L esortazione sull Amazzonia - lapartebuona.it

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Avvenire - 08/02/2020 Pagina : A03 Copyright � Avvenire Febbraio 8, 2020 9:21 am (GMT -1:00) Powered by TECNAVIA ROSANNA VIRGILI he gioia il Cantico dei Cantici a Sanremo! Grazie a Roberto Benigni che ha sorpreso e stupito il Festival con quel libretto della Bibbia che la tradizione ebraica e cristiana ha con- servato come la canzone più bella, la "canzonissima" - secondo una suggestione di Gianluigi Prato. Tre sono i tra- scendentali: verum, bonum e pulchrum. Importante è il bello. L’arte, nelle sue forme più nobili – quali la musica, la pittura, la poesia – è capace di far emergere il divino che si annida nella Parola, più di ogni altro linguaggio. E allo- ra l’idea di far conoscere e gustare il Cantico è stata dav- vero stupenda, appropriata, preziosa per un pubblico tan- to vasto e popolare come quello del Sanremo in mondo- visione (e non può inficiarla neppure la forzata "licenza interpretativa" che ha tradotto, tradendolo, l’amore tra a- mato e amata in altri amori che sono lontani e fuori dal limpido orizzonte biblico). Del resto i duetti del Cantico, intervallati dalle voci del coro, assomigliano ai testi delle canzoni in gara e anch’essi nascono in un ambiente po- polare; quadretti di vita rurale che hanno il sapore delle sere d’estate o del primo autunno quando, dopo la mie- titura o la vendemmia, a notte, si faceva festa e gli occhi e le braccia dei ragazzi e delle ragazze si incrociavano, si in- trecciavano, si inebriavano al sogno dei baci. Nel Cantico – scrive Guido Ceronetti – non c’è il nome di Dio, perché tutto è puro, quindi tutto è sacro! La forza del- l’amore sveglia la primavera sui passi dell’amante che – inverosimilmente – è una donna. È lei a uscire per prima verso chi ancora non ha mai visto, ma è solcato nel suo desiderio profondo, nelle sue cavità vitali. Trasgressiva, testarda è la "sorella" del Cantico, si sottrae all’autorità dei fratelli, non cura la sua vigna ma corre verso le "ten- de dei pastori", esce nei deserti, batte la campagna, sfida le guardie alle mura della città, "malata d’amore"! Una ve- ra anomalia per un mondo in cui le donne non potevano scegliere i loro uomini ma veniva- no date in spose a scopo di procu- rare ai mariti una discendenza. Non avevano diritto sul proprio corpo, ma la donna del Cantico lo rapisce e ne fa guida e grammati- ca del viaggio dell’Amore. C’è un e- sodo dal sé, un’effrazione del self, per osare gli ignoti sentieri, le rischiose curve, gli anfratti del volto dell’Altro. L’Amore è un’avventura senza garanzie, una strada senza ritorno, "forte più della morte". Irreversibile, fonte di crea- ture nuove, diverse, bagnate di futuro. Amore che azzera i possessivi: "io sono sua, mentre lui è mio": l’estasi di un’unione che non risponde alla tentazione di divorare l’al- tro, rendendolo un cadavere. Ma è pienezza di "te": del consegnarmi a te. Bocca d’infinito, sorso d’eternità, graf- fio di Vita! Nel testo originario le sue consonanti asciutte, nette, impossibili a essere fraintese. I sensi sono sentinel- le e finestre del corpo, teso fuori di sé. "Una voce, il mio amato": il primo senso è casto come l’udito. "Come sei bel- la, amica mia, come sei bella, le tue labbra una striscia di porpora". Gli occhi di lui scoprono l’incanto della pelle di lei "color del miele", traduce magnificamente Luca Maz- zinghi. Il tuo profumo è la quintessenza di ogni aroma del- le piante più squisite d’Oriente; "c’è latte e miele sotto la tua lingua"; l’olfatto e il gusto si alleano nell’estasi d’A- more dove il tuo nardo è ben più forte di ogni vino dro- gato. Restituiscono al corpo la sua anima. Un minuto so- lo dura il tatto ma procura un vero svenimento; com’era per i Greci così nel Cantico, l’Amore è lelymmenos "scio- glitore di membra". Per fare "dei due un corpo solo" di- rebbe l’Apostolo Paolo. L’Amore è attesa, fatica, sudore di brama e di timore; es- so regala attimi di estasi e anni di deserto, però quegli at- timi valgono bene gli anni! L’Amore è corpo nudo, vuoto, puro, come il Santo dei Santi. Per questo il Cantico è il li- bro dei mistici, Paese sospeso. Dio come in un passaggio, la meghillà di Pasqua. Nel corpo che si perde è il profumo di Dio. Per questo è un gran peccato che la Chiesa abbia impedito per secoli l’accesso a questo piccolo libro, gran- dissimo tesoro, fonte di salute e salvezza per il corpo e per l’anima. Teniamo sveglio il cuore ora che "il tempo del canto è tornato". © RIPRODUZIONE RISERVATA C Il sorprendente dono del Cantico dei Cantici a Sanremo «CANZONISSIMA DELLA BIBBIA»: CORPI UMANI E PROFUMO DI DIO

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Avvenire - 08/02/2020 Pagina : A03

Copyright � AvvenireFebbraio 8, 2020 9:21 am (GMT -1:00) Powered by TECNAVIA

MARIANNA SALA

aro direttore,si avvicina in tutte leRegioni la scadenza

– fissata al 2 marzo – per lapresentazione delle domande, pressole sedi regionali dei Corecom (Comita-ti regionali per le comunicazioni) perpoter usufruire, nel corso del trimestreaprile-giugno 2020, dei programmi del-l’accesso sulle reti regionali di Rai 3 e diRai Radio 1. La possibilità di beneficia-re, a costo zero, di spazi informativi ra-diotv presenta un grande interesse, so-prattutto per le realtà più significativedel volontariato, che hanno così l’oc-casione di comunicare la propria atti-vità a una platea consistente e in mo-do professionale, avvalendosi dei tec-nici Rai. Nonostante si tratti di una op-portunità straordinaria per il mondoassociativo, in pochi conoscono – e,quindi, si avvalgono – dei programmidell’accesso. Può essere perciò utilemettere a fuoco, almeno in breve, alcu-ni aspetti.Che cos’è l’accesso. Un chiarimento pre-liminare. Quando si parla di trasmis-sioni dell’accesso ci si riferisce al dirit-to riconosciuto ad associazioni, enti eistituzioni di "accedere" a spazi ra-diofonici e televisivi messi a loro di-sposizione da una legge risalente aglianni 70 (la Legge 103/1975). Due sonoi tipi di accesso previsti, l’uno sulle retinazionali, l’altro a diffusione regionale.

Il primo, denominato Spazio libero, in-teressa i livelli nazionali dei soggetti as-sociativi legittimati, ha diffusione na-zionale, ed è trasmesso dal lunedì al ve-nerdì dalle ore 11.20 sulla rete nazio-nale di Rai 3, mentre su Rai Radio 1 con-tinua a essere trasmesso negli stessigiorni alle ore 23.45 circa. Il secondo,invece, è a diffusione regionale, può es-sere utilizzato dalle articolazioni regio-nali delle organizzazioni aventi titolo, eva in onda su Rai 3 Regione il sabatodalle ore 07:30 alle ore 08:00 e su Rai Ra-dio 1, in modulazione di frequenza,sempre il sabato, dalle ore 23:35 alle o-re 23:55. Il primo è più conosciuto e u-tilizzato, perciò è utile spender una pa-rola sugli accessi regionali, di cui si pos-sono avvalere gli organismi associativolocali, per lo più strutturati in via pocopiù che informale, contando sulla buo-na volontà di chi vi dedica meritoria-mente il tempo libero.Regolamentazione regionale. Qui l’ac-cesso è regolamentato da Protocollid’Intesa stipulati tra i Corecom e le se-di regionali dei Centri di ProduzioneRai, con una attività scandita a trime-stri: all’inizio di ogni trimestre. I Core-com promuovono, gestiscono e sele-zionano le richieste degli aventi diritto.Una volta redatta la graduatoria, spet-ta al Centro di Produzione Rai regiona-le eseguire l’attività tecnica connessaalla realizzazione del programma ra-diotelevisivo (produzione, registrazio-ne, montaggio), fornendo, a titolo gra-

tuito, tutto il supportotecnico necessario e,infine, trasmettendo ilprogramma nel trime-stre successivo a quel-lo di presentazione del-la domanda (i siti isti-tuzionali dei vari Core-

com regionali e forniscono puntuali i-struzioni).Chi ha diritto. In genere, usufruisconodelle trasmissioni dell’accesso le asso-ciazioni operanti nella sfera sociale, as-sistenziale e sanitaria, nel settore cul-tural- artistico, nel comparto educati-vo-formativo e nell’ambito sportivo, tu-ristico, ricreativo. Ma dell’accesso po-trebbero beneficiare anche enti loca-li, articolazioni regionali di sindacati,associazioni professionali, cooperati-ve, confessioni religiose, associazionid’arma, partiti e gruppi consiliari del-la Regione e degli Enti locali (che fi-nora hanno rinunciato a utilizzarequesti programmi per lasciar posto al-la società civile).Spazi preziosi. Concludendo, le tra-smissioni dell’accesso sono spazi pre-ziosi messi a disposizione della societàcivile per promuovere "il bello della vi-ta". Senza adeguarsi al mondo urlatodei social, le associazioni hanno il tem-po di approfondire i temi che le carat-terizzano e di spiegare le loro attività. Sitratta di una bella parentesi al classicopalinsesto televisivo e, senza dubbio, u-na delle migliori espressioni del servi-zio pubblico che la Rai è chiamata asvolgere. Mi auguro, direttore, che ilLombardia e altrove i soggetti legitti-mati si attivino per utilizzare questoprezioso strumento in misura maggio-re che in passato.

Presidente del Corecom Lombardia© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Attesa per "Querida Amazonia", che sarà diffusa mercoledì 12 febbraio

L’esortazione sull’Amazzoniae l’invito alla vera conversione

L’ANALISI

re mesi si fa, in linea con la Laudatosi’, si è affrontata una questione glo-bale di vitale importanza: la difesa e

la protezione della terra, la lotta contro ladistruzione e l’inquinamento della natura,il cambiamento climatico, la sopravviven-za dell’umanità. E questo a partire da unaregione concreta, l’Amazzonia, area deter-minante per il futuro della nostro pianeta,"cuore biologico" del mondo, pars pro totodi tutta l’umanità. Si è trattato dunque di untempo propizio, non solo per l’Amazzonia,che vive un’emergenza ecologica, umana,sociale e culturale, ma, dati i suoi risvoltiplanetari senza precedenti nella storia, si ètrattato di un kairós anche per la Chiesa u-niversale, non solo per quella locale.

erché ascoltare il grido di schiavitù del-la natura e al tempo stesso quello dei

suoi popoli minacciati che sale da questaimmensa regione brutalmente violentata esfruttata non può che riguardare anche lamissione della Chiesa universale, chiamatacon urgenza a interrogarsi e a intraprende-re nuovi cammini di evangelizzazione e nel-la prospettiva di un’ecologia integrale. Temiurgenti. Perché la distruzione della forestae la vita dei popoli che vi abitano contrad-dice la fede cristiana, e chiede a tutti la re-sponsabilità di un nuovo concetto di svi-luppo e di progresso. Perché l’interesse perla creazione, e dunque il rapporto dell’u-manità con essa, è un’istanza di fede bibli-ca. Perché nella Laudato si’, l’emergenza e-cologica è parte della missione di liberazio-ne integrale a cui è chiamata la Chiesa chevuole essere fedele al Vangelo. L’Amazzoniaè così entrata nella basilica di San Pietro enell’aula sinodale le popolazioni in-digene hanno espresso con grandeforza e realismo le loro sofferenze e leloro speranze che sono di tutti.

hiederei un favore – aveva det-to papa Francesco a conclu-

sione di quell’assemblea sinodale –«vorrei che ci si soffermasse soprat-tutto sulle diagnosi, che è la parte piùconsistente, che è la parte dove dav-vero il Sinodo si è espresso meglio: ladiagnosi culturale, la diagnosi socia-le, la diagnosi pastorale e la diagnosiecologica». E rivolgendosi in partico-lare ai media chiedeva di fare questoaffinché «la società si faccia carico del-la diagnosi che noi abbiamo fatto nel-le quattro dimensioni». Nel docu-mento finale i padri sinodali, ricor-diamo, hanno in primismesso a fuoco le ra-dici e le conseguenze della grave crisi socio-ambientale che investe l’Amazzonia e han-no affrontato il tema della salute integrale,facendo memoria delle idolatrie coloniali-ste passate e presenti e la possibilità di uncambio di paradigma per uno sviluppo e-cosostenibile «per superare una cultura del-la irresponsabilità e non vivere da padronima da ospiti nel rispetto della nostra Casacomune». Hanno fatto vedere come la gra-

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ve crisi sociale e ambientale oggi dell’A-mazzonia insegni a cambiare rotta. E cheguardare questa realtà ci offre la possibilitàdi riscoprire la difesa del dono della vita. Lavita umana, la vita che è lì come quella inqualsiasi altra parte del pianeta, perché nonsia soggiogata al lucro e al guadagno e chedunque la sollecitudine della Chiesa nonpuò ignorare i problemi e le sofferenze pre-senti e futuri provocati da quelli che usur-pano, invadono, avvelenano i fiumi, di-struggendo persone, culture e ambiente.

ertamente, questo sinodo ecclesialeplanetario è stato un appello a tutta l’u-

manità a cambiare i propri comportamen-ti, a smettere di considerare la Terra come

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puro oggetto di consumo e di profitto, a nonlasciarsi trascinare dall’egoismo del para-digma tecnocratico, ma a vivere una vita piùsobria, solidale nel rispetto della terra, deipopoli e delle generazioni future. Il Sinodoha chiesto alle autorità mondiali di intra-prendere azioni concrete contro il cambia-mento climatico e il deterioramento dellacasa comune. E rivolgendosi ai credenti, haparlato del "peccato ecologico", quello checon l’azione o l’omissione deturpa la crea-zione, l’opera di Dio, e danneggia non soloi più poveri. È risultato chiaro, quindi, chenel Sinodo sono stati toccati punti nevral-gici e messi in discussione gli affari miliar-dari di un’economia predatoria, facendocirendere conto di quanto sia larga e profon-

da la voragine dei sacrifici umani e am-bientali scavata dai diktat del business glo-bale, dei potentati che sottomettono tuttoal dio denaro, di una certa economia os-sessionata dalla speculazione che coman-da sull’umanità, incamminando tutti al-l’autodistruzione, a quelle latitudini comealle nostre, perché sempre più alienati dal-la schiavitù dell’accumulo e del consumo.Il Sinodo ha fatto aprire gli occhi su questarealtà, quella della quale questi potentatinon vogliono si prenda coscienza. E hachiesto più coscienza, perché realtà ogget-tiva e vincolante.

er questo, già nei suoi documenti pre-paratori, l’assemblea dei vescovi era sta-

ta messa nel mirino – anche da alcuni me-dia che pretendono di definirsi cattolici –come eretica, panteista, sincretista. I tenta-tivi di sviare di offuscare, di distogliere l’at-tenzione dalle questioni cruciali globali èstato, ed è tuttora, forte. E in questo puòspiegarsi anche il motivo dell’eccessiva at-tenzione data dai media su punti intra-ec-clesiali in funzione polemica e strumenta-le. A conclusione delle assise sull’Amazzo-nia, rivolgendosi ai media, il Papa aveva in-vitato a non rimanere prigionieri di schemisettari, «ha vinto questa o quell’altra sezio-ne», e a non chiudersi su aspetti secondari

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intra-ecclesiali che invece sono stati pun-tualmente enfatizzati. Come il punto del do-cumento finale nel quale è stata affidata alPapa la proposta di alcuni vescovi dell’A-mazzonia di valutare anche la possibilità diordinare sacerdoti diaconi permanenti spo-sati. Seppure, proprio nel suo discorso con-clusivo, papa Francesco non aveva men-zionato in alcun modo la questione dei "vi-ri probati", il tema dell’ordinazione di uo-mini sposati, e aveva ricordato invece lequattro grandi dimensioni del Sinodo.

anche sulla recente polemica scatena-tasi sul presunto cambiamento delle

norme sul celibato sacerdotale basta a ri-guardo rileggere quanto aveva detto il Papastesso nel dialogo avuto con i giornalisti nelgennaio dello scorso anno sul volo di ritor-no da Panama. Ricordando chenella Chiesa cattolica orientale erapossibile l’opzione celibataria omatrimoniale prima del diacona-to, a proposito della Chiesa latinapapa Francesco aveva affermato:«Mi viene in mente quella frase diSan Paolo VI: "Preferisco dare la vi-ta prima di cambiare la legge delcelibato". Mi è venuta in mente evoglio dirla, perché è una frase co-raggiosa, in un momento più diffi-cile di questo, 1968/1970... Perso-nalmente, penso che il celibato sia un donoper la Chiesa... Io non sono d’accordo dipermettere il celibato opzionale, no». Nel-la sua risposta aveva anche parlato della di-scussione tra i teologi circa la possibilità diconcedere deroghe per alcune regionisperdute, come le isole del Pacifico, preci-sando però che «non c’è decisione mia».Quindi aveva concluso: «La mia decisioneè: celibato opzionale no. È una cosa mia,personale, io non lo farò, questo rimanechiaro. Sono uno "chiuso"? Forse. Ma nonmi sento di mettermi davanti a Dio conquesta decisione».

n attesa della pubblicazione dell’esorta-zione papale "Querida Amazonia", mer-

coledì prossimo 12 febbraio alle 13, restadunque sempre valida la saggezza di nonlasciarsi offuscare da chi usa la Chiesa in A-mazzonia per altri interessi e sviare da quel-le che sono le questioni cruciali e reali chetoccano tutti noi per la nostra salvezza. Apartire dall’invito alla conversione che si de-clina in quattro ambiti: ecologica, sociale,culturale e pastorale. A fondamento dei qua-li, come è stato sottolineato nel documen-to finale, c’è «l’unica conversione al Vange-lo vivo, che è Gesù Cristo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’insistenza sul"peccato

ecologico",quello che con

l’azione ol’omissionedeturpa lacreazione,

l’opera di Dio, e danneggia non

soltanto i piùpoveri. E mette

a rischio il donodella vita umana

Sul celibatosacerdotale

chiare le paroledel Papa, che siè richiamato aPaolo VI, e ha

sottolineatocome sia dono

per la Chiesa

Regole e opportunità di uno strumento prezioso, anche per le realtà del territorio

«TRASMISSIONI DELL'ACCESSO» RAI:CHANCE PER ASSOCIAZIONI E VOLONTARI

ROSANNA VIRGILI

he gioia il Cantico dei Cantici a Sanremo!Grazie a Roberto Benigni che ha sorpresoe stupito il Festival con quel libretto della

Bibbia che la tradizione ebraica e cristiana ha con-servato come la canzone più bella, la "canzonissima" -secondo una suggestione di Gianluigi Prato. Tre sono i tra-scendentali: verum, bonum e pulchrum. Importante è ilbello. L’arte, nelle sue forme più nobili – quali la musica,la pittura, la poesia – è capace di far emergere il divino chesi annida nella Parola, più di ogni altro linguaggio. E allo-ra l’idea di far conoscere e gustare il Cantico è stata dav-vero stupenda, appropriata, preziosa per un pubblico tan-to vasto e popolare come quello del Sanremo in mondo-visione (e non può inficiarla neppure la forzata "licenzainterpretativa" che ha tradotto, tradendolo, l’amore tra a-mato e amata in altri amori che sono lontani e fuori dallimpido orizzonte biblico). Del resto i duetti del Cantico,intervallati dalle voci del coro, assomigliano ai testi dellecanzoni in gara e anch’essi nascono in un ambiente po-polare; quadretti di vita rurale che hanno il sapore dellesere d’estate o del primo autunno quando, dopo la mie-titura o la vendemmia, a notte, si faceva festa e gli occhi ele braccia dei ragazzi e delle ragazze si incrociavano, si in-trecciavano, si inebriavano al sogno dei baci.Nel Cantico – scrive Guido Ceronetti – non c’è il nome diDio, perché tutto è puro, quindi tutto è sacro! La forza del-l’amore sveglia la primavera sui passi dell’amante che –inverosimilmente – è una donna. È lei a uscire per primaverso chi ancora non ha mai visto, ma è solcato nel suodesiderio profondo, nelle sue cavità vitali. Trasgressiva,testarda è la "sorella" del Cantico, si sottrae all’autoritàdei fratelli, non cura la sua vigna ma corre verso le "ten-de dei pastori", esce nei deserti, batte la campagna, sfidale guardie alle mura della città, "malata d’amore"! Una ve-ra anomalia per un mondo in cui le donne non potevano

scegliere i loro uomini ma veniva-no date in spose a scopo di procu-rare ai mariti una discendenza.Non avevano diritto sul propriocorpo, ma la donna del Cantico lorapisce e ne fa guida e grammati-ca del viaggio dell’Amore. C’è un e-sodo dal sé, un’effrazione del self,

per osare gli ignoti sentieri, le rischiose curve, gli anfrattidel volto dell’Altro.L’Amore è un’avventura senza garanzie, una strada senzaritorno, "forte più della morte". Irreversibile, fonte di crea-ture nuove, diverse, bagnate di futuro. Amore che azzerai possessivi: "io sono sua, mentre lui è mio": l’estasi diun’unione che non risponde alla tentazione di divorare l’al-tro, rendendolo un cadavere. Ma è pienezza di "te": delconsegnarmi a te. Bocca d’infinito, sorso d’eternità, graf-fio di Vita! Nel testo originario le sue consonanti asciutte,nette, impossibili a essere fraintese. I sensi sono sentinel-le e finestre del corpo, teso fuori di sé. "Una voce, il mioamato": il primo senso è casto come l’udito. "Come sei bel-la, amica mia, come sei bella, le tue labbra una striscia diporpora". Gli occhi di lui scoprono l’incanto della pelle dilei "color del miele", traduce magnificamente Luca Maz-zinghi. Il tuo profumo è la quintessenza di ogni aroma del-le piante più squisite d’Oriente; "c’è latte e miele sotto latua lingua"; l’olfatto e il gusto si alleano nell’estasi d’A-more dove il tuo nardo è ben più forte di ogni vino dro-gato. Restituiscono al corpo la sua anima. Un minuto so-lo dura il tatto ma procura un vero svenimento; com’eraper i Greci così nel Cantico, l’Amore è lelymmenos "scio-glitore di membra". Per fare "dei due un corpo solo" di-rebbe l’Apostolo Paolo.L’Amore è attesa, fatica, sudore di brama e di timore; es-so regala attimi di estasi e anni di deserto, però quegli at-timi valgono bene gli anni! L’Amore è corpo nudo, vuoto,puro, come il Santo dei Santi. Per questo il Cantico è il li-bro dei mistici, Paese sospeso. Dio come in un passaggio,la meghillà di Pasqua. Nel corpo che si perde è il profumodi Dio. Per questo è un gran peccato che la Chiesa abbiaimpedito per secoli l’accesso a questo piccolo libro, gran-dissimo tesoro, fonte di salute e salvezza per il corpo e perl’anima. Teniamo sveglio il cuore ora che "il tempo delcanto è tornato".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il sorprendente dono del Cantico dei Cantici a Sanremo

«CANZONISSIMA DELLA BIBBIA»:CORPI UMANI E PROFUMO DI DIO

Francesco ha sollecitato a soffermarsi sullediagnosi culturale, sociale, pastorale ed ecologica. E a non considerare la Terra un oggetto di puro consumo e profitto

3IDEE E COMMENTISabato 8 febbraio 2020

Una celebrazione nella foresta amazzonica

@ www.avvenire.itLa storia di Patrick, alias Fresh Kid, che spopola su YouTubecon il rap "Bambi" ovvero "Per favore" / Canale Multimedia

STEFANIA FALASCA