La bibbia della scrittura creativa

La bibbia della scrittura creativa

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La bibbia della scrittura creativa

Scopri tutti i segreti dietro i grandi capolavori da Dante a Tolkien

ANTEPRIMA GRATUITA

Jan Novak,con la collaborazione di Danilo Lapegna

Indice

Introduzione.............................................................1

Parte 1....................................................................9 1.1 La riscrittura. Elaborare un’idea di base.....................10 1.2 Creatività, esperienza, ricerca e responsabilità.............14 1.3 Il narratore e il linguaggio.....................................21

Parte 2..................................................................29 2.1 Costruire il personaggio.......................................30 2.2 Esprimere il personaggio.......................................37 2.3 Costruire la storia: il paradigma di Syd Field...............41 2.4 Costruire la storia: lo schema Campbell-Vogler...........48 2.5 Ambientazione...................................................59 2.6 Incipit..............................................................63 2.7 Inserti riflessivi..................................................68

Parte 3..................................................................77 3.1 Dialoghi e toni di voce.........................................78 3.2 Introduzione alla sceneggiatura..............................86

Parte 4..................................................................91 4.1 Consigli di lettura...............................................92

Appendice - L'editoria italiana....................................103Appendice II - Autopubblicarsi in Italia..........................109

La bibbia della scrittura creativa - ANTEPRIMA

Introduzione

La scelta

“Gli uomini giudicheranno solamente le tue parole, le tue azioni; le tue intenzioni le vede solo Dio”

(A. Puškin)

“Scrittore” è una parola che lascia spazio a molteplici interpretazioni e definizioni. Uno spazio difficilmente colmabile e molto spesso soggetto a molteplici e differenti visioni della scrittura. Uno scrittore può essere chi scrive un libro, un manuale, un saggio, un romanzo, molti si “fregiano” di tale definizione senza rendersi conto che – in realtà – non si

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tratta di un titolo di merito quanto di una definizione per una determinata attività artigianale o artistica. Personalmente ho sempre ritenuto che un vero scrittore sia colui che interpreta il mondo in chiave narrativa, rendendosi così filtro per una rilettura della realtà in questi termini. Trasformare in storia il reale e l’esperienza, adattare situazioni e visioni a personaggi di fantasia, trasmettere un messaggio attraverso un racconto, permettere ai propri lettori di visualizzare, grazie a una descrizione, uno stato d’animo in cui identificarsi o permettere di esplorare diverse idee e visioni del mondo grazie all’arma della suggestione narrativa: queste sono le abilità di un vero scrittore, abilità probabilmente derivate da un particolare modo di “sentire” ciò che ci circonda, un modo che si esprime per mezzo della narrazione. Comunque la si pensi – ognuno è libero di dare la propria definizione al termine “scrittore”, naturalmente – le abilità narrative possono essere sviluppate grazie all’esercizio della tecnica. Scrivere, infatti, non è solamente un conato artistico, quanto piuttosto l’unione di questo a una particolare perizia tecnica che ci aiuta ad esprimere al meglio ciò che vogliamo comunicare. La scrittura, infatti, è in primis comunicazione. In quanto tale è soggetta a determinate regole e direzioni esprimibili attraverso la tecnica narrativa. In questo manuale di base attraverseremo le principali tecniche narrative, spesso insegnate nei corsi di scrittura creativa, coadiuvando ogni tematica ed

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ogni espediente con esempi pratici tratti da testi e/o mediante suggerimenti di lettura. Un buono scrittore, infatti, è anzitutto un ottimo lettore. Molto spesso si parla in Italia di una carenza di lettori e di un exploit di scrittori, il dato è allarmante anzitutto perché – senza una solida formazione di base anzitutto come lettori – degli scrittori non possono certo essere bravi. La cultura in questo campo è estremamente importante, sia perché ci permette di incrementare il nostro bagaglio esperienziale (ne parleremo meglio nel cap. 2) sia perché è indispensabile conoscere chi ci ha preceduto in un determinato percorso artistico. Nessun artista può infatti prescindere da chi lo ha preceduto, anche solamente per non venir meno al criterio di originalità che attribuisce un enorme valore a una particolare opera. La sperimentazione e l’avanguardia sono certamente spinte utili a creazioni di grande valore ma non possiamo prescindere la lettura approfondita dei classici e della migliore letteratura moderna e contemporanea. Majakovskij rigettava Puškin, ma poteva farlo perché lo conosceva bene. Noi non possiamo rigettare Dante, Shakespeare, Conrad o London senza mai averne letta una pagina. Tornando alla questione della tecnica, possiamo anzitutto definire il concetto di scelta. Scelta implica una decisione arbitraria. Noi scegliamo cosa comunicare attraverso un testo, noi decidiamo deliberatamente di applicare una determinata tecnica o

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espediente narrativo per inserire un determinato sotto-testo, un determinato messaggio che – inevitabilmente – andremo a comunicare. Ogni opera letteraria veicola dei messaggi e dei valori, è nostro dovere in quanto autori sapere che tipo di messaggi stiamo veicolando e se questi sono in linea con quanto abbiamo intenzione di comunicare. Questa è la scelta: decidere ed essere coscienti di ciò che stiamo raccontando ai nostri lettori, indipendentemente dalla storia in sé. In secondo luogo, scegliere una particolare struttura narrativa, di un genere letterario, di una situazione o caratterizzazione di un personaggio influisce fortemente anche sull’efficacia di ciò che andremo a raccontare, come abbiamo detto la scrittura è comunicazione e scegliere di farlo in un certo modo piuttosto che in un altro aumenterà o diminuirà sensibilmente la nostra efficacia comunicativa. La scelta del genere letterario è un esempio formidabile per renderci conto di quanto questa influisca sull’esposizione di un determinato argomento. L’esempio che propongo è il seguente. La storia narra di un gruppo di amici che raggiunge una cittadina in campagna. Dopo un primo momento di assestamento in cui i protagonisti imparano a conoscere questa piccola realtà rurale, vengono a scoprire che tutti gli abitanti della cittadina sono assassini. Questa trama si apre a molte possibilità di scelta di genere, citando scrittori e sceneggiatori possiamo citare:

• H. P. Lovecraft ha utilizzato questa traccia nel

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romanzo horror: La maschera di Innsmouth. • Agatha Christie, con una situazione leggermente

rivisitata (inserendo un treno piuttosto che una cittadina) ha realizzato il giallo classico Assassinio sull’Orient Express.

• Edgar Wright e Simon Pegg con la stessa idea hanno realizzato una commedia con elementi action: Hot Fuzz.

Questi sono naturalmente solo tre esempi ma utili a dimostrare come una stessa idea possa adattarsi a molteplici interpretazioni di genere: ognuna di queste veicola un particolare messaggio. Lovecraft senza dubbio offre una visione dell’omicidio in chiave rituale e horrorifica, capace di essere inquietante in quanto collega la morte a una serie di rituali e divinità ancestrali che rappresentano tutto ciò che può rientrare nell’ambito del terrore atavico. Agatha Christie elabora uno dei capolavori del genere, con un investigatore intento nello scoprire i responsabili di un determinato omicidio, dove questo viene interpretato come un puzzle per mettere alla prova le capacità logiche dei lettori. Il chiaro messaggio è che la logica, unita a una ottima capacità analitica può risolvere anche la più complessa delle situazioni. Infine Wright e Pegg con il loro film intendono offrire tanto una visione sarcastica dell’omicida quanto far riflettere sul fatto che – quando l’intolleranza e la stupidità oltrepassano i limiti – chiunque è potenzialmente un assassino.

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Una medesima trama, messaggi completamente diversi, indirizzati fortemente dal genere scelto. La scelta consapevole, dunque, è ciò che dobbiamo sempre esercitare quando siamo intenti nello scrivere una storia. Inizieremo ora, nella prima sezione, ad esaminare una particolare tecnica narrativa, molto usata in sceneggiatura, nota come “riscrittura”, molto utile a sviluppare un’idea minima. Passeremo in seguito ad esaminare il processo creativo, il concetto di ispirazione, la necessità della ricerca e della lettura. Parleremo poi più approfonditamente del concetto di sotto-testo e della responsabilità di chi scrive. Nella seconda sezione l’analisi si sposterà su particolari tecniche ed espedienti narrativi: la posizione e il ruolo del narratore in base alla funzionalità necessaria, la scelta del cast e del punto di vista e la scelta del linguaggio più funzionale allo scopo da raggiungere. La terza sezione si concentrerà sulla scrittura dei personaggi mediante particolari tratti distintivi capaci di rendere più facile l’identificazione da parte dei lettori e aumentarne la complessità. A partire da questo analizzeremo la struttura narrativa: a partire dalle scelte legate alla trama per parlare poi del paradigma di Syd Field e del noto schema Campbell-Vogler. Parleremo infine della costruzione dell’ambientazione e dei ruoli dei personaggi all’interno di una storia, valutando i cliché e gli espedienti narrativi. La quarta sezione è interamente dedicata ai dialoghi e alle

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riflessioni pure all’interno di un’opera, dal dialogo serrato al flusso di coscienza, con una digressione tecnica che funge da introduzione alla sceneggiatura. Infine, nella quinta e ultima sezione parleremo della struttura dell’editoria italiana, di come un autore deve rapportarsi a una casa editrice, fornendo consigli e guide pratiche in modo da conoscere un po’ meglio il mondo nel quale si intende entrare.

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Parte 1

“Spaventare? Perché mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello?” Il mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il

disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.

Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. (Antoine de Saint-Exupéry)

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1.1 La riscrittura. Elaborare un’idea di base

Molto spesso può capitare di restare suggestionati da una scena, un fatto vissuto, una frase, un pensiero, un verso, o semplicemente avere un’intuizione e avere il così detto “lampo”, ideando così la minima idea alla base di una possibile storia. Una barca risale un fiume.

L’idea di base è per sua natura scarna e priva di contenuti, non è una storia, è solo – appunto – un’idea. Per approfondire l’idea e renderla più vicina a una storia vera e propria è necessario svilupparla e per fare questo possiamo adottare la tecnica della riscrittura. La tecnica consiste semplicemente nello scrivere e riscrivere l’idea di base, aggiungendo dettagli ad ogni riscrittura. Non c’è una vera regola sul numero di dettagli da aggiungere volta per volta, bisogna lasciar libera la fantasia.

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In Africa, una barca risale un fiume verso la giungla. In Africa, una barca risale un fiume verso la giungla oscura, in cerca di un disperso.

Con pochi passaggi, la trama inizia a costruirsi, e i dettagli richiedono di essere ulteriormente sviluppati.

Un giovane capitano conduce una barca, in Africa, nell’impresa di risalire un fiume e insinuarsi nei misteri della fitta giungla, in cerca di un disperso. Il giovane capitano Marlow, spinto dal desiderio di emancipazione e di avventura, conduce una barca, in Africa, nell’impresa di risalire un fiume e insinuarsi nei misteri della fitta giungla, assoldato da una compagnia commerciale, in cerca del misterioso disperso di nome Kurtz.

Partendo da un’idea di base abbiamo – con poche riscritture – raggiunto una più corposa idea per una trama (e che trama!). Di certo non è una storia, ma è una traccia da seguire per elaborare la storia vera e propria. Questa traccia di base permette a Joseph Conrad di scrivere “Cuore di Tenebra” e a noi di avere un esempio pratico di come funziona la riscrittura. Più aggiungiamo dettagli, più la nostra trama di base ci aiuterà a concentrare le energie durante l’elaborazione della storia vera e propria.

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Il capitano Marlow racconta ad alcuni ospiti la sua prima avventura giovanile quando, spinto dal desiderio di emancipazione e di avventura, condusse una barca in Africa, nell’impresa di risalire un fiume e insinuarsi nei misteri della fitta giungla. Assoldato da una compagnia commerciale specializzata in avorio, Marlow partì alla ricerca del misterioso disperso di nome Kurtz, capace di fornire ingenti quantità del prezioso materiale. L’uomo però ha nel frattempo assunto il ruolo di divinità presso una primordiale tribù indigena.

Man mano che i dettagli aumentano, la storia e i personaggi si delineano. Paradossalmente è possibile anche scrivere un intero racconto con questo metodo ma il rischio è quello di lasciarsi trascinare dai dettagli che – come vediamo – sembrano prendere vita da soli, conducendo la storia verso una direzione non propriamente scelta dallo scrittore. Se poi si vuole sperimentare, lasciandosi trascinare dallo “spirito” della riscrittura, naturalmente, si è liberi di esplorare la tecnica. A questo punto propongo però un semplice esercizio, a partire dalle seguenti idee minime, mediante il metodo della riscrittura arrivate ad elaborare trame articolate, lavorando sull’ampliamento dei dettagli. In questo modo riuscirete anche a capire quali sono i dettagli che più vi interessano e quindi a trovare una direzione da seguire quando poi passerete a scrivere la storia vera e propria, concentrandovi su ciò che più avete voglia di approfondire e quindi su quello che intendete comunicare.

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Un anziano signore impara a usare il computer. Un adolescente trasloca. Una ragazza inizia a studiare le arti marziali. Un contadino scopre un nuovo tipo di pianta. Una donna vuole chiedere il divorzio al marito. Un gruppo di soldati deve affrontare una pericolosa missione. Una sarta confeziona un abito a un cliente.

Possono sembrare idee troppo povere, scarne, inutili, ma se ben ricordate, poco fa abbiamo “riscritto” un capolavoro come Cuore di Tenebra di Conrad partendo da:

Una barca risale un fiume.

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Parte 2

Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante.

(F. Nietzsche)

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2.4 Costruire la storia: lo schema Campbell-Vogler

Stiamo quindi analizzando alcune delle tecniche utilizzabili per costruire una storia, i così detti schemi narrativi. Ora, prima di continuare, credo sia giusto precisare che questo genere di schemi, tecniche, indicazioni, ecc. non sono regole da applicare in senso matematico. Questa precisazione è particolarmente utile quando si passa all’esame dello schema Campbell-Vogler in quanto è molto serrato e completo. Questo genere di schemi e approcci “scientifici” alla narrativa non devono soppiantare l’originalità e l’ispirazione della creazione ma possono fornire utili suggerimenti quando abbiamo dei blocchi narrativi o delle incertezze su come portare avanti una determinata storia. Soprattutto, le “tappe” di un percorso del genere non devono essere seguite alla lettera, non necessariamente, possiamo infatti sovrapporre varie sezioni, sperimentare e approfondire maggiormente una tappa, trascurando le altre, in base alle tematiche che vogliamo affrontare nella nostra storia. Prendiamoli quindi come spunti,

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suggerimenti, indicazioni, tecniche che è bene conoscere quando ci si approccia alla narrativa. Il secondo metodo per pianificare la nostra storia che esamineremo è quello proposto dallo schema Campbell-Vogler. Joseph Campbell è un antropologo e uno storico delle religioni di fama internazionale. Nella monografia L’eroe dai mille volti, lo studioso esprime il risultato di una ricerca di ampia portata, esaminando una grande quantità di miti provenienti da tutto il mondo e da diversi periodi storici, esponendo come tali costruzioni mitologiche esprimano la stessa struttura narrativa di base. Una successione precisa di eventi capaci di raccontare la maturazione del protagonista, l’eroe, attraverso varie raffigurazioni del percorso iniziatico e del rito di passaggio.

Un eroe si avventura dal mondo di tutti i giorni in una regione di meraviglia sovrannaturale: lì incontra forze favolose e ottiene una vittoria decisiva. L’eroe ritorna da questa misteriosa avventura con il potere di conferire doni favolosi agli altri uomini (J.Campbell)

La struttura che emerge dallo studio di Campbell percorre 17 passaggi, prendendo il nome di “Monomito”: il suo percorso espone archetipi strutturali inconsci nel nostro modo di comunicare e sviluppare una storia. Tantissimi autori contemporanei hanno preso spunto dalla sua struttura narrativa ottenendo un ottimo successo di pubblico, sia nella letteratura

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che nel cinema. Christopher Vogler è uno sceneggiatore e un insegnante di sceneggiatura statunitense. Grande nome della Disney, Vogler prese molto dal percorso di Campbell, ampliandone le applicazioni pratiche e semplificandone la struttura, piegando – in qualche modo – la teoria antropologica al servizio della narrativa applicata al testo contemporaneo.

I buoni racconti ci fanno sentire di aver avuto un’esperienza soddisfacente e completa; abbiamo pianto, riso... e alla fine della storia si ha la sensazione di aver imparato qualcosa sulla vita o su noi stessi. Forse abbiamo acquisito una nuova consapevolezza, conosciuto un modello comportamentale o atteggiamento su cui modellare la nostra vita. […] Il viaggio dell’eroe è qualcosa di più di una semplice descrizione di modelli celati nella mitologia, è una guida idonea per la vita, soprattutto dello scrittore. (C. Vogler)

Quello che proponiamo di seguito è lo schema narrativo così elaborato da Vogler in seguito al suo attento studio del lavoro di Campbell. Come esempio di narrativa classica per rappresentare al meglio e spiegare i vari passaggi dello schema utilizzeremo la storia di Amleto di William Shakespeare. Un autore che certamente non aveva nulla a che vedere con Campbell ma che, al tempo stesso, non poteva prescindere da archetipi culturali tanto radicati di noi da esprimersi in modo inconscio.

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ATTO I

Mondo Ordinario. La narrazione si apre con il racconto del punto di partenza, del mondo di cui si muove il protagonista, presenta la sua quotidianità, la sua routine, il suo stile di vita, gli amici, ecc. Amleto è un triste principe danese che vive nel ricordo di un glorioso padre, affranto dal matrimonio di sua madre con suo zio a così breve distanza dal lutto. Fidanzato con Ofelia, ha dei buoni amici.

Richiamo all’Avventura. Accade qualcosa che spinge il protagonista a pensare di abbandonare il suo mondo ordinario, a intraprendere un’avventura, un compito, una particolare scelta che cambierà profondamente le sue abitudini.

Appare il fantasma del padre di Amleto che gli racconta del complotto ordito da suo fratello per ucciderlo. Amleto scopre quindi che suo zio è l’assassino del suo amato padre e il dovere gli impone di vendicarlo.

Rifiuto del Richiamo. Il protagonista non accetta questa “novità”. Decidendo di rifiutare la chiamata all’azione e

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restare nel proprio mondo ordinario. Sceglie di evitare il suo destino. Il rifiuto non è un passaggio necessario, dipende molto dal tipo di personaggio incarnato dal protagonista, ma al tempo stesso si tratta di un passaggio che offre molta consistenza alla storia e al protagonista.

Amleto non è convinto di quanto espresso dal fantasma, ritenendo saggio temporeggiare e cercare le prove dell’avvenuto complotto, anziché concentrarsi sull’azione vendicatrice.

Incontro col Mentore. Il protagonista si imbatte in qualcuno, o qualcosa, che gli fa cambiare repentinamente atteggiamento, spingendolo quindi a intraprendere questa nuova vita. Si tratta di un evento inatteso, sconvolgente, capace di portare a una presa di coscienza, oppure l’incontro fisico con un personaggio che funge – appunto – da mentore, richiamando il protagonista all’azione.

Amleto sfrutta l’occasione di una rappresentazione teatrale per mettere in scena, come una parabola, il momento dell’omicidio di suo padre. Osservando la reazione turbata dello zio si rende conto che il fantasma era nel giusto. Varco della Prima Soglia. Il protagonista accetta il suo

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destino e la sfida cui è sottoposto. Uscendo fisicamente dalla propria area di comfort (il mondo ordinario) per immergersi nella vicenda. Amleto decide di uccidere suo zio e, a causa di uno scambio di persona, uccide Polonio, nascosto nella stanza di sua madre, il padre di Ofelia. In seguito a questo incidente, Amleto viene spedito in Gran Bretagna.

ATTO II Prove, Nemici, Alleati. In questa fase appaiono i nuovi personaggi che caratterizzeranno il seguito del racconto, e il protagonista affronta delle piccole prove che ne temprano il carattere e ne giustificano maggiormente la decisione. Seconda Soglia, o avvicinamento alla caverna più recondita. Il protagonista fronteggia la minaccia più grande, si trova davanti alla sfida più difficile e non è ancora pronto per affrontarla. Si rende quindi conto di avere necessità di una maturazione ulteriore. Come ottimo esempio di quanto i vari passaggi possano sovrapporsi, nell’Amleto di Shakespeare, queste due tappe del percorso sono estremamente connesse tra loro. Rosencrantz e Guilderstern, già

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apparsi in precedenza, dimostrano tutta la loro ipocrisia, sposando la causa del re di allontanare Amleto dalla Danimarca, velocizzando la sua partenza. Durante il viaggio Amleto incontra l’armata di Fortebraccio in procinto di attaccare la Polonia. Davanti al massacro che sta per compiersi, ogni suo tentennamento viene meno, trasformandosi deciso più che mai nello strumento di vendetta del padre defunto. Fa la sua apparizione Laerte, fratello di Ofelia, deciso a vendicare Polonio e sua sorella, caduta nel frattempo in un vortice di follia. Lo zio di Amleto, il re, ordisce un complotto assieme a Laerte per assassinare il principe una volta tornato in Danimarca. Orazio, fidato amico di Amleto, gli diventa ancora più alleato, facendogli da messaggero per il suo imminente rientro in patria.

Prova Centrale. Si tratta del momento centrale della narrazione, la sfida più imponente, dove il protagonista rischia di perdere tutto in cambio della maturazione necessaria a sostenere la prova finale. Qui egli fronteggia se stesso, le proprie paure, i propri desideri e necessità, facendo i conti con le sue grandezze e i suoi fallimenti. Rientrato in Danimarca, Amleto si trova all’interno di un cimitero, dove, guardando i becchini all’opera, riflette sulla morte e sul senso della vita, in particolare al cospetto del teschio di Yorick il suo buffone di corte. Questo momento riflessivo viene interrotto al centro del corteo funebre in memoria di Ofelia, morta suicida in un eccesso di

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follia. In quest’occasione incontra Laerte che lo sfida a duello, sopraffatto dall’ira. Amleto deve affrontare se stesso e le conseguenze delle sue azioni (l’uccisione di Polonio). Ricompensa. Il protagonista ottiene un momento di pausa in cui può meditare sulla nuova consapevolezza acquisita o, semplicemente, festeggiare il conseguimento della prova centrale. Generalmente in questa fase del racconto trova spazio una scena d’amore, se ne è prevista una. Si tratta comunque di un momento di raccoglimento utile a spezzare il fiato prima della corsa verso il “gran finale”.

Amleto ha un confronto con Orazio, in cui gli confida di aver scoperto un complotto contro di lui ordito da suo zio, un complotto che Amleto stesso aveva ritorto contro i suoi falsi amici, Rosencrantz e Guildestern. La sua intenzione di uccidere suo zio, il re, è più vigorosa che mai.

… continua

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Parte 3

Credevi che fossero quelle le parole, quei suoni deliziosi dalle bocche dei

tuoi amici? No, le autentiche parole sono più deliziose. I corpi umani sono parole, miriadi di parole

(Nelle poesie migliori, il corpo ricompare, d'uomo o di donna, ben formato, ilare, spontaneo,

Sano in ogni sua parte, attivo, ricettivo, senza pudore o necessità di pudore).

Aria, suolo acqua, terra - quelle sono parole, Anche io - la mia essenza compenetrata nella loro - sono parola, il mio

nome è niente per loro, Anche se fosse detto in tremila linguaggi, che cosa saprebbero aria,

suolo, acqua, fuoco, del mio nome? Un aspetto sano, un gesto amico o di comando, sono parole, detti,

significati, Anche il fascino che accompagna la pura presenza di certi uomini o

donne è parola, significato. (Walt Whitman)

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3.2 Introduzione alla sceneggiatura

Parlando di dialoghi è interessante fare una piccola digressione che vuol fungere come una rapida introduzione alla sceneggiatura. Le indicazioni sulla disposizione della storia presenti all’interno di questo manuale, infatti, valgono tanto per il racconto letterario quanto per la sceneggiatura. La grande differenza tra questi due tipi di scrittura è prettamente tecnica. Scrivere una sceneggiatura è estremamente diverso rispetto a scrivere un racconto o un romanzo. La sceneggiatura infatti deve mantenere un tono secco e poco artistico, deve limitarsi alla descrizione delle scene così come devono apparire su schermo e concentrarsi sui dialoghi, tenendo sempre conto che – nella logica cinematografica – anche questi non sono fondamentali alla resa di ciò che intendiamo esprimere perché il linguaggio visivo domina su quello parlato da un punto di vista comunicativo nel medium cinematografico. Scrivere un romanzo è un lavoro artistico, scrivere una sceneggiatura è un lavoro tecnico.

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Quando si descrive una scena è buona prassi scrivere al tempo presente, eliminando completamente le figure retoriche e gli abbellimenti stilistici e limitando gli aggettivi al minimo indispensabile per comprendere ciò che stiamo guardando, indicando tutto ciò che è presente nella scena e che riteniamo essenziale per la resa visiva di ciò che stiamo descrivendo. Una sceneggiatura è anzitutto una descrizione della messa in scena, talvolta accompagnata da note di regia che indicano il progredire di particolari sequenze. Come di consueto, ogni spiegazione è di più semplice fruizione se legata a un esempio pratico. Di seguito propongo, quindi, la versione “sceneggiata” del breve dialogo che abbiamo preso come esempio nel paragrafo precedente.

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Come possiamo vedere la descrizione della scena è estremamente secca e concisa, descrive gli elementi essenziali per la buona riuscita della scena, descrivendo la posizione dei personaggi e le loro azioni. Il dialogo è scritto nella tipica formula indicando chi parla e cosa dice, inserendo talvolta tra parentesi dei mutamenti di posizione o delle indicazioni sul

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tono di voce o sulla mimica utili come punti di riferimento per gli attori che devono interpretare i personaggi. Quando scriviamo una sceneggiatura dobbiamo sempre tenere conto che siamo partecipando ad un ingranaggio che condurrà alla realizzazione di una macchina più grande, il film. Quando scriviamo un racconto, o un romanzo, invece, l’opera è fine a se stessa, non concorre alla realizzazione di qualcos’altro. Per scrivere una buona sceneggiatura, oltre alle accortezze tecniche, dobbiamo tenere conto delle necessità narrative esplicitate durante tutto il corso di questo manuale, dalla costruzione dei personaggi alla scelta dello schema narrativo di riferimento. Una buona storia può essere espressa mediante un racconto, un romanzo, un fumetto o – appunto – un film, sta a noi capire qual è il mezzo d’espressione migliore per comunicare ciò che intendiamo comunicare e per valorizzare al meglio le nostre idee. Idee. Perché per scrivere, qualunque sia il mezzo cui destiniamo le nostre storie, nulla è più necessario che buone, originali e interessanti idee.

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Parte 4

C'è chi passa la vita a leggere senza mai riuscire ad andare al di là della lettura, restano appiccicati alla pagina, non percepiscono che le

parole sono soltanto delle pietre messe di traverso nella corrente di una fiume, sono lì solo per farci arrivare all'altra sponda, quella che conta è

l'altra sponda. (José Saramago)

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4.1 Consigli di lettura

Per sviluppare al meglio le nostre idee, come detto all’inizio di questo libro, abbiamo bisogno di accrescere le nostre esperienze vitali ed estetiche. Mentre le prime dipendono esclusivamente da se stessi, le seconde possono essere raggiunte solo grazie alla fruizione di grandi opere d’arte. Di seguito quindi segnalo una serie di libri che mi permetto di consigliare. Testi citati nel manuale: Alighieri, DanteDivina Commedia Camilleri, AndreaIl cane di terracotta Chandler, RaymondIl lungo addio

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Conrad, JosephCuore di tenebra Dickens, CharlesCanto di Natale Dostoevskij, FedorMemorie dal sottosuolo Eco, UmbertoIl nome della rosa Fallaci, OrianaInsciallah Hemingway, ErnestIl vecchio e il mare; Addio alle armi Kafka, FranzIl Processo; Metamorfosi Kerouac, JackI Sotterranei

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Kundera, MilanL’insostenibile leggerezza dell’essere Marquez, Gabriel GarciaCent’anni di solitudine Melville, HermanMoby Dick Palahniuk, ChuckSoffocare Palahniuk, ChuckSurvivor Saramago, JoséIl vangelo secondo Gesù Cristo Schulz, CharlesPeanuts Simenon, GeorgesL’uomo che guardava passare i treni Shakespeare, WilliamAmleto

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Stevenson, Robert LouisL’isola del tesoro Tabucchi, AntonioSostiene Pereira Testi consigliati: Adams, DouglasGuida galattica per autostoppisti Bach, RichardIl gabbiano Jonathan Livingston Bilal, EnkiTrilogia Nikopol Buzzati, DinoIl deserto dei Tartari Calvino, ItaloGli amori difficili

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Camus, AlbertLo straniero Cervantes, Miguel deDon Chisciotte della Mancia Carroll, LewisLe avventure di Alicenel paese delle meraviglie;Attraverso lo specchioe quel che Alice vi trovò Dickens, CharlesGrandi speranze Dostoevskij, FedorL’idiota;I demoni;Delitto e castigo;Il giocatore;I fratelli Karamazov Dumas, AlexandreIl conte di Montecristo

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Dumas, AlexandreI tre moschettieri Dumas, Alexandre (figlio)La signora delle camelie Ellroy, JamesDalia nera Fitzgerald, Francis ScottIl grande Gatsby Gibran, KahlilIl profeta Goethe, Johann Wolfgang vonI Dolori del Giovane Werther Golding, WilliamIl signore delle mosche Hemingway, ErnestPer chi suona la campana;Fiesta

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Hesse, HermanSiddharta Hugo, VictorI miserabili Huxley, AldousIl mondo nuovo Jerome, K. JeromeTre uomini in barca Kerouac, JackSulla strada King, StephenShiningPet cemeteryLa torre nera (ciclo) Mann, ThomasDoctor Faustus Marquez, Gabriel GarciaL’amore ai tempi del colera

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Miller, FrankSin City Miller, HenryTropico del capricorno Mishima, YukioIl padiglione d’oro;La casa di Kyoko;Confessioni di una maschera Morante, ElsaLa storia Moravia, AlbertoRacconti romani Moore, AlanWatchmen V per Vendetta Nabokov, VladimirLolita Oesterheld, Hector L’eternauta

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Orwell, George1984;La fattoria degli animali Oz, AmosLa scatola nera Pasolini, Pier PaoloRagazzi di vita Pasternak, BorisIl dottor ivago Pirandello, LuigiIl fu Mattia Pascal Primo, LeviSe questo è un uomo Saint-Exupery, Antoine DeIl piccolo principe Salinger, Jerome DavidIl giovane Holden

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Saramago, JosèCecità Sartre, Jean PaulLa nausea Satrapi, Marjane Persepolis Schnitzler, ArthurFuga nelle tenebre Shakespeare, William MacBeth; Sogno di una notte di mezza estate Svevo, ItaloLa coscienza di Zeno Spiegelman, ArtMaus SteinbeckUomini e topi Tabucchi, AntonioLa testa perduta di Damasceno Montero

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Tolstoj, LevGuerra e Pace Tolstoj, LevAnna Karenina Tolkien, J.R.R. Il signore degli anelli (ciclo) Tomasi di Lampedusa, GiuseppeIl gattopardo Wilde, OscarIl ritratto di Dorian GrayIl fantasma di Canterville Yourcenar, Marguerite Memorie di Adriano Yourcenar, Marguerite Opera al nero

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Ed ora…

Ti è piaciuta questa anteprima?

Cosa ne dici allora di un libro che ti spieghi cosa caratterizza i più grandi capolavori della storia letteraria mondiale? Come delineare un personaggio od un'ambientazione che siano irresistibili? Cosa deve fare uno scrittore per divenire in grado di trasmettere alle proprie opere quel magnetismo tipico di quelle storie che rimangono impresse nel nostro cuore per sempre?

"La bibbia della scrittura creativa" ti spiegherà proprio questo ed altro. Sapientemente volando tra le righe di Dante, Shakespeare, Kafka, Hemingway e Dostojevski, una preziosa opera per tutti coloro che desiderano intraprendere il cammino della scrittura creativa. Un piccolo, prezioso manuale che invoglia all'amore per la lettura e la scrittura, con tutti i trucchi, i segreti ed i consigli dei più grandi per sceneggiare, definire, creare, modellare ed infine pubblicare la tua opera.

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