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Poste Italiane S.p.A.- Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 2 - DR Venezia - 3/2017 Con gioia incontro a Gesù che viene Padre Emilio Venturini Fondatore delle Serve di Maria Addolorata

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Con gioia incontroa Gesù che viene

Padre Emilio VenturiniFondatore delle Serve di Maria Addolorata

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Signore,che hai concessoal Servo di Dio,

padre Emilio Venturini,di amarti e servirti

con umile dedizionenei poveri e nei deboli

ti prego di concedermi la graziache per sua intercessione ti chiedo...

Fa’ che siano riconosciute nella Chiesale virtù di questo tuo servo fedele,

a tuo onore e gloria.Per Cristo nostro Signore.

AmenPadre, Ave e Gloria

Direttore responsabile:Lorenzina Pierobon

Redazione:Guadalupe González, Gina Duse

Grafica:Mariangela Rossi

Impaginazione e stampa:Grafiche Tiozzo - Piove di Sacco

Autorizzazione:Tribunale di Venezia n. 1253 del 1.4.1997

Quadrimestrale di informazione religiosaCongregazione Serve di Maria Addolorata diChioggia - Anno XXI n. 3 - [email protected]

SOMMARIO

3 Ricorrenza centenaria

5 Fiesta centenaria

6 Passione apostolica

9 Festa in Fasana

12 Cronaca diocesana

13 La chiesa di Fasana

16 Ester: regina solidale

19 Fermento di vita

23 Maria madre ispiratrice

25 L’amore di Dio mi ha avvolta

26 Experiencia vocacional

29 El rosario misionero

32 Pagina vocazionale

34 Miedo, angustia, tristeza...

37 Padre Emilio promuove la vaccinazione

39 Triduo pasquale

42 Risposta gioiosa e consapevole

45 Gioia, festa, ringraziamento

47 La messe è molta

Legge sulla tutela dei dati personali. I dati personali dei lettori in possesso della rivistaverranno trattati con la massima riservatezza e non potranno essere ceduti a terzi o uti-lizzati per finalità diverse senza il preventivo consenso degli interessati.

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Con gioia incontro

a Gesù che viene

Padre Emilio Venturini

Fondatore delle Serve di Maria Addolorata

MissioneBurundi-Africa

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ANNIVERSARI

La felice ricorrenza del primocentenario dell’aggregazione dellanostra congregazione all’ordine deiServi di Maria la celebreremo, congioia, il 17 febbraio del 2018, solen-nità dei Sette Santi Fondatori delmedesimo Ordine. L’opportunità di essere affian-cate a un Ordine consolidato nellaChiesa ci fu data mentre infieriva ilprimo evento bellico mondiale(1915-18). Nell’autunno del 1917,l’Austria aveva già invaso il Friulie si prevedeva una rapida conqui-sta anche del Veneto. Il sindaco diChioggia, l’avvocato Pietro Bel-lemo, si premurò di esortare i treistituti di orfanelle presenti in cittàa trasferirsi in regioni non bellige-ranti per sfuggire a tragedie dimassa. Fu questa occasione cheoffrì la possibilità a madre Ange-lina Salvagno di incontrare padreGiovannangelo Bono dei Servi aMassa Carrara, dove l’istituto SanGiuseppe si era rifugiato. Nell’ordine dei Servi di Mariaera priore generale padre AlessioLepicier, che al termine del suomandato diventò cardinale di Santaromana Chiesa. Il Bono farà da tra-mite tra il provinciale veneto padrePier Franco Testa e il priore gene-rale per trattare dell’aggregazione. La nostra congregazione avevaallora solo l’approvazione dioce-sana, per cui il superiore era il ve-scovo e i rapporti con l’autoritàecclesiastica non erano dei migliori.

Ricorrenza centenariaAggregazione all’Ordine dei Servi di Maria

Era desiderio del Fondatore che lacongregazione si aggregasse aiServi di Maria e aveva lasciato que-sto compito a Madre Angelina, maprobabilmente l’unione sarebbe av-venuta più avanti nel tempo se nonfossero occorse alcune circostanze.Una è la guerra, ma non è l’unica. Il vescovo di Chioggia, AntonioBassani, era preoccupato di dovermantenere le suore e le orfanelle sequeste non fossero state in grado disostentarsi da sole. Benché, di fatto,la congregazione si mantenesse conla rendita del laboratorio di maglie-

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Madre Angelina Salvagno

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ANNIVERSARI

ria, con la pratica della questua econ l’aiuto dei benefattori, monsi-gnor Bassani si sarebbe sentito piùtranquillo se l’istituto San Giu-seppe si fosse unito a una congre-gazione di suore già esistente aChioggia. In città c’erano le Canos-siane e le Ancelle della Carità e ilpresule premeva perché l’affilia-zione avvenisse al più presto. Angelina Salvagno, per mante-nere l’identità della nostra Congre-gazione ed evitare la fusione conaltre, fu costretta a trovare unastrada nel più breve tempo possi-bile. L’aggregazione con l’ordinedei Servi di Maria (12 febbraio1918) salvaguardò la nostra auto-nomia. È giusto quindi festeggiare.

Abbiamo avuto anche altri benefici.La spiritualità mariana, che padreEmilio aveva posta come priorita-ria, “la prima devozione sarà versol’Addolorata”, ha trovato conti-nuità e arricchimento nella spiri-tualità servitana. Nel post-concilio i padri sonostati i nostri maestri nel rinnovodelle nostre Costituzioni e comun-que sempre sono al nostro fiancoquando chiediamo il loro aiuto o laloro competenza. suor Chiara Lazzarin

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ANNIVERSARI

Fiesta centenariaAgregación a La Orden de los Siervos de María

El aniversario del primer cente-nario de la agregación de la congre-gación de las Siervas de MaríaDolorosa a la Orden de los Siervos deMaría la celebraremos, con alegría, el17 de febrero de 2018, solemnidad delos Siete Santos Fundadores de estaOrden.

La oportunidad de estar agrega-das a una Orden consolidada en laIglesia nos fue dada acontecía el pri-mer evento bélico mundial (1915-18). En el otoño del 1917 cuandoAustria ya había invadido Friuli y sepreveía una conquista rápida tam-bién del Véneto. El alcalde de Chiog-gia, abogado Pietro Bellemorápidamente exhortó a los institutosde huérfanas que se encontraban enChioggia para que se fueran a otrasregiones que no estaban en guerrapara evitar las tragedias masivas.

Esta fue la ocasión que le dio a lamadre Angelina Salvagno la oportu-nidad de conocer al Padre Giovan-nangelo Bono de los Siervos enMassa Carrara, donde el InstitutoSan José había huido.

En la Orden de los Siervos deMaría era prior general el padreAlessio Lepicier, quien al final de sumandato se convirtió en cardenal dela Santa Iglesia Romana. Bono esta-blecerá una conexión entre el her-mano provincial de Véneto, el padrePier Franco Testa y el priorato gene-ral para tratar la agregación.

Nuestra congregación tenía sólola aprobación diocesana para la cual

el superior era el obispo y las rela-ciones con la autoridad eclesiásticano eran tan buenas.

Fue el deseo del Fundador que laCongregación se fusionara con losSiervos de María y dejó esta tarea ala Madre Angelina, probablementede todas maneras se hubiera reali-zado más adelante si ciertas circuns-tancias no hubieran sucedido. Unaes la guerra, pero no es la única. Elobispo de Chioggia estaba preocu-pado por el mantenimiento de lacongregación y las huérfanas, que sino hubieran podido mantenerse a símismas, pensó que le tocaba a ladiócesis proporcionarles lo necesa-rio para sobrevivir. De hecho, la

congregación se mantenía con loque salía del taller de tejido, con larecaudacón de donativos y con laayuda de los benefactores. Monse-ñor Antonio Bassani hubiera sentidomás seguro si el Instituto San José sehubiera unido a una CongregaciónPontificia que ya existía en Chiog-

Madre Angelina Salvagno con due suore e le orfane profughe a Massa Carrara, 1918

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IL NOSTRO FONDATORE

parroco don Vincenzo Tosello e don Mas-simo Ballarin, gli amici e molti fedeli. Diseguito riportiamo l’omelia di don SimoneDoria.

Carissimi fratelli e sorelle, carissimesuore di padre Emilio Venturini, hoaccolto con piacere l’invito rivoltomidalla madre generale suor Umbertadi presiedere a questa liturgia di com-memorazione del transito del vostroFondatore.

Con questa domenica inizia iltempo dell’Avvento e, con esso, unnuovo anno liturgico. L’Avvento èquel periodo di quattro settimane cheprecede il Natale, durante il qualedobbiamo preparare i nostri cuori al-l’incontro con Dio. In noi si deve ri-destare quel desiderio di fervida at-tesa e di speranza che caratterizzò illungo tempo di preparazione del po-polo ebraico alla venuta del Messia.

Il profeta Isaia, nella prima lettura,esprime il desiderio che tutti abbiamo

Sabato 3 dicembre ci siamo ritrovatenella basilica di San Giacomo Apostolo,in Chioggia, per ricordare la nascita alcielo del nostro fondatore, padre EmilioVenturini. A ringraziare il Signore per ildono alla Chiesa e alla nostra Congrega-zione di questo servo fedele, si sono raccoltiinsieme a noi i concelebranti don SimoneDoria, che ha presieduto l’Eucaristia, il

Passione apostolica

gia. En la ciudad estaban las Canos-sianas y las Siervas de la caridad yel presbítero instó a que esta unióntuviera lugar lo antes posible.

La Madre Salvagno se vio obli-gada a encontrar la manera de man-tener la identidad de nuestraCongregación lo más pronto posi-ble. La agregación con la Orden (12de febrero de 1918) nos salvó de lafusión con otras congregaciones.Por lo tanto, es justo celebrar. Tam-bién tuvimos otros beneficios. La es-piritualidad mariana, que nuestro

fundador, el Padre Emilio había es-tablecido como una prioridad “laprimera devoción será hacia la Vir-gen Dolorosa”, encontró continui-dad y enriquecimiento en laespiritualidad servita.

En el periodo post-conciliar, lospadres fueron nuestros maestros enla renovación de las Constituciones,y siempre están a nuestro ladocuando les pedimos su ayuda o suexperiencia.

suor Chiara Lazzarin

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IL NOSTRO FONDATORE

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d’amore che Dio ha su di noi, se nonporteremo a termine questo compitoa noi affidato. Ci addormenteremo an-che noi se allenteremo la nostra pre-ghiera e ci lasceremo dominare dagliaffanni, dalle preoccupazioni e dallelusinghe di questo mondo, e non pre-steremo attenzione alla cosa più im-portante: la salvezza dell’anima.

Consapevole di tutto questo, ilservo di Dio Emilio Venturini cercò ilVolto di Cristo e trovò la sua gioianell’annuncio del vangelo e nel servi-zio della carità, in contatto con le zonepiù povere di Chioggia. Fu “un uomo

tra le calli”, e, coadiuvato dalla mae-stra Elisa Sambo, con la quale iniziòl’opera di assistenza alle orfane chedarà origine alla vostra Congrega-zione, si dedicò con tutto se stesso aglialtri, portando «ogni fratello in cuore»,consegna in cui si può leggere la sin-tesi della passione apostolica di padreEmilio. Ognuno di noi ha un compitoaffidato dalla Provvidenza di Dio.

Ora voi, carissime suore di padreEmilio, siete chiamate a portare avanti

di Dio: «Se Tu squarciassi i cieli e scen-dessi» (Is 63,19). Ogni essere umano,anche se non se ne rende pienamenteconto, avverte questo desiderio, per-ché è stato creato per Dio e non tro-verà pace se non quando riposerà inLui. Questo desiderio sarebbe rimastoper sempre inappagato se Dio stessonon fosse disceso su questa terra. IlSignore è venuto, si è fatto uomo perla nostra salvezza, e tornerà alla finedei tempi per giudicare i vivi e i morti.

Di questa seconda venuta parla ilvangelo di oggi. Gesù, invitandoci allavigilanza, ci rivolge queste parole:

«Vegliate dunque: voi non sapetequando il padrone di casa ritornerà»(Mc 13,35). Egli ci invita a stare attenti,a rimanere desti: «Fate in modo che,giungendo all’improvviso, non vitrovi addormentati» (Mc 13,36). Gesùci ha lasciati nella sua casa, ovvero laChiesa, dando «a ciascuno il suo com-pito» (Mc 13,34), una missione parti-colare da compiere. Anche noi ci la-sceremo sorprendere addormentati senon realizzeremo questo progetto

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IL NOSTRO FONDATORE

ticolare vocazione, come quella delservo di Dio Emilio, e sprecano i loroanni migliori in cose inutili.

Come abbiamo pregato all’iniziodella Messa, dobbiamo andare incon-tro a Gesù che viene, che vuole entrarenel nostro cuore. Andremo incontro alSignore con la preghiera, che deve es-sere sempre assidua e fervente. L’espe-rienza della preghiera, personale e co-munitaria, è la sorgente e il respirodella nostra vita, ed è mezzo per cre-scere nella comunione con Dio, comesi legge nelle vostre costituzioni. Nonci sarà vita cristiana senza la preghiera.Oltre a ciò, l’orazione iniziale dellamessa ci indica le buone opere: permezzo di esse noi ci avvicineremo sem-pre di più a Dio e avvicineremo tuttiquelli che da noi saranno beneficati.

In questo periodo di Avvento pren-diamo anche noi questi due propositi:quello della preghiera e quello delleopere di misericordia. Facendo così ciprepareremo nel modo migliore a ce-lebrare il Natale del Signore. L’inter-cessione del servo di Dio Emilio Ven-turini ci ottenga questa grazia.

don Simone Doria

la sua, la vostra missione nella Chiesa.Una missione, che come leggevo nellavostra Carta dei valori, deve com-piersi attraverso il vivere la carità cheesprime la tenerezza di Dio attraversol’attenzione, l’accoglienza, la miseri-cordia, la compassione. Come non ri-cordare ora, il vostro carisma, testi-moniato in molteplici luoghi, inparticolare, nella missione in Burundi,che ho avuto la gioia di visitare e dovespero presto di poter ritornare.

“Ora si cominci, Iddio provvederà”,cosi padre Emilio. Sempre nella vostraCarta dei valori evangelici si legge:“Nutriamo fiducia in Dio che ci è pa-dre e sempre si prende cura costantedelle sue creature. Per questo ci devecaratterizzare la gioia di chi vive liberoda qualsiasi legame con le cose”. Èquesto un aspetto che desidero farmio e condividere con voi.

Se anche noi, nel nostro piccolo, sa-remo capaci di realizzare il compitoche la Provvidenza ci ha affidato, ar-recheremo un grandissimo bene a noi,alla Chiesa e al mondo intero. Pre-ghiamo per tanti ragazzi e ragazze,generosi quanto distratti, i quali nonsi accorgono di aver ricevuto una par-

concelebrantes P. Simon Doria que pre-sidió la Eucaristía, el párroco Pbro. Vin-cenzo Tosello y Pbro. Massimo Ballarin,amigos y muchos fieles. El celebrante hizo hincapié en lagrande importancia del tiempo de Ad-viento, un tiempo en el que preparamosnuestros corazones para el encuentrocon el Señor que nace entre de nosotros.Por esta razón, debemos despertar ennosotros el deseo profundo de gran ex-

síntesisPasión apostólica

El sábado 3 de diciembre, en la Ba-sílica de Santiago Apóstol en Chioggia,se celebró el nacimiento de nuestro fun-dador, padre Emilio Venturini. Para dargracias al Señor por el don de este fielservidor a la Iglesia y a la congregación,se unieron a nosotras religiosas, los

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manas, se dedicó con todo su corazón alos demás, llevando "todo hermano enel corazón », legado en el que podemosleer el resumen de la pasión apostólicadel padre Emilio Venturini. Ahora estamos llamados a conti-nuar su misión en la Iglesia. Una mi-sión que, como afirmamos en su Cartade valores evangélicos, debe lograrseviviendo la caridad que expresa la ter-nura de Dios a través de la atención, laaceptación, la misericordia y la compa-sión.

pectativa y esperanza que carac-terizaron el largo tiempo de pre-paración del pueblo judío parala venida del Mesías. El Señorvino, se hizo hombre para nues-tra salvación y regresará al finalde los tiempos para juzgar a losvivos y a los muertos. El Evan-gelio habla de esta segunda ve-nida. Jesús, invitándonos a lavigilancia, se dirige con estas palabras:“Velad, pues, no sabéis cuándo volveráel posadero”. Consciente de todo esto, el servidorde Dios, el Padre Emilio Venturinibuscó el rostro de Cristo y su alegría enel anuncio del Evangelio y en el serviciode la caridad, en las zonas más pobresde la ciudad. “Un hombre entre las ca-lles”, donde, ayudado por la maestraElisa Sambo, con la que inició la obra deasistencia a las huérfanas y que despuésdará inicio a la congregación de las her-

Nella Fede padre Emilio riservò lospazio più ampio alle “cose urbane”,ma, per dovere di cronaca, ospitòanche comunicazioni inviategli dallealtre parrocchie della diocesi. Leg-gendo questi articoli abbiamo una vi-sione d’insieme del circondariochioggiotto: oltre agli aspetti liturgicie devozionali veniamo a conoscenzadelle forme di socialità, non ultimodel patrimonio artistico di caratteresacro disseminato in borghi e fra-zioni, forse minore se si bada soloalla fama degli autori, ma di granderilevanza simbolico-identitaria per la

comunità che lo conserva. Controllando la provenienza dellecomunicazioni, si nota che il parrocodi Pellestrina è particolarmente at-tivo. In un prossimo numero propor-remo alcuni testi che gli furonopubblicati, riguardanti soprattutto ilsantuario dell’isola. Qui invecediamo la precedenza alla piccola re-altà di Fasana Polesine, raccontatanel momento di festa popolare cheseguì alla messa celebrata dal ve-scovo Marangoni, venuto per bene-dire la nuova statua di Sant’Antonio.Era il 15 settembre 1878.

Festa in FasanaCronaca diocesana dell’Ottocento

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L’articolo ci dà l’opportunità di ri-cordare il pittore che eseguì la Ma-donna della neve, pala che abbelliscel’interno della chiesa di Santa Mariadelle Grazie. Il suo nome è LuigiNaccari e conoscendone la biografiaapprezziamo ancor di più il dipinto.Luigi nacque a Chioggia nel 1818 dalnaturalista Fortunato Luigi Naccari eda Antonia Bonivento. Aveva quindi18 anni al momento della conclu-sione dell’opera, datata 1836. Comin-ciò adolescente a fare ritratti (unsaggio delle sue capacità è l’effigie diFrancesco Bullo) e il padre, vista l’in-clinazione per l’arte, gli commissionòtavole dal vero di oggetti naturali(pesci, insetti, fiori…), da inviare ascienziati suoi corrispondenti. NataleSchiavoni, amico di famiglia e va-lente pittore, intravide le doti del ra-gazzo e gli consigliò di studiare, cosa

che Luigi fece frequentando a Pa-dova qualche anno dopo la scuoladel pittore Vincenzo Gazzotto. Fin-ché rimase a Chioggia, si esercitò dasolo nella pittura ad olio copiandoquadri dello Schiavoni. La Madonna della neve rientra inquesta sua fase preparatoria. DonFrancesco Astolfi, parroco di Fasana,desiderava avere un quadro da altareche raffigurasse il miracolo della Ma-donna della neve per ricordare ilprimo nome della chiesa e Luigi loaccontentò. “Trarre soggetto per una grandetela dalla fondazione di questo tem-pio non era cosa da tutti, eppure Luigia quattordici anni si accinse a cosìfatta opera e la condusse per modoche lo Schiavoni veggendola mentr’eivi lavorava, solamente ebbe a segnarecol gesso la lunghezza di alcune fi-gure che erano disegnate un po’tozze”, commenta l’amico AugustoCorinaldi che scrisse l’elogio funebredel pittore, morto a Padova nel 1858. Merita il nostro plauso anche donAstolfi per la fiducia concessa al gio-vane pittore. La richiesta però non fucasuale. Il parroco di Fasana ben co-nosceva la famiglia Naccari e, primache il figlio, aveva avuto modo di ap-prezzare il padre per il suo impegnodi ricerca. Don Astolfi risulta tra gliassociati della Flora Veneta - operache regalò fama internazionale, è ilcaso di dirlo, al naturalista di Chiog-gia- accanto a medici, farmacisti,agronomi, ingegneri idraulici, arti-giani, proprietari fondiari. Non solo,la firma del parroco di Fasana ricorreal fianco di nomi eccellenti nelle pa-gine del Registro dei ragguardevoli

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visitatori del gabinetto scientifico, si-tuato all’interno del seminario vesco-vile, di cui Naccari fu direttore permolti anni. Il parroco, nel suo inte-resse per la botanica applicata, tale lanovità introdotta dal chioggiotto,non era isolato. La maggiore produt-tività dei terreni, perseguita attra-verso la sperimentazione di modernetecniche colturali in vaste aree sot-tratte alle paludi grazie alle bonifi-che, fu un obiettivo sostenuto dallecomponenti più avanzate dellachiesa, interessate al miglioramentodella vita della popolazione rurale. Gina Duse

para recordar el primer nombre de laiglesia y Luigi lo complació. Realizarun gran lienzo de la fundación de este tem-plo no era cosa para cualquiera y sin em-bargo, a la edad de catorce años, Luigi fueencargado para realizar tal trabajo y lo re-alizó tan bien que lo único que corrigió elSchiavoni con el yeso fue la longitud de al-gunas figuras que se veían un poco toscas-comentó el amigo Augusto Cori-naldi, que escribió los elogios fúne-bres del pintor, que murió en Paduaen 1858. Don Astolfi también merece nues-tro reconocimiento por la confianzaotorgada al joven pintor. Sin embargo, la solicitud no fuecasual. El artículo nos da la oportuni-dad de recordar al pintor que pintó laMadonna della Neve (Nuestra Señorade las Nieves), retablo que adorna elinterior de la iglesia de Santa Maríade las Gracias. Su nombre es LuigiNaccari y conociendo su biografíaapreciamos aún más la pintura.

síntesisFasana de fiesta

El Padre Emilio en la Fe reservóamplios espacio para las “cosas urba-nas”, pero para realizar una buenacrónica, también recibió comunicacio-nes enviadas por otras parroquias dela diócesis, que ofrecen una visión ge-neral de los aspectos litúrgicos y de-vocionales, pero también de lasformas sociales y del patrimonio cul-tural sagrado heredado en pueblos yaldeas. Describe la fiesta popular enFasana cuyo punto culminante es lamisa celebrada por el Obispo Maran-goni, para bendecir la nueva estatuade San Antonio el 15 de septiembre1878. La iglesia de Nuestra Señora delas Nieves se encuentra en su fase pre-paratoria. Don Francesco Astolfi, pá-rroco de Fasana, quería obtener unaimagen del altar que representara elmilagro de la Virgen de las Nieves

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PAGINA DELLA CHIESA

Fasana es una parroquia de nues-tra diócesis que desde hace muchosaños la ha guiado don Vincenzo Pe-rini, poblada de muchos campesinosde una gran fe religiosa y la piedad flo-rece entre las chozas rústicas. Una delas principales devociones es la de SanAntonio y el párroco mandó a esculpiruna nueva estatua del Santo y en la so-lemne bendición fue invitado el vene-rado nuestro Obispo MonsenorLudovico Marangoni para honrar lasolemnidad. Entró su excelecia en Fa-sana entre aclamaciones de las persona

al atardecer. En la mañana si-guiente el Obispo bendijo laestatua de San Antonio, des-pués celebró la Santa Misa

con abundante participación

de feligreses. Después de la misa sereunieron en la iglesia los muchachospara las confirmaciones, a este grupoles dirigió el obispo un discurso con-movedor en el que mostraba la alegriay felicidad de haber encontrado porprimera vez a estos queridos hijos. Los exhortó a vivir bien y ser dig-nos de los dones del Espíritu Santo.Después de la comida el Obispo dio labendición a la estatua de San Antonio.Al final de la tarde en la pequeña plazahubo juegos pirotécnicos de efecto ma-ravilloso y monseñor los veía desde lacasa parroquial. El lunes partió conmucha gente que lo saludaba y regresóa su Sede Catedral. Estas son fiestasque alegran, edifican y unen en santi-dad cristiana la población campesina.

La FeAño III Chioggia, 1878 n. 38

Fiesta de Fasana

dizione, secondo cui, nella notte fra ilquattro e il cinque agosto 352, la Ver-gine, apparendo in sogno a Papa Li-berio e a un certo patrizio romanoGiovanni, chiese che le fosse edificatauna chiesa nel luogo dove avesserotrovato un’area coperta di …neve.All’indomani fu trovato come un iso-lotto di neve nella zona, dove sarebbesorta poi la chiesa di Santa MariaMaggiore. Il soggetto dipinto dal Nac-cari sembra far rivivere la difficoltà

Sorprende il ventaglio di opered’arte presenti in una parrocchia dicampagna qual è Fasana Polesine.L’iconografia di questa chiesa sembraporsi su un triplice rapporto: conRoma, con Aquileia, con Chioggia.

Si rapporta, per così dire, con Romala pala Madonna della Neve, dipintada Luigi Naccari nel 1836: ricorda ilprimo oratorio costruito a Fasana nel1612 in onore appunto della Madonnadelle Neve. Il soggetto si rifà alla tra-

La chiesa di Fasana Un ventaglio di opere d’arte

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due commercianti vicentini Felice eFortunato avvenne sotto Dioclezianoad Aquileia (303-04), non lontano dalfiume Natisone. Il dipinto in parolasembra ispirarsi alla pala di Marcan-tonio Franceschini (già nella cattedraledi Chioggia, ora nel Museo dioce-sano). Rispetto a quest’ultima, l’ano-nimo pittore ha solo eliminato - nellasua realizzazione - la folla di spetta-tori, presente invece su un torrionenella pala del Franceschini. È noto chel’esecuzione capitale a danno dei cri-stiani era considerata uno spettacolo:spettacolo deterrente, che doveva dis-suadere la gente dall’abbracciare il cri-stianesimo, religione ‘pestifera’, se-condo il dettame dell’Impero romano.

Il dipinto di Fasana intendeva espli-citare un legame anche con Chioggia,città posta sotto il patrocinio dei duemartiri vicentini. La stessa facciataesterna della chiesa mostra le statuedei due santi scolpite in cemento daVincenzo Fabbris (1913): una paleseattestazione di appartenenza alla dio-cesi clodiense e non a quella adriense.

nel trovare in Fasana - all’inizio delSeicento - un isolotto stabile per edi-ficarvi un oratorio, essendo il territo-rio ancora coperto da valli e barene.

Così scriveva il vescovo Grassi assaipiù tardi, nella Relazione della ‘Visitaad limina’ dell’ottobre 1699: “Esiste lachiesa di Fasana già eretta - benchéfinora senza parroco, ma con il solocappellano causa l’inondazione delleacque - (…) Si spera che in breve siapresentato il parroco, essendo staterinnovate le condutture che tolgonole acque dai campi e seccano quellagrande penisola, peraltro molto fer-tile”(A. S. Vat. Congr. Conc., b. 233 A,c. 185 v). Probabilmente non si è lon-tani dal vero, pensando a un’analogia- anche se solo accidentale - con l’iden-tificazione di un luogo per la basilicaromana.

Si pone in chiaro rapporto conAquileia (culla del cristianesimo nelleVenezie) il quadro Martirio dei santiFelice e Fortunato, dipinto da manodi ambito veneto nel primo Ottocento.Si sa che storicamente il martirio dei

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È certamente in relazione conChioggia il grande Crocifisso ligneo(m. 3,65 x 2,20) innestato su recentebasamento a elementi purpurei. Risalealla fine del Settecento e proviene dalSeminario vescovile, che allora eramonastero delle Cappuccine adora-trici. Poteva esser stato collocato nellacappella del Tirali o nel refettorio dellestesse religiose. Difficile è dire quandosia arrivato alla chiesa di Fasana: ilCarnovik (vedi volume Fasana Pole-sine, 2008) dice nel Settecento, se-condo altri invece nel primo Nove-cento. Comunque il sacro legno èprova ulteriore di un legame conChioggia, che in fatto di arredi sacri(specialmente di crocifissi) ha sempreavuto palato fine, come testimonianoancora oggi le sue belle chiese.

Giuliano Marangon

PAGINA DELLA CHIESA

síntesisLa iglesia de Fasana

La iconografía de la iglesia de Fa-sana se basa en una triple relación: conRoma, con Aquileia, con Chioggia.Con Roma por el retablo de NuestraSeñora de las Nieves, pintado porLuigi Naccari en 1836. Este recuerda laprimera capilla construida en Fasanaen 1612 en honor de Nuestra Señora delas Nieves. El tema se basa en la tradi-ción, según la cual, en la noche entre el4 y 5 de agosto del 352, la Virgen, se leaparece en un sueño al Papa Liberio yle pide que se construya una iglesia, labasílica de Santa María la Mayor, en ellugar donde encontraría un área cu-bierta de nieve. El tema pintado porNaccari parece revivir la dificultad deencontrar en Fasana, a principios delsiglo sexto, una isla estable con el finde construir una capilla, en un territo-rio que sigue siendo aun cubierto porvalles y bancos de arena.

El cuadro del martirio de los san-tos Felice y Fortunato, pintura que seencuentra en la misma iglesia, está enclara relación con Aquileia (la cuna delcristianismo en el veneciano). Históri-camente, el martirio de los dos merca-deres vicentinos Felice y Fortunatotuvo lugar bajo mandato de Diocle-ciano en Aquileia (303-04).

La pintura de fasana pretendía es-tablecer una conexión con Chioggia,una ciudad bajo el patrocinio de losdos mártires de vicenza. La misma fa-chada exterior de la nuestra iglesia lasestatuas de los dos santos mártires es-culpidos en cemento por VincenzoFabbris (1913): un claro testimonio depertenecer a la diócesis Clodiense (deChioggia).

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nella vicenda). In memoria di questasalvezza venne istituita la festa deipurim, “giorni nei quali i giudei eb-bero tregua dai loro nemici, mese incui il loro dolore si mutò in gioia, illoro lutto in festa” (ivi cap. 9). Lo stiledel racconto varia da sorprendenti du-rezze come le decimazioni degli av-versari (ivi 9,5.2-14) a misticheespressioni di fede come esclamazioninella preghiera di Mardocheo: “Si-gnore Dio, cambia il nostro lutto ingioia perché possiamo, vivi, cantareinni al tuo nome” (ivi 4,17f-h). Latrama ricama un romanzo pedago-gico. La fede inconcussa nella potenzasalvifica di Dio si riassume, tra altre,nelle parole conclusive di Mardocheo:“Queste cose sono avvenute per vo-lere di Dio” (ivi 10,3a). Tra ‘queste

La lettura del libro di Ester non èfacile; anche le citazioni sono difficol-tose. L’edizione CEI 2009 riporta la tra-duzione del testo in ebraico - risalentealla metà del secondo secolo avantiCristo - e le aggiunte in greco una tren-tina di anni dopo. I fatti raccontati sa-rebbero accaduti durante il regno diArtaserse/Assuero (486-465 a. C.). La presente nota rileva che pure illibro di Ester mira a raccontare la sto-ria di una verità che costituisce il nu-cleo basilare della fede di Israele: Diomisericordioso e potente salva il suopopolo fedele dovunque (gli ebrei al-lora esuli in Persia: Ester 1,1c-d), quan-tunque (nonostante situazioni diinfedeltà, di vite minacciate, di neces-saria eliminazione di nemici: ivi 8,2t),comunque (con mediatori come Estere Mardocheo: personaggi primari

Ester: regina solidaleI cantici delle donne

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cose’ annovera la salita al trono di re-gina della nipote Ester in luogo dellaribelle regina Vasti dal re ripudiata (ivi2,1;10,3c). Zio e nipote con quella fedeanimano la loro preghiera, che ottienela salvezza del popolo ebraico desti-nato allo sterminio con drastico de-creto diffuso in ogni angolodell’impero (ivi 3,13). Progettava finesiffatta il complottardo vendicativocortigiano Aman. A lui verrà inflitta lapena di morte atroce e umiliante cheaveva organizzato per Mardocheo (ivi8,10). Questi invece salirà al secondoposto nella corte, onorato dai giudei,amato da tutta la nazione (ivi 10,3).Quel decreto verrà revocato dopo ilrovesciamento della disperata situa-zione: gli ebrei salvi, i loro nemici an-nientati (ivi 8,1-12). Vistosa esperienzadi contrappasso. Dentro una trama tanto compli-cata e tragica la fede guida la spe-ranza. Speranza umana che confidanella supplica per ottenere che la po-tenza di un uomo, il re, si rivolga a be-neficio del popolo (ivi 7,3-5); fedesoprannaturale nella certezza dellaonnipotenza benevola del proprio Si-gnore (ivi 4,17a). Quellafede si esprime nellapreghiera di Mardocheo(ivi 4,7b-h) e di Ester (ivi4,17l-p), sostenuta dapenitenza individuale ecollettiva (ivi 4,15-17),tutti uniti nella preoccu-pazione, forti nella fidu-cia. Lo stile è quellodella supplica accorata: variante delcantico. Ester si presenta a Dio in sem-biante di angosciata penitente in stilebiblico (ivi 4,17h). Il redattore inter-

preta i suoi sentimenti: confidenza inDio cui affida silenzioso, uscendo dalcuore, il proprio supplice cantico (ivi4,17k-x). * Il cantico inizia riaffermando perso-

nali fede e fiducia nel Signore: “Tu seil’unico: vieni in aiuto a me che sonosola e non ho altro soccorso all’infuoridi te, perché un grande pericolo mi so-vrasta”. * Tale fede sta radicata in lei perché èla fede ancestrale: “Ho sentito fin dallamia nascita, in seno alla mia famiglia,che tu, Signore, hai preso Israele tratutte le nazioni e i nostri padri tra tuttii loro antenati come tua eterna eredità,e hai fatto per loro tutto quello cheavevi promesso”.

* La consapevolezza chel’infedeltà attuale contra-sta quella fede e conducelontano da Dio, lontanodalla salvezza, urge l’auto-critica che immette nelcammino di conversione.“Ora abbiamo peccatocontro di te e ci hai conse-gnato nelle mani dei nostri

nemici, perché abbiamo dato gloria ailoro dèi”. Sui simulacri di quegli idolivenne siglato il giuramento di stermi-nare il popolo eredità del Signore, di

PAGINA MARIANA

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PAGINA MARIANA

chiudere la bocca di quanti Lui lo-dano, di spegnere la gloria del tempiodi Dio.* La salvezza da tale sventura restanella potenza del Signore. La fede diEster attende che lui stravolga i pro-getti di sterminio del popolo di Dio esi ritorcano contro quanti li hanno or-diti, che colpisca con un castigo esem-plare il capo dei persecutori, che ilcuore del re firmatario dell’ingiustodecreto si volga contro i congiuraticonvinto dalla parola ben misuratamessale sulla bocca dal Signore. Lasua fiducia sussurra: “Salvaci con latua mano e vieni in mio aiuto, perchésono sola e non ho altri che te, Si-gnore”.* È la voce di una donna presente allacorte non per orgoglio arroganza va-nagloria ma per offrire solidarietà

compassionevole verso il suo popoloin pericolo. “La tua serva, da quandoha cambiato condizione fino ad oggi,non ha gioito, se non in te, Signore,Dio di Abramo”. E dunque, anche ingrazia di tale servizievole disponibi-lità, “o Dio, che su tutti eserciti laforza, ascolta la voce dei disperati, li-beraci dalla mano dei malvagi e liberame dalla mia angoscia”. Filo conduttore, e anche giustifica-zione, di una storia intrecciata di com-plotti, vendette, uccisioni, frammisti asalvaguardie provvidenziali della vita,è un messaggio univoco nelle paginedella Bibbia: sostegno della fede, tena-cia della speranza, forza della pre-ghiera, fedeltà integra alla divinaparola proteggono quanti le posseg-gono e le palesano.

en la oración de Mordoqueo: “SeñorDios, cambia nuestro duelo en alegríapara que podamos, vivos, cantar him-nos a tu nombre”. La trama entrelazauna novela pedagógica. Es la voz de una mujer presente en

la corte no por orgullo, arrogancia, pre-sunción, sino para proporcionar solida-

síntesisEster: reina solidaria

El libro de Ester cuenta la historia deuna verdad que constituye el núcleo dela fe de Israel: Dios misericordioso y po-deroso salva a sus fieles en todas partes,a pesar de todo y en cualquiercaso. Uno de los propósitos dellibro es resaltar la memoria delpurim, “días en que los judíosconsiguieron tregua de sus ene-migos, mes en el que su tristezase cambio en alegría, su luto enfiesta”. El estilo de la historiavaría desde las durezas sorpren-dentes como la aniquilación deadversarios a expresiones místi-cas de fe como las exclamaciones

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TESTIMONIANZE

ridad llena de compasión por su puebloen eminente peligro. Es un mensajeúnico en las páginas de la Biblia: sosténde la fe, tenacidad de la esperanza,fuerza de la oración, la fidelidad íntegraa la palabra divina, protege a los que laposeen y exhiben. Dentro de una trama tan compli-cada y trágica, la fe guía la esperanza.La esperanza humana que confía en lasúplica a fin de obtener que el poder delrey se cambie a beneficio del pueblo; fe

sobrenatural en la certeza de la bené-vola omnipotencia del Señor. Esa fe seexpresa en la oración de Mardoqueo yEster, sostenida por la penitencia indi-vidual y colectiva, todos unidos en lapreocupación, fuertes en la confianza.El estilo es el de la súplica ansiosa. Ester se presenta ante Dios como unsemblante de penitente angustiado y eleditor interpreta sus sentimientos: con-fíanza en Dios a quien confía su supli-cante cántico.

Dando uno sguardo retrospet-tivo alle mie visite in terra di mis-sione, posso affermare consoddisfazione il buon andamentodelle nostre attività. Durante la mia permanenza neipaesi di missione ho l’opportunità

di incontrare molte persone, di in-trattenermi con ciascuna sorella, divisitare qualche località scono-sciuta... più di tutto, però, di imbat-

termi in tanti bambini. Ovunque ti trovi, improvvisa-mente sei circondata dalla loro pre-senza, spuntano dai viottoli ricchidi banani o dalle case sparse qua elà nella collina. Catturano subito latua attenzione con i loro rudimen-

tali strumenti da gioco: ora è unasemplice ruota di bicicletta, ora unoscivolo intrecciato di bastoni. I loroocchi neri, profondi e pieni di per-

Fermento di vitaLe nuove generazioni speranza e futuro della congregazione

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ché, sorridono sempre. Corrono, tisaltano addosso alla ricerca di unabbraccio o semplicemente per in-vitarti a giocare insieme con deitappi di bottiglia. Vedere poi questibambini che cantano e danzano congrande euforia per un’ora, senza

stancarsi durante la celebrazione li-turgica, a Bwoga-Gitega è la norma-lità della vita, mentre nelle nostrezone tanto fervore e tanta vitalitàsono difficili persino da immagi-nare. Un altro aspetto che sempre micolpisce è il loro legame con la terra,sulla quale camminano a piedinudi; pure il rapporto con il cibo,che spesso mangiano senza posate,è particolare. Sono presente il primo giorno discuola. È un giorno speciale in cui ibambini si riabbracciano e inizianola loro attività formativa. Arrivanobaldanzosi, allegri... alcuni accom-pagnati, altri tutti soli. A poco apoco aumenta il numero e il cerchiosi ingrandisce sempre più. C’è tuttoun vocio che l’aria disperde sotto

un sole caldo e dolce. Mi colpisce un bimbo tutto solodi due anni. Simpaticissimo! Vuolefare la sua parte! Una sudicia esdrucita maglia marrone costituisceil suo abbigliamento. Tiene tra lemani, come un oggetto prezioso, tre

fiorellini colti nell’aiuola del giar-dino. Cammina lentamente e timi-damente con i suoi piedi nudi, nellamia direzione. È un omaggio chevuole fare a me, come volesse ma-nifestare la sua gioia per la mia pre-senza. In silenzio si avvicina, alcospetto di tutti i bambini che po-sano lo sguardo su di lui. È unascena incantevole. Allunga il suo debole braccio emi porge quel minuto mazzolino difiori delicati. Che fare? Baciarlo, ab-bracciarlo, stringerlo al mio cuoresarebbe stato poco, tanto era mani-festa l’espressione del suo affetto.Mi sono limitata a dire: “Grazie,amore”! Rifletto. Questi bambini presentiin mezzo a noi, nella nostra scuola,nelle nostre strade, nei vicini vil-

TESTIMONIANZE

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laggi, saranno, tra le nuove genera-zioni, coloro che, educati al bene ea una vita dignitosa e coerente, por-teranno avanti ciò che avranno ap-preso dalla nostra spiritualità eincarneranno il nostro carisma. Già il nostro esserci comunicaun particolare stile di vita, dei va-lori specifici, delle regole proprie. Il carisma non è una prerogativache appartiene a noi e di cui usare edisporre a piacimento. È un dono ri-cevuto da Dio di cui nessuno puòappropriarsi e che sempre sorpassala persona che lo riceve, si dilata, sisviluppa dove viene seminato. Siamo presenti tra questo po-polo per testimoniare un’esperienzadi vita, mostrarne la ricchezza, labellezza, l’efficacia e con questo su-scitare il desiderio di condividere lamedesima esperienza. Credo sia importante puntaresulla formazione, sulla spiritualità esulla comunione. In realtà, sta nascendo nella no-stra missione in Burundi una sensi-bilità nuova: famiglie, giovani,persone singole desiderano impe-gnarsi più strettamente con noi, ma-nifestando una sensibilità particolareal nostro carisma. Già suor MariaRenilde e suor Maria Annonciate,giovani burundesi professe dal 16settembre scorso, ne sono la prova. Il Burundi non è solo violenza,ma vita, speranza, futuro.

suor Umberta Salvadori priora generale

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TESTIMONIANZE

El carisma es un don concedidode parte de Dios que nadie puedeapropiarse y siempre supera a la per-sona que lo recibe, se expande y creceen donde se siembra. Sor M. Renilde ySor M. Annonciate, jóvenes de Bu-rundi que profesaron el pasado 16 deseptiembre son la prueba de ello.

síntesisLevadura de la vida

La visita de la priora general a lacomunidad en el país de misión, leofrece la oportunidad de conocer amuchas personas, encontrarse concada hermana, visitar algunos lugaresdesconocidos, pero sobre todo encon-trar a muchos niños.

En todos los lugares que visitó, re-pentinamente estaba rodeada por supresencia, salían de entre las matas deplátanos ricas de frutos, o de las casasesparcidas aquí y allá en la colina. In-mediatamente llaman la atención consus herramientas de juego rudimenta-rias.

Sus ojos negros, profundos y lle-nos de por qué, siempre sonríen. Ver aestos niños que por una hora cantan ybailan sin cansarse, con gran euforiadurante la celebración litúrgica, es unaimagen difícil de ver en nuestraszonas, sin embargo en Bwoga - Gitegaes la vida normal.

Estos niños presentes en la es-cuela de la misión, a lo largo de cami-nos de tierra, en los pueblos cercanosestarán entre aquellos que, educadosal bien, a una vida digna y coherente,serán las nuevas generaciónes que lle-varán adelante lo que han aprendidode nuestra espiritualidad y encarnaránnuestro carisma. Ya la presencia denuestras hermanas misioneras comu-nica un estilo de vida particular, valo-res específicos y reglas propias; datestimonio de una experiencia de vida,muestra la riqueza, la belleza, la efica-cia y despierta el deseo de compartir lamisma experiencia. Creo que es impor-tante enfocarse en la formación, en laespiritualidad y en la comunión.

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DALLE MISSIONI

mia riconoscenza al Signore peravermi donato Maria come madre eispiratrice nel mio cammino vocazio-nale. Infatti Maria è presente inmodo particolare nella mia vita: sononata il 15 agosto, solennità dell’As-sunzione, celebro il mio onomasticoil 13 maggio, festa di Nostra Signoradi Fatima, sono stata accolta nellacongregazione delle Serve di Maria,a lei dedicata, e dal giorno della miaprima professione ho ricevuto ilnome di Maria. suor Maria Rénilde Habonimana

“La messe è molta, ma gli operaisono pochi. Pregate dunque il pa-drone della messe perché mandi ope-rai per la sua messe” (Lc 10,2). Hovoluto cominciare da questo passoevangelico per sottolineare che lamia vocazione è nata dalla volontàgioiosa di soccorrere e aiutare le per-sone in difficoltà. All’inizio non capivo bene il per-ché, ma poco a poco il Signore mi haaperto il cammino e un giorno, comeaveva chiamato Matteo e Giovanni,mi ha detto: “Seguimi”. Ringrazio il Signore per avermifatto incontrare le personeche mi hanno rivolto que-sto “seguimi”, divenutocome una bella melodia nelmio cuore. Ogni volta checi meditavo, provavogrande letizia, anche sequalche volta ho dubitato,pensando fossero senti-menti passeggeri. Nei dubbi ho trovato unesempio da seguire: la ver-gine Maria. Ella, senza com-prendere, ha detto: “Si”, congrande fiducia nel suo Dio.Lo testimonia la sua rispo-sta all’angelo Gabriele al-l’annuncio del misterodell’Incarnazione: “Eccomi,sono la serva del Signoreche avvenga di me secondola tua Parola” (Lc 1,38). Desidero esprimere la

Maria madre ispiratriceLa mia vocazione è nata dalla volontà gioiosa

di aiutare le persone in difficoltà

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DALLE MISSIONI

síntesisMaria madreinspiradora

Rénilde nos comparte que su vo-cación nació de la voluntad gozosa desocorrer y ayudar a las personas en ne-cesidad. Poco a poco se fue haciendoclara la llamada que el Señor le hacía aseguirlo en el camino de la consagra-ción.

Agradece al Señor por las perso-nas que le hablaron de la Palabra delSeñor ‘sígueme’ y que se convirtio enuna hermosa melodía dentro de su co-razón. Cada vez que meditaba, sentíauna gran alegría, a pesar de las dudasque fueron sentimientos pasajeros. Enla duda encontró un ejemplo a seguir:la Virgen María. Ella sin comprenderdel todo dijo ‘Sí’ con gran confianza ensu Dios.

Desea expresar su gratitud alSeñor por haberle donado a Maríacomo Madre e inspiración en su ca-mino vocacional. De hecho, María estápresente de manera particular en suvida: ya que nació el 15 de agosto so-

lemnidad de la Asunción; celebra susanto el 13 de mayo fiesta de NuestraSeñora de Fátima, fue recibida en lacongregación de las Siervas de MaríaDolorosa a ella dedicada y el día de suprimera profesion recibio el nombre deMaría.

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DALLE MISSIONI

devo ridonarlo con tenerezza, spe-cialmente ai più piccoli e ai più de-boli, ispirandomi costantemente aMaria, madre e serva del Signore, la-sciando tutto per la gloria di Dio e lasalvezza del mondo. suor Maria Annonciate Nshimirimana

La mia vocazione è nata ascol-tando la testimonianza di una reli-giosa che una domenica, in chiesa,condivideva con i fedeli la sua espe-rienza missionaria. Sono rimasta pro-fondamente colpita e ho sentitonascere in me il desiderio di seguirela voce del Signore che dice: “Sequalcuno vuol venire dietro di me,rinneghi se stesso, prenda la suacroce e mi segua” (Mc 8,34). Ho sentito in me più forte l’amorecon il quale Gesù mi ha amato ed èstato Lui che mi ha fatto conoscere leServe di Maria. Ho lavorato infattiper due anni nella scuola maternadelle suore a Bwoga, dove ho potutoconoscere la loro spiritualità e il lorocarisma e dove ho capito che potevoamare Dio, servirlo e farlo amare neimiei fratelli, i più poveri e bisognosi,ispirandomi sempre a Maria. Quando ho chiesto a suor Celeste,animatrice vocazionale, di iniziare ilmio discernimento, lei mi ha aiutatoa conoscere la Congregazione. Hopoi vissuto un’esperienza coinvol-gente entrando nella comunità, doveho condiviso lo spirito di carità cri-stiana che anima le consorelle, lequali, in fedeltà al carisma del fonda-tore, padre Emilio Venturini, hannoscelto di donare sé stesse a Gesù, ri-conosciuto in chi più ha bisogno dicom-passione. Nel mio apostolato, faccio espe-rienza dell’amore infinito di Dioverso di me e sento che, a mia volta,

L’amore di Dio mi ha avvoltaRidonare con tenerezza, soprattutto ai piccoli e ai deboli,

l’amore infinito di Dio

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DALLE MISSIONI

gación, tuvo una buena experiencia co-munitaria, vio el estilo de vida, la do-nación en el servicio realizando todocon caridad, en fidelidad al carismadel fundador, padre Emilio Venturini,cuyo lema era “el amor de Cristo nosurge” (2 Corintios 5,14).

Sor Annonciate siente la necesi-dad de donar con ternura, especial-mente en los más pequeños y débiles,el amor infinito de Dios que ella expe-rimentó.

síntesisEl amor de Diosme cubrió

En Annonciate, a través del testi-monio de una religiosa sintió nacer enella el deseo de seguir lavoz del Señor, ella reco-noció que su vocaciónera donarse totalmentea Él. Ha experimentadocómo el Señor haguiado sus pasos paraconocer a las Siervas deMaría Dolorosa.

Después de traba-jar durante dos años enla guardería de las her-manas en Bwoga, ha te-nido la oportunidad deconocer su espiritualidad y carisma ycomprendió donde podía amar, serviry hacer amar al Señor: en el hermanomás pobre y necesitado, inspirándosesiempre en María.

Después de entrar en la Congre-

Mi nombre es Estefanía LópezPrado, tengo veintitrés años de edad,estudié la licenciatura en administra-ción de empresas y tengo un año tra-bajando. Nací en la ciudad deOrizaba, Ver. Actualmente vivo en laciudad de Nogales, Veracruz. Hace unos días, del 29 de septiem-bre al 1 de octubre del año en curso,fui invitada por Sor Rosa Idania deLeón a la comunidad de Mixtla de Al-

tamirano, perteneciente a Zongolica,Veracruz. Llevo cerca de 7 meses de acom-pañamiento y discernimiento con SorRosa Idania de León, para mí fue ne-cesario e importante descubrir la vo-cación para la que Dios me llama.Debido a mi trabajo no me ha sido po-sible asistir a los pre-vidas que se rea-lizan en mi Diócesis. Sin embargo,éste interés nace a los 14 años de

Experiencia vocacional La elección de mi vocación sea siempre cercana a Dios

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DALLE MISSIONI

edad, cuando participé en los círculosvocacionales de mi parroquia. Hoy endía que soy integrante de la pastoralvocacional se refuerza mi interés porbuscar y encontrar. El día que recibí la llamada de SorRosa, me fue grata la propuesta detener la experiencia en otro lugar, alprincipio pensé que asistiríamos sóloella y yo, sin embargo no fue así, par-ticiparon otras 4 jóvenes a ésta expe-riencia. La comunidad a la queasistimos es zona de la sierra. Para mísiempre ha sido una gran experienciaconvivir con personas que tienen una

cultura diferente y especialmente unalengua que poco me cuesta entender,pero me gusta aprender. El día 29 por la mañana dimos ini-cio a visitar enfermos, junto con lashermanas que se encuentran en Mix-tla. La primera persona tiene parálisisen la mitad de su cuerpo, se encuentraen tratamientos y tomando medica-mentos. La segunda persona que vi-sitamos es un joven a quien le brotónuevamente un tumor en su cabeza.

También asistimos por la tarde a unaeucaristía en la cual fui partícipe en elsalmo y en coro. Por la noche tuvimosel tema de la vocación al matrimonioy a la vida religiosa, por medio de dospelículas muy hermosas para mí. De manera personal, esta expe-riencia me ayudó mucho, porquesiempre tuve dudas de cómo es posi-ble que teniendo una vocación comola vida religiosa puede ayudar a losdemás. Pues sí se ayuda por medio dela oración constante suplicando aDios les devuelva la salud, que a susfamiliares les dé la fortaleza para ayu-

dar a su familiar y consolar sus preo-cupaciones. En verdad es muy tristever a alguien que sufre y no poderhacer algo por él o por ella, sin em-bargo nuestra fe en Dios y nuestraoración es una ayuda extra para ellos,visitarlos como lo indican las obras demisericordia, causa en ellos una cer-canía, quizás con Dios, porque sabenque no están solos, causa alegría detener alguien que se acuerde de ellosen su enfermedad. Y para mí causó

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una satisfacción y un compromisocon Dios para seguir orando y visi-tando enfermos, ofrecer la sagradaeucaristía por ellos. Deseo con todo elcorazón que la elección de mi voca-ción sea siempre cercana a Dios, sir-viéndole desde donde quiera que meencuentre, no olvidando que la ayudano siempre debe ser material o econó-mica, sino también espiritual, para lle-nar el alma de aquél quien más lonecesita y a la vez de nosotros. Estefanía López Prado

sintesi

Esperienza vocazionale

Stefania ci racconta la sua espe-rienza vocazionale, vissuta assieme adaltre ragazze e a suor Rosa Idania nellacomunità di Mixtla de Altamirano, neldistretto di Zongolica, Veracruz, dovesvolgono il loro apostolato suor Lizethe suor Francisca. Dopo essersi laureata in ammini-strazione aziendale, ha iniziato a lavo-rare e contemporaneamente haintrapreso un cammino di discerni-mento, assieme a suor Idania, per sco-prire la vocazione a cui si sentivachiamata da Dio. L’ispirazione è natain lei partecipando ad alcuni incontriin parrocchia. Ora è anche animatricedel gruppo della pastorale vocazionalee questo servizio rafforza il suo impe-gno a cercare e trovare il suo cammino. La comunità che ha frequento sitrova nella sierra. Ha sempre ritenutoarricchente l’esperienza con genti chehanno una cultura diversa, specie conqueste di Mixtla, le quali parlano unalingua che per ora non riesce a capire,ma che le piacerebbe imparare. Stefania ricorda la visita effettuatail 29 settembre insieme alle sorelle adalcuni malati, in particolare a una per-sona paralizzata e a un giovane con untumore alla testa. È stata per lei un’esperienza arric-chente, perché aveva sempre avutodubbi su come sia possibile aiutare ilprossimo seguendo la vocazione allavita religiosa. Ha sperimentato, invece,come sia efficace la preghiera, unitaalla vicinanza al malato e al sostegnoalla famiglia.

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cer más sobre Nuestra Madre Santí-sima. Posteriormente ellas hablaban alos presentes sobre la importancia delcolor del continente asignado, algu-nos datos relevantes sobre el mismo;luego, anunciaban el misterio el cualvenía acompañado por un canto. Eraconmovedor ver cómo su atención seposaba sobre cada Ave María que seiba recitando. El rosario se realizó de maneracreativa. Cada ‘cuenta’ del rosario fuehecha en papel de color y en grande,en el área del comedor donde ellastoman los alimentos, y así, cada se-mana fuimos tejiendo juntas, gradual-mente, el ‘rosario misionero’. Escuchar la jaculatoria “MaríaReina de las misiones” nos hacía sentiren nuestra alma, cómo la VirgenMadre nos introducía a todas en estemundo misionero y, como cuerpo mís-

“Dios te salve María, llena eres degracia, el Señor está contigo (…)” es larepetición del Ave María que escucha-mos salir de la boca de las jóvenes queviven con nosotras en la casa hogar dela “Asociación para la defensa de lamujer” a la que nuestra apreciadaCongregación presta su servicio. Paraeste mes de octubre, hemos progra-mado en el capítulo comunitario rea-lizar el rosario misionero de maneracreativa con nuestras jóvenes. Ellasdedican la mayor parte del tiempo alestudio pero es de admirar su dispo-nibilidad para ofrecer sus oracionessacrificando un poco de su tiempo. Los martes, sor Soledad les explicade manera muy breve, a través deunas cápsulas informativas, la impor-tancia del rezo del Santo Rosario, parasembrar en ellas este don tan apre-ciado por nuestra Santa Iglesia; susrostros se quedaban atentos por cono-

El rosario misioneroMomento sagrado de crecimiento espiritual y de alegría

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experiencia que algunas de las jóve-nes sobre esta actividad con base endos preguntas: ¿Por qué es importante en el mesde octubre rezar el rosario misionero?Ximena: Octubre es el mes designadopara las misiones. Iris y Jésica: Es importante parasostener a los misioneros que viajanpor todo el mundo, así como a las per-sonas de cada continente que reciben,a través de ellos, a Cristo vivo, y paraque crezcan en la unidad. Rezar el ro-sario es importante para que germi-nen nuevas vocaciones que anuncienel evangelio. Débora, Lizbeth, Nicthe-ha, Ma.De los Ángeles: Es importante paraunirnos a toda la iglesia que celebra elDomingo Mundial de las misiones. ¿Cuál fue su experiencia los mar-tes cuando rezamos el rosario misio-nero?Débora, Lizbeth, Nicthe-ha, Ma. Delos Ángeles: Nos ayudó a conocermás nuestra religión y sobre las cosasque se llevan a cabo, de igual manera

nos acercó un poco más a Dios. Iris y Jesica: Experimentamostranquilidad, unión en la oración contodos nuestros hermanos, estuvimosen comunidad y en comunión. Hubo

tico, ella nos instruía para ser sensiblesa los desafíos, sufrimientos, alegrías denuestros hermanos misioneros, asícomo la fe de los pueblos que recibenel anuncio de Cristo vivo. Al final re-alizamos algunos cantos de anima-ción. De esta manera cada martesconvivimos con alegría y devoción eneste momento sagrado, a través delcual, ofrecimos con amor una pe-queña corona de rosas a nuestraamada Madre la Virgen María. El último día del rezo del rosario,un equipo de nuestras jóvenes realizóun baile misionero, animando a todaslas presentes con mucha alegría y es-pontaneidad. Al final recibieron algu-nos pequeños regalos. Agradecemos al Señor porque,justo el 21 de octubre, nuestro SantoPadre Francisco, después del ‘Ange-

lus’ convocó “un mes misionero ex-traordinario en octubre de 2019, conel fin de despertar aún más la con-ciencia misionera de la missio ad gen-tes y retomar con un nuevo impulsola transformación misionera de lavida y de la pastoral”. A continuación les compartimos la

DALLE MISSIONI

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participación de todas las jóvenes yadquirimos nuevos conocimientos. Alín: Mi experiencia fue bastantebonita e interesante, porque de algunamanera estamos más unidas y connuestra fe ayudamos a que se nos unamás gente. Comunità Casa Hogar Concepción Galindo

sintesi

Il rosario missionario La comunità delle Serve di Mariache prestano il loro servizio nella casadell’Associazione per la difesa delladonna, a Città del Messico, ha propostoalle giovani studentesse ospitate, di ce-lebrare in modo creativo il rosario mis-sionario, ogni martedì del mese diottobre. Le giovani hanno accolto condisponibilità la proposta, sacrificandoun po’ del loro tempo di studio. Annuncio del mistero, spiegazionedei colori con cui erano stati rappresen-tati i diversi continenti, accompagnatada alcune informazioni importanti ri-guardo a essi, canti e orazioni si susse-guivano in un clima di raccoglimento econcentrazione. Era commovente ve-

dere come la loro attenzione si posavasulla preghiera dell’Ave Maria che sistava recitando.Poi, di volta in volta, terminata la recitadel rosario, nella sala da pranzo dellegiovani si andava componendo su ungrande cartellone il “Rosario missiona-rio” e si offriva con amore una piccolacorona di rose alla vergine Maria. La giaculatoria “Maria regina dellemissioni” le introduceva nel grandemondo missionario e, unite a tutti gliesseri umani nel corpo mistico di Gesù,sentivano nel cuore l’invito della Ver-gine a condividere le sfide, le soffe-renze, le gioie delle sorelle e dei fratellievangelizzatori che trasmettono la fedenel Cristo vivente. Nell’ultimo giorno della recita-zione, un gruppo di giovani ha eseguitouna danza missionaria, coinvolgendotutte le presenti che si sono unite a lorocon grande festosità e spontaneità. La certezza nell’importanza di que-sta preghiera mariana è stata rafforzatadall’annuncio che papa Francesco haindetto un mese missionario straordi-nario nell’ottobre 2019, “al fine di risve-gliare maggiormente la consapevolezzadella missio ad gentes e di riprendere connuovo slancio la trasformazione mis-sionaria della vita e della pastorale”.

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DALLE MISSIONI

En pocas horas era impresionantever nuevamente cómo tantas perso-nas salían a las calles a dar ayuda. Lalluvia, el calor del día, el frío de la

noche y el cansancio no detuvieron lacaridad fraterna. En momentos comoestos valoras lo que realmente es im-portante. ¿Cuántos de nosotros tuvi-mos la sensación parecida a la dePedro de hundirnos en el mar? (Mt.14, 22-36) pero Dios nos da su manopaternal que nos sostiene para traerpaz y consuelo a nuestro corazón, anuestras familias y a nuestra patria. Nuevamente nuestro Méxicovuelve a mostrar su rostro de her-mandad: religiosos, religiosas, semi-naristas y laicos; pero sobre todonuestros jóvenes con entusiasmo de-mostraron sus más grandes valoresyendo en ayuda de los necesitados.Algunos quitando escombros; otroshaciendo a Cristo presente través dela oración, la escucha y el consuelo dequienes habían perdido su patrimo-nio, y sobre todo de aquellos quienes

La noche del pasado 07 de sep-tiembre se registró en nuestro paísuno de los sismos más intensos, afec-tando la región sur del México, su

magnitud fue un décimo más deaquel inolvidable terremoto de 1985,fue realmente alarmante, y por su-puesto la unidad de los mexicanos nose hizo esperar para ir al encuentro dequienes más lo necesitan. Después deunos días, el 19 de septiembre al rede-dor de la 13:15 p.m. los mexicanosvolvimos a vivir segundos que se hi-cieron sentir muy largos, no solo semovió la tierra, sino también nuestrocorazón y nuestra conciencia. Miedo,angustia, dolor, tristeza son algunasde las emociones que sentimos millo-nes de personas. Un día normal terminó siendo unaexperiencia que nadie hubiera imagi-nado vivir. Qué frágil y fugaz es lavida, que en un instante puede cam-biar, pero cuando dejamos que Cristocamine a nuestro lado, todo lo pode-mos en Aquél que nos da su fuerza.

Miedo, angustia, tristeza...“Se estremece la tierra con todos sus habitantes,

mas yo sostengo sus columnas” (Sal 75,3)

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amiga a quienes lo necesitan. El retoes seguir unidos como familia y comosociedad. Dios nos da una oportuni-dad de vivir lo que Cristo nos dice ensu evangelio: “Entonces dirá el rey alos de su derecha vengan benditos demi Padre, y reciban en herencia elreino... porque tuve hambre y me die-ron de comer, tuve sed y me dieron de

beber... los justos responderán: Señor,¿Cuándo te vimos hambriento y tedimos de comer, sediento, y te dimosde beber? ... Les aseguro que cada vezque lo hicieron con el más pequeño demis hermanos lo hicieron conmigo”(Mt. 25,34-45). En estos actos de amor dondeDios está presente podemos decirque: ¡En nuestro país sí hay espe-ranza!

Sor Maria Karina Perez Martinez Xochimilco Mexico D. F.

sufrían por tener a un ser querido ex-traviado o sepultado bajo los escom-bros; todo esto vigorizándonos en elsentirnos hermanos mostrándose porencima del panorama de pesimismoque atraviesa nuestra nación debido alos secuestros, violencia, corrupción. Desde una visión cristiana, pode-mos ver cómo para ayudar al prójimo,a nuestros hermanos másnecesitados hubo unarespuesta inmediata porparte de hombres y muje-res, de héroes no comolos vemos en las pelícu-las, sino como héroes re-ales sostenidos por elamor: Cristo. El sismotuvo muchos efectos ne-gativos; pero la respuestasolidaria, el trabajarmano a mano para salvarvidas y la generosidad yfraternidad, son un ejem-plo de cómo son másfuertes cuando hay uni-dad. Era impresionantever como cientos de per-sonas se suman a ti para dar ayuda;nuestra parroquia quien también su-frió grandes consecuencias por estossismos se ha hermanado para darapoyo a los más necesitados y noso-tras Siervas de María nos hemosunido a ellos en este servicio, era muyalentador cuando parecía que lasfuerzas se acababan el escuchar decir:¡ánimo equipo!!! El reto para nuestro país es conti-nuar con esa actitud de solidaridad,de ayuda, de amor, de esperanza, dedecir cada día sí a dar una mano

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DALLE MISSIONI

prestate per dare aiuto. Ancora unavolta, il Messico mostra il suo voltobenigno: donne e uomini, religiosi, se-minaristi e laici, in particolare i gio-vani, hanno dimostrato un grandealtruismo e con generosità si sonomessi a disposizione per aiutare chiera nel bisogno. Alcuni rimuovevano i detriti, altrirendevano presente Cristo attraversola preghiera, l’ascolto e il conforto acoloro che avevano perso i loro beni esoprattutto a coloro che avevano unapersona amata dispersa o sepoltasotto le macerie. Tutto questo ci ha fatto sperimen-tare una comunanza civile così forteda oscurare il pessimismo che spessodomina gli animi delle persone, acausa di rapimenti, violenze e corru-zione diffuse in tutta la nazione. La sfida per il Messico è conti-nuare con questo atteggiamento di so-lidarietà, di amore, di speranza perdare ogni giorno aiuto a coloro che nehanno bisogno. La sfida è rimanereuniti come famiglie e come società.

sintesi

Paura, angoscia, tristezza… La notte del 7 settembre scorso,nella regione meridionale del Messicoè stato registrato uno dei terremotipiù violenti, la cui intensità era di undecimo in più di quello incancellabilenella nostra memoria del 1985. Dopoqualche giorno, il 19, alle 13.15 una se-conda scossa più forte e lunga nonsolo fendette la terra, ma anche i no-stri cuori e la nostra coscienza. Paura,angoscia, dolore, tristezza sono al-cune delle emozioni che provaronomilioni di persone. È stata un’esperienza che nessunoavrebbe mai immaginato di vivere. Quanto è fragile e fugace la vita, chein un istante può crollare! Ma quandoCristo cammina accanto a noi, egli cidona la sua forza. La pioggia, il caldo della giornata,il freddo della notte e la fatica nonhanno fermato la carità fraterna. Inpoche ore moltissime persone si sono

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PROPOSTE DI RICERCA

Numerosi sono gli appelli ai let-tori della Fede di sottoporre i bam-bini alla vaccinazione, con richiestadi fare a loro volta opera di convin-cimento. Trascriviamouno di questi richiami,stampato in data dome-nica 15 ottobre 1877:“Per le grandi ragioni dipubblico e particolareinteresse colla stampapubblica vogliamo insi-stere anche noi, a pre-gare caldamente igenitori ed i tutori, diobbedire allo stretto ob-bligo, che hanno, di far vaccinare iloro figli, o pupilli; ed avvertiamoben volentieri, che fin dallo scorsosabato 6 del corrente mese alle ore10 ant. nel solito locale del civicoPalazzo, previo annunzio del suonodi campana di ciascuna torre par-rocchiale, si è incominciata la vacci-nazione di autunno, la qualecontinuerà ogni sabato all’ora sopraindicata”. La storia della medicina insegnache l’idea della vaccinazione è il ri-sultato di ricerche e tentativi. Dallateoria alla pratica il passo non fubreve. A quel tempo, credere chel’infettare in modo controllato por-tasse a prevenire la malattia nellasua forma più virulenta era più unatto di fiducia nel medico che fruttodi educazione scientifica. In città, ilprimo a vincere la diffidenza dellapopolazione fu Giuseppe Valentino

Vianelli (1720-1803). Nella Fede pos-siamo leggerne la biografia. Nelcorso del Settecento a Vianellivenne sempre più riconosciuto un

ruolo sociale e il medico,a Chioggia, si conquistòsul campo questo titolo.

Compiuti gli studi dimedicina a Padova, egliesercitò la professionenella sua città portandouna nuova concezioneterapeutica. La cura diuna malattia non era piùconsiderata un beneficioindividuale, ma un van-

taggio per la collettività. Di quil’importanza di conoscere, attra-verso dati statistici, il flusso e le ten-denze delle malattie. Le tavolemedico-statistiche da lui preparatenell’arco di un ventennio indicanoche si dovevano curare casi di “apo-plessia, mal di petto, dissenteria,mal di cranio, febbre perniciosa,asma, catarro, itterizia, rosolia, co-lica, ernia”. Tuttavia, le autorità po-litico-sanitarie temevano più diogni altra cosa le epidemie, per larapidità con la quale si manifesta-vano e per l’ignoranza delle cause.Nel Settecento a far paura era so-prattutto il vaiolo. Tra il 1765 e il1770 tale epidemia colpì Chioggiaper ben tre volte. Nel 1770 si rilevòche il vaiolo “ha tolto di vita 230fanciulli, ne ha lasciati parecchi altriciechi, storpi, deformi”. Nel maggio del 1771 Vianelli fu

Padre Emilio promuove la vaccinazioneLa cura delle malattie a vantaggio della collettività

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síntesis

El Padre Emilio promueve la vacunación La historia de la medicina enseñaque la idea de la vacunación es el re-sultado de investigaciones e intentos.Desde la teoría hasta la práctica, elpaso no fue corto. En aquel tiempo,creer que infectar de manera contro-lada ayudaría para prevenir la enfer-medad en su forma más virulenta eramás un acto de confianza en el médicoque el fruto de la educación científica.En la ciudad, el primero en superar ladesconfianza de la población fue eldoctor Giuseppe Valentino Vianelli(1720-1803). Incluso para padre Emilio, el cui-dado de una enfermedad ya no se con-sideraba un beneficio individual, sinoun beneficio para la comunidad. Espor eso que en el periódico La Fe pu-blica numerosas invitaciones para quelos lectores envíen a sus hijos a vacu-narse y a su vez ellos puedan hacer

PROPOSTE DI RICERCA

incaricato di procedere con la primavaccinazione antivaiolosa su ungruppo di diciotto adolescenti; ilsuccesso dell’intervento fu tale dainfrangere i pregiudizi delle fami-glie popolari prive di istruzione.Nella biografia, viene ricordato cheil medico chioggiotto adoperò perprimo la china per le febbri periodi-che e che in generale il suo ricettarioera nuovo, semplice, e molto adatto allapovera gente.

Gina Duse

labor de convencimiento. Transcribi-mos una de estas invitaciones, publi-cada con fecha de domingo 15 deoctubre de 1877: Por las razones detener gran público y particularmentecon la prensa pública queremos insistirtambién nosotros, para rogar cálida-mente a los padres y tutores que debenobedecer al deber de vacunar a sushijos o alumnos. En el siglo dieciocho, el miedo eraprincipalmente la viruela. Entre 1765 y1770, esta epidemia golpeó a Chioggiapor tres veces. En 1770 se descubrióque la viruela “quito la vida a 230niños, y dejo a muchos otros ciegos, li-siados y deformes”.

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TESTIMONIANZE

Quest’anno ho avuto la gioia dipoter celebrare, dopo molti anni, il tri-duo pasquale in Messico con le sorelledella nuova comunità nella Sierra diZongolica. Era un mio grande deside-rio dopo 16 anni trascorsi in Italia. Findalla fanciullezza, ho vissuto il triduopasquale con molta intensità e parte-cipazione e desideravo viverlo ancoracon le modalità tipiche del mio paese. La liturgia non cambia, ma è arric-chita dalla tradizione e, soprattutto,dalla partecipazione di tutta la comu-nità. Questa volta, però, per me si ètrattato quasi di un’esperienza nuova,per almeno due motivi. Il primo è chel’ho vissuto in una comunità indi-gena, che ha alcune consuetudini che,pur essendo io messicana, non cono-scevo: per esempio, il venerdì santo,dopo la Liturgia della passione, i fe-deli porgono le condoglianze alla Ver-gine con un rito particolare checonsiste nell’incensare uno a uno lastatua che rappresenta Gesù morto.Sono stata meravigliata nel vederel’ordine, il silenzio, la fede, la compo-stezza in questa cerimonia. Il secondo motivo è che ho portatocon me due ragazze italiane, Serenellae Antonietta, e i miei due nipoti di 16e 14 anni. Per quanto riguarda questiultimi, dico solo che sono stata con-tenta di averli avuti vicini in questaesperienza in cui hanno dovuto con-frontarsi con alcuni disagi, a partireda quello di essere in una comunitàreligiosa con degli orari da rispettare. È stato molto bello vedere le ra-

gazze da subito inserite, come se datempo conoscessero le persone, le abi-tudini, lo stesso cibo così diverso, maper il quale non mostravano la mi-nima meraviglia, quasi avessero sem-pre mangiato in quel modo. Per me èstata una grande gioia ritornare nelmio paese e stare in questa missionecon le mie consorelle, con le genti delposto, le quali, come sempre, sannodimostrare tutta la loro capacità di ac-coglienza, e con le persone che sonovenute con me. Dio mi ha donato un

Triduo pasqualeSettimana santa a San Andres Mixtla, Messico

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TESTIMONIANZE

triduo pasquale e una Pasqua lumi-nosa. La luce e il calore della fede diqueste persone sono un sostegno euno slancio nel quotidiano camminodella vita. Tutti porto nel cuore e inparticolare le due sorelle, Lizeth eFrancisca, che vivono ogni giorno inquella realtà. Prego perché il Signorele illumini e sappiano sempre portarea coloro che incontrano la speranzacristiana e l’annuncio del vangelo chesolo è capace di riempire di gioia esenso la vita. Le persone in quel postopossono anche mancare di comoditàe servizi che per noi sono scontati, mavivono una realtà che per noi non ècosì scontata, come quella della con-divisione e della solidarietà. Di seguito la testimonianza di Se-renella e Antonietta Quest’anno, ad aprile, abbiamoavuto la fortuna di poter visitare lamissione delle Suore Serve di Mariapresso Zongolica, in Messico. Ab-biamo assaporato l’esperienza pa-squale in una realtà ricca di colori.L’accoglienza di suor Lizeth e suorFrancisca e la guida di suor Ada Nellyci hanno aiutato ad integrarci e farcisentire subito parte della comunità,consentendoci di partecipare alle tra-dizioni locali e di condividere mo-menti di gioia e di preghiera. Le giornate sono trascorse rapida-mente tra i preparativi, le celebrazionie le visite alle comunità locali, semprea fianco delle catechiste e degli ani-matori. In tutte le attività abbiamo no-tato una grande partecipazione,ognuno consapevole del proprioruolo e disposto a offrire le propriecompetenze. La mancanza di comodità (ad

esempio, l’acqua calda e l’acqua cor-rente) e le difficoltà linguistiche deldialetto locale non sono state un osta-colo ma uno stimolo all’integrazionee all’accoglienza dell’altro. L’entusia-smo di quei giorni è stato contagiosoe ci ha accompagnato anche nelle set-timane a seguire!

suor Ada Nelly, Serenella e Antonietta

síntesis

Triduo pascual Sor Ada Nelly nos habla de su gra-titud por haber vivido el Triduo dePascua en su tierra natal, después dehaberlo vivido en Italia por 16 años,especialmente la oportunidad de vi-virlo en la Sierra, junto a las hermanasque realizan allí su apostolado, dos jó-venes Serenella y Antonieta y dos desus sobrinos. Nos comparte que la liturgia nocambia, sino que se enriquece con lastradiciones y, sobre todo, con la parti-cipación de toda la comunidad. Apesar de esto, fue una nueva experien-cia para ella debido a su participacionen una comunidad indígena, que tienealgunas tradiciones que no conocía.

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TESTIMONIANZE

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Una de ellas se refiere al Viernes Santo.Después de la liturgia de la Pasión,dan el pésame a la Virgen con un ritotípico que consiste en incensar al di-

funto uno por uno. Ella se sorprendióal ver el orden, el silencio, la fe y lacompostura en este rito. Ella nos confirma: “Para mí fueuna experiencia maravillosa regresar ami país, estar con las hermanas en estamisión, con los lugareños, que comosiempre demuestran toda la capacidadde hospitalidad del anfitrión, con lagente que vino conmigo. Un TriduoPascual y una Semana Santa radianteque Dios me ha regalado. La luz y lacalidez de la fe de estas personas sonun apoyo y un impulso en el caminocotidiano de la vida. La gente de ese

lugar no tienen los serviciosque para nosotros son indis-pensables, pero viven y enuna realidad que no es tanobvia para nosotros de com-partir y ser solidarios”.

Los jóvenes dicen quela falta de servicios necesa-rios como el agua y las difi-cultades del idioma nofueron un obstáculo sino unestímulo para la integracióny aceptación del otro.

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TESTIMONIANZE

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Vi vogliamo comunicare una bellanotizia; un giorno abbiamo incontratoil Signore in luoghi diversi, ci siamociascuna sentite chiamare per nome,gli abbiamo risposto e l’abbiamo se-guito, donando ogni giorno il megliodi noi stesse e cercando di radicarcinegli insegnamenti del nostro grandeMaestro, sicure che lui avrebbe soste-nuto i nostri passi e illuminato la no-stra mente per poterlo servire nelmodo migliore.

La storia di ogni persona è sempreuna storia di cammino e di ricerca.Sulla strada della vita ciascuno cercaDio e Dio gli va incontro per esortarloa camminare con lui, come ha fattocon i suoi discepoli. Così per noisuore: Valeria, Vincenza, Leonia, Ce-

lina e Flavia, che già gode in cielo lapace dei giusti. Abbiamo risposto alsuo invito e, come Andrea e Gio-vanni, con gioia e consapevolezza, ab-biamo lasciato tutto per amarlo conassoluta dedizione attraverso il servi-zio alle sorelle e ai fratelli. Rispondere alla chiamata del Si-gnore è prendere ogni giorno la pro-pria croce e seguirlo, imitare i suoigesti di carità, di misericordia e di ab-negazione, cioè perdere la propria

vita per ritrovarla, perché è solo fa-cendo del bene che si ottiene la gioiae la pace vera. Le vie del Signore sono infinite esempre sorprendono. Da un po’ ditempo aspettavamo la risposta allanostra richiesta di poter partecipare

Risposta gioiosa e consapevoleTi rendiamo grazie Signore per il tuo grande amore

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COMUNITÀ IN CAMMINO

alla celebrazione eucaristica con ilSanto Padre a Santa Marta, ed ecco fi-nalmente fissata la data per il 15 disettembre, giorno giusto per noi Servedi Maria, perché proprio quel giornosi venera l’Addolorata. Terminata lacelebrazione, ognuna ha avuto il suomomento di incontro personale con ilSanto Padre. Indescrivibile è stata lagioia sperimentata. La semplicità delpapa è così grande che in quel mo-mento ci sembrava di parlare con unapersona che ci è sempre accanto. Ilsuo volto sorridente e il suo tratto af-fabile invita al dialogo, se pur breve.Ascoltava volentieri e con attenzioneciò che gli dicevamo. Le sue racco-mandazioni sono state di spargere ilprofumo di Cristo in un mondo scon-volto da conflitti, guerre e povertà enon dimenticarsi di pregare per lui. Con tanta gioia nel cuore, poi, do-menica 24 settembre abbiamo cele-brato il nostro giubileo, nellaparrocchia Beata Vergine della Navi-cella, in Chioggia, mentre, assieme anoi, suor Teresina ha festeggiato i suoi60 di vita consacrata. Un numeroso gruppo di parenti,amici e membri delle comunità par-rocchiali dove siamo inserite o ab-biamo operato negli anni precedenti,si è unito a noi per ringraziare il Si-gnore della nostra presenza e di tuttociò che, con l’aiuto di Dio, abbiamofatto e continuiamo a fare in mezzo aloro. Siamo entrate in chiesa processio-nalmente, portando ognuna una lam-pada accesa che poi abbiamo depostosull’altare. La solenne celebrazione è statapresieduta da monsignor Dino De

Antoni, vescovo emerito di Gorizia, eda altri sacerdoti. Riportiamo alcunispunti della sua riflessione.

Le festeggiate

síntesis

Respuesta gozosa y concienteLas hermanas, que celebraron su ani-versario número 50 y 60 de consagra-ción, nos cuentan cómo el Señor hasontenido sus pasos e iluminado susmentes para poder servirlo de la mejormanera entre los hermanos. Respon-der a la llamada del Señor es tomar lapropia cruz cada día y seguirlo, imi-tando sus gestos de amor, piedad y ab-negación esto es perder la vida paraencontrarla, porque sólo haciendo elbien se obtiene la alegría y la verda-dera paz.La celebración eucarística fue presi-dida por el Excelentísimo Arzobispo

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TESTIMONIANZE

Dino De Antoni, Obispo Emérito deGorizia y otros sacerdotes de la parro-quia de la Navicella en Chioggia. Es-taba presente un numeroso grupo defamiliares, amigos y miembros de lascomunidades parroquiales, dondeellas están presentes o han trabajadoen años anteriores para dar gracias alSeñor, por todo lo que han hecho ycontinúan realizando en medio deellos con la ayuda del Señor. Emocionante e inolvidable fue lacelebración de la Santa Misa en SantaMartha en Roma y luego un saludopersonal al Papa Francisco. Al final dela celebración, cada una tuvo su mo-

mento de encuentro personal con elSanto Padre. Aquí su testimonio. “Indescribible fue la alegría expe-rimentada. La sencillez del Papa Fran-cisco es tan grande que en esemomento te parece estar hablando conuna persona que siempre ha estado atu lado. Su rostro sonriente y su trato ama-ble te invita al diálogo, y si bien esbreve, escucha de buena gana y conatención lo que le se le dice. Sus reco-mendaciones fueron esparcir el olor deCristo en un mundo envuelto por con-flictos, guerras y pobreza, y no olvi-darse de orar por él”.

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ANNIVERSARI

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Vedo nei volti delle giubilanti lagioia, la festa, il ringraziamento perquesto momento della loro vita. Non èfacile comprendere il cammino che viha condotto a questa scelta miracolosa;scelta miracolosa, perché è veramentemiracolosa una vocazione come la vo-stra. A dire il vero, oggi è miracolosaanche la vocazione matrimoniale,quando sia vissuta in tutta serietà, pertutta la vita. Il per sempre resta co-munque pieno di interrogativi. Alla scuola di Maria, avete deside-rato collaborare con amore e dolorealla vittoria di Cristo sul male. Anchecinquanta o sessanta anni fa era diffi-cile lasciar perdere tutto per guada-gnare Cristo. Forse un po’ meno dioggi, quando noi riempiamo i nostriragazzi di cose, li saturiamo, li ingol-fiamo e non facciamo loro guadagnare

la vita. Sono così pieni, sono così figlidell’abbondanza che non sono capacidi desiderare, di attendere, di sperare.Non era così quando eravate giovanidonne. Avete capito allora che dove-vate completare nella carne ciò chemancava ai patimenti di Cristo comeha suggerito l’apostolo Paolo. Realizzando l’armonia tra pre-ghiera e lavoro, avete abitata la vostravita aiutate dalla regola di sant’Ago-stino, ripresa e attualizzata da padreEmilio Venturini e da suor ElisaSambo. E non vi siete scandalizzate sequalche giorno questa vostra vita nonè stata proprio perfetta. San Paolo ci hainsegnato che la vita è una corsa che,dunque, richiede un lungo esercizio,un faticoso tirocinio, perché è un la-voro che bisogna fare su sé stessiprima che sulle cose. Questo è il se-

Gioia, festa, ringraziamentoLa vostra vocazione è amare, custodire, proteggere, prendersi cura

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ANNIVERSARI

greto di una vita religiosa riuscita. Lavita fraterna è difficile, come quella tramarito e moglie, tra genitori e figli,come lo è la vita di una comunità par-rocchiale. Però la vita religiosa rivelasubito il cuore. Capita anche nel matri-monio. E un motivo c’è: uno pensa dicambiare l’altro, ma non pensa di la-sciarsi cambiare dall’altro. BenedettoXVI ha scritto: l’altro si infila quasi inme. Sì, si infiltra e certe volte ci spacca,ci strema l’anima e stravolge la vita.Questo però è l’unico modo per uscireda se stessi. L’ultimo pensiero che vorrei la-sciarvi, e sarò brevissimo, è quello checi ha suggerito la pagina del vangelo.Scegliendo come modello la Madre delSignore nella congregazione delleServe di Maria Addolorata, avete cer-cato di essere come Lei, ai piedi dellaCroce e delle diverse croci che avete in-contrato nella vostra vita. Continuatead essere nel cuore di tutta questagente presente il ricordo o meglio la te-stimonianza viva della sua presenzamaterna. Ai piedi della croce è nata laprima cellula della Chiesa, Maria eGiovanni. Ciò che è stato detto a loro èdetto a tutta la Chiesa. Anche a noiGesù dice: “Ecco tuo figlio”. Lo dice ame, a te, a ciascuno, indicando chiun-que ci cammina a fianco nell’esistenza:“Ecco tuo figlio”. A ciascuno ripete: “Ecco tuamadre”, indicando chiunque ungiorno ci abbia aiutato a vivere, innu-merevoli piccole madri nella nostraesistenza, chiunque ancora oggi ci so-stenga nella vita. E la vostra vocazioneè stata ed è custodire, proteggere,prendersi cura, amare, “prendereMaria” e tutti coloro che vi furono

madre “tra le tue cose care”. Come hafatto Giovanni. Tutti noi abbiamo uncompito supremo: “Custodire dellevite con la nostra vita, soprattutto làdove la vita langue ed è prossima aspegnersi” (Elias Canetti). Questo viha permesso di essere, là dove avetevissuto e vivete, delle soccorritrici, fe-rite, ma anche guaritrici, almeno gua-ritrici dal male di vivere che è l’odio. La vostra vocazione è stata e conti-nua ad essere la maternità. È stare conMaria accanto alle infinite croci dellaterra, dove Cristo è ancora crocifissonei suoi fratelli, per portare conforto elavorare alla redenzione, e lottare con-tro il male. Siate ancora per molti anni“brusio degli angeli” per quanti vi av-vicineranno.

+ vescovo Dino De Antoni

síntesisGozo, fiesta, agradecimiento El obispo celebrante Dino De An-toni ha destacado el compromiso queimplica elegir la vida consagrada,como cualquier otra vocación, cuandose vive con toda seriedad, por el restode la vida. Luego recordó cuál podría ser elsecreto de una vida religiosa exitosa: lavida fraterna. Se piensa en cambiar alotro, pero no se piensa en dejarse cam-biar por el otro. Benedicto XVI escri-bió: el otro está casi en mí. Sí, se nosinfiltra y algunas veces nos rompe,agota el alma y trastorna nuestrasvidas. Pero esta es la única forma de

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RICORRENZE

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salir de uno mismo. Al darse cuenta de la armoníaentre la oración y el trabajo, dijo: “Us-tedes han vivido su vida ayudadas porla regla de San Agustín, retomada y ac-tualizada por padre Emilio Venturini ySor Elisa Sambo. Y no se escandaliza-ron porque algunos días en esta vida

no han sido perfectos”. San Pablo nosenseña que la vida es una carrera, porlo tanto, requiere un ejercicio prolon-gado, una formación fatigosa, porqueantes de trabajar en las cosas, se debetrabajar en uno mismo. El último pensamiento que quisocompartir surge de la página del evan-gelio de María al pie de la cruz. Al ele-gir como modelo, la Madre del Señoren la Congregación de las Siervas deMaría Dolorosa, han tratado de sercomo ella, al pie de la Cruz y de las di-ferentes cruces que han encontrado ensu vida. Continúen a ser en el corazónde todas estas personas presentes el re-cuerdo o más bien el testimonio vivode su presencia materna.

La mattina di sabato 14 ottobre lesuore delle varie comunità italiane, coni laici loro amici e i parenti delle suoremissionarie, sono arrivate a Chioggiaper tempo, sfidando la nebbia che av-volgeva ogni cosa e rendeva difficile laviabilità. Nella comunitàEcce Ancilla si celebravainfatti la giornata missio-naria della Congrega-zione. La giornata è stataanimata da padre EnricoRossi, servo di Maria,che risiede a Siena, inuna comunità interpro-vinciale per il serviziodella pastorale giovanilee vocazionale. Si occupa,da alcuni anni, di giovani

in ricerca e alcuni fanno esperienza dimissione. Un gruppo si è recato in Cilequest’estate. Padre Enrico, che è statomissionario nell’America latina, ci hatrasmesso la sua passione evangelica,mentre ci proponeva il contenuto del

La messe è moltaGiornata missionaria della Congregazione

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RICORRENZE

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messaggio per la giornata missionariamondiale di papa Francesco. Sottoline-ando alcuni passaggi del documento, siè soffermato sull’ultimo comandamentoche Gesù ha dato ai suoi discepoli: “An-date dunque e ammaestrate tutte le na-zioni, battezzandole… io sono con voitutti i giorni, fino alla fine del mondo”(Mt 28,19-20) e con i discepoli anche allaChiesa di tutti i tempi. In forza di questomandato ogni battezzato è chiamato adessere un missionario, un trasmettitoredella propria fede. Non occorre andarein paesi lontani, lo si può essere anchenel pianerottolo della propria casa: sipuò essere missionari condominiali. Il missionario però deve avere una

caratteristica, quella cioè di essere gio-ioso, altrimenti non smuove nessuno. Senon ha il cuore che brucia, non ha den-tro di sé la passione per il regno di Dio,egli non trasmette niente, non attraenessuno. Il vangelo è sempre lo stesso, ma ilmodo di comunicarlo cambia continua-mente e se il missionario non si rinnova

rischia di diventare il guardiano di unmausoleo. I giovani, in particolare, sonoesuberanti e desiderosi di forme nuove.Lo Spirito Santo rende il missionario ca-pace di essere dinamico e di rinnovarsi,è Lui l’animatore di ogni trasforma-zione. I missionari sono sempre uominie donne nuovi. Dio è sempre lo stesso,quello che cambia è la comprensione daparte di noi umani. Da qui la necessitàdi rinnovarsi non solo nel modo diesprimersi, ma anche di testimoniare lapropria fede. L’aspetto personale di adesione allafede si colloca in un contesto di condi-visione con altri. Il credente, e tanto-meno il missionario, non è un solitario,

non può esserlo, anzigli si chiede di pen-sare, lavorare e vi-vere, soffrire e gioireinsieme. Non si con-dividono norme, mapassioni, entusiasmi,capacità di creareforme nuove, mo-menti di preghiera aColui che è il padronedella messe...

Dopo esserci in-trattenuti in queste ealtre considerazioni,siamo passate ad al-cune testimonianze.

Attraverso un filmato abbiamo potutovedere la situazione di alcune missionivisitate durante l’estate dalla priora ge-nerale, suor Umberta Salvadori: la Boli-via, il Messico e il Burundi. Il video ha documentato soprattuttola zona della sierra Zongolica, in Mes-sico, dove due suore, Francisca e Liseth,operano da un anno su richiesta del ve-

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scovo del luogo. La gente leaccoglie con molta benevo-lenza e vede in loro i canaliattraverso i quali possonoraggiungere e coltivare laloro fede. È una zona mon-tuosa dove si arriva conqualche difficoltà, possiamoaffermare che è una ‘perife-ria’. Anche la lingua che visi parla non è quella uffi-ciale, lo spagnolo, ma il na-huati, un’antica linguaazteca, e questo emargina,in un certo senso, le personeche padroneggiano soloquella. Tramite le nostre sorellesi conosce e si invoca ancheil nostro fondatore, padreEmilio Venturini. A RioBlanco madre Umberta haincontrato un ragazzo cheha ottenuto una grazia in-vocando l’intercessione dipadre Emilio, servo di Dio.Il ragazzo ha quattordicianni ed è stato colpito im-provvisamente da un ictusmentre era a scuola, è stato per diversotempo in coma. La sua famiglia e i suoiparenti hanno invocato il nostro fonda-tore e poi anche i compagni di scuola ele loro famiglie, così che tutto il paese hapartecipato a questa preghiera per lui.Dopo due interventi chirurgici è uscitodal coma ed è potuto tornare casa sua. In Burundi si è sottolineato unevento gioioso e promettente: la profes-sione temporanea delle prime suore diorigine africana. Il 14 ottobre ricorreva il novantase-iesimo compleanno di madre Ottaviana

Salvadori, la quale, quando era prioragenerale aprì la prima missione delMessico, dopo che avevamo ottenutol’approvazione pontificia. Si è coltadunque questa occasione per festeg-giare assieme anche questa ricorrenza.Durante il pranzo, condiviso con le/ipartecipanti alla giornata missionaria,abbiamo goduto volentieri per la festadi compleanno, come coronamentodella convivenza.

suor Chiara Lazzarin

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RICORRENZE

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RicordiamoAttraverso la preghiera di suffragio e il nostro affetto:

Lina Ruiz Rodriguez, Natalina Boschetti Lionello, Carmela e Laura Biscaro, Elpidio Laureano León, Marco Corrado Voltolina, Renzo Marangon, Luigia Zennaro,

Giovanni Voltolina, Francesco Bellan, Radames e Massimo Ricatti, Clodovea Donaggio,Francesco e Mariano Andreatta, defunti famiglie Sintoni e Rubbi

síntesisLa mies es mucha El 14 de octubre, se celebró en la co-munidad de Ecce Ancilla la jornada misio-nera de la Congregación, animada por elPadre Enrico Rossi, siervo de María, queen el pasado fue misionero en América

Latina. Estuvieron presentes hermanas,parientes y amigos de la congregación. El padre nos trasmitió su pasión mi-sionera, y nos expuso el contenido delmensaje para la jornada mundial de lasmisiones del Santo Padre Papa Francisco.Comentando el pasaje del Evangelio deMateo 28,19-20: “Id y enseñad a todas lasnaciones, yo estoy con vosotros todos losdías hasta el fin del mundo”, nos recordóque con la fuerza de este mandato todobautizado está llamado a ser un misio-nero, un transmisor de su propia fe. Notiene que ir a países lejanos, puede ser mi-sionero incluso en el su casa; puede sermisionero de condominio. El EspírituSanto hace que el misionero sea capaz deser dinámico y renovador, es el animadorde cada transformación. La priora general compartió con laasamblea su experiencia misionera du-rante la visita a las comunidades en lamisión de México y Burundi, África. Através de un video, documentó principal-mente el área de la Sierra, Zongolica, Mé-xico, donde dos hermanas, sor Franciscay sor Lizeth, han estado trabajando du-rante un año por encargo del obispo dellugar. Las personas las acogen conmucha benevolencia y ven en ellas unmedio a través del cual pueden alcanzary cultivar su fe. De Burundi se subrayó un evento es-pecial: la profesión temporal de las prime-ras hermanas de origen africano. Unevento gozoso y prometedor.

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Il giorno 2 di ogni mese alle ore 18.00, nella Basilica di San Giacomo in Chioggia,esprimiamo la nostra venerazione a padre Emilio con la celebrazione dell’Eucaristia,

in modo particolare il 2 dicembre, anniversario della morte.

Per immagini, biografie, comunicazioni di grazie, offerte per la causa, rivolgersi a:Postulazione Serve di Maria Addolorata

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