L IMPRESA Sfida agli umori del gigante K2 · Nel 2000 fu la volta di Abele Blanc e ... gurato dalle...

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040619DC002NACB 040619DC002NACB L’IMPRESA UNA SQUADRA DI 48 ALPINISTI E RICERCATORI. L’ATTACCO ALLA VETTA DOPO IL 20 LUGLIO LA SCALATA Benedetta de Micheli Sfida agli umori del gigante K2 I DUE PERCORSI Il K2 espugnato da 19 italiani Sono stati 19 gli italiani finora in vetta del K2. Dopo la spedizione del ’54, portata a compimento lungo lo sperone Abruzzi, che vide sulla cima Lino Lacedelli e Achille Compagnoni toccò nel 1979 a Reinhold Messner raggiungere gli 8.611 metri. Tre gli alpinisti che ripeterono l’impresa passando dallo spigolo Nord nel 1983: Agostino Da Polenza, Fausto De Stefani e Sergio Martini. Tre anni dopo la scalata riuscì a Gianni Calcagno, Tullio Vidoni, Soro Dorotei e Martino Moretti. Nel 1996, il tricolore venne portato in cima da sei italiani con due spedizioni differenti: la prima, tutta italiana, vide al traguardo Salvatore e Mario Panzeri, Giulio Maggioni e Lorenzo Mazzoleni; la seconda, italo-polacca, fu conclusa da Marco Bianchi e Christian Kuntner. Nel 2000 fu la volta di Abele Blanc e Marco Camandona, mentre nel 2001 l’impresa riuscì ad Hans Kammerlander C i siamo. La scalata senza ossi- geno al K2, agli «ottomila» più difficili della Terra, che nel ’54 consacrarono Lacedel- li e Compagnoni, è al via: dopo la conquista dell’Everest, in maggio, la squadra italiana guidata da Agostino Da Polenza, 51 anni, allievo-amico di Ardito Desio, punta ora al traguardo più insidioso. Trenta alpinisti e 18 ricercatori, le for- ze in campo oggi. Una sfida sportiva e nello stesso tempo scientifica nell’ambi- to del progetto «K2-Cinquant’anni do- po»: in gioco 8 progetti di geodesia, 2 di scienze ambientali, 6 di glaciologia, altri 2 di ecocompatibilità. Una storia in diverse puntate. Due grup- pi di 15 alpinisti e ricercatori, infatti, si sono già mossi, rispettivamente il 19 maggio e il 2 giugno, per raggiungere, il primo, il campo-base sul versante Sud della montagna, a 5000 metri, e il se- condo, il punto di partenza dal versante Nord cinese. Il 16 giugno, un altro pool di 15 persone, tra le quali Da Polenza e i protagonisti della spedizione sull’Eve- rest, ha lasciato l’Italia diretto in Paki- stan per iniziare la marcia di avvicina- mento al campo base del K2 dalla parte Sud. L’intera squadra, meno gli uomini impegnati sul versante cinese, dovreb- be riunirsi entro il 28-29 giugno. Verso la metà di luglio è previsto l’arrivo del ministro Gianni Alemanno, abile alpini- sta e capo-spedizione onorario. A coor- dinare tutte le operazioni, Agostino Da Polenza, con i walkie-talkie, le radio e i telefoni satellitari. Un’avventura in più capitoli, si diceva. Tra mille ostacoli, anche di natura poli- tica. Il gruppo partito il 2 giugno, per esempio, è rimasto bloccato alcuni gior- ni a Islamabad con 120 carichi, pari a quasi 3 tonnellate di materiale destina- to alla spedizione. Dovevano raggiunge- re Kashgar, nel Sinkiang cinese, attra- verso la Karakorum highway, e da qui tornare indietro per cominciare la scala- ta al K2 dallo spigolo Nord. Ma sono stati costretti a fermarsi dopo aver sapu- to dalla Farnesina che a Gilgit, nella Northern area, da dove sarebbero dovu- ti passare, c’era il coprifuoco a causa degli scontri tra sunniti e sciiti. Il pro- blema si è risolto quando i membri della spedizione hanno potuto prendere il volo Islamabad-Kashgar, appena inau- gurato dalle linee aeree cinesi. Arrivati a Kashgar, sono dovuti ricorrere anche ai cammelli per avvicinarsi al campo base a Nord del K2. L’attacco alla cima dai due lati del K2, intorno al 20 luglio: il sogno sarebbe l’arrivo contemporaneo in vetta delle due squadre proprio il 31, lo stesso giorno dell’impresa di Compagnoni e Lacedelli, 50 anni fa. Come capospedi- zione Agostino Da Polenza coordina le operazioni e risponde dell’incolumità dei suoi uomini e dei portatori Baltì (si chiama così la popolazione che vive nella valle del Baltoro, ai piedi del versante pakistano della montagna), ma durante l’ascesa, chi decide il da farsi è la cordata di punta. E per fare le scelte giuste, questa ha bisogno di restare in contatto con il caposquadra, di avere da lui il massimo delle informazioni possi- bili. Di vitale importanza, le notizie sulle condizioni del tempo. Esperti del- la società italiana di meteorologia elabo- reranno le ricerche delle stazioni che seguono le condizioni del tempo in Asia, prepareranno le previsioni con i dati sui venti e la pressione atmosferica e le invieranno ogni tre-quattro giorni, complete di foto dal satellite, diretta- mente alla centralina della spedizione. «Un alpinista di ottimo livello — spie- ga Da Polenza — normalmente impiega 3 giorni a salire dal campo base alla vetta e scende più o meno in 12 ore. Il punto cruciale è beccare una finestra di bel tempo e partire subito». Qual è la differenza con l’Everest? «L’Everest è più prevedibile — risponde — Quello che fa paura sul K2 è il cambio di clima repentino e violento. E la tempe- ratura minima può arrivare a meno 50 gradi. Altra caratteristica di questa mon- tagna, i forti sbalzi termici: in un ango- lo un po’ riparato dal vento puoi trovarti a +15 gradi, poi arriva una nuvola e precipiti allo 0 termico. Una cosa è certa: appena cambia il tempo devi su- bito tornare indietro». Brevi e durissime, le giornate della sca- lata: il primo raggio di sole spunta alle 4,30, ma ci si sveglia un’ora prima, poi colazione nella tenda-mensa, 8 ore di marcia. Si va a dormire verso le 17, due ore dopo in parete è già buio. L’impresa servirà da propulsore non solo per gli obiettivi di carattere scienti- fico. Sono in programma anche due grossi progetti nel campo umanitario e ambientale: il primo prevede l’istituzio- ne di un «Parco della Pace del Sia- chen» per favorire il processo di pacifi- cazione tra India e Pakistan nella regio- ne del Karakorum e del Kashmir. Con il secondo diventa realtà il «Parco na- zionale del Karakorum Centrale»: nel ’93 una legge del governo pakistano aveva proclamato la nascita di questa grande area protetta, ma dopo l’annun- cio non era più successo nulla. Stavolta le premesse per una svolta ci sono e i baltì esultano: a quel punto potrebbero tornare anche i turisti e con loro nuove occasioni di lavoro. Corriere Eventi SUPPLEMENTO AL Corriere della Sera DEL 19 GIUGNO 2004 Direttore: Stefano Folli Condirettore: Paolo Ermini Vicedirettori: Dario Di Vico Luciano Fontana Responsabile inserti: Alessandro Cannavò con Francesco Faranda Art director: Gianluigi Colin © 2004 RCS QUOTIDIANI S.p.A. Sede legale: via Rizzoli, 2 - Milano Registrazione: Tribunale di Milano n. 139, del 29 giugno 1948. Redazione e Tipografia: via Solferino, 28 Milano. Telefono 02-6339. Pubblicità: RCS PUBBLICITA’ S.p.A. via Mecenate, 91 Milano. Telefono 02-50951 AGOSTINO DA POLENZA 48 anni, capospedizione FABIO AGOSTINIS 47 anni, versante Nord CLAUDIO BASTRENTAZ 38 anni, versante Nord ROMANO BENET 42 anni, versante Nord DANIELE BERNASCONI 33 anni, versante Nord ALESSANDRO MARIO BUSCA 35 anni, versante Sud AGOSTINO CITTADINI 47 anni, versante Nord GLI ALPINISTI I precedenti VERSANTE NORD Si raggiunge dalla provincia cinese del Sinkiang, attraverso la valle del Sarpo Lago. È caratterizzato da un grandioso spigolo alto 3500 metri, una delle vie di arrampicata più lunghe del mondo. È stato percorso per la prima volta nel 1982 da una spedizione giapponese e ripetuto l’anno dopo dagli italiani Agostino Da Polenza, Sergio Martini e Fausto De Stefani. Il Campo 4 è normalmente chiamato il «Nido dell’Aquila»: dispone di spazio sufficiente per due sole tende. I 9 alpinisti impegnati a raggiungere lo spigolo nord nel luglio di quest’anno percorreranno una via in parte nuova, quasi diretta, dal ghiacciaio alla cima. VERSANTE SUD La via dello Sperone Abruzzi, sul lato pakistano, è il tracciato seguito dalla spedizione italiana del 1954. La via attacca i primi tratti di neve e rocce dello spigolo sud-est della montagna fino al Campo 1 (6100 metri). Da qui una serie di ripidi pendii porta fino alla base del difficile tratto di roccia verticale conosciuto come «Camino Bill», dal quale si ha accesso al Campo 2 a quota 6750. Al di sopra del campo, superata la Piramide Nera, si arriva alla «Spalla», dove viene installato il Campo 3 a 7500 metri. Ancora più su, a 8300 metri, inizia il famigerato «Collo di Bottiglia», stretto e ripido corridoio ghiacciato che parte alla calotta della cima Una montagna che è molto più insidiosa e imprevedibile dell’Everest, con violenti cambi di clima. Grazie alla spedizione italiana, più vicino il decollo del parco del Karakorum centrale In redazione: Benedetta de Micheli Maurizio Di Gregorio Anna Masucci (inviato) Manuela Pelati Marco Vinelli Ha collaborato: Fabio Cutri 2 CORRIERE EVENTI Sabato 19 giugno 2004

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L’IMPRESA UNA SQUADRA DI 48 ALPINISTI E RICERCATORI. L’ATTACCO ALLA VETTA DOPO IL 20 LUGLIO

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TA

Benedetta de Micheli

Sfida agli umori del gigante K2I DUE PERCORSI

Il K2 espugnatoda 19 italianiSono stati 19 gliitaliani finora in vettadel K2. Dopo laspedizione del ’54,portata a compimentolungo lo speroneAbruzzi, che vide sullacima Lino Lacedelli eAchille Compagnonitoccò nel 1979 aReinhold Messnerraggiungere gli 8.611metri. Tre gli alpinistiche ripeteronol’impresa passandodallo spigolo Nord nel1983: Agostino DaPolenza, Fausto DeStefani e SergioMartini. Tre anni dopola scalata riuscì aGianni Calcagno,Tullio Vidoni, SoroDorotei e MartinoMoretti. Nel 1996, iltricolore venne portatoin cima da sei italianicon due spedizionidifferenti: la prima,tutta italiana, vide altraguardo Salvatore eMario Panzeri, GiulioMaggioni e LorenzoMazzoleni; la seconda,italo-polacca, fuconclusa da MarcoBianchi e ChristianKuntner. Nel 2000 fu lavolta di Abele Blanc eMarco Camandona,mentre nel 2001l’impresa riuscì adHans Kammerlander

C i siamo. La scalata senza ossi-geno al K2, agli «ottomila»più difficili della Terra, chenel ’54 consacrarono Lacedel-

li e Compagnoni, è al via: dopo laconquista dell’Everest, in maggio, lasquadra italiana guidata da AgostinoDa Polenza, 51 anni, allievo-amico diArdito Desio, punta ora al traguardo piùinsidioso.Trenta alpinisti e 18 ricercatori, le for-ze in campo oggi. Una sfida sportiva enello stesso tempo scientifica nell’ambi-to del progetto «K2-Cinquant’anni do-po»: in gioco 8 progetti di geodesia, 2di scienze ambientali, 6 di glaciologia,altri 2 di ecocompatibilità.Una storia in diverse puntate. Due grup-pi di 15 alpinisti e ricercatori, infatti, sisono già mossi, rispettivamente il 19maggio e il 2 giugno, per raggiungere, ilprimo, il campo-base sul versante Suddella montagna, a 5000 metri, e il se-condo, il punto di partenza dal versanteNord cinese. Il 16 giugno, un altro pooldi 15 persone, tra le quali Da Polenza ei protagonisti della spedizione sull’Eve-rest, ha lasciato l’Italia diretto in Paki-stan per iniziare la marcia di avvicina-mento al campo base del K2 dalla parteSud. L’intera squadra, meno gli uominiimpegnati sul versante cinese, dovreb-be riunirsi entro il 28-29 giugno. Versola metà di luglio è previsto l’arrivo delministro Gianni Alemanno, abile alpini-sta e capo-spedizione onorario. A coor-dinare tutte le operazioni, Agostino DaPolenza, con i walkie-talkie, le radio e itelefoni satellitari.

Un’avventura in più capitoli, si diceva.Tra mille ostacoli, anche di natura poli-tica. Il gruppo partito il 2 giugno, peresempio, è rimasto bloccato alcuni gior-ni a Islamabad con 120 carichi, pari aquasi 3 tonnellate di materiale destina-to alla spedizione. Dovevano raggiunge-re Kashgar, nel Sinkiang cinese, attra-verso la Karakorum highway, e da quitornare indietro per cominciare la scala-ta al K2 dallo spigolo Nord. Ma sonostati costretti a fermarsi dopo aver sapu-to dalla Farnesina che a Gilgit, nellaNorthern area, da dove sarebbero dovu-ti passare, c’era il coprifuoco a causadegli scontri tra sunniti e sciiti. Il pro-blema si è risolto quando i membridella spedizione hanno potuto prendereil volo Islamabad-Kashgar, appena inau-gurato dalle linee aeree cinesi. Arrivatia Kashgar, sono dovuti ricorrere ancheai cammelli per avvicinarsi al campobase a Nord del K2.L’attacco alla cima dai due lati del K2,intorno al 20 luglio: il sogno sarebbe

l’arrivo contemporaneo in vetta delledue squadre proprio il 31, lo stessogiorno dell’impresa di Compagnoni eLacedelli, 50 anni fa. Come capospedi-zione Agostino Da Polenza coordina leoperazioni e risponde dell’incolumitàdei suoi uomini e dei portatori Baltì (sichiama così la popolazione che vivenella valle del Baltoro, ai piedi delversante pakistano della montagna), madurante l’ascesa, chi decide il da farsi èla cordata di punta. E per fare le sceltegiuste, questa ha bisogno di restare incontatto con il caposquadra, di avere dalui il massimo delle informazioni possi-bili. Di vitale importanza, le notiziesulle condizioni del tempo. Esperti del-la società italiana di meteorologia elabo-reranno le ricerche delle stazioni cheseguono le condizioni del tempo inAsia, prepareranno le previsioni con idati sui venti e la pressione atmosfericae le invieranno ogni tre-quattro giorni,

complete di foto dal satellite, diretta-mente alla centralina della spedizione.«Un alpinista di ottimo livello — spie-ga Da Polenza — normalmente impiega3 giorni a salire dal campo base allavetta e scende più o meno in 12 ore. Ilpunto cruciale è beccare una finestra dibel tempo e partire subito». Qual è ladifferenza con l’Everest? «L’Everest èpiù prevedibile — risponde — Quelloche fa paura sul K2 è il cambio diclima repentino e violento. E la tempe-ratura minima può arrivare a meno 50gradi. Altra caratteristica di questa mon-tagna, i forti sbalzi termici: in un ango-lo un po’ riparato dal vento puoi trovartia +15 gradi, poi arriva una nuvola eprecipiti allo 0 termico. Una cosa ècerta: appena cambia il tempo devi su-bito tornare indietro».Brevi e durissime, le giornate della sca-lata: il primo raggio di sole spunta alle4,30, ma ci si sveglia un’ora prima, poi

colazione nella tenda-mensa, 8 ore dimarcia. Si va a dormire verso le 17, dueore dopo in parete è già buio.

L’impresa servirà da propulsore nonsolo per gli obiettivi di carattere scienti-fico. Sono in programma anche duegrossi progetti nel campo umanitario eambientale: il primo prevede l’istituzio-ne di un «Parco della Pace del Sia-chen» per favorire il processo di pacifi-cazione tra India e Pakistan nella regio-ne del Karakorum e del Kashmir. Conil secondo diventa realtà il «Parco na-zionale del Karakorum Centrale»: nel’93 una legge del governo pakistanoaveva proclamato la nascita di questagrande area protetta, ma dopo l’annun-cio non era più successo nulla. Stavoltale premesse per una svolta ci sono e ibaltì esultano: a quel punto potrebberotornare anche i turisti e con loro nuoveoccasioni di lavoro.

CorriereEventiSUPPLEMENTO AL

Corriere della SeraDEL 19 GIUGNO 2004Direttore:Stefano FolliCondirettore:Paolo ErminiVicedirettori:Dario Di VicoLuciano FontanaResponsabile inserti:Alessandro Cannavòcon Francesco FarandaArt director:Gianluigi Colin© 2004 RCS QUOTIDIANI S.p.A.Sede legale:via Rizzoli, 2 - MilanoRegistrazione:Tribunaledi Milano n. 139,del 29 giugno 1948.Redazione e Tipografia:via Solferino, 28Milano. Telefono 02-6339.Pubblicità:RCS PUBBLICITA’ S.p.A.via Mecenate, 91Milano. Telefono 02-50951

AGOSTINO DA POLENZA48 anni, capospedizione

FABIO AGOSTINIS47 anni, versante Nord

CLAUDIO BASTRENTAZ38 anni, versante Nord

ROMANO BENET42 anni, versante Nord

DANIELE BERNASCONI33 anni, versante Nord

ALESSANDRO MARIO BUSCA35 anni, versante Sud

AGOSTINO CITTADINI47 anni, versante NordGL

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I precedenti

VERSANTE NORD Si raggiunge dalla provincia cinese delSinkiang, attraverso la valle del Sarpo Lago. È caratterizzato daun grandioso spigolo alto 3500 metri, una delle vie di arrampicatapiù lunghe del mondo. È stato percorso per la prima volta nel1982 da una spedizione giapponese e ripetuto l’anno dopo dagliitaliani Agostino Da Polenza, Sergio Martini e Fausto De Stefani.Il Campo 4 è normalmente chiamato il «Nido dell’Aquila»: disponedi spazio sufficiente per due sole tende. I 9 alpinisti impegnati araggiungere lo spigolo nord nel luglio di quest’anno percorrerannouna via in parte nuova, quasi diretta, dal ghiacciaio alla cima.

VERSANTE SUD La via dello Sperone Abruzzi, sul lato pakistano, è iltracciato seguito dalla spedizione italiana del 1954. La via attacca iprimi tratti di neve e rocce dello spigolo sud-est della montagna finoal Campo 1 (6100 metri). Da qui una serie di ripidi pendii porta finoalla base del difficile tratto di roccia verticale conosciuto come«Camino Bill», dal quale si ha accesso al Campo 2 a quota 6750. Aldi sopra del campo, superata la Piramide Nera, si arriva alla«Spalla», dove viene installato il Campo 3 a 7500 metri. Ancora piùsu, a 8300 metri, inizia il famigerato «Collo di Bottiglia», stretto eripido corridoio ghiacciato che parte alla calotta della cima

Una montagna che èmolto più insidiosae imprevedibiledell’Everest, conviolenti cambi di clima.Grazie alla spedizioneitaliana, più vicinoil decollo del parcodel Karakorum centrale

In redazione:Benedetta de MicheliMaurizio Di GregorioAnna Masucci (inviato)Manuela PelatiMarco VinelliHa collaborato:Fabio Cutri

2 CORRIERE EVENTI Sabato 19 giugno 2004