, è stato già sottoscritto da alcunepersonalità del mondo della ricerca scientifica,dello spettacolo, dello sport, tra cui Piero An-gela, Giovanni Soldini, Luca Mercalli, AndreaCamilleri. Nella lista degli indagati sono statiascritti saponi, creme, gel, dentifrici, che con-tengono al proprio interno frammenti o sfere diplastica di dimensioni inferiori a cinque milli-metri. Queste microplastiche non vengono trat-tenute dai sistemi di depurazione finendo,quindi, direttamente in mare. Per quanto siasolo una delle fonti di inquinamento da cosid-detti rifiuti a mare, secondo una ricerca di Eu-nomia, le microplastiche contenute neicosmetici rappresentano una sorgente non tra-scurabile stimata tra due mila e nove mila ton-nellate di particelle rilasciate ogni anno. Inoltre,secondo alcune ricerche portate avanti da Med-Sharks con il supporto tecnico del Cnr Ismac diBiella, l’università del Salento e l’universitàRoma Tre, è emerso che su un campione ditrenta punti vendita per quanto riguarda lapresenza di microplastiche nei cosmetici in ven-dita in Italia la maggior parte, ovvero circa l'ot-tanta per cento, è costituita da prodotti darisciacquo come esfolianti per corpo e viso, sa-poni struccanti e un prodotto antiforfora; ma ilpolietilene è presente anche in creme per donnae per uomo. Ottenere una legge che regoli l’im-piego di queste sostanze sarebbe un passo im-portante per l’ambiente e per la competitivitàdelle imprese in Italia e nel mondo. A.P.

No alle microplastichenei cosmetici

L’Italia si conferma al primo posto in Europa

Rossella Femiano

Con DGR n. 680 del07/11/2017, in recepimentodella Dlgs n. 104/2017, sonostati approvati in nuovi indi-rizzi operativi per lo svolgi-mento delle procedure diValutazione di Impatto Am-bientale ovvero:- valutazione preliminare dellaprocedura da avviare;- verifica di assoggettabilitàalla Valutazione di ImpattoAmbientale;- definizione del livello di det-taglio degli elaborati proget-tuali ai fini del procedimento diVIA;- definizione dei contenuti delloStudio di Impatto Ambientale(SIA);- provvedimento autorizzatoriounico Regionale – VIA;- verifica di ottemperanza allecondizioni ambientali.La valutazione preliminare aifini della individuazione del-l’eventuale procedura da av-viare potrà essere richiesta peri progetti che riguardano modi-fiche, estensioni o adegua-menti tecnici finalizzati amigliorare il rendimento e leprestazioni ambientali dei pro-getti elencati negli allegati IIIe IV alla parte seconda del Dlgs152/2006 art. 6 comma 9, per iquali il proponente presumel’assenza di potenziali impatti

ambientali significativi e nega-tivi. La verifica di assoggettabilitàa VIA è effettuata anche per:- le modifiche o le estensioni deiprogetti elencati nell’allegatoIII e IV alla parte seconda delDlgs 152/2006, che possonoavere notevoli ripercussioni ne-gative sull'ambiente, ad ecce-zione delle modifiche oestensioni che risultino con-formi agli eventuali valori li-mite stabiliti nell’allegato III

per le quali il progetto dovràessere sottoposto direttamentea VIA.I contenuti dello studio di im-patto ambientale sono indicatiall’allegato VII alla parte se-conda del Dlgs 152/2006, e con-sistono almeno in:- una descrizione del progetto edei suoi effetti significativisull’ambiente, sia in fase direalizzazione che in fase diesercizio e di dismissione;- una descrizione delle misure

previste per evitare, prevenireo ridurre e, possibilmente, com-pensare i probabili impatti am-bientali significativi e negativi;- una descrizione delle alterna-tive prese in esame ed ade-guate al progetto prendendo inconsiderazione gli impatti am-bientali;- un progetto di monitoraggiodei potenziali impatti ambien-tali significativi e negativi de-rivantidalla realizzazione edall’esercizio del progetto;

- qualsiasi informazione sup-plementare di cui all’allegatoVII.Il provvedimento di VIAcontiene tra gli altri:- le motivazioni e le considera-zioni istruttorie su cui si fondala decisione;- la sintesi dei risultati delleconsultazioni e come esse sianostate prese in considerazione;- le eventuali e motivate condi-zioni ambientali che defini-scono:a) le condizioni per la realizza-zione, l’esercizio e la dismis-sione del progetto, nonchéquelle relative ad eventualimalfunzionamenti;b) le misure previste per evi-tare, prevenire, ridurre e, sepossibile, compensare gli im-patti ambientali significativi enegativi;c) le misure per il monitoraggiodegli impatti ambientali signi-ficativi e negativi.I progetti di opere o interventidi nuova realizzazione di cui al-l’allegato IV alla parte secondadel Dlgs 152/2006, che rica-dono, anche parzialmente, al-l’interno di aree naturaliprotette o nelle Aree contiguedel Parco Nazionale del Cilentoe Vallo di Diano (per effetto delPiano del Parco) e/o all’internodi siti della Rete Natura 2000,devono essere sottoposti diret-tamente a VIA.

Nuovi indirizzi operativi per la VIA in CampaniaAl via procedure di valutazione preliminare e verifiche di assoggettabilità

Con Decreto Dirigenziale n. 586del 09/11/2017, la Direzione Ge-nerale per l'ambiente, la difesadel suolo e l'ecosistema ha ap-provato il progetto operativo dibonifica relativo all’area dell’“eximpianto di sollevamento li-quami” di Napoli. L’area ricade nell’ex Sito di bo-nifica di interesse nazionale “Li-torale Domitio Flegreo ed AgroAversano”(SIN LDFAA) poi de-classato a SIR con D.M. Am-biente Prot. N° 0000007 del11/01/2013 .Nei trenta giorni successivi allacomunicazione dell’avvenutosuperamento delle CSC (Con-centrazioni Soglia di Contami-nazione), la procedura di

bonifica è stata avviata dalMATTM, con la presentazionedel cronoprogramma di detta-glio relativo al Piano Attuativodella Caratterizzazione predi-sposto ai sensi dell'Allegato 2alla parte IV, Titolo V del D.Lgs152/2006 e ss.mm.ii.

I risultati analitici del Piano dicaratterizzazione sono stati poivalidati dall’Arpac ed, in base aquesti, viene applicata la proce-dura di analisi di rischio sitospecifica per la determinazionedelle concentrazioni soglia di ri-schio (CSR) i cui criteri sonoquelli di cui all'allegato 1 allaparte IV Titolo V del D. Lgs.n.152/06. Gli esiti della proce-dura dell'analisi di rischiohanno dimostrato che la con-centrazione dei contaminantipresenti nel sito è superiore aivalori di concentrazione sogliadi rischio (CSR), per cui il sog-getto responsabile ha sottopostoalla Regione,nei successivi seimesi dall'approvazione del Do-

cumento di analisi di rischio, ilprogetto operativo degli inter-venti di bonifica operativa.Sulla base delle risultanzeistruttorie e dei pareri espressinella Conferenza dei Serviziconvocata dalla Regione Cam-pania - U.O.D. 14 - Autorizza-zioni ambientali e rifiuti Napoli- il 18 maggio 2017, nonché diquelli degli Enti Città Metropo-litana di Napoli, Comune di Na-poli ed ASL NA1, è statoapprovato il “Progetto di boni-fica delle aree industriali – eximpianto di sollevamento li-quami”composto dai seguentielaborati:- Allegato Tavola “Estrattomappa catastale” del 20.03.2017

prot. n. 201396;- Allegato Computo metricoestimativo del 20.03.2017 prot.n. 201396;- Tavola inquadramento gene-rale del sito e planimetria del20.03.2017 prot. n. 201396;- Tavola Ubicazione punti diindagine e poligoni di Thies-sen;- Tavola Aree dei terreni super-ficiali interessati dalla bonificadistinti in Tav 5a, 5b e 5c;- Cronoprogramma pag. 16 delPOB approvato.Inoltre, è stata autorizzata laSocietà 3T s.r.l. all'esecuzionedelle opere e degli interventiprevisti dal Progetto Operativodi Bonifica. Ros.Fem.

La bonifica delle aree dell'ex “Impianto di sollevamento liquami” a Napoli

Giulia Martelli

"La tutela dell'ambiente, conparticolare riguardo alla ge-stione dei rifiuti e alla proble-matica della Terra dei fuochi" èstato il tema del seminario diformazione rivolto ai dirigentiin servizio e ai viceprefetti dellecinque province campane svol-tosi lo scorso 16 novembrepresso la Prefettura di Napoli.Ad aprire i lavori e moderarel’incontro, quale incaricato delGoverno per il contrasto airoghi di rifiuti in Campania,Michele Campanaro (attualePrefetto di Ferrara) ora sosti-tuito nell’esercizio di questo de-licato compito da GerlandoIorio. Tra i primi interventiquello di Domenico Airoma,procuratore aggiunto presso ilTribunale di Napoli Nord, cheha posto l’accento sulla neces-sità di creare sul piano giudizia-rio così come su quelloamministrativo, un’ unica ca-bina di regia che funga da rac-cordo per le procure che hannomaggiore competenza in temadi rifiuti e roghi (progetto giàavviato dal procuratore gene-rale Luigi Riello). A seguireAntonio Carotenuto, vice diret-tore generale Ambiente dellaRegione Campania, che ha de-scritto la Delibera della GiuntaRegionale n. 548 del 10.10.2016ad oggetto Piano delle azioniper il contrasto al fenomenodell'abbandono di rifiuti e dei

roghi dolosi in Campania -2017/2018 pubblicata sulBURC n. 73 del 7 Novembre2016, che si è soffermato, inparticolare, sullo stato a di-stanza di un anno delle azioni esub-azioni in essa contenutefino alla pubblicazione della de-libera 244/2017 di approvazionedel programma “Campaniapiù” per una regione più verdee più controllata. Protagonisti della mattinataformativa il Commissario stra-ordinario dell’Arpac Luigi Ste-fano Sorvino e il direttoretecnico dell’Ente MarinellaVito. I due vertici dell’Agenziahanno delineato un’esaustivapanoramica della situazioneambientale in Campania, sotto-lineando il ruolo dell’Agenziaper quanto riguarda le attivitàdi monitoraggio, prevenzione e

controllo orientate a tutelare laqualità del territorio ed allelinee guida per la rimozione deirifiuti abbandonati o depositatiin modo incontrollato, con par-ticolare riferimento ai rifiutispeciali e pericolosi, definitedall’ Arpac nell’ambito del"Patto Terra dei Fuochi". «Nel-l’ottica di una sinergia di azionie di interventi – ha sottolineatoSorvino – incontri come questosono estremamente importantiin quanto possono servire a con-solidare una collaborazione in-teristituzionale operativa efunzionale in primis sul pianodella programmazione, dell’am-ministrazione e della legisla-zione, tant’è che io stesso ho dasubito incontrato presso i dipar-timenti provinciali dell’Agenzia,i prefetti di Caserta ed Avellinoper una panoramica operativa

sulle problematiche ambientalidelle rispettive province». A con-cludere l’incontro il prefetto diNapoli Carmela Pagano che, nelringraziare Campanaro per l’ot-timo lavoro svolto, ha dato ilbenvenuto al suo successore au-spicandogli di trovare le mi-

gliori soluzioni possibili confi-dando in un raccordo con glialtri enti ed istituzioni, Arpacin primis, per affrontare un fe-nomeno complesso come quelloambientale riguardante l’ areacompresa tra le province di Na-poli e Caserta.

I vertici Arpac per la formazione del personale prefettizio

Imprescindibile la cooperazione interistituzionale per la gestione del “sistema Terra dei Fuochi”

Si sta per concludere il corsodi formazione sul monitorag-gio biologico dei corsi d'acqua,destinato agli operatori del-l'Agenzia e al personale dellaRegione Campania che si oc-cupa del ciclo integrato delleacque. È la prima volta chenel panorama istituzionalecampano si organizza un'ini-ziativa formativa su argo-menti quali il sistema diclassificazione delle acque su-perficiali e la specifica rete dimonitoraggio Arpac. Il programma del corso, cu-

rato dal settore agenziale chesi occupa dei monitoraggiambientali, si articola inquattro appuntamenti, ri-spettivamente, il 10, il 17, il24 novembre e il primo di-cembre nella sede centraledell'Ente.L'iniziativa ha lo scopo di for-nire ai partecipanti le cono-scenze necessarie per lapianificazione e la conduzionedei monitoraggi delle acquesuperficiali. I quattro appun-tamenti rappresentano ancheuno strumento per applicare

correttamente i protocolli dicampionamento dei cosid-detti Elementi di qualità bio-logica, che forniscono prezioseinformazioni sullo stato am-bientale delle acque superfi-ciali: tra questi, i macro-invertebrati bentonici, le dia-tomee bentoniche, le macro-fite e la fauna ittica. Con ilpotenziamento dei monito-raggi delle acque superficiali,si compie un significativopasso avanti nella cono-scenza delle condizioni del-l'ambiente in Campania.

Un corso in Agenzia per potenziareil monitoraggio biologico dei fiumi

Arpac si apre ai giovani chestudiano fuori regione, a cuiviene data la possibilità disvolgere tirocini formativi al-l'interno delle strutture tec-niche dell'Agenzia. Di recenteè stata stipulata una conven-zione con il Politecnico di Mi-lano, aperta a studenti deicorsi di laurea, dei masteruniversitari e dei dottorati diricerca, in gran parte inge-gneri o aspiranti tali.Gli allievi del Politecnicohanno la possibilità di com-piere in Arpac un tirociniocurriculare, finalizzato ad

esempio a elaborare una tesidi laurea sulle attività del-l'Agenzia. Il primo percorso finora atti-vato coinvolge uno studentedi ingegneria ambientale egeomatica, che si sta for-mando sul monitoraggiodelle acque sotterranee, inseno all'Unità operativa com-plessa Reti di Monitoraggio eCemec. Per ulteriori informa-zioni è possibile visitare ilsito del Politecnico dedicatoai tirocini e all'avvicinamentodegli universitari al mondodel lavoro.

Tirocini per studenti, convenzionecon il Politecnico di Milano

Anna Gaudioso

Al via, per il nuovo anno scola-stico 2017/2018, il percorso diEducazione ambientale orga-nizzato da Arpac con l’Istitutocomprensivo 5 di Nocera Infe-riore. La preside Anna Cri-stiana Pentone, al suo primoincarico in questa scuola, si èresa disponibile e interessataalla collaborazione tra l’Agen-zia e la scuola di cui è respon-sabile. Parteciperanno a questopercorso educativo le primeclassi delle scuola secondariadi primo grado. L’intento è ac-compagnare questi ragazzi pertutto il ciclo scolastico, organiz-zando e realizzando tanti mo-menti educativi, per poiconcludere con un evento allafine dei tre anni insieme. Que-sto istituto ha cambiato nomee dirigente ma ha mantenutouna costante che ci ha per-messo anche negli anni passatidi realizzare momenti edeventi educativi ambientaliutili e di rilievo: attenta e va-lida partner, in questi percorsi,è stata la professoressa Fran-cesca Salvati. Il percorso dieducazione ambientale è statoinaugurato il 22 novembre2017, Festa nazionale dell’al-bero, con la piantumazione dipiù alberi. La “Festa dell’al-bero” è un’iniziativa nazionaleche, attraverso la valorizza-zione e la tutela dell’ambientee del patrimonio arboreo e deiboschi, intende promuoverel’importanza del verde per con-trastare le emissioni di CO2 el’inquinamento dell’aria e perprevenire il rischio idrogeolo-gico e la perdita di biodiversità.I ragazzi si sono raggruppati

nell’atrio della scuola e ognunosventolava il proprio disegnodedicato al tema degli alberi.L’educazione ambientale siserve infatti di diversi elementiartistici per stimolare l’inte-resse dei più piccoli attraversola creatività. Oltre al disegno,anche la musica si rivela pre-ziosa. In questo caso, si è sceltola classica “Ci vuole un fiore” diSergio Endrigo. La festa vera epropria è iniziata nel giardinocon alcuni cenni storici sul rap-porto tra uomo e natura e sulciclo di crescita delle piante(dal seme alla raccolta) e la sta-gionalità, con particolare at-tenzione ai prodotti tipici delterritorio. L’albero-simbolopiantato nel giardino dellascuola è stato il nocciolo, per-ché anticamente questa zonaera ricca di piante di nocciole,noci e agrumi. Infatti da No-cera Inferiore a Salerno c’eranoterreni che formavano cordatedi alberi da frutto. Piantare unalbero che in zona quasi non siusa più è stata una scelta perfar rivivere ai ragazzi la memo-ria della loro terra, il commer-cio di quegli anni passati con i

vari frutti del posto e poi (cosamolto importante) far capire airagazzi cosa signfica se un al-bero si statizza bene in terreno:vuol dire che lì ha trovato tuttele caratteristiche consone alsuo sviluppo, per cui non neces-sita di aiuti esterni, come levarie aggiunte chimiche e iconcimi. Ricordare gli alberi ti-pici del nostro passato nellezone dove viviamo è un ri-chiamo alle proprie radici, è unbel momento sia storico cheecologico. I ragazzi hanno par-tecipato divertendosi, hannoletto e recitato una poesiascritta dall’insegnante e poe-tessa Pina Califano, intitolata– appunto – “L’albero” (pubbli-cata in questa pagina). Ancora oggi, la “Festa dell’Al-bero” mantiene inalterato il va-lore delle sue finalità istitutiveche risultano essere ancora piùattuali di un secolo fa e rappre-senta un importante stru-mento per creare una sanacoscienza ecologica nelle gene-razioni presenti e future che sitroveranno ad affrontare pro-blemi ed emergenze ambientalia tutti i livelli.

Festa dell’albero con i ragazzi di Nocera Avviato un nuovo percorso educativo con gli alunni del comune in provincia di Salerno

LL’alberoL’albero da cui far crescere,maturarei frutti del futuro;

…ha, nella terra,radici profondeche il nutrimento gli infonde;

i suoi rami prendonoforzacalore dal sole;

i suoi frutti sodi, maturinon vanno perduti;

i suoi semicoccolatiamaticome nipotinidiverranno piantinee…..il ciclo della vitasi ripeterà all’infinito!

Giuseppina Califano

Alberto GrossoGiuseppe De PalmaVincenzo Veneruso

La Regione Campania ha introdotto direcente l’obbligo, per i Comuni, di ser-virsi dell’applicativo ORSo per monito-rare i flussi di rifiuti. Arpa Campaniaha contribuito a formare gli operatoriche dovranno utilizzarlo.La Regione Campania con la Legge re-gionale 14 del 26 maggio 2016 ha ride-finito l’assetto normativo regionale inmateria di rifiuti. Successivamente, il16 dicembre 2016 ha approvato il nuovoPiano regionale per la gestione dei ri-fiuti urbani (PRGRU) in linea con gli in-dirizzi europei dello sviluppo di unsistema di gestione dei rifiuti coerentecon i principi dell’economia circolare.Obbiettivo primario del nuovo piano re-gionale è quello di tendere ad una ge-stione ordinaria dei rifiuti urbani,rientrando dalle specificità e particola-rità che hanno caratterizzato la Campa-nia in quindici anni di emergenzarifiuti. Quindi tendere alla normalità.In tale prospettiva va colta la riorganiz-zazione tecnico-normativa in corso inmateria di monitoraggio del ciclo dei ri-fiuti, al fine di ottimizzare le risorse im-

pegnate nella gestione dei sistemi dimonitoraggio e, soprattutto, di otteneredati univoci e confrontabili.Pertanto, in ossequio agli indirizzi det-tati dal PRGRU, il nuovo Osservatorioregionale sulla gestione dei rifiuti dellaCampania, in collaborazione con la Se-zione regionale del Catasto rifiuti (ge-stita dall’Arpa Campania), si è postocome primo obiettivo la necessità di in-dividuare un unico strumento informa-tico da far utilizzare a tutti i soggetticompetenti al monitoraggio del ciclo deirifiuti. Così da aprile 2017 in collaborazionecon l’Arpa Lombardia è stata avviata lasperimentazione per l’utilizzo dell’appli-cativo denominato ORSo (Osservatoriorifiuti sovraregionale), un’applicazionesu tecnologia web per la gestione com-pleta delle informazioni relative al ciclodi gestione dei rifiuti, già utilizzata daaltre tredici regioni italiane. L’applica-tivo, in altre parole, rappresenta lo stru-mento attraverso cui vengono raccoltitutti i dati e le informazioni relative allaproduzione e gestione dei rifiuti urbani(Scheda comuni) ed i dati di gestionedegli impianti di rifiuti urbani e speciali(Scheda impianti) presenti nel territorioregionale.La Sezione regionale del Catasto rifiutidi Arpa Campania, nell’ambito del de-cennale spirito di collaborazione con laSezione regionale del Catasto di ArpaLombardia, ha quindi curato l’organiz-zazione delle giornate di formazione peri delegati dei Comuni e l’avvio di tuttele operazioni necessarie per garantire lapiena funzionalità dell’applicativo webORSo, oltre a fornire un quotidiano ser-vizio di Help Desk. Arpac ha promossosette giornate di formazione per gli ope-ratori dei Comuni campani, da aprile a

luglio di quest’anno.Allo stato attuale sono state distribuitele credenziali di accesso al 78% dei Co-muni campani e 299 Comuni su 550stanno già utilizzando ordinariamenteil nuovo applicativo per l’inserimentodei dati di produzione e raccolta diffe-renziata relativi all’anno 2017. A con-clusione della sperimentazione laRegione Campania con DGR 677 del 7novembre 2017 ha sancito l’obbligo peri Comuni e per gli impianti di gestionedei rifiuti della Campania di utilizzarel’applicativo web-service ORSo a partiredai dati di produzione e gestione del2017.La raccolta di dati e documentazione ef-fettuata con l’applicativo ORSo (Osser-vatorio rifiuti sovraregionale, nellanuova versione ORSo 3.0) avrà come fi-nalità quella di ottenere e archiviare in-formazioni utili e fondamentali per:a) la contabilizzazione e l’elaborazionestatistica dei rifiuti urbani prodotti e ge-stiti dai Comuni e dei rifiuti ritirati e ge-stiti dagli impianti di trattamento;b) l’analisi delle modalità di gestione deirifiuti urbani;c) fornire supporto alla pianificazione eprogrammazione e per la verifica dell’at-tuazione dei piani e il raggiungimentodegli obiettivi previsti (in termini di ri-duzione e recupero dei rifiuti, disponibi-lità di impianti, autosufficienza e

gestione emergenze, ecc.);d) l’individuazione di costi e prezzi di ri-ferimento per la raccolta e trattamentodei rifiuti urbani, ad esempio per la pre-disposizione di capitolati;e) tracciare i flussi dei rifiuti;f) informare su iniziative e strategie lo-cali;g) valutare le rese e l’efficienza degli im-pianti di recupero e smaltimento rifiuti.Allo stesso modo, la completa compila-zione di tutte le informazioni richiesteconsente, anche per Comuni e impianti,di ottenere dei servizi utili quali archi-viazione dei dati, reportistica, genera-zione automatica del MUD per iComuni, importazione automatica deidati da applicativi gestionali, interope-rabilità con banche dati esterne.Ma il principale vantaggio che si intra-vede nell’utilizzo di tale sistema consi-ste nella possibilità di utilizzare unostrumento unico a livello nazionale, cheoffre l’occasione alle quattordici Re-gioni che l’utilizzano di poter condivi-dere e confrontare esperienze e buonepratiche. E quindi ad esempio:1. standardizzare definizioni e nomen-clature di riferimento uniformi e condi-vise;2. uniformare le modalità di raccolta,trasmissione e archiviazione dei dati;3. condividere i principi e i criteri per labonifica, validazione e certificazione deidati raccolti.Tale approccio risulta in linea con iprincipi ispiratori del Sistema Nazio-nale a rete per la protezione dell’am-biente (SNPA) che appunto intendefavorire la cooperazione, la collabora-zione e lo sviluppo omogeneo dei temi diinteresse comune, creando spazi di con-fronto, di discussione e di azione co-mune.

Arpa CAMPANIA AMBIENTE del 30 novembre 2017 - Anno XIII, N.22Edizione chiusa dalla redazione il 30 novembre 2017

DIRETTORE EDITORIALELLuigi Stefano SorvinoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. De Capua, G. DeCrescenzo, G. De Palma, A. Grosso, R. Fe-miano, R. Funaro, D. Matania, A. Palumbo,A. Paparo, T. Pollice, R.A. Stellato, V. VenerusoSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

La Campania aderisce a ORSo, l’applicativo per monitorare i rifiuti

Tina Pollice

Finalmente l’abbiamo com-preso che il nostro futuro ènell’abbandono dei combusti-bili fossili ed è nelle fonti rinno-vabili d’energia, così comeconfermano la Strategia Ener-getica Nazionale, L’Agenzia In-ternazionale dell’Energia e laCoop 23 svoltasi a Bonn i giorniscorsi. Per la salvaguardia delpianeta si rende sempre piùnecessaria una mobilità pulita.La verde Danimarca, la civileOlanda e l’innovativa Inghil-terra, già da tempo, si stannodotando di grandi risorse eoli-che in mare per concedersi illusso di puntare all’auto elet-trica e di ridurre l’estrazione ol’uso di carbone e petrolio,strutture centrali e reversibiliche quando saranno vecchie sipotranno smontare senza la-sciare traccia, né inquina-mento. Il paese Italia arrancatra i buoni proclami e le azioniche vanno in direzione opposta.Secondo una valutazione di Av-venia, uno dei maggiori playeritaliani nell’ambito dell’effi-cienza energetica e della soste-nibilità ambientale, a livellomondiale le auto elettriche se-gnano una crescita esponen-ziale. In futuro, si prevedono150 milioni di veicoli elettrici incircolazione entro il 2040, con-tro gli attuali 1,3 milioni diauto elettriche, alimentate peril 37% da energie rinnovabili,che a tutt’oggi rappresentanoappena il 23% dell’ energiaprodotta. Per Alessio Cristo-fari, direttore dello sviluppobusiness di Avvenia, in Italianel 2016 sono state vendute1.373 auto elettriche, pari allo0,1% delle immatricolazionicomplessive. A differenza di altri Paesi eu-ropei, della Cina e degli Usa, ilmercato italiano dell’auto è an-cora troppo “fossile”, anche se,il passaggio alle auto elettrichesarà inevitabile. I risultati intermini di benefici per l’am-biente sono indiscutibili, graziealla comprovata efficienzaenergetica ed all’affidabilità delmotore elettrico rispetto aquello tradizionale; i gas serrasi riducono di molto se conside-riamo l’intero ciclo di vita dellaproduzione elettrica: da 120gCO2/km delle migliori Euro 6a 40 gCO2/km delle auto elet-triche. Appare chiaro che le

mutazioni del mercato automo-bilistico sono dettate dall’inno-vazione e dalle politicheclimatiche sottoscritte anchedal nostro Paese. Uno studiodel Jrc (Joint research center)dell’Unione europea, ha pas-sato in rassegna gli incentivi fi-scali posti in essere all’internodi otto Paesi europei, Italiacompresa. La Norvegia si con-ferma come la nazione più ge-nerosa con quanti decidano diacquistare auto elettriche: gliincentivi messi in campo dalloStato coprono infatti dal 39 al67% del prezzo netto di acqui-sto (percentuale che scende al17-23% nel caso di veicoliibridi), con il risultato che pos-sedere un veicolo elettrico è

meno costoso e più convenienterispetto all’acquisto di un’autoconvenzionale. Nei Paesi Bassi,in Francia o nel Regno Unito ilsistema di incentivi vigenterende quasi pari il costo di ac-quisto di auto elettriche con leconvenzionali. In Italia (dovegli incentivi all’acquisto di vei-coli elettrici non arrivano al 5%del prezzo che il consumatoredovrebbe pagare), Germania,Ungheria e Polonia, a causadegli scarsi incentivi, ad oggi, èpiù conveniente acquistareun’auto tradizionale. Vale lapena notare, sottolineano i ri-cercatori, che recentemente laGermania ha introdotto incen-tivi per i veicoli elettrici, simileai sussidi francesi e britannici,

ed hanno quasi raddoppiato levendite. Quello delle auto elet-triche rappresenta un mercatomolto suscettibile alle decisionipolitiche, e il settore dei tra-sporti rimane responsabile, alivello globale, del 23% delleemissioni di gas ad effettoserra, con le emissioni europeeancora in crescita. Per inver-tire la tendenza è necessarioche tutti gli Stati facciano laloro parte, anche quando sitratta di incentivi economici.Per concludere, per far frontealla criticità ”delle ricariche” viè un Progetto europeo che pre-vede 180 stazioni di ricarica ra-pida. Entro il 2020 potrebbeessere possibile viaggiare dal-l'Italia sino alla Norvegia uti-

lizzando un'auto elettrica, gra-zie alla realizzazione di un 'cor-ridoio verde con 180 stazioni diricarica ultra-rapida che attra-verserà sette Paesi, dal Medi-terraneo sino al Mare del Nord.Il progetto, finanziato con 10milioni di euro dalla Commis-sione Europea (programmaCEF), vede protagoniste le so-cietà E.ON operatore interna-zionale nel settore energetico edell'e-mobility, e Clever provi-der danese di servizi per la mo-bilità elettrica. Il piano, da realizzarsi entrotre anni, vedrà la costruzionedi 160 nuove stazioni di riforni-mento per veicoli EV che sisommeranno alle 20 già realiz-zate in Norvegia. Gli impiantifunzioneranno a 150 kW, conpossibilità di successivo poten-ziamento sino a 350 kW, e per-metteranno la ricarica dellebatterie dei veicoli più mo-derni in poche decine di mi-nuti. Per accumulatori cheassicurano circa 400 km di au-tonomia serviranno dai 20 ai30 minuti. Le prime stazioniapriranno in Danimarca eGermania, poi seguirannoquelle in Francia, Norvegia,Svezia, Regno Unito e Italia. Ipunti di rifornimento sarannoposizionati a 160-180 km di di-stanza fra loro, ognuno avràda due a sei colonnine con lostandard europeo CCS( stan-dard di ricarica veloce per autoelettriche UE).

Alla ricerca della mobilità pulitaA differenza di altri Paesi europei il mercato italiano dell’auto è ancora troppo “fossile”

Ilaria Buonfanti

Circa 45 milioni di km distrade attraversano la superfi-cie della Terra. E centinaia dimilioni di barili di petrolio ven-gono utilizzati per ricoprirle.Ancora fonti fossili, decisa-mente inquinanti. Eppure lealternative esistono. Abbiamogià visto le strade realizzatecon i pannelli fotovoltaici, o an-cora quelle con gli pneumaticifuori uso.Le strade cittadine richiedonomanutenzione, visto che iltempo le deteriora aprendoanche delle buche. Conside-

rando poi che in giro per glioceani ci sono migliaia di mi-liardi di pezzi di plastica,esi-sterebbe una soluzione aentrambi i problemi, trasfor-mando la plastica riciclata al100% in MR6, piccoli pellet diplastica di scarto che sostitui-scono il bitume, il materialeusato per le strade estratto dalpetrolio greggio e vendutodalle compagnie petrolifere.MR6 è addirittura più resi-stente e dura circa dieci voltedi più rispetto ai materiali co-munemente utilizzati. Di so-lito, le strade normali sonocostituite per il 90% circa da

roccia, sabbia e calcare, e per il10% da bitume. Il processo in-novativo punta a sostituireproprio il bitume, utilizzandola plastica dei rifiuti domestici,di quelli agricoli e di quellicommerciali.A Rotterdam, nel Paesi Bassise ne parla già da qualcheanno, ma adesso sembra chepartner e investitori voglianoinvestire nella realizzazione diquesto asfalto stradale di ma-teriale plastico riciclato, cheaumenterebbe la sicurezza(niente voragini ad esempio) eprolungherebbe anche i livellidi intervalli di manutenzione.L’idea è della società olandeseVolkerWessels che tra l’altrosostiene il progetto ‘The OceanCleanUp’ di Boyan Slat che hacreato un sistema per elimi-nare le microplastiche daglioceani, diventando ufficial-mente il primo vero esempio di“pulizia globale” che può racco-gliere fino a 7.250.000 tonnel-late di rifiuti in soli 5 anni ed èquindi è il fornitore ufficialeper la realizzazione dellenuove strade.Secondo i test di KWS Infra, lacopertura sarebbe in grado diresistere senza problemi atemperature fra i -40 e i +80 °C

e veniamo all’ambiente: parolad’ordine riciclo e pulizia dei no-stri oceani che sono letteral-mente invasi dalla plastica.Sperando che prima o poi ilbuonsenso prevalga, nel frat-tempo si cercano soluzioni peril recupero dei materiali inmare. La PlasticRoad, questoil nome della futura strada èmeno costosa in termini diemissioni di Co2 rispetto al co-mune asfalto, è più leggera equindi riduce i tempi di posa.Sappiamo che l’asfalto rilascianell’atmosfera circa 27 kg diCO2 per ogni tonnellata pro-dotta, trattiene il calore e con-

tribuisce quindi al fenomenodell’isola di calore, ovvero l’au-mento delle temperature nellearee urbanizzate. I vantaggioltre quelli già citati sonotanti, pensiamo ad esempioche le strutture modulari sonogià dotate dello spazio necessa-rio per il passaggio di cavi e tu-bazioni e per lo scorrimentodell’acqua piovana e quindipossono essere costruite diret-tamente in fabbrica e traspor-tate sul luogo di posa,riducendo i tempi di cantiere.Insomma, una bella svoltagreen che speriamo possa arri-vare presto anche in Italia.

A Rotterdam la prima strada in plastica

Ciò che gettiamo in mare,torna sulla terra. E con quelloche le correnti marine avevanodepositato sulle spiagge delleCanarie, l’architetto FernandoMenis ha realizzato delle origi-nali luci natalizie. Menis, natoa Tenerife, ha creato un'ottimaoccasione per riutilizzare glioggetti gettati via e renderepiù green il Natale riciclando irifiuti estivi della città costieradi La Oliva sull’isola di Fuer-teventura. Galleggianti colo-rati, tavole da surf, secchi,giocattoli da spiaggia maanche bottiglie di plastica ab-bandonate sulle spiagge localiavranno una seconda vitanelle splendide Canarie, diven-tando insolite decorazioni na-talizie. L’attuale sindaco di LaOliva ha commissionato aMenis di progettare un’illumi-nazione natalizia sostenibile intermini di risparmio energe-tico, utilizzando materiali rici-

clati. Sulla base di queste indi-cazioni, Menis ha progettatodelle decorazioni che richia-mano il mare, decisamente più

adatte al contesto locale ri-spetto ai classici fiocchi o pu-pazzi di neve.L’economia di LaOliva è tradizionalmente le-

gata al mare e alla pesca, ra-gion per cui l’architetto ha im-maginato calamari giganti,fiori di ibisco, palme, imbarca-zioni e ghirlande a forma dimedusa, tutte illuminate contecnologia LED a basso con-sumo energetico. Alcune sonoanche alimentate da piccolipannelli fotovoltaici per ri-durre al minimo l’impatto.Un calamaro gigante invaderàstrade e piazze, aspirando a di-ventare il simbolo del Natalemarittimo di La Oliva. Ognicalamaro sarà formato da 10galleggianti, 20 spugne cave edue secchi di plastica. I coloridei materiali saranno casuali edipenderanno dai rifiuti utiliz-zati. Fuerteventura, in invernocome in estate è allegramentecolorata, viste le temperaturecalde che si registrano in ognistagione. Per questo motivo,invece dei classici pupazzi dineve, sono stati scelti i fiori di

ibisco come simbolo del Nataleisolano. Per realizzarli, ver-ranno adoperate 9 tavole dabody surf e altri materiali direcupero. Appositamente pro-gettate per gli spazi urbaniche, a causa della loro impor-tanza e carattere, richiedonoun intervento più sobrio, sem-plice ed elegante, le palmesono uno dei simboli delle Ca-narie. In questo caso, le lucinon circondano la palma, macorrono verticalmente, daltronco fino alla cima.Le creazioni di Menis lancianoun messaggio, mostrandoquello che i bagnanti lascianosulle spiagge e lasciandolo pergiorni sotto gli occhi dei visita-tori e degli abitanti. Menispunta a portare le sue opereanche alle barche da pesca chenavigano vicino alla costa, de-corandole con ghirlande rici-clate che si illuminano dinotte. I.B.

Le luminarie green alle Isole CanarieLe originali luci create dai rifiuti trovati in spiaggia

Manto stradale più economico, resistente e soprattutto ecologico

LE NUOVE ECO-CARTE DA PARATI GREEN

Fabiana Clemente

Imperial College di Londra, Univer-sità di Cambridge e Central SaintMartins impegnate nella realizzazionedi un progetto innovativo in ambitoedilizio. Parola d’ordine: rinnovabile!Un team di ricercatori ha recente-mente utilizzato una bio-batteria e unpannello fotovoltaico per creare cartastampando cianobatteri. Ovvero sitratta di microrganismi che abitanonel nostro pianeta da miliardi di anni.Sono stati utilizzati come inchiostro esono stati stampati attraverso unaparticolare stampante, che ha consen-tito di realizzare della carta da rivesti-

mento per le pareti. Secondo quantodimostrano i dati rilevati, i cianobat-teri sopravvivono alla stampa. Ed èproprio durante il processo di stampache effettuano la fotosintesi. Rila-sciano, dunque, una certa quantità dienergia elettrica che potrebbe essereutilizzata per delle piccole alimenta-zioni. In futuro, i ricercatori auspicanodi poter utilizzare questi batteri foto-sintetici per realizzare delle nuove tec-nologie soprattutto da impiegare nonsoltanto per il fotovoltaico, ma anchein ambito medico. È prevista, infatti,la realizzazione di sensori per il moni-toraggio dei pazienti affetti da diabeteo dispositivi per controllare la qualitàdell’aria negli ambienti abitati. Madiamo un’occhiata più da vicino. Incosa consiste il prodotto finito? Si trat-terebbe di pannelli solari totalmentebiodegradabili e a zero impatto am-bientale. Rispetto ai classici pannellifotovoltaici, questi sistemi evitereb-bero il dispendio di una grande quan-tità di risorse e di rifiuti. A lavorocompiuto, infatti, essendo fatti di unaspeciale carta, potrebbero essere la-sciati biodegradare in giardino senzaalcun impatto sull'ambiente. La bio-batteria solare è un ulteriore esempiodei progressi scientifici riguardo le tec-nologie alternative basate sull’usodelle rinnovabili. Si tratta in partico-lare del fotovoltaico - microbico micro-bial biophotoltaics (BPV). Una tecnicache vuole sfruttare la fotosintesi deicianobatteri e delle alghe per trasfor-

mare la luce in corrente elettrica. IBPV basati su carta non sono desti-nati a sostituire la tecnologia conven-zionale delle celle solari per laproduzione di energia su larga scala,ma possono essere utilizzati per co-struire alimentatori biodegradabili.Sono più adatti a dispositivi e applica-zioni che richiedono una piccola quan-tità di energia, come sensoriambientali e biosensori. Il fine ultimo

di queste tecnologie è quello di pro-durre elettricità sia durante il giornoche nel corso della notte. Allo stato at-tuale, il dispositivo prodotto è piccolo.Il team sta lavorando, infatti, su unformato A4 per poi passare alle dimen-sioni degli attuali pannelli. Un’evolu-zione in continuo divenire, dunque. Inattesa di scoprire quali altri metodi al-ternativi ci riserverà il progresso tec-nologico.

YAPE, IL POSTINO ROBOTEFFICIENTE E AUTONOMO

Rosa Funaro

Yape è una nuova tecnologiafiglia della società e-Novia,sviluppata in collaborazionecon il Politecnico di Milano. Sitratta di un postino robot ca-pace di trasportare piccolipacchi, è autonomo e ultraleg-gero. Il veicolo viaggia su dueruote dotate di motori elettriciautonomi che minimizzano ilconsumo di energia.È lungo 60 centimetri, pesa15 chili, evita gli ostacoli e in-teragisce con l’ambiente. Conla scansione del volto ricono-sce mittente e destinatario.Può effettuare rotazioni sulposto e superare ostacoli comele rampe dei marciapiedi o lerotaie del tram. È adatto amuoversi negli spazi stretti e

irregolari delle città italianeed europee, sia su marcia-piede (a una velocità massimadi 6 chilometri orari) sia supista ciclabile (fino a 20 chilo-metri orari) con un’autonomiadi circa 80 chilometri. Il sistema di sensori gli per-mette di tracciare, durante leconsegne, una mappa detta-glia del manto stradale, dellostato dei marciapiedi dovepassa, della collocazioneesatta di buche e binari deitram. Tutto grazie a quattrosensori LiDARS 3D, gli stessiusati nelle auto a guida auto-noma, in grado di “vedere”fino a una distanza di 35metri. Ha poi quattro videoca-mere, ognuna della quali conun cono visuale di 120 gradi econ capacità di analisi dell’im-

magine, otto sensori di prossi-mità. Inoltre interagisce con isensori installati in città, adesempio con i semafori permonitorare il traffico.Yape ha appena ricevuto unfinanziamento di sei milioni dieuro da parte della gruppoEldor, multinazionale nel set-tore Automotive e partnerdelle principali case automo-bilistiche mondiali: “il grupposta ponendo le basi per un mo-dello industriale 4.0 e unnuovo sistema di open innova-tion che riconosce il valoredelle giovani imprese innova-tive. Per la nostra azienda, in-vestire nello sviluppo di Yape,un progetto che combinaguida autonoma e mobilitàelettrica, darà ulteriore im-pulso allo sviluppo di prodotti

che riducono l'impatto ecolo-gico sul pianeta e valorizzanole competenze italiane" ha di-chiarato Pasquale Forte, lea-der della Eldor. In attesa che le istituzioni ita-liane ed europee inizino a“pronunciarsi” in merito e ad

aprirsi a nuove soluzioni comeYape, ci si affida, per ora, alleiniziative di piccole ammini-strazioni. Dal prossimo 4 di-cembre 2017, infatti, Yapeinizierà il suo operato a Cre-mona, in un progetto pilotavoluto proprio dal Comune.

Realizzate con cianobatteri stampati grazie ad una bio batteria solare

Fabina Liguori

Italia, un territorio fragile, “de-licato”, dove il rischio: sismico,vulcanico, idrogeologico, è altoe minaccioso. Un Paese che èstato diverse volte messo allaprova, deturpato, “aggredito”da eventi improvvisi e tragiciche hanno piegato tante terree vite. Ischia, Amatrice, L’Aquila, epoi Livorno, Genova, Messina,sono solo gli ultimi esempi ditali tristi avvenimenti inca-strati nella memoria di tutti. Il disinteresse collettivo, e inparticolare istituzionale, versouna politica fatta di preven-zione, una messa in sicurezzadel patrimonio naturale e non,un utilizzo più consapevole delsuolo, uno sviluppo di qualitàdelle aree interne e così via, ac-cresce, giorno dopo giorno, lavulnerabilità del territorio. L’elevato livello di rischio idro-geologico nel Paese è dato dainumeri Ispra: sono 7.145 i co-muni italiani (l’88% del totale)che hanno almeno un’area adelevato rischio idrogeologico(circa il 15,8% del territorioitaliano). L’indagine di Legambiente“Ecosistema Rischio”, nascecon l’intento di monitorare evalutare l’esposizione al ri-schio idrogeologico nel territo-rio italiano e l’efficacia dieventuali attività di preven-zione e mitigazione. Con l’edi-zione 2017 è stato inviato unquestionario (relativo alla pro-pria area di competenza) atutti i 7.145 Comuni classifi-cati ad “elevata criticità idro-geologica”. In 1.930 hannorisposto ai quesiti (27%), diquesti, 468 amministrazionihanno risposto in maniera in-completa e per tale ragionesono stati esclusi dall’indagine.I dati ed i numeri del dossierfanno riferimento, quindi, a1.462 amministrazioni comu-nali (corrispondenti al 20% dei7.145 Comuni).Ma andiamo nel dettaglio: il69,7% dei comuni ha dichia-rato di avere abitazioni in areea rischio. Nel 26,8% dei casisono presenti interi quartieri,mentre in 737 (50,4%) sorgonoaddirittura impianti indu-striali. Strutture sensibili,come scuole o ospedali, sonopresenti in aree a rischio nel14,6% dei casi, mentre la pre-senza di strutture ricettive ocommerciali è pari al 20,5%. Il

dato più inquietante e soprat-tutto palesemente illegale è unaltro: il 9,3% dei comuni (136amministrazioni) ha dichia-rato di aver edificato in aree arischio anche nell’ultimo de-cennio, quando, in teoria (aisensi dell’art 65, comma 4 delD.Lgs. 152/063), sarebbe do-vuto essere vietato. Non c’èmai fine al peggio. Anche se il70,1% dei comuni intervistati(1.025 amministrazioni) ha di-chiarato di svolgere regolar-mente un’attività dimanutenzione ordinaria dellesponde dei corsi d’acqua e delleopere di difesa idraulica, que-sta azione da sola non basta enon può produrre effetti posi-tivi di lunga durata. Dal reportemerge che il 65,1% delle am-ministrazioni ha dichiaratoche nella propria area di com-petenza sono state realizzate

opere per la mitigazione del ri-schio: in 455 comuni, opere diconsolidamento dei versanti(47,8% dei casi), in 430, nuovearginature (45,2%) e in 383 co-muni, interventi come la risa-gomatura dell’alveo (40,2%). Il9,4% degli intervistati, ha as-serito di aver “tombato” trattidi corsi d’acqua sul proprio ter-ritorio, con una conseguenteurbanizzazione delle aree so-vrastanti, mentre solo il 4% haeseguito la delocalizzazione diabitazioni palesemente co-struite in aree a rischio. Solo il2%, invece, si è “dedicato” alladelocalizzazione di fabbricatiindustriali.I dati forniti dai co-muni indicano che l’81,5%delle amministrazioni (1.192su 1.462) si è dotato di unpiano di emergenza da metterein atto in caso di frana o allu-vione. Inoltre solo il 55% ha

aggiornato il proprio pianod’emergenza negli ultimi dueanni (656 su 1.192). Nel 43,2%dei casi (632 su 1.458 comuni)sono presenti e attivi sistemi dimonitoraggio finalizzati all’al-lerta in caso di pericolo, men-tre il 67,5% riferisce di averrecepito il sistema di allerta-mento regionale. Il dossier fornisce anche unaserie di spunti e priorità damettere in atto per difendereal meglio il Paese da eventi,spesso sì imprevedibili, matante volte “agevolati” in tuttala loro tragica espressione, daazioni e scelte scellerate degliuomini, così concentrati nelsalvaguardare i propri inte-ressi ad ogni costo. Le risposte e i dati forniti da1.462 amministrazioni comu-nali su 7.145 comuni “interro-gati”, sono senz’altro un po’

pochi per delineare un quadrosoddisfacente della condizionedell’Italia. Certo è che, leg-gendo il dossier “EcosistemaRischio” di Legambiente, sipuò solo rimanere basiti e conla testa piena di domande:dove sono gli oltre 5000 co-muni che non hanno parteci-pato al questionario? In che stato si trovano i loroterritori? Perché non vengonoeffettuati regolarmente inter-venti di prevenzione e manu-tenzione neanche quando sitratta di strutture abusive oquando sono disponibili i fondiper realizzarli? Come è possi-bile che anche nell’ultimo de-cennio siano stati edificati“nuovi mostri” in aree a rischiononostante fosse stato vietatoda un decreto legge del 2006?Dove sono i controlli, gli uo-mini di legge, le coscienze?

“Ecosistema rischio”, l’indagine di LegambienteUn dossier di monitoraggio finalizzato a valutare l’esposizione al rischio idrogeologico nel territorio italiano

Antonio Palumbo

Il marmo è un materiale co-stoso ma anche molto apprez-zato nel mondo delle costru-zioni e dell’arredamento. Unodei principali problemi che locaratterizzano, dal punto divista della sostenibilità ecolo-gica, è che questo materiale ge-nera un grande scarto dilavorazione: come riportato dadiverse ricerche interne al set-tore, ogni anno si scartano piùdi 350 milioni di tonnellate dimarmo.Gli scarti di lavorazione rap-presentano un enorme dannoambientale, in quanto compor-tano un inutile spreco di mate-ria prima (preziosa edapprezzata in tutto il mondoper le sue caratteristiche uni-che). Per arginare questo pro-blema nasce Stonethica: unmateriale realizzato esclusiva-mente dagli scarti di lavora-zione del marmo, prodottodall’omonima azienda italiananata a Pietrasanta (LU), unadelle zone specializzate nel-l’estrazione e nella lavorazionee nel commercio del marmo(vicino a Pietrasanta si tro-vano infatti le famose cave diColonnata, Fantiscritti e To-rano). Smaltire gli scarti dellalavorazione del marmo è unproblema per cui urge trovaresoluzioni immediate all’inse-gna della sostenibilità, senzarinunciare alla componenteestetica. Stonethica nasce ap-punto come materiale lapideoprodotto nell’ambito di un ciclototalmente eco-sostenibile: gli

scarti provenienti dalla lavora-zione del marmo e della pietranaturale in genere vengono ri-ciclati e assemblati in mattonio lastre grazie a una resina bi-componente, naturale e atos-sica. L’intero processo permette direcuperare, in media, l’80% delmateriale di partenza otte-nendo prodotti composti al99% da scarti lapidei che pos-sono contribuire al rispetto deiparametri LEED (Leadership

in Energy and EnvironmentalDesign) e BREEAM (BuildingResearch Establishment Envi-ronmental Assessment Me-thod) per la valutazione dellaperformance ambientale degliimmobili. Il nome dato a que-sta “pietra assemblata” denotala sua particolarità: una ri-cerca sui materiali capace didiventare il cuore di una filoso-fia “green” applicata ad un in-novativo ciclo di produzionelapidea. Grazie alle diversesfumature e ai motivi geome-trici nati dall’accostamento edalla sovrapposizione dei ma-teriali di partenza, i prodotti diStonethica si dimostrano par-ticolarmente adatti alla perso-nalizzazione degli interniabitativi o di lavoro, sono idealiper pavimenti e rivestimenti,ma anche per top di cucine ebagni ed elementi d’arredo, oper la messa a punto di singo-lari espressioni decorative ingrado di unire un’elevata resaestetica ad una costante atten-zione per l’ecosostenibilità.Le pietre Stonethica sono di-sponibili in sei linee base diprodotto: Bianco Carrara, Sta-tua- rio, Calacatta, Bardiglio,Pietra del Cardoso, CarraraMix. Il ciclo di produzione uti-lizza principalmente Marmi

Apuani ma prevede l’uso disfridi provenienti da diverselavorazioni lapidee anche inabbinamento con materiali dinatura eterogenea. Il tutto perarrivare al massimo livello dipersonalizzazione del prodottoin risposta a precise esigenzedi progettazione d’interni, digusto e di stile.Con le tonalità polverose dellaPietra del Cardoso, per esem-pio, gli spazi possono acquisireuna marcata profondità, men-

tre con quelle dorate del Cala-catta possono assumere un’ele-gante lucentezza.La rete di distribuzione deiprodotti Stonethica, al mo-mento, conta diverse realtà inEuropa, Nord America e Au-stralia. Il costante impegnodell’azienda nella propriaespansione è segno della vo-lontà di diffondere, insieme aipropri materiali, una filosofiadel riciclo interamente svilup-pata in Toscana.

Stonethica: la pietra sostenibileUn materiale realizzato esclusivamente dagli scarti di lavorazione del marmo

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni,da uomini e donne che l’-hanno resa grande. Storia,teatro, pittura, scultura, mu-sica, architettura, lettera-tura… I settori nei qualiNapoletani e Campani sonodiventati famosi e hanno resefamose Napoli e la Campaniasono numerosissimi. Conti-nuiamo il nostro piccolo viag-gio tra Napoletani e Campanifamosi.Massimo Stanzione (Fratta-maggiore o Orta di Atella,1585 – Napoli, 1656) fu unodei più importanti pittoridella scuola napoletana delSeicento e secondo molti cri-tici d'arte si collocò, pur con lasua grande personalità, traGuido Reni e Caravaggio.Nacque a Frattamaggiore (onella vicina Orta di Atella).Forse fu allievo di FabrizioSantafede e Battistello Carac-ciolo ma formò in maniera de-finitiva il suo stile a Roma,quando vi si trasferì tra il1617 e il 1630. A Roma lo Stanzione conobbela pittrice Artemisia Gentile-schi. Con la Gentileschi si in-staurò un grande rapportolavorativo basato sulla stimareciproca (il dato non è secon-dario, viste le difficoltà delledonne per affermarsi in quel-l'epoca e non solo a livello ar-tistico. Secondo qualche testimo-nianza si trattò di un "ap-prendistato informale".Diverse le collaborazionianche per alcune opere (tra lealtre la Nascita di San Gio-vanni Battista per re FilippoIV in palazzo del Buen Re-tiro). All'inizio della sua car-riera fu essenzialmente unritrattista: tra le sue operepiù famose si ricordano, in-fatti, il Ritratto di una donnanapoletana in costume popo-lare e il Ritratto di JeromeBankes. I lavori più impor-tanti di Stanzione sono peròriconosciuti nelle grandi paled'altare e nei cicli di affreschiper le chiese napoletane. Di questa produzione si pos-sono ricordare gli affreschi ele tele per la cappella di SanMauro (1631-1637) e per lacappella del Battista (1644-

1651) nella Certosa di SanMartino a Napoli.Inoltre si ricorda un dipintoraffigurante San Patroba chepredica ai fedeli di Pozzuoli,realizzato per la Cattedrale diPozzuoli intorno al 1650. An-cora, il ciclo di affreschi per labasilica di San Paolo Mag-giore sempre a Napoli, sul De-cumano Maggiore, attuale viadei Tribunali. Notevole ancheun Sacrificio di Bacco che oggisi trova al Prado di Madridinsieme ad altri diversi di-pinti sulla Vita di San Gio-vanni Battista. Non perse mai di vista, co-munque, la produzione locale

napoletana e diede vita ad unpercorso che si affermerànella pittura partenopea delXVII secolo, divenendo difatto uno dei principali pittorinapoletani agli inizi del XVIIsecolo lasciando in eredità ungrande seguito di allievi eimitatori. Con Jusepe de Ri-bera dominò la scena pittoricaa Napoli. Il colore potente e ilnaturalismo dello Stanzionehanno avuto una grande in-fluenza su tanti altri artistidei periodi successivi (in pri-mis Francesco Solimena). Nel1621 Papa Gregorio XV gliconferì il titolo di cavalieredello Speron d'oro che in Spa-

gna gli diede il titolo di Cava-liere Massimo. Nel 1627, in-vece, ricevette da PapaUrbano VIII la carica di Ca-valiere del Gesù per meritiartistici. Morì a Napoli in una

sua casa all'Ascensione o inun'altra sua abitazione allaCarità. Le cause della morte sono ri-conducibili alla terribile epi-demia di peste del 1656.

Massimo Stanzione e la Scuola Napoletana

Grandi Napoletani, grandi Campani

San Lorenzo MaggioreLa Basilica, come hanno accertatoscavi e studi tecnici, sorse su unachiesa paleocristiana del Sesto se-colo, della quale conserva il pavi-mento a mosaico, e segnando l'arrivoa Napoli dell'Ordine fondato da SanFrancesco d'Assisi. La facciata è fiancheggiata da uncampanile quadrato su quattro li-velli realizzato nell'attuale configu-razione da Ferdinando Sanfelice ada un portale di epoca Angioina. Adestra si trova l'ingresso per il con-vento ed il chiostro, realizzato su

strutture Romane che costituisconooggi uno dei principali riferimentiarcheologici di Napoli. All'internodella chiesa, dove ogni Natale vienerealizzato un Presepe con figured'epoca ad altezza normale, sonoconservate numerose opere d'arte.Oltrepassando piazza Gerolominicon l’omonima cinquecentesca chiesacon annesse una ricca pinacoteca euna preziosa quanto sconosciuta bi-blioteca, ci ritroviamo in via Duomo,strada storica dei matrimoni napole-tani.

(segue a pagina 15)

Viaggio nel Medioevo: Gotico e dintorniNapoli è la città con più chiese al mondo dopo Roma

Basilica di Santa Chiara

Salvatore LanzaDomenico Matania

La Basilica Santa ChiaraVoluta dalla regina Sancia nei primidecenni del 1300, è una delle chiesemedievali più importanti della Cam-pania e d’Italia. Alla metà del XVIIIsec. la sua struttura gotico-provenzalefu modificata in forme barocche daDomenico Vaccaro e Giovanni delGaizo, semidistrutta dai bombarda-menti la chiesa fu ricostruita nel suoaspetto gotico.La semplice facciata, aperta da un ro-sone, è preceduta dall'atrio, sotto cuisi apre un notevole portale a marmibicolori con eleganti decorazioni. DelCampanile, trecentesco, resta solo labase con lastre di marmo in cui si ri-corda la costruzione del tempio inscrittura gotica. L'interno è un lungorettangolo aperto da cappelle lateraliad arcate ogivali, prende la luce daslanciate monofore e dalle bifore e tri-fore delle cappelle. A destra dell'en-trata si trova il Sepolcro di Agnese eClemenza di Durazzo, opera trecente-sca di Antonio Baboccio. Nel presbite-rio la Tomba di Maria di Valois,realizzata da Tino di Camaino, nellaprima metà del 1300, dietro l'altaremaggiore è collocato lo splendidoMausuleo di Roberto I d'Angiò, operadi Giovanni e Pacio Bertini 1345. Uncorridoio a destra del presbiterio con-duce al Convento dei Minori, a cui si

accede attraverso un portale che siapre sul coro, del XIV sec., diviso indue navate in cui troviamo anche unaparte della Crocifissione di Tino di Ca-maino. Dietro al coro si estende il fa-moso "Chiostro delle Clarisse", oggidei Frati Minori, è di Domenico Vac-caro, voluto dalla badessa IppolitaCarmignano (1739-42). I pilastri otta-gonali e le panchine vennero intera-mente rivestiti da piastrellemaiolicate policrome, i sedili sono or-nati da paesaggi, scene di vita agrestee di danze e giochi popolari. Le maio-liche vengono realizzate dalla bottegadei maestri Donato e GiuseppeMassa, gli artigiani più famosi e ri-chiesti del tempo. Fu quasi completa-mente distrutta e successivamentericostruita dopo i bombardamentidella seconda guerra mondiale.

Interno Basilica di Santa Chiara

Basilica di San Lorenzo Maggiore Particolare delle volte del deambulatorio

Duomo di NapoliLa costruzione, realizzata sul finiredel Tredicesimo secolo per volere diCarlo II d'Angiò, incorporò le dueantiche chiese di Santa Restituta edi Santa Stefania; due testimo-nianze paleocristiane poiché SantaRestituta, fu realizzata nell'Ottavosecolo sulla chiesa di San Salvatore,opera del Quarto a secolo mentre lachiesa di Santa Stefania risaliva alV secolo. Della chiesa di Santa Ste-fania non esiste più niente, mentredi quella di Santa Restituta trove-remo un omonima Cappella all'in-terno del Duomo. La Cattedrale furifatta nel 1680 e rimaneggiata inseguito negli anni successivi. La fac-ciata, ricostruita nel 1407 per ripa-rare i danni del terremoto del 1349,risulta alterata da forme pseudogo-tiche per lavori eseguiti tra il 1877 eil 1905. L'interno, a croce latina co-perto da un soffitto in legno inta-gliato e dorato del 1621, è a trenavate divise da pilastri che inglo-bano 110 antiche colonne di granito.Nella navata di destra c'è la Cap-pella di San Gennaro, realizzata neiprimi del Seicento come ex voto dopouna pestilenza con pianta a croceGreca. La cupola fu affrescata daGiovanni Lanfranco nel 1643 e lepareti, con marmi intorno ai sette al-tari, furono affrescati dal Domeni-chino tra il 1631 e il 1641.All'interno è custodito il cosiddetto"imbusto", busto reliquiario, capola-voro di scultura Gotica, con il cranioe la teca contenenti il sangue di SanGennaro, che miracolosamente si

scioglie due volte l'anno. Nel tran-setto ci sono le Cappelle Minutolo (diantica architettura Gotica) e Tocco(con un pavimento realizzato nelDuecento), tele di Francesco Soli-mena, Luca Giordano e un dipintodell'Assunta, opera del Perugino e diallievi della sua bottega. Sotto il pre-sbiterio si trova la Cappella Carafa,elegante esempio di architettura na-poletana del Rinascimento.

segue da pagina 14

San Domenico MaggioreLa basilica ha perso l'aspetto goticodella costruzione trecentesca sortasu un oratorio romanico, a causadelle ristrutturazioni avvenute neisecoli successivi. Nella Chiesa visono numerosi capolavori, mal’opera d’arte più importante èstata la celebre Flagellazione delCaravaggio, oggi a Capodimonte,di cui è possibile ancora vedere lacopia che realizzò il Vaccaro. Lasagrestia settecentesca conserva45 feretri di varie personalità tracui i resti di dieci principi della ca-sata aragonese. La Chiesa haavuto un continuo programma dirifacimenti nel corso dei secoli fa-cendo di San Domenico uno deicomplessi monastici più importantidella città, da ricordare che fuanche la sede della prima univer-sità napoletana.

Facciata del Duomo di Napoli

Interni del Duomo di Napoli

Retro della Basilica di San Domenico Maggiore

Particolare degli interni

La Sagrestia della Basilica

Rosaria Anna Stellato

Il rispetto e la tutela dell’am-biente passa dalla formazioneprofessionale. I piccoli grandigesti quotidiani del cittadinosono solo una goccia nel marese non sono supportati da unaforma mentis lavorativa checontribuisca in maniera inci-siva a preservare e restaurarela qualità ambientale. È questa la mission dell’ISISAlfonso Casanova.

L’Istituto Statale, che fa for-mazione professionale da piùdi 150 anni e conta 1350 al-lievi, è diretto da un quin-quennio da Rosaria AnnaStellato, già naturalista, ricer-catrice, nonché docente discienze prima e di matematicae scienze poi. Chiave di voltanella formazione dei giovanidel Casanova è il principiosancito dall’Art. 9 della Costi-tuzione: promuovere il ri-spetto e lo sviluppo della

cultura e dell’ambiente. Am-biente inteso in senso lato,dalla tutela del paesaggio,della natura, al rispetto e curadel patrimonio storico e monu-mentale, alla green economy equindi ai green jobs.Per favorire l’incontro tra do-manda ed offerta sempre cre-scente di green jobs, l’IstitutoCasanova sviluppa un’offertaformativa in linea con le com-petenze richieste dalla greeneconomy. In quest’ottica si in-seriscono sia i percorsi di al-ternanza scuola lavoro che letante progettualità realizzate.Un esempio? “ECO-MADE:percorso di green social eco-nomy” svolto in collaborazionecon Legambiente CampaniaOnlus e finanziato dal Mini-stero del Lavoro e delle Politi-che Sociali per diffondere lacultura della sostenibilitànell’ottica dell’economia circo-lare e poi ancora gli stagesvolti dagli allievi dell’Indi-rizzo Made in Italy Arredo eForniture d’Interni con il Cen-tro Bioedile di Napoli (aziendaspecializzata in bioedilizia).L’utilizzo di materiali e coloria base naturale, di accorgi-menti tecnologici che puntinoad un risparmio energetico,sviluppa nel futuro tecnico ar-

redatore la consapevolezzache la salvaguardia ambien-tale sia garanzia non solo ditutela della salute di chi abitain case ecocompatibili, maanche di qualità superiorinella resa dei materiali utiliz-zati. Formare nel campo dellaGreen Economy risulta oggiuna scelta vincente come di-mostra il 25% di giovani del-l’Istituto Casanova occupatiappena un anno dopo la con-

clusione degli indirizzi di studi(rapporto 2017 Cob del Mini-stero del Lavoro) questo per-ché l’interesse per la greeneconomy è trasversale ed ab-braccia i più svariati settori daquelli tradizionalmente depu-tati all’eco-sostenibilità aquelli strumentali quali il de-sign, per l’ideazione di eco-prodotti o il marketing pertestimoniare il rispetto azien-dale nel campo dell’eco-soste-nibilità.

La tutela dell’ambiente e il green jobs nella formazione professionaleLa Mission dell’Istituto Tecnico e Professionale Alfonso Casanova di Napoli

Moda e riciclo: nuova vita ai vecchi capiAprite il vostro armadio. Separate i capiche indossate abitualmente da quelliche non utilizzate più. Sicuramentequesti ultimi superano di gran lunga iprimi. Vecchi jeans che ormai fati-chiamo a farci entrare, ma non but-tiamo nella speranza di perdere queichili di troppo. Gonne e abiti ormai de-modé che ci ostiniamo a conservare,aspettando che la moda li riproponga.Butto o non butto. Questo è il dilemma.Se anche voi siete nella stessa situa-zione, ascoltate questo consiglio. Rici-clare! Si parla ormai da molti anni dellasalvaguardia del pianeta e della tuteladelle persone, ma oggi più che mai, è do-veroso applicare questi concetti anchealla moda, tra le industrie più inqui-nanti al mondo. La sua trasformazionein un settore più sostenibile che includetanto i principi della moda ecososteni-

bile quanto quelli della moda etica, èormai una nuova realtà a cui dobbiamoabituarci. Le idee per un riciclo intelli-gente e creativo degli abiti usati nonmancano e il web ci offre molti esempiper reinventare o guadagnare con i ve-stiti che non ti piacciono più. Un famosoprogetto in tal senso proviene dall’Esto-nia. Una giovane designer ha dato vitaa un’intera collezione moda a partire da

abiti dismessi. La trasformazione deivecchi capi tessili, dai connotati ecoso-stenibili, migliora l’efficienza dei pro-cessi produttivi e riduce l’impattoambientale. Basti pensare che ogni capodi abbigliamento - processato con questemodalità – utilizza in media il 70% diacqua in meno e circa il 90% di energiaelettrica in meno di quella necessariasecondo procedure tradizionali. Non sologli abiti sono i protagonisti realizzati.Anche borse, accessori, tessili per uti-lizzo domestico. Anche il nostro paese sista affacciando a questa nuova realtà.Seppur meno noti del caso estone, nu-merosi sono gli esempi di upcyclingmade in Italy. Come le Espanioles, chenonostante un nome ispanico, sonoborse realizzate interamente in Italia.Materiali utilizzati? Vecchi jeans da rin-novare, capi di abbigliamento recupe-

rati presso svariati mercatini dell’usato.Ma anche tessuti naturali ricavati dallacanapa, resistenti e in grado di sosti-tuirsi al cotone. La lavorazione della ca-napa, infatti, non richiede l’utilizzo disostanze chimiche. Una lavorazione so-stenibile dalla sua prima fase fino allarealizzazione del prodotto finale. Macome per ogni accessorio che si rispetti,anche l’occhio vuole la sua parte. Ergo,capi di moda realizzati con abbiglia-mento ormai fuori moda. E allora cosaaspettiamo. Il natale è alle porte. Siamoancora in tempo per recuperare dai no-stri armadi capi vintage e inventarciqualcosa di creativo originale per ripor-tarli in vita. E perché no! Quest’annosotto l’albero, scambiamoci regali dal ca-rattere green. Un dono unico per chi loriceve. Un dono dal valore inestimabileper l’ambiente. F.C.

Cristina Abbrunzo

Al giorno d’oggi il settore deitrasporti si è notevolmente di-versificato, mettendo a disposi-zione dell’utente mezzi pubblicie privati che a loro volta viag-giano su strada, rotaia, acqua ein aria, permettendo differenticompromessi velocità-percor-renza-costo che di fatto soddi-sfano una enormità di utenti intutto il pianeta. L’ultima frontiera di questoprocesso di diversificazione èl’APR, immaginato come unmezzo di trasporto urbano chesia in grado di trasportareutenti da un punto all’atro dellacittà in maniera veloce viaaerea, che però sia abbastanzasilenzioso e con limitate o nulleemissioni, che non necessiti dipiste di atterraggio o decollo eche sia accessibile, se non ai piùanche solo a chi potrebbe per-metterselo e ne avrebbe richie-sta. Ma andiamo per gradi.Cosa sono gli APR?Aeromobili a Pilotaggio Re-moto, comunemente noti comedroni, la cui moda sta letteral-mente diffondendosi a macchiad’olio. Si tratta di velivoli carat-terizzati dall'assenza del pilotaumano a bordo che vengono pi-lotati a distanza tramite appo-siti comandi, o anche tramitesmartphone e altri dispositivi

mobili, scaricando delle appo-site applicazioni. Storicamente,i droni sono stati spesso utiliz-zati in ambito militare, soprat-tutto per monitorare i territorinemici; oggi, grazie alle lorofunzionalità, sono largamenteimpiegati per questioni di sicu-rezza pubblica, per salvaguar-dare delle zone di particolareinteresse, o anche nell’ambito dicalamità naturali, per renderepiù efficienti le operazioni disoccorso. L’impiego dei droni èvastissimo anche in ambito

agricolo: grazie a questi disposi-tivi, infatti, è possibile monito-rare vaste aree di terreno,consentendo così di risparmiaretempo e lavoro, senza dimenti-care il loro utilizzo finalizzato almonitoraggio di pannelli solarie di edifici storici. Era prevedi-bile che prima o poi l’immensopotenziale applicativo degliAPR mettesse le ali, o le eliche,ad idee innovative anche nelsettore dei trasporti civili ur-bani, sicché, mentre in Italiaimperversano le proteste dei

tassisti contro Uber e ogni altraminaccia al loro profitto, aDubai si progetta di far pren-dere il volo al primo taxi/droneper il trasporto di persone.Il taxi drone è prodotto dallastartup tedesca Volocopter esarà in grado di trasportare duepasseggeri e volare per 30 mi-nuti a una velocità media di 31km/h con punte di 60 km/hSi chiama “AAT” (autonomousaerial taxi) ed è a tutti gli effettiun’auto in grado di volare.I giornali danno notizia che il

servizio prenderà l’avvio a par-tire già dal prossimo anno,quindi entro qualche mese, manulla ancora trapela sui detta-gli dell’iniziativa, soprattutto inmerito a percorsi, costi e sicu-rezza. Di fatto bisogna conside-rare che la possibilità di vederei cieli di Dubai più affollati dellestrade entro i prossimi 5 anni èconcreta. Questi mini-elicotterisono già dotati di Gps, ma do-vranno essere implementati consistemi di monitoraggio più so-fisticati per rispondere pronta-mente anche in caso di ostacoliimprevisti. La struttura è alta2,15 metri; e le eliche sono mon-tate su una struttura circolarecon un diametro di 9,15 metri.Si tratta di un velivolo leggeris-simo: 450 kg (passeggeri in-clusi), la metà di un'utilitaria.Le eliche (ciascuna con un dia-metro di 1,8 metri) sono spinteda motori elettrici e prendonoquota a una velocità di 3 metrial secondo. Il velivolo può per-correre, secondo le specifichepubblicate da Volocopter, unadistanza fino a 27 km con unpieno, con una velocità di puntadi 100 km/h. Una bella diffe-renza rispetto ai ritmi del traf-fico cittadino. Il velivolo è statoappena testato con un brevevolo sotto gli occhi attenti delprincipe ereditario di DubaiSheikh Hamdan bin Moham-med che ha avuto l’onore di pre-mere il pulsante per lanciare inaria il particolare drone. In-somma, abituiamoci all’idea: leauto-volanti immaginate dallaHollywood degli anni ’80 in “Ri-torno al Futuro” stanno per di-ventare realtà!

Arruolato a Dubai il primo Robocop

E per rimanere in tema di fan-tascienza hollywoodiana chediventa realtà non possiamoche non spostarci da Dubai,paese delle meraviglie dove abreve potremmo vedere girareper le strade di quartiere nien-temeno che Robocop!!!Ebbene sì, il primo poliziotto-robot autonomo è entrato inservizio proprio in questi giornicome riporta il quotidiano lo-cale Gulf news, che riferisceche il primo gesto compiutodall'agente robotico è statoquello di "effettuare il salutomilitare" agli ospiti presentialla cerimonia di presenta-zione. Il robot scelto per dare ilvia a questa vera e propria ri-voluzione è REEM della spa-gnola PAL Robotics, unammasso di tecnologia alto1,70 metri e pesante 100 chilo-

grammi. Il "cyber poliziotto" dipattuglia avrà diversi compiti:attraverso il touchscreen sulsuo corpo si potrà segnalare unreato o effettuare il pagamentodelle multe per le violazioni alcodice stradale; è dotato anchedi una tecnologia per il ricono-scimento facciale e potrà scat-

tare fotografie. Fotografie cheverranno trasmessi istanta-neamente alla centrale gestitada colleghi umani, per segna-lare eventuali sospetti maanche incendi o incidenti stra-dali, come riferisce il quoti-diano. Il turno di servizio del cyber-

agente non potrà superare leotto ore: non è una questionesindacale, ma l'autonomia con-cessa dalle batterie in dota-zione. Il robot entrato inservizio è in grado di parlaresei lingue, per dare assistenzaai turisti e non avrà una assi-curazione medica prevista peri suoi colleghi umani. Il primomodello è frutto della collabo-razione tra il dipartimento dipolizia di Dubai, Google e Ibm,nell'ambito di un progetto mi-rato ad ampliare le funzioni deirobocop per fornire maggioresupporto ai colleghi umani. Masi guarda già oltre: entro il2030, secondo l’obiettivo cheDubai vuole raggiungere, il25% delle forze dell’ordine saràrobotico e una caserma sarà in-teramente gestita dai robot.

C.A.

Dubai: battesimo del volo per i taxi droneI veicoli volanti senza pilota di “Ritorno al Futuro” diventano realtà

L’agente robotico di pattuglia per la città

Felicia De Capua

A distanza di seicento giorni, il15 novembre scorso, il disegnodi legge sul whistleblowing di-venta legge dopo l’approvazionein via definitiva alla Cameracon 357 voti favorevoli, 46 con-trari, 15 astensioni. Il nuovotesto integra e amplia l’attualedisciplina sul nuovo istituto in-trodotto nel nostro ordina-mento dalla legge Severino(L.190/ 2012). Il whistleblowingè un processo di segnalazioneessenziale per l’emersione degliilleciti di interesse pubblico, su-scettibile di diverse declina-zioni nei vari ordinamentinazionali, che si sostanzia nelladenuncia di condotte illecite daparte di un dipendente pub-blico o privato non nel propriointeresse individuale, ma nel-l’interesse pubblico. In Italia lanuova legge in materia offreuna normazione organica so-prattutto rispetto alle forme ditutela applicabili. Premesso chechi segnala un illecito deveavere una «ragionevole convin-zione fondata su elementi difatto che la condotta illecita se-gnalata si sia verificata», è pre-

vista una tutela più rafforzata.La segnalazione nell’interesseall’integrità delle amministra-zioni (pubbliche o private) e allaprevenzione e repressione di il-leciti costituisce giusta causa dirivelazione del segreto d’ufficio,professionale, scientifico e diviolazione dell’obbligo di fedeltàall’imprenditore. Non sono am-messe segnalazioni anonime,ma d’altro canto è garantita lasegretezza dell’identità del se-gnalante. L’Anac è investitadella predisposizione delle lineeguida sulle procedure di pre-sentazione e gestione delle se-gnalazioni, atte a promuovereanche strumenti di crittografiaquanto al contenuto della de-nuncia e alla relativa documen-tazione. Nell’ambito del procedimentopenale, l’identità del segna-lante è coperta dal segreto neimodi e nei limiti previsti dal-l’articolo 329 del Codice di pro-cedura penale; nell’ambito delprocedimento dinanzi allaCorte dei Conti, l’identità delsegnalante non può essere rive-lata fino alla chiusura dellafase istruttoria; nell’ambito delprocedimento disciplinare

l’identità del segnalante nonpuò essere rivelata, ove la con-testazione dell’addebito disci-plinare sia fondata suaccertamenti distinti e ulterioririspetto alla segnalazione,anche se conseguenti allastessa. Qualora la conoscenzadell’identità del segnalante siaindispensabile per la difesa del-l’incolpato, la segnalazione saràutilizzabile ai fini del procedi-mento disciplinare solo in pre-senza di consenso delsegnalante alla rivelazionedella sua identità. Inoltre il se-gnalante non potrà essere san-

zionato, demansionato, licen-ziato, trasferito o sottoposto adaltre misure ritorsive. Si pre-vede difatti la nullità di ogniatto discriminatorio o ritorsivoe il reintegro nel posto di lavoroin caso di licenziamento.L’onere della prova è invertito:spetta all’ente dimostrarel’estraneità della misura adot-tata rispetto alla segnalazione.L’Anac, a cui l’interessato o isindacati potranno comunicareeventuali atti discriminatori, ètenuta ad applicare all’ente (seresponsabile) una sanzione pe-cuniaria amministrativa fino a

trentamila euro. La mancataverifica della segnalazione el’assenza o l’adozione di proce-dure discordanti dalle citatelinee guida comportano unasanzione fino a cinquantamilaeuro. D’altro canto è previstaanche una clausola anti-calun-nie: nel caso di condanna del se-gnalante in sede penale (anchein primo grado) per calunnia,diffamazione o altri reati com-messi con la denuncia, oquando sia accertata la sua re-sponsabilità civile per dolo ocolpa grave, le forme di tutelapreviste non sono più valide.

TERRITORIOIn tema di interventi eseguiti intotale difformità, il TAR Cam-pania (NA) Sez. II n. 5064 del30 ottobre 2017, sentenzia chel’art. 31 del d.P.R. n. 380/2001considera interventi eseguiti intotale difformità dal permessodi costruire (o concessione edi-lizia) “quelli che comportano larealizzazione di un organismoedilizio integralmente diversoper caratteristiche tipologiche,planovolume- triche, o di utiliz-zazione da quello oggetto delpermesso stesso, ovvero l'esecu-zione di volumi edilizi oltre i li-miti indicati nel progetto e talida costituire un organismo edi-lizio o parte di esso con specificarilevanza ed autonomamenteutilizzabile”. L’espressione “organismo edili-zio” indica sia una sola unitàimmobiliare sia una pluralità diporzioni volumetriche facentiparte del medesimo edificio,mentre la difformità totale può

riconnettersi sia alla costru-zione di un corpo autonomo siaall’effettuazione di modifica-zioni con un intervento inci-dente sull’assetto del territorioattraverso l’aumento del cd. ca-rico urbanistico. Inoltre, il rife-rimento alla “autonomautilizzabilità” non impone che ilcorpo difforme sia fisicamenteseparato dall’organismo ediliziocomplessivamente autorizzato,ma ben può riguardare ancheopere realizzate con una diffor-

mità quantitativa tale da acqui-stare una sostanziale autono-mia rispetto al progettoapprovato.

SVILUPPO SOSTENIBILEIl TAR Puglia (LE) Sez. III, consentenza n.1651 del 24 ottobre2017, in tema di impianti eoliciin zona agricola, ribadisce lapossibilità di derogare alla zo-nizzazione comunale con la rea-lizzazione di impianti eolici inzona agricola deve necessaria-

mente essere esercita dalla Re-gione nell’ambito dell’Autoriz-zazione Unica (di cui all’art. 12terzo comma del Decreto Legi-slativo n° 387/2003) e non può,quindi, essere affidata alla de-cisione del privato in sede diD.I.A., presupponendo tale de-roga l’effettuazione di un giudi-zio discrezionale che, nelbilanciamento degli interessipubblici presenti e tenuto contodegli elementi indicati dal legi-slatore, concluda per la ragione-volezza ed opportunitàdell’ubicazione dell’impianto (inderoga alla zonizzazione comu-nale prevista) in zona agricola.

ARIA Il reato di cui agli artt. 269,comma 1, e 279, comma 1, d.lgs.n. 152 del 2006 è un reato per-manente, formale e di pericolo,che non richiede neppure chel'attività inquinante abbiaavuto effettivo inizio, essendosufficiente la sola sottrazione

della stessa al controllo preven-tivo degli organi di vigilanza;tale contravvenzione prescinde,dunque, dalla circostanza che leemissioni superino i valori li-mite stabiliti, in quanto non co-stituisce un reato di danno ma,per l'appunto, di mera condotta,la cui ratio si ravvisa nella ne-cessità che la pubblica ammini-strazione possa esercitare uncontrollo preventivo su attivitàpotenzialmente dannose perl'ambiente: ne consegue che perla sua configurabilità è suffi-ciente la produzione di emis-sioni in atmosfera in assenzadella prescritta autorizzazione,essendo sanzionata la realizza-zione della attività sottraendolaai controlli preventivi stabilitidall'ordinamento a tutela del-l'ambiente, a prescindere dallaeffettiva produzione di emis-sioni nocive o superiori ai limitifissati. Cass. Sez. III n. 50632del 7 novembre 2017 (Cc 14mar 2017). A.T.

Viaggio nelle leggi ambientali

La legge sul whistleblowing: il sì definitivo di Montecitorio

Introdotte nuove tutele per i dipendenti pubblici e privati che segnalano illeciti

Andrea Tafuro

“Andrea devi sostituire l’oliomotore, stai inquinando”. Se-raficamente conducevo la miaauto nel caos del traffico no-lano, quando sento una voceprovenire dal profondo delmezzo, ma non vedo nessuno.Cerco di focalizzare e capiscoche l’avvertimento mi è statoinviato dalla concessionariadove ho acquistato l’auto, checontrolla a distanza ognimossa, mia e della mia auto…da sempre e ora mi sta par-lando! È l’Internet of Things(IoT), Internet degli oggetti,più semplicisticamente tra-dotto con Internet delle cose.Questi è un neologismo co-niato da Kevin Ashton, inge-gnere inglese, nel 1999 e staad indicare l’infrastrutturaformata dall’interconnessionedi oggetti come ad esempio isensori di rilevamento e dispo-sitivi di uso quotidiano chepossono essere per l’appuntoautomobili, in grado di racco-gliere dati, elaborarli e trasfe-rirli in rete. In breve, sistemidi monitoraggio e controllo,che ci guardano e che, attra-verso reti e Big Data, ci facili-tano la vita e al tempo stessola rendono più vulnerabile, se-condo alcuni. Secondo l’ultimorapporto: “2017 Predictions:Dynamics That Will ShapeThe Future In The Age Of TheCustomer” di Forrester Rese-arch, società di ricerca ameri-

cana indipendente che ana-lizza i cambiamenti apportatidalla tecnologia e il loro im-patto sui diversi business,sulla società e sui consumatorifinali, sulle tecnologie emer-genti dei prossimi cinque anni,vivremo un futuro ipercon-nesso in cui a dialogare con larete, oltre agli utenti, sarannosempre più oggetti e disposi-tivi. È questo l’Internet dellecose bellezza! E vi è mai capi-tato di fare una passeggiata alseguito di uno degli inesauri-bili gruppi di podisti scatenatidella domenica? Sono pieni diorologi, bracciali, termostati emille altri gingilli connessi allarete, che ti sanno dire quantichilometri hai percorso, quantecalorie hai consumato, quantibattiti hai al minuto. Il primopensiero che ho fatto è stato:“Vivono da malati per moriresani”. Davide Bennato, do-cente di sociologia all’Univer-sità di Catania, così spiegacosa si intende per IoT:“L’espressione Internet dellecose indica una famiglia di tec-nologie il cui scopo è renderequalunque tipo di oggetto,anche senza una vocazione di-gitale, un dispositivo collegatoad internet, in grado di goderedi tutte le caratteristiche chehanno gli oggetti nati per uti-lizzare la rete”. Voglio, però,evidenziare due tra le caratte-ristiche possedute dagli og-getti connessi: il monitoraggioe il controllo. Monitoraggio

vuol dire che l’oggetto puòcomportarsi come sensore, cioèessere in grado di fornire infor-mazioni su di sé e/o sull’am-biente circostante. È il caso delle stazioni di mo-nitoraggio installate da Arpacsul territorio, che possono in-dicare il livello di inquina-mento presente in queldeterminato luogo, ad esem-pio. Controllo significa che glioggetti possono essere coman-dati a distanza senza tecnolo-gie particolari, ma utilizzandointernet. Ma, nonostantesiamo sottoposti ad un martel-lamento continuo da partedelle aziende per far conoscerele possibilità dell’Internet ofThings, vari studi hanno evi-denziato una forte mancanza

di interesse verso l’uso di talidispositivi essenzialmente fo-mentato da un certo timore sucome verrà gestita la privacy ela sicurezza, con il terrore chei dati custoditi sull’apparato equelli raccolti quotidiana-mente possano essere inviati ocontrollati all’esterno. Nono-stante ciò quando si parla diIoT entrano in gioco anchealtre tecnologie, come l’IPv6, iBig Data e il Cloud Compu-ting, che offrono la possibilitàdi promuovere stili di vita piùsostenibili e aiutare ricerca-tori, scienziati e pianificatoriurbani a prevenire, ma anchea risolvere problemi ambien-tali. Questo ha dato, anche,impulso a quel modello econo-mico e produttivo secondo il

quale le componenti interne diun oggetto o l’oggetto stessosiano progettate per essereriutilizzate e mantenganoinalterate le proprie caratteri-stiche e funzionalità anche conil passare degli anni, cioè al-l’economia circolare. In questorapido diffondersi delle tecno-logie IoT le applicazioni verdisono in rapida espansione so-prattutto in ambiente infor-matico RFID e WSN, come nelcampo ambientale, perché mi-rano a prevedere e scongiurarepresumibili disastri (finalitàsafety). Usufruendo di una dif-fusa rete di sensori distribuitisul territorio è possibile moni-torare la salute dell’ambientee di misurare i cambiamentiche avvengono nell’ecosistemaa causa dell’antropizzazione,ad esempio sono state svilup-pate applicazioni che monito-rano la qualità dell’ariadistinguendo le varie fontidell’inquinamento: da quellecome il traffico e il riscalda-mento, fino a quelle che moni-torano la qualità delle acque, ilivelli di inquinamento lumi-noso, elettromagnetico e acu-stico. Con l’Internet of Thingstutte questi processi diventanoeconomicamente sostenibili e,grazie alla rete, i dati raccoltivengono confrontati e analiz-zati velocemente e in modocompleto permettendo così larealizzazione di interventiquanti più efficaci e calibratisul problema. Ovviamente nonè possibile prevedere il futuro,ma servendosi dei mezzi messia disposizione dallo sviluppo edalla diffusione dell’IoT è pos-sibile creare dei modelli cheaiutino a capire in quali condi-zioni certi eventi si verificano.

BIG DATA, grandi dati in inglese, l’in-sieme delle tecnologie e delle metodolo-gie di analisi di dati massivi. Lacapacità di estrapolare, analizzare emettere in relazione masse di dati ete-rogenei, strutturati e non strutturati,per scoprire i legami tra fenomeni di-versi e prevedere quelli futuri. Il concetto è definito all’inizio del 2000da Doug Laney, analista informatico,con le tre V:Volume. Le organizzazioni raccolgonodati da una grande varietà di sorgenti,come, social media, sensori o machineto machine (comunicazioni tra disposi-tivi smart, quali quelli usati nelle comu-nicazioni, nelle reti energetiche o traautomobili e che coinvolgono numerisempre più elevati di dispositivi).Velocità. I dati fluiscono ad una velo-cità senza precedenti e vanno gestiti inmaniera tempestiva. Per l’uso smodatodi Tag (etichetta, marcatore, RFID,sensori e smart metering (sistemi di te-

lelettura di contatori), è necessario ge-stire masse di dati in tempo quanto piùreale possibile.Varietà. I dati arrivano in qualunquetipo di formato: dati strutturati e nume-rici in database tradizionali; non strut-turati come: documenti di testo, email,video, audio ecc.IPv6: nuovo protocollo internet ingrado di aumentare il numero di indi-rizzi IP a disposizione.IP: Internet Protocol address l’etichettanumerica che identifica univocamenteun dispositivo detto host collegato a unarete informatica che utilizza l’InternetProtocol.CLOUD COMPUTING: tecnologiache assicura sicurezza e stabilità delleinfrastrutture che conservano le infor-mazioni inviate e scambiate tra dispo-sitivi IoT e tradizionali.RFID: Radio Frequency Identification,tecnologia di identificazione automaticabasata sulla propagazione nell’aria dionde elettromagnetiche, permettendola rilevazione automatica (hand free),

massiva ed a distanza di oggetti, ani-mali e persone sia statici che in movi-mento.WSN: Wireless Sensor Network un in-sieme di nodi dotati di CPU (centralprocessing unit: l’unità centrale di ela-borazione di un computer), memoria,radiotrasmettitore e sensori che effet-tuano delle misurazioni dell’ambiente(sensing) e le trasmettono ad un puntodi raccolta, il quale poi le inoltra ad unsistema di elaborazione remoto. Questinodi sono piccoli, consumano poca ener-gia, sono collegati tra di loro e costanopoco. La rete che formano è auto confi-gurante ed autonoma, non richiede nes-sun intervento dell’uomo, può arrivarea coprire un area molto estesa e può ri-manere attiva per molto tempo. Unaimportante applicazione delle WSN èl’agricoltura di precisione, dove la retedi sensori è utilizzata per monitorare iparametri ambientali di un campo agri-colo, in modo che l’agricoltore sappia,per esempio, quando doverlo irrigare oquando adoperare certi pesticidi.

FUTURO SOSTENIBILE, FUTURO SENSIBILE: FUTURO E INTERNET DELLE COSE

- LE PAROLE DELL’IoT -

Dall’8 al 10 dicembre 2017a Roccamonfina (CE) “I Mercatini di antiche emozioni”

Dall’8 al 10 dicembre 2017 a Durazzano (BN)“Sapori di Natale, gastronomia e artigianato”

Dall’8 al 10 dicembre 2017 a Caposele (AV)“I Mercatini di Natale”

Dall’8 al 10 dicembre 2017 a Pollena Trocchia (NA)“Il Natale, villaggio e mercatini”

Il 9 e il 10 dicembre 2017 a Fontegreca (CE)Il “Natale nel Bosco”

Il 9 e 10 dicembre 2017a Corbara (SA)“Il Presepe Vivente”

Il 9 e 10 dicembre 2017 ad Airola (BN)“Il Villaggio di Natale”

Il 9 e il 10 dicembre 2017 a Bucciano (NA)“I Mercatini di Natale”

Il 14, 17 e 26 dicembre 2017 a Sant’Agnello (NA)“Il Villaggio di Babbo Natale”

Dal 15 al 17 dicembre 2017ad Arienzo (CE)“Natale è Favola”

Il 16 e 17 dicembre 2017a Roccapiemonte (SA)“I Mercatini Natalizi dell'Artigianato”

Il 16 e 17 dicembre 2017 a San Marco dei Cavoti (BN)“La Festa del torrone e del croccantino”

Il 17 dicembre 2017 a Riardo (CE)“I Mercatini di Natale”

Il 17 dicembre 2017 a Caianello (CE)“I Mercatini di Natale”

IL NATALE IN CAMPANIAFino al 3 dicembre 2017 a Monteforte Irpino (AV)Il “Palium Sancti Martini”Artisti di strada, laboratori e rievocazioni storiche

Fino al 17 dicembre 2017 a Ottaviano (NA)“I Mercatini di Natale al Castello Mediceo”

Fino al 24 dicembre 2017a Bacoli (NA)“I Mercatini di Natale”

Fino al 30 dicembre 2017a Villa di Briano (CE)“I Mercatini di Natale”

Dall’1 al 3 dicembre 2017a Furore (SA)“Furore e la magia del Natale”

Dall’1 al 3 dicembre 2017a Moiano (BN)“I Mercatini di Natale”

Il 2 e il 3 dicembre 2017 a Sipicciano di Galluccio (CE)“La magia del Natale e i Mercatini”

Il 2 e il 3 dicembre 2017 aVico Equense (NA)“Arola e i Sapori del Natale”

Il 2 e il 3 dicembre 2017 al Trivice a Roccarainola (NA)“I Mercatini di Natale”

Il 2 e il 3 dicembre 2017 a Salerno “Il Natale di Palazzo Formosa”

Dal 7 al 10 dicembre 2017 a Castellabate (SA)“La Magia dei mercatini di Natale”

Dal 7 al 10 dicembre2017 a Poggiomarino (NA)“Il Mercatino natalizio alla Masseria Boccapianola”

Dall’8 al 10 dicembre 2017 a Santa Croce del Sannio (BN)“I Mercatini di Natale e i Presepi Artigianali”

Dall’8 al 10 dicembre 2017 ad Angri (SA)“I Mercatini di Natale Sapori&Piaceri”

a cura di Fabiana Liguori