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(Fil 3,14) AVVENTO 2019 Carissimi, l’amore gioisce per la speranza dell’incontro, trova compimento nella comunione. L’anima della vita cristiana è l’amore per Gesù: il desiderio dell’incontro, il sospiro per la comunione perfetta e definitiva alimentano l’ardore. Il cristianesimo, senza speranza senza attesa del ritorno glorioso di Cristo, si ammala di volontarismo, di un senso gravoso di cose da fare, di verità da difendere, di consenso da mendicare. (M. Delpini) Dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi (3,4-14) Carissimi, se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all'età di otto giorni, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della Legge, irreprensibile. Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

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(Fil 3,14)

AVVENTO 2019 Carissimi, l’amore gioisce per la speranza dell’incontro, trova compimento nella comunione. L’anima della vita cristiana è l’amore per Gesù: il desiderio dell’incontro, il sospiro per la comunione perfetta e definitiva alimentano l’ardore. Il cristianesimo, senza speranza senza attesa del ritorno glorioso di Cristo, si ammala di volontarismo, di un senso gravoso di cose da fare, di verità da difendere, di consenso da mendicare. (M. Delpini)

Dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi (3,4-14) Carissimi, se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all'età di otto giorni, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della

Legge, irreprensibile. Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

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LA SPERANZA CRISTIANA. (M. Delpini) La dimensione della speranza e l’attesa del compimento sono sentimenti troppo dimenticati nella coscienza civile contemporanea e anche i discepoli del Signore ne sono contagiati. Il cristianesimo, senza la speranza, senza attesa del ritorno glorioso di Cristo, ammala di un senso gravoso di cose da fare, di verità da difendere, di consenso da mendicare. Il tempo di Avvento viene troppo frequentemente banalizzato a rievocazione sentimentale di un’emozione infantile. Nella pedagogia della Chiesa, invece, è annunciata la speranza del ritorno di Cristo, specialmente nelle ultime settimane dell’anno liturgico. L’Avvento è tempo di grazia, non per preparare la commemorazione di un evento passato, ma orientare tutta la vita nella direzione della speranza cristiana, sempre lieti e insieme sempre insoddisfatti. Invito ad alimentare la virtù della speranza: ne abbiamo un immenso bisogno noi, il nostro tempo, le nostre comunità

1. Purificare le attese “Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose…”

Entriamo nel tempo di Avvento accogliendo l’invito di Paolo a purificare le nostre attese, imparando a leggere ed affrontare i veri bisogni e desideri della nostra società.., città.., famiglia.., ambiente di vita e di lavoro…

“Per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui…”. Mentre camminiamo non distraiamoci, ma dedichiamo più tempo al silenzio e all’ascolto, per non dimenticare la meta del nostro cammino: incontrare Gesù che viene a visitarci e a benedire la nostra vita, le nostre fatiche, i nostri propositi di bene e di comunione... Ä Iniziamo già da ora a prepararci alla Confessione natalizia, dedicando qualche serata, in famiglia, insieme ai nostri figli, a riconoscere meglio ed in modo condiviso cosa dobbiamo e possiamo cambiare nel nostro modo di attendere ed invocare i doni di Dio, dei fratelli e come vivere la pazienza e l’urgenza del coltivare in noi e nei fratelli le virtù evangeliche che ci rendono più disponibili a vivere la volontà di Dio e reimparare ancora a domandare perdono a Dio e ai fratelli, anche per rendere migliori

i nostri ambienti di vita, spesso abitati da tensioni, pregiudizi, ansie… che avvelenano i nostri cuori e la nostra vita..

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2. Contemplare la fecondità di Maria “Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù”.

“Vorremmo sperimentare un poco della beatitudine ed esultanza” di Maria che scaturisce dalla disponibilità ad incontrare Dio nella sua vita quotidiana. La conoscenza del figlio Gesù la porta a diventare “madre della Chiesa, salute dei malati, consolatrice degli afflitti, rifugio dei peccatori, regina della pace…” e ci invita ad offrire il nostro contributo all’edificazione della Chiesa, rinnovando l’impegno per una missionarietà che ci rende più coscienti ed attivi nel prenderci a cuore il bene della società e della nostra città. Ä Per sperimentare la gioia del Natale non basta coltivare attese promettenti, impegnative, responsabili…; occorre anche conoscere meglio ed affidarsi alle promesse di Gesù. L’Avvento sia realmente un tempo di concreta e fedele rinnovata familiarità con la Parola di Dio, leggendo personalmente e in famiglia qualche brano della Scrittura che la liturgia ci propone. 3. Corro verso la mèta “…proteso verso ciò che mi sta di fronte”

“La celebrazione del mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio non può essere un guardare indietro: piuttosto, imitando Paolo, protesi verso ciò che sta di fronte, corriamo verso la meta. L’esito della nostra vita è compimento nella gioia di Dio: siate sempre lieti, irradiate la gioia, testimoniate la speranza”. Buon cammino di Avvento…

• Ogni LUNEDI’ – ore 21 – in cripta: Lectio divina sul vangelo della domenica • Ogni DOMENICA, in Duomo, alle ore 17: preghiera di VESPERI.

• LUNEDI’ 2 dicembre - ore 21 - chiesa di S. Pietro M. - Veglia Caritas • LUNEDI’ 16 dicembre: inizia la NOVENA DI NATALE ore 7,30 – in Duomo – in particolare per i ragazzi delle medie, ma anche per adolescenti, giovani ed adulti.

ore 17 - in Duomo - per ragazzi, genitori e nonni. • SABATO 21 dicembre – in Duomo – ore 21: Concerto natalizio della Cappella musicale -“Innalzate nei cieli lo sguardo”.

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“Il tempo di Avvento è un tempo propizio per imparare a pregare” Riscopriamo e riviviamo la fatica e la gioia della preghiera serale in famiglia. Coinvolgiamo i nostri figli, facendo emergere in loro i desideri, le speranze e le attese che ci accompagnano in questo tempo e come ci impegniamo a vivere la sobrietà che ci permette di diventare più caritatevoli.

In città possiamo incontrare e conoscere meglio alcuni LUOGHI nei quali attuare concretamente attività e gesti di carità fraterna: 1. La San Vincenzo è sempre disponibile ad accogliere i nuovi volontari per il servizio di aiuto, ascolto e vicinanza alle persone, soprattutto nei bisogni di prima necessità. Per informazioni telefonare ( 340 1486234 2. Il CAV (Centro Aiuto alla Vita) - Va Zucchi, 22/B ( 039/389510 [email protected]. Offre l’opportunità di collaborare: • nell’accoglienza delle mamme (Lunedì ore 9 -12 e Mercoledì e Giovedì: ore 14,30 – 18), • nella raccolta di indumenti e materiale vario per la cura dei bambini (Martedì, Mercoledì, Venerdì ore 9 – 12). 3. La Caritas cittadina ripropone l’iniziativa natalizia “Aggiungi un posto alla tua tavola”. E’ un’esperienza di accoglienza che alcune famiglie scelgono, durante le feste natalizie, di ospitare a un pranzo alcune persone richiedenti asilo o rifugiati per condividere un momento di socialità ed incontro. Informazioni: Caritas - Via Zucchi 22 - ( 039.389934 [email protected] Ä Come ogni anno, il contenitore collocato alla porta del Duomo rinnova l’invito della Caritas decanale a «risparmiare il 10% sulle spese natalizie per esprimere in modo concreto la nostra solidarietà con i poveri».