KENIA DA RECORD - Venice Marathon · di Samoei e si è presentato tutto solo sul traguardo...

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Registrazione tribunale di Milano n.614 del 16 ottobre 2008 - www.atleticaweek.it Direttore Responsabile: Cesare Monetti Lunedì_26 ottobre 2009 - anno 2 ° - n. 35 euro 1,70 - COPIA OMAGGIO Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70%-DCB Milano Hanno vinto tutti N el pieno della stagione delle corse su strada Atletica Week è reduce da un autentico successo alla Venicema- rathon. O meglio la Venicemarathon è stato un auten- tico successo. Normale quindi che lo sia stato per tutti coloro che ne hanno preso parte, in tutte le sue forme e modalità. Un successo per Atletica Week che è stato omaggiato in migliaia di copie ai partecipanti catturandone l’attenzione, un successo per gli espositori dell’expomarathon che sono potuti entrare in con- tatto con almeno 15mila persone, un successo per Oscar Pisto- rius che ha partecipato alla Family Run e che per un’ora il sabato pomeriggio allo stand di Groupama Assicurazioni ha in- contrato i partecipanti firmando centinaia di autografi. Un suc- cesso anche per Alex Zanardi, un grande uomo prima di essere un grande atleta, che con le braccia ha spinto la sua hand-bike e coperto la strada che va da Villa Pisani a Riva Sette Martiri in poco più di un’ora andando a conquistare il primo gradino del podio. Un successo per il Kenia che fa tripletta nella gara ma- schile e si aggiudica anche la gara femminile, un successo per gli organizzatori che hanno visto tagliare il traguardo al primo classificato con un record della gara (2h08’13) dunque vedendo ripagati gli sforzi e le trattative con i manager per avere nella starting-list atleti di caratura mondiale. Il 2h08’ a Venezia con la durezza dei 13 ponti concentrati negli ultimi 6 chilometri vale almeno un minuto in meno rispetto ad una gara su un per- corso più piatto. Un successo per i 6.491 runners che hanno de- ciso di iscriversi con anticipo per non mancare l’appuntamento a Stra per vivere l’emozione della partenza e ancora più godere della fatica dei ponti e dello splendore del sole sul rettilineo fi- nale che è unico al mondo in quanto a scenario. Hanno vinto tutti. Anche chi ancora intorno alle 5 ore macinava chilometri sul ponte che collega Mestre a Venezia con passo stanco e fare silenzioso, ma con tanta volontà e fermezza. Ha vinto chi ci ha creduto di più e in questa festa di quattro giorni che è stata la Venicemarathon in tanti ci hanno creduto. E hanno vinto. L’appuntamento ora da non perdere è per il 25° anniversario nell’ottobre 2010. L’EDITORIALE di Cesare Monetti KENIA DA RECORD

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Registrazione tribunale di Milano n.614 del 16 ottobre 2008 - www.atleticaweek.itDirettore Responsabile: Cesare Monetti

Lunedì_26 ottobre 2009 - anno 2° - n. 35 euro 1,70 - COPIA OMAGGIO

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Hanno vinto tutti

Nel pieno della stagione delle corse su strada AtleticaWeek è reduce da un autentico successo alla Venicema-rathon. O meglio la Venicemarathon è stato un auten-

tico successo. Normale quindi che lo sia stato per tutti coloroche ne hanno preso parte, in tutte le sue forme e modalità. Unsuccesso per Atletica Week che è stato omaggiato in migliaia dicopie ai partecipanti catturandone l’attenzione, un successo pergli espositori dell’expomarathon che sono potuti entrare in con-tatto con almeno 15mila persone, un successo per Oscar Pisto-rius che ha partecipato alla Family Run e che per un’ora ilsabato pomeriggio allo stand di Groupama Assicurazioni ha in-contrato i partecipanti firmando centinaia di autografi. Un suc-

cesso anche per Alex Zanardi, un grande uomo prima di essereun grande atleta, che con le braccia ha spinto la sua hand-bike ecoperto la strada che va da Villa Pisani a Riva Sette Martiri inpoco più di un’ora andando a conquistare il primo gradino delpodio. Un successo per il Kenia che fa tripletta nella gara ma-schile e si aggiudica anche la gara femminile, un successo pergli organizzatori che hanno visto tagliare il traguardo al primoclassificato con un record della gara (2h08’13) dunque vedendoripagati gli sforzi e le trattative con i manager per avere nellastarting-list atleti di caratura mondiale. Il 2h08’ a Venezia conla durezza dei 13 ponti concentrati negli ultimi 6 chilometrivale almeno un minuto in meno rispetto ad una gara su un per-

corso più piatto. Un successo per i 6.491 runners che hanno de-ciso di iscriversi con anticipo per non mancare l’appuntamentoa Stra per vivere l’emozione della partenza e ancora più goderedella fatica dei ponti e dello splendore del sole sul rettilineo fi-nale che è unico al mondo in quanto a scenario. Hanno vintotutti. Anche chi ancora intorno alle 5 ore macinava chilometrisul ponte che collega Mestre a Venezia con passo stanco e faresilenzioso, ma con tanta volontà e fermezza. Ha vinto chi ci hacreduto di più e in questa festa di quattro giorni che è stata laVenicemarathon in tanti ci hanno creduto. E hanno vinto.L’appuntamento ora da non perdere è per il 25° anniversarionell’ottobre 2010.

L’EDITORIALE di Cesare Monetti

KENIA DA RECORD

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2 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]

In una giornata calda e soleggiata in

6500 hanno scelto di essere al via della

Venicemarathon. Davanti a tutti a dare

l’esempio un esercito di atleti keniani che

sono stati autori di una straordinaria tri-

pletta maschile. A tagliare per primo il tra-

guardo è stato John Komen che con un va-

lido 2h08’13” ha siglato il nuovo record

della gara, battendo il precedente record

2h08’49” di David Makori che resisteva

dal lontano 2002. La gara è partita subito

a un ritmo elevato sotto la guida delle lepri

Taragon e Kirwa che hanno portato il

gruppo di testa a transitare in 1h04’22” a

metà gara. Il gruppo, composto da una de-

cina di atleti tra cui tutti i favoriti della vi-

gilia a partire da Lomala vincitore del-

l’anno scorso, Chebet vincitore quest’ anno

della maratona di Padova, Cherono, Kuzin

unico bianco che poteva impensierire gli

atleti degli altipiani, Samoei e Komen, ha

marciato compatto fino al 30°km quando

sono uscite di scena le lepri insieme a Che-

bet alle prese con problemi di stomaco.

Con un parziale di 5km sotto i 15’ sono

stati proprio Komen e Samoei a lasciare la

compagnia e involarsi da soli verso il tra-

guardo di Riva Sette Martiri. Alle loro

spalle Cherono seguito da un Kuzin in ri-

monta e in scia Lomala e Kibet, fino a

quando verso la fine del lungo ponte della

libertà il 32enne Komen proseguendo a un

ritmo di 3’ al km ha fiaccato la resistenza

di Samoei e si è presentato tutto solo sul

traguardo circondato da due ali di folla con

il nuovo record del percorso. Secondo Sa-

moei tesserato per la Co-Ver Sportiva Ma-

pei con il tempo di 2h10’09” e terzo Che-

rono in 2h10’19”. Quarto il primo bianco,

l’ucraino Aleksandr Kuzin, in 2h10’54”

davanti a Lomala. I migliori italiani al tra-

guardo, seppur molto staccati dai primi,

sono stati Pasquale Rutigliano tesserato

per l’Esercito ottavo classificato in

2h20’18”, Tommaso Vaccina dell’Athletic

Terni nono classificato in 2h21’19” e Zan-

can Stefano decimo classificato in

2h21’33”.

FINALMENTE

Kenya anche tra le donne grazie alla vitto-

ria di Anne Kosgei in 2h27’46” che è riu-

scita finalmente a imporsi a Venezia dopo

DELUSIONE

Giovanna Volpato al rientro sulla distanza

ha probabilmente pagato la forte partenza

iniziale terminando la prova all’ottavo po-

sto in 2h32’15”. Da segnalare che la prova

femminile è stata di altissimo livello tec-

nico con ben quattro atlete scese sotto il

muro delle 2h30’00”.

ALEX

Alex Zanardi ha messo la ciliegina su

questa splendida giornata vincendo la sua

prima Venicemarathon nella gara di hand-

bike in 1h13’56”. “Ci speravo molto inquesto risultato! Non posso dire che neero sicuro, ma ci speravo. Sono uscito distrada al Parco San Giuliano dopo unacurva e mi è caduta tre volte la catenama non mi sono perso d’animo, anzi horicominciato a spingere come un dan-nato.”Dietro di lui Mauro Cattai (1h14’54”) e

Cristiano Picco (1h30’06”).

una collezione di secondi posti nel 2002,

nel 2007 e nella scorsa edizione. La gara

femminile è stata una gara molto bella e

combattuta che ha avuto come lepre la ma-

ratoneta azzurra Bruna Genovese impe-

gnata in un test in vista della ormai pros-

sima maratona di Yokohama .Il gruppo di

testa è transitato a metà gara in 1h13’42”

composto da 11 atlete tra cui anche Gio-

vanna Volpato che è rimasta con le prime

fino al 25°km. Il gruppo è andato sgranan-

dosi fino a che son rimaste al comando

due atlete: l’etiope Yal Koren e la keniana

Anne Kosgei. Proprio quest’ultima a pochi

chilometri dal traguardo è riuscita a stac-

care la compagna di testa guadagnandosi

l’applauso da vincitrice, seconda la Yal

Koren che era al debutto sulla distanza in

2h28’41” precedendo di soli 5” la russa

Samokhalova autrice di una grandissima

rimonta negli ultimi chilometri.

Dominio keniano e record della maratona.

Mentre rimane delusa Giovanna Volpato: “La maratona dovrebbe essere come la matematica:

se i calcoli sono giusti, tornano.

Invece oggi non è stato così e purtroppo non capisco neppure il perché”

di Matteo Vecchia Record e calcoli sbagliatiLa 34enne veneziana tesserata per l’As-sindustria Sport Padova allenata da MarioDel Giudice era al ritorno sulla maratonadopo la vittoria dello scorso anno a Fi-renze e quindi prima maratona del 2009anno che per lei è stato costellato da pro-blemi fisici.In gara ha corso egregiamente fino al25°km rimanendo a contatto con le primee con un tempo intermedio che le davauna proiezione poco superiore alle 2h27’per poi incominciare a rallentare notevol-mente e il suo ritmo al chilometro pas-sava da 3’30” a più di 3’40” e questo caloha appesantito il suo tempo finale.Il tempo di 2h32’ non è probabilmentequello che si aspettava ed è molto lon-tano dal suo record personale ma non ècertamente un brutto risultato soprattuttose si tiene in considerazione che Gio-vanna è stata lontana dalla maratona perquasi un anno e quindi può essere unbuon punto di partenza per la prossimastagione.

GiovannaVolpato

Venezia un grande evento sportivo

A Venezia la maratona ha visto al via 6491corridori e l’evento ha avuto come testimo-nial il sudafricano Oscar Pistorius protago-nista insieme a Zanardi di numeroseiniziative collaterali a sfondo sociale come“Venezia accessibile” ,la “Run For Water” ela” Family Run” che sabato ha visto al viapiù di 10.000 persone. Inoltre La maratonadi Venezia si può fregiare della”Silver LabelIaaf” e l’anno prossimo sarà la sede deicampionati italiani di specialità.

Alex Zanardi vince la Venice Marathon

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3Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]

GIOVANNA VOLPATO

E’ stata una giornata che mi ha lasciato pa-

recchio l’amaro in bocca. Le mie aspetta-

tive erano completamente diverse e aspi-

ravo al mio record personale sulla distanza

visti gli esiti degli ultimi allenamenti svolti

col mio tecnico Mario Del Giudice. Ero

veramente pronta per il grande risultato e i

lavori parlavano chiaro. Avevo curato ogni

minimo dettaglio, dall’abbigliamento da

gara all’alimentazione, allo “scaricare”

bene e assai attentamente in questi ultimi

giorni. Parlerei di oggi come giornata-no,

una giornata che aveva dato i primi segnali

già dopo 15km quando ho capito di avere

una piccola vescica sotto un piede. Il pas-

saggio alla mezza maratona (1h13’40”) è

stato poco più veloce del previsto ma ho

voluto osare per non rimanere sola e allo

scoperto nell’arrivare a Venezia: non ho

volutamente voluto partire troppo piano.

D’altronde, la partenza anticipata di noi

donne ha un pò sconvolto i piani tattici di

ognuna e non rimanere sole al vento di-

ventava un obiettivo importante. La con-

dotta di gara che Bruna Genovese (prima

lepre fino alla mezza) è stata ineccepibile

per 20km e sono riuscita a correre a

3’30/km come mi ero prefissata. Un par-

ziale della Genovese a 3’22”/km intorno

alla mezza, ha creato quel piccolo gap di

ritardo tra me e le africane che ho provato

in più modi a recuperare ma senza esito.

Sentivo anche i polpacci rigidi che non mi

permettevano di adottare e sviluppare a

pieno quella che è la mia meccanica di

corsa usuale. Fare quasi tutta la seconda

metà gara da sola è stata parecchio dura e

solo il pensiero di poter superare qualcuna

delle africane davanti mi faceva stare con-

centrata. Una piccola disavventura a 3 ponti

dal traguardo quando sono accidentalmente

scivolata in discesa: mi sono rimessa di

buona lena per provare a superare la ke-

niana Toroitich ma purtroppo per un inerzia

non ce l’ho fatta.

Mai mi sarei aspettata di arrivare ottava a

Venezia: come già detto sopra le mie aspet-

tative erano ben altre e non posso nascon-

derlo di essere un pò delusa dalla mia pre-

stazione odierna. Un 2h32’ che rimane il

mio terzo tempo di sempre sulla distanza.

Mi aspetta adesso un periodo di riposo per

recuperare morale e anche il fisico visto

che negli ultimi chilometri mi sono sentita

un po’ affaticata.

BENSON CHERONO

terzo classificato

Nel complesso sono soddisfatto della mia prestazione. Per vari

motivi era da un po’ che non correvo la maratona ed essere

tornato a Venezia, con un percorso cosi duro nel finale, a correre

subito sul piede del 2h10’ è un buon punto di ripartenza per il fu-

turo. Per oggi mi dispiace solamente aver sofferto già da subito

di un fastidioso mal di schiena che mi ha condizionato per tutta

la gara.

ANNE KOSGEI

prima classificata donne

Venezia mi porta sempre bene ed è la maratona che da anni

adoro. C’è qualcosa di magico in questa città che mi accompa-

gna ogni volta che ci vengo, e questa è la mia quarta volta. Ero

molto preparata per la gara di oggi e ci tenevo veramente a

centrare il bersaglio grosso. Tutto ha funzionato per il verso

giusto: ho mantenuto una condotta tattica e prudente fino alla

mezza maratona per poi andare in un progressivo assolo. Sod-

disfazione ancora maggiore per avere centrato proprio nella

mia adorata Venezia il mio nuovo record personale sulla di-

stanza.

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“Sono delusa, avevo curato

ogni dettaglio!”

di Alberto Stretti

John Komen atleta keniano di 32 anni

è alla sua terza maratona in carriera

oltre ad essere stato il vincitore è stato

senza dubbio il protagonista della gara di-

mostrando fin dalle prime battute di voler

vincere a tutti i costi. Dal 30°km in poi ha

fatto di tutto per staccare i suoi avversari

con una corsa molto elastica e potente. E’

stato premiato con la vittoria e con uno

straordinario tempo, molto vicino al suo

record personale (2h08’06”) che gli è valso

il record della manifestazione. Un crono

che in una maratona dal percorso più sem-

plice vale almeno qualche decina di secondi

in meno.

Dietro alla grande prova di John Ken Ko-

men ci sono il manager Gianni Demadonna

e l’allenatore Gabriele Nicola che ha com-

mentato così la vittoria del suo allievo alla

maratona di Venezia.

Ti aspettavi questa vittoria e il record

della gara?

Ci siamo allenati per cinque mesi per vin-

cere e fare il record della gara. Ero molto

fiducioso ma quanto ha fatto John oggi è

una cosa enorme. Ha corso gli ultimi 12.195

metri in 36'08 con i ponti (2'57.7/km, ndr)...

Cosa ti faceva essere così ottimista?

John era più veloce, più resistente e più

consapevole dei suoi mezzi come mai

prima in carriera...E nelle ultime due gare

aveva corso in 2h08' e pochi. Questi erano

buoni indizi!

Che atleta è John Komen?

Un mediocre talento con un cervello e una

professionalità speciali... E’ una persona

che sa imparare dai propri errori.

John Komen: una vittoria italiana

Un po’ di numeri in attesa delle nozze d’argentoGli stranieri hanno rappresentato il 20,5% degli iscritti e 55 sono statele nazioni presenti. La più rappresentata, dopo l'Italia che conta ben5092 iscritti, è stata la Francia con i suoi 298 atleti, seguita da GranBretagna (216 atleti) e Germania (147), mentre la regione italiana piùrappresentata è ovviamente il Veneto con 2164 iscritti, di cui 710 dellaprovincia di Venezia, 525 di Treviso e 480 di Padova, seguita da Lom-bardia con 1059 e in terza fila con un notevole distacco l’ Emilia Ro-magna con 322. Hanno tagliato il traguardo in 5558 atleti. Il corridorepiù anziano è stato un maratoneta italiano di 80 anni mentre le mara-tonete più mature sono state un’italiana ed una straniera, entrambedi 70 anni. Sono stati ben 18 gli atleti che oggi hanno compiuto glianni. L’ultimo a tagliare il traguardo è stato l’ipovedente Norberto e

Katia che hanno chiuso la loro avventura in 6h24’24”. RISTORI - Lungo il percorso ci sono stati punti di ristoro ogni 5 km,per i quali sono stati impiegati oltre 60.000 bottiglie di Acqua San Be-nedetto e 60.000 bottiglie di Powerade. A partire dal ventesimo chilo-metro oltre agli integratori liquidi gli atleti sono state fornite 30.000confezioni di biscotti Palmisano e i 4 tonnellate di frutta fresca offertadalla Coldiretti. Il ristoro finale è stato arricchito anche dai prodottiAlpro Soya e Yakult. VOLONTARI - Una maratona anche di numeri quella di oggi che havisto oltre 2000 volontari in azione, 450 rappresentanti delle forzedell’ordine, 16 ambulanze pronte ad intervenire lungo il percorso, 3postazioni fisse di soccorso, 2 idroambulanze.

Hanno detto...Giovanna Volpato ai microfoni RAI

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4 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]

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5Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]

in una gara straordinaria a livello crono-

metrico (in sei atleti sotto le 2h07’), in

cui ottenne il primato personale, cor-

rendo in 2h06’53’’, fa pensare a un suo

possibile nuovo miglioramento della pri-

mato personale ed è per questo che ab-

biamo deciso di sentirlo al telefono nella

sua casa di Nandi Hills a pochi giorni

dalla partenza per la Corea.

David, come stai? Com’è andata la

preparazione?

Mi sento bene, la preparazione, se-

guendo i consigli e i programmi

di Gabriele Nicola, è filata liscia

a parte una lieve malaria a fine

luglio. Mi pare di essere pronto

per fare una bella gara.

Dove ti sei allenato e

chi sono i tuoi com-

pagni quotidiani di

fatica?

Da sempre mi al-

leno a Nandi

Hills, anche se

per qualche la-

voro qualificato mi

muovo in altri luoghi come

la pista di Kapsabet, l’ae-

roporto di Eldoret e per i

lunghissimi forti vado a

Ziwa. Con Gabriele abbiamo

scelto di avere un gruppo di

cinque fidatissimi compagni di

allenamento. Un paio di gio-

vani, che mi fanno da pacer, e

altri tre atleti di buon livello (Jo-

seph Ngeny, terzo a Eindhoven due

settimane fa in 2h08’10’’, Paul Sa-

moei, terzo a Torino in primavera e

Nixon Machichim, primo a Graz

2009). Non voglio “gare” in allena-

mento e nei gruppi grandi capita

troppo spesso…

Hai visto la starting list di Seoul.

Temi qualcuno in particolare?

Che gara ti aspetti?

Non guardo mai la lista dei miei

avversari anche se rispetto tutti. In

quanto alla tattica di gara, spero che i

pacer facciano il loro lavoro sino ai

30/32 km a un ritmo regolare da

2h06’30’’ (3’/km, ndr), poi mi auguro

che le gambe e la testa rispondano come

devono quando inizierà la vera mara-

tona… In primis ci tengo a vincere ma,

se il meteo sarà clemente, mi piacerebbe

anche correre il mio nuovo primato per-

sonale.

Si correrà in Asia, lunghissimo viag-

gio, fuso orario, cibo molto diverso.

Temi tutto questo?

Onestamente no. Ho già corso due volte

la maratona di Pechino e mi trovai bene.

Due giorni di belle dormite quando si

arriva là mi hanno sempre consentito di

sentirmi bene, spero accada anche sta-

volta.

Infine, una curiosità: vedendo il tuo

curriculum, si nota un significativo

progresso nelle tue performance nelle

ultime due stagioni. Cosa è capitato,

come te lo spieghi?

A mio parere le ragioni sono tre. In pri-

mis, nel precedente management, causa

la presenza di molti campioni, ero uno

dei tanti, con la Demadonnathletics mi

sento un numero uno e questo mi dà una

carica extra. In secondo luogo, ho trovato

un feeling umano con il mio allenatore,

che non avevo mai avuto con nessuno

prima. Infine, tecnicamente ora ci sono

più recuperi tra una sessione qualificata

e un’altra e questo mi aiuta molto. Ma

vedo che anche il mio compagno di trai-

ning Joseph Ngeny ha avuto gli stessi

benefici. Non sono un allenatore ma in-

comincio a credere che questa strada sia

quella giusta un po’ per tutti…

JoongAang Seoul Marathon, un

nome strano cui risponde la mara-

tona di Seul, che avrà luogo dome-

nica prossima, 1° novembre. E’ una delle

più grandi maratone che si tengono in

Asia ed è una di quelle che ha saputo

più di altre aumentare il numero

di partecipanti in pochi anni.

Quest’anno ne sono attesi più di

20.000. Anche dal punto di vista

tecnico, ad ogni edi-

zione, questa mara-

tona ha migliorato

la qualità delle

performance rea-

lizzate e ha invi-

tato atleti di alto

livello internazio-

nale, che hanno

ottenuto risultati

cronometrici tali

da porre questo ap-

puntamento tra i più at-

tesi.

Il cast di atleti 2009 ri-

spetta questo criterio e im-

portanti nomi saranno al

via. I tre più accreditati nei

favori della vigilia appaiono

David Kiyeng, Paul Kirui e

David Mandago. Atleti che

vantano un personale di

2h06’. Dei tre, sul piano cro-

nometrico, Kiyeng vanta il

migliore personal best

(2h06’26’’) e in questa gara

rispetto a Mandago ha un

vantaggio psicologico dato

dalla migliore prestazione otte-

nuta a Parigi nella primavera

scorsa, in cui i due atleti si sono

scontrati direttamente. Tra i due

potrebbe mettersi proprio Kirui, che

vanta sì un 2h06’44’’, ma ottenuto qual-

che anno fa. La crescita continua nelle

performance e la straordinaria costanza

dei risultati di Mandago, dallo scorso

anno in cui arrivò primo ad Amburgo in

2h07’23’’, poi secondo a Chicago in

2h07’37’’ e, in primavera, sesto a Parigi

“Niente garein allenamento.

Questo il segreto”

DAVID MANDAGO

di Alessandra Ramella Pairin

Chi è DAVID MANDAGODavid Mandago, 31 anni di Nandi Hills (luogo famoso per le piantagioni di tè a 45 km da El-doret), sposato con una bambina di 3 anni e mezzo, Radcliffe (“l’ho chiamata così come buonauspicio affinché diventi un giorno una campionessa”, ama ripetere papà David…), un per-sonale sulla maratona di 2h06’53’’ (Parigi 2009) è uno dei favoriti della JoongAng Seoul Ma-rathon, in programma domenica prossima.

ho trovato un feelingcon il mio allenatore,che non avevo mai avutocon nessuno

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6 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]

1_Come considera l’ attuale situazione

del settore assoluto nel mezzofondo?

Da quanto emerso nei campionati Mondiali

di Berlino direi che ci sono stati dei risultati

positivi e altri in controtendenza. Silvia

Weissteiner ed Elisa Cusma sono arrivate

all’appuntamento iridato in condizione. Un

po’ meno Elena Romagnolo dalla quale, es-

sendo stata finalista ai Giochi di Pechino,

ci si aspettava di più. Porremo particolare

attenzione su atleti della classe 1985-87 tra

i quali, nel settore maschile, Stefano La

Rosa e Daniele Meucci. Poi avremo gli oc-

chi puntati su Andrea Lalli. Nel mezzo-

fondo veloce Christian Obrist in questa sta-

gione ha avuto problemi e non è risultato in

forma smagliante ma si pensa che nel 2010

potrebbe vivere un anno positivo. Lukas

Rifesser ha confermato il suo valore negli

800 e puntiamo a portarlo a correre in 1’45”.

2_I giovani?

Mario Scapini ha dato prova di grande effi-

cienza ed energia positiva e Giordano Be-

nedetti ha avuto il citomegalovirus, pro-

blema non ancora risolto, che l’ha debilitato.

Poi a livello di giovanissimi direi che ai

Mondiali di Bressanone Under18 si è visto

un buon movimento. Inoltre brava nelle

siepi la junior Giulia Martinelli.

3_Progetti per il futuro?

Punteremo sul Progetto Talento che la Fidal

ha istituito nel 2004/2005 e poi sul progetto

di Riva degli Etruschi in Toscana dove pe-

riodicamente convocheremo i migliori gio-

vani. Anche i rapporti con la scuola sono

basilari e in questo ambito devo dire che la

mia regione, il Trentino, è all’avanguardia.

4_Rapporti con i tecnici di club?

Credo nella valorizzazione del connubio

tecnico-atleta. I tecnici che credono nel Pro-

getto Talento sono molto costanti nella loro

partecipazione. La finalità è che gli interessi

societari e quelli federali coincidano.

deve nascere la

voglia di miglio-

rarsi.

8_Cosa le re-

gala l’atletica e

il mezzofondo

in particolare?

L’atletica e il

mezzofondo sono

la mia vita. Sono

talmente innamo-

rato di questa disci-

plina che non po-

trei nemmeno

pensare di farne a

meno. Ho avuto

tanto dall’atle-

tica sia a livello di formazione per-

sonale, sia a livello di amici-

zie e di conoscenze. Amo

il mio lavoro anche come

insegnante di educazione

fisica. Dopo i Mondiali

di Berlino ero un po’ ab-

bacchiato per l’atletica in

generale. Ovviamente le

medaglie sono sempre

fonte di “ossigeno” per

l’ambiente e

danno co-

r a g g i o

nell’affron-

tare le dif-

f i c o l t à .

Credo che

sia neces-

s a r i o

tornare

ai vec-

c h i

v a -

l o r i :

f a t i ca ,

sacrificio e

costanza sono la

base per puntare

a piani duraturi

di crescita del

settore.

di Giuliana Cassani

Otto domande a Piero Endrizzi

responsabile nazionale

del settore mezzofondo

Chi è PIERO ENDRIZZI: insegnante di educazione fisica, da treanni responsabile nazionale del settoremezzofondo in collaborazione con SilvanoDanzi e Gianni Ghidini con i quali segue gliatleti di interesse nazionale sin dal settoregiovanile fino al settore assoluto. Per quin-dici anni Endrizzi ha operato nel settore na-zionale giovanile.

Testa e faticaMEZZOFONDO

Daniele Meucci

foto

di G

ianca

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olom

bo p

er O

meg

afot

ocro

nach

e

5_Dove sono dislocate le migliori ‘scuole

di mezzofondo’?

Interessanti centri sono a Milano con Gior-

gio Rondelli, a Mogliano Veneto con Faouzi

Lahbi ma anche a Trieste e in Puglia c’è un

buon movimento.

6_Su quali nomi si punterà per la pros-

sima stagione agonistica?

Primo appuntamento importante sarà con i

campionati Europei di Cross di Dublino per

i quali selezioneremo gli atleti in base ai ri-

sultati di Osimo, Volpiano e Condino. Poi

ci saranno i Mondiali indoor a Doha in

Quatar dal 12 al 14 marzo e i Campionati

del Mondo di Cross a Bydgoszcz il 28

marzo. Inoltre nella prossima stagione ci

saranno i Mondiali Juniores in Canada dal

19 al 25 luglio. Per la categoria allievi-e e

promesse organizzeremo incontri con atleti

di altre nazioni. A livello assoluto, punto

fisso saranno gli Europei di Barcellona per

i quali il CT procederà alle convocazioni

in base al conseguimento dei minimi di par-

tecipazione.

7_La giusta mentalità del mezzofondi-

sta?

Deve avere una grande forza psichica e una

volontà ferrea animata dalla passione e dalla

voglia di fare fatica. L’allenamento deve

essere fonte di gioia e di divertimento e

Page 7: KENIA DA RECORD - Venice Marathon · di Samoei e si è presentato tutto solo sul traguardo circondato da due ali di folla con il nuovo record del percorso. Secondo Sa-moei tesserato

7Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]

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8 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]

Aqualche giorno dalla maratona della

Grande Mela è interessante cono-

scere le aspettative di uno dei mag-

giori pretendenti al podio, Jaouad Gharib.

Dove ti alleni solitamente?

Dipende dal momento della mia prepara-

zione, talvolta a Rabat, dove vivo, ma solo

nei periodi di allenamento in cui non devo

lavorare sulle quantità o fare dei ‘lavori’

specifici. Sto a Rabat quando rincomincio

gli allenamenti dopo la pausa che segue la

maratona oppure prima di correre. Qui mi

rilasso e recupero, altrimenti solitamente

tutta la preparazione specifica avviene vi-

cino a Ifrane. Una volta vivevo in un piccolo

hotel situato su una pista da sci. Per me era

la migliore soluzione, perché d’estate non

c’era la neve e questo luogo era poco fre-

quentato e io riuscivo a concentrarmi e nes-

suno mi disturbava. Preferivo stare da solo

o con un compagno di allenamento e correre

sui sentieri lì intorno. Ora, invece, ho cam-

biato e ho scelto una soluzione più confor-

tevole, ecco perché ho affittato un apparta-

mento vicino a Ifrane. E’ lì che ho preparato

New York, Londra e Pechino.

Quanti chilometri corri alla settimana ?

Dipende dalla fase dell’allenamento, ma

considera che nella parte centrale corro circa

240 km alla settimana. La maggior parte di

questi sono a ritmo elevato.

Cosa ti aspetti da New York?

Vado a New York con la volontà di vincere.

Credo di avere la possibilità e le capacità

per farlo. Certo che in una gara lunga e dif-

ficile come la maratona, tutto deve essere

perfetto. Ho subito un piccolo infortunio

durante la mia ultima gara, la Great North

Run in Gateshead, ma si è risolto tutto e

dopo quell’episodio la mia preparazione è

andata bene. Vado a New York pronto e so

che sono uno dei più attesi. E’ un percorso

impegnativo, molto movimentato e ritengo

che sia perfetto per me. A me piacciono le

sfide stimolanti.

Tra gli avversari, chi temi di più?

Non voglio sembrare arrogante, ma non ho

paura di nessuno. Ho grande rispetto per

tutti gli atleti che

partono con me

nelle gare. Per

esempio, credo che

Martin Lel sia un

atleta fantastico e lo rispetto molto anche

come persona. Lui è un uomo per bene e

un ottimo professionista. Quando eravamo

a Londra per la maratona ad aprile, a me è

spiaciuto molto che lui non

potesse correre per un infor-

tunio. Quando sei inserito

nella starting list di

una maratona

Major, l’unico desi-

derio che hai, è di

correre con i migliori

“Per vincere a New York corro 240 km alla settimana a ritmo elevato” queste la parole del marocchino Jaouad Gharib vice campione olimpico

di Alessandra Ramella Pairin

Chi è JAOUAD GHARIB Il vice campione olimpico di Pechino e ildue volte campione del mondo sulla mara-tona Jaoud Gharib detiene anche il recordnazionale del Marocco sia sulla mezza ma-ratona sia sulla doppia distanza. A trenta-sette Gharib mantiene un livello agonisticomolto elevato, avendo fatto segnare ancheil suo personale nella maratona di Londradello scorso aprile. 2h05’27’’ il suo recordsulla 42 km.

Il percorso: freddo in partenza…fatica vera a Central Park.Ma ti cambia la vita

Il giorno della maratona a New York è una delle più bellegiornate dell’anno nella Grande Mela. Una delle città piùcosmopolite del mondo lo diventa ancora di più con l’ar-rivo di oltre 40.000 persone da un centinaio di Nazioni.Tutti corrono tra le sue vie, disegnando un serpentoneumano di 26 miglia, o meglio 42 chilometri, attraverso icinque borough, che la compongono. All’entusiasmo eall’energia dei concorrenti si aggiungono la simpatia e ilcoinvolgimento del pubblico, che applaude conoscenti esconosciuti allo stesso modo. Tutto ha inizio a Staten Is-land. La partenza, seppur trionfale con l’inno americanoche echeggia e che dà un senso di maestosità allo start eil colpo di cannone, che fa capire quanto l’evento sia im-portante, non è nulla di particolare. Forse Berlino e Parigi,con la Brandenburger Tor alle spalle nella prima e iChamps Elisée nella seconda, godono di partenze piùsuggestive. Anche perché a New York, con la partenza aonde, i cui punti di raccolta sono diversi secondo il co-lore, non rende pienamente l’idea del numero dei parteci-panti, come può avvenire in altre gare, dove tutti i 40.000sono davvero insieme. Anche qualche aspetto logisticofa sì che la maratona della Grande Mela non sia così co-moda… ma tutti i sacrifici richiesti al partecipante per es-

sere puntuale in partenza, levataccia compresa, sono ri-pagati non appena si varca il Verrazano Bridge. Davveroentusiasmante questo passaggio, così come il percorsoche attraversa i diversi quartieri. A New York questo si-gnifica incontrare migliaia di persone di gruppi etnici di-versi, con le loro tradizioni, che ben s’integrano neltessuto urbano della città, caratterizzandone le vie. Ilprimo borough che si incontra è Brooklyn, con DykerHeights, Bay Ridge, Park Slope, Williamsburg e Green-point. Di lì si attraversa un altro dei cinque ponti, il PulaskiBridge, e si entra nei Queens, per poi passare sul Queen-sborough Bridge, e inoltrarsi nel quartiere chic dell’UpperEast Side e nel più modesto, ma culturalmente in ascesa,quartiere del Bronx. Il gran finale avviene a Central Park.Gran finale in tutti i sensi, perché non è certo la parte piùsemplice della maratona newyorchese. Tra i blog presentisu internet si leggono commenti positivi e negativi sulpercorso di New York, ciò che conta però, quando si correuna maratona come questa, è giungere al traguardo conla gioia di avercela fatta! Molti dicono che la loro vita siacambiata dopo aver corso nella Grande Mela. Le sensa-zioni di ognuno sono diverse, certo è che si tratta diun’avventura straordinaria.

Alessandra Ramella Pairin

“Vinco a New York”NEW YORK

avversari. In quell’occasione Lel mi ha

addirittura incoraggiato e augurato tutto

il meglio per la gara. Se chiedi a un mara-

toneta chi è il migliore della specialità

in questo momento, ti risponderà:

Samuel Wanjiru. Lui è il cam-

pione olimpico e il vincitore

della maratona di Londra.

Entrambe le volte ho dato

il massimo e sono arri-

vato molto vicino a lui.

Niente male per un

atleta di trentasette

anni, come sono io, so-

prattutto se compete

contro uno straordina-

rio ventiduenne. Se-

condo me è solo que-

stione di qualche tempo,

perché lui faccia il record del mondo. Deve

solo cercare di rimanere concentrato e non

subire infortuni.

Come affronterai la gara di New York?

Cercando di stare in gruppo o attaccando

quanto prima per lasciare gli altri indie-

tro?

Non posso rispondere a questa domanda e

scoprire i miei piani proprio adesso… Ana-

lizzando le altre mie gare, si vede chiara-

mente come io preferisca stare nel gruppo

di testa con gli altri avversari più forti per

controllare la gara e vedere cosa fanno gli

altri. A Londra, ad esempio, quando il ritmo

era molto forte, non ho pensato di stare in-

dietro e di scegliere un ritmo diverso. In

quel momento ho semplicemente cercato

di reagire a esso. Sono aggressivo e spesso

cerco di testare gli altri e me stesso.

Come vedi il futuro della maratona in

Marocco?

C’è Goumri, ma per il momento non vedo

molti potenziali maratoneti. Non frainten-

dere, ci sono molti atleti talentuosi, ma la

maggior parte corre in pista e quindi ci vorrà

ancora un po’ di tempo per vedere qualcuno

muoversi sulla distanza della maratona.

Jaouad Gharib (a destra)

foto

di G

etty

Imag

e per

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9Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]

Il ritorno di Martin Lel e Paula Radcliffe

I PROTAGONISTI

Marilson Gomes dos Santos_Citazione di

merito per il 32enne brasiliano che parte

con i favori del pronostico essendo il cam-

pione uscente. Sedicesimo ai campionati

del mondo lo scorso agosto, prova a fare

tripletta dopo i successi ottenuti negli ultimi

anni da perfetto sconosciuto quale era.

Patrick Makau_All’esordio quest’anno in

maratona con il quarto posto a Rotterdam

in 2h06’14”. Specialista di fama mondiale

sulla distanza di mezza maratona col se-

condo tempo al mondo all-time stabilito lo

scorso febbraio nella velocissima mezza

araba di Ras Al Khaimah.

Martin Lel_Uomo abile nel finale di gara,

dotato di un finale incredibile. Dopo ripetuti

successi sia New York che a Londra (dove

detiene il record con 2h05’15”), il keniano

torna in terra americana per cercare quei

risultati che gli sono mancati nel 2009, so-

prattutto a causa dell’infortunio patito al-

l’anca pochi giorni prima della maratona

di Londra. La sua condizione pare buona

anche dopo il test effettuato nella mezza

maratona di Newcastle con un crono sotto

i 60’.

James Kwambai_Nome nuovo keniano

della maratona mondiale salito alla ribalta

quest’anno con l’incredibile crono di

2h04’27” sul velocissimo tracciato di Rot-

terdam che lo proietta al terzo posto mon-

diale all-time a pochi secondi dal grande

Gebre. Dato in forma anche lui dopo il test

sulla mezza di Rotterdam dove ha segnato

un crono poco superiore ai 59’.

Robert Cheruiyot_Terza punta di dia-

mante della scuderia del Dott. Rosa, è assai

famoso in territorio americano dopo i suc-

cessi a Boston e Chicago. Reduce dal

quinto posto nella competizione iridata ber-

linese, è atteso alla gara del riscatto o

quanto meno in supporto dei più quotati

compagni.

Jaouad Gharib_Il 37enne marocchino è

oramai una grande conoscenza della mara-

tona mondiale. Sceso quest’anno al perso-

nale di 2h05’27” a Londra, è atteso ad una

gara da protagonista dopo vari risultati di

prestigio nelle competizioni internazionali

di campionato.

La possibile sopresa

CITY MARATHONdi Alberto Stretti

Ryan Hall_L’americano è atteso alla

grande gara sulle strade di casa.Autore del

miglior esordio di un maratoneta americano

col 2h08’24” stabilito due anni fa a Lon-

dra,è chiamato alla consacrazione sulla di-

stanza e la sua condizione è data assai

buona.Curiosi di vedere effetti anche in

maratona della mole di lavoro svolta dagli

americani nel settore di mezzofondo.

DONNE

Paula Radcliffe_Rientro in maratona per

l’inglese dopo un annata assai tribolata per

l’infortunio al tendine. Era apparsa in forma

dopo la vittoria nella mezza di NY dello

scorso mese di Agosto. Un infortunio di

entità più leggero l’ha poi costretta a dare

forfait ai recenti mondiali di mezza svoltisi

a Birmingham. Atleta che, in perfetta

forma, non ha bisogno di alcuna presenta-

zione e ci pare sufficiente solamente ricor-

dare il suo record del mondo sulla specialità

di 2h15’25”.

Dire Tune_Per l’etiope il ruolo della pro-

tagonista spetta di diritto dopo gli ottimi

risultati degli ultimi anni:vincitrice di Bo-

ston 2008 e seconda quest’anno,si presenta

con un personale di 2h24’40” che mostra

ancora margini per una atleta abbastanza

giovane.

Salina Kosgei_Vincitrice di Boston que-

st’anno,ci pare giusto annoverarla come

terza incomoda soprattutto per la costanza

di risultati ad alto rendimento. Il difficile

percorso newyorchese dovrebbe esaltarne

lo stile di corsa e proiettarla verso un risul-

tato importante.

IL MIGLIOR ITALIANO IN GARA

Migidio Bourifa_Dopo la vittoria nel cam-

pionato italiano di specialità la scorsa pri-

mavera a Treviso, per il bergamasco una

maratona che sa di particolare. Una prepa-

razione durata tutta l’estate per arrivare a

dimostrare nella gara americana la propria

competitività in una maratona cosi presti-

giosa avendo comunque raggiunto la ve-

neranda età dei quaranta.

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10 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]

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11Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]

dovrebbero essere evitati alcolici e caffè.

_In volo appena vi sedete in aereo regolate

subito l’orologio sull’ora del Paese dove

siete diretti. Sicuramente farete una dormi-

tina, ma non bevete alcolici, ne caffè e man-

giate leggero.

_In aereo muovetevi più spesso possibile,

vi consiglio le calze Booster da riposo. Per

saperne di più andate sul mio sito ww.ful-

viomassini.com

_Chi ha problemi di circolazione si consulti

con il proprio medico e valuti se è il caso di

farsi prima di partire una iniezione di calci-

pirida per fluidificare il sangue.

_Almeno una settimana prima della par-

tenza à consigliabile, senza previa consul-

tazione del proprio medico, assumere grassi

omega 3 o comunque di aumentare il con-

sumo di acqua di pesce di acqua fredda:

salmone selvaggio, sarde, baccalà ecc…

_Dopo l’arrivo a New York. andate a fare

un corsetta di 5-6 km o una belle passeggiata

Molti di voi si stanno apprestano

ad affrontare il viaggio verso la

più affascinante maratona del

mondo: la mitica maratona di New York.

Chi è già stato altre volte sa benissimo che

sarà un viaggio entusiasmante. Nelle righe

seguenti troverete alcuni semplici e pratichi

consigli su come affrontare il problema del

fuso orario, che sa essere fonte di preoccu-

pazione per molti di voi.

_Chi va verso ovest come chi viaggia verso

gli Stati Uniti è preferibile che la sera prima

di partire vada a dormire più tardi possi-

bile.

_La giornata prima della partenza dovrebbe

essere rilassante.

_L’alimentazione del giorno prima della

partenza dovrebbe essere molto leggera e

e adattatevi subito allora locale. Non co-

minciare a pensare: “ora in Italia sono le

ore…” altrimenti non dormirete. Cenate

all’ora del paese dove siete arrivati.

_La respirazione. Per ridurre “ Il first night

effect” appena vi coricate fate una decina

di respirazioni molto profonde, se siete ca-

paci è preferibile che le facciate usando la

respirazione detta addominale o diafram-

matica.

_La melatonina è un ormone che viene

prodotto dall’epifisi. Tutti gli autori con-

cordano nel dire che può essere di valido

aiuto assunto in dosi di 2-5 mg per alleviare

i problemi collegati con lo sconvolgimento

dei ritmi circadiani. Essendo un integratore

può essere acquistato senza ricetta.

_Il caffè. Se soprattutto durante le ore del

giorno vi prende sonno evitate di fare il

sonnellino, mettetevi seduti, comodi e pren-

detevi un caffè.

Poche e semplici precauzioni. Così correre

la New York City Marathon sarà ancora più

divertente.

In ogni parte del mondo la parola maratona evoca l’immagine di NewYork. Prima che la maratona della Grande Mela diventasse un eventoimportante, le 42 km erano considerate una manifestazione perpochi. Poi un giorno arrivò Fred Lebow e i New York Road Runnerse tutto cambiò. La maratona è diventata un evento mediatico, cheattira l’interesse di persone diverse in tutte le parti del mondo. Allaprima maratona di New York non parteciparono in molti. Era il 1970e i corridori in partenza furono centoventisette. Ognuno aveva pa-gato l’iscrizione di 1$ e correva su un percorso ricavato a CentralPark percorrendo lo stesso giro per sette volte. Al traguardo giun-sero solo cinquantacinque corridori. Quando Lebow ridisegnò la corsa sui cinque borough newyorkesisei anni dopo, pochi apprezzarono la novità. Al via però i partecipantierano già 2.090. Il nuovo percorso iniziava a diventare interessanteper molti atleti di livello, tra cui il campione olimpico Frank Shortere insieme a lui per le televisioni e per i giornali che ne seguivano leimprese. Intanto cresceva anche il numero di spettatori lungo le viedel percorso e il consenso, anno dopo anno, iniziò a crescere. Il veroboom avvenne verso la fine degli anni 70. Era il 1978 quando la nor-vegese Grete Waitz proprio a New York fissò la migliore prestazionemondiale a 2h32’30’’. Negli anni caddero numerosi record sia tra gli

uomini sia tra le donne anche in altre maratone, che poi si afferma-rono per la loro velocità, ma New York divenne famosa per il numerodi partecipanti che riusciva a muovere da tutte le parti del mondo eper la sua importanza mediatica. Nel 2000 il comitato organizzatoreintrodusse anche la gara dedicata alle carrozzine olimpiche e oggiNew York è diventata la più competitiva maratona della categoriacon più di duecento atleti, che si cimentano sui 42 km. La maratonadi New York è anche legata alla tragedia dell’11 settembre, perché asoli due mesi dai tremendi fatti, nel novembre 2001, la New York CityMarathon si è fatta portavoce di un messaggio di speranza e di rin-novamento per i partecipanti, gli spettatori, i newyorkesi e per l’Ame-rica tutta, poiché quell’edizione ospitò anche i Campionati Americanidi maratona. Nel 2007 si svolgono, poi, i trial per i Giochi Olimpicidi Pechino e si introduce la regola delle partenze a “onde” per evi-tare la congestione dei partecipanti alla partenza, lungo il percorsoe all’arrivo. Il 2009 è l’anno dell’anniversario. Il quarantesimo, du-rante il quale sarà assegnato il Campionato Nazionale Maschile diMaratona. Quarant’anni di storia e la New York City Marathon conti-nua a crescere, dimostrando di valere un posto da leader tra le piùimportanti al mondo.

40° anno di New York City Marathon

Alessandra Ramella Pairin

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del Professor Fulvio Massini

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“Appena arrivate a New York andate a correre!”

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Fulvio Massini

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12 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]

luto confermare un’attenzione al sociale,

devolvendo parte delle quote di iscrizione

all'associazione "Aiutare i bambini" e pre-

miando i partecipanti dell’Ecomaratona con

medaglie confezionate con materiale di ri-

ciclo dalla popolazione Saharawi, in cui

operano i volontari del Cirts.

“Anche quest’anno siamo molto soddisfatti

per i risultati raggiunti – ha detto Christian

Tozzi, della Polisportiva La Bulletta e tra

gli organizzatori della maratona - L’Eco-

maratona del Chianti è nata per unire la

passione per la corsa alla valorizzazione

del territorio, senza dimenticare la sanaRoberto Rondoni è stato il primo po-

dista a tagliare il traguardo della

terza edizione dell’Ecomaratona

del Chianti. Visibilmente commosso,

l’atleta emiliano ha concluso in 2h57’35’’

la maratona tra gli scorci più belli del

Chianti che si è svolta domenica 18 ottobre

a Castelnuovo Berardenga, in provincia di

Siena. Daniele Palladino (Atletica Scan-

diano) è arrivato secondo, chiudendo con

2h59’36’’, mentre al terzo posto si è piaz-

zato Loris Fanton (Spotorni Run), salito

sul podio con 3h24’’. Grandi emozioni an-

che per la prima edizione della Chianti

Trail, la18 chilometri che ha visto piazzarsi

ai primi tre posti Salvatore Basile (Atletica

Castello), con 1h10’50’’; Giacomo Valen-

tini (Uisp Chianciano), con 1h11’4’’ e Ro-

berto Pallini (Podistica Arezzo), con 1h14’

8’’.

Numerosa la presenza femminile: la prima

classificata tra le donne è stata Monica Ca-

siraghi (Fila equipe) con 3h28’40’’, già vin-

citrice assoluta dell’Ecomaratona 2007 e

pluricampionessa mondiale, europea e ita-

liana di 24h. A seguirla Chiara Calciolari

(Arci Goodwin Libiola), con 3h37’15’’ e

Alessandra Sboarina (Csi Verona), con 3h

43’51’’. Le atlete si sono fatte valere nei

tratti più ardui del percorso, come quello

di Montegiachi e Villa a Sesta, dando filo

da torcere a tanti podisti. Importanti i nu-

meri: millesettecentottantotto iscritti di cui

cinquecentocinquanta per la 42 chilometri,

quattrocentocinquanta per la Chianti Trail

e i restanti per l’Ecopasseggiata.

"E’ stata una vera sorpresa per me - ha detto

Roberto Rondoni, primo assoluto nell’Eco-

maratona - non sono abituato a vincere e

oggi sono davvero molto felice e soddi-

sfatto. Non solo per il risultato ottenuto,

ma anche e soprattutto per la meravigliosa

esperienza cui ho preso parte. Il percorso

dell’Ecomaratona del Chianti è così bello

e suggestivo da mancare solo la cornice

per poter dire di essere di fronte a un qua-

dro. Ho corso insieme ad amici – ha conti-

nuato il vincitore - e a tante altre persone

di diverse nazioni ed è stato molto emo-

zionante condividere la fatica e la bellezza

del percorso. In più, la mia partecipazione

è stata un felice ritorno visto che ho vissuto

per un anno a Siena, dove ho potuto ap-

prezzare le tradizioni della città e il calore

e delle persone. Un grazie di cuore va al

Comitato Ecomaratona per questa bella ini-

ziativa e per l’ospitalità e per la qualità

dell’organizzazione, davvero impeccabile”.

Mille i podisti cha hanno partecipato alle

gare competitive tra cui oltre cinquanta pro-

venienti da Australia, Austria, Belgio, Bra-

sile, Croazia, Finlandia, Francia, Germania,

Inghilterra, Nuova Zelanda, Paesi Bassi,

Scozia, Stati Uniti, Svizzera e Ungheria,

incuriositi da una gara che RunAbroad.com

ha definito “una tra le centouno corse del

mondo a cui partecipare prima di morire”.

Numerosi anche i partecipanti all’Ecopas-

seggiata: sono stati più di settecento, infatti,

gli iscritti alla camminata da San Gusmè a

Castelnuovo Berardenga. Anche que-

st’anno, inoltre, gli organizzatori hanno vo-

“Sembra di correre guardando un quadro”

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Grande successo per la manifestazione di Castelnuovo Berardenga

che ha accolto 1788 partecipanti Roberto Rondoni vince la IIIˆ Ecomaratona del Chianti

con 2h 57’35’’ Monica Casiraghi (Fila equipe) prima classificata tra le donne con 3h 28’40’’

Da campione olimpico, Alex Schwazer era ilfavorito naturale per la 50 km di marcia aiMondiali di Berlino. Ma in quella giornatastorta si fermò dopo 25 km per problemi allostomaco. Questa delusione nel frattempo l'hadigerita. "Non ho nessun problema allo sto-maco - confessa Alex - A Berlino il mal di sto-maco veniva dalla tensione. La preparazionepost-olimpica non era iniziata nel migliore deimodi e per recuperare, forse ho esagerato. Itest davano buone indicazioni, ma un testnon dice tutto. Ho imparato molto negli ultimicinque anni, è venuto il momento di cam-biare". Due settimane fa, il primo olimpionicoaltoatesino di atletica ha iniziato ad allenarsia casa sua, una volta al giorno ed il 10 no-vembre si trasferirà per tre settimane in ValSenales, luogo, dove già nel passato si è al-lenato due volte. Sarà il primo di tre raduni

previsti in altura. Seguiranno il periodo dametà gennaio a metà febbraio ai piedi delPico del Teide a Tenerife e uno stage ad aprilein Namibia. L'obiettivo è chiaro. “I campionatiEuropei sono importanti - spiega Alex - manel 2010 punto di più sulla Coppa del Mondoche si terrà il 15 e 16 maggio a Chihuahua inMessico a 1440 metri sul livello mare, sarà lìche dovrò misurarmi con tutti i più forti almondo”. Cambia il luogo d’allenamento, manon cambia l'allenatore. “Non ho nessuna in-tenzione di rompere con Sandro Damilano -spiega Schwazer - Sarà ancora lui a seguirmi.Ma nei raduni in altura sarò accompagnatoda Michele Didoni”. Cambiamenti sono pre-visti invece nel modo di allenarsi: "Nonposso aumentare i chilometri ogni anno. Vo-glio marciare di meno, allenandomi di più airitmi di gara." Anche il calendario agonisticoè stato modificato. L'esordio è previsto a gen-naio al trofeo invernale, quindi a marzo i tri-colori della 50 km, poi Coppa del Mondo edinfine gli Europei a fine luglio a Barcellona.Dopo Berlino, Schwazer ha avuto il tempoper riflettere e per dare priorità ad altre cose:“A casa mia abbiamo prodotto il mio primospot televisivo assieme a mio fratello Oliver- racconta Alex - Sono rimasto stupito dallaprofessionalità di questo ambiente. Per unospot pubblicitario di 30 secondi abbiamo la-vorato tre giorni, ripetendo 100 volte la stessacosa." Alex ha proprio voglia di cambiare.

Alex Schwazer cambia marcia

ECOMARATONA DEL CHIANTIcompetizione sportiva e tutto questo è pos-

sibile da tre anni grazie a tutti i cittadini, le

associazioni di volontari e i gruppi podistici

della provincia che ci aiutano nell’organiz-

zazione, all’Apt di Siena, al Comune di

Castelnuovo Berardenga, alla Provincia di

Siena, alla Lega atletica leggera Uisp Siena,

alla Regione Toscana, a Pogas politiche

giovanili e attività sportive e a Sienam-

biente. Un grazie particolare – ha concluso

Tozzi – va alla Banca Monte dei Paschi di

Siena che anche quest’anno è stato il nostro

maggiore sponsor e continua sostenere la

nostra bella avventura”.

IL CAMPIONE OLIMIPICO INIZIA LA STAGIONE IN ALTURA IN VAL SENALES

Alice Modignani in primo piano

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13Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]

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14 Lunedì_26 ottobre 2009 e-mail: [email protected]

Gianni Brera: giocoliere della lingua italiana

Finalmente! Finalmente qualcuno si è

preso la briga di raccogliere in un

volume buona parte degli articoli sul-

l’atletica leggera scritti da Gianni Brera.

Non si capiva come mai del Gran Lom-

bardo, nato nel 1919 a San Zenone Po e

morto, per incidente stradale, nel 1992, si

andasse pubblicando o ripubblicando gli

scritti degli sport da lui visti e trattati - so-

prattutto calcio, ciclismo, pugilato - e del-

l’atletica leggera non si riusciva a vedere

mai niente. Come se d’atletica lui, che pro-

prio con questo sport aveva cominciato la

sua straordinaria carriera di giornalista e di

letterato, non avesse scritto mai nulla. Nel

2002 gli si era giustamente intitolata

l’Arena di Milano, ma curiosamente conti-

nuavano ad essere ignorati i suoi pur tanti

scritti sull’atletica. Ignorati gli scritti apparsi

sui vari quotidiani, introvabili i libri - Atle-tica leggera. Scienza e poesia dell’orgogliofisico del 1949; Atletica e Scuola del 1951

con Gian Maria Dossena; Il sesso degli er-coli del 1959; Atletica leggera. Culto del-l’uomo con Sandro Calvesi - per leggere

gli uni e gli altri rimaneva solo una via:

quella della biblioteca pubblica.

Proprio questa via ha preso Sergio Giuntini,

cioè colui che s’è fatto carico di quella certa

briga. Giuntini è tra i maggiori storici spor-

tivi italiani. E’autore di svariati saggi e di

innumerevoli volumi. Nel 2008 ha pubbli-

cato il suo primo romanzo Le resistenze diun bibliomaratoneta. Proprio con questo

lavoro, si può capire come tra i tanti sport

da lui trattati, l’atletica leggera sia quello

preferito. La riprova la si ha col suo imper-

dibile volume Due secoli di Arena e grandeatletica a Milano.

Così ecco Giuntini farsi topo della biblio-

teca Braidense di Milano e dopo un duro

lavoro da certosino dare alle stampe un vo-

lume che raccoglie gli impareggiabili scritti

atletici di Brera, una raccolta- L’abatinoBerruti - Scritti sull’Atletica Leggera - che

nessun amante della disciplina può non leg-

gere con avidità dalla prima all’ultima pa-

gina e custodire gelosamente. Il volume si

struttura in sei capitoli che racchiudono gli

scritti breriani sull’atletica che vanno dal

1945 (Gazzetta dello Sport) al 1988 (La

Repubblica) attraverso quanto pubblicato

su Il Giorno, Il Guerin Sportivo e Il Gior-

nale. Peccato che in tutto il volume, pur

sempre gustoso nella sua lettura, non appaia

nemmeno una foto e che manchi un indice

sia dei capoversi che dei personaggi citati.

Per il resto è

tutto un fanta-

stico viaggio nel

pianeta Brera.

IL LIBRO

Il volume è stato

presentato il 15 ot-

tobre nella sala Ap-

piani dell’Arena di

Milano alla presenza

di un folto pubblico e

di numerosi atleti. Elio

Trifari, un altro autore-

vole giornalista storico,

ha funto da moderatore

sviscerando però a sua

volta l’arte di Brera; Giuntini ha posto l’ac-

cento sul come ha inteso dare il maggior

rilievo ai primi 25 articoli (24 di questi di

sola atletica) del debuttante 26enne Brera

apparsi sulla Gazzetta dello Sport dal 1945

al 1954 per metterne in risalto la sigla stili-

stica e filologica definendolo “giocoliere

della lingua italiana, inventore di un nuovo

lessico per rappresentare la materia gior-

nalistica sportiva”. Per la sua “straordinaria

vivacità lessicale”, lo ha accostato al cin-

quecentesco Teofilo Folengo e ai contem-

poranei Carlo Emilio Gadda e Piero Cam-

poresi. Suoi, tra tanti altri, i neologismi tipo

anfanare, intozzarsi, biascica-giri trama-

glietti da strada, snaticare, ciabattare, span-

tanare, scapitozzarsi riferiti alla pratica atle-

di Ennio Buongiovanni

tica e, più in generale, le definizioni Rombo

di tuono (Gigi Riva), Figlio del vento (Carl

Lewis), Turbodiesel e Supercalaber(Fran-

cesco Panetta), Negro bianco della velocità

(Pierfrancesco Pavoni).

Toccante l’intervento dell’intramontabile

Carlo Monti (89 anni!) dalla memoria sem-

pre ferrea tanto da raccontare alcuni aned-

doti del suo lontano rapporto con Brera e

denso di spessore culturale quello di Eddy

Ottoz che ha accostato Brera a Hemingway.

Il libro è una miniera di gustosissimi episodi

che hanno fatto la storia dell’atletica e non

solo. Ne citiamo due. Il primo: il famoso

termine abatino, Brera non lo coniò ex-

novo per Gianni Rivera, come generalmente

ritenuto, ma per Livio Berruti in occasione

dell’Olimpiade di Roma ’60 e qui non già

in termini riduttivi come nel caso del primo,

ma con riferimento a una sorta di inchino

che Livio faceva al momento dei blocchi.

Il secondo: quando ebbe occasione di in-

contrare Paavo Nurmi, lo intervistò in latino

perchè il nostro sapeva solo il francese e

l’altro solo un po’ d’inglese. Questo anche

a dimostrazione di quanta cultura anche

classica fosse imbevuto colui che, fedele a

se stesso, amava spesso firmarsi Giuanbre-

rafucarlo.

L’abatino Berruti. Scritti sull’atletica leggera.A cura di Sergio Giuntini.

Postfazione di Paolo Brera.

BookTime. Collana “I libri di Gianni Brera”.

332 pagine. 18 euro.

L’ABATINO BERRUTI

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15Lunedì_26 ottobre 2009e-mail: [email protected]

I figli del ventoO

tto anni fa Gustavo Pallicca, un nome molto noto nella campo della storiografia

dell’atletica leggera italiana e in quello dei giudici di gara, data la sua qualifica di

starter internazionale, dette alle stampe, in una forma privatistica che venne sim-

paticamente definita artigianale, il primo volume di una storia dei 100 metri ai Giochi

Olimpici e ai Campionati Mondiali intitolato “I Figli del Vento”. Il periodo abbracciato dal

narratore era quello da Atene 1896 a Los Angeles 1932.

A questo primo volume ne sarebbero dovuti seguire altri, in modo da coprire la storia della

velocità dalle origini fino ai nostri giorni. Nonostante le difficoltà di distribuzione, altrettanto

artigianale come l’opera, il libro andò presto esaurito, ma, per cause varie, a quel primo vo-

lume non fecero seguito gli altri previsti dal piano editoriale pensato dall’autore.

L’iniziativa di alcuni appassionati riconducibili al sito di Atleticanet, desiderosi di veder

realizzata quest’opera, che lo stesso Roberto L. Quercetani, autore della presentazione,

ebbe a definire “unica nel suo genere”, fece si che nel 2006 il libro fosse riproposto, ma

questa volta con una vera veste tipografica e in più suffragato dal codice ISBN.

Al lavoro fu dato un taglio editoriale diverso. L’autore trattò solo i 100 metri uomini ai

Giochi Olimpici, riducendo, per ogni volume, il periodo temporale di intervento.

Infatti quel primo volume – siamo nel 2006 - trattò la storia della velocità dalle origini ai

Giochi i di Atene del 1896, anno della prima olimpiade dell’Era Moderna, fino ai Giochi di

Londra del 1908. Nelle 237 pagine del volume l’autore narrò con estrema attenzione i fatti

storici relativi alla nascita della corsa veloce, arricchendo il racconto con aneddoti, curiosità

e resoconti che resero la lettura esauriente e estremamente affascinante e scorrevole,

ancorché ricca di particolari, alcuni dei quali assolutamente inediti. Ogni gara di velocità di

ciascuna olimpiade venne inquadrata nel momento storico nel quale l’avvenimento si era

realizzato, con il risultato di ottenere una vera e propria storia della velocità pura, come

non era mai stato realizzato prima di allora. A corredo del volume vi sono una quantità no-

tevole di foto d’epoca e numerose tabelle statistiche, ivi compresi i risultati di tutti i turni di

ciascuna prova olimpica dei 100 metri. Di grande pregio anche un elenco di tutti i velocisti

partecipanti ai Giochi nel periodo trattato, e i risultati dagli stessi acquisiti anche in altre

prove; concludeva l’elenco completo di tutti i personaggi che erano apparsi nel volume.

Dopo una lunga attesa protrattasi per altri

tre anni, esce ora finalmente il secondo

volume de “I Figli del Vento”, storia dei

100 metri ai Giochi Olimpici. Il testo

era pronto da tempo, ma la ricerca di

un finanziatore della iniziativa si è rivelata più dif-

ficile del previsto. Adesso i lettori potranno prendere conoscenza più approfondita di un

periodo straordinario della storia della velocità, e dell’atletica in generale, quello che va dai

Giochi di Stoccolma 1912, i primi a rendere giustizia al grande progetto di De Coubertin,

ai Giochi di Los Angeles del 1932. Questo secondo volume racconta la storia di uomini

che fecero grande la velocità nei venti anni trattati dall’autore. Uomini di grande spessore

atletico quali Lippincott, primo primatista mondiale della specialità secondo l’ufficialità

data dalla neo-costituita I.A.A.F., Charles Paddock, il più forte scattista del periodo, Harold

Abrahams, vincitore dei 100 metri ai Giochi di Parigi 1924, tornato alla ribalta con l’ecce-

zionale film “Momenti di gloria”, Percy Williams, il canadese trionfatore di Amsterdam

1928 e tanti altri. Per ogni edizione vengono raccontate le storie dei protagonisti, analizzati

i dati, descritto il contesto storico nel quale si sono svolti i Giochi e fornito molto prezioso

materiale fotografico per ripercorrere, anche visivamente, le gesta dei pionieri dello sprint

mondiale. Il volume di oltre 300 pagine può essere richiesto direttamente all’autore tramite

gli indirizzi di posta elettronica qui indicati: [email protected], oppure gustavo.pal-

[email protected] e verranno fornite le istruzioni per il pagamento del prezzo (euro 21,00

+ euro 4 di spese postali). Come si può notare un prezzo nettamente inferiore a quello del

primo volume (euro 35,00), reso possibile dall’intervento generoso del finanziatore. Offerta

speciale: Per consentire agli appassionati dello sprint e della storia dell’atletica leggera che

non hanno avuto l’opportunità di acquistare il primo volume (costo 35,00 euro), in via pro-

mozionale l’autore offre i primi due volumi de “I Figli del Vento” al prezzo speciale di

euro 41,00 più spese di spedizione (4 euro) con un risparmio netto di ben 15,00 euro.

Un’offerta davvero vantaggiosa da non lasciarsi sfuggire per un’opera che ne vale veramente

la pena!

Direttore ResponsabileCesare Monetti

Progetto e Realizzazione GraficaSimona Gramegna

FotografieGetty Image per www.iaaf.orgGiancarlo Colombo per Omega FotocronacheOrganizzazione Venice Marathon

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Atletica Week è una pubblicazioneCesare MonettiVia Pisani Dossi 2920134 Milano

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Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo periodicopuò essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione e la registarzione, salvo espressa autorizzazione scritta dell’editore

Chiuso in redazione ore 16 del 26-10-2009

VADEMECUM DI SCIENZE MOTORIE PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA PRIMARIA

GIOVEDÌ 29 OTTOBRE 2009 ALLE ORE 11.00REGIONE LOMBARDIA VIA POLA, 12 - MILANO

Saranno presenti Pier Gianni Prosperini, assessore regio-nale allo sport, Ivana Borghini, dirigente assessorato allosport, Giuseppe Colosio, direttore generale ufficio scola-stico Regione Lombardia, Marco Bussetti, dirigente tecnicoUSR, Onorato Grassi, commissario Agenzia Nazionale perlo sviluppo dell’autonomia scolastica e il direttore dellastessa Agenzia Nazionale, Giuseppe Boccioni.Ancora una volta la Lombardia gioca d’anticipo soste-nendo, oltre alla promozione del Vademecum, un progetto,che vedrà il suo sviluppo a livello nazionale, il cui obiettivoprincipale è l’arricchimento della formazione dell’inse-gnante della scuola primaria, nel campo dell’attività moto-ria, attraverso l’esperto laureato in Scienze Motorie odiplomato ISEF. Sarà un grande vantaggio per i docentidella scuola primaria che avranno l’opportunità di formarsiin itinere e un’occasione unica di migliorare la propria pro-fessionalità in un settore delicato e definito dai più impor-tanti Organismi internazionali quale “elemento essenzialeper un’equilibrata crescita umana, culturale e sociale deigiovani e degli adulti per l’intero arco della loro vita”.Moderatore dell’incontro: Elio Trifari, illustre firma dellaGazzetta dello Sport, da sempre sensibile alla promozionedell’attività motoria, fisica e sportiva scolastica e vicino alleproblematiche relative al panorama dell’educazione fisicaitaliana. Testimonial d’eccezione sarà Dino Meneghin, Pre-sidente della Federazione Italiana Pallacanestro. Dino Me-neghin, da sempre vicino ai giovani, ha ideato eorganizzato con successo il torneo ‘Basket 3’ coinvolgendo

1400 scuole e migliaia di studenti e studentesse, dagli 11ai 19 anni. Solo nell’anno scolastico 2008/2009 hanno gio-cato nel ‘Basket 3’ oltre 100.000 fra ragazzi e ragazze e indieci anni di attività sono stati coinvolti più di 500.000 stu-denti. La Commissione dell’Unione Europea sostiene l’edu-cazione motoria e sportiva scolastica, ritenendola ambitodisciplinare ideale a “trasmettere valori importanti quali latolleranza, il fair play, l’esperienza di vittoria e sconfitta, lacoesione sociale, il rispetto per l’ambiente e l’educazionealla democrazia”. Da questa consapevolezza si sono con-cretizzati i 270 progetti finanziati, 40 dei quali verranno mo-nitorati. Si tratta di un primo e significativo passo neiconfronti della scuola che forma i giovani protagonisti diquella che viene definita “l’età d’oro dell’apprendimentomotorio”. Il bambino al termine della classe quinta, dalleattività motorie e sportive, dovrebbe aver imparato a cono-scere se stesso e il proprio corpo, a giocare nel rispettodelle regole e dei compagni, a utilizzare gli spazi e le attrez-zature in modo corretto e sicuro. L’attività fisica impartitaregolarmente, su base scientifica, nel rispetto dei processidi sviluppo morfologico del bambino è un grande mezzoper la formazione della personalità e di prevenzione neiconfronti delle patologie più comuni e del sovrappeso.“Imparare giocando” verrà consegnato a tutti i presenti esarà disponibile per tutte le scuole primarie della Lombar-dia. Nel Vademecum vengono descritti “giochi da cortile”ormai quasi scomparsi nelle abitudini motorie dei nostribambini, giochi “poveri” ma ricchi si situazioni problemain grado di condurre l’allievo a elaborare soluzioni perso-nali e creative.INFORMAZIONI: è in allestimento il portale www.educazio-nemotoria-lombardia.eu

“Imparare giocando”

CULTURA

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