L T ISOLDE DI W AGNER Amore fatale

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QUELLA L EGGENDA OLTRE LA M USICA CONTINUA A PAGINA 2 T RISTAN UND I SOLDE DI W AGNER O gni gran- de arti- sta, ha detto Borges, crea i suoi precurso- ri; costringe a vedere nella sua luce i crea- tori del passato che hanno tratta- to, sia pure in forme radicalmen- te diverse, temi e motivi simili ai suoi, quasi così riducendo spesso a torto — le loro opere a mere anticipazioni della pro- pria. È inevitabile che la gran- dezza di un capolavoro — so- prattutto musicale, ma anche letterario — quale Tristan und Isolde di Wagner induca a inter- pretare in chiave wagneriana gli autori che nei secoli precedenti hanno affrontato quel motivo di amore e morte. Ogni poeta che ha narrato dei due amanti ri- schia di venir letto sull’onda del- la «melodia infinita». In realtà nessuno è il precur- sore di nessun altro, perché ognuno, grandissimo grande o mediocre, è in primo luogo una creatura e un creatore a sé; im- merso nella storia e condiziona- to, più o meno, dal tempo e da- gli eventi anche quando non se ne accorge e si crede solitario ed autonomo, ma anche faccia a faccia, in una bruciante imme- diatezza, con lo scandalo di esi- stere, amare, sperare, soffrire. Wagner è un genio e Gottfried von Strassburg — l’autore del poema Tristan composto intor- no al 1210 e rimasto incompiu- to — è un grande poeta, ma i due celebri amanti non vivono solo nei loro capolavori, ma pu- re nei testi di autori minori o anonimi, nell’immaginario col- lettivo che si è dato forma in molte altre opere. La leggenda di Tristano nasce dalla fioritura poetica del ciclo arturiano, da quella «materia di Bretagna» imperniata soprattut- to su Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda e caratterizzata da un intenso e raffinato eroti- smo, da una fantasia celtica fia- besca, lunare ed acquatica, intri- sa anch’essa di erotismo (la grot- ta degli amanti Tristano e Isol- da), e da una contaminazione di ethos cavalleresco, malìa amoro- sa e vagheggiamento mistico, in una dispersione di avventure er- ratiche che nasceva dall’anar- chia feudale dell’età post-caro- lingia. Il «Romanzo di Tristano» designa una trama narrativa pre- sente in più opere medievali a partire dagli ultimi decenni del XII secolo, quali il Lai del capri- foglio , breve poema di Maria di Francia, due Folies (di Oxford e Berna) e soprattutto i due poe- mi, intitolati entrambi Tristan , del normanno Béroul e dell’an- glonormanno Thomas. Tutti i motivi della leggenda sono presenti: la passione adul- tera, irriducibile a ogni legge umana e divina e allo stesso co- dice d’onore cavalleresco pur vissuto come un valore fonda- mentale, passione nata per fata- lità, goduta e sofferta quale fato irresistibile e votata tragicamen- te alla morte. Tristano, come quasi ogni eroe di ogni mito, è di origini incerte o quanto me- no travagliate, orfano di un pa- dre che l’ha generato durante la propria agonia e di una ma- dre presto morta d’amore. Come quella dei fondatori di religio- ni, pure la nascita del- l’eroe deve essere in qualche modo anoma- la rispetto al consueto ordine famigliare, car- dine dell’armonia so- ciale ma anche ostaco- lo all’universalità che spezza ogni cerchia limitata. Nella società cortese, inoltre, l’eros è per definizione illegale e contrapposto al vincolo matri- moniale. Anche per questo il tempo degli amanti è la notte, la tenebra che ignora i doveri e le leggi del giorno e cela la loro pas- sione; l’alba, che annuncia il tempo degli impegni morali, è il momento del loro distacco, il canto dell’allodola che li separa, la luce della moralità che fuga il buio dell’amore e della felicità. Tristano viola doppiamente l’ethos: quello famigliare — per- ché Marco, il marito di Isolda, è suo zio — e quello cavalleresco, perché Marco è il suo re, cui il cavaliere è legato da un assoluto vincolo di fedeltà. Tristano conquista Isolda, principessa d’Irlanda, perché lo zio la sposi; i due si innamorano perdutamente bevendo per erro- re il filtro d’amore e inizia la sto- ria della passione travolgente e proibita, con tutti gli elementi che, più o meno variati, ritorna- Amore fatale Eventi Scala di Lorin Maazel pag 17 di Alessandra Farkas pag 19 di G. Manin e A. Torno pag 5 DI CLAUDIO MAGRIS Venerdì 7 Dicembre 2007 I miei incubi alla Orwell Domingo: «Viva Cyrano» Tra desiderio e castità Erotismo ed ethos cavalleresco: una storia che nasce dalla fioritura poetica del ciclo di Re Artù e di altre opere medievali ULTIMA PROVA Ian Storey e Waltraud Meier, gli interpreti di «Tristano e Isotta» che debutta questa sera alla Scala (foto Brescia) Intesa Sanpaolo è partner del Teatro alla Scala per la stagione 2007-2008.

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QUELLA LEGGENDAOLTRE LA MUSICA

CONTINUA A PAGINA 2

TRISTAN UND ISOLDE DI WAGNER

O gni gran-d e a r t i -

sta, ha dettoBorges, crea isuoi precurso-ri; costringe avedere nellasua luce i crea-

tori del passato che hanno tratta-to, sia pure in forme radicalmen-te diverse, temi e motivi simili aisuoi, quasi così riducendo —spesso a torto — le loro opere amere anticipazioni della pro-pria. È inevitabile che la gran-dezza di un capolavoro — so-prattutto musicale, ma ancheletterario — quale Tristan undIsolde di Wagner induca a inter-pretare in chiave wagneriana gliautori che nei secoli precedentihanno affrontato quel motivo diamore e morte. Ogni poeta cheha narrato dei due amanti ri-schia di venir letto sull’onda del-la «melodia infinita».

In realtà nessuno è il precur-sore di nessun altro, perchéognuno, grandissimo grande omediocre, è in primo luogo una

creatura e un creatore a sé; im-merso nella storia e condiziona-to, più o meno, dal tempo e da-gli eventi anche quando non sene accorge e si crede solitarioed autonomo, ma anche facciaa faccia, in una bruciante imme-diatezza, con lo scandalo di esi-stere, amare, sperare, soffrire.Wagner è un genio e Gottfriedvon Strassburg — l’autore delpoema Tristan composto intor-no al 1210 e rimasto incompiu-to — è un grande poeta, ma idue celebri amanti non vivonosolo nei loro capolavori, ma pu-re nei testi di autori minori oanonimi, nell’immaginario col-lettivo che si è dato forma inmolte altre opere.

La leggenda di Tristano nascedalla fioritura poetica del cicloarturiano, da quella «materia diBretagna» imperniata soprattut-to su Re Artù e i Cavalieri dellaTavola Rotonda e caratterizzatada un intenso e raffinato eroti-smo, da una fantasia celtica fia-besca, lunare ed acquatica, intri-sa anch’essa di erotismo (la grot-ta degli amanti Tristano e Isol-da), e da una contaminazione diethos cavalleresco, malìa amoro-

sa e vagheggiamento mistico, inuna dispersione di avventure er-ratiche che nasceva dall’anar-chia feudale dell’età post-caro-lingia. Il «Romanzo di Tristano»designa una trama narrativa pre-sente in più opere medievali apartire dagli ultimi decenni delXII secolo, quali il Lai del capri-foglio , breve poema di Maria diFrancia, due Folies (di Oxford eBerna) e soprattutto i due poe-mi, intitolati entrambi Tristan ,del normanno Béroul e dell’an-glonormanno Thomas.

Tutti i motivi della leggendasono presenti: la passione adul-tera, irriducibile a ogni leggeumana e divina e allo stesso co-dice d’onore cavalleresco purvissuto come un valore fonda-mentale, passione nata per fata-lità, goduta e sofferta quale fatoirresistibile e votata tragicamen-te alla morte. Tristano, comequasi ogni eroe di ogni mito, èdi origini incerte o quanto me-no travagliate, orfano di un pa-dre che l’ha generato durantela propria agonia e di una ma-

d r e p r e s t o m o r t ad’amore. Come quelladei fondatori di religio-ni, pure la nascita del-l’eroe deve essere inqualche modo anoma-la rispetto al consuetoordine famigliare, car-dine dell’armonia so-ciale ma anche ostaco-

lo all’universalità che spezzaogni cerchia limitata.

Nella società cortese, inoltre,l’eros è per definizione illegale econtrapposto al vincolo matri-moniale. Anche per questo iltempo degli amanti è la notte, latenebra che ignora i doveri e leleggi del giorno e cela la loro pas-sione; l’alba, che annuncia iltempo degli impegni morali, è ilmomento del loro distacco, ilcanto dell’allodola che li separa,la luce della moralità che fuga ilbuio dell’amore e della felicità.Tristano viola doppiamentel’ethos: quello famigliare — per-ché Marco, il marito di Isolda, èsuo zio — e quello cavalleresco,perché Marco è il suo re, cui ilcavaliere è legato da un assolutovincolo di fedeltà.

Tristano conquista Isolda,principessa d’Irlanda, perché lozio la sposi; i due si innamoranoperdutamente bevendo per erro-re il filtro d’amore e inizia la sto-ria della passione travolgente eproibita, con tutti gli elementiche, più o meno variati, ritorna-

Amorefatale

EventiScaladi Lorin Maazel pag 17 di Alessandra Farkas pag 19di G. Manin e A. Torno pag 5

D I C L A U D I O M A G R I S

Venerdì 7 Dicembre 2007

I miei incubialla Orwell

Domingo:«Viva Cyrano»

Tra desiderioe castità

Erotismo ed ethos cavalleresco:

una storia che nasce dalla

fioritura poetica del ciclo di Re

Artù e di altre opere medievali

ULTIMA PROVAIan Storey e Waltraud Meier,gli interpreti di «Tristano eIsotta» che debutta questasera alla Scala (foto Brescia)

Intesa Sanpaolo è partner del Teatro alla Scala per la stagione 2007-2008.